Avvocato assicurato, causa vinta (o evitata)
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Avvocato assicurato, causa vinta (o evitata) 18 Febbraio 2013 – 11:51 Le assicurazioni di tutela legale, molto diffuse in Europa ma rare in Italia, mettono al sicuro da ogni tipo di controversia, comprese quelle fiscali. Ed evitano spesso di andare in giudizio Non sono poche le persone che, senza saperlo, possiedono un’assicurazione di tutela legale abbinata, per esempio, alla polizza Rc Auto, a quella della casa o della salute. Invece sarebbe bene informarsi dato che, molto spesso, non mancano situazioni di conflitto che rendono necessario adire vie legali. Con una polizza mirata, si tratti di un’azienda, di un professionista o di una famiglia, si ottiene invece l’assistenza legale necessaria per definire in tempi rapidi qualsiasi controversìa, o contenzioso. In Germania e in Austria, per esempio, una famiglia su due sottoscrive polizze di tutela legale e quasi tutte le imprese sono coperte da questo tipo di assicurazione. Mentre in Italia, fatta eccezione per il Trentino Alto Adige, lo scetticismo nei confronti dell’intera industria assicurativa finisce per prevalere e c’è la tendenza, in genere, a ricorrere al legale di fiducia in caso di necessità. Gli oggetti del contendere possono essere i più svariati: dai ricorsi contro una multa ritenuta ingiusta alle controversie col datore di lavoro, dalle frequenti liti condominiali all’assistenza psicologica in caso di furto in appartamento o, per i piccoli imprenditori, contrasti con clienti e fornitori. Come accennato, la tutela legale attraverso polizze assicurative è un business che in Europa ha già espresso il suo potenziale, al contrario di quanto accade in Italia. Tanto che, secondo i dati Ania, mentre in Europa i premi delle polizze sono pari a 7,4 miliardi di euro (+53% in un decennio), di cui quasi il 50% in Germania, meno dell’1% delle famiglie italiane opta per questo tipo di protezione e assistenza. Senza dubbio, comunque, l’interesse è cresciuto: negli ultimi dieci anni l’ammontare è passato da 164 a 317 milioni del 2011. «In Paesi come l’Austria e la Germania una famiglia su tre ha sottoscritto una polizza di tutela legale, e non è un caso che i tribunali siano meno intasati e i processi durino molto meno rispetto alla realtà italiana», ha spiegato Roberto Grasso, direttore generale e membro del cda della veronese Das Italia (gruppo Generali), leader di settore con 12 milioni di clienti in 18 paesi e una raccolta premi di 1,1 miliardi di euro. «Le compagnie di tutela legale cercano di risolvere quasi sempre le controversie nella fase stragiudiziale», ha proseguito Grasso, «e questi prodotti assicurativi offrono il vantaggio di avere il supporto di validi consulenti legali a costi contenuti in alcuni spiacevoli imprevisti della vita quotidiana». I protagonisti del mercato Le compagnie specializzate che detengono la fetta più consistente del mercato si contano sulle dita di una mano, mentre le altre (Aviva, Axa, Zurich, Groupama e lng) sottoscrivono con queste contratti di riassicurazione. Nel dettaglio, a fare la parte del leone sono Das Italia, Arag, Allianz Italia e Uca. Das, compagnia veronese specializzata nella tutela legale del gruppo Generali leader di settore, ha chiuso il 2011 superando i 51 milioni di euro, con una raccolta premi in crescita del 4,8% rispetto all’anno precedente e una produzione diretta che ha raggiunto i 30,901 milioni di euro, con un incremento del 6,3% A seguire Arag, compagnia italiana del gruppo tedesco Arag, ha registrato una raccolta premi di 95 milioni di euro (al lordo dei premi ceduti in riassicurazione) in crescita del 5% rispetto all’esercizio precedente. L’utile pre imposte è stato di 1,35 milioni di euro. Negli ultimi due anni la produttività è aumentata del 16,2% e oggi il gruppo, che ha un team di 140 persone, gestisce un portafoglio di 32 mila sinistri di tutela legale e conta su un network di 270 avvocati. Allianz Italia, guidata dall’ad George Sartorel, nel ramo tutela legale conta su oltre 36 milioni di euro di raccolta nel 2011. Il gruppo distribuisce polizze che abbinano la garanzia di tutela legale ad altre coperture. soprattutto in ambito retail come, per esempio, nel prodotto multi garanzia CasaTua. E anche per la torinese Uca (al quinto posto per i premi del lavoro diretto per singola impresa nel ramo della tutela legale) l’esercizio 2011 si è chiuso in modo brillante. Con una raccolta premi di 21,2 milioni di euro integralmente sviluppata nel canale di lavoro diretto, un incremento medio tra i due rami rispetto all’esercizio precedente del 18,7% e un utile netto di 362,6mila euro, con una quota del ramo tutela legale di 17,3 milioni di euro (+21,32%). 