Metriche evolute per conciliare Risk Management e Crediti Scenario
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Metriche evolute per conciliare Risk Management e Crediti Scenario
Pubblicazione di CRIF / autunno 2012 Metriche evolute per conciliare Risk Management e Crediti e ottenere benefici economici e gestionali: la best practice MPS con CRIF Scenario dei mutui: evoluzioni normative e fragilità del mercato, le analisi e il supporto qualificato di CRIF Soluzioni IRB per le banche locali: il Risk Management in outsourcing Lo sviluppo della relazione con i clienti nell’esperienza di Cofidis con il supporto di CRIF Domanda di credito alle imprese: l’utilizzo delle informazioni creditizie per migliorare le performance delle aziende di credito I risultati dell’Osservatorio CRIBIS D&B - FORMAT sul credit management Le frodi creditizie costano: i numeri del fenomeno e le best practice e soluzioni CRIF per il contrasto e la prevenzione La qualificazione delle reti di mediazione creditizia per un processo di erogazione più trasparente e tempestivo dei finanziamenti Fondo Garanzie (Legge 662/96): la gestione del processo di valutazione per i finanziamenti agevolati Innovazione e sicurezza delle infrastrutture in CRIF CRIF e CREACASA firmano un accordo per le valutazioni immobiliari CRIF Finance Meeting 2012: le idee e le azioni per la crescita Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB - Bologna - n. 32, 2012 Credito commerciale sempre più cruciale per le imprese italiane Pubblicazione di CRIF Metriche evolute per conciliare Risk Management e Crediti e ottenere benefici economici e gestionali: la best practice MPS con CRIF Cliente: Banca Monte Paschi di Siena Esigenze: riorganizzare la gestione del credito retail innovandolo secondo nuove metriche di valutazione e misurazione del rischio. Soluzioni: know-how analitico e consulenziale di CRIF Decision Solutions. Risultati: nuovo processo integrato e modulare in cui si conciliano le esigenze e gli obiettivi di Risk Management e Crediti ottenendo benefici economici e gestionali. Banca Monte Paschi di Siena fa parte del Gruppo Montepaschi, terzo gruppo bancario italiano per Totale Attivo, Patrimonio Netto e Raccolta Diretta, che conta circa 31500 dipendenti, 3000 filiali, oltre 6 milioni di clienti e una quota di mercato del 9%. I servizi offerti vanno dall’attività bancaria tradizionale, al Private e Corporate Banking, con una particolare vocazione per i conti delle famiglie e delle piccole e medie imprese. Indicators sono differenti: costo del rischio, time to approval, time to cash e costi operativi dal lato dei Crediti, predittività degli algoritmi e scostamenti tra previsioni e consuntivo per il Risk Management. Riuscire a soddisfare tali esigenze all’unisono significa ottenere una maggiore interazione e confronto tra i due attori protagonisti con minori costi operativi e maggiori benefici gestionali per la banca”. La soluzione adottata insieme a CRIF A fronte di queste esigenze Banca Monte Paschi di Siena ha scelto CRIF al fine di riorganizzare il processo di erogazione crediti. “Attualmente” - continua Manuele Bonora - “abbiamo sviluppato una soluzione ad hoc con un processo di erogazione articolato su tre diversi moduli. Nello specifico assieme a CRIF Decision Solutions abbiamo sviluppato il Modulo Erogazione, la cui funzione è quella di valutare il rischio generale rappresentato dall’operazione di finanziamento al fine di determinarne l’erogabilità, e il Modulo di Misurazione che effettua una misurazione analitica del rischio di controparte rappresentato per la banca con output il livello di autonomia richiesto e la PD prima erogazione. Questi due moduli integrandosi a monte e a valle con il Modulo Sostenibilità, ma restando ‘indipendenti’ tra loro, forniscono una misurazione consequenziale del rischio dell’operazione e del portafoglio rispetto all’accettazione, riconciliando insieme i due punti di vista del credito: con il Modulo di Erogazione quello dei Crediti e con il Modulo di Misurazione quello del Risk Management. Nel primo caso abbiamo un approccio gestionale: il modulo identifica nel mercato la clientela potenzialmente accettabile e quella non (forzabile), con una definizione di default per prodotto o forma tecnica. Il Modulo di Misurazione quindi recepisce in input la clientela che supera positivamente il filtro del primo modulo. In questo caso, l’approccio è di misurazione del rischio, con il calcolo della PD di controparte ex-ante legata alla decisione di erogazione”. Esigenze e obiettivi del progetto “Nell’ambito retail” - spiega Manuele Bonora, Responsabile Servizio Politiche e Qualità del credito Banca Monte Paschi di Siena - “nella gestione del credito intervengono principalmente due attori: Risk Management e Crediti, che per loro natura hanno punti di vista difformi legati a funzioni obiettivo profondamente diverse. Gli ambiti e il perimetro di valutazione sono differenti, così come ciò che producono. Infatti, i Crediti valutano la clientela/affidamenti potenziali in un perimetro vasto, che è tutto il mercato, producendo come risultato la decisione di delibera o rifiuto (mero sì o no). Dall’altra parte, invece, il Risk Management valuta la clientela/affidamenti all’interno del solo portafoglio della banca misurandone il rischio”. “Attualmente” - continua Manuele Bonora “nella gestione del credito retail l’innovazione nelle metodologie di delibera ha creato alcune opportunità di avvicinamento e contaminazione dei due attori, ma gli sviluppi sono spesso indipendenti tra le metodologie di valutazione degli affidamenti e quelle dei modelli di misurazione del rischio. Così, le soluzioni che ne possono scaturire parlano linguaggi diversi: i Crediti sviluppano griglie di scoring o acquistano soluzioni da provider esterni puntando alle decisioni di delibera che non si sposano con le esigenze di misurazione, mentre il Risk Management sviluppa modelli di rating per la misurazione del rischio che non considerano il filtro di selezione fatto dai Crediti e che sono spesso poco fruibili a fini di erogazione per la tipologia di informazioni utilizzate (dati andamentali interni)”. “Bisogna quindi prendere in considerazione” sottolinea Manuele Bonora - “esigenze e KPI di questi due principali attori coinvolti nell’attuale gestione del credito retail. Lato Crediti, le esigenze sono quelle di incrementare l’efficienza operativa tramite una migliore gestione del workflow del processo di erogazione con automazione sia del calcolo dei livelli di delibera sia dell’indirizzamento degli organi deliberanti, di ridurre i costi attraverso l’automazione delle decisioni di delibera, la flessibilità e reattività delle politiche e la coerenza e semplicità di regole e strategie. Per il Risk Management, le esigenze primarie sono invece una corretta misurazione e una valutazione conservativa del rischio, tramite l’utilizzo di variabili statisticamente significative, la definizione di standard chiari per gli override e il rispetto dei criteri normativi. Di conseguenza, anche i Key Performance/Risk 2 La soluzione CRIF/MPS adottata Processo di erogazione articolato su tre moduli indipendenti, sviluppati ad hoc secondo le specifiche esigenze, con consequenzialità della misurazione rispetto all’accettazione Modulo Funzione Obiettivo • Valutazione del rischio generale rappresentato dalla operazione di finanziamento • Determinazione dell’erogabilità (accettabile/non accettabile) 2) Modulo di Sostenibilità • Valutazione della capacità della controparte di sostenere gli impegni finanziari richiesti • Determinazione dell’impegno massimo sostenibile presente e futuro • Determinazione della sostenibilità presente e futura 3) Modulo di Misurazione • Misurazione analitica del rischio di controparte rappresentato per la banca • Livello di autonomia richiesto • PD prima erogazione 1) Modulo di Erogazione Focus odierno Focus odierno La soluzione proposta: La riconciliazione dei due punti di vista “Nella soluzione così elaborata, vi è un’interazione circolare. Il Modulo di Erogazione fornisce il supporto alla decisione di delibera di un affidamento mediante una risposta positiva o negativa, ma basata su un punteggio. Tale punteggio entra fin dalle fasi di sviluppo nel Modulo di Misurazione che fornisce la misura dell’entità del rischio accettabile, prima della delibera dell’affidamento. La misurazione del rischio preesistente contribuisce a sua volta a stabilire la risposta del Modulo di Erogazione”. I benefici economici e gestionali “L’elemento fondamentale è stato l’utilizzo di metriche evolute di impatto sul conto economico per la valutazione della performance dei nuovi modelli, per determinare l’utile/ROI delle pratiche deliberate e il montante di provisioning identificato nell’area di rifiuto e fissare cut-off sugli score di erogazione e sostenibilità. Il Conto Economico è infatti uno strumento funzionale sia alla corretta impostazione metodologica che di supporto operativo” - conclude Manuele Bonora. “Come evidenze dai benefici, abbiamo stimato un incremento significativo dei default nell’area di rifiuto, una riduzione significativa del rischio sui nuovi flussi erogati e un impatto positivo sul ROI delle pratiche deliberate. Inoltre, dal punto di vista dei benefici gestionali, si sono stimati molteplici effetti positivi: guadagni di efficienza (identificazione delle pratiche a basso rischio e alta sostenibilità per delibera automatica, pratiche ad altissimo rischio e bassa sostenibilità per rifiuto automatico e trasparenza sulle decisioni), guadagni nel ciclo di vendita (maggiore velocità del processo decisionale, aumento del volume di pratiche valutate e soddisfazione del cliente) e nell’efficienza e qualità decisionale, con controllo e contenimento del rischio atteso e incremento della profittabilità attesa sul deliberato”. Per maggiori informazioni: [email protected] autunno 2012 Scenario dei mutui: evoluzioni normative e fragilità del mercato, le analisi e il supporto qualificato di CRIF Lo scenario del mercato dei mutui a livello europeo e nello specifico del contesto italiano evidenzia un quadro di fragilità e contrazione sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta. A seguire vengono approfondite le evidenze delle ultime analisi realizzate da CRIF sull’andamento e le prospettive del mercato e come prepararsi per essere