TEL CHI EL TELùN_PB_con descrizione sketch

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TEL CHI EL TELùN_PB_con descrizione sketch
 Aldo Giovanni e Giacomo in TEL CHI EL TELÙN ideato e scritto da Aldo Giovanni e Giacomo e Massimo Venier con la collaborazione di Gino & Michele con Marina Massironi e con la partecipazione di Antonio Cornacchine e dei The Good Fellas scene e costumi di Elisabetta Gabbioneta luci e fotografia di Raffaele Perin regia di Arturo Brachetti una produzione Paolo Guerra per 1
TEL CHI EL TELÙN il nuovo spettacolo di ALDO GIOVANNI E GIACOMO "Aldo, Giovanni e Giacomo, dopo i loro successi televisivi e cinematografici, sono ormai una garanzia, contesi come testimonial da sindaci e assessori. Il loro nome in cartellone è una garanzia sufficiente per lanciare una nuova mega-­‐struttura, un tendone da 2000 posti vicino alla stazione Garibaldi. È lì che ha debuttato il loro nuovo spettacolo, Tel chi el telùn. Fare uno spettacolo comico in un tendone non è un'idea nuova, neppure per AG&G, che qualche anno fa avevano preso parte all'avventura del Circo di Paolo Rossi. Ora il progetto sembra aver preso una forma finanziariamente più equilibrata. Anche perché il trio, anche in questa occasione, si muove con agilità tra i vari media. Il prologo di questo spettacolo teatrale è una gag cinematografica, che racconta uno scombiccherato avvicinamento al tendone; nel corso della serata, poi, il video viene utilizzato in diverse occasioni: per seguire l'azione in quinta, oppure per duplicare quello che avviene sui due palcoscenici principali, quello dove agiscono gli attori e quello dov'è sistemata l'orchestra (nell'estate del mambo, AG&G hanno scelto lo swing dei Good Fellas); e infine perché lo spettacolo – con l'inserimento di vari ospiti nelle diverse serate – avrebbe già una destinazione televisiva ed è stato oggetto di una contesa tra Mediaset e Raidue – con il rischio che alla fine, a furia di veti incrociati, finisca da qualche altra parte. Tuttavia, pur tenendo presente l'abilità nel proiettarsi sul piccolo e sul grande schermo, va detto che la comicità di Aldo Giovanni e Giacomo ha una matrice prettamente teatrale: a cominciare dall'enfasi sul mimo e sul controllo gestuale che si è andato via via affinando, soprattutto nell'irresistibile; e poi nella struttura a gag, a numeri chiusi, che ricorda il varietà e l'avanspettacolo. Anche i rapporti interni tra i personaggi richiamano il numero dei clown, con lo scontro tra l'impacciato (in genere Aldo) e il cattivo (questa volta in genere Giacomo, con Giovanni spesso a mediare, e altrettanto spesso a cambiare gli equilibri). Ma la cattiveria esplode davvero quando il trio trova un "esterno" da malmenare – nella serata del debutto il ruolo è stato volonterosamente assunto da Antonio Cornacchione: è in queste occasioni che i tre brutti, cattivi e simpatici attori riescono a dare il meglio di sé, con ritmi e tempi assai efficaci. Non c'è dubbio che queste gag collettive, dopo ondate di comici monologanti, abbiano avuto un effetto di gradevole novità, contribuendo al successo del trio. Al mondo dell'avanspettacolo rimandano anche l'assoluto disimpegno dei testi e delle situazioni, e il punto di partenza per le invenzioni comiche (oltre agli autori Aldo, Giovanni e Giacomo e Massimo Venier, figurano tra i collaboratori gli immancabili Gino & Michele per i testi e Arturo Brachetti per la regia, e i trucchi da illusionista) è spesso la parodia: vengono presi di mira i kolossal mitologici (nella prima irresistibile scenetta), i telefilm polizieschi (ma trasferiti in Brianza con i Busto Garolfo Cops, un altro cavallo di battaglia), i serial di ambiente medico tipo E.R., la moda new age. Insomma, un orizzonte televisivo e sociologico sbeffeggiato con leggerezza, ritrovando la struttura delle vecchie barzellette sceneggiate. Mentre negli intermezzi la vamp Marina Massironi si diverte a canticchiare le più viete barzellette su Pierino e sui Carabinieri. Ma il finale è, ancora una volta, un irresistibile numero tutto teatrale, giocato sulla mimica: la noia e l'irritazione dei tre maschi di fronte alle letture poetiche dell'ispirata Massironi". (Oliviero Ponte di Pino) 2