1 Intermedia Channel 18 Febbraio 2013 – 11:51 Tutela legale spesso complementare La tutela legale può essere legata a tutti i prodotti assicurata i tradizionali senza distinzione particolare di tipologia della copertura base. Per modalità di vendita rappresenta spesso una prestazione abbinata e di completamento a prodotti multirischio nei rami elementari e Rc Auto (sebbene solo il 5% dei veicoli immatricolati, 45 milioni, possiedono una copertura di questo genere) oppure viene venduta come polizza ad hoc. Secondo Aviva, nelle polizze multirischio relative per esempio alla vita privata, alle attività commerciali, alle piccole imprese e ai fabbricati, la prestazione tutela l’assicurato per le spese che si rendono necessarie per l’assistenza stragiudiziale, l’intervento di un legale o di un consulente tecnico, la redazione di denunce, querele e istanze alle autorità giudiziarie, l’assistenza in arbitrati, gli accertamenti su soggetti, proprietà e dinamiche dei sinistri nonché di indagine per la ricerca di prove a difesa e, in casi specifici, anche vertenze contrattuali nei confronti di clienti e fornitori. Questa garanzia offre inoltre servizi di assistenza generica, come quella legale telefonica e di consultazione preventiva, nel caso in cui l’assicurato debba prestare testimonianza presso gli organi di polizia o la magistratura. Quanto ai costi, «sono molto più bassi di quello di un avvocato», ha precisato Grasso, «una polizza mediamente completa, che comprende assistenza in sede penale per delitti colposi e dolosi, costa meno di 500 euro per una piccola azienda con 2 o 3 addetti mentre per un’azienda di 8/10 persone si arriva a 800/1000 euro». Quanto ai massimali, in genere non c’è limite annuo se non per il singolo caso. Attenzione prima di sottoscrivere In fase di sottoscrizione dì una polizza, oltre a leggere con attenzione le schede prodotto, occorre sapere che normalmente la possibilità di ricorrere a un proprio legale è concessa solo nella fase giudiziale e non in quella stragiudiziale. Inoltre è essenziale considerare quello che si chiama ‘periodo dì carenza o aspettativa‘, il periodo di tempo compreso tra la data in cui si firma una polizza e quella in cui si è assicurati a tutti gli effetti. Generalmente ha una durata di tre mesi a partire dalla data in cui si stipula il contratto di assicurazione e serve a evitare che le persone acquistino una polizza quando sono già a conoscenza di un problema che dovranno affrontare. Infine, la maggior parte delle polizze di tutela giudiziaria comprende clausole di esclusione, ossia i casi per i quali non è prevista una copertura. Ci sono compagnie, per esempio, che non prevedono controversie relative alla costruzione, compravendita e ristrutturazione delle case o che non offrono protezione sulle liti fiscali e amministrative. Più polizze, meno cause civili Come ha ricordato Das Italia, «nei procedimenti penali esiste l’istituto del gratuito patrocinio per fornire assistenza legale gratuita ai meno abbienti, mentre in quelli civili non si riscontra alcun istituto simile. L’assicurazione di tutela legale, che prevede premi contenuti, può garantire anche in sede civile la tutela degli interessi della parte più debole e costituire così un mezzo di parificazione delle opportunità di difesa tra soggetti dalle potenzialità economiche diseguali». Secondo gli esperti, una maggiore diffusione dell’assicurazione di tutela legale porterebbe vantaggi anche per l’intero sistema giudiziario. L’inquadramento della situazione conflittuale nell’ambito giuridico e la trasmissione di nozioni basilari dì diritto potrebbero, secondo alcune stime, ridurre del 30% le potenziali vertenze poiché si punta ad arrivare a una soluzione già in fase stragiudiziale, impedendo migliaia di nuove cause civili. Se a questo si accompagnasse una prestazione di consulenza nella ricerca di una soluzione bonaria della controversia, si stima che le liti che oggi finiscono davanti a un giudice si ridurrebbero a meno del 10%. Autore: Francesca Vercesi – Patrimoni 2