Georgia, la guerra dei missili Putin minaccia anche la Nato

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Georgia, la guerra dei missili Putin minaccia anche la Nato
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CENTRODESTRA
AMMINISTRATORI E PARTITI
Dalla periferia emergono nuovi leader
non più locali, non ancora nazionali.
Con loro Pd e Pdl devono fare i conti
Il Pdl fa acqua: ieri fumata nera al vertice
tra An e Forza Italia sulle regole del nuovo
partito. Contrasti anche sulla “reggenza”
POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN ABB. POST. 353/2003 (CONV. IN L. 27.02.2004, N.46)
ART.1, COMMA 1, DCB ROMA
MARTEDÌ 19 AGOSTO 2008
D.L.
ANNO VI • N°165 • € 1,00
Gli Usa accusano Mosca di installare armi contro l’ex repubblica sovietica. Giallo sul ritiro
La correzione
culturale
di Veltroni
MARIO
LAVIA
N
anni Moretti non è più lo
«splendido quarantenne» di
Caro diario, nemmeno quello della breve stagione girotondina e
probabilmente neppure l’ossessionato alter ego del Caimano. Taglia
oggi il traguardo della 55 primavere, Nanni – ovviamente tanti auguri – con
un di più di
Sfuggire alla crepuscolare
omologazione consapevolezza della
senza cadere crisi morale
del paese.
nei vizi
Perché l’Itaminoritari
lia è in crisi.
e aristocratici Crisi di memoria, certamente; e
un’opinione pubblica che memoria non ha non possiede neppure
capacità di critica, smarrendo così
le lezioni del proprio passato, il
senso del proprio presente: del
futuro nemmeno a parlarne. E la
politica, in questo gorgo, ci finisce
a piedi uniti.
Parliamoci chiaro. Chiunque
abbia girato qualche spiaggia e
parlato con le persone in carne e
ossa avrà ascoltato tante parole
disilluse: ma cosa divide il Pd da
Berlusconi? Cosa fa, concretamente, Veltroni? Morte le ideologie,
cosa resta della lotta politica? È
chiaro che non basta rispondere:
facciamo una petizione. O una
manifestazione. Anche se non sono cose da buttare via, di questi
tempi. Serve la politica di lunga
durata, ri-costruire un senso comune, insediare un nuovo partito
di milioni di persone, giorno per
giorno. Con buona pace di Di Pietro, delle frasi a effetto, dei referendum salvifici, ammesso che si
facciano.
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Georgia, la guerra dei missili
Putin minaccia anche la Nato
Oggi vertice dell’Alleanza atlantica per aiutare Tbilisi, la Russia si ribella
M
issili russi puntati su Tbilisi.
Per il Pentagono Mosca ha
installato degli SS-21, testate a corta gittata, in Ossezia del sud, la
provincia ribelle e filorussa della
Georgia. Mosca smentisce seccamente. La tensione tra la superpotenza e la potenza “riemergente”
sale ancora. E oggi, al vertice dei
ministri degli esteri della Nato, in
programma a Bruxelles, le diver-
genze potrebbero ulteriormente
consolidarsi. L’ambasciatore russo
presso la Nato, Dmitry Rogozin, ha
minacciato di sospendere la cooperazione con l’Alleanza atlantica, che
tra alti e bassi va avanti da vent’anni. Intanto la Polonia, dove la Rice
è attesa nella serata di domani, ha
confermato che siglerà con Washington l’intesa sullo scudo stellare.
Sul campo, in Georgia, si registra
o Biden? Evan Bayh? Bill Richardson? Tim Kaine? O addirittura la stessa Hillary? Ormai è
questione di ore per Barack Obama. La scelta del suo “running
mate” non è più rinviabile. E secondo un tam tam insistente, il
senatore di Chicago Barack Obama dovrebbe annunciare al massimo entro dopodomani il nome
del suo vice.
Al momento, il più quotato è i
Biden, presidente della commis-
In edicola con Europa
venerdì 22 agosto
per coprire le buche delle strade,
Moccia, Muccino o Zeffirelli?
PIERLUIGI
CASTAGNETTI
C
ome ogni anno, anche in questo cinquantaquattresimo anniversario della morte parliamo di
Alcide De Gasperi. Ricordarlo,
senza trascinarlo strumentalmente nel presente, serve anche al presente.
Serve ai politici di oggi come
forma di “autocoscienza comparata”, e serve ai giovani di oggi per
“scoprire” un ideale di uomo politico realmente esistito e, dunque,
possibile anche oggi.
Sono infinite le lezioni lasciateci dallo statista trentino, scomparso il 19 agosto 1954.
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BLOG DA PECHINO
I
eri sono andata a vedere la mia
prima gara olimpica. Per arrivare
allo stadio si è obbligati a prendere
la metropolitana: ogni persona è così costretta a passare il check di sicurezza. All’inizio di ogni fila c’è un
cartello giallo, ben visibile, che riporta un elenco di quello che è severamente proibito fare e portare all’in-
STEFANO BALDOLINI
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sione esteri del senato, considerato un formidabile “attack dog” nei
dibattiti telvisivi, nel breve periodo
la qualità più importante richiesta
a un numero due.
