Ritorno alle origini, la casa madre di Albi

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Ritorno alle origini, la casa madre di Albi
LE
NOSTRE CASE: DOMENICANE NEL MONDO
Ritorno alle origini:
la Casa Madre di Albi
Dalla “Marmite” all’edificio odierno. Le sedi precedenti. L’avvio della comunità di
Albi nel 1852, su richiesta del sindaco, per la cura dei malati. Cresce la famiglia.
Si costruisce la Grande Chappelle, dove riposano le spoglie della Fondatrice.
L’incontro con Sr. M. Pia Quochi segna profeticamente l’inizio di più stretti contatti con Roma, che nel tempo porteranno all’Unione.
A
ttorno al 1885, un importante ecclesiastico bussò, un giorno, alla comunità di
Albi e domandò di poter parlare
con la Superiora. Quest’ultima
fece gli onori di casa. L’ estraneo, che si aspettava, senza
dubbio, di incontrare una donna
distinta, in un convento confortevole, fu probabilmente deluso, perché, davanti all’indigenza
che regnava in quel luogo, non
riuscì a trattenersi dal dire: “Ma,
povera Madre, questa vostra comunità è proprio un bel niente!”
“Monsignore – rispose con dolcezza la Fondatrice – siamo molto meno di niente… poiché il
“nulla” è incapace di offendere
Dio. Mentre noi lo offendiamo…”
Nel suo angolo sconosciuto,
con grande semplicità, senza
preoccuparsi dell’opinione degli uomini, ma attenta invece
alla chiamata di Dio e alle attese
del suo sposo, Madre Gérine
Fabre, sparpagliava al vento
dello Spirito il grano che farà
germogliare molte congregazioni domenicane.
I Dalla “Marmite”
alla casa attuale.
Dopo aver seminato largamente
a Toulouse, Gramond, Tarbes,
Carcassonne, Pau…. Madre Gèrine rispose all’appello del Sindaco di Albi, nel 1852, in accordo con Mons de Jerphanion, e
venne a dar vita ad una piccola
comunità, in via del Collegio, in
località “la marmite”, per mettersi al servizio degli ammalati
della città.
La disponibilità alle chiamate
dello Spirito e la cura degli ammalati, sono sempre state la
preoccupazione dominante della nostra Madre.
Nella piccola casa “si pregava,
si lavorava, si soffriva; con la gioia nel cuore e il buon umore sul
viso” dimenticando i muri grigi
e le pene quotidiane, sempre
sulla breccia per servire.
Lo slancio è stato dato, le vocazioni vi affluiscono e la comunità
si ritrova ad essere diventata
stretta, dal 1854 si rese necessario cambiare…
Circostanza provvidenziale: un
terreno, appartenente al dr. Raynald, nella via del Seminario, è
Albi, la Grande Chapelle, dove sono sepolti
i resti mortali di Madre Gèrine
messo in vendita. Questo era
una parte della proprietà dei Padri Predicatori, prima della Rivoluzione francese. Madre Gèrine
si affida alla Provvidenza e nel
suo amore per l’Ordine, malgrado le grandi difficoltà, acquista
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tale proprietà, che diventa la
Casa Madre della Congregazione, una modesta casa, circondata da un bel giardino a nord e a
sud, fino al ruscello del Caussels, alimentato dalla sorgente
che, ancora oggi, è per noi il
simbolo della fondazione e un
regalo costante per la nostra
casa.
Come già alla “marmite” la vita
delle suore qui si svolge, secondo la Regola di S. Agostino e il
Piccolo Manuale del Terz’Ordine domenicano, nella preghiera, nella grande povertà nel servizio fraterno e gioioso e nel lavoro evangelico presso i malati,
l’essenziale della loro missione,
sotto la guida materna di Madre
Gérine.
Durante tutto il diciannovesimo
secolo, che è stato definito
“spento”, ma che vide in Francia lo svilupparsi di molte congregazioni sulle rovine della Rivoluzione, le nostre suore accorrono, sempre disponibili, dove
le chiama la sofferenza, in particolare per l’assistenza notturna.
