territorio: maneggiare con cura - Coordinamento Agende 21 Locali

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territorio: maneggiare con cura - Coordinamento Agende 21 Locali
“TERRITORIO: MANEGGIARE CON CURA”
http://www.territoriomaneggiareconcura.it/index.php
PROGETTO PER LA PRODUZIONE E LA DIFFUSIONE DI TRE AUDIOVISIVI SUL TEMA DEL CONSUMO
DEL SUOLO
Si chiama “Territorio, maneggiare con cura” ed è un progetto voluto dalla Provincia di Torino che ha coinvolto
CinemAmbiente, la Provincia di Rieti e il FAI, in un partenariato tutto dedicato a valorizzare la difesa del suolo
libero attraverso la produzione cinematografica.
Un cortometraggio, un documentario e una piattaforma web per raccontare il tema, attualissimo, del
consumo di territorio.
Gli autori, tutti rigorosamente sotto i 30 anni, sono stati scelti attraverso un bando nazionale e introdotti al tema da
esperti quali Luca Mercalli, Luca Martinelli e Giuseppe Salvaggiulo, durante un workshop di due giorni negli spazi
del Cineporto.
Lo sviluppo dei progetti é stato seguito da tutor d'eccezione come Marco Ponti, Andrea Jublin, Daniele Gaglianone,
Massimiliano De Serio e Pamela Pelatelli.
Con il progetto “Territorio, maneggiare con cura la Provincia di Torino ha vinto lo scorso anno il concorso nazionale
promosso e finanziato dall'Unione delle Province e dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio
dei Ministri dedicato alle politiche giovanili.
I lavori dedicati alla difesa del suolo, prodotti dalla casa di produzione torinese Due Monete, sono stati realizzati
secondo una filosofia di produzione a basso impatto ambientale, che ha portato a una riduzione delle
emissioni di oltre il 40%1.
Le troupe, composte da professionisti under 30, hanno lavorato a stretto contatto con gli autori, seguendo
anch’esse le parti introduttive del workshop, condividendo così la tematica del consumo del territorio.
Dopo la premiere offerta dal Festival Cinemambiente il 3 giugno 2012 e dal Festival del cortometraggio in Sabina il
21 luglio 2012, verranno distribuiti sui circuiti del Museo Nazionale del Cinema e parteciperanno ai maggiori festival
internazionali, oltre ad essere fruibili su DVD e su Cinemambiente-Tv.
1
V. scheda di approfondimento nelle pagine successive.
ALICE SUI PATTINI di Cecilia Belletti, 15 min.
Alice, personaggio ispirato all’eroina del capolavoro di Lewis Caroll, è una ragazzina disposta a tutto pur di trovare i
semi di una rarissima ninfea e di diventare campionessa di pattinaggio. Convinta da un perfido impresario che
ricorda il cappellaio matto, durante un'assurda festa nell'ora del tè per il suo 18esimo compleanno, firma la vendita
della cascina dei genitori in cambio dei semi preziosi e di una pista in cui potrà praticare il suo sport preferito nel
centro commerciale che sorgerà sul terreno venduto, mentre nello stagno sboccia il primo fiore.
Il ritmo di crescita esponenziale delle ninfee produce effetti irreversibili sul territorio dove, con lo stesso ritmo,
crescono edifici come funghi.
Alice, concentrata unicamente sullo stagno, non si accorge di nulla fin quando lo sbaglio è ormai irreparabile: il
cemento circonda la cascina a 360° e un'enorme ciminiera copre la vista della finestra della sua stanza. Alice si
precipita nella dimora del re dell'oro grigio, un cementificio tetro e polveroso, per impedirgli di spazzar via l'unica
oasi di terreno agricolo rimasta intatta, ma viene sconfitta. Fortunatamente si tratta solo di un incubo. Ma anche di
un’esperienza grazie alla quale Alice comprenderà il valore del territorio, oltre a recuperare un capannone dismesso
e trasformarlo in una splendida pista di pattinaggio.
