Sette anni di piogge abbondanti

Transcript

Sette anni di piogge abbondanti
Sette anni di piogge abbondanti: in Sicilia un lungo periodo in controtendenza. I dati e le elaborazioni del SIAS. Antonino Drago Dirigente Responsabile Area Studi e Programmazione, Regione Siciliana, Assessorato Risorse Agricole e Alimentari, Dipartimento Interventi Infrastrutturali. Palermo, febbraio 2010 Precipitazioni molto abbondanti negli ultimi sette anni, dal 2003 al 2009, con la sola eccezione del 2008. Questa è, come si dice, certamente una “notizia”, perché si tratta in effetti di molti anni in netta controtendenza, rispetto al lungo periodo. Ci eravamo (o ci siamo?) abituati, ahinoi, a vedere piovere sempre meno, ecco perché ci sorprendono e ci spiazzano tali situazioni meteorologiche. Come infatti si vede chiaramente dal grafico 1, il trend del periodo 1951‐2009 è decrescente, con un ritmo medio di riduzione delle precipitazioni totali annuali di circa 1,4 mm/anno, sia pur considerando che in diversi anni vi sono stati totali pluviometrici molto più abbondanti delle medie, come è successo in particolare nel 1976, nel 1996 e poi, appunto nel 2003 e 2009. E il discorso diviene ancora più evidente e interessante se si guarda al trend di un periodo ancora più lungo, cioè a quello novantennale che va dal 1921 al 2009 (graf. 2). In tal caso rileviamo un trend decrescente medio di circa 19 mm/decennio. Occorre innanzitutto precisare che poco dicono questi trend su quanto potrà avvenire in futuro, non si prestano affatto, cioè, ad estrapolare verso i prossimi anni la situazione pluviometrica della nostra regione. Mostrano però in maniera chiara e significativa come negli ultimi decenni l’andamento pluviometrico è stato appunto caratterizzato da un netto calo medio annuo, come peraltro viene ormai sempre più frequentemente prospettato dagli scenari di cambiamento climatico messi a punto da moltissimi studiosi a livello internazionale, ad iniziare da quelli operanti presso il noto IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’ONU. Tuttavia, gli ultimi anni in Sicilia mostrano appunto una situazione di significativa e durevole eccezione a tale comportamento generale, che comunque continua ancora a risultare più duraturo. Andiamo dunque ad analizzare più da vicino i dati dell’ultimo settennio e in particolare quelli dello scorso anno. Grafico 1. Andamento delle precipitazioni annuali nel sessantennio 1951‐2009. Grafico 2. Andamento delle precipitazioni medie trentennali del novantennio 1921‐2009. I dati pluviometrici del periodo 2003‐2009 sono presentati nella tabella 1. Si tratta di valori certamente ben superiori rispetto alle medie, e ciò ha riguardato un po’ tutte le province, anche se quelle interessate da incrementi più elevati sono state soprattutto quelle di Siracusa, Trapani, Messina, Ragusa e Catania. Il grafico 3, relativo agli scarti dei valori meteorologici annuali rispetto ai corrispondenti valori mediani climatici, mostra comunque chiaramente come nei diversi anni si è rilevata una diversa situazione territoriale. Tabella 1. Valori di precipitazioni annuali rilevati presso le stazioni agrometeorologiche del SIAS nel periodo 2003‐2009. AG CL CT EN ME PA RG SR TP Medie Sicilia 2003 809 668 1082 895 1029 797 722 978 775 862 2004 761 584 764 707 953 786 683 684 889 757 2005 616 649 773 816 909 769 572 711 752 730 2006 550 517 885 682 841 566 648 742 572 667 2007 550 489 819 614 1058 722 623 755 766 711 2008 444 451 652 666 853 515 458 469 460 552 2009 788 711 888 754 1339 1014 649 646 978 863 CLIMA 556 468 650 566 843 679 476 575 535 594 Grafico 3. Scarti percentuali tra i valori totali di precipitazioni rilevati presso le stazioni agrometeorologiche del SIAS dal 2003 al 2009 e i corrispondenti valori climatici. E veniamo in particolare all’anno 2009, uno dei più piovosi dell’ultimo sessantennio. Nel grafico 4 sono presentati i valori mensili medi provinciali e i corrispondenti valori climatici (mediane) trentennali. Come si evince facilmente, già fin dal mese di gennaio (in giallo) i valori sono stati ben superiori (spesso più che doppi) rispetto a quelli del trentennio di riferimento (clima). Abbondanti pure i valori di febbraio, marzo e aprile; poco abbondanti le piogge estive, come peraltro succede mediamente in Sicilia. Poi abbiamo avuto i due mesi piovosissimi di settembre e ottobre, quasi ovunque superiori al doppio dei valori climatici, cui è seguito un novembre relativamente secco e un dicembre nuovamente molto piovoso, ma solo in Sicilia occidentale. Piuttosto asciutte sono invece risultate, negli ultimi due mesi dell’anno, le province centro‐orientali (Caltanissetta, Catania, Enna, Ragusa e Siracusa), dove alla scarsità di novembre è seguito appunto un dicembre avaro di precipitazioni, con conseguenti problemi soprattutto per il rifornimento idrico degli agrumeti, che in molti casi si sono dovuti irrigare. Grafico 4. Valori (mm) totali mensili di precipitazioni (medie provinciali) e confronto con i corrispondenti valori climatici trentennali (mediane). Un breve focus sugli eventi piovosi eccezionali degli ultimi sette anni Più che le parole, dicono i dati e soprattutto le elaborazioni. Infatti anche da un rapido sguardo alle immagini seguenti (grafici, tabelle e mappe), si evince in maniera immediata che numerosi episodi di precipitazioni eccezionali negli ultimi anni hanno interessato in maniera differenziata le diverse aree della Sicilia. Primo fra tutti, l’evento