Mission Impossible Parodia dell'omonimo film, con tema musicale annesso. Gli agenti Giovanni e Giacomo si cimentano in una "missione impossibile": comprato un motoscafo (dopo aver tentato inutilmente di impadronirsene sopraffacendo il sorvegliante), i due giungono in una banca e si introducono nel caveau, dove superano i raggi ottici dell'allarme grazie alle lenti infrarosse, ma poi scoprono che gli stessi raggi erano disegnati sulle lenti. Arrivano così alla cassaforte, e tentano inutilmente di aprirla con una serie di assurdi stratagemmi, finché Giacomo non riesce ad entrare attraverso una porticina e ad aprirla dall'interno: dentro ci trovano Aldo, che racconta loro di essere stato risucchiato da un bancomat dopo aver sbagliato il codice. Lo liberano e lo portano via con loro, a bordo del motoscafo: qui Giacomo si toglie una maschera e si rivela essere una bionda bellissima, che scambia con Giovanni un bacio passionale... per poi togliersi un'altra maschera e ridiventare Giacomo. Approdati a terra, i tre scendono dal motoscafo e, uscendo letteralmente dallo schermo, arrivano sul palco. Canto Con Marina Massironi. Pdor Un uomo delle caverne (Aldo) è un Eletto a cui è apparso in sogno il dio Pdor, potente Signore del Deserto, che l'ha incaricato di scrivere il suo messaggio su tavole di pietra sacre. L'Eletto si reca così al vulcano dove risiede Pdor, accompagnato dal figlio (Giacomo) in modo tale da non farsi trovare a mani vuote se dovesse fare un sacrificio. Arrivati a destinazione, i due chiamano Pdor (Giovanni), che sorge dal vulcano e con tono imperioso comincia a declamare le sue imprese eroiche (piene di nomi assurdi e impronunciabili che dovrebbero ricordare quelli di pseudo-­‐divinità mitologiche), fino a sfinire i due malcapitati. Al termine del "discorso" il dio comincia a dettare il testo da trascrivere su tavola di pietra, ma i due hanno poca dimestichezza con martello e scalpello e finiscono per spaccare la sacra tavola dopo una lettera. Con questo sacrilegio si scatenano contro l'ira di Pdor, che infligge loro i suoi terribili castighi: Aldo si guadagnerà il pane col sudore della fronte, migrerà e infastidirà i popoli del Nord, mentre Giacomo partorirà con dolore (è piuttosto preoccupato, ma non tanto per il parto, più per l'accoppiamento). I monaci Zen Aldo, Giovanni e Giacomo sono tre monaci Zen, con dei poteri soprannaturali emettendo versi assurdi (che dovrebbero ricordare gli "ohm" dei religiosi). Giovanni cerca di insegnare la levitazione agli altri due, dando origine ad una serie di scenette paradossali. Il canto del duetto Marina Massironi e Charlie lo struzzo. Le ombre Le ombre di Aldo, Giovanni e Giacomo sono proiettate sullo schermo e ne derivano una serie di gag paradossali che giocano sugli effetti delle ombre. Esecuzione spagnola Scherzo ad Aldo per una birra non pagata in Spagna 18 anni prima. Il gabbiano Jonathan In un parco cittadino, Giovanni porta a spasso il suo cane Diablo (di cui si vede solo guinzaglio e museruola) e incontra Giacomo, che ha una paura matta dei cani. Si diverte così ad aizzargli contro Diablo; calmatosi il cane, Giovanni lo presenta a Giacomo: si tratta di un incrocio tra segugio e spinone (un "segone"), ed è addestratissimo. Giovanni mostra così a Giacomo tutto ciò che sa fare 3