REGISTA, CECILIA BELLETTI, 29 anni. Laureata al DAMS all'Università degli Studi Roma Tre. Oltre alle
numerose esperienze come montatrice, operatrice e film maker cine-televisiva, ha diretto il film a tematica
ambientale "Blackout".
STORY EDITOR, MARCO PONTI. Dopo il master in Tecniche della narrazione alla Scuola Holden (dove in
seguito insegnerà sceneggiatura cinematografica) scrive per la radio, il teatro e la televisione. Nel 2002 vince il
David di Donatello come miglior regista esordiente con il suo primo lungometraggio Santa Maradona.
STORY EDITOR, ANDREA JUBLIN. Diplomato alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, nel 2002 è
stato tra i fondatori della Compagnia di Cinema Indipendente. Ha iniziato la sua carriera scrivendo, producendo,
dirigendo e interpretando cortometraggi. Nel 2002 esordisce con il lungometraggio “Ginestra”. Il suo
cortometraggio “Il supplente” (2006) ha ricevuto una nomination nella sezione cortometraggi degli Oscar 2008.
ALTRI CREDITS PRINCIPALI
Direttore della fotografia - Davide Marcone (direttore della fotografia del cortometraggio "Quell'estate al mare",
candidato ai David di Donatello 2012)
Scenografo - Marco Ascanio Viarigi (scenografo del cortometraggio "A Chjàna", Leone d'Argento 2011)
Costumista - Marzia Paparini (costumista del Teatro Stabile di Parma)
Story-editor - Marco Ponti (regista di "Santa Maradona", "Andata e ritorno")
Attrice protagonista - Eleonora Mancini
Attore co-protagonista - Nicola Giannini
MY TERRISTORY di Ruggero Pini e
Gabriele Veronesi
http://www.myterristory.com/
My Terristory è una piattaforma multimediale i cui contenuti sono generati dagli utenti e riproposti sui diversi
canali di comunicazione allo scopo di creare una community di persone sensibili al problema del consumo di suolo.
Come? Coinvolgendo gli utenti attraverso la richiesta di rendere partecipi gli altri di una propria esperienza
personale supportata dalla promessa che essa diventerà parte di una memoria collettiva e condivisa capace di
narrare in modo nuovo il cambiamento fisico e umano del nostro Paese. L'emozione associata al proprio episodio di
vita da rivivere in ottica collettiva (e non individuale) è l'elemento contagioso e il nutrimento naturale per il
passaparola. L'utente che accede alla piattaforma entra in un mondo di storie introdotte dalle “cartoline” e dai
racconti che ciascuno invia e con cui contribuisce in prima persona ad arricchire la narrazione aperta. L'utente può
partecipare uploadando il mini kit del proprio “personal storytelling”: la foto di sé in un luogo che un tempo era
solito frequentare, la foto dello stesso luogo così come è oggi, coperto dal cemento e una mini storia. Attraverso
questi elementi, ciascuno storytelling va a comporre una Grande Narrazione cross-media, dove macro e micro
storia, on e off line si integrano. La community potrà commentare ciascuna storia, diffondendo a sua volta
sensibilità, memoria e un nuova “sensorialità” rispetto al consumo del suolo. La generazione di un ampio archivio di
rappresentazioni storiche del territorio diventa a sua volta contenuto con cui alimentare la meccanica di
un'applicazione per smartphones che estenderà l'esperienza di My Terristory al mondo mobile. Visitando i luoghi
dei racconti, l'utente potrà vederli, tramite realtà aumentata, nella loro versione pre-cementificazione.
L'applicazione servirà anche da radar per individuare le storie in prossimità dell'utente.
