Non c`e` gioia senza te - Bando di concorso - AC Ferrara

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Non c`e` gioia senza te - Bando di concorso - AC Ferrara
Sussidio realizzato dall’Ufficio Catechistico
e dall’Azione Cattolica Ragazzi
Diocesi di Ferrara-Comacchio
Hanno collaborato:
Marcello Musacchi, Monica Rivaroli, Gabriele Battocchio,
Daniela Bighi, Filippo Celeghini, Cecilia Cinti, Daniela
Frondiani, Gianluca Maragno, Ottavia Persanti, Manuela
Pisa, Chiara Polloni, Andrea Rimondi, Cecilia Scapoli,
Luca Zanetti, don Enrico Garbuio
Finito di stampare:
febbraio 2014
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VI° BANDO DI CONCORSO - A.S. 2013/2014
PER LE SCUOLE PRIMARIE E SECONDARIE DI I GRADO
RIVOLTO A BAMBINI E RAGAZZI DAI 6 AI 14 ANNI
NON C’È GIOIA SENZA TE
INTRODUZIONE
Abbiamo pensato, come già negli anni scorsi, di proporre ai
bambini della scuola primaria e ai ragazzi della secondaria
di I grado un concorso basato su diverse tipologie di prove,
in vista del grande appuntamento di Ragazzinfesta 2014,
tradizionalmente fissato per la giornata del 1 maggio. Il
tema messo al centro della giornata diocesana, che vede la
partecipazione di parrocchie, associazioni, movimenti, è
quello della GIOIA.
La gioia è una buona notizia, davvero molto buona e
sorprendente: Dio ci ama tanto da farci essere quello che
siamo, da regalarci una vita del tutto unica. Ognuno di noi
vive sotto uno sguardo amorevole e discreto, uno sguardo
di protezione e tenerezza. Quando ci accorgiamo di questo:
è il momento della gioia.
Una comunità cristiana che non sappia testimoniare la gioia
è una comunità che si è dimenticata di Dio e della bellezza
nascosta in ogni persona. Non si tratta di un atteggiamento
qualunquista o irresponsabile, che non si accorge della
sofferenza o dei problemi. La gioia del Vangelo e della vita
nasce da un invito che non possiamo perdere. Non è
importante la condizione in cui ci troviamo, quando questo
invito arriva. Esso non dipende dal fatto che ci adeguiamo
alle mode o alle convenzioni, non si lega alle possibilità
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economiche, non riguarda i magri anziché i grassi, i belli
anziché i meno belli. È un regalo-destino che Dio riserva ad
ogni uomo, ma che chiede una risposta coraggiosa.
Nessuno, infatti, come il nostro Dio è contemporaneamente
accogliente ed esigente. Lo si capisce molto bene osservando
lo stile di Gesù. Egli non rifiuta la compagnia di nessuno.
Non si preoccupa delle convenzioni e dei pregiudizi. Tutti
vengono cercati, tutti trovano ascolto ed accoglienza nella
sua persona. La gioia comincia quando qualcuno (Gesù
stesso!) si avvicina alla nostra vita con fiducia ed è felice di
condividere il tempo e la strada con noi. Quindi dobbiamo
essere attenti al momento in cui questo invito alla gioia
passa nella nostra vita. Ma, non basta. Nel cammino con
Gesù scopriamo che egli ci chiede di essere perfetti, perfetti
come il Padre. È qui che la gioia sembra trovare il maggior
ostacolo. Come si fa ad essere perfetti? In questa strada non
siamo soli. Non si tratta di un percorso eroico. La gioia
chiede di essere vissuta e scoperta nell’umiltà e nella
semplicità. Si tratta di camminare fidandosi di Gesù,
abbandonandosi in Lui con serenità. E in questo cammino,
per poter far festa insieme, impariamo a vivere la nostra
fede nell’abbraccio delle nostre comunità che sono con noi,
ci sostengono, ci aiutano, ci orientano e ci domandano di
essere generosi. La gioia non si vive da soli, è un dono da
scoprire nel legame con Dio e con i fratelli. E può succedere
che quando qualcuno che fatica, o non sembra più farcela,
trova la forza per continuare e non arrendersi, anche grazie
all’aiuto dei fratelli, la felicità sia ancora più intensa, come
quella di un Padre che vede tornare un figlio che pensava di
aver perduto per sempre. Dunque quando diciamo “NON
C’È GIOIA SENZA TE”, stiamo pensando che non ci può
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essere la possibilità di vivere la pienezza della vita senza
Gesù e senza i nostri fratelli. L’incontro con Gesù è la vera
fonte della gioia. Tutto scaturisce con l’incontro con la sua
persona. Questa esperienza è ricca e profonda, e trasmette la
volontà, a chi l’ha sperimentata, di volerla condividere con
la propria comunità. L’invito che ci fa il Signore è di
permanere in questa gioia perché quotidianamente è
possibile sperimentarla nell’incontro sempre nuovo con Lui
o fare memoria di un evento (incontro) accaduto nella
propria storia.
