L`auto a idrogeno “made in Modena”

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L`auto a idrogeno “made in Modena”
Innovazione
L’auto a idrogeno
“made in Modena”
Nei prossimi mesi
saranno approntati
due prototipi per i test,
poi dovrebbero essere
realizzate cento auto
che l’ATCM gestirebbe
per un servizio
pubblico di car
sharing. Del progetto
si è parlato al recente
“Automobili e Motori
High-Tech”,
appuntamento annuale
sulle nuove tecnologie
promosso da
Democenter e Facoltà
di Ingegneria
dell’Università di
Modena e Reggio E.,
sostenuto anche dalla
Camera di Commercio.
asce a Modena la city car a idro-
N
’94 ai 6 milioni del ’98. Nel 2000 ha supe-
geno. Si chiamerà BluCar, avrà
rato gli 8 milioni e l’obiettivo del 2004 è
un’autonomia di 45-50 chilometri,
quello di toccare i 10 milioni di euro.
una velocità di 45 chilometri all’ora, una
Grecav, l’azienda che fornisce la carrozze-
potenza di 7 kw, un peso di 650 chili.
ria della city car a idrogeno, progetta e
Dotata di fuel cells e batterie al sale ecolo-
produce vetture senza patente EKE, le uni-
giche, senza acidi, sarà alimentata da una
che con cellula di sicurezza e pannellature
bombola di idrogeno. La corrozzeria sarà
di carrozzeria in alluminio.
messa a disposizione dalla Grecav, un’a-
Il gruppo multinazionale SOL, con oltre 1200
zienda di Gonzaga (Mantova) specializzata
dipendenti e un fatturato consolidato 2002
in minicar, equipaggiamenti per mini-
di 267 milioni di euro, è una delle aziende
camion e componentistica.
leader in Italia nel mercato dei gas tecnici e
I programmi prevedono che entro que-
dell’assistenza domiciliare; ha da sempre
st’anno siano pronti due prototipi
operato con un forte impegno nel campo
equipaggiati con fuel cells per i test su
della ricerca, dove ha partecipato e sta
strada e i crash test. L’obiettivo è di utiliz-
portando a termine una serie di iniziative
zare un centinaio di esemplari della vettura
legate alle nuove tecnologie che utilizzano
per un servizio pub-
l’idrogeno come
blico di car sharing
vettore energetico,
(il primo in Italia) che
in forma sia liquida
dovrebbe essere
che gassosa.
gestito dall’Atcm, l’a-
Obiettivo di questi
zienda trasporti di
progetti di ricerca
Modena.
è realizzare ade-
Attorno al progetto
guate aree di
si è costituita un’as-
sia possibile “andare a fare il pieno” ai pro-
denominata Enerblu, di cui fanno parte la
pri veicoli ad idrogeno e ottimizzare l’utilizzo
SCE di Modena (capofila), il gruppo Marri di
di idrogeno nelle celle a combustibile.
Carpi, la Sol di Monza, l’Atcm e
Del progetto Blu Car – la city car a idro-
Democenter, che svolgerà il ruolo di coor-
geno made in Modena - si è parlato al
dinatore del progetto. All’ATI – associazione
recente “Automobili e Motori High-Tech”,
temporanea di impresa - partecipa anche
appuntamento annuale sulle nuove tecno-
l’ing. Mauro Forghieri, ex direttore tecnico
logie promosso da Democenter e Facoltà
della Ferrari corse, oggi consulente della
di Ingegneria dell’Università di Modena e
Oral engineering. Enerblu potrà contare
Reggio, sostenuto anche dalla Camera di
anche sulla consulenza e il supporto tec-
Commercio. Una specifica tavola rotonda è
nico dell’Enea, l’Ente nazionale per le
stata infatti dedicata al tema “Verso l’emis-
energie alternative.
sione zero (veicoli ibridi, idrogeno-fuel cells
La Sce, l’azienda capofila di Enerblu, è uno
elettrici). Lo stato dell’arte e lo sviluppo
dei principali costruttori nazionali di Pc indu-
futuro per le vetture stradali, le city cars ed
striali, terminali operatore e controlli numerici.
i veicoli per il trasporto collettivo”.
Il fatturato è passato dai 2 milioni di euro del
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rifornimento dove
sociazione temporanea d’impresa,
COME FUNZIONANO LE
FUEL CELLS
e celle a combustibile sono simili alle
L
batterie, ma con una notevole differenza. Infatti, mentre le batterie
immagazzinano energia chimica e la convertono in elettricità (quando la prima si
esaurisce la batteria è scarica), le celle a
combustibile non immagazzinano energia
chimica ma convertono quella di un combustibile con cui vengono alimentate per
generare elettricità; perciò non devono
essere ricaricate e continuano a generare
elettricità finché dall’esterno vengono forniti
combustibile e ossidante.
Le celle a combustibile utilizzano l’idrogeno
come carburante. La cella elementare di
una cella a combustibile è costituita da un
anodo caricato positivamente (da una
parte), da un catodo caricato negativamente
(dall’altra) e da un elettrolita nel mezzo.
L’elettrolita, costituito da una soluzione alcalina o idroacida, oppure da una membrana
polimerica, favorisce la scissione dell’idrogeno in elettroni e protoni e la migrazione di
questi verso i catodi opposti (rispettivamente
verso l’anodo e verso il catodo) per generazione di energia elettrica.
Le moderne celle a combustibile esistenti
sul mercato sono composte da celle elementari disposte in serie come gli elementi
di una pila elettrochimica.
L’alimentazione dell’idrogeno gassoso
avviene sul lato dell’anodo, dove una reazione chimica, catalizzata dall’elettrolita,
scinde l’atomo di idrogeno in un protone e
in un elettrone. Gli elettroni, raccolti dall’anodo, generano una corrente elettrica
continua nel circuito esterno. I protoni
migrano attraverso l’elettrolita fino al catodo,
dove, combinandosi chimicamente con ossigeno presente nell’aria, si ossidano
formando acqua. Una cella a combustibile
funziona secondo un processo inverso a
quello dell’elettrolisi, non ha parti in movimento, è silenziosa ed è fino a due volte e
mezzo più efficiente del motore a combustione interna. Alimentata con idrogeno e
ossigeno gassosi, la cella a combustibile
produce elettricità, espellendo piccole quantità di calore e acqua purissima.