AT 14 - 25 luglio 2002
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AT 14 - 25 luglio 2002
Anche questa è fatta! Un altro tassello alla conoscenza del mondo (almeno quello che ci sta accanto) è stato messo. La Tunisia è un paese che di per sé non presenta a mio avviso grosse attrattive, soprattutto se ci si va solamente per fare mare (che per quello che abbiamo visto non è un granché) anche se è un paese che ha saputo mettere insieme strutture ricettive di alto livello (gli alberghi che abbiamo visto erano tutti degli ottimi 5 stelle dotati , tranne quello di Tunisi, di bellissime piscine, dove si mangiava a self service abbondantemente e ciò che si voleva) dove famiglie intere con tanti bambini si godevano un giusto relax evidentemente a prezzi contenuti. Il nostro viaggio però come sempre non era un viaggio di relax, ma di conoscenza di un paese e credo di poter dire che nel nostro Tour dal nord al sud abbiamo avuto modo di abbastanza insolite e azzardate (troverete all’interno la cronaca dettagliata di Amato) assolutamente mozzafiato, ed una in cammello (per ben tre ore) che da una parte ci ha provato fisicamente, ma che dall’altra ci ha dato modo di vedere al tramonto un’immagine del deserto così suggestiva ed affascinante che ci ha riempito l’animo veramente di immenso compensandoci dei vari disagi del luogo. Ancora una parola riguardo al gruppo: era poco numeroso quest’anno, ma alla fine questo è risultato vincente, perché ciò ha permesso una maggiore familiarità e confidenza; certo qualche tensione o qualche incomprensione momentanea è possibile, come sempre quando si sta tanto insieme e per tanto tempo, succede anche in famiglia, ma sostanzialmente, e si avverte soprattutto dal filmato che abbiamo visto in anteprima dove si sentono continui richiami, risate e battute, sono state messe in comune tante emozioni, sentimenti e ricordi. Io sono stata bene con tutti, il pensiero a coloro che di solito vengono con noi e quest’anno non c’erano è stato costante. Il prossimo viaggio ? Si vedrà! Suggeritemi qualcosa, grazie! Alla conquista del Sahara! di Luisa Mandosso conoscerlo abbastanza bene: dai siti Cartaginesi a quelli romani , a quelli berberi, dalle zone turistico - vacanziere come quelli di Djerba e Hammamet, a quelli più sconosciuti e autentici all’interno del paese. Abbiamo avuto modo di vedere il Museo del Bardo di Tunisi che a ragione risulta essere uno dei più belli al mondo soprattutto per ciò che riguarda i mosaici, non ne avevo mai visti di così belli. Ciò che colpisce in Tunisia è comunque il paesaggio, un po’ monotono se vogliamo, ma così definito nel suo passaggio dagli ulivi (zona mediterranea) alle palme (zona desertica) al deserto vero e proprio. E questo è stata la chiave magica del Tour, la conoscenza del deserto: il Sahara cioè il deserto per eccellenza! Già nel Tour era stata inserita una tappa in una zona insolita per i normali giri turistici : il villaggio berbero di Ksar Guilene , anche per mettere ad un Tour abbastanza tranquillo, un po’ di sale; ma di sale ne è stato aggiunto abbondantemente dalla nostra bravissima guida (Su) facendoci fare due escursioni, una in 4x4 in zone desertiche Comunque vada ricorda sempre: non è una ruota che gira! (Sandro Romiti) 2 Cronaca di un viaggio di Gabriele Amato Martedì 3 luglio 2002 Ci incontriamo all'aeroporto di Roma, avendolo raggiunto ciascuno per proprio conto. Dopo le operazioni di accettazione, nell' attesa di partire, assistiamo ad una scena da immediata…spedizione in galera: alcuni addetti al carico bagagli, sempre pronti a scioperare (commento mio), lanciano le valigie (non sono nostre), alcune cadono per terra e sono prese a calci. Tre di queste vengono poi abbandonate, in ordine sparso, almeno fino alla nostra partenza. I commenti li tralascio! Decolliamo alle 12,35 con volo della Tunisair. Ci servono da mangiare ma veniamo sollecitati a far presto perché il volo sarà breve. Sembra una scena da film di Totò: gli assistenti passano in continuazione per ritirare i vassoi, noi proteggiamo le vettovaglie dai troppo zelanti "aguzzini". Il pilota deve aver sbagliato i calcoli ed inizia la discesa passando in brevissimo tempo da alta a bassa quota: i timpani vanno …a puttane. Atterriamo all'aeroporto di Tunisi Cartagine alle ore 13,40: le orecchie, doloranti, ringraziano! Rimettiamo gli orologi un'ora indietro (pur avendo la Tunisia il nostro stesso fuso orario, non ha l'ora legale. Sono le 12,40 ore locali. Ritiriamo i bagagli, passiamo ai vari controlli e ci incontriamo con la guida alle ore 13,30. Saliamo sul pullman per dirigerci all'albergo. La guida si chiama Su Haeil, per gli amici e, naturalmente anche per noi, Su. C'è molto traffico. Siamo capitati in un'ora di punta, gli uffici pubblici d'estate fanno l'orario unico fino alle ore 13,30, legata al rientro a casa. Arriviamo