UN RE, UN BANCHETTO DI NOZZE, UN INVITO
(MT 22,1-14)
Nel vangelo di Matteo incontriamo una straordinaria
parabola. Proviamo a leggerla con attenzione:
Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli
è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli
mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi
non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine:
«Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e
gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle
nozze!». Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio
campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li
insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue
truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro
città. Poi disse ai suoi servi: «La festa di nozze è pronta, ma gli
invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti
quelli che troverete, chiamateli alle nozze». Usciti per le strade,
quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e
la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i
commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito
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nuziale. Gli disse: «Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito
nuziale?». Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: «Legatelo
mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore
di denti». Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Gesù sapeva usare le parabole in maniera unica. Era il suo
modo per attirare l’attenzione degli interlocutori. Immagini
appartenenti alla cultura popolare, coinvolgenti e
straordinariamente belle.
Ancora oggi quando il figlio di un re convola a nozze
l’immaginario di tutti è sollecitato. A queste favole da
persone potenti, la gente normale partecipa quale
spettatrice. Troppa la disparità di rango. Inutile cercare di
essere dove non possiamo. Solo la fantasia può aiutarci.
Così il banchetto di nozze del potente diviene il sogno
proibito delle persone che vivono una vita nella norma. Ma
Gesù non ama lasciarci semplici spettatori. Lui ci vuole
protagonisti. E se a quel banchetto non partecipassero quelli
che pensano di averne diritto? Se improvvisamente
vivessimo la felice sorpresa di essere noi gli invitati? Se
giungendo ai crocicchi delle strade i messi regali si
rivolgessero a noi con un invito inatteso: “il re ti aspetta al
banchetto di nozze. Sei tu l’invitato”.
Unica condizione il vestito. Il Signore non ci chiede di
paludarci in paramenti sontuosi, o abiti particolarmente
eleganti. L’abito sarà la nostra umanità. Devi portare te
stesso come dono per gli altri. L’abito è proprio la gioia di
chi lascia perdere le finzioni e si veste del gratuito. È un
abito da coraggiosi, perché come scriveva un grandissimo
intellettuale inglese, il coraggio è una passione per la vita
che si tramuta paradossalmente in una disponibilità a
perderla per amore degli altri. Già ecco perché il Vangelo
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dice che c’è più gioia nel donare che nel ricevere. Se sei
come Dio ti ha pensato, se il vestito è quello dell’amore e del
servire allora non stonerà con quello del Figlio, dello Sposo.
UN PROGETTO FATTO SU PAROLE CHIAVE
In che cosa consiste il lavoro di questo concorso.
Innanzitutto a livello contenutistico è bene restringere il
campo. Metteremo al centro della nostra attività le parole
che hanno a che fare con la gioia. Gioia è… prima di tutto
sentirsi amati. Quando ho sperimentato questa sensazione?
In quali persone o circostanze ho potuto sentire la fiducia
degli altri e del Signore su di me? Per un bambino-ragazzo è
decisivo accorgersi di essere soggetto di attese, di
protezione, di attenzioni particolari, di cura da parte degli
adulti. L’ABC dell’affettività si apprende perché qualcuno ci
ha preceduto, amandoci per primo. Oggi è particolarmente
importante aiutare i bambini-ragazzi a scoprire quei
momenti magici, dove hanno appreso di essere preziosi,
non per quello che fanno, bensì per quello che sono. Questo
lavoro di ricognizione è fondamentale e delicato, perché le
situazioni che fino a qualche tempo fa erano sicure, oggi
possono presentare delle ambiguità. I luoghi della
valorizzazione del se esistono, ma sono meno identificabili
che in passato. La scuola è certamente una delle possibilità,
su cui ci si deve soffermare. Proviamo dunque a scandire il
percorso in vista della realizzazione dei lavori.
1- INVITO (CHIAMATI ALLA GIOIA).
Gioia è… essere invitati. Con l’aiuto dell’insegnante, i
bambini-ragazzi dovranno scoprire la bellezza di tutte le
esperienze di cui sono “chiamati a far parte”, ad essere
protagonisti insieme agli altri: il gioco, lo studio, lo sport, la
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vita comunitaria. Ricevere un invito è sempre un’esperienza
entusiasmante: ci fa sentire cercati e voluti. Ci fa emozionare
perché qualcuno ha proprio scelto noi, per le nostre
caratteristiche, i nostri doni. Sperimentare la chiamata è
fonte di realizzazione e di gioia. In ogni situazione il
bambino-ragazzo mette in atto le proprie attitudini e le
particolarità che lo rendono unico.
Domande per la riflessione in gruppo: di quali persone
intuisco un invito particolarmente allettante? Quali
motivazioni mi spingono ad accettare l’invito? Un invito
“speciale” può generare ansie ed aspettative: quali? Ogni
invito presuppone la preparazione all’incontro: come mi
preparo al meglio per l’incontro (la convocazione ad una
competizione, l’invito ad una festa di compleanno, ad un
pigiama party, al cinema con gli amici, ad una festa in
famiglia)? La gioia non è un prodotto, ma il regalo di Dio
che ci sorprende quando offriamo la nostra disponibilità.
