rassegna stampa - Associazione Agenti Allianz
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23 Settembre 2013 23 Settembre 2013 RASSEGNA STAMPA 23 GIUGNO 2015 Sede Milano – Corso Italia 22 Sede Trieste – Via Fabio Filzi 21/1 DAL MERCATO ASSICURATIVO L’ASSICURAZIONE COPRE ANCHE IL CURATORE L’assicurazione professionale del dottore commercialista copre anche l’attività di curatore fallimentare, a meno che questa non venga espressamente esclusa. Con la sentenza 12872 depositata ieri la Corte di cassazione, terza sezione civile, conferma un orientamento di rilievo che la stessa Corte aveva già espresso nel 2005, con la sentenza 15030 e successivamente confermato nel 2009 con la sentenza 2460; lo stesso principio è contenuto nella sentenza 3468 del 2007 dove però il curatore fallimentare era un avvocato. Ma partiamo dai fatti. Nel 2004 un dottore commercialista chiede alla propria assicurazione il rimborso di 80mila euro, cifra da lui versata per una pratica fallimentare a titolo di risarcimento danni per responsabilità professionale comprensiva dei 15mila euro di spese legali sostenute nell’azione giudiziaria subita. L’attività di curatore era stata svolta fino al 2000, a seguito delle sue dimissioni il nuov o curatore aveva promosso contro di lui l’azione cautelare. Il dottore commercialista era assicurato per l’attività professionale fin dal 1987; la polizza era stata sostituita nel 1994 e prorogata prima della scadenza con una polizza del 2002; solo quest’ultima includeva esplicitamente l’attività di curatore fallimentare. Poiché solo l’ultima polizza prevedeva esplicitamente l’attività di curatela l’assicurazione sostenne la sua non operatività ; posizione accolta sia dal Tribunale di Milano, che rigettò la domanda, che dalla Corte di appello di Milano, che rigettò l’impugnazione (sentenza 26 luglio 2011). Per i giudici di merito la polizza del 2002, oltre a essere stata sottoscritta in modo strumentale a procurarsi la copertura per la pregressa attività di curatore non poteva comunque trovare applicazione perché la garanzia era espressamente esclusa per «danni derivanti da violazione volontaria di regolamenti e atti della pubblica autorità», situazione che si era verificata nel caso del commercialista perché quest’ultimo non aveva depositato né la relazione né il rendiconto di gestione. Diversa l’interpretazione della Cassazione, che ha affermato il seguente principio di diritto: «Qualora il curatore fallimentare, commercialista, sia responsabile ... del risarcimento di un danno ingiusto cagionato nell’espletamento della sua attività ausiliare di giustizia, l’assicuratore della responsabilità civile per la sua attività professionale deve tenerlo indenne (salvo che il rischio sia espressamente escluso dal contr atto), atteso che l’attività di curatore fallimentare rientra tra le possibili attività professionali specificamente previste per i commercialisti dalla legge...». Per la Cassazione, infatti, il commercialista svolge una professione intellettuale che non esaurisce la sua attività professionale nell’ambito tratteggiato dalle disposizioni del Codice civile (articoli 2227 - 2230), ma continua a restare un professionista privato anche quando «espleta un incarico giudiziario (curatore fallimentare, notaio delegato allo scioglimento delle divisioni, consulente tecnico d’ufficio) in relazione al quale svolge pubblici poteri». Per questo motivo la Suprema Corte cassa la sentenza impugnata dal commercialista e rinvia, anche per le spese del giudizio, alla Corte d’appello di Milano. Il Sole 24 ore DA CIGNA UN ALTRO NO ALL'OFFERTA DI ANTHEM Cigna, gruppo assicurativo Usa specializzato nelle polizze sanitarie, ha ribadito il no alla rivale Anthem, respingendo un'offerta non vincolante da 47,5 miliardi di dollari (53,8 miliardi incluso il debito). Anthem nel weekend aveva alzato da 45 a 47,5 miliardi di dollari l'offerta d'acquisto per Cigna, mettendo sul piatto 184 dollari per azione, di cui il 31,4% in azioni e il 68,6% in contanti. Quella rifiutata era la terza offerta di Anthem, la precedente era pari a 175 dollari per azione. Cigna in una lettera si è detta «delusa» dalle azioni della rivale e ha spiegato che il board, che «si era impegnato nelle trattative in buona fede per capire se una combinazione strategica fosse nell'interesse degli azionisti», ha deciso all'unanimità di respingere un'offerta «inadeguata». Il chairman di Cigna, Isaiah