CAP. I RAPIMENTO E DEVASTAZIONE NELL
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CAP. I RAPIMENTO E DEVASTAZIONE NELL
CAP. I RAPIMENTO E DEVASTAZIONE NELL’IMMAGINARIO EDIPICO FEMMINILE L’ODIO X LA MADRE. L’Edipo femminile x FREUD Il mito di Edipo, è quell’apparato che permette a ciascun sesso di attivenire alla frustrazione sessuale. Il mito di Edipo, viene ripreso da Freud, che ne fa una costellazione performativa, una teoria, un complesso, il passaggio di ogni uomo. I due elementi che fanno il complesso edipico sono • L’uccisione del padre • Il desiderio della madre, desiderio di possedere in esclusiva la madre e di togliere di mezzo il padre, vi è in tutti i bambini. Il bambino che entra nell’edipo, trova la rivalità con il padre, che genera l’origine del senso di colpa verso il padre che cerca di staccare il bambino dalla madre. Il rapporto normale con il padre, sarà sempre contrassegnato dal rapporto di amore ed odio e senso di colpa, nell’edipo lo riscontriamo nell’accecamento (castrazione). L’edipo è il passaggio in cui, dall’attaccamento alla madre ed il suo possesso, interviene un terzo, il padre, che si desidera eliminare. Per Freud la castrazione è legata strettamente all’Edipo. Il complesso di castrazione, a differenza dell’edipo, che considera universale, non è in tutti, egli considera la castrazione, una patologia, una minaccia di essere castrati dal padre, a causa del desiderio incestuoso che il bambino ha verso la madre. Il complesso di Castrazione, acquisisce sempre più importanza, perchè lo ritroviamo anche nell’età adulta, adifferenza dell’edipo che si esaurisce, l’angoscia di perdere qualcosa, quindi non più la castrazione intesa verso la paura del padre, ma in forma più generalizzata. Freud, disgiungendo questi due complessi, attiva la teoria dell’edipo femminile e della castrazione femminile. Freud, si rende conto che lo studio sulla bambina non è più un riflesso dell’edipo maschile (complesso di elettra). L’uomo e la donna, sono in tal senso asimmetrici. Quando il bambino vede il sesso femminile, una volta entrato nell’edipo, pensa che egli può perdere davvero il fallo, vedendo che la femmina non lo possiede, sempre a causa della rivalità con il padre, quindi l’angoscia di castrazione, spinge il bambino ad abbandonare la madre, quindi egli rinuncia al godimeno pulsionale, per identificarsi simbolicamente al padre, egli vorrà essere come il padre, l’edipo va dunque in pezzi ed al suo posto, si instaura l’istanza del super io, l’istanza è interiorizzata e non c’è più bisogno del padre Edipico che era una minaccia, quindi egli comincia a divenire autonomo e autoregolante. Rimane però l’angoscia della castrazione. Simbolicamente egli riceve il fallo simbolico del padre, che gli permetterà di occupare il suo posto nella società, avrà una sua donna e potrà trasmettere a sua volta il testimone della virilità ai suoi bambini. PER LA BAMBINA Per la bambina, la castrazione immaginaria esiste già in partenza, quando la bambina vede il sesso maschile, formula un giudizio immediato: ella ha visto, sa di non averlo e vuole averlo. Questa è quella che Freud chiama INVIDIA DEL PENE o PENISNEID. Enra in gioco quindi, lo scivolamento delle equivalenze simboliche, cosicchè la bambina che primordialmente ha il suo oggetto d’amore riposto nella madre, cambia amando il padre, lascia quindi il primo oggetto d’amore e entra nell’edipo attaccandosi al padre. Nei confronti della madre si instaura gelosia per la contesa del comune oggetto d’amore. La bambina avrà con la madre un OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® rapporto di odio-amore. Le angoscie in gioco della bambina sono di vita e di morte, la bambina teme di essere uccisa dalla madre. Però diversamente che nel bambino, nella bambina non c’è la spinta ad uscire fuori dall’edipo, l’amore per il padre rimane per tutta la vita, ella non avrà mai ragioni sufficienti per lasciare il padre in quanto la madre non potrà trasmettergli il testimone. L’uomo è amato in quanto padre. Per Freud la donna non avrà la stessa autoregolazione dell’uomo e questo è per Freud un limite. L’INVIDIA PER LA VITA. L’Edipo per M. Klein Il suo contributo teorico sullo sviluppo del bambino rovescia la teoria freudiana. Per la Klein l’Edipo è in funzione sin dai primi stadi dell’evoluzione del soggetto. Ed è attraverso una chiave di lettura edipica che si possono interpretare i “fantasmi del bambino “sin dalla fase orale. L’equazione simbolica Pene = Bambino riguarda i bambini di entrambi i sessi ed è preceduta dall’equazione Seno = Bambino = Pene . Il pene acquisisce valore in quanto sostituto del seno. L’amore e l’aggressività sono dunque diretti verso questo contenuto prezioso del corpo della madre di cui l’infante desidera appropriarsi. Seno e pene sono i due oggetti primari. La Klein non enuncia un problema simbolico per la bambina perché considera che l’identificazione alla madre sia il viatico per un’assunzione della propria posizione sessuata. La Klein trova che il problema si ponga per il bambino maschio che deve mutare posizione passando dalla posizione femminile nei confronti della madre, alla posizione attiva nei confronti del pene. Per la Klein il rapporto del lattante con il seno è inevitabilmente votato ad una insoddisfazione. Il lattante non potrà mai approfittarsene completamente, il movimento verso l’approprioazione scivola in attacco al corpo della madre. La frustrazione orale è dunque strutturale, egli vorrebbe averlo tutto e sempre a disposizione;poiché questo non è possibile, l’odio si innesta sull’amore. Il seno odiato deve essere distrutto. A questi attacchi segue l’angoscia della ritorsione. L’invidia è l’effetto distruttivo che mira a colpire l’oggetto prezioso della madre proiettando in lei le parti + distruttive di sé. Questo è il modo originario di manifestarsi della pulsione di morte ed è la prima lotta tra pulsione di vita e di morte. L’operazione psichica fondamentale affinché il soggetto possa sopportare la pulsione di morte è la separazione dell’oggetto in un oggetto cattivo esteriorizzato ed uno buono introiettato, da amare