Diablo di straordinario ("fa la cuccia" nel senso che la costruisce, imita perfettamente ogni razza di cane, fa le acrobazie): peccato che Giacomo, quando lo vada ad accarezzare, scopra che la museruola corrisponda in realtà al sedere del cane (applicata lì a causa di una costipazione). Nel frattempo sopraggiunge Aldo, che, grazie ad un lunghissimo guinzaglio estensibile, porta il proprio cane al parco... lasciandolo praticamente in casa. Questo cane si rivelerà ancora meglio addestrato rispetto a Diablo (è infatti in grado di attivare e disattivare l'allarme di casa): Aldo spiega infatti che l'ha fatto studiare al CEPU. Poi arriva anche Marina, che porta al guinzaglio il suo gabbiano Jonathan. Nonostante sia addestrato a fare i suoi bisogni nel vasino, questi li fa addosso al povero Giacomo. Lo sketch si conclude con i tre animali in calore: mentre il cane di Aldo si trova una cagnolina e Jonathan una gabbianella, Diablo preferisce accanirsi su Giacomo. La poesia Marina vuole declamare una poesia francese con buona pace di Aldo, Giovanni e Giacomo, che fingono di assecondarla e siedono su degli sgabelli pensando più a fare gli stupidi tra di loro che ad ascoltare la poesia. Questa si rivela così noiosa che i tre finiscono per crollare addormentati. Come non bastasse Marina ne annuncia un'altra di stampo tedesco; stavolta la musica di sottofondo per la poesia fa venire in mente ai tre una canzone tedesca, che cominciano a cantare interrompendo Marina. In qualche modo la donna si convince che è stata lei a dare loro energia e dice che ne farà un'altra; mentre si prepara, Giacomo vorrebbe dirle che ha rotto le scatole, ma viene convinto da Aldo e Giovanni a lasciar stare. Aldo però si lascia scappare la stessa frase a Marina e poi cerca di farsi perdonare impietosendola; Marina accetta le scuse e dedica un'ultima poesia al pubblico in sala. Le castagne Aldo, Giovanni e Giacomo vanno a raccogliere le castagne con la macchina di Giacomo, una vecchia Fiat 131 appartenuta al nonno di Giacomo, che però si ferma in aperta campagna. Aldo scende per cercare aiuto, ma dopo diverso tempo non lo vedono tornare. Andati a cercarlo, Giovanni e Giacomo lo trovano in terra, tramortito e derubato (anche dei vestiti). Dopo averlo maldestramente rianimato, i tre recuperano le castagne rimaste in macchina, vestono Aldo con abiti di fortuna e fanno l'autostop. Darà loro un passaggio Antonio Cornacchione, in cambio di potersi esibire nel loro spettacolo. In macchina, scoppia un litigio quando Giacomo scopre che Antonio inizialmente avrebbe dovuto far parte del trio al posto suo. Arrivati al teatro, i tre escono dallo schermo e arrivano sul palco. I tre medici In ospedale, il celebre professor Alzheimer (Giovanni), così chiamato perché affetto dall'omonimo morbo, è impegnato in un "consulto importantissimo" (in realtà si stanno raccontando una barzelletta) con i suoi assistenti, il dottor Pivetta (Giacomo) e un terzo dottore il cui cognome cambia ogni volta che ci si rivolge a lui (Aldo). I tre vengono interrotti da Antonio, che deve farsi curare una ferita sulla fronte. Alzheimer diagnostica subito un "tipico caso di tossicodipendenza", comincia ad insultare il paziente dandogli del "drogato!" e a prenderlo in giro perché questi desidera il suo chirurgo di fiducia, perché vuole che si avvisino i suoi familiari che sta male e perché dichiara di curarsi solo con metodi naturali. Alzheimer e la sua equipe sono fieri sostenitori della "chirurgia del disimpegno", che consiste nel saltare tutti gli esami preliminari che di norma si eseguono prima dell'intervento per passare subito all'operazione. I tre cercano prima di anestetizzare il paziente cantandogli una ninna nanna: il metodo inizialmente funziona, ma poi il paziente si risveglia e allora Pivetta gli inietta il curaro con una cerbottana. Comincia l'operazione: dopo aver indossato i guanti (di colori diversi per distinguere la destra dalla sinistra), Alzheimer si fa passare da Pivetta il "Bisturi Partero Psico Androgeno Genetico"... che si rivela essere una 4