Harris, e il ceo David Cordani hanno accusato Anthem di «evitare di affrontare le nostre preoccupazioni». Tra queste il cda di Cigna include l'assenza di strategie di crescita e la fuga di dati subita dalla società in febbraio. Ma Cigna si mostra possibilista. «Una combinazione tra le due società, ai termini giusti, può garantire un ritorno sostenibile agli azionisti». Mf IVASS, EMANATO IL REGOLAMENTO CHE DISCIPLINA LA BANCA DATI "ATTESTATI DI RISCHIO". OBIETTIVO: CONTRASTARE LE FRODI E RIDURRE I COSTI GESTIONALI L'Ivass ha pubblicato il Regolamento 9/2015 riguardante la disciplina della banca dati "Attestati di Rischio". "Quest'ultima è frutto - si legge in una nota dell'Istituto di Vigilanza - di un proficuo confronto con gli operatori del mercato, Imprese ed Intermediari, e con le Associazioni dei consumatori, nonché dei numerosi contributi offerti in sede di pubblica consultazione". E’ prevista una seconda fase che consentirà di passare dall’attestato di rischio cosiddetto "statico" (che fotografa la situazione corrente. ndr) all’attestato "dinamico", generato nel continuo dal sistema, così da renderlo più aggiornato, ancora più efficace per il contrasto dei fenomeni elusivi, meglio armonizzato rispetto alle situazioni degli altri Paesi UE. "I risultati attesi in questa prima fase - scrive l'Ivass riguardano una significativa riduzione, per le Imprese, dei costi complessivi dell’attività; un notevole vantaggio per un ridotto uso della carta; una maggiore rapidità ed efficacia nelle comunicazioni con i clienti; un processo assuntivo del Ramo RcAuto più snello, sollevando, nel contempo, gli assicurati dall’adempimento, fino ad oggi a l oro carico, di consegna dell’attestato di rischio all’assicuratore, in sede di stipula del contratto. Non ultimo, la nuova disciplina rappresenta un rilevante strumento per contrastare le frodi collegate con la falsificazione degli attestati cartacei". L’Istituto di Vigilanza auspica che la nuova disciplina, assieme alle numerose altre iniziative già avviate, possa contribuire in misura significativa alla efficienza del sistema e alla riduzione dei prezzi effettivi delle polizze RcAuto. Sna channel LE COPERTURE PIÙ UTILI PER LA FAMIGLIA Per mettersi al riparo da danni causati a terzi (anche dagli animali di casa), per tutelare la propria abitazione, per attenuare i rìschi legati alla salute, il cash di tutela, ovvero mettere da parte un po’ di liquidità, non è la mossa migliore. Molto più efficiente un corretto portafoglio di polizze assicurative. Ecco come comporlo La pianificazione assicurativa della famiglia, spesso e a torto, viene sottovalutata perché per gli imprevisti si preferisce accantonare una liquidità precauzionale. I rischi temuti vengono coperti cioè in maniera subottimale con quello che il Censis definisce come «cash di tutela» mentre è fortemente sottovalutato il contributo che può essere fornito da un corretto portafoglio di polizze assicurative. RISCHI E POLIZZE Occorre analizzare quali siano i rischi dell’every day life ai quali è esposto il risparmiatore e il proprio nucleo familiare, individuare le coperture assicurative più opportune, documentarsi sulle caratteristiche e i costi, sottoscrivere quelle considerate più adatte a fornire appropriata tutela dagli imprevisti. È importante, in primo luogo, individuare i rischi che possono minacciare la persona del risparmiatore e il suo nucleo familiare, anche in relazione alla sua professione e a eventuali esposizioni debitorie, e il suo patrimonio. Vanno poi analizzate le polizze già sottoscritte e misurato il gap di protezione: ovvero la differenza tra la copertura necessaria a mantenere lo stesso tenore di vita (o a preservare quello della prop ria famiglia) in caso di incidenti o infortuni invalidanti, ricavata prendendo come riferimento il reddito lordo, il numero di persone a carico ed eventuali prestiti, e la copertura esistente, che comprende non solo le assicurazioni stipulate ma anche le attività liquide per far fronte ai rischi della vita. Deve cominciare poi la ricerca della tipologia di soluzioni assicurative property protection (rc capofamiglia, assicurazione abitazione, tutela legale) e personal protection (temporanee e caso morte, polizze sanitarie). RC CAPOFAMIGLIA E PROTEZIONE DELLA CASA In un’analisi costi/benefìci, quello che è uno scudo davvero indispensabile, soprattutto in presenza di bambini, è la responsabilità