e dal quale essere amato. Se si stabilizza questa separazione darà luogo alla sicurezza che presediede alla futura integrazione dell’Io. L’invidia è l’espressione della pulsione di morte non distinta dalla pulsione di vita ed ha effetto di minare questa scissione precoce tra seno buono/cattivo. Per Klein la costituzione di un oggetto buono è il frutto della operazione del soggetto che riesce ad investire la libido in modo stabile. L’idea di Melanine Klein è che per entrambi i sessi è la frustrazione orale a spingere il soggetto nell’Edipo. L’impossibilità di possedere totalmente il seno materno e la madre stessa fa entrare in scena il padre, come colui che ha portato via la madre, sin dalla fase orale. Dunque gli stadi si mescolano a più riprese. L’Edipo è fortemente influenzato dal rapporto del bambino con il seno, se questo rapporto è disturbato allora la rivalità con il padre si infiamma. Il legame tra invidia e l’Edipo è molto stretto. L’invidia conferisce all’Edipo le caratteristiche che assumerà nei vari casi. Dunque l’Edipo è tanto + difficile quanto + è intensa l’invidia nei confronti della madre. Melanie Klein fa della devastazione immaginaria una tappa strutturale del soggetto. Come si costruisce una donna. L’Edipo secondo Lacan Per Lacan, la donna manca del fallo, ma rispetto al godimento, è un supplemento senza forma, che tende a prendere la forma dell’eccesso, (eccesso della bulimia, anoressia ecc) e dell’eccesso mortifero (godimento supplementare). La devastazione tra madre e figlia, viene dal fatto che la madre non può trasmettere il testimone della femminilità, strutturalmente questo non esiste in termine simbolico e viene vissuto come una mancanza. Quindi si innesca l’odio devastante e resiste fino a quando non si ha la consapevolezza OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® che questo testimone non può essere trasmesso, sarà compito della figlia convivere con questo godimento femminile e dovrà lei capire che la madre è donna come lo è lei. Per Lacan, il padre ha una funzione di limite (può anche non essere il padre reale), il limite dell’adesso basta! L’uomo desidera la donna Puttana ma ama una donna vergine e madre. Secondo Lacan donne si diventa. L’uomo pure è definito nella sua posizione sessuale, dal simbolico e dal passaggio attraverso l’Edipo. Lacan introduce in psicoanalisi la distinzione di 3 registri : • Reale • Simbolico • Immaginario Così Lacan distingue il pene, organo reale, dal fallo, organo immaginario che entra nella dimensione simbolica nella funzione di dono. Introduce 2 termini che orientano in modo nuovo la problematica dell’evoluzione femminile. Alla coppia di Klein la madre e il bambino, aggiunge un terzo elemento, il “fallo immaginario”, che con i primi 2 compone la “triade” dei fantasmi infantili e a questo aggiunge un 4 elemento simbolico : La Funzione Del Padre. Tra gli oggetti immaginari si distingue il fallo come oggetto sul quale si condensa l’investimento lipidico a partire dalla fase genitale. La fase fallica, a differenza di quella genitale, non è organizzata da un godimento dell’organo che trova corrispondenza nell’organo del sesso, ma ancora imperniata sulla prevalenza di un organo unico per entrambi i sessi. Il fallo organizza il funzionamento libidico ed è la versione immaginaria idealizzata del pene. . Ne consegue che le 3 relazioni che in psicoanalisi descrivono il rapporto con l’oggetto sono relazioni che declinano non l’oggetto ma la sua mancanza sui 3 registri. La frustrazione, la castrazione e la privazione, corrispondono a 3 tipi di mancanza: 1. reale 2. immaginaria 3. simbolica MANCANZA Simbolica Castrazione OGGETTO Immaginario Immaginaria Frustrazione Reale Reale Privazione Simbolico Gli effetti della scoperta sulla bambina sono inesplicabili, se non si considera che l’organo in questione, il pene, non vale come organo reale, in quanto simbolico. Sul piano reale, un essere non può sentirsi privato di qualcosa che per definizione non ha. Il nuovo concetto di frustrazione che ci aiuta nella comprensione dell’invidia. Nella frustrazione l’oggetto in gioco è reale. La frustrazione è il momento in cui la bambina è presa nella relazione speculare con la madre, nella quale il fallo circola nella forma immaginaria. Per uscire dalla frustrazione è necessario che si attivi il 4 termine, il Padre, ed entri in funzione il registro simbolico. Per Lacan l’Edipo è da intendersi come una macchina simbiloca che trasforma gli elementi che vi entrano. Il soggetto, il desiderio, l’oggetto, entrano in un modo ed escono in un altro. Ciò che si può riconoscere sotto il nome di preedipico è la triade immaginaria Madre-BambinoFallo. OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® Per il maschio le cose procedono con linearità e chiarezza;il patto simbolico introdotto dall’entrata in gioco del padre lo istituisce come avente diritto al fallo, ma l’uscita dalla frustrazione è più problematica x la bambina. Il Fallo Per Una Donna Secondo Lacan gli oggetti kleiniani sono da prendersi come significantizzati;il soggetto non è solo con questi oggetti persi nel corpo materno ma l’elemento che va a completare la costrustruzione keniana è l’ Altro antecedente alla venuta al mondo del soggetto che prende la forma del desiderio dell’Altro materno. Il desiderio del bambino per gli oggetti del corpo materno si costituisce sulle tracce del desiderio della madre. Lacan ha introdotto il padre come elemento simbolico il bambino attraverso la madre incontra il padre. Questa è la svolta della teoria psicoanalitica Madre-Bambino-Padre (fallo). L’Edipo, è l’organizzatore del simbolico, è il dispositivo che lo mette in funzione. Sin dai primi stadi è attraverso l’incontro con il desiderio della madre che il bambino incontra il padre come 3 elemento. Il padre assegna il valore significante alla presenza o assenza della madre. Il fallo simbolico designa la cosa sulla sfondo della sua assenza, finchè esso rimane ancorato alla sua valenza immaginaria o al referente reale, non funziona come puro simbolo. Il fallo simbolico entra in funzione quando si stacca dal pene reale e