motosega, che il dottore utilizza con mano tutt'altro che ferma (deve farsi trattenere da Pivetta perché altrimenti viene trascinato in giro per la sala); con la motosega Alzheimer apre il cranio del paziente e con l'aiuto dei suoi assistenti comincia una disastrosa operazione al cervello, in cui i tre rivelano la loro assoluta incompetenza. Alla fine il paziente muore (per colpa di Aldo che si è mangiato i filamenti neurovegetativi tolti al paziente che si era stranamente messo a parlare durante l'intervento), ma ai tre dottori non importa più di tanto perché, mentre dichiarano la loro responsabilità per l'incidente, si ricordano che è l'ora della partita di squash. Il leone e la gazzella Giovanni deve tornare a casa a prendere del materiale per lo spettacolo che si è dimenticato, ma non sa come fare per intrattenere il pubblico nel frattempo. Giacomo però ha trovato un foglietto pubblicitario con la classica storia del leone e della gazzella ("In Africa ogni mattina una gazzella si sveglia e inizia a correre" ecc.), e decidono di farla raccontare ad Aldo per intrattenere il pubblico in loro assenza. Ma al momento di raccontarla Aldo si confonde e la racconta a modo suo... Il viaggio Aldo, Giovanni e Giacomo devono andare da Milano a Pizzo Calabro per uno spettacolo. Giovanni e Giacomo si recano alle 6 del mattino a prendere Aldo con la nuova auto di Giovanni, una scassatissima Subaru SV, chiamata da Giacomo "Subaru Baracca" perché ha solo tre sedili, il clacson scadente e il finestrino a manovella (in realtà in scena ci sono tre sedie, una cintura e un volante giocattolo, per simulare la macchina). Arrivati da Aldo, questi si fa attendere perché deve finire di mangiare la peperonata (a colazione!), ma poi, salendo in macchina, costringe Giacomo ad andare sul sedile posteriore perché sta male nelle curve. Giacomo però sta stretto, e, poiché Aldo non si tira avanti molto, è costretto a farsi indietro lui con il sedile posteriore: si scopre così che in realtà la macchina è lunghissima e a forma di banana ("modello Chiquita" sentenzierà Aldo). Non appena partiti Aldo costringe Giovanni a fermarsi perché deve fare pipì, ma se la fa sulle scarpe: Giovanni riparte prima che lui possa risalire e lo costringe a seguirli di corsa. Quando riesce a risalire in macchina (aggrappato alla cintura di sicurezza, che si deforma), l'auto (uscita dall'autostrada) sta attraversando una serie di brutte curve e Aldo, preso da conati di vomito, rigetta la peperonata insieme al caprino del giorno prima sui tappetini posteriori. Dopo questo inconveniente il viaggio prosegue. Giovanni si diverte ad investire ogni animale che gli si para davanti (un gattino, un dalmata e un'intera famiglia di ricci) mentre Aldo si dispera nel veder morire tutte queste povere bestiole. Finalmente i tre arrivano a Pizzo Calabro, dove raggiungono lo Skylab di Via Washington 35 (secondo Giacomo il padrone si chiamerebbe Mr. Jones), che però trovano spento e chiuso. Si scopre così che Aldo aveva sbagliato la data dello spettacolo, facendoli arrivare un mese prima (sul foglio delle indicazioni c'è scritto 21 novembre e quel giorno è il 21 ottobre). E così, per ripicca, Giovanni e Giacomo ripartono di corsa lasciando Aldo a Pizzo Calabro. Gli spagnoli In questo sketch