REGISTA, RUGGERO PINI, 23 anni. Si è formato laureandosi allo IUAV di Venezia in "Arti Visive e dello
Spettcolo" e prendendo un master in Multimedia Design al KASK di Gent. Ha realizzato molti videoclip, spot e
documentari, ottenendo diversi riconoscimenti nell'ambito della pubblicità. È cofondatore dell'associazione culturale
AcerBo e collabora periodicamente con festival musicali internazionali.
REGISTA, GABRIELE VERONESI, 26 anni. Si è laureato in Scienze della Comunicazione a Bologna e ha seguito
diversi corsi e workshop di video editing. Ha lavorato come redattore e grafico e videomaker. Sfruttando i canali di
diffusione non convenzionali ha riscosso notevole successo con "Modena3", una videoinchiesta sulla
cementificazione e lo sviluppo urbanistico della città emiliana.
STORY EDITOR, PAMELA PELATELLI. Consulente in comunicazione multimediale e della cultura e giornalista
pubblicista sui temi della sostenibilità e dell'innovazione sociale. Dopo una Laurea in Comunicazione Pubblicitaria,
inizia il suo percorso lavorativo nel mondo delle grandi agenzie prima come ricercatrice di mercato e poi come
strategic planner. Attualmente conduce collaborazioni con istituzioni pubbliche e private, agenzie di comunicazione
e studi di progettazione. In parallelo, collabora con diverse testate giornalistiche web e cartacee.
LA RIVOLUZIONE DELLA
Maurizio Bongioanni, 25 min.
CINTURA
di
Che cosa succede quando un paese non si dota di un piano regolatore ben programmato? È il caso di Mappano,
una frazione spartita tra quattro cittadine del torinese (Caselle, Borgaro, Leinì e Settimo) che chiede di diventare
un Comune a tutti gli effetti. Un caso di frammentazione amministrativa che crea non poche difficoltà ai suoi
abitanti, ma anche l’esempio concreto di una periferia che vuole ridiventare «centro». Oltre a diventare una
metafora che potrebbe applicarsi a tutte quelle aree urbane che oggi sono semplicemente dei quartieri dormitorio
della «cintura» di Torino e che attraverso la valorizzazione del proprio paesaggio cercano di riconquistare la propria
identità.
REGISTA, MAURIZIO BONGIOANNI, 26 anni. Ha studiato "Comunicazione Multimediale e di Massa" presso
l'Università degli Studi di Torino e montaggio cinematografico presso il NUCT di Roma. Ha collaborato con
numerosi giornali online come redattore, documentarista e autore di inchieste video. Ha diretto "Under
Construction", documentario sulla tematica del consumo del suolo con il quale ha ricevuto la menzione d'onore al
Valsusa FilmFest 2011
STORY EDITOR, MASSIMILIANO DE SERIO. Lavora ai suoi film insieme al fratello Gianluca dal 1999. Negli
anni hanno prodotto vari film cortometraggi e documentari che hanno partecipato ai più importanti festival di
cinema nazionali ed internazionali, aggiudicandosi numerosi premi. Il loro ultimo lungometraggio, “Sette Opere di
Misericordia”, ha vinto al Festival di Locarno 2011 il “Premio Don Quijote”.
STORY EDITOR, DANIELE GAGLIANONE. Nel 1998 lavora alla sceneggiatura di Così ridevano diretto da Gianni
Amelio. Nel 2000 realizza il primo lungometraggio “I nostri anni”, presentato al Festival di Cannes. Il suo secondo
film “Nemmeno il destino” viene presentato alla 61ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e
riceve diversi premi nello stesso anno. Nel 2008 dirige il documentario "Rata nece biti”, presentato al 61º Festival
del Film di Locarno e vince il Premio Speciale della Giuria al 26° Torino Film Festival. Nel 2009 il film vince anche il
David di Donatello per il miglior documentario di lungometraggio. Nel 2011 esce il suo nuovo lungometraggio,
Ruggine tratto dall'omonimo romanzo di Stefano Massaron in cui recitano, tra gli altri, Filippo Timi, Stefano Accorsi,
Valerio Mastandrea e Valeria Solarino.