dal luccichio di superiorità che lo caratterizza nell’immaginario. E’ x questo che il fallo simbolico è in primo luogo il fallo della madre. Nella madre in quanto assente, ma presente come operatore che organizza il desiderio materno, il fallo organizza la mancanza materna in desiderio e ciò serve ad orientare la posizione sessuata del bambino. Ciò che è decisivo per Lacan non è dunque se in bambino è soddisfatto o no, ma le condizioni dell’incontro con il desiderio con l’Altro materno. Che questo desiderio possa situare il bambino come desiderato o non desiderato, domandato o no, il rapporto ha un 3 elemento, che con il suo intervento farà trovare al bambino un significato. Il fallo è l’unico simbolo attraverso il quale il desiderio può farsi riconoscere, esso mantiene tutta la sua centralità nello sviluppo femminile e nel rapporto del bambino con la madre. A produrre un effetto destrutturate è quanto del rapporto della madre con il bambino non si costituisce come desiderio e quando di questo desiderio non si simbolizza nel passaggio ad una domanda rivolta al padre, ma per esempio si fissa nella forma immaginaria della rivendicazione narcisistica. Possiamo dire che è il godimento della madre, che non si organizza in desiderio, che produce un’effetto destrutturate sul bambino. Metafora paterna L’operazione che permette al bambino di accedere ad un significato sul suo essere è quella che Lacan chiama “metafora paterna” . la metafora paterna è la riscrittura dell’Edipo freudiano, l’estrazione della logica contenuta nel mito. Freud ha compreso l’universalità del mito di Edipo per gli esseri umani, ne ha fatto un complesso fondamentale che organizza la soggettività e le formazioni sociali. Nell’Edipo l’essenziale della funzione paterna è che il padre sia portatore di una legge che interdice il godimento. La metafora paterna trasforma il desiderio della madre ( X enigmatica) in un elemento del linguaggio, il fallo, esso rappresenta ciò che è desiderato dalla madre e il padre opera come separatore della coppia Madre-Bambino, fa quindi funzionare il fallo come significante. All’uscita della metafora paterna ciò che la madre desidera può dirsi sotto il simbolo del fallo, il bambino non è più imprigionato nella domanda senza risposta” cosa vuole da me?” , ma può leggere il desiderio della madre legato al significante che ha per lei valore fallico e se vorrà essere desiderato dalla madre dovrà situarsi sotto questi attributi. Il fallo in quanto significante separa il bambino dall’essere il fallo grazie all’intervento del padre come operatore di questo passaggio simbolico. OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® Nome-del-Padre ______________ Desiderio della Madre A . ___________________ Æ Nome-del-Padre ________ Desiderio della Madre X Fallo Cosa vuole la madre? La risposta stabilizzante della metafora paterna è : vuole il fallo legato al padre simbolico. La novità di LAcanrispetto a Freud è che pone il fallo come ciò che viene laddove manca . in questo senso entrambi i sessi mancano di qualcosa, la metafora paterna consente ad entrambi i sessi di assumere simbolicamente questa mancanza primaria . All’uscita dall’Edipo il bambino assume di “ di non aver qual che ha” cioè ha il pene ma non il fallo, la bambina di “non aver quel che non ha” cioè il pene e il fallo. Il fallo definisce due diverse posizioni sessuali, che per il sesso maschile si sostituisce all’avere per proteggerlo e per il sesso femminile un far finta d’esserlo per mascherarne la mancanza. L’invidia del pene L’invidia del pene è il modo in cui il fallo entra in gioco lungo la strada della sessuazione femminile e spinge la bambina ad entrare nell’Edipo. Nel caso in cui il pene sia sul registro immaginario, l’invidia del pene prende la forma del desiderio che la clitoride diventi un pene quindi la mancanza è assunta come “castrazione”. Sel il pene è sul registro reale l’invidia del pene prende la forma del desiderio del pene del padre e la mancanza si presenta nella forma della “frustrazione” , il soggetto si sente immaginariamente mancare di un oggetto che è reale. Se il pene è sul registro simbolico l’invidia del pene prende la forma del desiderio di bambino dal padre e la mancanza è vissuta come “privazione” che priva realmente il soggetto di un oggetto simbolico. Le 3 dimensioni della mancanza si alternano ed è attraverso questi passaggi che si compie l’entrata della bambina nel circuito significante, attraverso il 3 tempo dell’Edipo. CAP. II LA DEVASTAZIONE NELLA TRASMISSIONE GENERAZIONALE: simbolica. La filiazione La potenza strutturante della Metafora paterna organizza la soggettività in un ordine simbolico che le preesiste, con 2 effetti di stabilizzazione fondamentale. Da un lato il soggetto trova delle identificazioni che diano una rappresentazione al suo essere e dall’altro il rapporto con il suo godimento viene regolato dall’interdizione edipica e dalla sua localizzazione nell’organo fallico. La filiazione è il passaggio generazionale che consente di iscrivere in questo ordine simbolico ciascun nuovo nato. Il Nome del Padre scorre come significante di una rinuncia e di accesso di una trasmissione ed è necessaria affinché il soggetto possa sapere qualcosa della paternità o della sua esistenza. La conseguenza di quelle filiazioni in cui si confondono le generazioni e si sovrappongono i legami di parentela è una devastazione della personalità del soggetto, che si spinge fino ai limiti della psicosi. Si tratta di quelle filiazioni nelle quali al soggetto non è possibile reperire la linea di discendenza perché è nascosta dalla menzogna familiare. Esempio : un figlio, non è figlio del padre ma di un amante della madre, il quale viene presentato come zio e tutta la famiglia sostiene tale menzogna. In una situazione di falsificazione, il Nome-del-Padre non può assumere il desiderio che è in circolazione e quindi la riuscita della Metafora paterna è pregiudicata con un effetto di disordine nel sentimento di vita del soggetto, nel rapporto con la sua esistenza. OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® Lo scacco della Metafora