Aldo, Giovanni, Giacomo e Marina si travestono da spagnoli, ballano e suonano. Canto in Inglese Marina Massironi. Busto Garolfo Cops (Scuola di Polizia) 1 Parodia dei telefilm polizieschi americani. Il capitano Tiger (Giovanni) addestra i poliziotti Dexter (Aldo) e Sugar (Giacomo). Il primo è decisamente pigro e smidollato, mentre il secondo è fin troppo ligio al dovere e si dà arie da duro. Il capitano fa disporre i due a cono rovesciato e poi li interroga su come si comporterebbero in caso di un intervento per schiamazzi notturni; nei rispettivi racconti Dexter perde tempo nel prepararsi (lava divisa e mutande e fa tre volte le scale) 5
e finisce per mettersi in mezzo ai festaioli e diventare loro amico, mentre Sugar finisce per prenderli tutti a manganellate dopo diverse manifestazioni di violenza gratuita. Questa puntata è stata trasmessa il 28 novembre 1999. Busto Garolfo Cops (Scuola di Polizia) 2 Il capitano Tiger (Giovanni) torna ad addestrare i poliziotti Dexter (Aldo) e Sugar (Giacomo). Stavolta li fa disporre a pi greco e poi pone loro il caso di un'occupazione studentesca. Nel suo racconto Dexter, dopo aver perso tempo come al solito, finisce per picchiare per sbaglio il preside (credendo che sia uno studente troppo invecchiato) ed essere portato in trionfo dagli studenti, mentre Sugar, dopo aver fatto le sue solite sceneggiate da duro, finisce a sorpresa per innamorarsi di uno studente maschio e scappare con lui. Scuola di siciliano Aldo traduce delle frasi dall'italiano al siciliano dettate da Giovanni. Giacomo fa da interprete in inglese, finendo per irritare Giovanni. Ogni semplice frase detta da Giovanni viene sistematicamente trasformata da Aldo in una vera e propria scenetta, tanto da costringere Giovanni, più volte, alla fine, a sparargli ad una gamba per farlo smettere. La Guerra in Vietnam Aldo, Giovanni e Giacomo si cimentano in una parodia dei film di guerra americani. Aldo assiste alle morti prima di Giovanni e poi di Giacomo, che gli raccomandano le rispettive fidanzate dandogli le loro fotografie. Quando Aldo controlla tutte le foto la guerra finisce prima che abbia completato l'album. Controllore Uno degli sketch tradizionali del trio. Un controllore (Giovanni) sorprende Aldo su un tram senza biglietto, anzi con un biglietto che è stato timbrato più volte. Scesi dal tram, Aldo cerca di trovare delle scuse: prova a dire che ha acquistato il biglietto da un altro controllore a prezzo più alto come abbonamento e dice di essere una persona onesta che paga tutte le tasse (il canone televisivo anche se non ha il televisore), non un defraudatore della società. Il controllore, che continua a dirgli "non faccia lo spiritoso" e "non dica stupidate", intende multarlo e quando gli chiede nome e cognome Aldo ne dice uno palesemente inventato, Ajeje Brazorf. Come se non bastasse poco dopo passa un vecchietto impiccione (Giacomo) a intromettersi per complicare la faccenda, che vuole vedere giustizia fatta e pretende rispetto perché ha lavorato e ha fatto la guerra. Alla fine Aldo scoppia in lacrime cercando di impietosire il controllore, che lo lascia andare e gli dice che forse era meglio se diceva subito di non avere il biglietto, ma Aldo lo insulta alle spalle e scappa via. Le barzellette Marina Massironi racconta le barzellette cantando. I Tiranos Aldo, Giovanni e Giacomo nella loro classica performance degli artisti da circo bulgari con Marina a presentarli.  Ufficio stampa AGIDI S.r.l. , Viale Gorizia 14, 20144 Milano, 02/83241190, [email protected] 6
ALDO GIOVANNI e GIACOMO Il trio Aldo Giovanni & Giacomo nasce nel 1991 dalla fusione tra il duo cabarettistico Aldo e Giovanni e il cabarettista Giacomo “Sugar” Poretti. 