Due Monete presenta il Green set.
Green set significa organizzare la produzione del tuo film secondo i principi della sostenibilità:
"Alice sui pattini " è stato il nostro primo banco di prova.
Per
realizzare il green set la parola d'ordine è stata RIDURRE:
Ridurre la quantità di carta stampata.
Ridurre i rifiuti destinati alla discarica.
Ridurre lo spreco di bottigliette di plastica.
Ridurre le emissioni dovute al trasporto di persone e materiali.
Ridurre l'energia elettrica necessaria sul set.
Gli strumenti utilizzati per raggiungere gli obiettivi fissati sono stati:
Auto di produzione a metano e GPL e un programma di pick up per viaggiare sempre a pieno carico.
Borracce personali e riutilizzabili da riempire grazie ai dispenser d'acqua forniti da SMAT.
Cassonetti per la raccolta differenziata messi a disposizione da AMIAT.
Programmi di condivisione file e documenti digitali, inviati via mail - Fogli riciclati per le stampe
indispensabili.
Posate e stoviglie biodegradabili, ingredienti bio e catering a Km 0.
Un ingegnere ambientale per misurare i consumi sul set.
I risultati sono stati estremamente soddisfacenti.
Solo il 10% dei documenti è stato stampato, evitando il consumo di 4,4 Kg di carta.
Il 91% dei rifiuti sono stati differenziati e correttamente smaltiti, il set ha prodotto solo
2Kg di rifiuti indifferenziati.
171 bottigliette di plastica non sono mai state comprate, ciò significa il 100% di plastica in
meno.
Il programma di pick up ha ridotto le emissioni dovute ai trasporti del 66%, risparmiando
530 Kg di anidride carbonica.
La scelta del parco luci ha ridotto il consumo elettrico sul set del 62,13 %.
Un set tradizionale avrebbe prodotto 1,28 tonnellate di anidride carbonica. Il green set si è fermato
a 677 Kg.
L'esperimento è riuscito. Abbiamo risparmiato il 46% delle emissioni.
Calcola , riduci, produci.
D'ora in poi, il nuovo punto di riferimento per chi vuole produrre green, è Due Monete ([email protected]).
“TERRITORIO: MANEGGIARE CON CURA”
http://www.territoriomaneggiareconcura.it/index.php
IL PROGETTO IN SINTESI
DURATA DEL PROGETTO: 2/11/2011 – 31/12/2012
BUDGET: 157.956 Euro (di cui 92.497 finanziati da UPI, nell’ambito di Azione ProvincEgiovani)
OBIETTIVI: sensibilizzazione dei giovani amministratori visto che il tema è fortemente legato a scelte
pianificatorie, oltre ad una informazione e sensibilizzazione indispensabile per aiutare i “giovani cittadini”
(studenti e non, appartenenti al mondo del volontariato e non) ad essere parte attiva delle scelte, partecipando in
modo informato alla vita pubblica.
Tale sensibilizzazione avrà luogo grazie alla produzione di tre prodotti audiovisivi di diverse durata e di
diverso stile, utili alla proiezione in contesti differenti (dalla riunione al convegno, dal consiglio comunale
all’incontro pubblico, dalla scuola ai luoghi di incontro del volontariato), al fine di portare in tutte le sedi possibili la
sensibilizzazione sul tema.
BENEFICIARI: Il progetto si basa su un’idea di comunicazione “dai giovani per i giovani”, i beneficiari sono quindi
due diversi target group: i film realizzati da registi e troupe “under 30”, saranno infatti fruiti da giovani della stessa
età, tramite internet su diversi siti web, soprattutto dal sito “Cinemambiente Tv” in alta qualità e videoproiettabili,
oltre che su dvd.