2- CONDIVISIONE (INSIEME NELLA GIOIA).
Gioia è… convivialità e condivisione. I bambini-ragazzi
possono essere aiutati a riflettere sulla bellezza e la fatica del
condividere. Nelle comunità, a cui appartengono, ci sono
adulti che li incoraggiano e propongono possibili percorsi di
vita. L’esperienza di relazione è un momento in cui si
trovano equilibri con i nostri desideri e con le nostre
speranze. Relazioni significative e vissute con generosità ci
proiettano verso un futuro sorridente.
Domande per la riflessione in gruppo: è possibile che
donando il mio tempo io diventi migliore? È difficile
imparare a mettere a disposizione ciò che è mio e di cui
sono geloso? Da chi ho imparato che la generosità è un
valore importante per la mia vita? Sono convinto che la festa
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la fanno le persone prima delle cose? In questo senso ho
imparato ad essere semplice, ad ascoltare, a valorizzare
tutti? Il vestito della festa è la semplicità che rende bello
stare insieme. Mi ricordo di indossarlo?
3- MISSIONE (TESTIMONI DELLA GIOIA).
Gioia è… diventare missionari di un’umanità bella. Se
Gesù mi chiama al banchetto delle nozze, al convivio della
gioia vera, anche io posso diventare un testimone di
un’umanità più bella. I bambini-ragazzi scoprono il compito
della missionarietà. Come qualcuno ha chiamato me alla
festa, anche io posso diventare un PR della festa del Regno.
Domande per la riflessione di gruppo: ho imparato a vivere
la gioia dell’incontro, ora sono in grado di trasmettere
questo dono? Quando scopro un amico/a in difficoltà sono
capace di rendermi disponibile per aiutarlo/a a ritrovare la
gioia? Quando vedo che qualcuno è escluso dagli altri, ai
margini del gruppo, offro la mia creatività per rimetterlo al
centro? Cosa penso dell’indifferenza verso gli esclusi?
TIPOLOGIE DI LAVORO E REGOLE GENERALI
Il lavoro da presentare sulle aree tematiche, che abbiamo
individuato, seguendo il corso della parabola, può assumere
diverse forme e modalità. Ne proponiamo tre. I bambiniragazzi potranno decidere, dopo essersi confrontati, di
lavorare, da soli o in gruppo, ai seguenti progetti:
1- Produzione di un disegno (formato A3) oppure di un
cartellone;
2- Produzione di un testo narrativo (massimo 4 colonne
di metà foglio protocollo a righe);
3- Progettazione e realizzazione di un gioco di società.
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Inutile ricordare che la tematica centrale è quella della gioia
sperimentata nella condivisione fraterna. Con molta libertà,
una volta che avranno affrontato il testo della parabola e
saranno stati aiutai dagli insegnanti nella riflessione,
potranno decidere una delle parole chiavi su cui
concentrarsi:
1- INVITO (CHIAMATI ALLA GIOIA);
2- CONDIVISIONE (INSIEME NELLA GIOIA);
3- MISSIONE (TESTIMONI DELLA GIOIA).
Fatta questa scelta si tratterà di adottare una forma tra
quelle sopra riportate, attraverso la quale sviluppare il tema.
I lavori possono essere individuali o di gruppo.
VALUTAZIONE E PREMIAZIONE DEI LAVORI
Tra tutti i lavori pervenuti, una commissione composta da
insegnanti ed educatori, sceglierà i 15 elaborati più
significativi: nove delle scuole primarie e sei delle
secondarie di I grado.
I vincitori del concorso verranno premiati il 1 Maggio 2014
alle ore 15:00, nella suggestiva cornice del sagrato della
Cattedrale di Ferrara. Ciascun partecipante potrà
concorrere, come già ricordato con un proprio elaborato
personale o collettivo. Tutti i lavori saranno esposti presso il
chiostro del Seminario di Ferrara, nella giornata di
Ragazzinfesta 2014. Bambini e ragazzi che desiderano
riavere i propri elaborati lo possono fare unicamente nella
medesima giornata.
Per ulteriori informazioni: don Enrico Garbuio, Assistente
diocesano ACR e Settore Giovani 340.7549978.
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SCADENZE E RIFERIMENTI
Ogni bambino/ragazzo, nel retro dell’elaborato, dovrà
scrivere il proprio nome, cognome, indirizzo e numero di
telefono, la denominazione della Scuola di appartenenza ed
il nominativo dell’insegnante che ha coordinato la redazione
del lavoro.
Gli insegnanti di religione delle Scuole Primarie e
Secondarie di I grado, che aderiranno al concorso con alunni
delle loro sezioni-classi, avranno il compito di presentare i
contenuti della partecipazione e di seguire l’andamento dei
lavori.
Gli elaborati dovranno essere consegnati o inviati in busta
chiusa dagli insegnanti entro e non oltre il 24 aprile 2014
(farà fede il timbro postale) al seguente indirizzo: Concorso
“NON C’È GIOIA SENZA TE”, c/o Parrocchia Sacra
Famiglia, Via Bologna n. 148 - 44122 Ferrara (FE).
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