Evan Bayh è un clintoniano di
ferro, il governatore della Virginia,
Tim Kaine lo “copre” su un importante stato in bilico mentre il governatore del Nuovo Messico Bill
Richardson, di madre ispanica, gli
dà un vantaggio nel decisivo elettorato latino.
La pagina
della cultura
ANTIGONE LIBERA
DAL LUTTO
Il racconto di Forest in
prima assoluta in Italia
ALESSANDRA BERNOCCO
A PAGINA
L
a cosa migliore sarebbe che
non si aprisse alcun conflitto, fra Sergio Chiamparino e il
Pd torinese, ma lo stesso discorso vale a Bologna, a Firenze, a
Milano, dappertutto. Prima di
innescare polemiche, i dirigenti
democratici dovrebbero ricordare la condizione di difficoltà di
cui l’intero partito soffre, agli
occhi dell’opinione pubblica.
Visto però che il conflitto è
ineliminabile, e che
Chiamparino magari al
farebe i suoi colleghi Pd
be anche
(anche di
bene chiadestra): vanno rirsi le
idee una
sostenuti, non volta per
tutte, la
contrastati
forza delle
ragioni e
della posizione di Chiamparino,
e di altri che si trovano in situazioni analoghe appare incomparabile con quella dei dirigenti di
partito, per quanto questi ultimi
possano essere stati selezionati
dalle primarie interne.
Nei grandi partiti, non solo
progressisti, chi ha vinto importanti elezioni amministrative,
governa col consenso popolare
e si è distinto per il proprio lavoro è sempre – di fatto o di diritto
– il leader sul proprio territorio.
È il volto del partito davanti a
una platea molto più ampia di
quella degli iscritti. Vale per
Chiamparino come per Galan o
Alemanno a destra, piacciano o
no. Dalle rispettive parti andrebbero difesi e sostenuti, non contrastati, almeno fino a quando
qualcuno non penserà di poter
fare meglio di loro davanti all’intero corpo elettorale.
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Chiuso in redazione alle 20,30
BLOG DA VIA DI RIPETTA
Gli atleti hanno dimenticato il Tibet
FRANCESCA
MUSIANI
Scudo stellare,
la Rice a Varsavia
La politica come professione
manno. Grandi competenze per
i romani discutono: chi meglio
MATTEO TACCONI
DE GASPERI
Sarà utile la commissione Ale-
grandi emergenze. Sulle spiagge
Vittorio Strada:
«Cremlino diviso»
Biden favorito per il ticket?
A ore la scelta di Obama
J
SPECIALE CONVENTION
R O B I N
Buche
l’inizio del disimpegno da parte dei
militari russi. Il governo georgiano
ritiene tuttavia che l’Armata russa
non abbia la minima intenzione di
smobilitare. Lo stato maggiore di
Mosca, al riguardo, ha precisato
che i militari si ritireranno da Gori
e dalle altre zone di guerra in territorio georgiano, ma non dall’Ossezia del sud e dall’Abkhazia, l’altra
regione separatista.
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La forza
degli eletti
dal popolo
terno dello stadio: ai primi posti c’è
il divieto di portare tamburi e trombe, all’ultimo quello di introdurre
pistole. In questa lunga lista si trova
anche il divieto di portare con sé
materiale propagandistico, divieto
che non impedisce al pubblico e agli
atleti la possibilità di esibire la bandiera della propria nazione. Nei giorni precedenti l’apertura di questi
Giochi c’era molta attesa su quali
sarebbero state le trasgressioni di
questo divieto, nel timore che qualche “Free Tibet” si infilasse nelle
premiazioni, e come le autorità cinesi avrebbero reagito. Mano a mano
che i giorni di gara scorrevano l’attesa è scemata e la tensione se n’è andata. E oggi chi se lo ricordo più quel
divieto? Aldo Montano l’ha buttata
sul ridere. Sul podio si è portato la
bandiera amaranto della sua città e
sulle mani il numero 0586, il prefisso di Livorno.
Oggi su www.europaquotidiano.it Il contributo della sanità all’economia Ue
Non solo medaglie, Pechino ha già vinto
GIOVANNI
COCCONI
A
differenza delle azioni, le
medaglie si contano, non si
pesano. E la Cina ha già vinto.
Osservatori più esperti di noi dicono che gli ori di Pechino saranno alla fine comunque più numerosi di quelli americani.
Obiettivo centrato, dunque.
Yankee go home. Ma se i Giochi
proseguiranno così, si dovrà ammettere che la Cina ha vinto anche sui tanti profeti di sventura
che (in qualche caso con buoni
argomenti) speravano in Olimpiadi diverse.
Prendi il Tibet. Fino ad oggi
non c’è stato un solo atleta che,
sul podio, abbia ricordato la causa del popolo oppresso dal gigante asiatico, i diritti civili negati,
la libertà di parola sotto schiaffo.
Prendi l’inquinamento. Si era
detto che la nuvola di smog che
copre la capitale avrebbe impedito di avvicinare i record mondiali nell’atletica. La memorabile
gara di Usain Bolt nei 100 maschili ha smentito anche queste
Cassandre. Per paradosso anche
il record tutto americano dell’americanissimo Michael Phelps aiuterà Pechino 2008 a entrare nella leggenda.
@ Deficit per la bilancia commerciale dell’Eurozona a giugno @ Anci, rapporto immobiliare 2008 delle città italiane