paterna , cioè gli effetti della devastazione sono effetti di psicosi e la devastazione è una conseguenza della degradazione delle legge paterna quando non è all’altezza del suo compito. Esempio: Anna una ragazza ribelle e trasgressiva il cui padre ha uno stile di vita sregolato e egocentrico. CAP. III RAPIMENTO E DEVASTAZIONE DEL GODIMENTO FEMMINILE L’ESSERE FEMMINILE DALLA MANCANZA AL SUPPLEMENTO Psicosi e femminilità: invenzioni: un difetto nel Nome-del Padre al livello della filiazione o la sua preclusione ha effetto di devastazione simbolica. Il soggetto psicotico non può trovare una significazione al proprio essere attraverso il Nome-delPadre e il luogo del significante fallico si trova confrontato con un godimento che torna nel reale dei fenomeni elementari. A fronte di questa mancanza sul piano significante il soggetto deve inventare una soluzione che strutturi una forma vivibile per il suo essere e per il godimento non regolato dal fallo con cui è confrontato. Questa teoria trova i fondamenti in un caso discusso da Freud e ripreso Lacan : Schreber trova per la sua psicosi la soluzione in un fantasma, questo fantasma chiama in gioco la donna e consiste nella trasformazione in donna di Schreber stesso. E’ così che la donna fa il suo ingresso nella psicosi, non in quanto madre ma in quando correlata ad un supplemento, ad una invenzione, che prende il posto di ciò che non è garantito dal Nome-delPadre. E’ una novità nella psicoanalisi leggere la psicosi attraverso il concetto della donna, Lacan introduce la donna come concetto nuovo cioè non è più la donna costruita dall’Edipo ma la donna che sorge al di là del Nome-del-Padre . La soluzione che il soggetto trova al suo essere indeterminato è la soluzione edipica, universale per tutti i soggetti nevrotici, la soluzione che deriva dalla messa in funzione del 4 elemento(il padre simbolico), che interviene a regolare la distanza tra il bambino, la madre e il fallo. Questa soluzione positiva inventata dal soggetto è una intuizione feconda anche per elaborare una nuova teoria della femminilità. Lacan affaccia per la prima volta l’Ipotesi di un Al di là del fallo. L’ipotesi che si introduce è che nella vita pulsionale della donna non tutto si possa ricondurre all’operazione fallica. Ci sono voluti tre decenni perché potesse così articolarsi l’intuizione di Freud , la sua insistenza sulle difficoltà di spostare l’investimento erogeno dalla zona clitoridea alla zona vaginale, dall’attività alla passività, culminata nella sua osservazione finale che alla libido sia stata fatta una maggiore violenza allorché la si è costretta al servizio della funzione femminile. Giachè la formula che la libido è maschile non significa altro che essa è articolata al fallo. Una parte della vita pulsionale della donna rimane estranea alla operazione simbolica del fallo, questa è una sovversione della teoria della femminilità, ciò che viene a qualificare l’essere femminile non è più la mancanza del fallo immaginario ma un supplemento che viene al posto di ciò che non è marcato dal significante fallico. Lacan ebbe l’intuizione di andare oltre al concetto di fallo ed ha formulato l’enigma della femminilità . egli non riduce il femminile al passivo e il maschile all’attivo e capovolge la lettura freudiana dell’Edipo femminile come mancanza. Rispetto al fallo, la donna non è tanto quella che non ha, ma rappresenta ciò che è Altro. Altro assoluto rispetto all’uomo e rispetto alla donna stessa come soggetto che funziona nel regime fallico . OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® La donna si trova su un doppio registro: è iscritta(dentro) regime fallico in quanto soggetto, ma in quanto donna è anche Altro da questo, che non si definisce per essere complementare all’uomo ma intrattiene con l’uomo un rapporto particolare. La posizione femminile viene definita a partire dal godimento. Lacan postula un godimento Altro rispetto a quello fallico. Clinica della devastazione: nella clinica troviamo la devastazione ogni volta che la relazione tra donne oltrepassa una certa soglia, la soglia al di là della quale la distanza è data dal rispetto delle forme o della presenza di un terzo, che sia un uomo, un padre, un marito, un obbiettivo, insomma un termine esterno che organizza il desiderio. La devastazione è strettamente legata all’attesa, alla domanda. Una donna si attende qualcosa dalla madre. In questo luogo di questo qualcosa che è atteso incontra un’altra attesa, un vuoto che causa un gioco di specchi, un labirinto. L’attesa è l’attesa di un riconoscimento. Ma questo riconoscimento non è possibile. Da qui la devastazione. L’attesa non può essere delusa, il tradimento è profondo. L’unico modo che ha questa domanda di non produrre devastazioni è quello di mantenersi come domanda sospesa. Se la distanza tra le donne è mantenuta, allora l’attesa permane e permette all’amore di non tramutarsi in odio e devastazione. La distanza è mantenuta da una funzione attiva del padre che circoscrive questo godimento. Una verità fondamentale è nascosto nel gioco di specchi, una madre non è diversa da una figlia, quanto all’esser donna. La donna emerge nella figlia quando scopre che la madre non risponde su tutto nella trasmissione della femminilità, quello che rende donna la madre non si trasmette, ma prende forma del capriccio. Ma donna è anche la madre quando scopre che la figlie è un tradimento, un tradimento perché se l’ha pacificata per un certo tempo tenendo la funzione del fallo, è destinata a perdere questa funzione quando non è più bambina e diviene donna. Si rivela allora alla madre che la figlia non ha risolto il suo rapporto con la femminilità, l’ha resa madre ma nn donna, il godimento supplementare non è risolto dalla maternità. In questo la madre vive un furto da parte della figlia si sente privata di qualcosa che credeva di avere acquisito, il fallo nelle sembianze del bambino. La madre scopre, nella figlia, la donna al di là della figlia, e incontra la stessa frustrazione che la figlia ha incontrato, trovando nella madre, la donna al di là della madre. La donna e la madre sono 2 