rassegna stampa - Associazione Agenti Allianz

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rassegna stampa - Associazione Agenti Allianz
23 Settembre 2013
23 Settembre 2013
RASSEGNA STAMPA
23 GIUGNO 2015
Sede Milano – Corso Italia 22
Sede Trieste – Via Fabio Filzi 21/1
DAL MERCATO ASSICURATIVO
L’ASSICURAZIONE COPRE ANCHE IL CURATORE
L’assicurazione professionale del dottore commercialista copre anche
l’attività di curatore fallimentare, a meno che questa non venga
espressamente esclusa. Con la sentenza 12872 depositata ieri la Corte
di cassazione, terza sezione civile, conferma un orientamento di rilievo
che la stessa Corte aveva già espresso nel 2005, con la sentenza 15030
e successivamente confermato nel 2009 con la sentenza 2460; lo stesso
principio è contenuto nella sentenza 3468 del 2007 dove però il
curatore
fallimentare
era
un
avvocato.
Ma partiamo dai fatti. Nel 2004 un dottore commercialista chiede alla
propria assicurazione il rimborso di 80mila euro, cifra da lui versata per
una pratica fallimentare a titolo di risarcimento danni per
responsabilità professionale comprensiva dei 15mila euro di spese legali
sostenute nell’azione giudiziaria subita. L’attività di curatore era stata
svolta fino al 2000, a seguito delle sue dimissioni il nuov o curatore
aveva promosso contro di lui l’azione cautelare. Il dottore
commercialista era assicurato per l’attività professionale fin dal 1987; la
polizza era stata sostituita nel 1994 e prorogata prima della scadenza
con una polizza del 2002; solo quest’ultima includeva esplicitamente
l’attività di curatore fallimentare. Poiché solo l’ultima polizza prevedeva
esplicitamente l’attività di curatela l’assicurazione sostenne la sua non
operatività ; posizione accolta sia dal Tribunale di Milano, che rigettò la
domanda, che dalla Corte di appello di Milano, che rigettò
l’impugnazione (sentenza 26 luglio 2011). Per i giudici di merito la
polizza del 2002, oltre a essere stata sottoscritta in modo strumentale a
procurarsi la copertura per la pregressa attività di curatore non poteva
comunque trovare applicazione perché la garanzia era espressamente
esclusa per «danni derivanti da violazione volontaria di regolamenti e
atti della pubblica autorità», situazione che si era verificata nel caso del
commercialista perché quest’ultimo non aveva depositato né la
relazione
né
il
rendiconto
di
gestione.
Diversa l’interpretazione della Cassazione, che ha affermato il seguente
principio di diritto: «Qualora il curatore fallimentare, commercialista,
sia responsabile ... del risarcimento di un danno ingiusto cagionato
nell’espletamento della sua attività ausiliare di giustizia, l’assicuratore
della responsabilità civile per la sua attività professionale deve tenerlo
indenne (salvo che il rischio sia espressamente escluso dal contr atto),
atteso che l’attività di curatore fallimentare rientra tra le possibili
attività professionali specificamente previste per i commercialisti dalla
legge...». Per la Cassazione, infatti, il commercialista svolge una
professione intellettuale che non esaurisce la sua attività professionale
nell’ambito tratteggiato dalle disposizioni del Codice civile (articoli
2227 - 2230), ma continua a restare un professionista privato anche
quando «espleta un incarico giudiziario (curatore fallimentare, notaio
delegato allo scioglimento delle divisioni, consulente tecnico d’ufficio)
in
relazione
al
quale
svolge
pubblici
poteri».
Per questo motivo la Suprema Corte cassa la sentenza impugnata dal
commercialista e rinvia, anche per le spese del giudizio, alla Corte
d’appello di Milano.
Il Sole 24 ore
DA CIGNA UN ALTRO NO ALL'OFFERTA DI ANTHEM
Cigna, gruppo assicurativo Usa specializzato nelle polizze sanitarie, ha
ribadito il no alla rivale Anthem, respingendo un'offerta non vincolante
da 47,5 miliardi di dollari (53,8 miliardi incluso il debito). Anthem nel
weekend aveva alzato da 45 a 47,5 miliardi di dollari l'offerta d'acquisto
per Cigna, mettendo sul piatto 184 dollari per azione, di cui il 31,4% in
azioni e il 68,6% in contanti. Quella rifiutata era la terza offerta di
Anthem, la precedente era pari a 175 dollari per azione. Cigna in una
lettera si è detta «delusa» dalle azioni della rivale e ha spiegato che il
board, che «si era impegnato nelle trattative in buona fede per capire
se una combinazione strategica fosse nell'interesse degli azionisti», ha
deciso all'unanimità di respingere un'offerta «inadeguata». Il chairman
di Cigna, Isaiah Harris, e il ceo David Cordani hanno accusato Anthem di
«evitare di affrontare le nostre preoccupazioni». Tra queste il cda di
Cigna include l'assenza di strategie di crescita e la fuga di dati subita
dalla società in febbraio. Ma Cigna si mostra possibilista. «Una
combinazione tra le due società, ai termini giusti, può garantire un
ritorno sostenibile agli azionisti».