compliant ed efficienti. Mercato europeo del credito alle famiglie e impatti della proposta di Direttiva sul credito relativa agli immobili residenziali CRIF ed Efma hanno realizzato uno studio originale sul mercato europeo del credito alle famiglie e sugli impatti che potrebbero derivare dall’adozione della proposta da parte della Commissione Europea di direttiva sul credito relativa agli immobili residenziali. Il quadro che emerge dalle interviste a principali player del credito operanti in 13 differenti paesi europei conferma una sostanziale fragilità del mercato dei mutui residenziali, sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta, con i requisiti di Basilea 3, la carenza di liquidità e l’incertezza circa il superamento della congiuntura economica negativa che contribuiscono a incrementarne la debolezza. Nello specifico, per il 54% dei partecipanti la crisi di liquidità sarà uno dei fattori chiave che avrà un impatto negativo sulle nuove erogazioni di credito anche nel prossimo futuro, mentre il 46% ha dichiarato che i requisiti di capitale influenzeranno negativamente l’offerta di mutui. Relativamente alle previsioni su come potrebbe evolvere il mercato dei mutui, per il 61% dei rispondenti uno sviluppo di canali alternativi di erogazione sarà improbabile così come cambiamenti nella relazione tra enti erogatori e compagnie di assicurazione (46%), mentre una quota del 50% prevede un miglioramento nella consapevolezza dei consumatori rispetto al loro livello di indebitamento e nella capacità di confrontare differenti offerte di credito. a partire dal quarto trimestre 2010, con un primo lieve rimbalzo positivo nel secondo trimestre 2012. La domanda di mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane è calata del 19% complessivo nel 2011 rispetto al 2010. Nei primi 8 mesi del 2012 secondo il Barometro CRIF il numero di domande di mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane mostra una contrazione pari al 44% rispetto al pari periodo del 2011. Nei prossimi anni l’evoluzione del credito sarà ancora condizionata da un lato dalla debolezza delle condizioni finanziarie delle famiglie, dall’altro dalle criticità sul fronte del funding. A fronte di prospettive di ripresa economica modeste, lo scenario delineato dall’Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia nei prossimi anni si caratterizza per una domanda di credito ancora molto debole e per politiche di offerta particolarmente selettive, orientate al mantenimento della qualità del credito e alla necessità di conseguire il rafforzamento patrimoniale. Diventa, di conseguenza, fondamentale per gli operatori la “conoscenza” del cliente, per il contenimento della rischiosità in fase di erogazione e la gestione della relazione aumentando la capacità di cogliere e finanziare i nuovi bisogni delle famiglie e fare business. Per maggiori informazioni: [email protected] Per quanto riguarda il tema della valutazione degli immobili, la proposta di direttiva non presenta significativi cambiamenti rispetto alle regolamentazioni vigenti; ciononostante, dalla ricerca CRIF-Efma è emerso che, secondo il 48% dei rispondenti, gli enti erogatori otterrebbero benefici significativi da una disposizione per la quale venisse assicurato l’impiego di valutatori in grado di dimostrare competenze e qualità compliant con gli standard nazionali e internazionali di valutazione. La stragrande maggioranza degli intervistati (74%) ritiene anche che dovrebbe essere incoraggiata la possibilità per gli enti erogatori di accedere e utilizzare fonti informative indipendenti e certificate per verificare redditi, risparmi e altre obbligazioni finanziarie del cliente utili alla valutazione della sua affidabilità creditizia, cosa che avrebbe un effetto positivo sulla concessione del mutuo. In particolare, queste informazioni potrebbero comprendere dati esterni sulle abitudini di indebitamento, sul profilo di gestione dei crediti, sugli scoperti di conto e sull’utilizzo di credito revolving, sul livello complessivo di indebitamento e sulla propensione al credit shopping, al rifinanziamento e alla richiesta di credito a più di un istituto bancario. D’altro canto, seguendo la Direttiva sul Credito al Consumo approvata nel 2008, uno degli obiettivi dell’attuale proposta di direttiva sui mutui residenziali mira proprio a promuovere pratiche di Responsible Lending e a garantire che la valutazione dell’affidabilità creditizia dei clienti sia gestita in maniera appropriata. A questo riguardo, gli indicatori di sostenibilità creditizia dovrebbero essere utilizzati non solo in fase di accettazione, ma andrebbero proficuamente estesi anche alla gestione del portafoglio per predire situazioni di insolvenza e permettere agli istituti finanziari di intervenire proattivamente. Domanda e offerta di mutui in Italia A partire dalla seconda metà del 2011 il mercato dei mutui alle famiglie ha evidenziato un progressivo rallentamento, riflettendo il peggioramento sia del clima di fiducia sia delle prospettive sul mercato degli immobili residenziali. Secondo le analisi dell’ultimo Osservatorio Assofin-CRIF-Prometeia sul Credito al Dettaglio, i flussi di nuove erogazioni finalizzate all’acquisto di abitazioni nel 2011 hanno evidenziato una contrazione pari al -9,1% rispetto all’anno precedente, che è aumentato fino al -47% nei primi tre mesi del 2012, con il rischio di credito del segmento mutui che mostrava un trend di stabilità alla fine del 2011, confermato poi anche nel primo trimestre del 2012 e prevalentemente correlato alla proroga della moratoria. Nello specifico, il tasso di default a settembre 2011 si è attestato all’1,6%, livello che rimane invariato per i trimestri successivi (sempre 1,6% a marzo 2012). Le evidenze recenti del Barometro CRIF sulla domanda di credito e la Bussola Mutui, realizzata in collaborazione con MutuiSupermarket, sottolineano una vertiginosa discesa del numero di domande di mutui da parte delle famiglie 3 La formazione mirata di CRIF sui mutui Per approfondire il tema dei mutui immobiliari, per le famiglie e le imprese, CRIF Academy, la Business School di CRIF certificata ISO 9001-2008 Settore EA 37 per i processi formativi, propone il 13 novembre il corso di formazione: “Contratti mutui: le novità normative e come essere compliant ed efficienti”. Il corso, rivolto ai professionisti di banche e società finanziarie che si occupano di credito e mutui, approfondisce gli interventi e le evoluzioni normative in materia, analizza i trend e le opportunità del mercato del credito immobiliare e presenta le metodologie e le best practice adottate dai top player del mercato per la gestione dei contratti di mutuo e del rapporto con il cliente. Ai partecipanti verrà rilasciato un attestato di partecipazione nominativo. La partecipazione ai corsi CRIF Academy può essere finanziata fino al 100% tramite i Fondi Interprofessionali (FONDIR - FBA - FONCOOP - FORTE). Per maggiori informazioni e per conoscere l’offerta completa dei corsi di per i professionisti del credito: [email protected]. Per formazione maggiori informazioni: [email protected] Pubblicazione di CRIF Soluzioni IRB per le banche locali: il risk management in outsourcing In materia di soluzioni IRB, la Banca d’Italia indicava qualche anno fa di “attendersi che tutti i gruppi bancari italiani con patrimonio tier 1 consolidato superiore a € 3 mld adottino gli approcci basati sui modelli interni”. Se a livello istituzionale i modelli avanzati di rating erano suggeriti per le banche di dimensioni maggiori, nel mondo accademico si è ravvisato fin da subito come tali modelli avanzati fossero convenienti per un’ampia platea di banche anche di dimensioni minori. Infatti, sull’evoluzione e benefici dei sistemi IRB sempre Banca d’Italia (Credito e valutazione del rischio, intervento di Stefano Mieli, Direttore centrale per la Vigilanza Bancaria e Finanziaria Banca d’Italia, Milano, marzo 2011) ha più recentemente affermato che “Le piccole banche valutano il merito di credito utilizzando in misura significativa le informazioni raccolte dal rapporto diretto con i clienti e dall’inserimento nelle comunità di appartenenza (…) riguardo al modello ‘piccole banche’ il primo limite è che il grado di efficienza con cui questa tipologia di intermediari alloca le risorse è fortemente influenzato dal contesto esterno. Accanto al localismo virtuoso esiste anche un localismo pericoloso, che si manifesta quando la banca è catturata dal territorio di appartenenza e perde la capacità di valutare efficacemente il profilo di rischio della clientela (…); banche grandi e piccole devono porsi il problema della combinazione più efficace di informazioni qualitative, dati quantitativi, analisi prospettiche (…)”. Le evidenze di un’analisi empirica Sulla base dell’esperienza progettuale di CRIF con i player italiani e internazionali di ogni segmento, l’adozione di sistemi di rating interno risulta conveniente in termini gestionali praticamente per tutti i soggetti operanti nel settore del credito, oltre che per il sistema nel suo complesso. CRIF ha recentemente realizzato un’analisi empirica, rilevando la qualità dell’esposizione delle varie tipologie di istituti bancari e creditizi attraverso la classificazione del rischio misurata da Perform - il Credit Bureau Score di CRIF sul portafoglio in essere a maggio 2012. Incidenza delle classi di score a rischio alto (Credit Bureau Score di CRIF) 35,00% 30,00% 25,00% di risk management che copre ognuna delle componenti chiave: credit policy, rating policy e decisioning tools. Credit policy e principi guida La soluzione CRIF mira alla definizione delle linee guida operative che supportano tutte le attività che generano rischio di credito per l’istituto. In particolare si fonda su un approccio strutturale complessivo alle policy che, dal macro al micro, copre: • la definizione delle “regole chiave” della banca (assumere le adeguate garanzie e governare il pricing coerentemente con il rischio) e le indicazioni di governo del posizionamento creditizio in funzione della visione micro-macroeconomica dell’anno di riferimento (es. estero, valuta, ecc.); • viste di settore con definizione delle priorità di intervento sulla base delle prospettive di miglioramento/peggioramento del rischio; • le linee guida di sviluppo settoriale (conservativo/espansivo) in funzione di outlook