Di ritorno a casa esse non resta-
no improduttive e, a secondo
dei momenti, lavorano in giardino, alla sorgente, nei diversi servizi comunitari e… ad ingrandire
la casa, divenuta di nuovo troppo piccola. In più riprese, verso
gli anni 1860, 1877, prima dell’arrivo degli operai e la sera
dopo che se ne sono andati, le
suore sono là, animate da Madre Gèrine “Forza piccole, è necessario accatastare rapidamente le pietre e attingere l’acqua…” lavorano con lena per
abbellire la casa comune.
La guerra del 1870, con la sua
elevata mortalità, vede le suore
al capezzale dei feriti e dei malati di vaiolo che rimpiazzano le
madri di famiglia, nei posti per
loro pericolosi a causa del grande contagio. (La guerra del
1914, più tardi, vedrà ugualmente le nostre suore infermiere dedicarsi, eroicamente, al servizio
dei soldati feriti).
Alla fine del secolo, dopo il decesso della nostra Fondatrice e
la tristezza della separazione
dell’Italia, la casa si ingrandisce
in tutta la sua estensione, nella
Suore in festa (Settembre 1992) in una tappa del pellegrinaggio
sui luoghi domenicani di Spagna e Francia
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fede nella Provvidenza, malgrado i cupi presagi e l’anticlericalismo. Viene costruita e sistemata
una bella cappella, sotto lo
sguardo della Beata Jeanne
d’Aza (quella in cui attualmente
la comunità si riunisce per pregare). Ma ben presto, essa diventerà troppo piccola per contenere l’afflusso delle suore.
II Due avvenimenti importanti, tra gli altri, segnano il XX
secolo e la vita della Casa Madre:
- la costruzione della Grande
Chappelle
- l’incontro con Sr. Maria Pia.
La cronaca, tanto interessante di
P. Bonhomme, sfortunatamente
termina con l’anno 1913.
Qualche ricordo, spigolato tra le
nostre suore più anziane, permette di ripercorrere, in linea
generale, la costruzione della
Grande Chappelle.
In effetti, la cappella ordinaria,
non era più sufficiente a contenere le suore nei momenti delle
assemblee e dei ritiri, così un
nuovo edificio viene messo in
cantiere nel 1924, nella parte
sud, del giardino d’ingresso.
Il nonno di Sr. Agnès, nostra
Sotto Priora, è stato uno degli
artigiani di quest’opera, con suo
zio e suo padre, molto giovane,
la cui fidanzata veniva a trovarlo
sul cantiere di lavoro. Questa
giovane coppia donò alla Congregazione due suore. Elisabeth
(deceduta troppo presto) e
Agnès, sempre presente nella
comunità.
La Cappella era destinata ad accogliere le spoglie mortali di
Madre Gérine.
Stando ad un piccolo biglietto
di una suora (probabilmente la
segretaria) inserito nel Libro del-
Un’immagine, di inizio Novecento, dell’ingresso della Casa Madre, (facciata sud)
la Congregazione (n.d.r = la Storia della Congregazione di P.
Bonhomme) leggiamo:
“Il 22 ottobre 1925, alle quattro
del pomeriggio, nella stazione
di Albi il feretro contente i resti
della Nostra Venerata Madre
venne fatto scendere da un vagone speciale, e messo su un
furgone per poter essere trasportato al nostro convento.
L’esumazione e la collocazione
in una nuova bara erano state
fatte ad Agen, alla presenza del
Vicario Generali di Agen, della
nostra Reverenda Madre Generale e della comunità residente
in quella città. Il 23 alle 9 si tenne un servizio funebre e nel pomeriggio il feretro venne calato
nello scavo che era stato preparato nel santuario della nuova
cappella.”