identità coesistenti in ciascuna. Essere madre non è la via per essere donna. La relazione madre figlia, che si perde in questo gioco di specchi, è impossibilitata a risolvere la questione del godimento supplementare, se non passando per un 3 elemento, il relais . Biancaneve e Cenerentola sono le prime a introdurre la devastazione come ineluttabile passaggio del rapporto con la madre, la madre”cattiva”. Nelle fiabe è tenuta prudentemente a distanza sotto la specie della matrigna. La madre buona si contrappone alla matrigna cattiva e si preserva la figura della madre buona. La clinica ci presenta ogni giorno gli effetti di questa devastazione nel vissuto più intimo dei rapporti con l’esistenza e con l’Altro dei soggetti femminili. Nelle forme + gravi l’intera vita del soggetto trascorre sotto l’imperio del capriccio materno. (leggere pag. 57/60) LO SGUARDO: INVIDIA E BELLEZZA L’etimo di invidia viene da “video” in latino vedere. L’effetto di invidia è strettamente legato alla visione, o all’immagine che un soggetto si fa di qualcosa che gli viene raccontato. L’esempio topico dell’invidia c’è offerto da un passaggio di Sant’Agostino, che descrive il bambino svezzato che guarda il fratellino attaccato al seno della madre con “sguardo amaro” . Lacan nota che ciò che amareggia e scatena l’invidia del fratello maggiore non è il desiderio per il seno della madre, poiché è svezzato. E’ per questo che si tratta di pura indivia. Quello che ha su di lui l’effetto di un veleno è lo sguardo. L ’effetto di invidia è legato allo sguardo. OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® Lo sguardo che il bambino getta sul fratellino gli ritorna come un’effetto velenoso, si ritrova decompletato e sospeso ad un godimento che gli manca, e che suppone al fratello lattante. Cosa si nasconde nella visione, che può produrre un’effetto soggettivo così disturbante? Il soggetto non è + il perciepiens della tradizione psichiatrica classica, il perciepiens unitario che recepisce e decide delle perceptum , più o meno bene, ma il perciepens è esso stesso prodotto dal perceptum, il quale è strutturato come la catena significante. Lacan copie un’operazione analoga allorché si appresta a definire il soggetto nel suo rapporto con la pulsione. La pulsione a partire dalla quale definisce il rapporto tra il soggetto e l’oggetto è la pulsione scopica il piano della percezione visiva. Come Freud, a suo tempo era partito dalla psicopatologia della vita quotidiana, dai sogni, da tutto ciò che fa difetto al funzionamento normale per capire come funziona il soggetto, così Lacan parte dai disturbi della visione per capire come funziona il rapporto del soggetto con la pulsione scopica. Nella tradizione filosofica il campo visivo della percezione contemplativa, è stato visto come il campo privilegiato che permetteva l’accesso alla verità. La tesi di Lacan è stata possibile una concezione di questo tipo, cioè se il campo della visione ha potuto essere un modello di conoscenza del vero, il modello della conoscenza contemplativa, è proprio perché è sempre stato escluso dal campo della percezione visiva del soggetto. Lacan cerca il destino del soggetto del desiderio, della castrazione e della mancanza del campo visivo. E’ a questo proposito che utilizza come esempio il fenomeno dell’Anamorfosi. L’anamorfosi: Possiamo prendere l’ottica geometrale come esempio pragmatico del soggetto-perciepiens che è certo delle suo esistenza come il soggetto cartesiano. L’ottica geometrale è la modalità di costruzione della prospettiva che organizza la visione a partire da un punto, il punto focale della prospettiva. La proporzione dell’immagine cambia se questo punto si sposta. Lacan è interessato a ciò che in questa costruzione fa disturbo. L’esempio paradigmatico di un’effetto di buco nell’ottica geometrale si trova in quadro di Hans Holbein “Gli ambasciatori”. La costruzione anamorfica, ovvero un diverso punto di prospettiva sulla quale è costruita l’immagine di un oggetto interno al quadro, sposta l’asse delle percezione . Il colore è soggettivo: Quello che Lacan mostra in questo modo è che la prospettiva geometrale non è ciò che è essenziale nella visione. La prospettiva geometrale è quella della contemplazione, della visione pacificante. Quello che è essenziale alla visione sono i passaggi di colore nelle diverse sfumature della luce. Oggi esiste una disciplina che studia la visione dei colori, è la “cromatologia applicata” , che mette insieme neurologia, fisiologia, fisica e psicologia. Come spiega la cromatologia applicata, il colore non è una proprietà dell’oggetto, il colore è dato da un processo. L’onda luminosa è composta dai fotoni, diversi tra loro per frequenza e vibrazione. I fotoni della luce interagiscono con gli elettroni degli atomi dalla superficie degli oggetti venendo assorbiti o riemersi e arrivando ai nostri occhi in qualità e quantità differenti. Di conseguenza provocano diversi sensazioni celebrali di tipo visivo, alle quali è dato il nome di colori. Il colore dunque è una interpretazione visiva di un fenomeno energetico naturale. Siamo di fronte a uno oggetto che sfugge. E’ per questo che Lacan fa della pulsione scopica la pulsione elettiva nel campo della psicoanalisi. L’oggetto della pulsione è un posto vuoto che i vari oggetti vengono ad occupare, è il luogo dell’estimità, quel luogo intimo ma radicalmente estraneo che caratterizza il rapporto con il perturbante. Ciò che meglio rappresenta l’oggetto è allora lo sguardo nella sua evanescenza, punto luminoso che coagula tutti i colori, i colori che sono inconsistenti, sono dati dal rapporto tra luce ed occhio. Lo sguardo è all’esterno Arriviamo a delineare ciò che Lacan chiama la schisi occhio-sguardo, la divisione occhio-sguardo. OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® “Lo sguardo è all’esterno”. “ Io non vedo che da un punto, ma nella mia esistenza sono guardato da ovunque”. Lo sguardo non è del lato del soggetto ma dall’altro lato. Il soggetto è parte dello spettacolo del mondo, il punto dello sguardo non è necessariamente collocato in un soggetto materialmente presente, un