di mercato e del posizionamento attuale di rischio di portafoglio; • politiche creditizie per tipologia di clientela in funzione delle caratteristiche delle controparti; • indirizzi sulla concessione del credito e di acquisizione dei fattori mitiganti per forme tecniche di breve e medio lungo termine. In particolare, CRIF può effettuare analisi d’impatto sia a livello macro che di portafoglio e mettere a disposizione outlook di mercato con PD settoriali elaborati dalla CRIF Credit Rating Agency, la prima e unica CRA italiana registrata in EU. Rating policy: datawarehouse del credito e stima della PD Grazie al proprio know-how analitico e patrimonio informativo, CRIF supporta l’istituto di piccole dimensioni nella costruzione di un modello di dati strutturato dei processi di rating interno e in un sofisticato processo di stima della PD: dalla fase di costruzione degli archivi e dei campioni di sviluppo, alla realizzazione della suite di modelli e funzioni di stima, fino alla mappatura della PD stessa (master scale). La banca può in questo modo fornire alle proprie operation strumenti di credit risk management evoluti di supporto alle decisioni in ogni fase del ciclo del credito (origination, monitoring, collection). Nello specifico CRIF Decision Solutions ha competenze consolidate sul mercato italiano e internazionale per sviluppare e validare le scorecards (application, comportamentali, collection), monitorare l’efficacia (performance e stabilità) dei modelli nel tempo e svolgere le necessarie attività di manutenzione e monitoraggio. 20,00% 15,00% 10,00% 5,00% 0,00% Banca Banca grande maggiore Banca media Banca minore Banca piccola Banca di Confidi credito cooperativo Fonte: CRIF Tali evidenze hanno confermato che esiste una correlazione inversa tra rischio e dimensione dell’intermediario finanziario. Inoltre, le banche di piccole dimensioni hanno fatto registrare una quota di esposizione ad alto rischio leggermente più elevata del sistema territoriale di riferimento. Questi risultati mostrano, quindi, una palese convenienza ad adottare un sistema di rating interno avanzato anche per gli istituti di dimensioni minori. Tuttavia la dimensione della banca può rappresentare un ostacolo al passaggio a sistemi IRB avanzati principalmente per le difficoltà a soddisfare i requisiti relativi a: • dati - la messa a punto di sistemi di rating interni richiede la presenza di serie storiche consistenti (5-7 anni), di elevata qualità e opportunamente organizzati in data base specifici; •s istemi IT - i processi derivanti dai sistemi di rating interno devono poter assicurare l’integrità dei dati processati, la tempestività e la diffusione alle aree organizzative e funzionali interessate; • organizzazione - la banca deve adottare un assetto organizzativo e funzionale compliant (risk management, validazione, verifica integrità dei dati, ecc.). Gran parte di queste barriere possono essere efficacemente superate tramite soluzioni e una logica di outsourcing di processi e funzioni. Il supporto CRIF per il risk management in outsourcing: caratteristiche e benefici Sulla base dell’esperienza e di competenze maturate in oltre vent’anni di supporto per la gestione del credito, CRIF propone un framework metodologico 4 IT: scoring e strumenti di decisioning per l’implementazione operativa Con la suite messa a disposizione da CRIF il Credit Risk Department dell’istituto beneficia di tutti gli strumenti IT necessari per lo sviluppo e l’implementazione dei sistemi di rating, l’esecuzione delle strategie e delle policy rules, fino alla generazione del reporting. CRIF supporta infatti l’azienda di credito nel disegno del processo di credit application per la clientela retail e PMI e mette a disposizione soluzioni di decisioning che aiutano gli istituti a costruire applicazioni flessibili in outsourcing o anche in house (es. input/output PEF - gestionali interni/dispatcher, Data model, Motori di calcolo, Toolset analitico per lo sviluppo/validazione e monitoraggio dei modelli di scoring). Le analisi di credit risk reporting CRIF mette inoltre a disposizione servizi di reporting capaci di coniugare la vista interna - sull’andamento ed evoluzione dei principali Key Risk Indicators (es. performance di recupero, evoluzione del costo del rischio) - e la vista esterna (es. tendenze di mercato in termini di domanda ed erogato per forma tecnica, dinamiche territoriali, evoluzione della rischiosità, gestione delle insolvenze in fase di collection, ecc.) massimizzando l’utilizzo e il valore dei dati esterni messi a disposizione dal patrimonio informativo CRIF, unico in Italia. L’obiettivo in quest’ambito è garantire al Top Management un reporting e benchmarking accurato e tempestivo, fruibile come vero e proprio cruscotto direzionale dell’attività e delle performance. Nel suo complesso la soluzione CRIF in outsourcing è offerta in una logica di trasparenza e, quindi, di trasferimento di know-how basato sul training delle funzioni interessate. Gli strumenti di analisi forniti consentono agli istituti di aumentare il presidio e governo dei vari processi del credito, dall’erogazione alla collection. CRIF supporta inoltre le aziende di credito nella lettura delle analisi e nell’impostazione delle azioni. In questo modo, l’approccio CRIF di Risk Management in Outsourcing permette di ovviare ai limiti legati alle dimensioni dell’istituto permettendo di cogliere le convenienze sia regolamentari che gestionali dell’adozione di sistemi di rating interno avanzato. Per maggiori informazioni: [email protected] autunno 2012 Lo sviluppo della relazione con i clienti nell’esperienza di Cofidis con il supporto di CRIF Cliente: Cofidis Esigenze: sviluppo della relazione con la clientela affidata contenendo il rischio e in ottica di credito sostenibile e responsabile. Soluzioni: EURISC Scout (con utilizzo degli indicatori Perform, Indicatore di Tensione Finanziaria, Rata Sostenibile). Risultati: redemption del progetto test (+6% di media) superiore anche all’incremento fissato come obiettivo iniziale, con ritorno pienamente soddisfacente dell’investimento in termini di riduzione costo/contatto e sviluppo della relazione con la clientela affidata. Una gestione del portafoglio realmente efficace e compliant con la nuova Direttiva sul Credito al consumatore richiede una conoscenza completa dei clienti. In questo articolo viene presentata l’esperienza concreta di Cofidis nello sviluppo della relazione con la clientela affidata contenendo il rischio e in ottica di credito sostenibile e responsabile attraverso il supporto delle soluzioni CRIF. “Per affrontare al meglio il difficile scenario economico tra il 2008 e il 2010 la strategia dell’intero Gruppo Cofidis si è modificata focalizzandosi su una politica di fidelizzazione della clientela che tenesse conto dell’evoluzione dei tempi e delle cambiate esigenze delle famiglie” - spiega Giulia Garlando, Direttore Marketing – Direzione Marketing & Fidelizzazione di Cofidis. Le esigenze Nel citato contesto competitivo, le esigenze di Cofidis erano sintetizzabili in: • indirizzare alla clientela un’offerta realmente ad hoc, nel momento giusto; • “ animare” la relazione con la parte selezionata di clientela con un buon merito creditizio; • fi delizzare un portafoglio di qualità; •d ifferenziare le offerte in base ai vari nuovi cluster che sarebbero emersi dal progetto di analisi. “Logicamente l’obiettivo delle operazioni di cross-selling e fidelizzazione che stavamo impostando era quello di ottenere delle performance superiori a quelle abituali con gli indicatori interni e, in particolare, avevamo posto come risultato una redemption attesa del +5%. Si è aperto, quindi, il tavolo di lavoro con CRIF che ci ha dato consulenza e seguito passo passo nello sviluppo di una ‘campagna test’. Abbiamo, così, identificato quelli che potevano essere gli indicatori da utilizzare per sviluppare la relazione con la clientela mantenendo al contempo sotto controllo la rischiosità. L’obiettivo era sviluppare una strategia di fidelizzazione che portasse a dei risultati anche in termini di performance e che configurasse una relazione con il cliente adatta sia a quelle che erano le esigenze del momento sia a quella che erano i nuovi requisiti della normativa sul credito al consumo” - continua Garlando. La soluzione scelta Per raggiungere i propri obiettivi Cofidis ha scelto EURISC Scout, la soluzione di CRIF che consente di valorizzare il portafoglio con indicazioni di azioni mirate sui bisogni dei clienti e sulle specificità del loro rapporto con l’istituto, attraverso uno “scouting attento e intelligente” del profilo di rischio attuale e della sua evoluzione nel tempo rintracciabile in EURISC. “La scelta di CRIF rispetto ad altre soluzioni presenti sul mercato è stata guidata fondamentalmente 5 proprio dal fatto che si fondava sull’utilizzo di indicatori specifici per lo sviluppo della relazione e il controllo del rischio, in grado di consentirci di perseguire una strategia di fidelizzazione performante e permetterci di raggiungere una relazione con il cliente in linea con le nuove esigenze e dinamiche di mercato e al contempo con il nuovo scenario normativo”. Le dimensioni analizzate da Cofidis sulla clientela affidata tramite gli indicatori “ingredienti” della soluzione EURISC Scout di CRIF hanno riguardato le dimensioni del rischio creditizio, con il Credit Bureau Score Perform, lo stress finanziario, con l’Indicatore di Tensione Finanziaria di CRIF, e la sostenibilità del finanziamento con l’indicazione dell’importo della Rata Sostenibile calcolata sui dati del SIC di CRIF. In particolare, l’utilizzo combinato di Perform e dell’Indicatore di Tensione Finanziaria ha permesso non solo di individuare e selezionare la clientela in base all’attuale profilo di rischio di credito ma anche quella che manifestava, sulla base del proprio comportamento recente, segnali di ‘tensione’ dal punto di vista della propria gestione dell’indebitamento. Sulla clientela con un buon merito creditizio e solida dal punto di vista della gestione del bilancio familiare e dell’indebitamento, che rappresentava il 44,8% del portafoglio di Cofidis, è stato infine calcolato - a partire dalle informazioni creditizie presenti nel SIC - l’importo mensile della rata sostenibile per sviluppare la relazione 1 to 1 con il cliente per rispondere a