in albergo alle 14,10. Davanti all'ingresso ci accoglie un portiere, in divisa e cappello rosso sgargiante, che ci apre la porta. Andiamo subito a pranzo senza passare dalle camere. Il tempo di sistemarci e alle 16 iniziamo le visite dopo aver provveduto al cambio dei soldi (accettano solo dinari, e per le bevande del pranzo ha garantito la guida) con un rapporto euro/dinaro di 1/1,332. Il dinaro è diviso in millesimi e vi sono monete da 5, 10, 20, 50, 100 e 500 millesimi, e da 1, 2 e 5 dinari oltre che carta moneta da 5, 10 e 20 dinari. Ogni volta che si cambia viene rilasciata una ricevuta che deve essere conservata per l'eventuale operazione inversa , possibile nel limite di un terzo di quanto cambiato. Alle 16 partiamo per Sidi Bou Said, villaggio a venti minuti da Tunisi e nei pressi di Cartagine, costeggiando il lago salato di Sciclied e attraversando il quartiere della Goulette , con la zona denominata la piccola Sicilia, dove è nata Claudia Cardinale. Visitiamo il palazzo del Muftì (il corrispondente del nostro Papa). Giriamo per le stradine ed entriamo in un caratteristico caffè. Per strada qualcuno compra fiori di gelsomini confezionati in piccoli mazzetti. Ci sono belle abitazioni con vista mare ed una ricca vegetazione. Rientriamo alle 18 a Tunisi e andiamo alla medina che dista poche centinaia di metri dall'albergo. Visitiamo il souk e rientriamo in albergo per la cena. Ci vediamo poi sulla terrazza ,al decimo piano, da dove si gode una magnifica vista sulla città, e ci accordiamo con Su per le escursioni e le attività extra non previste dal pacchetto. Mercoledì 3 luglio 2002 Alle 8,15 partiamo per Cartagine. Visitiamo la basilica di San Luigi, oggi sconsacrata, edificata dai francesi in ricordo di Luigi IX che, sbarcato sulla spiaggia di Cartagine per l'ottava crociata nel 1270 , morì a seguito di un'epidemia di peste. Poi la collina di Byrsa (letteralmente "pelle del toro") dove sorse nell'847 a.C. la prima Cartagine. Ripartiamo, alle 9,50, per l'anfiteatro di Antonino usato per martirizzare i cristiani dal primo secolo d.C. al 671 anno dell'invasione degli arabi mussulmani. In questo luogo una lapide ricorda il martirio di Santa Felicita, madre di sette figli, fra cui Santa Stefania, tutti santi. Andiamo poi al teatro, che troviamo chiuso per restauri, e proseguiamo con le visite alle ville romane, alle terme di Antonino, al porto Punico ed al Tofet (luogo in cui venivano seppelliti i bambini morti prematuramente o, secondo altre fonti, contestate dalla guida, erano sacrificati alle divinità).Pranziamo al ristorante Le Phenix de Carthage. Dopo pranzo ci trasferiamo al museo del Bardo dove arriviamo alle ore 14,20. Il museo è stato ricavato nel palazzo del Bey di Tunisi rimasto in carica fino alla proclamazione della repubblica. È giustamente famoso per gli splendidi mosaici provenienti da tutti i siti archeologici tunisini. Personalmente ho trovato poco felice la collocazione, ad esempio, di un mosaico che ricopriva il fondo di una piscina in verticale su una parete. C'è ovviamente anche altro da vedere. Non ultimo l'harem del Bey con le quattro stanze per le consorti ufficiali (la poligamia è stata abolita nel 1957). La sala, in barocco italiano, è del 1870 ed al centro la pavimentazione a "mosaico-calendario" rappresenta sette divinità ed i segni zodiacali. Rientriamo in albergo, siamo all'hotel International in Avenue Bourguiba, alle ore15,30. L'albergo ha una trentina d'anni, la manutenzione lascia a desiderare. Pretenzioso. (punto!) Alle 15,40 Andiamo ai grandi magazzini di place de l'Independance. I prezzi sono quasi …italiani, la merce esposta certamente no. Passiamo al reparto alimentari, curiosiamo ma nulla ci attira in modo particolare. Una signora d'una certa età, sentendoci parlare, ci avvicina. Indossa un costume tipico tunisino ma parla un perfetto …siciliano. Ci spiega, dopo averci chiesto se riusciamo a capirla, che lavora da venticinque anni presso la famiglia di un avvocato siciliano dove è ormai una di casa. La salutiamo e riandiamo al souk per alcune compere. Molti parlano l'italiano e in ogni modo …ci si capisce. In albergo, dopo cena, c'è un matrimonio. Ballerini e "complesso musicale" attendono l'arrivo degli sposi che ritardano. I ballerini sono due notissimi froci, padre e figlio, almeno anagrafico, di Tunisi. Hanno sul capo un cestino con petali di rose. Ballando e volteggiando, accompagnati dalla musica, accolgono gli sposi e li precedono nel salone segnando il percorso con i petali. Le donne emettono i classici "urli" di gola in segno di gioia. Siamo invitati al ricevimento. Tanta musica e…tanta acqua da bere. Giovedì 4 luglio 2002 Levataccia per partire, alle 6,30, alla volta della colonia romana di Bulla Regia. Su compra, strada facendo, un'anguria. Arrivia(Continua a pagina 3) 3 (Continua da pagina 2) mo alle 9,30 