civile del capofamiglia, polizza che copre i danni che il capofami glia o i suoi familiari, nonché le persone che vivono stabilmente con lui (badanti o collaboratori domestici) ma anche animali, provocano a terzi con il conseguente obbligo di risarcimento stabilito nella polizza. Per quanto riguarda le abitazioni, i danni coperti sono quelli provocati a terzi a seguito dell’uso della casa, alla manutenzione ordinaria e allo svolgimento di attività domestiche. Logicamente, nella polizza rc capofamiglia sono coperti sempre solo i danni provocati involontariamente (colposi) e non quelli intenzionali (dolosi). Particolare attenzione va prestata alle coperture realmente incluse nella polizza e ai rischi esclusi, al massimale (l’importo cioè massimo che viene risarcito), a eventuali franchigie (quota del danno che rimane in carico all’assicurato). Infine, va verificata la copertura territoriale dal momento che alcune compagnie prevedono la copertura entro i confini europei mentre altre contemplano l’estensione geografica a tutto il mondo. Va sottolineato come la responsabilità civile sia sottoscrivibile o come copertura a se stante (stand alone) o nell’ambito di un pacchetto più esteso a tutela della propria abitazione, sicuramente da valutare con estremo interesse. In genere sì prevede la protezione dei locali e del contenuto della casa (con copertura estesa alle pertinenze) da danni derivanti da incendio, esplosione, eventi atmosferici, vandalismo, la copertura contro il furto e la garanzia assistenza con servizi di pronto intervento da parte di un artigiano (idraulico, elettricista o fabbro) in caso di emergenza. Sul mercato si iniziano anche a trovare anche polizze che coprono dal rischio sismico. Navigando sui diversi siti internet e campionando, per dir così, i diversi canali distributivi, per vedere le offerte, si va da Postaprotezione Casa Special in cui si può scegliere di combinare le diverse formule incendio, furto e capofamiglia o optare per la copertura completa, beneficiando di uno sconto del 10%. Alle coperture incendio e furto è abbinato poi il servizio Assistenza Casa e con la garanzia incendio si prevede anche la Protezione Bollette e Spese che prevede il pagamento delle bollette nel caso in cui gli imprevisti della vita non consentano più far fronte alle spese di casa. Nell’offerta bancassìcurativa si può citare Famìglia Protetta di Unicredit che sì articola in singoli pacchetti assicurativi (Base e Top), da comporre tra loro in base alle specifiche esigenze di protezione. Andando nella specificità delle coperture, nel pacchetto Base rientrano la responsabilità civile, i danni al contenuto dell’abitazione causati da incendio, fulmine ed esplosione, l’assistenza casa e famiglia. Il pacchetto Top offre, oltre alle garanzie previste dal pacchetto Base, le coperture per fenomeno elettrico (come per esempio un corto circuit o), l’allagamento della casa o perdite d’acqua, la rottura di vetri. È possibile aumentare il livello di protezione abbinando al pacchetto scelto una o entrambe le garanzie opzionali rappresentate dall’incendio locali e dal furto e rapina. Con BluCasa di Ubi è possibile poi scegliere contro quali rischi proteggere la propria casa, anche in affìtto o di vacanza. Le polizze si differenziano per somme assicurate e coperture prestale, con massimali crescenti per incendio, furto e responsabilità civile. È possib ile poi aggiungere coperture assicurative opzionali, scegliendo tra Package Energia Solare (in caso di casa con impianti fotovoltaici o impianti solari termici), Package Abitazione Secondaria (con coperture specifiche anche per le seconde case) e Package Alleato Casa che tutela in caso non sia possibile alloggiare in casa dopo un sinistro. Considerando il canale assicurativo tradizionale va ricordata CasaTua di Allianz che offre un’ampia serie di coperture, dalla protezione dei locali e del contenuto dell’abitazione alla tutela del patrimonio (responsabilità civile), al furto, al rimborso delle spese legali, all’assistenza. Interessante anche Casamia di Reale Mutua che consente la personale combinazione di sicurezza modulabile con il numero e la tipologia di garanzie di cui si ha bisogno. Le coperture utilizzabili sono l’incendio, i cristalli, il furto, la responsabilità civile, la tutela legale, gli infortuni, l’assistenza. LA PROTEZIONE DELLA PERSONA Un ulteriore strumento assolutamente necessario, soprattu