Il primo target group è composto da registi con meno di trent’anni, ma con esperienze significative di
regia cinematografica (selezionati attraverso un bando di partecipazione nazionale), e membri della
troupe selezionati presso le scuole secondarie di secondo grado, le università e i gruppi d’interesse (anche del
mondo del volontariato). Il secondo target group vedrà coinvolto un numero più ampio di beneficiari: i prodotti
saranno diffusi tramite dvd, web, web tv “Cinemambiente TV – Film per l’educazione ambientale” e utilizzati dai
partner in tutte le sedi possibili.
FASI:
Lancio del progetto: 7.11 nell’ambito dell’evento omonimo.
Coinvolgimento di registi con meno di trent’anni, ma con esperienze significative di regia cinematografica:
bando nazionale scaduto il 10 gennaio 2012.
Coinvolgimento di un gruppo di giovani tra i 14 e i 30 anni per formare tre troupe.
Organizzazione di un workshop formativo con tutti i giovani coinvolti (registi e troupe) sui temi dell’uso e del
consumo del territorio: 27 e 28 gennaio 2012.
Attivazione di un sito internet e di una pagina Facebook dedicati al progetto. La funzione del sito è
fondamentale anche per “popolare” il prodotto web. http://www.territoriomaneggiareconcura.it/
Scrittura dei progetti di film e pitching dei progetti: 23 marzo 2012.—
Effettuazione delle riprese sotto la supervisione di una casa di produzione, postproduzione (montaggio e
sonorizzazione) del girato.—
Presentazione dei filmati realizzati dai giovani presso il Festival Internazionale Cinemambiente a Torino e il
Festival internazionale del corto in Sabina: a Torino il 3 giugno 2012; a Mompeo IL 21 luglio 2012.
Pubblicazione sul sito “Cinemambiente TV – Film per l’educazione ambientale” dei film realizzati e di altri film
sul tema, con relative schede didattiche, oltre ad una scheda generale di approfondimento sull’argomento. Il
sito è visibile in tutta Italia e potenzialmente accessibile da decine di migliaia di studenti. Attivazione gratuita di
50 profili per l‘accesso a “Cinemambiente TV” per 50 scuole della Provincia di Torino e per 50 scuole della
Provincia di Rieti. In corso.
Pubblicazione in dvd dei film con un libretto di accompagnamento e sua distribuzione. In corso.
Evento finale.
Centro di Ricerca sui Consumi di Suolo - CRCS
Limitare il consumo di suolo
Premessa
L’urbanizzazione dei suoli liberi, intesa come passaggio da un uso naturale o agricolo verso uno
urbano, riveste un carattere di sostanziale irreversibilità. L’aumento delle superfici urbanizzate, per
quanto possa segnalare differenti livelli qualitativi, si configura in ogni caso come “consumo” di
suolo. La necessità di comprendere e governare tale fenomeno rende sempre più ineludibile
predisporre azioni di rilievo, classificazione, e monitoraggio degli usi del suolo attraverso banche
dati, aggiornate e comparabili.
L’espansione delle aree urbane e il dilagare dello sprawl sono fenomeni ormai presenti, con
intensità e dinamiche differenti, a livello globale. In Europa il dibattito sul tema sembra aver
raggiunto un livello più articolato di rilevazione e comprensione del fenomeno, anche mediante
l’affermazione di politiche di contenimento; in Italia la conoscenza stessa del problema, sia nelle
quantità che nelle forme, è ancora limitata, a partire dalla mancanza di una condivisione di cosa
debba essere considerato “consumo di suolo” e di come debba essere misurato. In tal senso una
prima questione rilevante riguarda le modalità di integrazione, a differenti scale, tra rilevazione,
monitoraggio e attivazione di linee guida e regole cogenti per il contenimento del consumo di
suolo.