Mf
IVASS, EMANATO IL REGOLAMENTO CHE DISCIPLINA LA BANCA DATI
"ATTESTATI DI RISCHIO". OBIETTIVO: CONTRASTARE LE FRODI E
RIDURRE I COSTI GESTIONALI
L'Ivass ha pubblicato il Regolamento 9/2015 riguardante la disciplina
della banca dati "Attestati di Rischio". "Quest'ultima è frutto - si legge
in una nota dell'Istituto di Vigilanza - di un proficuo confronto con gli
operatori del mercato, Imprese ed Intermediari, e con le Associazioni
dei consumatori, nonché dei numerosi contributi offerti in sede di
pubblica
consultazione".
E’ prevista una seconda fase che consentirà di passare dall’attestato di
rischio cosiddetto "statico" (che fotografa la situazione corrente. ndr)
all’attestato "dinamico", generato nel continuo dal sistema, così da
renderlo più aggiornato, ancora più efficace per il contrasto dei
fenomeni elusivi, meglio armonizzato rispetto alle situazioni degli altri
Paesi UE. "I risultati attesi in questa prima fase - scrive l'Ivass riguardano una significativa riduzione, per le Imprese, dei costi
complessivi dell’attività; un notevole vantaggio per un ridotto uso della
carta; una maggiore rapidità ed efficacia nelle comunicazioni con i
clienti; un processo assuntivo del Ramo RcAuto più snello, sollevando,
nel contempo, gli assicurati dall’adempimento, fino ad oggi a l oro
carico, di consegna dell’attestato di rischio all’assicuratore, in sede di
stipula del contratto. Non ultimo, la nuova disciplina rappresenta un
rilevante strumento per contrastare le frodi collegate con la
falsificazione
degli
attestati
cartacei".
L’Istituto di Vigilanza auspica che la nuova disciplina, assieme alle
numerose altre iniziative già avviate, possa contribuire in misura
significativa alla efficienza del sistema e alla riduzione dei prezzi
effettivi delle polizze RcAuto.
Sna channel
LE COPERTURE PIÙ UTILI PER LA FAMIGLIA
Per mettersi al riparo da danni causati a terzi (anche dagli animali di
casa), per tutelare la propria abitazione, per attenuare i rìschi legati
alla salute, il cash di tutela, ovvero mettere da parte un po’ di liquidità,
non è la mossa migliore. Molto più efficiente un corretto portafoglio di
polizze assicurative. Ecco come comporlo
La pianificazione assicurativa della famiglia, spesso e a torto, viene
sottovalutata perché per gli imprevisti si preferisce accantonare una
liquidità precauzionale. I rischi temuti vengono coperti cioè in maniera
subottimale con quello che il Censis definisce come «cash di tutela»
mentre è fortemente sottovalutato il contributo che può essere fornito
da un corretto portafoglio di polizze assicurative.
RISCHI E POLIZZE
Occorre analizzare quali siano i rischi dell’every day life ai quali è
esposto il risparmiatore e il proprio nucleo familiare, individuare le
coperture
assicurative
più
opportune,
documentarsi
sulle
caratteristiche e i costi, sottoscrivere quelle considerate più adatte a
fornire appropriata tutela dagli imprevisti. È importante, in primo
luogo, individuare i rischi che possono minacciare la persona del
risparmiatore e il suo nucleo familiare, anche in relazione alla sua
professione e a eventuali esposizioni debitorie, e il suo patrimonio.
Vanno poi analizzate le polizze già sottoscritte e misurato il gap di
protezione: ovvero la differenza tra la copertura necessaria a
mantenere lo stesso tenore di vita (o a preservare quello della prop ria
famiglia) in caso di incidenti o infortuni invalidanti, ricavata prendendo
come riferimento il reddito lordo, il numero di persone a carico ed
eventuali prestiti, e la copertura esistente, che comprende non solo le
assicurazioni stipulate ma anche le attività liquide per far fronte ai
rischi della vita. Deve cominciare poi la ricerca della tipologia di
soluzioni
assicurative
property
protection
(rc
capofamiglia,
assicurazione abitazione, tutela legale) e personal protection
(temporanee e caso morte, polizze sanitarie).