tto nel caso in cui la famiglia sia indebitata (o con prestito personale o con mutuo), è la polizza vita caso morte. Dal punto di vista concettuale ci si copre dal rischio di prematuro decesso entro un determinato intervallo temporale con l’obbligo contrattuale della compagnia di corrispondere un capitale predeterminato in contratto che può essere costante nel tempo o decrescente in rapporto all’ammortamento del debito. Il costo della copertura (premio) dipende allora dall’età dell’assicurato (da dicembre 2012 in applicazione della gender directive non si considera più la differenza di sesso) e dal capitale scelto. È importante sottolineare anche il profilo fiscale, godendo la sottoscrizione delle polizze vita della detraibilità dei premio con aliquota del 19% su un premio annuo massimo di 530 euro. Con particolare riferimento alle polizze vendute in abbinamento a mutui e prestiti (PPI, Payment Protection Insurance), come sottolinea l’Ivass nel proprio sito dedicato all’Educazione assicurativa, il pacchetto offerto generalmente comprende non solo la copertura del rischio decesso ma anche di altri eventi che possono inficiare la capacità di rimborso come le perdite pecuniarie conseguenti a perdita di impiego, l’infortunio e/o la malattia del cliente finanziato, la perdita o la riduzione del valore del bene finanziato (per esempio, un immobile) per incendio o altre cause. È da tener presente come forma di autotutela che il cosiddetto decreto liberalizzazioni ha introdotto una nuova disciplina a tutela del consumatore, prevedendo che se le banche e gli altri intermediari finanziari condizionano l’erogazione del mutuo alla stipula di una polizza vita, devono sottoporre al cliente almeno due preventivi di contratti vita offerti da due differenti gruppi assicurativi, riconoscendogli anche la possibilità di ricercare sul mercato una polizza più conveniente (la previsione è rafforzata dal recente disegno di legge concorrenza varato dal governo Renzi). Se il consumatore trova sul mercato tale copertura, le banche e gli intermediari finanziari devono accettarla senza variare le condizioni per l’erogazione del mutuo o del credito al consumo. Sul sito dell’Autorità di Vigilanza (www.ivass.it) è pubblicato l’elenco delle imprese assicurative che offrono sul proprio sito un servizio on line di preventivazione. In più, per evitare ogni possibile conflitto d’interessi, la banca o l’intermediario finanziario possono essere designati come beneficiari del contratto di assicurazione solo qualora il contratto non sia stato intermediato dalla banca o dall’intermediario finanziario stesso o da soggetti a essi legati da rapporti di gruppo o da rapporti di affari propri o di società del gruppo. Infine, in caso di estinzione anticipata o di trasferimento del mutuo o del finanziamento, la compagnia è tenuta a restituire la parte di premio pagato relativa al periodo residuo fino alla scadenza originaria (nel caso di pagamento di un premio unico). In alternativa si può richiedere la prosecuzione della polizza fino alla scadenza, anche designando un nuovo beneficiario. Un ulteriore rischio che va coperto a livello familiare, soprattutto alla luce del progressivo ridimensionamento delle prestazioni del Welfare State, è quello legato alla salute. In ottica di efficientamento della spesa familiare va osservato come l’Italia sia uno dei paesi europei in cui è più elevata quella che sì definisce come spesa out of pocket, vale a dire la spesa sanitaria che grava direttamente sulle tasche dei cittadini. Il caso più eloquente è quello di chi per evitare le liste di attesa del Servizio sanitario nazionale decide di andare a visita medica specialistica privatamente. Come muoversi nel concreto? Se si è lavoratori dipendenti occorre informarsi se la propria azienda sta dotata di un fondo sanitario; se si è lavoratori autonomi occorre guardare al mercato delle polizze sanitarie individuali. La gamma delle coperture sanitarie sottoscrivibili è schematizzabile in cinque opzioni principali: integrativa, indennitaria, completa, grandi interventi chirurgici, a vita intera. Al crescere dell’ombrello protettivo aperto corrisponde un costo crescente, ragion per cui è opportuno in dividuare in via preventiva di cosa realmente si abbia bisogno. Occhio poi al massimale (importo massimo risarcito), alla franchigia (quanta parte del rischio è a carico diretto dell’assicurato), alla carenza (dopo