nuove esigenze di credito senza comprometterne l’equilibrio finanziario, in linea con quanto richiesto dalla Consumer Credit Directive. I risultati ottenuti Nel 2010 il progetto test sviluppato da Cofidis insieme a CRIF ha riguardato un campione di circa 2.000 clienti e ha portato, tramite proposte mirate, a redemption del +4% sui clienti “gold” e del +8% sui “top”, con un incremento del ticket medio erogato del +25%. “Il progetto è stato condiviso tra l’Area Marketing e il Dipartimento Rischio di Cofidis e la consulenza esterna, ma direi quasi interna, di CRIF perché abbiamo collaborato molto proficuamente. Abbiamo scelto CRIF innanzitutto per la fiducia nel partner, con cui collaboriamo da anni sul fronte della gestione del credito. I risultati ottenuti grazie a EURISC Scout e i motivi di successo della collaborazione con CRIF sono sintetizzabili in una soluzione ‘unica’ ‘chiavi in mano’ - oltre al servizio, il supporto consulenziale del team esperto CRIF con la possibilità di misurare rischio/indebitamento/sostenibilità di ogni singolo cliente - e ‘compliant’ con la Direttiva sul Credito al Consumatore. Abbiamo ottenuto anche dei risparmi sui costi di produzione e postalizzazione e benefici in termini di ROI con la riduzione del costo-contatto, oltre a redemption più elevate sia in termini di risposta che di tassi di accettazione. La performance media ottenuta, +6%, è stata infatti superiore anche all’obiettivo sfidante che avevamo fissato” - conclude Garlando. La soluzione CRIF scelta da Cofidis: i benefici ottenuti Invio mailing solo ai nominativi pre-selezionati Saving costi produzione e postalizzazione Redemption più elevate in termini di risposta e di tasso di accettazione Obiettivi prefissati raggiunti redemption media +6% Importi medi erogati più elevati Maggiore redditività +25% Ritorno sugli investimenti superiori rispetto alle precedenti campagne Diminuzione costo contatto cliente Per maggiori informazioni: [email protected] Corso CRIF Academy “L’ABC DELLO SCORING: lo score tra tradizione e innovazione”, 23-24 ottobre L’incertezza derivante dalla congiuntura economica negativa, le evoluzioni normative e la necessità di indirizzare politiche personalizzate alla clientela pongono l’esigenza di utilizzare strumenti statistici altamente performanti per contenere il livello di rischio di credito e/o sviluppare al meglio il portafoglio. Cos’è lo scoring e quali sono i suoi ambiti di utilizzo? Quali dati “alternativi” migliorano le performance dei modelli? Come sviluppare e monitorare un modello di scoring nei processi di credito e marketing? A queste domande fornisce risposta il corso “L’ABC dello scoring” organizzato da CRIF Academy, il team CRIF certificato UNI EN ISO 9001-2008 Settore A37 per i processi formativi in collaborazione con gli specialisti di CRIF Decision Solutions, la società del gruppo CRIF leader in Italia nello sviluppo di modelli di scoring sistemi decisionali. Chi non deve mancare Credit e risk analyst e manager di banche, società finanziarie, confidi e assicurazioni e tutti coloro che all’interno della propria organizzazione si stiano avvicinando o già utilizzano modelli di scoring nei processi di credito e/o analisi di rischio (sinistri). Per maggiori informazioni: [email protected] Pubblicazione di CRIF Domanda di credito alle imprese: l’utilizzo delle informazioni creditizie per migliorare le performance delle aziende di credito Il numero di finanziamenti richiesti da parte delle imprese italiane (analizzati sulla base delle anagrafiche riconducibili sia a imprese individuali sia a società di persone e capitali) nei primi otto mesi del 2012 ha fatto registrare una sostanziale stabilità rispetto al corrispondente periodo del 2011 (+0,3%), che si mantiene anche in riferimento agli anni precedenti. La rilevazione mensile di agosto non solo ha confermato l’andamento positivo degli ultimi mesi ma ha fatto registrare un incremento in doppia cifra, +12% ponderato a parità di giorni lavorativi rispetto allo stesso mese del 2011. Non succedeva da gennaio 2011 (quando l’incremento era stato del +10%) e per trovare una variazione mensile più sostenuta bisogna tornare indietro addirittura fino ad agosto 2010 (+12%). La domanda di credito tra Imprese Individuali e Società mostra un trend sostanzialmente identico, con la già evidenziata inversione di tendenza a partire dall’inizio dell’anno. Queste evidenze emergono dal Barometro CRIF sulla domanda di credito da parte delle imprese italiane, elaborato sulla base del patrimonio informativo di EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF. La valutazione delle imprese La valutazione delle imprese rappresenta oggi un tema di rilievo per le aziende di credito non solo per le decisioni legate alle strategie di massimizzazione degli impieghi e minimizzazione del rischio di credito. L’incremento delle richieste di finanziamenti da parte delle imprese si incrocia con la sostanziale cautela da parte degli istituti di credito che, in questa fase ancora caratterizzata da una grande incertezza e da modeste prospettive di ripresa, a loro volta si trovano a dover fare i conti con i vincoli e i costi del funding, requisiti di capitale più stringenti e la rischiosità dei propri portafogli di clientela. Le aziende di credito hanno la necessità di convogliare le risorse finanziarie verso quelle imprese meritevoli, con situazioni economiche strutturalmente solide in grado di assicurare una continuità di azione imprenditoriale virtuosa nel tempo. In questo contesto la valutazione e analisi congiunta delle informazione pubbliche, commerciali e creditizie sia quantitative che qualitative sembra essere l’unica in grado di fornire una vista completa e aggiornata del livello complessivo di indebitamento e del grado di solidità e solvibilità dell’impresa in ottica presente e futura. È consolidato sul mercato che l’utilizzo dei SIC - i Sistemi di Informazioni Creditizie - produce un “effetto virtuoso” sulla qualità del portafoglio dei lenders. La profondità e la predittività delle informazioni creditizie consentono di: • v alutare efficacemente l’affidabilità del soggetto che richiede credito e del suo comportamento creditizio; •m isurare in modo puntuale il rischio che si assume l’azienda di credito a fronte di una nuova erogazione. CRIF ha di recente svolto un originale studio che comprova come l’utilizzo consapevole delle informazioni creditizie nella valutazione delle imprese produca un effetto virtuoso sulla qualità del portafoglio e sul contenimento dei costi, cercando di ricreare le condizioni per isolare gli effetti derivanti dall’utilizzo di EURISC - il SIC di CRIF - e osservarlo indipendentemente dalle altre cause che possono influenzare il rischio di credito. Gli interessanti risultati, che sono sintetizzati nel paragrafo successivo, I numeri di EURISC – il SIC di CRIF EURISC raccoglie oltre 78 milioni di posizioni creditizie di cui oltre 8 milioni attribuite a utenti business (sia imprese individuali sia società di persone e di capitali con tassi di significatività maggiori del 90%), e al suo interno sono gestite tutte le tipologie di finanziamento indipendentemente dall’importo. Per questi motivi EURISC è ogni giorno utilizzato da oltre 690 aziende di credito (100% banche operanti in italia secondo la relazione annuale di Banca d’Italia maggio 2011, il 100% delle società finanziarie associate ad Assofin, il 70% delle associate Assilea e il 100% delle federazioni di AssoConfidi) per la valutazione, il monitoraggio e il recupero crediti. Nello specifico un Credit Report di EURISC contiene oltre 200 informazioni e oltre 20 indicatori statisticamente robusti e predittivi tra cui PERFORM, il Credit Bureau Score di CRIF lo standard sul mercato italiano per la definizione del merito creditizio e l’indicatore geo-settoriale Industry Risk. Grazie al mix della potenza informativa del SIC EURISC con i dati di SOSE-Soluzioni per il Sistema Economico, la società per gli studi di settore partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dalla Banca d’Italia, all’interno di EURISC sono inoltre disponibili più di 50 indicatori di benchmark su tutte le imprese italiane. 6 Credito alle imprese e benefici dell’utilizzo delle informazioni creditizie: i risultati di un’analisi EURISC, il SIC di CRIF, gestisce tutte le forme di finanziamento e tutte le tipologie di soggetti, garantendo una copertura informativa unica in Italia sia su famiglie che imprese. I partecipanti al SIC hanno reso via via più completo lo scambio informativo con EURISC sulla base del principio di reciprocità informativa, che regola l’accesso al sistema e impegna il Partecipante alla contribuzione mensile delle informazioni legittimandolo al tempo stesso, senza obbligo di accesso alla visualizzazione della credit history del soggetto richiedente credito. Fatta questa premessa, è stata effettuata un’analisi che ha preso in considerazione un campione di Partecipanti rappresentativo dell’intero Sistema e suddiviso in due gruppi principali: • un gruppo di enti che hanno un utilizzo costante e completo di EURISC (gruppo A); • un gruppo di enti che ne hanno un utilizzo solo parziale (gruppo B). A livello metodologico, le due popolazioni sono state identificate in modo da escludere le Banche che non manifestassero nettamente le caratteristiche di appartenenza ad uno dei due gruppi. Per definire l’appartenenza ai gruppi è stato valutato il rapporto tra il numero di finanziamenti valutati online su EURISC e il numero di finanziamenti contribuiti con i flussi mensili. Gli appartenenti al gruppo A hanno un rapporto maggiore o uguale a 0,8, quelli del gruppo B presentano valori inferiori allo 0,5: non sono stati considerati Enti partecipanti con rapporto intermedio tra le soglie definite. Nell’analisi dei risultati ottenuti dai due gruppi di Enti Partecipanti, con particolare attenzione al segmento Imprese, sono state confrontate le performance delle pratiche erogate a imprese dal 1 gennaio 2010 al 30 giugno 2010 per verificare se ci fossero differenze significative tra i due gruppi nei livelli di insolvenza. La performance è stata considerata a marzo 2012, cioè con un’anzianità di circa due anni, cogliendo contemporaneamente l’aspetto dell’attualità dell’informazione (dato calcolato ad oggi) e la garanzia di una valutazione sufficientemente completa riguardo il livello