RC CAPOFAMIGLIA E PROTEZIONE DELLA CASA
In un’analisi costi/benefìci, quello che è uno scudo davvero
indispensabile, soprattutto in presenza di bambini, è la responsabilità
civile del capofamiglia, polizza che copre i danni che il capofami glia o i
suoi familiari, nonché le persone che vivono stabilmente con lui
(badanti o collaboratori domestici) ma anche animali, provocano a terzi
con il conseguente obbligo di risarcimento stabilito nella polizza. Per
quanto riguarda le abitazioni, i danni coperti sono quelli provocati a
terzi a seguito dell’uso della casa, alla manutenzione ordinaria e allo
svolgimento di attività domestiche. Logicamente, nella polizza rc
capofamiglia sono coperti sempre solo i danni provocati
involontariamente (colposi) e non quelli intenzionali (dolosi).
Particolare attenzione va prestata alle coperture realmente incluse
nella polizza e ai rischi esclusi, al massimale (l’importo cioè massimo
che viene risarcito), a eventuali franchigie (quota del danno che rimane
in carico all’assicurato). Infine, va verificata la copertura territoriale dal
momento che alcune compagnie prevedono la copertura entro i confini
europei mentre altre contemplano l’estensione geografica a tutto il
mondo. Va sottolineato come la responsabilità civile sia sottoscrivibile o
come copertura a se stante (stand alone) o nell’ambito di un pacchetto
più esteso a tutela della propria abitazione, sicuramente da valutare
con estremo interesse. In genere sì prevede la protezione dei locali e
del contenuto della casa (con copertura estesa alle pertinenze) da danni
derivanti da incendio, esplosione, eventi atmosferici, vandalismo, la
copertura contro il furto e la garanzia assistenza con servizi di pronto
intervento da parte di un artigiano (idraulico, elettricista o fabbro) in
caso di emergenza. Sul mercato si iniziano anche a trovare anche
polizze che coprono dal rischio sismico.
Navigando sui diversi siti internet e campionando, per dir così, i diversi
canali distributivi, per vedere le offerte, si va da Postaprotezione Casa
Special in cui si può scegliere di combinare le diverse formule incendio,
furto e capofamiglia o optare per la copertura completa, beneficiando
di uno sconto del 10%. Alle coperture incendio e furto è abbinato poi il
servizio Assistenza Casa e con la garanzia incendio si prevede anche la
Protezione Bollette e Spese che prevede il pagamento delle bollette nel
caso in cui gli imprevisti della vita non consentano più far fronte alle
spese di casa.
Nell’offerta bancassìcurativa si può citare Famìglia Protetta di
Unicredit che sì articola in singoli pacchetti assicurativi (Base e Top), da
comporre tra loro in base alle specifiche esigenze di protezione.
Andando nella specificità delle coperture, nel pacchetto Base rientrano
la responsabilità civile, i danni al contenuto dell’abitazione causati da
incendio, fulmine ed esplosione, l’assistenza casa e famiglia. Il
pacchetto Top offre, oltre alle garanzie previste dal pacchetto Base, le
coperture per fenomeno elettrico (come per esempio un corto circuit o),
l’allagamento della casa o perdite d’acqua, la rottura di vetri. È
possibile aumentare il livello di protezione abbinando al pacchetto
scelto una o entrambe le garanzie opzionali rappresentate dall’incendio
locali e dal furto e rapina.
Con BluCasa di Ubi è possibile poi scegliere contro quali rischi
proteggere la propria casa, anche in affìtto o di vacanza. Le polizze si
differenziano per somme assicurate e coperture prestale, con massimali
crescenti per incendio, furto e responsabilità civile. È possib ile poi
aggiungere coperture assicurative opzionali, scegliendo tra Package
Energia Solare (in caso di casa con impianti fotovoltaici o impianti solari
termici), Package Abitazione Secondaria (con coperture specifiche
anche per le seconde case) e Package Alleato Casa che tutela in caso
non sia possibile alloggiare in casa dopo un sinistro.
Considerando il canale assicurativo tradizionale va ricordata CasaTua di
Allianz che offre un’ampia serie di coperture, dalla protezione dei locali
e del contenuto dell’abitazione alla tutela del patrimonio
(responsabilità civile), al furto, al rimborso delle spese legali,
all’assistenza. Interessante anche Casamia di Reale Mutua che
consente la personale combinazione di sicurezza modulabile con il
numero e la tipologia di garanzie di cui si ha bisogno. Le coperture
utilizzabili sono l’incendio, i cristalli, il furto, la responsabilità civile, la
tutela legale, gli infortuni, l’assistenza.