quanto tempo dalla sottoscrizione si attiva nella concretezza la copertura assicurativa), alle esclusioni (cosa non copre). Come forme di protezione sanitarie familiari, sono interessanti per esempio Generali Sei in Salute Alta Protezione che prevede la scelta tra sei combinazioni di garanzie principali e una vasta gamma dì garanzie opzionali e Axa Protezione Salute con tre formule di garanzie, completa, speciale, integrativa. INVESTIRE PER I FIGLI Mettere da parte il denaro per il cielo di studi in prestigiose università all’estero o per dotare i propri figli di un capitale per la maggiore età è uno dei pensieri ricorrenti dei genitori. Una soluzione può essere quella delle polizze assicurative vita sia a premio periodico (versamento rateale) sia a premio unico (versamento in unica soluzione), so prattutto del tipo rivalutabile, con minimo garantito cioè e, quasi sempre, consolidamento annuo del risultato (il rendimento generato viene cioè acquisito a titolo definitivo per cui il capitale accantonato può solo crescere). Il mercato offre numerose soluzioni calibrate sul target giovani con ipotesi anche meritocratiche in cui si prevedono plus legati ai risultati scolastici (si citano a scopo esemplificativo Zurich Progetto Futuro e UnipolSai Risparmio Giovane). In alternativa si può sottoscrivere un fondo pensione aperto o un piano individuale di previdenza, o, ancora, utilizzare il proprio fondo negoziale se Io statuto lo prevede. In questo modo si usufruisce dei vantaggi fiscali previsti (deducibilità anche per contributi versati per familiari a carico nei limiti dei 5.164,57 euro), si dota il figlio dell’anzianità di iscrizione per accedere alle anticipazioni per acquisto prima casa (sono necessari 8 anni di anzianità) e per avere la riduzione di imposta in sede di prestazione finale (imposta sostitutiva del 15% che si riduce dello 0,30 per ogni anno di durata superiore al quindicesimo). Patrimoni. RISPARMIO GESTITO MOODY'S PROMUOVE 11 BANCHE ITALIANE L'agenzia di rating Moody's ha ridefinito i giudizi su 17 banche italiane, 16 delle quali sotto revisione da marzo. Per 11 dei 17 istituti analizzati l'agenzia statunitense ha deciso di rivedere al rialzo il giudizio sui depositi, e per 10 anche del debito senior unsecured. Tra le banche promosse figurano Unicredit , Intesa Sanpaolo , Ubi e Bpm . Nel dettaglio, il rating a lungo termine di Unicredit e di Intesa è stato promosso a Baa1. Quello di Ubi è salito a Baa2. Mentre quello di Bpm a Ba3. L'azione di Moody's, ha spiegato l'agenzia, segue il cambio annunciato nella metodologia di valutazione del rating delle banche. Tra le considerazioni sugli istituti italiani ha inciso tra l'altro la valutazione di un ambiente operativo che per le banche italiane vede una crescita economica più lenta e un maggiore rischio relativo rispetto a quello prevalente in altri Paesi europei. Tra gli altri fattori presi in considerazione, Moody's valuta in maniera positiva il quadro istituzionale, tenendo conto in particolare del quadro europeo in cui gli istituti italiani operano. Ma tra gli elementi alla base dei nuovi giudizi Moody's segnala anche i modesti ratio degli istituti di credito italiani, inclusa una debole qualità degli attivi; le garanzie offerte ai creditori; e una minor probabilità di supporto pubblico MF IL BATTESIMO DELLA NUOVA FIDEURAM Assemblea straordinaria, ieri, per Fideuram. Atto formale, certo, ma ignificativo: si sono approvate, infatti, tutte le delibere - aumento di capitale compreso - relative all’incorporazione di Intesa Sanpaolo Private Banking, passaggio decisivo per la creazione della nuova “grande Fideuram” e della divisione Private banking di gruppo. Si è deciso anche il nome della nuova maxi-società: FIDEURAM Intesa Sanpaolo private banking Spa, scelta non particolarmente audace quanto a originalità ma rispettosa degli equilibri e delle storie che stanno dietro alle nozze. Sede legale a Roma, dov’era quella della “vecchia” Fideuram, nei prossimi giorni convocherà l’assemblea ordinaria per la nomina dei nuovi organi, con Paolo Molesini che diventerà ceo e Matteo Colafrancesco nel ruolo di presidente. Come anticipato da Il Sole 24 Ore il 12 giugno scorso, Enrico Salza diventerà invece presidente di Intesa Sanpaolo Group Services. (Ma.Fe.) Il Sole 24 Ore MOODY’S ALZA IL RATING A DIECI BANCHE ITALIANE È una promozione “tecnica”, ma pur sempre una promozione. Sta di fatto che ieri