di insolvenza raggiunto (ageing delle pratiche abbastanza maturo). È stato infine considerato come indicatore il bad rate a 90 giorni e non sono state esaminate le pratiche pre-interrogate a rischio alto, quindi di fatto erogate a prescindere dalla valutazione della rischiosità. Le performance osservate sono nettamente migliori tra le aziende di credito con utilizzo completo di EURISC sul comparto imprese. Utilizzo di EURISC e affidamenti imprese Bad rate a 90 giorni, pratiche con anzianità 2 anni Utenti Enti Partecipanti appartenenti al campione Gruppo A Utenti ad utilizzo completo Gruppo B Utenti ad utilizzo parziale 5,2% 8,5% Quanto potrebbero risparmiare ogni anno gli Enti Partecipanti utilizzando massivamente EURISC anche sul comparto imprese? Nell’analisi è stato anche stimato un risparmio annuo, ipotizzando che l’Ente-Tipo affidi 1.000 imprese in un anno. Applicando i bad rate dei due gruppi di utenti l’Ente-Tipo ad un anno dall’erogazione farebbe registrare le seguenti performance: • se appartenente al gruppo A riscontrerebbe 52 imprese affidate con almeno 3 rate scadute e non pagate (bad rate = 5,24%); • se appartenente al gruppo B riscontrerebbe 85 imprese affidate con almeno 3 rate scadute e non pagate (bad rate = 8,47%). La scelta di adottare in maniera continuativa l’utilizzo di EURISC secondo i parametri di appartenenza al gruppo A consentirebbe all’Ente-Tipo di registrare una differenza in positivo di ben 33 imprese affidate, che non raggiungono il livello di bad definito (a 90 giorni). La media dell’importo scaduto sulle imprese con insolvenza è risultata nel campione pari a 6.083 euro. Traducendo in termini monetari la differenza di qualità precedentemente misurata risulterebbe che l’Ente-Tipo, se appartenente al gruppo A, avrebbe protetto da insolvenze su 1000 clienti un importo di 200.739 euro. A questi numeri andrebbero poi aggiunti i risparmi su tutte le altre tipologie di finanziamento. In conclusione, è evidente come l’utilizzo di EURISC al massimo delle potenzialità consente di presidiare al meglio la qualità del portafoglio e contemporaneamente risparmiare anche, e soprattutto, sul segmento imprese. Per maggiori informazioni: [email protected] autunno 2012 CREDITO COMMERCIALE SEMPRE PIÙ CRUCIALE PER LE IMPRESE ITALIANE I risultati dell’Osservatorio CRIBIS D&B - FORMAT sul credit management Ridurre gli insoluti, abbreviare i tempi di pagamento, generare cash per autofinanziare i propri investimenti, salvaguardare il working capital e la solidità patrimoniale dell’impresa sono le priorità oggi per Amministratori delegati, CFO e direttori amministrativi. Così quattro imprese su dieci attribuiscono proprio alla gestione dei crediti commerciali un ruolo determinante nell’ambito della propria organizzazione, tre su dieci un ruolo organizzativo nei processi aziendali. Sono queste alcune delle principali salienze contenute nell’Osservatorio CRIBIS D&B - FORMAT sul credit management, che ha monitorato la gestione dei pagamenti e del credito commerciale attraverso l’intervista ad un campione di 1100 imprese italiane con più di 9 addetti e oltre 2,5 milioni di fatturato, effettuata nel mese di maggio 2012. Segue una sintesi dei risultati dello studio. Il ruolo del credito commerciale Di fronte all’andamento dello scenario economico negli ultimi due anni, il ruolo della gestione dei crediti commerciali presso le imprese si è andato via via rinnovando, assumendo finalità nuove: nello specifico, nel periodo 2011-2012 è pari al 42,8% del totale, la percentuale delle imprese che le attribuiscono un ruolo fondamentale nell’ambito dell’organizzazione, mentre per il 31,9% delle imprese assume un ruolo prevalentemente organizzativo, integrato nell’ambito dei vari processi dell’azienda. Parallelamente negli ultimi due anni è diminuita la percentuale delle imprese presso le quali la gestione dei crediti commerciali ha un ruolo prevalentemente consultivo. Le attività nel processo order-to-cash Dalla ricerca CRIBIS D&B - Format emerge anche che le attività nelle quali si concentra la maggior parte delle imprese nell’ambito del processo order-to-cash, cioè il processo aziendale che va dalla ricezione dell’ordine d’acquisto alla fornitura del bene al cliente e alla fatturazione, fino all’incasso del credito (all’interno del quale generalmente si inseriscono gli aspetti operativi del credit management), sono la cura delle procedure di sollecito, la gestione del credito scaduto, i processi di raccolta delle informazioni e l’intervento sulle modalità di pagamento. A queste attività fanno riscontro le soluzioni adottate per la gestione del credito e la definizioni delle relative policy aziendali. Per quanto riguarda le soluzioni adottate per la gestione del credito, quelle più frequenti sono il sollecito del pagamento per via telefonica nei primi 15 giorni successivi alla data di scadenza (impiegata dal 70% circa delle imprese) e la compilazione di piani di rientro dilazionati, diversificati per cliente (40% circa delle imprese). Il sollecito dei pagamenti per via telefonica è più accentuato presso le piccole imprese del commercio mentre le strategie differenziate sono più diffuse tra le medie e le grandi imprese. Riguardo alle policy per fronteggiare gli insoluti, quelle adottate più frequentemente negli ultimi due anni sono state l’utilizzo di termini di pagamento più restrittivi (42,5% delle imprese) e il ricorso a policy più restrittive (40,8% del totale). Quasi l’80% delle imprese, inoltre, effettua almeno ogni 12 mesi una revisione delle procedure interne e delle policy di credit management. Nel periodo di osservazione sono però aumentate le imprese disponibili a concedere ai propri clienti ulteriore tempo per il pagamento delle fatture, passando dal 69,7% registrato nel 2010-2011 al 73,5% del 2011-2012. Quelle impiegate più frequentemente sono l’intervento sui termini di pagamento concessi ai clienti (59% delle imprese intervistate), gli interventi sulle modalità di pagamento (55,6%), la modifica della tollerabilità dello scaduto, a volte differenziata cliente per cliente (46,1%). Nel caso in cui le imprese si ritrovino a dovere fronteggiare una maggiore necessità di liquidità rispetto alle previsioni fatte precedentemente, i comportamenti più frequenti sono la maggiore attenzione all’autofinanziamento (53,6%), il ripensamento delle modalità di pagamento (41,0%), il maggiore ricorso al credito bancario (27,9%), l’aumento del ritardo nel pagamento dei fornitori (25,9%). “Il nostro paese, così come del resto buona parte del resto del mondo, è stato colpito in questi anni da una delle più gravi crisi economiche che si siano palesate nella storia recente” - commenta Pierluigi Ascani, Presidente di Format. “La crisi ha colpito e sta colpendo tutti, facendosi sentire nei suoi effetti più negativi sulle famiglie e sulle imprese. L’uscita dalla crisi tende ad essere avvertita da queste ultime più come un auspicio che non come un ragionevole orizzonte a cui tendere. A tale dato tuttavia fanno da contraltare diversi segnali di fiducia, segnali ‘deboli’ forse, eppure concreti. Al di là dei risultati presentati nell’Osservatorio CRIBIS D&B – Format, ciò che emerge con forza è l’importanza che le imprese attribuiscono alle tematiche considerate dal lavoro, alla necessità di impostare politiche razionali per quanto concerne la gestione del credito commerciale, la gestione dei pagamenti, le procedure order-to-cash. Di fronte a mercati che diventano sempre più difficili, l’impresa italiana non sembra affatto avere abbassato la guardia. Nella crisi, e al di là dei danni che sta provocando, molte imprese italiane si muovono impostando regole nuove e policy nuove per fronteggiare le nuove minacce, in modo razionale e senza perdersi d’animo. Forse come capitani attenti a tenere la barra dritta in un mare in tempesta”. “In questa delicata fase congiunturale, anche sulla nostra attività quotidiana a fianco delle principali aziende italiane, abbiamo rilevato un elemento positivo, rappresentato dalla maggiore attenzione da parte delle imprese alla gestione dei tempi di pagamento, del credito commerciale e, più in generale, del Working Capital” - aggiunge Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B. “Del resto, come anche questa ricerca dimostra, negli ultimi anni le imprese italiane hanno investito molto in procedure e strumenti che consentissero di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire tempestivamente con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa. Un’operazione, questa, non a costo zero ma che riteniamo potrà dare benefici concreti anche dopo che la crisi sarà stata definitivamente superata. Per trovare conferma di questa maggiore attenzione, è sufficiente considerare che i partecipanti al nostro programma CRIBIS iTRADE - la prima soluzione in Italia per la condivisione delle informazioni sui comportamenti di pagamento e il più ampio patrimonio di informazioni sui pagamenti commerciali - sono cresciuti esponenzialmente dall’inizio della crisi, portando a più che raddoppiare le esperienze di pagamento disponibili all’interno del sistema”. Gli indicatori di performance nel processo order-to-cash Gli indicatori di performance nel processo order-to-cash Sulla base dei risultati dell’Osservatorio CRIBIS D&B - FORMAT le imprese che utilizzano gli indicatori di performance per verificare l’andamento del processo order-to-cash fanno riferimento in prevalenza al forecast dei tempi reali di pagamento (51,1% delle imprese), allo scaduto (49,4%) e alle previsioni di incasso (48%). Tra gli indicatori più frequentemente si evidenzia però il ruolo della DSO (Days Sales Outstanding), ovvero l’indicatore che misura il numero di giorni medi che l’azienda impiega per incassare dopo l’emissione della fattura. Nello specifico, la DSO, per quanto presso l’intero campione sia stata indicata solo dal 36,2% delle imprese, risulta essere il KPI utilizzato più frequentemente in modo esteso dalle imprese di dimensioni medie e grandi. DSO: le policy per salvaguardare l’esposizione finanziaria dell’azienda La previsione della DSO influisce sulla determinazione degli obiettivi finanziari delle imprese in maniera “molto” o “abbastanza” elevata per quattro imprese su dieci e in funzione delle previsioni della DSO le imprese adottato politiche differenti per salvaguardare l’esposizione finanziaria dal rischio di ritardo nei pagamenti. 