LA PROTEZIONE DELLA PERSONA
Un ulteriore strumento assolutamente necessario, soprattu tto nel caso
in cui la famiglia sia indebitata (o con prestito personale o con mutuo),
è la polizza vita caso morte. Dal punto di vista concettuale ci si copre
dal rischio di prematuro decesso entro un determinato intervallo
temporale con l’obbligo contrattuale della compagnia di corrispondere
un capitale predeterminato in contratto che può essere costante nel
tempo o decrescente in rapporto all’ammortamento del debito. Il costo
della copertura (premio) dipende allora dall’età dell’assicurato (da
dicembre 2012 in applicazione della gender directive non si considera
più la differenza di sesso) e dal capitale scelto. È importante
sottolineare anche il profilo fiscale, godendo la sottoscrizione delle
polizze vita della detraibilità dei premio con aliquota del 19% su un
premio annuo massimo di 530 euro. Con particolare riferimento alle
polizze vendute in abbinamento a mutui e prestiti (PPI, Payment
Protection Insurance), come sottolinea l’Ivass nel proprio sito dedicato
all’Educazione assicurativa, il pacchetto offerto generalmente
comprende non solo la copertura del rischio decesso ma anche di altri
eventi che possono inficiare la capacità di rimborso come le perdite
pecuniarie conseguenti a perdita di impiego, l’infortunio e/o la malattia
del cliente finanziato, la perdita o la riduzione del valore del bene
finanziato (per esempio, un immobile) per incendio o altre cause.
È da tener presente come forma di autotutela che il cosiddetto decreto
liberalizzazioni ha introdotto una nuova disciplina a tutela del
consumatore, prevedendo che se le banche e gli altri intermediari
finanziari condizionano l’erogazione del mutuo alla stipula di una
polizza vita, devono sottoporre al cliente almeno due preventivi di
contratti vita offerti da due differenti gruppi assicurativi,
riconoscendogli anche la possibilità di ricercare sul mercato una polizza
più conveniente (la previsione è rafforzata dal recente disegno di legge
concorrenza varato dal governo Renzi). Se il consumatore trova sul
mercato tale copertura, le banche e gli intermediari finanziari devono
accettarla senza variare le condizioni per l’erogazione del mutuo o del
credito al consumo.
Sul sito dell’Autorità di Vigilanza (www.ivass.it) è pubblicato l’elenco
delle imprese assicurative che offrono sul proprio sito un servizio on
line di preventivazione. In più, per evitare ogni possibile conflitto
d’interessi, la banca o l’intermediario finanziario possono essere
designati come beneficiari del contratto di assicurazione solo qualora il
contratto non sia stato intermediato dalla banca o dall’intermediario
finanziario stesso o da soggetti a essi legati da rapporti di gruppo o da
rapporti di affari propri o di società del gruppo. Infine, in caso di
estinzione anticipata o di trasferimento del mutuo o del finanziamento,
la compagnia è tenuta a restituire la parte di premio pagato relativa al
periodo residuo fino alla scadenza originaria (nel caso di pagamento di
un premio unico). In alternativa si può richiedere la prosecuzione della
polizza fino alla scadenza, anche designando un nuovo beneficiario.
Un ulteriore rischio che va coperto a livello familiare, soprattutto alla
luce del progressivo ridimensionamento delle prestazioni del Welfare
State, è quello legato alla salute. In ottica di efficientamento della
spesa familiare va osservato come l’Italia sia uno dei paesi europei in
cui è più elevata quella che sì definisce come spesa out of pocket, vale a
dire la spesa sanitaria che grava direttamente sulle tasche dei cittadini.
Il caso più eloquente è quello di chi per evitare le liste di attesa del
Servizio sanitario nazionale decide di andare a visita medica
specialistica privatamente. Come muoversi nel concreto? Se si è
lavoratori dipendenti occorre informarsi se la propria azienda sta
dotata di un fondo sanitario; se si è lavoratori autonomi occorre
guardare al mercato delle polizze sanitarie individuali. La gamma delle
coperture sanitarie sottoscrivibili è schematizzabile in cinque opzioni
principali: integrativa, indennitaria, completa, grandi interventi
chirurgici, a vita intera. Al crescere dell’ombrello protettivo aperto
corrisponde un costo crescente, ragion per cui è opportuno in dividuare
in via preventiva di cosa realmente si abbia bisogno. Occhio poi al
massimale (importo massimo risarcito), alla franchigia (quanta parte del
rischio è a carico diretto dell’assicurato), alla carenza (dopo quanto
tempo dalla sottoscrizione si attiva nella concretezza la copertura
assicurativa), alle esclusioni (cosa non copre). Come forme di
protezione sanitarie familiari, sono interessanti per esempio Generali
Sei in Salute Alta Protezione che prevede la scelta tra sei combinazioni
di garanzie principali e una vasta gamma dì garanzie opzionali e Axa
Protezione Salute con tre formule di garanzie, completa, speciale,
integrativa.