e visitiamo le famose ville a due piani, di cui uno interrato, berbero-romane. I mosaici più belli sono stati rimossi e portati al Bardo. Prima di ripartire, sono le 10,15, facciamo una sosta e mangiamo l'anguria. Ci muoviamo alla volta di Dougga, alle 10,40, salendo a 550 m d'altitudine verso la catena dell'Atlante Sahariano. Splendida vista. Alle 13,30 siamo al ristorante dell'Hotel Thugga. La guida ci avverte che, se saremo fortunati, potremo mangiare carne di cinghiale. Siamo… fortunati, ma il trattamento è sicuramente squallido. Alle 14,25 siamo di nuovo sul pullman con meta Thuburbo Maius, città che anche nei resti ha lasciato traccia della sua vocazione agricola, dove arriviamo alle 15,40. Dopo poco più di un'ora di visita ci avviamo verso Kairouan, la quarta città santa dell'Islam. Alle 18,15 siamo all'hotel la Kasba, splendida struttura ricavata all'interno di una vecchia fortezza. Ne approfittiamo per fare il bagno in piscina. Dopo cena usciamo. Sono le 22, un barbiere sta ancora servendo un cliente. Qualche negozio è ancora aperto. Cocomeri ammucchiati per strada aspettano improbabili, vista l'ora, compratori. In una stradina laterale c'è animazione nei pressi di un "ristorante". Ci avviciniamo. La strada è scarsamente illuminata. Un ragazzo esce dal ristorante, con una pentola in una borsa di paglia, dirigendosi velocemente verso casa. Commensali, all'interno ed all'esterno, mangiano in ciotole di terracotta. L'impressione è che abbiano fame. Un grosso pentolone d'alluminio è al caldo sul fuoco. C'è aria di morsello catanzarese. Cesarino comincia a farsi venire l'acquolina in bocca. Luisa è preoccupata. Io mi trattengo avendo avuto già qual- che problemino. Ci limitiamo ad attingere notizie. Si tratta del lablabi, una zuppa molto popolare servita a tutte le ore. Ceci lessi versati su crostini di pane e conditi con una salsa a base di harissa ed olio d'oliva crudo e, per finire, un uovo, lessato precedentemente alla coque, aperto sopra. Il tutto per un dinaro! Facciamo ancora un breve giro per la città, un vecchio spazzino ramazza, alcuni giocano a carte seduti davanti casa. C'è poca gente e decidiamo d'andare a dormire. Venerdì 5 luglio 2002 Alle 8,40 cominciamo il giro della città. Costruita a fortificazioni concentriche, distruggendo le precedenti, man mano che si ingrandiva. La prima tappa sono i bacini degli Aglabiti risalenti al VII secolo d.C. Recentemente restaurati, servivano ad immagazzinare l'acqua piovana, e quella di una sorgente, per approvvigionare la città. Andiamo poi alla piccola moschea, quella del barbiere di Maometto, ed alla grande moschea. Quest'ultima è la seconda, per dimensioni, del nord Africa. Non può mancare la visita ad una fabbrica di tappeti ed al souk per le compere. Le trattative sono estenuanti e, viste le cifre richieste, inevitabili se si vuole acquistare qualsiasi cosa. Per una paglietta la prima richiesta e di diciassette dinari. Ci mettiamo, ovviamente, a ridere e ci allontaniamo dopo averne proposto uno. La compriamo per due dinari da uno che ce ne aveva, più ragionevolmente, chiesto cinque. Alle 12,20 siamo al ristorante Le flore. Mangiamo il couscous e i makrud (dolcetti di semolino imbottiti con pasta di datteri, fritti e rico- perti di miele). Ripartiamo alle ore 14 per Sufetula, dove arriviamo alle 15,30, e Su, lungo la strada, compra un cocomero. I templi sono ancora ben conservati. Stiamo facendo la solita abboffata di siti archeologici. Ci scappa anche qualche salace commento sui Romani. Il cocomero che mangiamo alla fine della visita ci ricorda un matrimonio… non ben riuscito. Su non ha avuto la mano felice, ma noi, con il caldo che fa, lo mangiamo lo stesso. Ripartiamo alle 17 e ci fermiamo, a Gafsa, alle 18,40, anche per esigenze… idrauliche. Siamo alle porte del deserto ed il paesaggio che ci circonda è inequivocabile. Ultima tappa della giornata per Tozeur con arrivo alle 20,15. Alloggiamo all'hotel Abou Nawas, un villaggio con piscina, immerso nel verde. Dopo cena usciamo a fare due passi. Non c'è molto da vedere, anche perché andiamo nella direzione opposta a quella che porta al paese, oltre a catene d'alberghi. Al rientro incappiamo nel solito matrimonio. La gente è cordiale e allegra. Si balla e si beve…acqua. Ad onor del vero si vede anche qualche…gassosa! Sabato 6 luglio 2002 Iniziano i giorni del deserto. Due Toyota Land Cruiser ci aspettano per l'escursione alle oasi di montagna. Sono le 8,35 quando, divisi in due "equipaggi", prendiamo posto sulle jeep. Chi prende posto sui tre sedili posteriori, i più sacrificati, reclama l'indennità…"culo rotto"! Incappiamo in un posto di blocco che ci ferma e controlla i documenti dell'autista. Attraversiamo la zona dei dromedari ed un'oasi prima di arrivare, alle 9,50, a quella di Chebica. Proseguiamo per Ta(Continua a pagina 4) Un ipertesto che