7 Forecast dei tempi reali di pagamento 51,1 Scaduto 49,4 Previsioni di incasso 48,0 DSO 36,2 Livello di rischio del portafoglio 31,5 Trend dei pagamenti 31,3 Superamento del limite di fido Forecast sul raggiungimento degli obiettivi finanziari Fonte: Osservatorio CRIBIS D&B – FORMAT sul credit management 27,4 22,6 Media: 37,2 Pubblicazione di CRIF Le frodi creditizie costano: i numeri del fenomeno e le best practice e soluzioni CRIF per il contrasto e la prevenzione Il fenomeno delle frodi creditizie, che si realizza mediante furto di identità e la conseguente richiesta di credito utilizzando illecitamente dati identificativi altrui o creando delle false identità, in Italia conferma avere dimensioni preoccupanti e, soprattutto, in costante evoluzione. Le evidenze contenute nell’ultima analisi dell’Osservatorio sulle frodi creditizie realizzato da CRIF rilevano come nel 2011 i casi di frode in Italia siano stati circa 22.100 - superando le rapine in banca per 20 casi a 1 - e in lieve aumento rispetto al 2010, malgrado l’ulteriore forte contrazione del numero di finanziamenti richiesti dalle famiglie. Ragguardevole anche l’impatto economico di questo fenomeno criminale: 1 frode su 4, infatti, ha prodotto un bottino superiore a 10.000 euro. Sono state però quelle di importo inferiore ai 3.000 euro ad aver fatto registrare l’incremento più consistente, con un +10% rispetto all’anno precedente, anche perché i finanziamenti di piccolo importo, specie se erogati non allo sportello ma presso esercenti e punti vendita, sono quelli che si caratterizzano per tempi di erogazione più rapidi e controlli meno sofisticati. Formazione, supporto e soluzioni antifrode e antiriciclaggio di CRIF Da anni CRIF con il centro di competenza CRIF Fraud Prevention Solutions è attivamente impegnato sul fronte della lotta alle frodi, supportando le aziende di credito nel creare un efficace ed efficiente sistema di controllo e monitoraggio dei propri canali diretti e indiretti di acquisizione della clientela, per la riduzione dei rischi operativi e reputazionali, e partecipando attivamente ai tavoli di lavoro con gli organi istituzionali volti al contrasto delle attività illecite. La crescente attenzione degli istituti di credito verso il fenomeno delle frodi creditizie e il contenimento dei costi operativi è stata confermata dall’ampia partecipazione al Corso CRIF Academy “Obiettivo Zero Frodi” tenuto a Bologna lo scorso giugno. Professionisti delle aree Frodi, Rischio, Audit, Compliance e Organizzazione provenienti da istituti appartenenti ad ogni segmento sul territorio nazionale hanno analizzato in aula, insieme agli specialisti antifrode di CRIF, gli ultimi dati e trend del fenomeno. Durante il corso sono state inoltre approfondite le novità normative in ambito antifrode e le best practice e gli strumenti antifrode consolidati dall’esperienza sul campo. I numeri parlano di oltre 22.000 casi di frode in un anno, ma i proventi di queste frodi che fine hanno fatto? Non è grande la distanza tra due fenomeni criminali, le frodi creditizie e il riciclaggio di proventi illeciti. E il contrasto ha un elemento chiave in comune: gli approfondimenti richiesti dall’adeguata verifica per la compliance antiriciclaggio prevedono di verificare dati anagrafici e profilo dei clienti anche con il supporto di fonti di dati esterne, indipendenti e affidabili. Utilizzando strumenti specifici, questi stessi controlli consentono di raggiungere la compliance antiriciclaggio e di fare una efficace prevenzione delle frodi di identità. Numerosi sono gli istituti che in quest’ottica hanno già scelto le soluzioni CRIF per l’adeguata verifica della clientela privati - con IDea Persone Fisiche - e imprese - con IDea Titolare Effettivo - utilizzate direttamente online con un click dal portale www.servizicrif.com o in via massiva. A livello istituzionale sta proseguendo intanto l’attività del tavolo di lavoro istituito dal Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) per portare i contenuti Fraud Analyser Evolution, la soluzione per il contrasto alle frodi UCAMP compliant Utilizzata da oltre 150 aziende - in particolare banche e finanziarie ma anche payment service providers, telecom e utilities - Fraud Analyser Evolution fornisce ogni giorno informazioni su oltre 15.000 anagrafiche interrogate online in fase di apertura conto corrente, cambio assegni, erogazione di finanziamento credito al consumo o per contratti di leasing, mutuo, cessione del quinto o pagamento differito. Il set di controlli effettuati viene regolarmente monitorato e aggiornato, per poter mettere in atto gli interventi più adeguati in relazione ai nuovi schemi di frode che si presentano sul mercato. I vantaggi della soluzione sono significativi: • Un patrimonio informativo completo e fruibile con un semplice click L’azienda di credito beneficia della massima prevenzione delle frodi di identità accedendo con un solo click a tutte le banche dati disponibili in Italia per la prevenzione frodi: le banche dati istituzionali (Agenzia delle Entrate, INPS e Ministero dei Trasporti) che costituiscono l’imminente novità integrandosi e affiancandosi ai database di proprietà esclusiva di CRIF, dove è presente un hit rate superiore al 95% per le anagrafiche di soggetti residenti in Italia, e anche l’Archivio Storico Antifrode CRIF. L’insieme di queste fonti consente di controllare non solo i dati anagrafici e reddituali ufficiali ma anche altri dati che le fonti pubbliche non coprono, quali i numeri di telefonia fissa e cellulare, gli indirizzi di residenza forniti e i numeri di di carte d’identità false o contraffatte. • Indicatore di sintesi UCAMP compliant con la garanzia del know-how di CRIF Grazie al Fraud Score l’azienda di credito ha a disposizione un unico indicatore di sintesi di tutte fonti informative disponibili sul mercato italiano, sviluppato con la garanzia del know-how ventennale di CRIF nella gestione e lettura intelligente delle informazioni. 8 del decreto legislativo integrativo del 141/2010 (Istituzione di un sistema pubblico di prevenzione sul piano amministrativo delle frodi nel settore del credito al consumo) a diventare realtà progettuale e operativa. Il progetto che Consap ha presentato agli aderenti lo scorso luglio potrà consentire l’apertura di significative banche dati istituzionali per effettuare controlli dei dati anagrafici a scopo di prevenzione delle frodi di identità, quali l’Agenzia delle Entrate, l’INPS e il Ministero dei Trasporti. “L’accesso a queste banche dati può offrire nuove e importanti opportunità nella prevenzione delle frodi e sottolinea un bisogno ormai molto sentito da parte del mercato” - afferma Maria Luisa Cardini, Responsabile CRIF Fraud Prevention Solutions. “Ma la strada è ancora in salita, infatti il decreto legislativo traccia le linee guida ma solo il regolamento attuativo che verrà emanato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze porterà maggiore chiarezza nelle modalità di utilizzo e potrà sgombrare il campo da alcune problematiche emerse per quanto riguarda la definizione dei casi in cui sarà consentito l’accesso e le regole di adesione e contribuzione al sistema UCAMP”. CRIF Fraud Prevention Solutions è stato uno dei primi partner a prendere parte al progetto UCAMP (Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento, Ministero dell’Economia e delle Finanze) ed è anche per questo che Fraud Analyser Evolution la soluzione CRIF per la prevenzione del furto di identità - è già pronta per utilizzare nella maniera più efficace le informazioni aggiuntive messe a disposizione dal Mef. Per maggiori informazioni sulle soluzioni antifrode e antiriciclaggio di CRIF: [email protected] • Nessuna interpretazione soggettiva lasciata all’operatore I complessi esiti delle banche dati istituzionali non rischiano di essere gestiti in maniera manuale e soggettiva da ciascun utente ma con la soluzione CRIF vengono interpretati in chiave antifrode e resi così disponibili a tutti gli operatori dell’azienda di credito in maniera omogenea e oggettiva, applicando le più idonee regole di aggregazione ove i risultati provenienti da fonti diverse possano avere contenuti e tempi di aggiornamento non omogenei tra loro. • Nessun investimento IT: interfaccia ad hoc verso UCAMP già realizzata da CRIF La soluzione CRIF presenta già la connessione verso le banche dati UCAMP. L’azienda - se già utilizza Fraud Analyser Evolution - può quindi attraverso questo canale interrogare anche le banche dati istituzionali e ottenere un esito complessivo senza alcun intervento tecnico e IT. Identikit, la soluzione di protezione dalle frodi creditizie per i consumatori Consapevole della necessità di contrastare il fenomeno fraudolento attraverso sistemi di prevenzione e protezione dei propri dati personali di tipo “proattivo”, attraverso la linea Mister Credit (www.mistercredit.it) CRIF ha realizzato per i consumatori Identikit, il primo servizio in grado di allertare via sms il cittadino per ogni richiesta di finanziamento in modo da permettergli di identificare tempestivamente possibili furti di identità. Il servizio - anche integrato con l’innovativo controllo dei dati sul web - può essere promosso con il contributo attivo degli istituti di credito che, creando una partnership con CRIF, possono così offrire alla propria clientela uno strumento di protezione dei dati personali innovativo e concreto. autunno 2012 La qualificazione delle reti di mediazione creditizia per un processo di erogazione più trasparente e tempestivo dei finanziamenti Secondo quanto emerso dalla recente analisi svolta congiuntamente da CRIF ed Efma sugli effetti della proposta della Comunità Europea di Direttiva sul credito relativa agli immobili residenziali, la regolamentazione degli intermediari creditizi è uno degli elementi che avrà il maggior impatto sul mercato dei mutui, perché si ritiene che tali nuove regolamentazioni porteranno alla qualificazione del settore e del credito erogato attraverso questi canali. In Italia la riforma delle reti distributive, annunciata dal decreto legislativo n.141 del 13 agosto 2010, ha introdotto un profondo cambiamento delle figure di agente in attività finanziaria e di mediatore creditizio e del complessivo impianto di vigilanza sull’intermediazione bancaria e finanziaria. Oggi