Rilevazione e monitoraggio
Per riuscire ad inquadrare i fenomeni di crescita dei sistemi antropizzati identificandone specifiche
caratteristiche qualitative e morfologiche (espansione, dispersione, frammentazione) i due
parametri che devono essere trattati con livelli adeguati di accuratezza e a diverse soglie temporali
sono:
• l’analisi del land use change;
• l’analisi sulle dinamiche demografiche ed economiche e di densità insediativa.
L’approfondimento analitico del land use change, ha una finalità sostanziale rispetto al
monitoraggio delle dinamiche del consumo di suolo: verificare il rapporto tra aree urbanizzate e
non urbanizzate. Questo specifico obiettivo consente di quantificare la dinamica del cambiamento
dei sistemi urbanizzati, la loro quantificazione in termini assoluti, gli aumenti percentuali e la
variazione degli indici di copertura a differenti soglie temporali. Eventuali approfondimenti
possono essere fatti articolando l’urbanizzato in classi funzionali prevalenti, che a loro volta
possono essere ulteriormente suddivise in classi differenti di densità.
Il secondo indicatore sulle dinamiche e sulla densità di popolazione e di attività economica,
fornisce un segnale semplice sul carattere del sistema urbano, soprattutto quando viene
combinato con i dati del land use.
L’analisi del land use change, necessaria ai fini del monitoraggio del consumo di suolo, può essere
svolta a differenti scale e si basa sulla comparazione tra database di uso del suolo che consentono
di effettuare analisi statistiche e cartografiche comparative tra banche dati a differenti soglie
temporali che presentano medesime caratteristiche di costruzione, di scala (definita in relazione al
grado di approfondimento dell’analisi), di unità minima rilevata e di classificazione del land use.
Il Centro per la Ricerca sui Consumi di Suolo sottolinea da tempo la necessità di adottare una
classificazione unificata degli usi del suolo con caratteristiche tecniche condivise sostenendo, a
livello regionale, l'implementazione del repertorio costituito in Lombardia da DUSAF, uno
strumento, impostato sulla codifica europea CORINE, in grado di fornire a brevi intervalli di tempo
aggiornamenti sullo stato degli usi e delle coperture dei suoli in maniera attendibile. Per passare
però da un efficace supporto analitico di livello territoriale ad un quadro conoscitivo di riferimento
per la pianificazione comunale si presenta una questione rilevante: la scalabilità tra banche dati di
uso del suolo territoriali e locali.
Linee guida per il contenimento del consumo di suolo a livello comunale
L’efficacia di qualsiasi politica di contenimento delle trasformazioni d’uso che determinano degrado
e/o perdita dei suoli può essere valutata e monitorata solo se basata su una disponibilità di dati di
uso e copertura dei suoli che siano aggiornati, confrontabili e scalabili ai diversi livelli entro cui
operano le scelte di governo territoriale. Alcune regioni italiane hanno recentemente realizzato, o
stanno sviluppando, repertori di dati che presentano requisiti di accuratezza e di aggiornamento
più o meno adeguati. Più complessa risulta una verifica delle politiche e degli strumenti messi in
campo dalle amministrazioni comunali. Una prima questione in tal senso riguarda la possibilità di
coordinare la programmazione e le linee di indirizzo di livello sovralocale con l’attivazione di
effettive misure di rilevazione e controllo del consumo di suolo a scala comunale. Appare sempre
più opportuno infatti superare una logica di controllo delle trasformazioni d’uso dei suoli che sia
basata su esclusive modalità di rilevazione quantitativa, per sviluppare modalità di governo e di
indirizzo che valorizzino un approccio responsabile e integrato degli usi del suolo a partire da una
oggettiva conoscenza e condivisione delle qualità dei suoli interessati dalle politiche del governo
del territorio.