presenta in modo chiaro con foto e filmati cinque percorsi didattici nell’ambito di un discorso tecnologico e artistico all’insegna della manualità e dell’operatività. € 15,00 + € 2,00 per sped. postale Versamento sul C.C.P. n. 203109 intestato: ANIAT Cultura Tecnologica C.so Bramante, 14 – 1134 Torino 4 (Continua da pagina 3) merza. L'oasi è incuneata in un canalone e deve la sua esistenza ad una cascatella la cui acqua è stata incanalata per l'irrigazione. Turbe di ragazzini, e non, ci assillano, lungo il percorso, con richieste d'acquisto di merce varia. Rientriamo in albergo, per il pranzo, alle 12,30. Per il pomeriggio abbiamo concordato con Su una variazione al programma. Cambiamo auto ed autisti e partiamo, alle 15,10, alla volta del deserto. Il termometro della jeep segnala una temperatura esterna che oscilla fra 46 e 48 gradi centigradi. Andiamo su e giù per le dune, apparentemente anche in modo spericolato. I sobbalzi e le discese improvvise non fanno bene alle…chiappe e provocano, da parte di qualcuno, ma non faccio nomi, urletti e… raccomandazioni al Padreterno. Arriviamo, in successione, sui set di due film: Il paziente inglese e Guerre stellari. Il paesaggio è abbacinante: sabbia finissima a perdita d'occhio sotto un sole impietoso. Ripartiamo per Nefta la cui oasi di montagna è denominata, per la forma, la corbeille. Facciamo sosta in un locale da cui si domina l'oasi ed il paesaggio circostante. Su ci fa assaggiare il pane berbero ed i tordi, cacciati nell'oasi, al forno. Torniamo in albergo alle 18,30 in tempo per il bagno in piscina. Dopo cena la guida dà istruzioni sull'abbigliamento da indossare ed il comportamento da tenere per la giornata nel deserto. Io e Giuseppe, con Su che guarda divertito, ci "esibiamo" in alcune partite al biliardo. Domenica 7 luglio 2002 Alle 9 risaliamo sulle jeep del primo giorno per una visita al centro di Tozeur. Proseguiamo per il lago salato di Chott El Jerid. La strada lo attraversa su un terrapieno. Ai lati due piccoli canali lasciano affiorare l'acqua, mentre sulle pareti si deposita il sale. A destra ed a sinistra un'enorme distesa di fanghiglia impastata col sale. All'orizzonte strani effetti ottici Alle 10,25 ci rimettiamo in viaggio per le splendide dune di Fatnassa e quindi per l'oasi di Kebili. Alle ore 12 pranziamo al ristorante Sahara (che nome originale!). Ci muoviamo verso sud alle ore 14,30 con meta intermedia Douz e finale Ksar Guilene dove arriviamo alle 16,30. Siamo ai margini del Sahara. Il campeggio è situato accanto alla sorgente che forma una pozza entro la quale alcuni turisti fanno, sembra un'esigenza tassativa, il bagno. Ci assegnano le tende. Sono montate su una piattaforma circondata da un basso muretto, a forma di vasca rettangolare, con un'apertura . Sul perimetro interno, sui due lati ai fianchi della porta, un rialzo in cemento sul quale sono collocati i materassi. L'illuminazione è fornita da ben… tre candele. Entrando si ha l'impressione di quanto sia piacevole l'inferno. Certamente di beduino queste tende hanno soltanto… noi. L'escursione all'avamposto Romano nel deserto, concordata con Su, è prevista per le 18. Arrivano i dromedari. I soliti gridolini fanno sorridere anche i mansuetissimi animali gobbuti. Da un pò spira una brezza che solleva la sabbia facendola penetrare… ovunque. Cerchiamo di proteggere in qualche modo gli occhi, le videocamere, le fotocamere e quant'altro. La carovana s'incammina. A tre metri d'altezza, con il sole che si abbassa all'orizzonte, intravediamo il fortino in lontananza. I dromedari salgono e ridiscendono le dune. Le selle hanno una pessima imbottitura ed i fondoschiena …si ammaccano. Scherziamo e cerchiamo, vento e dromedari permettendo, di effettuare qualche ripresa. Ogni tanto qualche dromedario si ferma a addentare un invitante, per lui, ciuffo d'erba del deserto. Andiamo avanti per tre quarti d'ora. Scendiamo dai dromedari che s'inginocchiano, (e se non lo facessero?). Sotto il fortino, in pieno deserto, c'è (e poteva mancare?) la tenda di un bibitaro. Visitiamo il fortino, scattiamo le foto di rito e ripartiamo alle 19,20. Il sole sta per tramontare e la temperatura è ideale. Arriviamo, soddisfatti, quando, sono da poco passate le 20, è quasi buio. Ci diamo una lavata, Su ci ha raccomandato di evitare la doccia per non peggiorare la situazione, cercando, invano, di far uscire la sabbia dagli occhi. Ceniamo all'aperto. Segue l'intrattenimento musicale con il mesued (una sorta di cornamusa) ed i tamburi. I suoni sono molto ripetitivi, specie quelli del mesued che ha toni molto acuti. Qualcuno balla. Clara ed io andiamo dalla parte opposta del campeggio, dove ci intratteniamo a parlare con un poliziotto della guardia nazionale. Andiamo poi al bar a sorseggiare …una bottiglia d'acqua minerale. Finita la musica andiamo ad osservare le stelle sulla