IL RESTO DEL CARLINO. Odissea di un automobilista, due
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IL RESTO DEL CARLINO. Odissea di un automobilista, due
Senza titolo Pagina 1 di 1 ROVIGO OCCHIOBELLO pag. 10 Senza titolo OCCHIOBELLO Un vigile urbano mentre infligge una multa (foto di repertorio) UN'ALTRA ODISSEA burocratica a seguito di un ricorso per infrazione stradale. La storia vede al centro un cittadino di Occhiobello, ma diventa emblematica perché potrebbe accadere a chiunque. Siamo nel 2007 e il cittadino in quesitone viene sanzionato per avere superato i limiti di velocità in altezza di Pomposa, in provincia di Ferrara. Provvede al pagamento della contravvenzione, ma sbadatamente non comunica alla polizia stradale di Ferrara, con l'apposito modulo, chi era al volante per procedere alla sottrazione dei punti alla patente. Era la prima volta che l'interessato veniva colto in violazione del codice della strada, per eccesso di velocità, quindi la dimenticanza è figlia dell'ingenuità e della buona fede , difficile ponsare al dolosità della dimenticanza. Questa omissione, però, ha comportato nel 2008, una nuova infrazione pari a 260 euro per mancata dichiarazione del guidatore, così come previsto dal codice della strada. A questo punto il cittadino, amareggiato per l'accaduto si appella con formale ricorso all'ufficio del giudice di Pace di Ferrara, citando che tale omissione' era frutto del principio di buona fede', previsto all'articolo 1147 del Codice civile italiano. L' istanza è datata marzo 2008 che si concludevcon la richiesta di comunicazione della data di udienza. Un quadro dei fatti, che nel racconto di questo cittadino, appare una normale' richiesta di ricorso come avviene in molti casi d'infrazione stradale. Ma a questo punto sorge l'equivoco o la difformità. Il tempo passa infatti, fino al dicembre 2009, quando viene recapitat la cartella esattoriale di Equitalia, con richiesta di pagamento d'interessi di mora ed infrazione stradale, citando la contravvenzione del 2008 oggetto di ricorso. A questo punto il cittadino si pone la domanda «ma l'udienza del ricorso non è stata fatta?». Un quesito che in seguito troverà risposta, il primo appuntamento per chiarire è nell'ufficio di Equitalia a Rovigo, dove si scoprirà un altro paradosso all'italiana. Qui, infatti, il cittadino chiede la rateizzazione del pagamento pari a 650 euro, facendo riferimento alla nota stampata dalla stessa Equitalia che cita rateizzazione' fino a 72 rate. Peccato che si scopra POI che per legge le rate non possono essere inferiori a 100 euro, quindi non attuabile per molte rate. Accertato questo incongruenza, l'impiegato di di Equitalia comunica al cittadino che forse era necessario accertare se era stata eseguita l'udienza per ricorso, invitandolo a rivolgersi alla prefettura di Ferrara. A questo punto il cittadino si reca il giorno successivo a Ferrara, va in Prefettura, ma viene invitato ad rivolgersi alla polizia stradale, in quanto competente nel rispondere. Non è finita: una volta giunto in quell'ufficio apprende un'infausta notizia. Gli agenti della Polstrada di Ferrara, correttamente comunicano al cittadino che il pagamento, tramite Equitalia, è partito in quanto conclusa l'iter del ricorso. Nell'approfondire l'accertamento cartaceo della pratica, si apprende che l'11 novembre 2008 è stata effettuata l'udienza, dove è risultato che il cittadino non si è presentato. Nuova puntata: il cittadino polesano, chiede delucidazioni, recandosi all'ufficio del Giudice di Pace. Lì l'amara conclusione. Lui racconta tutto all'impiegata dello sportello, sentendosi rispondere che la convocazione dell'udienza era depositata in cancelleria a Ferrara, un iter previsto da legge, per quelle persone che risiedono fuori dalla provincia. «Ma non deve giungere una comunicazione in merito» chiede. la risposta è stata : «E' così per legge». Mario Tosatti http://test.presstoday.com/show_article.php?id=5084336 12/01/2010