Nozioni elementari di calcolo differenziale e integrale
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Nozioni elementari di calcolo differenziale e integrale
Laboratorio I - Corso di Laurea in Fisica Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università del Salento Nozioni elementari di calcolo differenziale e integrale DIPARTIMENTO DI FISICA E INFN UNIVERSITÀ DEL SALENTO a.a. 2013/2014 © L. Renna - Dipartimento di Fisica 1 Laboratorio I - Corso di Laurea in Fisica Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università del Salento Sommario 1 2 3 4 5 Funzioni ............................................................................................................... 3 Derivate ................................................................................................................ 4 Integrali ................................................................................................................ 5 Sviluppi in serie ................................................................................................... 7 Funzioni di due variabili ...................................................................................... 7 © L. Renna - Dipartimento di Fisica 2 Laboratorio I - Corso di Laurea in Fisica Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università del Salento 1 Funzioni Si considerino delle grandezze B che dipendono da un’altra grandezza A, nel senso che, fissato il valore x di A, resta ben determinato il valore y di B. Esempi: 1. La radice quadrata di un numero dipende dal valore di questo numero. 2.La pressione atmosferica in una data località dipende dall’istante di tempo in cui viene misurata. Questa proprietà 1. Può essere tradotto in una formula 2. È di natura sperimentale. Il valore x di A non può essere fissato arbitrariamente. Definizione: Se, dato un insieme E di punti dell’asse x esiste una legge che associa ad ogni punto x di E un ben determinato numero reale y, diremo che y è una funzione della variabile (o del punto) x, definita nell’insieme E. Per indicare ciò si usa la notazione (1) y f (x) Spesso si scrive semplicemente f(x) o f. Le funzioni si rappresentano nel piano cartesiano ortogonale xOy (figura 1). Figua 1 L’insieme dei punti P(x,y) forma una figura che si chiama diagramma o grafico della funzione. Figura 2 Alcune rappresentazioni di funzioni elementari sono riportate in figura 2. 3 Laboratorio I - Corso di Laurea in Fisica Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università del Salento 2 Derivate Sia data la funzione y = f(x) definita in un intervallo E e sia x0 un fissato punto di E. Aumentiamo x0 di un arbitrario incremento Δx su E e denotiamo con ( f ( x0 ) o) y y si chiama f ( x0 x) f ( x0 ) il corrispondente incremento. Il rapporto x rapporto incrementale della funzione y = f(x) relativo al punto x0. Esso è una funzione della variabile x . Per ogni fissato valore x0 della variabile x e dell’incremento Δx, il rapporto incrementale fornisce la pendenza della passante per i punti (x0, f(x0)) e (x0 +Δx, f(x0+Δx)) (retta s1 in figura 3). Figura 3 L’equazione della retta s1 è: f ( x0 ) (2) y f ( x0 ) ( x x0 ) x Diminuendo progressivamente l’incremento Δx si ottengono rette, quali la retta s, sempre più vicine alla tangente alla curva t nel punto (x0,f(x0)). È chiaro che nel limite di x 0 la retta s tende alla tangente t. Si definisce derivata della funzione f(x) in x, e la si indica col simbolo f ( x0 ) , il limite per x 0 (se esiste determinato e finito) del rapporto incrementale: f ( x) . (3) f ( x0 ) lim x 0 x Il significato geometrico, deducibile dalla figura 3, è che la derivata è uguale alla pendenza della tangente alla curva in x0. L’equazione della tangente t è allora: y f ( x0 ) f ( x0 )( x x0 ) (4) Altri simboli per la derivata sono: df ( x) , Df (x) . dx 4 Laboratorio I - Corso di Laurea in Fisica Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università del Salento La derivata f ( x) g ( x) è a sua volta una funzione la quale rappresenta l’andamento della pendenza delle tangenti in ogni punto del dominio E della f(x). dx Per la derivata rispetto al tempo della variabile x(t) si usa anche il simbolo x . dt Si definisce anche la derivata seconda d 2 f ( x) d df ( x) dx 2 dx dx e il differenziale df ( x) df ( x) df ( x) x dx . dx dx (5) (6) Tabella 1 Alcune derivate elementari u e v indicano funzioni arbitrarie di x, a ed n sono delle costanti dx da d du 1 0 (au ) a dx dx dx dx d du dv d n d 1 (u v) x nx n 1 ln x dx dx dx dx dx x d x d dv du d e ex (uv) u v sin x cos x dx dx dx dx dx d d d du dv cos x sin x tan x sec 2 x [u (v)] dx dx dx dv dx Alcune derivate elementari sono riportate nella tabella 1. 