prima duna del deserto. Siamo troppo vicini al campeggio, illuminato, e rimaniamo delusi. Ci sediamo a chiacchierare con Su. Gli chiedo dell'attuale presidente della Tunisia rieletto con una maggioranza bulgara. Non si lascia pregare e, dopo essersi guardato attorno, dà sfogo alla sua amarezza. Ci racconta poi una delle sue storie del deserto. È mezzanotte, io Clara e Giuseppe riandiamo, dalla parte opposta alla prima, meno illuminata, ad osservare il cielo stellato. Andiamo infine a dormire nelle tende per …turisti pirla. Lunedì 8 luglio 2002 Evitiamo di far sorgere il sole e ci alziamo, prima dell'invasione delle mosche, alle 5. Ci laviamo, facciamo colazione e partiamo per Chenini alle 6,25. Il vecchio insediamento del villaggio Berbero- Cristiano sorge alla congiunzione di due crinali. In basso il nuovo insediamento. Ci arriviamo alle 8 e dopo aver lasciato le jeep ci arrampichiamo per le viuzze sconnesse. Dall'alto la vista spazia sulla catena montana del Dahar che si frappone al deserto. Ci aggiriamo per le vecchie abitazioni, alcune delle quali ancora abitate, e la guida ci fa entrare in una di queste. Saliamo una scala alquanto ripida e ci troviamo in un cortiletto attorno al quale si affacciano piccole stanze. Ci accoglie un'anziana signora, dai capelli corvini, in costume del luogo. Assaggiamo il pane berbero, non lievitato, all'olio d'oliva appena cotto su un fornelletto a carbone. Da una stanzetta si affaccia, ancora insonnolita, una ragazza. Curiosiamo all'interno: oltre al giaciglio, posto sul pavimento, un telaio verticale con un tappeto in lavorazione a testimonianza dell'attività della ragazza. Salutiamo e ridiscendiamo alle jeep. Sono le 8,50 quando ripartiamo per le ghorfas, antichi granai Berberi risalenti a 1200 anni fa. Alle 9,30 siamo nuovamente in auto per Matmata per la visita alle abitazioni troglodite scavate nel tufo. Passiamo attraverso un cunicolo che sfocia in un ampio cortile. La casa è abitata, ampia e ben tenuta. Le stanze si affacciano sul cortile. In una di esse, in cui entriamo, una giovane signora sta preparando una minestra di verdure. L'odorino è invitante. La signora continua, nonostante l'invasione, a sfaccendare con disinvoltura. Non siamo i primi e non saremo gli ultimi a ficcare il naso in casa sua. Percorriamo poca strada per arrivare al ristorante Matmata (quando si dice la fantasia!). Alle 13,15 siamo di nuovo in auto con destinazione Djerba. Ci imbarchiamo su un piccolo traghetto, per una traversata che dura un quarto d'ora, alle 15,30.Alle 16,30 siamo già in albergo, il Vincci. Le camere danno sulla… piscina immersa nel verde. Il mare è altrove. (Continua a pagina 6) 5 Su …è giù! Ovvero: E’ una ruota che gira! Non si tratta di un errore tipografico, si voleva proprio scrivere: Su è giù. Infatti Su è il diminutivo del nome della guida che abbiamo avuto in Tunisia, il nome per esteso suonava un po’ difficile con le aspirazioni necessarie (Su Haeil), così si faceva chiamare semplicemente Su, e quindi: «Dov’è Su?» risuonava dal fondo del pullman… «Su è giù» rispondeva una informata voce dai posti anteriori, «Dite a Su di venire su» chiedeva implorante qualcuno», che dopo poco al sopraggiungere della guida, si sentiva confortare: «Ora Su è su...possiamo andare…» e così via. Così è cominciata la nostra avventura nella terra di Annibale e di Asdrubale e sulla quale aveva regnato la regina Didone, abbandonata dall’intrepido Enea. Dall’alto delle terrazze di Cartagine, come non sentire riecheggiare le regali parole alla vista degli esuli troiani che si allontanavano, e con loro l’amato Enea, per andare a fondare Alba Longa prima e Roma poi? «Nessun amore mai, nessun patto tra i popoli...Vendicatore sorgi dalle mie ossa, col ferro col fuoco perseguita i coloni Troiani, ora, poi, non importa: quando bastin le forze. I lidi ai lidi contrari, all’onde supplico l’onde, l’armi all’armi: essi e i nipoti combattano», parole pronunciate poco prima di togliersi la vita, per la delusione d’amore. Ma se Didone, recitando queste parole di odio nei confronti dei futuri romani, invocava le tre famose guerre puniche che si sarebbero poi combattute, nemmeno la mente di Virgilio, autore di tali parole, poteva immaginare che molti secoli dopo, per fortuna, i due popoli eredi sarebbero convissuti in pace. Infatti l’accoglienza che abbiamo ricevuto da parte dei Tunisini è stata sempre calorosa, a volte un po’ interessata, ma comunque sempre genuina. Nei souk (mercati), tra le medine (centri storici) dei vari paesi, nelle case private berbere che ci hanno ospitato e offerto pane casalingo all’olio d’oliva accompagnato da un rinfrescante tè caldo alla menta, la parola che risuonava nelle nostre menti era: ospitalità. Virgilio ispirato dalle Muse Non ci sono mancate poi le possibilità di concludere affari: le contrattazioni si presentavano