scia illuminata presentifica lo sguardo anche in assenza di esseri animati. Nel nostro rapporto visivo ordinario con e cose questo sguardo non è presente, altrimenti attiverebbe quel fenomeno di perturbare che crea disturbo. Per cogliere questo sguardo Lacan riprende un fenomeno del mondo animale, gli ocelli. Ci sono animali che presentano sulla testa delle macchie, gli ocelli, non sono occhi, ma bastano per sorgere l’impressione dello sguardo . gli animali antagonisti si comportano come se questi ocelli fossero occhi. Quindi ciò che fa sorgere la sensazione dello sguardo è una particolare concentrazioni di colore, una macchia. Ciò che dà la soddisfazione sull’asse immaginario, è che vi si elide questa sensazione dello sguardo, narcisisticamente ci si coglie come guardati, ma togliendo di mezzo il punto di sguardo che è ciò che perturba. Lacan fa un esempio preso dal gioco di seduzione dei sessi. Lo sguardo è molto importante come si sa, ma la condizione perché lo sguardo entri nel gioco di seduzione è che rimanga eliso, cioè è necessario che lo sguardo ci sia ma che non si faccia percepire come tale. Se lo sguardo non è evanescente, non viene distolto nel momento stesso in cui è percepito, esso non produce un effetto narcisistico di seduzione, ma un effetto perturbante. L’essenziale delle visione: questa schisi occhi-sguardo, che esteriorizza lo sguardo è la condizione per poter aggiungere lo sguardo nella lista degli oggetti pulsionali. Da qui l’importanza di questa costruzione che permette all’Lacan di introdurre nella psicoanalisi la pulsione scopica, con un effetto di innovazione. Dunque l’Altro guarda, e a questo sguardo è connesso un effetto perturbante che il soggetto tende ad interpretare come rimprovero. Il campo visivo viene a trovarsi diviso in 2 , n versante che funziona secondo il principio del piacere sull’asse immaginario e un altro versante che segue il funzionamento della funzione scopica, che ruota attorno ad u resto che condensa un godimento in più. E’ lo sguardo come oggetto che produce quell’effetto di disarmonia, di squilibrio che Lacan ci presenta attraverso l’anetodo della scatola di sardine. (…) L’estetica del bello: secondo le coordinate dll’anamorfosi il reale si presenta nella forma sfuggente della macchia. L reale assume sempre la forma del vuoto, per il fatto di non poter essere rappresentato. Il reale è presente nell’anamorfosi proprio perché è legato all’istantaneità dell’apparizione all’attimo in cui dalla composizione armonica sorge l’elemento estraneo. Seguendo questa struttura fondamentale si compie l’operazione della bellezza come operazione che avvicina al reale il più vicino possibile , cioè l bello avvicina al reale ed ha un rapporto con il desidero. L’estetica dunque per Lacan è il più alto valore in quanto estetica del bello, il bello è fondamentale per rendere la struttura del desiderio e del reale. Il rapimento di Lol V. Stein : il testo di Margherite Duras “il rapimento di Lol V. Stein”, si presta ad introdurci ad una lettura delle femminilità al di la dlla chiave edipica. E’ un romanzo a 3 personaggi, 2 donne e un uomo, un gioco di seduzioni. La vita di Lol si conduce nella normalità sino a 19 anni. Una normalità forse troppo normale, perfettamente adattata. Duras descrive la normalità troppo normale, una normalità costruita su un vuoto fondamentale del soggetto, che proprio in virtù di questo vuoto aderisce completamente alle identificazioni. Clinicamente è un osservazione di grande sottigliezza , descrive quella che la psicoanalisi ha circoscritto come psicosi senza sintomi, psicosi bianca, la psicosi compensata. La psicosi si manifesta in certi passaggi della vita del soggetto, per lo più in adolescenza, nella forme delle psicosi deficitarie, schizofreniche, oppure intorno ai 40 anni nella forma più costruita del delirio, oppure in tarda età, le psicosi senili. Questi sono i momenti tipici nei quali la struttura psicotica del soggetto si manifesta nel suo funzionamento non regolato dal OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® significante fallico. Prima dello scatenamento la psicosi può essere compensata da soluzioni sostitutive, che consentono al soggetto di orientarsi con il suo godimento e nel mondo in assenza dell’ordinatore fallico. La soluzione di essere normale può essere una, il soggetto trova n questa normalità un appoggio identificatolo, un come se che lo sostiene. E’ la clinica del “come se” molto importante prima dello scatenamento. Le soluzione come se compensano il vuoto soggettivo con una identificazione immaginaria e mostra la sua fragilità quando il soggetto è chiamato a rispondere di persona ad una chiamata al di là della parvenza. Vi sono soluzioni + stabili, perché agganciate al registro simbolico, con un lavoro di invenzione proprio del soggetto. Sono le soluzioni in cui al posto della metafora paterna il soggetto costruisce una metafora delirante ( la trovata di Schreber di essere la donna che manca agli agli uomini ne è un’esempoi ). Ad un altro ordine di soluzione appartiene la costruzione successiva di Lol V. Stei , qui il soggetto costruisce un vero e proprio fantasma, capace di condensare il godimento e impena la sua vita nella realizzazione di questo fantasma. Si tratta di un’annodamento che tiene insieme i 3 registri (simbolico, immaginario e reale) e conferisce una stabilità del soggetto. E’ la soluzione più vicina ad un sintomo nevrotico se pure non organizzata dal significante fallico. Il rapimento Il rapimento percorre il romanzo a diversi livelli : 1. il rapimento dei 2 amanti nella danza 2. il rapimento di Lol che assiste alla scena 3. il rapimento del corpo di Tatiana da parte di Lol 4. il rapimento del ragazzo di Tatiana da parte di Lol Rapimento è dunque una parola enigmatica, l’enigma che Freud aveva indicato nella femminilità mentre per Lacan il rapimento è l’enigma, il simbolo di questo rapimento è lo strumento a disposizione per orientarsi. Ciò che è toccato in questo nodo che rapisce è il corpo. Il tema del corpo lega la costruzione di Lol. Il rapimento è legato al fatto di avere n corpo, che di