Moody’s ha rivisto al rialzo il rating di 10 banche: la valutazione di lungo termine su Unicredit, Intesa, Bnl e Banca Imi, Cassa Centrale Raiffeisen passa a Baa1, quella su Ubi e Credem a Baa2, quella su Bpm a Baa3, quella su Credito Valtellinese a Ba2, quella su Cariparma ad A3. In tutti i casi l'outlook è stabile. Declassamento, invece, per Unicredit Leasing (che scende a Baa3) e Mediocredito Trentino Alto Adige (Ba1). Confermati, invece, i rating di Fca Bank (Baa2), Iccrea (Ba2), Banca Sella (Ba1), Cassa Centrale (Baa3) e Banca mezzogiorno (Ba1). L’azione di Moody’s, ha spiegato l’agenzia, segue il cambio nella metodologia di valutazione del rating delle banche. Tra le considerazioni ha inciso tra l’altro la valutazione di un ambiente operativo che per gli istituti italiani vede una crescita più lenta e un maggior rischio relativo rispetto ad altri paesi europei. LA CLASS ACTION FA FLOP IN ITALIA RISARCITA SOLO UNA SU CINQUANTA Dopo cinque anni la class action , in Italia, resta solo una minaccia. Cinquanta azioni di classe incardinate, dicono le uniche statistiche disponibili, soltanto una chiusa con un risarcimento. Nell’aprile 2014. Quando il Tribunale di Torino stabilì in primo grado che le commissioni applicate per quattro anni da Banca Intesa San Paolo sui conti scoperti violavano la legge e andavano restituite. Partirono cento correntisti, affiancati da Altroconsumo. Il Tribunale ne accettò sei, gli unici ad aver firmato con autentica: furono rimborsati, i sei, con somme tra i 100 e i 200 euro. Non proprio un successo, come primo risarcimento. Anche perché la controffensiva della banca è partita e Altroconsumo ha dovuto rispondere con un suo ricorso. Nella magra storia della class action all’italiana c’è un precedente più interessante e sostanzioso: l’ha sancito il Tribunale di Napoli su istanza dell’Unione nazionale consumatori. Diciotto febbraio 2013. Centotrenta turisti raggirati per una vacanza fuori stagione a Zanzibar devono ricevere — sentenza di primo grado — 3.600 euro a testa. Il tribunale sentenziò, l’agenzia di viaggi, Wecantour di Castelnuovo Cilento, dichiarò fallimento. Non avrebbe mai pagato il mezzo milione convenuto. L’esito fu negativo, la sentenza di Napoli va segnalata, però, perché preziosa sul piano esemplare: “Danno da vacanza rovinata”. Era un viaggio “tutto compreso” del Natale-Capodanno 2009. I 130 italiani vennero portati in un cantiere in costruzione: doveva essere un albergo a quattro stelle con palestra, piscina, giochi d’acqua, spa. Dicevamo, cinquanta class action incardinate, una portata a compimento con risarcimento. Sono i dati dell’Osservatorio permanente sull’applicazione delle regole di concorrenza, insediato nel dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Trento. Solo l’associazione Altroconsumo ne ha messe su quattro, oltre a San Paolo-Intesa. Contro la Rai, le ferrovie Trenord, i traghetti Moby, Snav, Grandi navi veloci e Forship. La quinta sono, in realtà, otto procedimenti contro le municipalizzate che gestiscono la tassa sui rifiuti imponendo l’Iva. Molta carne al fuoco, poche soddisfazioni. Sulla Rai e la sua interruzione di servizio pubblico è arrivata una bocciatura da Tribunale e Corte d’appello di Roma: gli abbonati non hanno voce in capitolo. E così dopo cinque anni ci si interroga sulla bontà delle azioni italiane, avendo a sfondo le grandi battaglie nordamericane (vinte) contro le multinazionali del tabacco: in sei dovettero versare 206 miliardi di dollari. L’Aduc di Firenze, attraverso l’avvocato Emmanuela Bertucci, scrive: «Abbiamo diffidato dell’azione di classe fin dalla sua introduzione ritenendo che fosse uno specchietto per allodole per dare l’idea di aver introdotto l’azione nel nostro paese senza farlo davvero, senza che potesse avere un impatto favorevole e concreto sullo squilibrato rapporto fra consumatore e aziende». Da allora, ricorda il legale, si sono invocate action per l’aumento del costo del permesso di circolazione nel centro storico di Roma, per lo stop alle rivalutazioni delle pensioni voluto dal governo Monti, per la neve in Emilia. Contro le devastazione dei black bloc a Milano, il primo maggio scorso. Scrive l’Aduc: «L’azione di classe italiana è stato un flop. Oggi non fa nessuna paura alle aziende, non le mette sotto pressione economica e psicologica, non le stimola a una maggiore correttezza nei confronti dei consumatori ». Uno dei suoi