impossibili ed estenuanti nel contempo: un oggetto tipico poteva partire da una richiesta esagerata ad esempio di 50 dinari tunisini (l’equivalente di 38-40 euro), e al termine della contrattazione se ne potevano comprare due per 3-4 dinari, ma dopo mezz’ora di discussione … E anche se avremmo potuto vendere una ragazza del gruppo a qualche tunisino, ricevendo in pagamento da 80 a 200 cammelli a seconda dell’offerente, abbiamo preferito essere noi gli acquirenti ed accontentarci di qualche rosa del deserto e magari di ceramica locale. Facciamo quindi ritorno in Italia portando nel cuore tante immagini suggestive: l’escursione di tre ore nel Sahara a dorso di dromedario, in quel silenzio magico e nel contempo inquietante che la distesa sabbiosa porta con sé, la stellata notturna tra le dune, la cena consumata a lume di candela non per romanticismo, ma per mancanza di corrente eletttrica, al suono di rudimentali strumenti, suonati dalle genti locali, che ci hanno accolto facendo festa e danzando con e per noi; e come non ricordare poi gli alberghi con le loro piscine da mille e una notte, ombreggiate da palme dalle cui foglie facevano capolino centinaia di datteri oppure le cicogne che ci accompagnavano lungo la strada volando sulle nostre teste o, ancora, i miraggi che si stagliavano nitidi all’orizzonte. Decollando poi con l’aereo da Tunisi, alla vista della costa d’Africa dall’alto ecco ritornare di nuovo alla mente le parole del grande Virgilio: «E intanto Enea con le navi già teneva rotta, deciso, ...ma rivolto indietro, verso le mura, che già splendono al rogo della misera Didone.» L’Africa porta con sé fascino e mistero, ma anche tanta gente aperta e spontanea, e resterà sempre una meta di magici viaggi. Dove ci porterà il cuore l’anno prossimo non lo sappiamo ancora, è un po’ come nei quiz, è una ruota che gira… vediamo dove si fermerà! Fabio Leone Museo del Bardo Tunisi 6 (Continua da pagina 4) L'appuntamento con Su, per trascorrere la serata in un locale, è alle19. Non tutti sono puntuali. I taxi ci aspettano già davanti all'albergo. Si fanno le 19,30 e si decide d'andare. Un taxi aspetterà i ritardatari che ci raggiungeranno di lì a poco. Arriviamo all'Oasi accolti da musici, ballerini, dromedari e cavalli. L'atmosfera è da circo equestre, Prendiamo posto ai tavoli, sotto le tende sistemate attorno ad una pista centrale, in seconda fila. Il resto è già tutto occupato ed il ritardo …si paga. Lo spettacolo incomincia ed anche la cena, con piatti caratteristici tunisini fra cui l'immancabile couscous. Suonatori, danzatori, incantatori di serpenti, mangiafuoco, danzatrici del ventre, cavallerizzi ed altro animano la serata. Sandro, preso dal vortice degli eventi, fa un semispogliarello con la danzatrice del ventre. Rientriamo in albergo per la notte. Martedì 9 luglio 2002 Alle 9 ci vediamo per visitare l'isola. Lasciate le jeep viaggiamo in pullman. Andiamo alla sinagoga della Ghariba, quella nei cui pressi c'è stato recentemente un attentato. All'esterno la guardia nazionale vigila. Ci copriamo ed entriamo. L'interno è molto bello. Ripartiamo per Guellala (letteralmente, vaso) cittadina dei vasai. Entriamo in una bottega e dopo aver assistito ad una dimostrazione di lavorazione al tornio siamo invitati a provare. Accetto e mi ritrovo a tornire l'argilla. Mi guardo bene dal dichiarare quale sarà il prodotto finale. I risultati non sono esaltanti. Procediamo alle compere precedute dalle solite estenuanti trattative. Riprendiamo il giro dell'isola. Djerba non ha sorgenti d'acqua ed attualmente l'approvvigionamento, di quella potabile, avviene attraverso un acquedotto proveniente dalla terra ferma. Diffusissimi sono i mejel, terrazze adibite alla raccolta dell'acqua piovana che finisce nelle sottostanti cisterne. Alle 11,30 siamo a Houmt Souq, capoluogo dell'isola. Dopo pranzo siamo liberi e decidiamo di andare alla vicina Midoun, mentre altri scelgono di andare al mare. Prendiamo il taxi. Lo scatto iniziale è di 0.270 TD. Il prezzo della corsa è, mancia compresa, di 1,5 TD. Capiamo perché i taxi sono moltissimi ed usatissimi. Al ritorno in albergo incontriamo Su reduce da una bella dormita. Ci porta a vedere il mare e la spiaggia dell'albergo, non proprio vicinissimi. Ci rendiamo conto del perché la gente fa il bagno in piscina. Spiaggia risicata, fondale basso e mare pieno di alghe. Sono le 19,30 e torniamo in albergo per la cena. Poi tutti al bar a fumare il narghilè. Non bisogna farsi mancare mai niente! Mercoledì 10 luglio 2002 La partenza è alle 6,15, ci sarà molta strada da fare. Alle 10,30 siamo nelle vicinanze di Sfax che gode, a causa degli insediamenti industriali, del triste primato di città più inquinata della Tunisia. Ai margini delle strade che percorriamo lunghe teorie di bancarelle espongono bidoni contenenti un liquido dal colore incerto. Su ci