l’attuazione della normativa è finalmente realtà e dal 30 giugno 2012 sono stati istituiti l’elenco degli agenti in attività finanziaria e l’elenco dei mediatori creditizi. Dalla suddetta data, pertanto, tutti i soggetti interessati possono presentare istanza di iscrizione attraverso il sistema telematico messo a disposizione dall’Organismo degli Agenti e dei Mediatori (OAM). La riforma ha inteso “professionalizzare” e “responsabilizzare” gli operatori del settore, distinguendo nettamente i ruoli tra mediazione creditizia e agenzia in attività finanziaria, entrambi comunque chiamati a seguire i principi di responsible lending a cui devono attenersi anche gli istituti di credito. Le società che operano in questo contesto devono quindi dotarsi di strumenti sempre più complessi e innovativi per ridurre i propri rischi operativi e per riorganizzare le attività di controllo della rete distributiva e dei richiedenti mutuo da loro segnalati agli istituti di credito. Ancor più nell’attuale contesto, è quindi fondamentale dotarsi di strumenti di supporto per rendere efficaci e tempestivi i processi di valutazione della clientela e delle garanzie disponibili, in modo da assicurare alla banca erogante qualità, rapidità e compliance normativa. È indubbio infatti che nel momento in cui una banca dà corso a un finanziamento procurato da un agente o da un mediatore lo rende proprio e ne diventa responsabile; se ne assume i rischi legali, operativi e reputazionali. In particolare, un robusto sistema di verifiche antifrode che consenta di prevenire a monte frodi di identità assicura al mediatore o all’agente di presentarsi al sistema bancario con un processo capace di minimizzare il rischio di rifiuto e di eventuale contenzioso post-erogazione, quindi anche di rischio di immagine per la banca stessa. Queste nuove esigenze ed evoluzioni del mercato sono state al centro dello scorso Leadership Forum tenutosi il 26 giugno a Roma, durante il quale CRIF BPO ha partecipato alla Tavola Rotonda “Alcuni aspetti che impattano sulla operatività e sul nuovo ruolo dei collaboratori” presentando una nuova soluzione dedicata che permette alle società di mediazione di monitorare la propria rete distributiva e di segnalare alle banche richieste di finanziamento già qualificate e selezionate. Per maggiori informazioni: [email protected] La soluzione CRIF BPO per i mediatori creditizi: le componenti chiave Monitoraggio Rete: oltre a individuare eventuali incongruenze che potrebbero emergere nella fase di selezione e inserimento degli operatori, il servizio verifica la corretta identificazione dei consulenti creditizi ed eventuali presenze di negatività economiche o giudiziarie a loro carico, con segnalazione delle anomalie e archiviazione documentale consultabile anche dagli istituti di credito. Preistruttoria Qualificata: con la soluzione viene effettuata l’adeguata verifica delle persone fisiche e del titolare effettivo in linea con il D. Lgs. n. 231/07 attraverso il supporto dato da IDea (IDentity Effective Analysis) e un rigoroso controllo da parte di operatori specializzati della regolarità dei documenti identificativi e reddituali necessari per valutare la fattibilità delle pratiche, e si dà la possibilità di conoscere in anticipo il valore in perizia dell’immobile in garanzia. Adeguata verifica - Identificazione Selezione candidati Controlli costanti Segnalazioni tempestive Archivio documentale 9 Verifiche Antifrode Due Diligence Documentale Valutazione Immobili Pubblicazione di CRIF Fondo Garanzie (Legge 662/96): la gestione del processo di valutazione per i finanziamenti agevolati Il Fondo Centrale di Garanzia sostiene lo sviluppo delle PMI italiane erogando una garanzia pubblica sui finanziamenti concessi dagli intermediari finanziari anche per investimenti all’estero. L’impresa che necessiti di un finanziamento può chiedere all’intermediario di garantire l’operazione con la garanzia pubblica. L’attivazione di questa garanzia consente, in caso di insolvenza dell’impresa, di essere risarcita per la massima parte dal Fondo di Garanzia e, in caso di esaurimento del fondo, direttamente dallo Stato. In questo modo l’impresa ha la concreta possibilità di ottenere il finanziamento senza garanzie aggiuntive, quali fidejussioni o polizze assicurative, sugli importi garantiti dal Fondo. Sempre attenta alle esigenze degli attori del mercato del credito e per favorire l’accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese mediante la concessione di una garanzia pubblica, CRIF ha sviluppato soluzioni ad hoc per supportare i Confidi nell’ambito della valutazione e gestione dei finanziamenti agevolati. In particolare, CRIF può gestire in outsourcing l’intera fase di istruttoria per accedere al Fondo Centrale di Garanzia, sia su imprese già in portafoglio sia su imprese prospect. Le soluzioni che CRIF mette a disposizione sono: • liste di imprese prospect su cui è già stata verificata l’ammissibilità al Fondo di garanzia per effettuare azioni di marketing mirate; •v erifica dei requisiti necessari per avviare un’istruttoria con la copertura del Fondo di Garanzia sulle nuove imprese che richiedono un finanziamento oppure sulle imprese già in portafoglio; • un sistema che consenta la gestione dell’istruttoria in modo efficiente e industrializzato generando automaticamente tutta la documentazione necessaria alla richiesta di autorizzazione da inoltrare alle aree di competenza. Le soluzioni CRIF forniscono alle aziende di credito tutti gli elementi necessari per la valutazione delle imprese, come ad esempio: • dati anagrafici delle imprese prospect; • individuazione del titolare effettivo ai fini antiriciclaggio e appartenenza a un gruppo aziendale; • indici statistici altamente performanti di rischio commerciale e creditizio; • indicatori di marketing per valutare la dinamicità finanziaria delle imprese; • dati micro-territoriali (geologistica); • verifica delle condizioni necessarie e sufficienti all’accesso dell’imprese al Fondo di Garanzia; • calcolo della percentuale di copertura del finanziamento richiesto e calcolo del costo della copertura finanziaria; • produzione della modulistica (opportunamente compilata) necessaria per la presentazione della richiesta al Gestore del Fondo di Garanzia. CRIF ha a disposizione i dati di bilancio di tutte le PMI italiane e questo consente di impostare clusterizzazioni sofisticate per agevolare le attività di promozione. Per maggiori informazioni: [email protected] La soluzione CRIF è modulare e può essere costituita da tre componenti: Pre-screening 10 Investigazione Generazione documentazione 1. Pre-screening - grazie a sofisticati algoritmi automatici viene rapidamente verificata l’esistenza delle condizioni di bilancio necessarie per accedere al Fondo di Garanzia. 2. Investigazione - verifica delle condizioni necessarie e sufficienti all’accesso della PMI al Fondo di Garanzia, calcolo della percentuale di copertura del finanziamento richiesto, calcolo del costo della copertura finanziaria e acquisizione delle informazioni della PMI necessarie per la pratica. 3. Generazione Documentazione - verifica di ulteriori condizioni relative al soggetto proponente e produzione della modulistica, opportunamente compilata, necessaria per la presentazione della richiesta al Gestore del Fondo di Garanzia. autunno 2012 Innovazione e sicurezza delle infrastrutture in CRIF CRIF da oltre venti anni gestisce un patrimonio informativo unico per profondità ed esaustività, quindi la sicurezza non può che essere, da sempre, una componente assolutamente essenziale e prioritaria del valore delle informazioni stesse. Inoltre, CRIF da sempre ha cercato di creare valore per i propri partner attraverso l’innovazione; la sfida costante, dunque, è quella di conciliare la continua trasformazione del business, in tutte le sue connotazioni, dall’ambito organizzativo a quello tecnologico, in Paesi diversi, mantenendo al contempo un elevato e riconoscibile standard di sicurezza. Alla luce di questo, conseguentemente anche la capacità di progettare la sicurezza ha dovuto innovarsi: pensando anche solo alle infrastrutture, in poco più di vent’anni di storia dell’azienda si è passati dal ruolo centrale ed unico del data center al concetto di data center distribuiti e cooperativi, fino all’odierno paradigma del cloud. La gestione di questa trasformazione è avvenuta, innanzitutto, con metodo: CRIF è stata tra le prime aziende italiane a recepire le raccomandazioni BSI ed ISO in tema di sicurezza, implementando un sistema certificato di gestione della sicurezza delle informazioni, il che ha permesso di bilanciare i requisiti di sicurezza fisica e logica, allineandoli alle esigenze di business grazie ad un programma concreto di Risk Management, in modo misurabile e auditabile da terze parti. Questo approccio è andato rapidamente al di là delle semplici best practice, diventando parte stessa della cultura aziendale. Con il tempo ciò ha portato a standardizzare e manutenere i criteri di progettazione ed esercizio della sicurezza, per infrastrutture ed applicazioni, accrescendo la capacità dell’azienda di portare rapidamente la propria esperienza in nuovi contesti geografici e di mercato. Sia nel caso di acquisizioni societarie che di partnership tecnologiche con terzi, così come nel caso di bandi di gara in cui CRIF si impegna a fornire soluzioni “chiavi in mano” ai propri clienti, oggi siamo in grado di costruire rapidamente una roadmap per l’implementazione dei nostri standard di sicurezza. D’altro canto CRIF è una realtà globale, con sedi negli USA, in Russia, in Cina e in altri 10 Paesi di 4 Continenti, e opera in un mercato sempre più attento alla sicurezza. Di conseguenza, anche all’interno dell’IT l’attenzione si è progressivamente spostata da temi prevalentemente tecnologici a quelli propri della compliance per la data protection, diversa da Paese a Paese e spesso diversa anche per segmento di mercato. Oggi una delle sfide della sicurezza, anche all’interno di una divisione tecnologica, è quella di anticipare le esigenze del mercato per sostenere il business senza appesantire tempi e costi di prodotti e servizi. Questo obiettivo è perseguibile innanzitutto tenendo costantemente monitorate le nuove minacce, ponendovi rimedio in modo industrializzato e ripetibile, ancora prima che siano recepite dal legislatore