limiti è che l’azione in Italia costa troppo. Le norme d’oggi, varate dal governo Berlusconi, la scoraggiano. Chi la promuove e viene stoppato dal tribunale (inammissibilità) rischia la condanna alle spese e al risarcimento dei danni per lite temeraria. L’Aduc, rigettata su un’azione contro la Microsoft per le licenze Windows preinstallate sui computer, ha pagato caro il suo ardire. In Senato è pronta una nuova legge, frutto di una miscela tra la proposta del Movimento 5 Stelle e una decisamente più leggera. Il risultato già spaventa, comunque, Confindustria, che vaticina costi in aumento per le proprie aziende: «La nuova class action è una delle tante manine antimpresa », ha detto il presidnete Giorgio Squinzi. Il ministro Maria Elena Boschi ne ha già preso le distanze. PREVIDENZA E DINTORNI IN PENSIONE SEMPRE PIÙ TARDI IL PART TIME ASSICURA FLESSIBILITÀ La legge 335/1995 sulle pensioni è ritenuta una riforma fondamentale che, nonostante la sua entrata a regime molto lenta, è stata decisiva per stabilizzare il nostro sistema. L'impianto è ancora valido, salvo correggere alcuni aspetti specifici di funzionamento. L'aumento della spesa pensionistica, che peraltro ha raggiunto il suo picco nel 2015, è dovuto soprattutto al grande numero di pensioni di anzianità ammesse nel sistema, che sono di importo mediamente più lato di quello delle pensioni di vecchiaia. L'innalzamento dell'età effettiva di pensionamento è un obiettivo fondamentale per mantenere l'equilibrio del sistema. Ma non è detto che tale obiettivo si possa perseguire solo con la tecnica rigida delle soglie fisse di pensionamento. La flessibilità è insita nel metodo contributivo ed è adottata in forme diverse da vari paesi europei, perché combina l'obiettivo di alzare l'età di pensione con l'adattabilità alle varie esigenze di vita delle persone. Nelle attuali condizioni di vita e di lavoro sono molte le persone per cui prolungare l'attività è un'opportunità, specie se si migliorano le condizioni di lavoro con politiche di active ageing (formazione mirata, orari flessibili, organizzazione del lavoro e delle carriere che valorizzino le doti degli anziani). La crescente partecipazione degli anziani over 55 è una tendenza generale europea. E non è prepensionando gli anziani che si aprono spazi ai giovani; tanto è vero che molti pensionati continuano a lavorare. La questione è più complessa e la sua soluzione dipende molto dal funzionamento del mercato del lavoro. Il pensionamento flessibile permette una transizione graduale degli anziani dalla piena attività alla pensione e insieme può favorire un graduale inserimento dei giovani al lavoro. Le forme sperimentate nei vari paesi sono diverse e hanno avuto esiti alterni. Due casi recenti di pensione parziale, con o senza staffetta generazionale, sono quello francese del contrat de génération, varato nel 2013, e quello spagnolo della ”pension parcial” (legge del 2011). Entrambe le leggi combinano l'obiettivo di promuovere l'occupazione di giovani (le età variano) con quello di mantenere al lavoro i senior con part time e con misure di attivazione; inoltre prevedono misure di trasferimento di conoscenze e competenze fra lavoratori di diverse età. Nel caso francese il pensionamento parziale – con o senza staffetta generazionale - comporta che la pensione è correlata alla riduzione di orario con il ricalcolo alla fine del periodo di part time. Per le imprese medio- piccole l'adozione dello schema è facoltativa ma incentivata; per le imprese sopra i 300 dipendenti essa è obbligatoria e va concordata con il sindacato. Le imprese sono tenute ad adottare un piano d'azione contenente modalità di integrazione dei giovani assunti, di trasmissione delle competenze a loro favore, e mantenimento dell'occupazione dei senior (costo previsto circa 1 miliardo annuo). In Spagna la riduzione dell'orario può essere compresa fra il 15% e il 50% (il 75% nel caso il “relevista” sia assunto a tempo pieno e indeterminato) e consente l'assunzione di un disoccupato (relevista) per una durata pari al tempo vacante. Il pensionato parziale matura il diritto alla pensione completa al raggiungimento dell'età legale (65 anni), come se avesse lavorato a tempo pieno. Il sistema, se applicato a tutti i potenziali beneficiari, risulta alquanto costoso. Sistemi diversi di pensione parziale sono previsti in Danimarca, Svezia e Finlandia, peraltro senza compensazione o on