conseguenza può essere rapito. L’essere umano a differenza dell’animale non è un corpo, ma ha un corpo. Dal momento in cui parla il soggetto è nei significanti e non più nel suo corpo. La testi di Lacan è che il soggetto non è il suo corpo, il corpo è fabbricato dall’Altro. L’organismo biologico diviene il corpo del soggetto attraverso l’incontro con il linguaggi; il linguaggio che s scrive sul corpo lo rende proprio a ciascuno e ne fa un corpo simbolico. Gli effetti sono 2 , l’incorporazione consegna un corpo al soggetto e permette all’essere di avere a disposizione un linguaggio. Dunque il corpo è nel registro dell’avere ma tocca l’essere. Così il rapimento è il punto di snodo del corpo con l’essere. La ferita narcisistica nella donna è nell’immagine del corpo, così per questo difetto nell’immagine di se non costituita Lol si trova senza corpo e senza essere. Il “nodo” (cioè il legame tra i 3 registi) si è compiuto la sera del ballo, ha vestito Lol di un corpo (amante) , l’ha fatta essere per una sera. Il vuoto, la vacuità si è ripresentata quando il nodo si è sciolto cioè i due amanti hanno lasciato la sala. Lol è rimasta sola senza una parola che la ricongiungesse a loro e ha incontrato il vuoto al centro del linguaggio. Attraverso la dialettica dei 3 personaggi, Duras fa salire sulla scena un elemento informe, perturbante, “lo sguardo” . Lol alla scena del ballo è il centro dello sguardo ma fuori dal ballo è senza sguardo e lo cerca in tutti gli uomini che incontra fino a che lo trova in Jacques Hold (fidanzato Tatiana). Infine lo sguardo su Tatiana è il tramite che permette a Lol di recuperare il corpo che è l’oggetto pulsionale predominante. Lol è senza sguardo e questa posizione di mancanza che la colloca dal lato femminile. Incontrando Jacques Hold che insegue con lo sguardo tutte le donne Lol incontra qualcosa che la solleva e attraverso le altre donne trova un’immagine riflessa, cioè si costruisce l’immagine che le manca prendendo lo sguardo dell’uomo e l corpo delle altre donne. Non avere un ancoraggio al suo corpo le dona la facoltà onnipotente di equivalere a tutte le altre. Lo sguardo è l’oggetto in circolo, oggetto turbante perché nella femminilità di Lol non ha trovato una collocazione nell’immagine narcisistica, sotto la forma ben fatta fallica, della rappresentazione del corpo, come corpo di donna nel suo splendore. OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® Il difetto narcisistico che il Lol non ha costituito l’immagine del corpo è un punto strutturale del rapporto del soggetto femminile con la propria immagine, il punto che abitualmente si dice “defacillizzato” dell’immagine che non si trova nell’immagine speculare, legato alla collocazione nascosta dell’organo genitale femminile e al fatto fondamentale di non trovare una rappresentazione nel significante del desiderio, nel significante fallico. L’assenza dal proprio corpo e da se stessa di Lol tocca qualcosa della femminilità, non c’è un significante che rappresenti il suo desiderio femminile, un oggetto immaginario che significhi il suo sesso. Alla fine del ballo Lol incontra un vuoto, il vuoto lasciato da una parola che manca, la “parola” che dice il posto della bambina sessuata in rapporto alla coppia parentale , non esiste. Il suo sesso si situa al di là del fallo senza un nome proprio, non può che designarsi come Altro. Si tratta di un vuoto del simbolico cui corrisponde un supplemento, un godimento supplementare che no trova rappresentazione e dunque non la rappresenta come soggetto femminile al quale va trovata una soluione. La soluzione di Lol è un annodamento. L’annodamento è distinto dalla ripetizione. La ripetizione è dal lato maschile, l’annodamento è dal lato femminile. La ripetizione è un modo di barrare il godimento nella forma primaria dell’azione del significante sulla cosa. (masturbazione) . Un annodamento è la circoscrizione di un vuoto e mette insieme elementi diversi, raccoglie un godimento dematerializzato e lo realizza nell’atto dell’annodamento. Il finale del romanzo prende decisamente n’altra dimensione. Le vie della psicosi e delle finalità divergono. Assistiamo all’insorgenza del delirio paranoico che rivela la psicosi di Lol. Lol realizza il suo fantasma e va decisa verso il luogo del godimento. La realizzazione del fantasma porta Lol vicina al luogo senza significane in cui ricerca la Donna . Jacques Hold dice che lei è nel posto di Tatiana, scopre il suo nodo e Lol si trova esposta allo sguardo del mondo e così si scatena la sua follia. CAP. IV Al di là dell’Edipo: Perché questa devastazione nel rapporto donna-madre ? Si radica nell’abbandono dell’attaccamento alla madre pre-edipica per entrare nell’Edipo, Freud dice che per sciogliere un attaccamento così inteso è necessaria la funzione dell’odio che si radica nell’invidia secondo Melanie Klein . l’interpretazione di Lacan è che quest’odio non dipende dalla castrazione ma è al contrario il segno che nel godimento femminile qualcosa sfugge alla castrazione dal lato della genealogia materna. Il dato clinico della devastazione donna-madre contrasta con l’assunto freudiano che considera la donna castrata in quanto priva dell’organo fallico. La devastazione tra la donna e la madre, al contrario, è legata al versante della femminilità che non è legata alla castrazione. Nel regime edipico la castrazione è la porta di entrata all’Edipo femminile. Lacan prende la devastazione del rapporto donna-madre come l’obiezione principale a questa concezione infatti la devastazione è il segno che un’attesa va delusa ed è un’attesa rivolta non al padre ma alla madre, l’attesa non di un simbolo ma di una sostanza che sarebbe attesa dalla madre come donna. Non è quindi una lettura sul registro “dell’invidia del pene” e una sostanza in + , qualcosa della materia, del corpo che rimane al lato della madre come donna e non passa alla figlia. Entra qui in gioco la diversa costituzione dell’essere femminile sul piano del godimento. Il soggetto maschile, si produce i un rapporto con il reale di tipo fallico in cui il godimento è assorbito nella ripetizione, cumulativa