Natale a Quebec City

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Natale a Quebec City
Natale a Quebec City
November 11, 2016 6:40 AM
Scintillante per le luminarie delle feste, Québec City ricorda una città
incantata con le sue stradine romantiche dal fascino intramontabile. Ma
è anche un luogo in cui godere della neve in tutti i modi, tra sci,
ciaspole, slitta con i cani, motoslitte, pesca bianca, hotel di ghiaccio.
Al di là dei panorami mozzafiato da cartolina postale, il Quebec
trabocca di tesori spesso poco conosciuti al di fuori del suo immenso
territorio (grande più di 5 volte l’Italia). E non si può dire che manchi la
scelta. Sito Unesco, la città che porta il nome dello Stato è classificata
tra le 20 destinazioni più romantiche del mondo, la sua parte vecchia
(Vieux-Québec) è un museo a cielo aperto, un luogo ricco di
ispirazione in cui il savoir-faire europeo si miscela con l’energia nord
americana. Basta allungarsi sulla rue St-Pierre, o sulla parallela rue du
Sault-au-Matelot, per innamorarsi di questa città i cui angoli evocano i
set del film holliwoodiani.
Quando si tratta di mettersi a tavola, l’offerta è di altissima qualità,
basti pensare a L’Echaudé o a Matto, il miglior ristorante italiano della
regione e – secondo alcuni – di tutto il Nord America! Nella parte bassa
della città, vicino al Vecchio Porto, ci si innamora all’Hotel 71, o alla
deliziosa Auberge Saint-Antoine, indirizzo di lusso di riferimento in
città, a due passi dal monumentale (e rumoroso) Château Frontenac.
L’Auberge Saint-Antoine è anche un ottimo indirizzo per magiare, con
il suo ristorante Le Panache, e per il relax urbano, grazie alla SPA in
grado di cancellare in un attimo tutti i possibili effetti negativi del jet
lag.
Per gli amanti delle feste, poi, non c’è nulla di più magico della Bottega
del Natale, inebriante di profumi che sanno di vacanza, è aperta 356
giorni all’anno, perché qui è sempre festa.
Inaugurato lo scorso giugno, il Pavillon Pierre Lassonde ha inserito la
città di diritto nel panorama museale mondiale. Questo padiglione, che
porta la firma di Rem Kollhaas, si armonizza perfettamente con la
struttura del MNBAQ, che ha scelto come ambasciatore l’autorecompositore Pierre Lapointe.
Se però l’arte non è il vostro forte potete puntare all’Île d’Orléans. A
15 minuti dal centro città, quest’isola di 34 km di lunghezza e 8 di
larghezza ricorda una versione rural-chic degli Hamptons americani.
Straripante di indirizzi gourmet (da non perdere le meringhe ai mirtilli e
lo sciroppo d’acero di Monna & Filles) è casa del Musée Félix Leclerc,
dedicato al cantautore che visse allungo su questa striscia di terra
immersa nel San Lorenzo.
La regione del Quebec gode anche di condizioni eccezionali per la
qualità della neve: ogni inverno ne cade una media di 400 cm! Vicino
alla capitale sono diverse le stazioni sciistiche di cui approfittare: Il
massiccio del Charlevoix, con la sua vista mozzafiato sul San Lorenzo,
oppure il Monte Sant-Anne, luogo prediletto per le sciate in giornata, in
grado di sedurre ogni tipo di sciatore.
Una menzione speciale la merita il quartiere Saint-Roch. Recentemente
segnalata anche dal New York Times, la rue Saint-Roch è passata da
luogo derelitto a quartiere trendy in stile “Brooklyn”, con i suoi negozi
di giovani stilisti emergenti, café e ristorantini alla moda – da non
perdere La Planque, Le Cloché Perché e Le Cercle – oltre che ai
mercati coperti per veri gourmet come la Fromagerie des Girondines,
Camelia Sinensis in cui scoprire il Té del Labrador, o il centro olistico
OM Prana, dove assaggiare la torta vegana al lime, e il Poutineville per
provate la tradizionale pietanza locale accompagnata rigorosamente da
patatine appena fritte!
Questo quartiere, che i locali chiamano ironicamente “Le nouvo StRoch”, è anche la sede del noto FRIMA Studio e dell’Università Laval,
la prima università fracofona d’America. Immancabile in zona un hotel
dal gusto hipster, L’Auberge Le Vincent.
Per finire val la pena pare un salto a Wendake. A 15 chilometri dalla
città, nel cuore del territorio indiano urone-wendat, si trova l’hotel-
museo delle Prima Nazioni, che invita a tuffarsi nei racconti dei nativi
americani, nel pieno comfort contemporaneo. All’iterno della “long
house” di legno, di fronte a un fuoco scoppiettante, riscaldati da pelli
animali si resta incantati dalle storie raccontate da Yolande Okia
Picard, che avvolta nel suo costume urone rievoca storia e leggende del
suo popolo. Un’esperienza unica che si completa con una degustazione
di tè del Labrador cullati dal sottofondo del fiume St-Charles.
di Olivier Rohrbach