spiega che si tratta di benzina libica che viene venduta ad un prezzo inferiore di un terzo rispetto al normale mercato. Non incontriamo, ovviamente, distributori di benzina. Alle 11,30 siamo ad El Jem per la visita all'anfiteatro costruito nel 238 d.C. Secondo solo al colosseo ed all'arena di Verona poteva contenere 27000 spettatori. Dopo la visita entriamo in una bottega dove vengono riprodotti famosi mosaici. Laboratori simili ce ne sono molti e spesso a lavorare sono ragazzini. Quando partiamo per Sousse sono le 12,30. Ci fermiamo a Port El Kantaoui, dove arriviamo alle 13,40, per pranzare al ristorante dell'hotel Acqua-Palace. Salutiamo la guida che ci lascia per sopravvenuti impegni (deve accogliere un altro gruppo in arrivo nel pomeriggio a Monastir). Proseguiamo per Hammamet dove arriviamo alle 16,10. L'hotel, il Paradise Park, è situato nella zona turistica, a circa venti minuti dal centro città. Gli alberghi sono numerosissimi ed altri sono in costruzione.Dopo un breve relax, alle ore 18, l'autista ci accompagna in città. La medina è all'interno di una fortificazione a ridosso del mare. Entriamo da una delle porte e ci addentriamo nei vicoletti laterali. Ci sono scorci molto suggestivi. Sbuchiamo sul mare che è decisamente altra cosa rispetto a quello di Djerba. Non abbiamo molto tempo a disposizione. All'esterno della cinta muraria e sul mare c'è un cimitero musulmano. A ridosso delle mura un piccolo cimitero cristiano. Sandro muore dalla voglia di vedere la tomba di Craxi. Chiede a due ragazzini che sono lieti di accompagnarlo. Noi seguiamo. Ancora un breve giro per la città nuova e poi il ritorno per la cena. Gli orari dell'albergo sono tassativi. Giovedì 11 luglio 2002 Dobbiamo ripartire per l'Italia e la sveglia è alle 4. Si fa colazione alle 4,30 e si parte alle 5. In aeroporto ricambiamo in euro i pochi dinari rimasti esibendo, ovviamente, le ricevute rilasciate al momento del cambio. Compriamo qualcosa al free shop. Si paga esclusivamente in euro, ed i prezzi sono poco allettanti. Ci imbarchiamo. L'aereo si chiama "7 novembre". È una data a cui sono intitolate vie e piazze (poteva mancare un aereo?). Ricorda la nascita della seconda repubblica che ha portato al potere l'attuale presidente. Mi viene in mente che il sette è un numero molto ricorrente nella storia dell'umanità Poi, mentre l'aereo decolla, ripenso allo sfogo di Su nel deserto. Sono le 8,35. Gabriele Amato 7 Rivalutazione dei livelli di reddito per la corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare a decorrere dal 1° luglio 2002 Roma, 27 giugno 2002 INFORMATIVA N. 61 Con effetto dal 1° luglio 2002, in attuazione della disposizione contenuta nell’art. 2, comma 12, del decreto legge 13/3/1988, n. 69, convertito, con modificazioni, nella legge 13/5/1988, n. 153, i livelli del reddito familiare conseguito nell’anno 2001, da considerare ai fini della corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare, debbono essere rivalutati nella misura dell’2,7%, corrispondente alla variazione percentuale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati calcolato dall’ISTAT, intervenuto tra l’anno 2001 e l’anno 2000. Allo scopo di semplificare e rendere più spediti gli adempimenti delle Sedi provinciali e territoriali, si allegano dieci tabelle riepilogative allestite dall’Ufficio II della coesistente Direzione Centrale Sistemi Informativi e Telecomunicazioni, nelle quali sono stati aggiornati gli importi dei limiti di reddito e degli assegni mensili spettanti per il periodo 1° luglio 2002 – 30 giugno 2003; detti importi sono stati arrotondati all’euro superiore. Per l’applicazione dei nuovi limiti reddituali da considerare a decorrere dal 1° luglio 2002, per i titolari di trattamenti di quiescenza provvisti dell’assegno in argomento, in via preliminare, il Centro di Calcolo di Latina, sulla corta del reddito imponibile di pensione percepito nell’anno 2001, quale risultante dalla certificazione fiscale rilasciata per lo stesso anno, ha provveduto ad aggiornare automaticamente le registrazioni in banca dati adottando i criteri appresso descritti: - qualora il reddito da certificazione fiscale rilasciata per l’anno 2001 sia risultato superiore a quello dichiarato dagli interessati per l’anno 2000, lo stesso è stato memorizzato in banca dati in sostituzione del precedente importo, previa modifica del codice dell’assegno; - qualora, invece, l’importo del reddito già acquisito per la corresponsione dell’assegno per il nucleo familiare sia risultato superiore al reddito da certificazione fiscale dell’anno 2001, al fine di lasciare inalterato l’importo dell’assegno in godimento, in banca dati è stato convenzionalmente memorizzato, come reddito familiare relativo all’anno 2001, l’importo più elevato dello scaglione di reddito riportato nella tabella relativa all’importo dell’assegno stesso. I nuovi limiti di reddito saranno applicati a decorrere dalla rata scadente nel prossimo mese di luglio, dopo aver dato corso alle variazioni individuali disposte sulla medesima rata direttamente dagli Uffici periferici, i quali pertanto, a partire dalla successiva rata di agosto, nell’allestimento delle segnalazioni dovranno tenere conto delle nuove tabelle. Si informa, infine, che ai beneficiari dell’assegno in argomento sarà inviata la seguente comunicazione: “Alla S.V. viene mensilmente corrisposto un assegno per il nucleo familiare per n.