Una nuova indagine per il carcinoma prostatic

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Una nuova indagine per il carcinoma prostatic
ONCOLOGIA
A cura di Rocco Milano - Nadia Papasergio *
Cromogranina A:
marker biochimico
nei tumori neuroendocrini
Nuove applicazioni al carcinoma della prostata
tumori neuroendocrini (NET) sono neoplasie
di difficile e tardiva diagnosi a causa delle ridotte
dimensioni, crescita lenta e sintomatologia
aspecifica o addirittura silente. Una delle
caratteristiche più rilevanti di tali neoplasie è la capacità di
sintetizzare e di rilasciare in circolo un'ampia gamma di
molecole dotate, in numerosi casi, di attività ormonale.
Lo sviluppo di metodi di dosaggio immunologico ha
permesso la determinazione dei livelli plasmatici di tali
sostanze.
La Cromogranina A è considerata un marcatore
bioumorale specifico di NET. Tale molecola appartiene alla
famiglia delle cromogranine/secretogranine presenti nei
granuli secretori delle cellule di origine neuroendocrina.
Essendo presente nei tessuti neuroendocrini, costituisce
un eccellente marcatore tissutale in immunoistochimica per
i tumori di origine neuroendocrina. Inoltre, la cromogranina
A co-rilasciata nel circolo sanguigno con i peptidi e gli
ormoni contenuti nei granuli
secretori, costituisce un utile
marcatore ematico di attività
neuroendocrina.
Numerosi studi condotti negli
ultimi decenni hanno evidenziato
che i valori di Cromogranina A
correlano con l’estensione e
l’evoluzione clinica della malattia.
E’ stato infatti dimostrato che elevati
valori di Cromogranina A alla
diagnosi costituiscono un fattore
prognostico indipendente dagli altri parametri di malattia
e sono predittivi di una minore sopravvivenza globale.
I livelli plasmatici di Cromogranina A risultano di grande
importanza nel monitoraggio delle terapie antineoplastiche
e nella sorveglianza dei pazienti in follow-up.
I livelli circolanti di Cromogranina A sono elevati in
pazienti con timori carcinoidi del tratto gastroenterico,
tumori pancreatici di origine endocrina, feocromocitomi,
neuroblastomi e cancro polmonare a piccole cellule.
I tumori neuroendocrini rispetto alla loro capacità di
pugliasalute
- dodici -
rilasciare peptidi biologicamente attivi sono classificabili
in due categorie: tumori funzionanti e non funzionanti. I
tumori funzionanti o biologicamente attivi sono quelli che
rilasciano in circolo fattori di crescita, ormoni, o altri
mediatori. I pazienti affetti da tali neoplasie soffrono di una
complessa sintomatologia legata all’attività ipersecretoria
del tumore. Considerato il basso grado di profilerazione dei
tumori neuroendocrini, queste sindromi e la sintomatologia
correlata costituiscono l’aspetto invalidante della malattia.
I tumori neuroendocrini biologicamente inattivi e in alcuni
casi anche i carcinoidi, gastrinomi, glucagonomi,
somatostatinomi sono considerati neoplasie silenti dato che
non sono secernenti. Per questa ragione i NET non
funzionanti vengono spesso diagnosticati tardivamente e
già ad uno stadio metastatico.
In questo ultimo caso la misurazione dei livelli di
Cromogranina A plasmatica risulta particolarmente efficace
in quanto questo marcatore risulta espresso sia nei NET
funzionanti sia in quelli non
funzionanti.
Attualmente è disponibile un
test di laboratorio di tipo
immunoenzimatico per la misura
quantitativa dei livelli di
Cromogranina A nel plasma.
Recentemente è stata proposta
l’introduzione della Cromogranina
A fra i marcatori biochimici per la
diagnosi del carcinoma della
prostata, infatti i livelli plasmatici
si correlano in maniera proporzionale ai pazienti con
ipertrofia prostatica benigna e a quelli con carcinoma della
prostata.
Nella prostata sono state descritte cellule endocrine di
tipo paracrino. Localizzate in particolare tra le cellule che
tappezzano i dotti maggiori ghiandolari, oltre agli aspetti
tipici delle cellule neuroendocrine, presentano prolungamenti
che si estendono tra le cellule epiteliali limitrofe. Producono
varie sostanze ad azione ormonale paracrina: serotonina,
calcitonina, somatostatina, ecc.
maggio 2004
Il ruolo funzionale di queste cellule consiste molto
probabilmente, nel modulare accrescimento e
differenziazione della ghiandola. I tumori neuroendocrini
prostatici possono configurarsi come neoplasie
compattamente costituite da cellule neuroendocrine ( solo
l’1% dei carcinomi prostatici) oppure come agglomerati
di cellule neuroendocrine nel contesto di un adenocarcinoma
(1,2,3).
Sembra inoltre che l’androgeno soppressione determini
un incremento di cellule neuroendocrine nel cancro alla
prostata.
La differenziazione neuroendocrina nei carcinomi
prostatici suggerirebbe, per alcuni autori (4) una prognosi
sfavorevole; il comportamento aggressivo potrebbe essere
riferito a più frequente differenziazione neuroendocrina in
carcinomi di stadio avanzato e/o refrattarietà della
componente neuroendocrina alla terapia ormonale da carente
espressione recettoriale per gli androgeni, e/o a promozione
della crescita tumorale mediata da alcuni mediatori:
bombesina, calcitonina, STH, ecc. (5).
L’identificazione di marcatori neuroendocrini, quali la
Cromogranina A nel circolo dei pazienti con carcinoma
della prostata può costituire un'indicazione di
differenziazione neuroendocrina.
In uno studio è stato infatti evidenziato un valore
prognostico negativo per elevati livelli di Cromogranina
A in pazienti con carcinoma della prostata refrattario alla
deprivazione androgenica, i livelli di Cromogranina A
correlano con una ridotta sopravvivenza (6). Un altro
aspetto rilevante è che il ruolo prognostico della
Cromogranina A è indipendente da quello del PSA e quindi
tale marcatore è in grado di fornire informazioni
complementari a quelle del PSA nei pazienti con carcinoma
della prostata.
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Bibliografia
1) di Sant’Agnese P.A.: “Neuroendocrine differentiation in carcinoma
of the prostate”. Cancer 70, 254 – 269, 1992.
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3) di Sant’Agnese P.A.: “Neuroendocrine differentiation in the
precursors of prostatic cancer”. Eur. Urol. 30, 185 – 190, 1996
4) Cohen R. J., Glezerson G.Haffejee Z., et al.: “Prostatic carcinoma:
histological and immunohistologicl factors affecting prognosis“. Br. J.
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5) Alberti C.: Tumori neuroendocrini: elementi di interesse per
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6) Berruti A., ct al.: “Circulating neuroendocrine markers in patients
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