Nel corso degli anni, questa
cappella ha visto passare suore,
celebrare Professioni ed esequie… E il centenario della morte di Madre Gérine, nel 1987, vi
si è svolto solennemente, con le
nostre care sorelle giunte dall’Italia e da tutti continenti.
A partire dal 1982, la Casa Madre accoglieva regolarmente Sr.
M. Pia Quochi.
Effettivamente, in seguito al
Concilio Vaticano II e al richiamo
di Giovanni XXIII, che chiedeva
alle Congregazioni di tornare
alle loro origini, le Suore di Santa Caterina da Siena di Roma
hanno deciso di riprendere le
relazioni regolari con la Congregazione di Albi e di lavorare nei
nostri Archivi per ritrovare la nostra comune storia, e chissà...
forse pensavano già… A dire la
verità, i ponti non erano mai stati tagliati del tutto, tra le nostre
due famiglie: alcune suore intrattenevano relazioni epistolari
e nei momenti di pellegrinaggi
a Roma, alcune alloggiavano a
Montemario, dove erano accolte fraternamente.
Sr. Maria Pia fu, così, designata
dal Consiglio Generalizio di
Roma per venire a lavorare negli
Archivi di Albi, poiché parlava
molto bene il francese. La prima
volta arrivò nel settembre del
1982, era il preludio di numerose visite, durate dodici anni: 8
ad Albi e ventiquattro incontri,
con le nostre Suore, in Francia o
in Italia.
Lavorava negli Archivi con Sr.
Catherine-Marie, l’allora Priora
Generale della Congregazione
e Sr. Cècile-Marie, Priora della
Comunità. Nei momenti liberi,
Sr. Inès, sempre molto accogliente, le faceva visitare la regione di Albi. Si sono creati, rapidamente, legami di amicizia
molto stretti tra Sr. M. Pia e Sr.
Bénédicte, e timidamente la
Comunità di Albi ha donato tutta la sua fiducia e il suo affetto a
Sr. Maria Pia, che era percepita
come molto semplice e vicina.
Sr. Lucia di Argentina, desiderava che noi festeggiassimo con
solennità, il Centenario della
morte di Madre Gèrine, nel
1987, allora, non so come, è
nato il progetto di celebrare,
con tutte le figlie di Madre Gèrine insieme, una bellissima festa
che suggerì di ricostruire l’unità
di un’unica Congregazione, voluta dalla nostra Fondatrice.
Questa festa, è stata un momento meraviglioso, vissuto in
due tempi, ad Albi e a Roma.
Abbiamo potuto così cominciare a conoscerci un po’ e ad
amarci come figlie di uno stesso
carisma, vissuto differentemente, ma in modo complementare.
Da quel momento, la Comunità
di Albi, privilegiata poiché una
buona parte dei contatti si tenevano sotto il suo tetto, entra nel
progetto di restaurare l’unione.
Poco a poco vi si aggiungono le
altre comunità di Francia, partecipando con Albi all’accoglienza
di diversi pellegrinaggi delle
Comunità di Torino, Prato, Livorno… e di alcune Juniores che si
preparano alla Professione Perpetua.
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Non possiamo raccontarvi tutti
questi incontri fraterni informali,
i quali, poco a poco, hanno contribuito a formare un’anima comune, senza la quale, sarebbe
stato impossibile ricostruire
l’unione dei cuori al di là dell’aspetto giuridico. La “Fraternità Madre Gèrine” proposta nel
1992 da Sr. Claire – Marie, ha
donato una speranza, le suore
del Consiglio hanno lavorato
molto ed è stato necessario vincere le paure, i rifiuti, grazie alla
mutua perseveranza nel progetto, il quale, al di là di sr. M. Pia e
senza dubbio con la sua intercessione dall’alto dei cieli, continuava a maturare lentamente
nel cuore delle Comunità:
Quando si fanno i conti degli incontri tra le nostre due Congregazioni, dal 1982 al 2005, si scoprono 125 incontri in Europa ed
uno in Guadeloupe, senza contare i frequenti incontri delle
Suore dell’America Latina, si resta meravigliati dal cammino
percorso e non ci si meraviglia
più dell’approdo di questo cammino, il 31 dicembre 2005, festa
di Madre Gèrine, così felice di rivedere, finalmente, riunite le
sue figlie in quel “Albi, Albi…”
che le stava tanto a cuore.