INVESTIRE PER I FIGLI
Mettere da parte il denaro per il cielo di studi in prestigiose università
all’estero o per dotare i propri figli di un capitale per la maggiore età è
uno dei pensieri ricorrenti dei genitori. Una soluzione può essere quella
delle polizze assicurative vita sia a premio periodico (versamento
rateale) sia a premio unico (versamento in unica soluzione), so prattutto
del tipo rivalutabile, con minimo garantito cioè e, quasi sempre,
consolidamento annuo del risultato (il rendimento generato viene cioè
acquisito a titolo definitivo per cui il capitale accantonato può solo
crescere). Il mercato offre numerose soluzioni calibrate sul target
giovani con ipotesi anche meritocratiche in cui si prevedono plus legati
ai risultati scolastici (si citano a scopo esemplificativo Zurich Progetto
Futuro e UnipolSai Risparmio Giovane).
In alternativa si può sottoscrivere un fondo pensione aperto o un piano
individuale di previdenza, o, ancora, utilizzare il proprio fondo
negoziale se Io statuto lo prevede. In questo modo si usufruisce dei
vantaggi fiscali previsti (deducibilità anche per contributi versati per
familiari a carico nei limiti dei 5.164,57 euro), si dota il figlio
dell’anzianità di iscrizione per accedere alle anticipazioni per acquisto
prima casa (sono necessari 8 anni di anzianità) e per avere la riduzione
di imposta in sede di prestazione finale (imposta sostitutiva del 15% che
si riduce dello 0,30 per ogni anno di durata superiore al quindicesimo).
Patrimoni.
RISPARMIO GESTITO
MOODY'S PROMUOVE 11 BANCHE ITALIANE
L'agenzia di rating Moody's ha ridefinito i giudizi su 17 banche italiane, 16
delle quali sotto revisione da marzo. Per 11 dei 17 istituti analizzati
l'agenzia statunitense ha deciso di rivedere al rialzo il giudizio sui depositi,
e per 10 anche del debito senior unsecured. Tra le banche promosse
figurano Unicredit , Intesa Sanpaolo , Ubi e Bpm . Nel dettaglio, il rating a
lungo termine di Unicredit e di Intesa è stato promosso a Baa1. Quello di
Ubi è salito a Baa2. Mentre quello di Bpm a Ba3. L'azione di Moody's, ha
spiegato l'agenzia, segue il cambio annunciato nella metodologia di
valutazione del rating delle banche. Tra le considerazioni sugli istituti
italiani ha inciso tra l'altro la valutazione di un ambiente operativo che per
le banche italiane vede una crescita economica più lenta e un maggiore
rischio relativo rispetto a quello prevalente in altri Paesi europei. Tra gli
altri fattori presi in considerazione, Moody's valuta in maniera positiva il
quadro istituzionale, tenendo conto in particolare del quadro europeo in
cui gli istituti italiani operano. Ma tra gli elementi alla base dei nuovi
giudizi Moody's segnala anche i modesti ratio degli istituti di credito
italiani, inclusa una debole qualità degli attivi; le garanzie offerte ai
creditori; e una minor probabilità di supporto pubblico
MF
IL BATTESIMO DELLA NUOVA FIDEURAM
Assemblea straordinaria, ieri, per Fideuram. Atto formale, certo, ma
ignificativo: si sono approvate, infatti, tutte le delibere - aumento di
capitale compreso - relative all’incorporazione di Intesa Sanpaolo Private
Banking, passaggio decisivo per la creazione della nuova “grande
Fideuram” e della divisione Private banking di gruppo. Si è deciso anche il
nome della nuova maxi-società: FIDEURAM Intesa Sanpaolo private
banking Spa, scelta non particolarmente audace quanto a originalità ma
rispettosa degli equilibri e delle storie che stanno dietro alle nozze. Sede
legale a Roma, dov’era quella della “vecchia” Fideuram, nei prossimi giorni
convocherà l’assemblea ordinaria per la nomina dei nuovi organi, con
Paolo Molesini che diventerà ceo e Matteo Colafrancesco nel ruolo di
presidente. Come anticipato da Il Sole 24 Ore il 12 giugno scorso, Enrico
Salza diventerà invece presidente di Intesa Sanpaolo Group Services.
(Ma.Fe.)
Il Sole 24 Ore
MOODY’S ALZA IL RATING A DIECI BANCHE ITALIANE
È una promozione “tecnica”, ma pur sempre una promozione. Sta di fatto
che ieri Moody’s ha rivisto al rialzo il rating di 10 banche: la valutazione di
lungo termine su Unicredit, Intesa, Bnl e Banca Imi, Cassa Centrale
Raiffeisen passa a Baa1, quella su Ubi e Credem a Baa2, quella su Bpm a
Baa3, quella su Credito Valtellinese a Ba2, quella su Cariparma ad A3. In
tutti
i
casi
l'outlook
è
stabile.