TEATRO 1992 il trio, con Marina Massironi, esordisce con lo spettacolo LAMPI D’ESTATE, regia di Paola Galassi; 1993 partecipano allo spettacolo BARUFFE DI MAGGIO (Teatro dell’Elfo); ideano e realizzano con altri artisti lo spettacolo RITORNO AL GERUNDIO; con Marina Massironi mettono in scena ARIA DI TEMPESTA; 1995 sono tra i protagonisti de IL CIRCO DI PAOLO ROSSI. realizzano lo spettacolo I CORTI, regia di Arturo Brachetti; 
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TELEVISIONE 1992 partecipano al TG DELLE VACANZE con Zuzzurro e Gaspare (Canale 5); 92-­‐93 sono ospiti fissi della trasmissione di Paolo Rossi SU LA TESTA (RAI 3); sono protagonisti di DETECTIVE PER UNA NOTTE (TV Svizzera Italiana); partecipano allo speciale RISATE DI CUORE (Canale 5); 93-­‐94 partecipano a tutte le puntate della trasmissione CIELITO LINDO, condotta da Claudio Bisio (RAI 3); conducono su Radio Dee Jay il programma mattutino BALDINI’S LAND; sono ospiti fissi di Domenica in (RAI 1); 94-­‐97 partecipano con enorme successo per tre edizioni consecutive alla trasmissione televisiva MAI DIRE GOL (Italia 1). CINEMA 1997 scrivono e dirigono con Massimo Venier TRE UOMINI E UNA GAMBA, interpretato dal trio con Marina Massironi; MARINA MASSIRONI Marina Massironi si unisce al trio Aldo Giovanni e Giacomo nel 1991 
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TEATRO 85–86-­‐87 fonda con Giacomo Poretti il duo di cabaret “Hansel&Strudel”, che produce lo spettacolo QUANDO LA COPPIA SCOPPIA; 89-­‐90 Scrive e interpreta con Marco Pagani lo spettacolo ARIA VIZIATA, con la regia di Giovanni Storti, che sarà ripreso nelle stagioni ‘95/96 e ‘96/97 92-­‐93 Contemporaneamente a RITORNO AL GERUNDIO (Zelig – Milano), affianca il trio ALDO GIOVANNI E GIACOMO in LAMPI D’ESTATE al Teatro Ciack di Milano. 94-­‐95 È protagonista al fianco di Ruggero Cara e Flavio Bonacci di LEI, commedia in tre episodi di Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Gino & Michele. 95-­‐98 Affianca per tre stagioni il trio ALDO GIOVANNI e GIACOMO nello spettacolo I CORTI, con la regia di Arturo Brachetti. TELEVISIONE 90-­‐91 Affianca ALDO GIOVANNI E GIACOMO in alcune puntate di SU LA TESTA e CELITO LINDO (Rai Tre); 1994 Conduce con Chochi Ponzoni DETECTIVE PER UNA NOTTE per la RTSI – Radio 7
Televisione della Svizzera Italiana, con ospiti fissi ALDO GIOVANNI E GIACOMO; 1995 Conduce per la RTSO, PEO, un programma televisivo per ragazzi; 95-­‐96-­‐97 È nel cast dei comici di MAI DIRE GOL DEL LUNEDÌ con ALDO GIOVANNI e GIACOMO; 1998 È su Italia Uno con il programma COMICI, condotto da SERENA DANDINI, insieme ad ALDO GIOVANNI e GIACOMO; ARTURO BRACHETTI Arturo Brachetti appare a Torino, città magica per eccellenza e passa l'infanzia nella grigia periferia della città giocando quotidianamente con un teatrino di marionette. A 11 anni il padre lo manda in seminario dove, invece della vocazione sacerdotale, sviluppa la sua vocazione teatrale. In questo collegio infatti incontra un giovane prete, Don Silvio Mantelli che si diletta di giochi di prestigio. Arturo passa quindi l'adolescenza nel magazzino dove Don Silvio teneva le decine di giochi e libri di magia. Essendo un "bravo ragazzo" e non giocando a pallone, Arturo è l'uomo di fiducia , quindi possiede anche le chiavi del teatrino. Con