3 Integrali Consideriamo ora il problema inverso a quello analizzato nel paragrafo precedente: data una funzione f(x) in un intervalle E, vogliamo definire in E un’altra funzione F(x) che abbia per derivata la f(x). Si tratta allora di risolvere l’equazione dF ( x) (7) f ( x) dx nell’incognita F(x). Se esistono delle funzioni F(x) verificanti la (7), esse si chiamano funzioni primitive della f(x). Una qualsiasi funzione primitiva della funzione continua f(x) si chiama integrale indefinito della f(x) e si indica col simbolo f ( x)dx . (8) Questa notazione è equivalente alla seguente: 5 Laboratorio I - Corso di Laurea in Fisica Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università del Salento x F ( x) f (t )dt c (9) a dove c è una costante arbitraria ed a un punto comunque fissato nell’intervallo E. La (9) rappresenta tutte le primitive di f(x). Si può estendere a un intervallo [a, b] l’integrale della funzione f(x), che si scrive: b f ( x)dx . (10) a All’integrale esteso a un intervallo [a, b] si può dare un notevole significato geometrico quando in tale intervallo si ha sempre f ( x) 0 . Figura 4 Costruito il grafico della funzione, si può considerare la regione piana A luogo dei punti (x, y) che verificano le a x b , 0 y f ( x) 1, cioè limitata dalla curva y f (x) e dalle rette x = a, x = b. Si dimostra che l’area di A è uguale all’integrale della f (x) estesa all’intervallo [a, b]: b Area di A f ( x)dx . (11) a Tabella 2 Alcuni integrali indefiniti elementari a meno di una costante additiva arbitraria adx ax dx x (u v)dx u dx v dx x dx x n 1 n 1 n e x dx e x cos x dx sin x au dx a u dx (n 1) 1 x dx ln x u dx dx uv v dx dx sin dx cos x tan x dx ln sec x e dv du ax 1 dx e ax a La limitazione f(x) 0 può esseree rimossa se si considerano negative le porzioni di superficie situate al di sorro dell’asse x. 1 6 Laboratorio I - Corso di Laurea in Fisica Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università del Salento 4 Sviluppi in serie Sotto opportune condizioni, alcune funzioni si possono convenientemente rappresentare sotto somma di potenze. La convenienza consiste nel poter approssimare una funzione con una lineare (o quadratica). Sviluppo (1 x) n 1 nx Tabella 3 Alcuni sviluppi in serie Approssimazione ( x 1 ) n(n 1) 2 x ( x 2 1) 2! (1 x) n 1 nx ex 1 x x 2 x3 2! 3! ex 1 x sin x x x3 x5 3! 5! sin x x cos x 1 x2 x4 2! 4! cos x 1 5 Funzioni di due variabili Per rappresentare il valore di una funzione di due variabili occorre considerare un grafico a tre dimensioni. In questo spazio la funzione è rappresentata da una superficie. Consideriamo uno spazio cartesiano ortogonale a tre dimensioni (figura 5) di coordinate (x, y, z). Figura 5 7 Laboratorio I - Corso di Laurea in Fisica Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università del Salento Un punto P in tale spazio può essere la rappresentazione del valore di una grandezza fisica che varia in un piano, ad es. la temperatura o la pressione in una data regione. Una funzione z f ( x, y) è rappresenta graficamente da una superficie (figura 6). Figura 6 (a) (b) Figura 7 8 Laboratorio I - Corso di Laurea in Fisica Facoltà di Scienze M.F.N. dell’Università del Salento Una funzione di due variabili può essere derivata sia rispetto alla variabile x che rispetto alla variabile y: ciascuna di tali derivate si chiama derivata parziale. La derivata parziale rispetto a x della funzione di due variabili z = f(x,y) è la derivata della funzione f in cui la variabile y è trattata come una costante. Analoga definizione è data per la derivata rispetto a y. In simbolo: , . x y Ad esempio, le derivate parziali della funzione z 2 xy 2 1 , sono: (2 xy 2 1) 4 xy . (2 xy 2 1) 2 y 2 , x y Geometricamente è facile vedere che la derivata parziale rispetto a x è la derivata della funzione della sola variabile x che sui piani y = costante è rappresentata dalla curva ottenuta dall’intersezione della superficie f(x,y) con ciascuno di quei piani (figura 7). Il differenziale di una funzione applicato alla funzione di due variabili z = f(x,y) si scrive: f ( x, y ) f ( x, y ) (12) dz dx dy . x y Ad esempio, se z 2 xy 2 1 , si ha: dz 2 y 2 dx 4 xydy . 9