Declassamento, invece, per Unicredit Leasing (che scende a Baa3) e
Mediocredito Trentino Alto Adige (Ba1). Confermati, invece, i rating di Fca
Bank (Baa2), Iccrea (Ba2), Banca Sella (Ba1), Cassa Centrale (Baa3) e
Banca
mezzogiorno
(Ba1).
L’azione di Moody’s, ha spiegato l’agenzia, segue il cambio nella
metodologia di valutazione del rating delle banche. Tra le considerazioni
ha inciso tra l’altro la valutazione di un ambiente operativo che per gli
istituti italiani vede una crescita più lenta e un maggior rischio relativo
rispetto ad altri paesi europei.
LA CLASS ACTION FA FLOP IN ITALIA RISARCITA SOLO UNA
SU CINQUANTA

Dopo cinque anni la class action , in Italia, resta solo una minaccia.
Cinquanta azioni di classe incardinate, dicono le uniche statistiche
disponibili, soltanto una chiusa con un risarcimento. Nell’aprile 2014.
Quando il Tribunale di Torino stabilì in primo grado che le
commissioni applicate per quattro anni da Banca Intesa San Paolo sui
conti scoperti violavano la legge e andavano restituite. Partirono
cento correntisti, affiancati da Altroconsumo. Il Tribunale ne accettò
sei, gli unici ad aver firmato con autentica: furono rimborsati, i sei,
con somme tra i 100 e i 200 euro. Non proprio un successo, come
primo risarcimento. Anche perché la controffensiva della banca è
partita e Altroconsumo ha dovuto rispondere con un suo ricorso.
Nella magra storia della class action all’italiana c’è un precedente più
interessante e sostanzioso: l’ha sancito il Tribunale di Napoli su
istanza dell’Unione nazionale consumatori. Diciotto febbraio 2013.
Centotrenta turisti raggirati per una vacanza fuori stagione a Zanzibar
devono ricevere — sentenza di primo grado — 3.600 euro a testa. Il
tribunale sentenziò, l’agenzia di viaggi, Wecantour di Castelnuovo
Cilento, dichiarò fallimento. Non avrebbe mai pagato il mezzo milione
convenuto. L’esito fu negativo, la sentenza di Napoli va segnalata,
però, perché preziosa sul piano esemplare: “Danno da vacanza
rovinata”. Era un viaggio “tutto compreso” del Natale-Capodanno
2009. I 130 italiani vennero portati in un cantiere in costruzione:
doveva essere un albergo a quattro stelle con palestra, piscina, giochi
d’acqua, spa. Dicevamo, cinquanta class action incardinate, una
portata a compimento con risarcimento. Sono i dati dell’Osservatorio
permanente sull’applicazione delle regole di concorrenza, insediato
nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Trento. Solo
l’associazione Altroconsumo ne ha messe su quattro, oltre a San
Paolo-Intesa. Contro la Rai, le ferrovie Trenord, i traghetti Moby,
Snav, Grandi navi veloci e Forship. La quinta sono, in realtà, otto
procedimenti contro le municipalizzate che gestiscono la tassa sui
rifiuti imponendo l’Iva.
Molta carne al fuoco, poche soddisfazioni. Sulla Rai e la sua
interruzione di servizio pubblico è arrivata una bocciatura da
Tribunale e Corte d’appello di Roma: gli abbonati non hanno voce in
capitolo. E così dopo cinque anni ci si interroga sulla bontà delle
azioni italiane, avendo a sfondo le grandi battaglie nordamericane
(vinte) contro le multinazionali del tabacco: in sei dovettero versare
206 miliardi di dollari. L’Aduc di Firenze, attraverso l’avvocato
Emmanuela Bertucci, scrive: «Abbiamo diffidato dell’azione di classe
fin dalla sua introduzione ritenendo che fosse uno specchietto per
allodole per dare l’idea di aver introdotto l’azione nel nostro paese
senza farlo davvero, senza che potesse avere un impatto favorevole e
concreto sullo squilibrato rapporto fra consumatore e aziende». Da
allora, ricorda il legale, si sono invocate action per l’aumento del
costo del permesso di circolazione nel centro storico di Roma, per
lo stop alle rivalutazioni delle pensioni voluto dal governo Monti, per
la neve in Emilia. Contro le devastazione dei black bloc a Milano, il
primo maggio scorso. Scrive l’Aduc: «L’azione di classe italiana è
stato un flop. Oggi non fa nessuna paura alle aziende, non le mette
sotto pressione economica e psicologica, non le stimola a una
maggiore correttezza nei confronti dei consumatori ».