qualche costume prestato e un paio di giochi magici si esibisce nel suo primo numero di trasformazioni per la festa dell'Ispettore: una strega, una cantante e un uomo in frac. Arturo ha solo 15 anni. Al Circolo Amici della Magia e, più tardi al Circolo Magico di Alberto Sitta, riceve incoraggiamenti che lo stimolano a continuare la ricerca nel campo del trasformismo, forma d'arte dimenticata dai tempi di Fregoli (1867-­‐1936). Arturo si ingegna e riesce a produrre un "numero" di 10 minuti a sei personaggi con cambi di costume fulminei. Con questa esibizione vince il premio Bustelli e viene presentato a Parigi da Gerard Majax a Jean Marie Rivière,allora direttore artistico del Paradis Latin. Brachetti ora è il più grande attore-­‐trasformista del mondo, capace di interpretare in un solo spettacolo teatrale fino a 30, 40 personaggi diversi (I MASSIBILLI ) o in TECHINCOLOR oppure sostenere fino a 100 trasformazioni. Arturo è diventato famoso nel mondo, proprio per questa sua straordinaria e unica abilità nel mutare costume, trucco, voce, ma soprattutto cambiare anima in pochissimi secondi. In alcune performances riesce a interpretare delle brevi pièces comiche (come Il saloon, Aida, Carmen, Il camerino della diva, Butterfly e altre) recitando tutti i ruoli, con relative interazioni di personaggi oppure dei "numeri" poetici a tema (come Le quattro stagioni, Il viaggio nei colori, Fregolineide, Magritte, Marlene, Fellini, ecc). Partito con un bagaglio di sei costumi, ora ne possiede più di 350 con un repertorio vastissimo e in continuo rinnovo. In Italia è uno delle 10 star teatrali più popolari, vincitore più volte del Biglietto d'Oro per il maggior numero di biglietti venduti nella stagione. La sua carriera comincia dunque a Parigi al PARADIS LATIN, quindi in Germania come presentatore del trionfale "FLIC FLAC" di André Heller. A Londra il suo spettacolo "Y" resta in cartellone per oltre un anno al Piccadilly Theatre e vince il premio SWET AWARD for the Best Newcomer (il corrispettivo del Tony Award di Broodway). Nello stesso anno si esibisce nel Gala di Natale al Covent Garden in presenza della famiglia reale inglese. Ritorna in Italia dove partecipa come ospite fisso alla trasmissione AL PARADISE di Michele Guardì e Antonello Falqui . In teatro il successo italiano arriva subito con VARIETÀ tra Massimo Ranieri e Marisa Merlini, regia di M.Scaparro. Pur continuando le sue apparizioni televisive, Arturo diventa uno dei più amati personaggi della scena teatrale italiana con AMAMI ARTURO , IN PRINCIPIO ARTURO , M.BUTTERFLY con Ugo Tognazzi, I MASSIBILLI , IL MISTERO DEI BASTARDI ASSASSINI , L'ASINO VOLA . 8
Nei ritagli di tempo torna a Londra al National Theatre nella piece SQUARE ROUND di Tony Harrison, mentre in televisione è presentatore di THE BEST OF MAGIC per Thames e THE NIGHT OF MAGIC per la Disney Television, distribuito in tutto il mondo. Sotto la produzione della Compagnia della Rancia p la regia di Saverio Marconi, Arturo entra nel mondo del musical italiano con FREGOLI (Biglietto d’oro 1995, con 280.000 biglietti venduti) e BRACHETTI IN TECHNICOLOR (250.000 presenze). Nel 1989 Arturo affronta un classico interpretando con successo Puck nel SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE di Shakespeare. Regia di Ducci Camerini. 9