______ persone e riferito, per l’anno 2001, ad un reddito imponibile comunque inferiore a €______. Qualora la predetta situazione risulti variata, la S.V. è invitata a regolarizzare la propria posizione presso questa Sede provinciale INPDAP.” IL DIRIGENTE GENERALE Relazioni, foto e video dell’incontro di Chianciano Terme: “Nuovi curricoli della cultura tecnologica nella scuola di base riformata e prospettive per la scuola secondaria” Cosa aspetti ad acquistarlo? € 15,00 + € 2,00 per sped. postale Versamento sul C.C.P. n. 203109 intestato: ANIAT Cultura Tecnologica C.so Bramante, 14 – 1134 Torino 8 CHIUSURA ESTIVA DEI LOCALI I locali della sede nazionale resteranno chiusi dal 22 luglio al 31 agosto per periodo di ferie; soci e simpatizzanti per comunicazioni urgenti potranno inviare un’ e-mail all’indirizzo: [email protected] o una lettera a mezzo posta prioritaria o un fax (011.319.67.37). Eventuali notizie urgenti saranno inserite nel sito: www.arpnet.it/aniat CLICCO E IMPARO. UN APPROCCIO RAGIONATO ALLA MULTIMEDIALITA' di Maria Famiglietti Guidare i ragazzi di scuola media verso un approccio significativo al computer e alle molteplici sue applicazioni didattiche e formative è da sempre un problema aperto e dibattuto nella nostra scuola, che ha avuto soluzioni diverse e spesso antitetiche. Così, partendo dal presupposto che gli alunni sono oggi, in genere, utenti abituali di computer e videogiochi e comunque immersi in flussi di comunicazione di massa, nei quali l'informatica è lo strumento principale, alcuni consigliano un approccio "full immersion" tutto giocato sulla pratica e sulla prestazione; altri invece, pur condividendo il medesimo assunto, prediligono un approccio completamente opposto, che privilegia la cosiddetta teoria dell'hardware e del software, per giungere solo in seguito all'operatività sul computer e alle sue applicazioni pratiche. Il testo che segnaliamo in questa nota parte invece da una considerazione più equilibrata e matura del problema. Se è vero, infatti, che per molti giovani di età scolare l'informatica è una pratica d'uso più o meno diffusa e Internet è un infinito oceano in cui i ragazzi navigano più o meno saltuariamente e consapevolmente, è altrettanto vero che tale pratica non può essere disgiunta da una serie di operazioni logiche, conoscitive e di organizzazione concettuale alle quali essi devono essere guidati per maturare - nell'uso del computer e della multimedialità - da un lato le capacità operative essenziali e, dall'altro, le modalità cognitive più idonee a ricavarne apporti formativi e apprendimenti significativi sia nell'uso scolastico sia nelle libere navigazioni extrascolastiche. Ecco perché, questo volume si basa su un progetto didattico che nel Modulo 1 (Primo incontro operativo con il computer), accanto alle conoscenze e abilità propedeutiche all'uso della macchina e dei suoi applicativi più comuni, inserisce un'intera unità sulla costruzione "carta e matita" di mappe concettuali, in modo da fornire agli alunni strumenti logici e abilità cognitive per organizzare fruttuosamente l'accesso alla multimedialità, che viene trattata nel Modulo 2 (Primo incontro con la multimedialità e con Internet). Il libro, che si avvale di una veste grafico-editoriale particolarmente Antonio Caserta vivace e funzionale all'uso, sotto il profilo didattico guida passo passo lo studente ad apprendere operando (il come) e a riflettere sul che cosa e sul perché, ed è completato - per ogni sua unità di apprendimento - da puntuali approfondimenti lessicali sulla terminologia specifica e da una notevole serie di test ed esercizi di verifica e autoverifica, così da fornire agli alunni una costante capacità di "fare il punto" sul proprio percorso di ricerca, ricavando dallo studio e dalla pratica crescenti motivazioni e soddisfazioni personali. Micaela Bava Salaris, Antonio Caserta Clicco e imparo. Corso di informatica per la scuola media Paravia, Torino, 2002, pp. 208, euro 9,30. Notiziario dell’ANIAT associato all’Unione Stampa Periodica Italiana – Aut.Trib.Torino n.1859 del 9/3/1967 Direttore resp.: Cesare Leone V.Direttore: Vincenzo Valenza Amministr.ne: C.Leone, G.P.Benente, A.Bellonio Impaginazione grafica: Fabio Leone – La presente copia è stata stampata in proprio il 19 luglio 2002