Alla luce dell’esperienza europea esistono due principali strategie di integrazione progettuale del
contenimento del consumo di suolo all’interno degli strumenti di governo del territorio comunale:
• le strategie volte alla costruzione fisica di uno spazio di cintura che vincoli morfologicamente lo
sviluppo dei sistemi urbanizzati attraverso il reperimento di aree verdi quali barriere fisiche allo
sviluppo urbano negli spazi aperti dei contesti di frangia (realizzazione di greenbelts);
• la definizione di Urban Growth Bounderies (UGB) quali strumenti di limitazione alla crescita
urbana mediante la definizione di no development areas, intese come aree nelle quali si vieta la
nuova edificazione o infrastrutturazione. Tali strategie sono riconducibili non tanto ad un
approccio morfologico di limitazione delle espansioni, ma piuttosto alla creazione di vincoli che
intervengono sullo stato di diritto delle aree vietandone l’edificazione e determinando una netta
separazione tra aree urbane edificabili ed aree extraurbane non edificabili.
Molti studi tendono a dimostrare come questi due approcci (greenbelts e UGB) rallentano e
orientano, ma non arrestano, i processi di urbanizzazione delle aree libere, così come altri
approcci, quali ad esempio la Green Hearth Strategy nei Paesi Bassi, ha ritardato, ma non
eliminato, la proliferazione dello sprawl in un contesto che presenta evidenti caratteristiche di
dispersione urbana quali sono le aree dei Paesi Bassi.
In buona sostanza, la preservazione degli spazi aperti risulta essere un’operazione complessa con
risultati non sempre convincenti rispetto alla progressione del consumo di suolo. È difficile poter
valutare in maniera comparata il successo o l’insuccesso delle iniziative messe in atto in differenti
Paesi anche perché la capacità critica di valutazione di strategie di contenimento urbano richiede
tempi lunghi di monitoraggio.
Una terza via, quella fiscale, tende invece a non avere quale presupposto basilare la definizione di
vincoli di inedificabilità su aree libere, ma bensì ad introdurre livelli di tassazione incrementali
quale strumento fiscale correttivo/compensativo dei costi (sociali e ambientali) dovuti alla
modificazione delle destinazioni d’uso dei terreni. Modalità di tassazione che agiscono come
“deterrente” alla trasformazione dei suoli liberi favorendo al tempo stesso politiche di riutilizzo dei
suoli urbani sottoutilizzati o dismessi.
Forme di tassazione applicate alle trasformazioni nei suoli liberi sono state utilizzate sia in
Inghilterra che nei Paesi Bassi, dove si stanno valutando modalità di utilizzo della tassazione sullo
sviluppo urbano che prevedano il reperimento di risorse maggiori rispetto alle quote minime
necessarie all’infrastrutturazione delle aree. Altrove, ad esempio in Germania, sono stati introdotti
strumenti compensativi di carattere non fiscale ma ugualmente efficaci (compensazioni
ecologiche) nel disincentivare l'utilizzo non necessario di spazi aperti a fini di espansione urbana.
Il catasto comunale degli usi del suolo
L’introduzione di modelli di integrazione progettuale tra linee guida territoriali e politiche di
governo alla scala comunale finalizzate al contenimento del consumo di suolo rende opportuno
prevedere modalità e protocolli di contabilità e di mappatura della “qualità” degli usi del suolo a
livello locale basati su adeguati repertori informativi geografici.
Un ruolo centrale nella definizione e valutazione di planning policies è la costruzione preliminare di
un catasto locale del land use finalizzato alla verifica dei caratteri qualitativi e quantitativi del land
use change. Se al livello territoriale (regionale e provinciale) vengono fissati gli indirizzi generali di
contenimento del consumo di suolo, è a livello locale che l’Amministrazione ha responsabilità
diretta nella costruzione del land use plan, dove si determina in larga parte la possibilità di
consumare il suolo. E’ opportuno pertanto che la definizione delle politiche urbanistiche espresse
nel progetto di piano venga valutata sulla base di un repertorio di dati d'uso del suolo di livello
locale aggiornabili, scalabili e comparabili, che permetta una consapevole ed efficace definizione
delle strategie di contenimento del consumo di suolo.