dell’esercizio della funzione fallica. (masturbazione) . Il soggetto femminile si produce con un nodo tra simbolico reale e immaginario che include questa dimensione pulsionale la quale non si iscrive in una zona del corpo e in un tratto significante che si possa accumulare. Al di là del fallo: L’uomo e la donna poiché si situano in rapporto diverso rispetto alla presa del significante, hanno conseguenza diverse sul piano dell’essere. OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® La donna ha a che fare con un oggetto ma non è quello che organizza il suo godimento, non deduce il suo essere femminile dal rapporto con questo oggetto mentre l’omo deduce il suo essere maschile dal rapporto con questo oggetto. Ecco allora che sul piano della sostanza corporea la dona attende dalla madre un più di sostanza che non arriva. Per Freud l’immagine del corpo evirato costituisce la femminilità, per Lacan l’essere sessuato delle donne non passa per il corpo. Il godimento dell’UNO è il godimento fallico, cioè il godimento dell’organo, il godimento ALTRO è al di là dell’organo, è il godimento del corpo. Questi due tipi di godimento non sono esclusiva prerogativa di un sesso o dell’altro, ciascuno è libero di collocarsi dove crede. Ma la collocazione definisce posizioni sessuali che funzionano in modo differente in rapporto al desiderio o all’amore. La mancanza del fallo da parte della donna le permette di andare oltre al semplice godimento e spingersi oltre ogni limite, dal quale deriva una forma di masochismo. TAVOLE DELLA SESSUAZIONE dal lato sinistro cioè il maschile: esite un principio universale, il sogggetto (s) è barrato cioè ha un godimento fallico che è sottoposto al linguaggio, ed è alla ricerca dell'oggetto perduto, dunque il godimento è circoscritto, l'insieme è tutti subiscono la castrazione tranne uno che è il padre. Dal lato destro il femminile: nn cè un principio universale, la donna ha due godimenti, uno fallico quindi iscritto nel registro simbolico che va verso il lato sinistro, quello maschile e un altro sA/ che è un godimento altro, infinito non circoscritto "la donna è altro da stessa" questo godimento non è nominabile dal linguaggio e quindi non è sottoposto alla castrazione e nn è fallico, e rappresenza l'essenza della femminilità. Non tutte subiscono la castrazione, non c'è un insieme chiuso. il sesso di una persona non dipende dal suo corpo biologico, ma dall'identificazione sessuale che il bambino ha dopo l'edipo in base al desiderio dellAltro. Sessuazione lacaniana DONNA-- Lacan, nella FORMULA della sessuazione ritiene che per la donna non c'è limite al godimento. Dissimmetria nell'inconscio con l'identità sessuale maschile: ciò che porta al fatto che non c'è RAPPORTO sessuale FORMULA-- (della sessuazione)- Si riferisce al quadrato logico di Apuleio. 1- universale affermativa (tutti gli uomini hanno un fallo). 2- universale negativa (nessuna donna ha un fallo). 3- particolare negativa. 4- particolare doppiamente negativa (dissimmetria delle identità maschile e femminile nell'inconscio). OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® Sarà necessario arrivare al 1972, anno in cui Lacan si stacca definitivamente da Freud e affronta in modo inedito la condizione femminile, trattandola, finalmente, non dalla parte dell’uomo - che è esattamente ciò che fa l’isterica - ma dal lato in cui abitano le donne, differente dall’universo maschile. Elabora allora la teoria della sessuazione e attraverso le sue formule rompe con l’idea iniziale che l’essere sessuato si autorizza a partire da ciò che è iscritto nel luogo dell’Altro. Sarà nel Seminario XX Ancora e nell’Etourdit, Scilicet 4 che metterà definitivamente a punto la sua teoria del non-tutta sotto il significante fallico che definisce la posizione femminile. La condizione femminile per Lacan, la donna lacaniana, comporta, dunque, l’esistenza di un godimento che renda impossibile ogni tentativo di formalizzarla, ancora di più di regolamentarla in un universale. Sintetizzando, la donna lacaniana si fa non-tutta per scelta. Non si autorizza a partire dall’Altro, si autorizza là dove non c’è l’Altro, dove la mancanza dell’Altro lascia campo libero al suo godimento. Questo vuol dire che la scelta che fa rispetto ad essere una donna, è quella di un godimento nel quale deve affrontare la sua solitudine, e questo è anche ciò che la fa prossima all’analista. E’ proprio a partire da qui, dai contenuti di questa conferenza, che ha visto la partecipazione di tante donne, tra le quali molte di giovani, che speriamo di rilanciare un nuovo e appassionante confronto tra femminismo e psicoanalisi che è stato e pensiamo continui ad essere, un terreno di confronto estremamente interessante. L’abbandono della devastazione l’abbandono della devastazione nel rapporto donna – madre viene quando il soggetto può assumere questo impossibile e aprirsi all’invenzione particolare di una via femminile. Il passaggio analitico che vi corrisponde per ciascuna è la scoperta che la trasmissione del testimone della femminilità non dipende dalla madre, perché in quanto donna anche la madre patisce di questo difetto di sapere, la madre non sa cosa è una donna, ne come si fa ad essere donna. Il modo di vivere la femminilità che la madre ha trovato vale per lei, è il suo, ed ogni figlia ha il compito di trovare l proprio modo i intrecciare il reale, l’immagine del suo corpo e il simbolico. Odio e fascinazione per la madre, supporta detenere il segreto della femminilità che non consegnava alla trasmissione, lasciando il posto alla libera invenzione di n’altra soluzione, un annodamento inedito che va inevitabilmente reinventato ad ogni generazione, in quanto nn procede per la via ella filiazione se non nella forma del suo scacco. OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007® OPsonline.it: la Web Community italiana per studenti, laureandi e laureati in Psicologia Appunti d’esame, statino on line, forum di discussione, chat, simulazione d’esame, valutaprof, minisiti web di facoltà, servizi di orientamento e tutoring e molto altro ancora… http://www.opsonline.it 2001-2007®