di qualunque Paese e, di conseguenza, dal suo mercato di riferimento. Un’altra sfida importante è rappresentata dalla necessità di salvaguardare il know-how aziendale, sempre più distribuito e immateriale, in un mondo in cui anche i confini dell’azienda diventano immateriali: dai sistemi informativi interconnessi verso partner e fornitori, al lavoro svolto dai dipendenti spesso al di fuori della rete aziendale, la distinzione tra il “dentro” e il “fuori” dell’azienda oggi è sempre meno distinguibile. Le due sfide in CRIF sono state raccolte insieme, cambiando il modo di investire nella sicurezza: la tecnologia continua a ricoprire un essenziale ruolo abilitante, ma è l’integrazione della sicurezza nei processi aziendali a fare la differenza; a partire dai processi di sviluppo software, fino ai processi di gestione dei sistemi informativi di produzione, il ruolo del security professional in CRIF richiede l’affiancamento di competenze specialistiche, tipiche del dominio dell’Information Security, alla comprensione del modo di lavorare dei colleghi, al ragionare per processi, assumendo un ruolo sempre più consulenziale. Facendo così entrare la sicurezza in ciascun elemento della filiera produttiva, anziché tentare di costruire artificiali bolle protettive a contorno di prodotti e servizi non sicuri, e abilitando anche la scalabilità delle nostre applicazioni verso il cloud. Anche il rapporto con la tecnologia si è trasformato: la competenza distintiva ha smesso di essere quella proprietaria della tecnologia stessa, per la quale ci si può avvalere di terze parti, privilegiando invece gli aspetti di analisi dei dati prodotti dai sistemi di sicurezza, correlando le informazioni provenienti da strumenti differenti e contestualizzandoli alla conoscenza della realtà aziendale; fornendo quindi ai manager e professional dell’azienda strumenti comprensibili e regole riconosciute come concrete e applicabili. 11 Nel continuo processo di trasformazione e innovazione, CRIF ritiene che nei prossimi anni il cloud giocherà un ruolo fondamentale, viste le indubbie nuove possibilità di service delivery che offre, soprattutto in un contesto globale. Bisogna però considerare che si tratta di un mercato in forte evoluzione, che sta creando molte aspettative ma che richiede anche una assoluta maturità nella gestione del rischio legato alla sicurezza delle informazioni. A questo riguardo, CRIF è stata tra le prime aziende a credere nella virtualizzazione e oggi utilizza attivamente il cloud per lo sviluppo di nuove architetture destinate ai propri clienti. Per conciliare sicurezza e innovazione si è deciso di usufruire del cloud nella modalità ibrida del Virtual Private Cloud, sfruttando quindi la possibilità di scalare la nostra infrastruttura tecnologica nel cloud ma mantenendo le basi dati presso i nostri data center, che così beneficiano di una infrastruttura di monitoraggio della sicurezza ancora difficile da virtualizzare o esternalizzare. Dal punto di vista della sicurezza, il cloud ha mosso solo di recente i suoi primi passi nella direzione della compliance normativa; l’aspettativa è che nascano nuovi paradigmi anche nella gestione operativa della sicurezza, parallelamente alla nascita delle nuove architetture di service delivery a cui stiamo assistendo. Per maggiori informazioni: [email protected] autunno 2012 Pubblicazione di CRIF CRIF E CREACASA FIRMANO UN ACCORDO PER LE VALUTAZIONI IMMOBILIARI CRIF Valutazione Immobili, operatore specializzato che effettua oltre 100.000 perizie ogni anno, e CREACASA, società del gruppo bancario CREDEM specializzata in mutui, finanziamenti alle famiglie e prodotti assicurativi collegati, hanno siglato un accordo per il quale le perizie CRIF (Rapporto Estimativo) già acquistate al di fuori di una pratica di mutuo saranno utilizzate in fase di istruttoria mutui da parte della rete Creacasa, essendo in linea con le politiche creditizie dell’istituto di credito. Nel dettaglio, da oggi per la prima volta in Italia è possibile acquistare la perizia di CRIF sul sito www.crifvalutazioneimmobili.it con la certezza che la stessa verrà utilizzata in fase di istruttoria mutuo presso qualsiasi punto vendita della rete CREACASA. Il Rapporto Estimativo di CRIF Valutazione Immobili contiene tutte le informazioni relative all’immobile, ai richiedenti e ai comparabili utilizzati per la valutazione, ed è strutturato in conformità alle indicazioni previste dagli Standard Internazionali di Valutazione e alle Linee Guida indicate da ABI per la valutazione degli immobili. La valutazione di un immobile è un’informazione fondamentale per acquistare, vendere o affittare una casa, oppure per calcolare l’importo di un’eventuale rata del mutuo ipotecario, e per questo motivo è indispensabile prima di richiedere il finanziamento necessario per sostenerne l’acquisto. In quest’ottica è importante, quindi, che l’acquirente sia consapevole del reale valore di mercato, calcolato secondo le metodologie estimative già utilizzate dal 75% degli sportelli bancari italiani che hanno aderito alle Linee Guida ABI per la Valutazione degli Immobili. La perizia immobiliare vista sino ad oggi come mera pratica burocratica assume infatti un grande valore se redatta con parere professionale indipendente. “L’accordo con CREACASA, assolutamente innovativo per il mercato italiano, testimonia l’affidabilità delle nostre valutazioni immobiliari, l’indipendenza del nostro processo estimativo e la competenza dei professionisti di cui ci avvaliamo, la maggior parte con certificato accreditato ISO17024” - spiega Stefano Magnolfi, Direttore Real Estate Services di CRIF. “Inoltre, questa iniziativa rappresenta un importante passo avanti per tutti gli attori coinvolti nel processo di una compravendita trasparente: il consumatore, oltre a tutelarsi, potrà infatti godere di relazioni facilitate sia con le agenzie immobiliari che con la banca. D’ora in poi coloro che desiderano conoscere il reale valore di mercato di un immobile tramite un Rapporto Estimativo di CRIF Valutazione Immobili potranno beneficiare immediatamente di informazioni certe ed utili in svariati contesti e situazioni ed evitare il rischio di impegnarsi nel compromesso di vendita prima di avere la sicurezza della piena commercialità dell’immobile, con la consapevolezza che la medesima valutazione potrà poi essere successivamente considerata per chiedere un mutuo a CREACASA, velocizzandone la pratica di richiesta”. “CREACASA è molto soddisfatta di questo accordo e di mettere a disposizione la propria rete di 300 agenti in attività finanziaria” - sottolinea il Direttore Generale Lorenzo Montanari - “per tutti i clienti che vorranno ricevere una consulenza per un’operazione di mutuo e che presenteranno un Rapporto Estimativo redatto da CRIF Valutazione Immobili. Condivido il fatto che siamo di fronte ad un’assoluta innovazione per il mercato domestico dei mutui, che deve rappresentare l’inizio di una nuova era che punta a una maggiore consulenza e chiarezza nei confronti dei clienti che si avvicinano a un investimento come l’acquisto della casa, che spesso è il più importante della loro vita”. Per maggiori informazioni: [email protected] CRIF Finance Meeting 2012: le idee e le azioni per la crescita Condividere nuove idee e aggiornare vecchie azioni, connettendo le oltre 1000 aziende di credito italiane e i migliori professionisti del mercato: questo è l’obiettivo del CRIF Finance Meeting 2012. Un evento unico in Italia con un’agenda innovativa, studiato per attivare il confronto e lo scambio di best practice ad ogni livello. Le idee e le azioni per crescere è il tema portante dell’evento, declinato sugli argomenti della costing review, dell’innovazione, della liquidità e della compliance. In particolare, al Finance Meeting, CRIF e le aziende di credito illustrano innovative soluzioni analitiche e di decisioning in grado di ottimizzare l’impiego delle risorse, chiariscono come individuare i segmenti di mercato emergenti per crescere in controtendenza, raccontano le best practice e i modelli di business per un adeguato presidio del rischio portafoglio e valutano gli impatti strategici e operativi delle evoluzioni normative. Vari i temi e le testimonianze della sessione plenaria: i numeri degli osservatori CRIF sul mercato del credito in Italia, l’ottimizzazione degli strumenti di rating interni (con Intesa SanPaolo), l’intelligenza in 3D per lo sviluppo del business (con UBI Banca) e il miglioramento delle performance di portfolio coniugando approccio industriale e relazionale (con Fiditalia). Inoltre, la testimonianza di BNL relativa al recupero crediti, un focus di CRIF sulla diffusione del Business CONNECTING IDEAS CREATING NEW ACTIONS Bologna, 3 ottobre Process Outsourcing e l’esperienza di Banca Popolare di Milano nel processo mutui, capace di coniugare i benefici del cloud sourcing con l’esternalizzazione delle perizie immobiliari. Quattro invece le sessioni parallele di approfondimento, dedicate all’origination, al credito alle imprese, alla gestione del portafoglio e alla collection. Tra gli interventi sull’origination, l’ottimizzazione dei processi di valutazione degli immobili (con Webank), gli strumenti e le strategie integrate per il contrasto alle frodi e le azioni per il risk management e la compliance di Invest Banca. Nella sessione sul credito alle imprese, oltre alle best practice presentate da CRIF, la valutazione innovativa delle piccole imprese di Findomestic (grazie ai contributi della Credit Rating Agency di CRIF) e l’esternalizzazione del processo mutui imprese illustrata da Credem. Sul tema della gestione del portafoglio, l’esperienza di monitoraggio dei dealer di Toyota Kreditbank, le azioni messe in campo da Confidi Lombardia per la gestione del portafoglio soci e la case history di Banca Popolare dell’Emilia Romagna su data quality a supporto delle attività di M&A. Infine, tra gli interventi sulla collection, l’esperienza di Arval Leasing nel noleggio auto, la misurazione delle performance di recupero (con FGA Capital) e la riorganizzazione del recupero crediti stragiudiziale di UBI Banca. Per saperne di più: www.financemeeting.crif.com [email protected] 12 sintesi Pubblicazione di CRIF autunno 2012 Registrazione del Tribunale di Bologna N. 7538 del 21/04/2005 CRIF Via M. 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