Un censimento degli usi del suolo di livello locale costruito in un archivio GIS secondo le specifiche
tecniche ormai consolidate di classificazione dei suoli con metodologia CORINE, almeno al terzo
livello, e con unità minime rilevate molto inferiori all’ettaro costituirebbe un primo database
consultabile all’atto di revisione del land use plan, laddove il comune deve considerare i limiti tra
suoli antropizzati e non antropizzati precedenti alla revisione dello strumento urbanistico, e
considerarle dopo la sua revisione. Le nuove aree urbanizzabili vengono così facilmente calcolate e
monitorate in ogni volta che lo strumento urbanistico comunale subisce una variazione.
Risulta fondamentale, per la trasparenza dell'esercizio del governo del territorio, la disponibilità di
una carta comunale degli usi del suolo, pubblica, aggiornata e accessibile, che specifichi e verifichi
le condizioni d'utilizzo delle aree del Tessuto Urbano Consolidato (TUC), puntualizzi la
demarcazione con gli spazi liberi, esterni o interclusi nel TUC, dettagli il mosaico delle funzioni e
degli usi effettivi delle aree (evidenziando dismissioni e sottoutilizzi). L'appropriatezza del rapporto
tra usi (attuali e potenziali) e dimensione degli spazi occupati dalle urbanizzazioni, costituisce il
parametro fondamentale per la valutazione della sostenibilità ambientale di piani e programmi
urbanistici. Idealmente, il “catasto comunale degli usi del suolo” deve restituire attitudini e
attributi dei suoli liberi, in funzione di parametri di fertilità, giacitura, vulnerabilità, specificità
geologiche del substrato, al fine di integrare l'informazione di supporto alle scelte pianificatorie e
di definire, limiti e condizioni per lo sviluppo e la trasformazione.
La costruzione del catasto degli usi del suolo consente la definizione di indicatori e modalità di
valutazione qualitativa, e non solo quantitativa, delle possibilità di trasformazione all’interno
densificando o recuperando i sistemi già edificati, o, qualora necessario, all’esterno del TUC.
PROGETTO
OSDDT MED
PROGRAMMA EUROPEO MED – Cooperazione territoriale europea 2007-2013
CAPOFILA: PROVINCIA DI TORINO
PARTNER:
CONSEIL GENERAL DE L’HERAULT
REGIONE DI MURCIA
REGIONE DI CRETA
PROVINCIA DI TERNI
COMUNE DI PEMBROKE
Partendo da una riflessione sul consumo di suolo, condivisa con partner europei e
dall’esperienza implementata nell’Osservatorio della Provincia di Torino, il
progetto ha messo in evidenza come il fenomeno del consumo di suolo, benché
conosciuto dai ricercatori e percepito dai cittadini, non sia restituito con dati
adeguati a scala locale.
Il partenariato ha quindi lavorato in 3 direzioni:
Identificare i metodi di calcolo e gli indicatori utilizzabili a scala locale al fine di
rendere più tangibile la conoscenza del fenomeno ed integrare i suddetti
indicatori in un set di strumenti di pianificazione;
Identificare strumenti operativi per contenere il consumo di suolo, per
esempio proponendo forme/modelli di habitat meno consumatori;
Identificare strumenti di concertazione che coinvolgono i vari attori che
contribuiscono alla limitazione del consumo di suolo (cittadini/tecnici/
imprese/ decisori politici, etc).
L’incontro del 5 ottobre è l’occasione per presentare gli indicatori e gli strumenti e
dar spazio ad una riflessione condivisa in merito all’utilità e applicazione di
indicatori e strumenti, nonché per condividere insieme al gruppo di Agenda 21
azioni/buone prassi volte a sensibilizzare i decisori politici a diversa scala (locale,
nazionale ed europea) sulla scelta di strumenti di limitazione del consumo di suolo.