III Oggi, nel 2008, la Casa
Madre di Albi è da due anni, la
casa di tutta la famiglia, la casa
del ricordo e nello stesso tempo
quella dell’avvenire, poiché essa
è ringiovanita, accogliendo da
settembre (2007 ndr) due giovani Professe, poi in dicembre un
piccolo Noviziato, che ringiovanisce i cuori di tutte le Suore più
anziane. Attualmente siamo 25
e le nostre attività sono varie: le
suore molto anziane e malate
sono le nostre interpreti nella
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preghiera e due sorelle infermiere si prendono cura di loro. Il
servizio della casa è molto impegnativo, poiché ci sono molte
persone da accogliere, ma siamo presenti anche alla vita della
Parrocchia e alle novità della
Chiesa e del mondo.
Alcune suore sono impegnate
nel Soccorso Cattolico, nelle
Equipes del Rosario, in Fede e
Luce e a l’ACAT (n.d.r: Azione
dei Cristiani Contro la Tortura),
nella pastorale della salute e
dell’educazione, a livello locale
o nazionale (a Parigi e a Tolosa).
Gruppi di riflessione, uno “islamico – cristiano e l’ altro “Mussulmani convertiti alla Fede in
Gesù Cristo” frequentano regolarmente la casa. Allo stesso
modo, gruppi di preghiera ci
chiedono la Cappella per le loro
attività spirituali.
Le nostre suore più giovani sono
molto impegnate nella Parrocchia e a Tolosa, nel servizio alle
vocazioni e dovunque vengano
richieste per prendersi cura dei
giovani e dei bambini.
Sono regolarmente presenti a
Gaillac per dividere un po’ della
loro gioia di vivere con le nostre
suore anziane e ricevere da loro
esperienza umana e spirituale.
Siamo molto contente della loro
presenza e non chiediamo che
di avere sempre, sì, più suore
giovani in mezzo a noi. Speriamo che anche loro siano contente; questo piccolo mondo
vive sotto la guida di Sr. Elvira,
ammirevole nel portare avanti
tante cose nello stesso tempo, a
Roma e in Francia.
Il 21 settembre Sr. M. Kenny e Sr.
M. Romina hanno pronunciato
la loro Professione perpetua,
nelle mani di Sr. Viviana, nella
Cattedrale di Albi e molte gio-
vani suore le hanno circondate
con la loro presenza e la loro
preghiera fraterna.
La posizione centrale della Casa
Madre nella Congregazione ci
permette di avere molte notizie,
rapidamente, da tutta la Famiglia: Curia, Comunità, Suore e
Laici associati, ciò è prezioso
per aumentare il nostro amore
per la Congregazione: Internet
è davvero un mezzo di comunicazione meraviglioso, quando è
impiegato bene perché permette di raggiungere, in un battito
di ciglia, i luoghi e le persone
più lontane o le più in pericolo e
di testimoniare loro la nostra
sollecitudine ed il nostro affetto
fraterno.
In breve, malgrado le normali
difficoltà della nostra vita che
sono come trampolini verso il
Signore, se noi sappiamo accettarle, possiamo affermare che
siamo felici nella Congregazione e arricchite dall’apporto che
ci viene da voi tutti che ci leggete (il riferimento è alla rivista,
ndr), laici e sorelle della Famiglia domenicana.
Sr. Dominique Labouérie
e la Comunità di Albi
Un incontro ad Albi (1992), da sinistra Sr.
Maria Pia Quochi o.p., Sr. M. Bènèdicte Pouzet o.p. e Sr. Dominique Labouèrie o.p., autrice del testo insieme alla sua Comunità