compensazione parziale della perdita dei contributi pensionistici. La previsione di una pensione parziale facilita il part time in uscita, in quanto compensa la perdita di reddito del lavoratore part time. La copertura contributiva completa, con contributi figurativi, è costosa, e quindi costituisce un ostacolo alla diffusione del sistema. La Germania l'ha sospeso per questo. Ma la copertura figurativa può essere limitata in ragione dell'età e/o del reddito dell'interessato, (quindi del livello di pensione ottenibile anche senza tale copertura). Per questo motivo il part time in uscita va “mirato” bene e si presta a essere utilizzato solo per un periodo breve prima del pensionamento definitivo (due-tre anni); la Spagna, dopo la prima sperimentazione del sistema, ha elevato i requisiti per l'accesso. In ogni caso il suo utilizzo costituisce un adattamento flessibile e personale della modalità di uscita dal lavoro che non contrasta - e non deve contrastare - con la tendenza generale all'innalzamento dell'età del pensionamento. Per altro verso il pensionamento parziale si combina con la tendenza alla diffusione del part time come strumento di redistribuzione del lavoro in generale e in particolare nei cicli di vita.L' Olanda è un caso emblematico: in quel paese il part time interessa la metà della popolazione attiva e ha una diffusione maggioritaria, fino al 70%, fra i giovani che si avviano al lavoro (magari combinato con cicli di studio) e fra gli over 50-55, che adottano il pensionamento flessibile parziale.In realtà un utilizzo virtuoso di questo strumento richiede di essere inserito in politiche del lavoro attive e sostenuto da un mercato del lavoro dinamico ed equilibrato. Si conferma cioè quanto si diceva all'inizio che il sistema pensionistico può essere sostenibile ed equo solo se si appoggia su buone politiche del lavoro. Il Sole 24 ore FONDO PENSIONI AGENTI FONDO PENSIONE AGENTI, UNAPASS: L’INCONTRO DEL 29 APRILE AL MINISTERO DEL LAVORO NON ERA “INFORMALE UNAPASS – Rete ImpresAgenzia, con un comunicato diffuso questa mattina prende posizione sulla natura dell’incontro tenutosi lo scorso 29 aprile presso il Ministero del Lavoro e che avrebbe dovuto rappresentare l’ultimo tentativo di mediazione per il salvataggio del Fondo Pensione Agenti, al fine di evitarne il commissariamento richiesto formalmente da COVIP. “Alla luce di notizie al limite del diffamatorio apparse su certa stampa on line di evidente matrice sindacale”, l’associazione presieduta da Massimo Congiu precisa di aver partecipato all’incontro “in forza di una convocazione ufficiale del Sen. Cassano rivolta a tutte le Parti sociali del FPA, ANAPA, ANIA, SNA ed UNAPASS”. Dalla segreteria del sottosegretario al Ministero del Lavoro con delega alla previdenza “non è stato comunicato ad UNAPASS alcun rinvio nelle ore precedenti l’incontro, ma anzi detta segreteria – interpellata a proposito – ha confermato data, ora e sede alle delegazioni delle rappresentanze invitate”. Il Sen. Cassano – scrive ancora l’associazione di categoria – “all’inizio della riunione ha dato notizia della decisione di SNA leggendo un’e-mail inviata dal Sindacato Nazionale Agenti due ore prima dell’ora prevista per l’incontro e contenente la richiesta di un rinvio di una settimana”. UNAPASS rivela inoltre alcuni dettagli sulla riunione al ministero: “L’incontro – svoltosi regolarmente – è stato oggetto di confronto orientato tra le Parti sociali presenti che si sono pronunciate sulle possibili ipotesi di salvataggio. In quella sede sono state constatate e stigmatizzate dal Sen. Cassano, oltre l’assenza dello SNA, l’assenza del Presidente del FPA Pavanello con la constatazione ‘…Gli assenti hanno sempre torto’ e la presenza del Vicepresidente Manzato (in quota ANIA) in sola rappresentanza del FPA stesso”. “Nel tentativo di evitare il commissariamento già ritenuto necessario da Covip – conclude il comunicato dell’associazione di categoria – e di permettere il confronto di tutte le Parti sociali al fine di trovare un accordo condiviso che permetta il salvataggio del FPA, UNAPASS ha ritenuto di acconsentire al rinvio, dichiarandosi disponibile ad ogni ulteriore incontro incentrato al perseguimento del fine della conservazione e del mantenimento del FPA”. Alla data odierna non è però stato ancora programmato alcun incontro che possa definire la situazione prima che intervenga il commissariamento. Intermedia Channel