Uno dei suoi limiti è che l’azione in Italia costa troppo. Le norme
d’oggi, varate dal governo Berlusconi, la scoraggiano. Chi la
promuove e viene stoppato dal tribunale (inammissibilità) rischia la
condanna alle spese e al risarcimento dei danni per lite temeraria.
L’Aduc, rigettata su un’azione contro la Microsoft per le licenze
Windows preinstallate sui computer, ha pagato caro il suo ardire. In
Senato è pronta una nuova legge, frutto di una miscela tra la
proposta del Movimento 5 Stelle e una decisamente più leggera. Il
risultato già spaventa, comunque, Confindustria, che vaticina costi in
aumento per le proprie aziende: «La nuova class action è una delle
tante manine antimpresa », ha detto il presidnete Giorgio Squinzi. Il
ministro Maria Elena Boschi ne ha già preso le distanze.
PREVIDENZA E DINTORNI
IN PENSIONE SEMPRE PIÙ TARDI IL PART TIME ASSICURA
FLESSIBILITÀ
La legge 335/1995 sulle pensioni è ritenuta una riforma fondamentale
che, nonostante la sua entrata a regime molto lenta, è stata decisiva
per stabilizzare il nostro sistema. L'impianto è ancora valido, salvo
correggere alcuni aspetti specifici di funzionamento. L'aumento della
spesa pensionistica, che peraltro ha raggiunto il suo picco nel 2015, è
dovuto soprattutto al grande numero di pensioni di anzianità
ammesse nel sistema, che sono di importo mediamente più lato di
quello
delle
pensioni
di
vecchiaia.
L'innalzamento dell'età effettiva di pensionamento è un obiettivo
fondamentale per mantenere l'equilibrio del sistema. Ma non è detto
che tale obiettivo si possa perseguire solo con la tecnica rigida delle
soglie fisse di pensionamento. La flessibilità è insita nel metodo
contributivo ed è adottata in forme diverse da vari paesi europei,
perché combina l'obiettivo di alzare l'età di pensione con l'adattabilità
alle varie esigenze di vita delle persone. Nelle attuali condizioni di vita
e di lavoro sono molte le persone per cui prolungare l'attività è
un'opportunità, specie se si migliorano le condizioni di lavoro con
politiche di active ageing (formazione mirata, orari flessibili,
organizzazione del lavoro e delle carriere che valorizzino le doti degli
anziani).
La crescente partecipazione degli anziani over 55 è una tendenza
generale europea. E non è prepensionando gli anziani che si aprono
spazi ai giovani; tanto è vero che molti pensionati continuano a
lavorare. La questione è più complessa e la sua soluzione dipende
molto
dal
funzionamento
del
mercato
del
lavoro.
Il pensionamento flessibile permette una transizione graduale degli
anziani dalla piena attività alla pensione e insieme può favorire un
graduale inserimento dei giovani al lavoro. Le forme sperimentate nei
vari
paesi
sono
diverse
e
hanno
avuto
esiti
alterni.
Due casi recenti di pensione parziale, con o senza staffetta
generazionale, sono quello francese del contrat de génération, varato
nel 2013, e quello spagnolo della ”pension parcial” (legge del 2011).
Entrambe le leggi combinano l'obiettivo di promuovere l'occupazione
di giovani (le età variano) con quello di mantenere al lavoro i senior
con part time e con misure di attivazione; inoltre prevedono misure di
trasferimento di conoscenze e competenze fra lavoratori di diverse
età.
Nel caso francese il pensionamento parziale – con o senza staffetta
generazionale - comporta che la pensione è correlata alla riduzione di
orario con il ricalcolo alla fine del periodo di part time. Per le imprese
medio- piccole l'adozione dello schema è facoltativa ma incentivata;
per le imprese sopra i 300 dipendenti essa è obbligatoria e va
concordata con il sindacato. Le imprese sono tenute ad adottare un
piano d'azione contenente modalità di integrazione dei giovani
assunti, di trasmissione delle competenze a loro favore, e
mantenimento dell'occupazione dei senior (costo previsto circa 1
miliardo annuo). In Spagna la riduzione dell'orario può essere
compresa fra il 15% e il 50% (il 75% nel caso il “relevista” sia
assunto a tempo pieno e indeterminato) e consente l'assunzione di un
disoccupato (relevista) per una durata pari al tempo vacante. Il
pensionato parziale matura il diritto alla pensione completa al
raggiungimento dell'età legale (65 anni), come se avesse lavorato a
tempo pieno. Il sistema, se applicato a tutti i potenziali beneficiari,
risulta
alquanto
costoso.
Sistemi diversi di pensione parziale sono previsti in Danimarca,
Svezia e Finlandia, peraltro senza compensazione o on
compensazione parziale della perdita dei contributi pensionistici. La
previsione di una pensione parziale facilita il part time in uscita, in
quanto compensa la perdita di reddito del lavoratore part time. La
copertura contributiva completa, con contributi figurativi, è costosa, e
quindi costituisce un ostacolo alla diffusione del sistema. La Germania
l'ha sospeso per questo. Ma la copertura figurativa può essere
limitata in ragione dell'età e/o del reddito dell'interessato, (quindi del
livello di pensione ottenibile anche senza tale copertura).
Per questo motivo il part time in uscita va “mirato” bene e si presta a
essere utilizzato solo per un periodo breve prima del pensionamento
definitivo (due-tre anni); la Spagna, dopo la prima sperimentazione
del
sistema,
ha
elevato
i
requisiti
per
l'accesso.
In ogni caso il suo utilizzo costituisce un adattamento flessibile e
personale della modalità di uscita dal lavoro che non contrasta - e
non deve contrastare - con la tendenza generale all'innalzamento
dell'età
del
pensionamento.
Per altro verso il pensionamento parziale si combina con la tendenza
alla diffusione del part time come strumento di redistribuzione del
lavoro in generale e in particolare nei cicli di vita.L' Olanda è un caso
emblematico: in quel paese il part time interessa la metà della
popolazione attiva e ha una diffusione maggioritaria, fino al 70%, fra i
giovani che si avviano al lavoro (magari combinato con cicli di studio)
e fra gli over 50-55, che adottano il pensionamento flessibile
parziale.In realtà un utilizzo virtuoso di questo strumento richiede di
essere inserito in politiche del lavoro attive e sostenuto da un
mercato
del
lavoro
dinamico
ed
equilibrato.
Si conferma cioè quanto si diceva all'inizio che il sistema pensionistico
può essere sostenibile ed equo solo se si appoggia su buone politiche
del lavoro.
Il Sole 24 ore
FONDO PENSIONI AGENTI
FONDO PENSIONE AGENTI, UNAPASS: L’INCONTRO DEL 29 APRILE
AL MINISTERO DEL LAVORO NON ERA “INFORMALE
UNAPASS – Rete ImpresAgenzia, con un comunicato diffuso questa
mattina prende posizione sulla natura dell’incontro tenutosi lo scorso 29
aprile presso il Ministero del Lavoro e che avrebbe dovuto
rappresentare l’ultimo tentativo di mediazione per il salvataggio del
Fondo Pensione Agenti, al fine di evitarne il commissariamento richiesto
formalmente da COVIP. “Alla luce di notizie al limite del diffamatorio
apparse su certa stampa on line di evidente matrice sindacale”,
l’associazione presieduta da Massimo Congiu precisa di aver partecipato
all’incontro “in forza di una convocazione ufficiale del Sen. Cassano rivolta
a tutte le Parti sociali del FPA, ANAPA, ANIA, SNA ed UNAPASS”.
Dalla segreteria del sottosegretario al Ministero del Lavoro con delega alla
previdenza “non è stato comunicato ad UNAPASS alcun rinvio nelle ore
precedenti l’incontro, ma anzi detta segreteria – interpellata a proposito –
ha confermato data, ora e sede alle delegazioni delle rappresentanze
invitate”.
Il Sen. Cassano – scrive ancora l’associazione di categoria – “all’inizio
della riunione ha dato notizia della decisione di SNA leggendo un’e-mail
inviata dal Sindacato Nazionale Agenti due ore prima dell’ora prevista per
l’incontro e contenente la richiesta di un rinvio di una settimana”.
UNAPASS rivela inoltre alcuni dettagli sulla riunione al ministero:
“L’incontro – svoltosi regolarmente – è stato oggetto di confronto
orientato tra le Parti sociali presenti che si sono pronunciate sulle possibili
ipotesi di salvataggio. In quella sede sono state constatate e stigmatizzate
dal Sen. Cassano, oltre l’assenza dello SNA, l’assenza del Presidente del
FPA Pavanello con la constatazione ‘…Gli assenti hanno sempre torto’ e la
presenza del Vicepresidente Manzato (in quota ANIA) in sola
rappresentanza del FPA stesso”.
“Nel tentativo di evitare il commissariamento già ritenuto necessario da
Covip – conclude il comunicato dell’associazione di categoria – e di
permettere il confronto di tutte le Parti sociali al fine di trovare un accordo
condiviso che permetta il salvataggio del FPA, UNAPASS ha ritenuto di
acconsentire al rinvio, dichiarandosi disponibile ad ogni ulteriore incontro
incentrato al perseguimento del fine della conservazione e del
mantenimento del FPA”. Alla data odierna non è però stato ancora
programmato alcun incontro che possa definire la situazione prima che
intervenga il commissariamento.
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