alluvionale di Siracusa della notte fra il 16 e il 17 settembre 2003, quando nella stazione meteorologica SIAS di Siracusa (installata in una località al confine con il comune di Floridia) sono caduti 425 mm di pioggia in 7 ore, che, come se non bastasse si deve considerare “aggiuntiva” rispetto a quelle caduta fra il 14 e il 16 mattino, con un valore totale nei 4 giorni pari a circa 640 mm (vedi tabella 2), una quantità enorme, addirittura molto superiore a quella che cade mediamente in un anno in quelle aree della Sicilia. Ingenti ovviamente i danni alle popolazioni, all’agricoltura e agli altri settori produttivi, oltre che alle opere civili, ancorché si trattò in tal caso di un evento molto più circoscritto, rispetto a quello dell’alluvione del 1951, da sempre considerata un recente riferimento per tali fenomeni, anche per la vastissima area interessata in quel caso. I successivi eventi da segnalare sono quelli che hanno interessato la provincia di Trapani, ma anche l’Agrigentino, nell’annata agraria 2004‐2005, quando da settembre ad aprile si sono raggiunti valori cumulati di precipitazioni ben superiori ai valori massimi registrati dal 1921 (graf. 5). Anche in quel caso molti i danni all’agricoltura, soprattutto per le colture poste nelle zone pianeggianti e vallive, dove per un lungo periodo si sono verificati fenomeni di ristagno idrico. Eventi abbondanti di tipo alluvionale sono poi stati registrati tra metà dicembre 2005 e fine gennaio 2006, nel Siracusano, Catanese e Messinese (figg. 1 e 2). Anche in tale circostanza sono state danneggiate soprattutto le aree dia pianura, e in particolare quelle coltivate ad agrumi in conseguenza della scarsa funzionalità dei canali di sgrondo. Abbondantissime le quantità cadute sulle aree etnee, ma anche sui Nebrodi e le Madonie tra dicembre 2008 e gennaio 2009 (fig. 3). E infine gli episodi alluvionali dello scorso settembre‐ottobre 2009, soprattutto su Palermitano e Messinese, di cui si ricorda essenzialmente l’evento franoso del primo ottobre, che ha colpito duramente le frazioni messinesi di Giampilieri, Molino e Altolia e i comuni di Scaletta Zanclea e Itala con decine di vittime e ingentissimi danni (figg. 4 e 5). Qui si è stavolta trattato di un vistoso evento franoso scatenato certamente dall’episodio intenso e abbondante del giorno 1 ottobre, ma che non sarebbe divenuto tale se la pioggia eccezionale di quel giorno non fosse stata preceduta da un settembre ancora più anormalmente piovoso. Alcune Considerazioni Ma cosa dire a commento di questi abbondanti, “troppo generosi” anni di pioggia? E la desertificazione, e la siccità? Intanto si può dire che non sempre gli eventi piovosi abbondanti, specie quando si tratta, come nella gran parte dei casi prima menzionati, di eventi molto intensi sono in antitesi con i fenomeni di desertificazione. Le precipitazioni intense infatti, così come per altri versi i fenomeni siccitosi (che sono pertanto solo un aspetto del ben più complesso fenomeno della desertificazione, propriamente inteso come perdita di fertilità dei suoli) contribuiscono ad aggravare eventuali fenomeni di desertificazione in atto o potenziali, soprattutto attraverso i diversi aspetti riguardanti l'erosione idrica superficiale dei suoli. Non quindi una consolazione, seppure estrema, rispetto ai lunghi periodi caldi e siccitosi a cui pare si andrebbe incontro sempre più frequentemente, ma un ulteriore motivo di preoccupazione, se anche gli eventi piovosi intensi divenissero più frequenti come sembrano dimostrare i dati osservati negli ultimi decenni e le simulazioni di lungo periodo dei modelli matematici utilizzati per lo studio dei cambiamenti climatici. E poi occorre stare in guardia anche in merito ad eventuali possibilità di periodi siccitosi che possono seguire i periodi di “vacche grasse”. In tal caso occorre innanzitutto utilizzare al meglio le capacità di invaso dei serbatoi presenti nella nostra regione e soprattutto imparare ad utilizzare razionalmente l’acqua, sia in agricoltura che negli altri settori produttivi e civili, affinché sia avviato un comportamento virtuoso molto meglio realizzabile quando si è fuori dall’emergenza, piuttosto che in piena crisi di approvvigionamento, come potrebbe appunto accadere se la naturale ciclicità degli eventi siccitosi dovesse in futuro eventualmente costringerci a misure di controllo, contenimento e razionamento. Come dire: riempiamo gli invasi quando possiamo, dotiamoci eventualmente di ulteriori capacità di approvvigionamento, ma utilizziamo la risorsa in maniera attenta e scrupolosa, sapendo che ogni spreco ha un impatto sia in termini di minore disponibilità nell’immediato futuro, che una determinante pressione sulla qualità dei corpi idrici riceventi. Ma forse più di tutto le frane, i dissesti e gli allagamenti preoccupano quando gli eventi sono in eccesso come negli ultimi anni. Se quindi dovessero trovare conferma le previsioni di lungo periodo riguardanti il cosiddetto global change (i cambiamenti climatici), diviene più pressante intervenire con decisione e solerzia nella difesa dei versanti, attraverso vecchie e nuove tecniche e metodologie riguardanti le sistemazioni idraulico‐agrarie e idraulico‐forestali. Ma occorre prestare molta attenzione anche alle aree di pianura, dove non dovrebbero trovare spazio le colture più sensibili, che peraltro danno i migliori risultati qualitativi nelle aree collinari, e dove, comunque, le reti di sgrondo delle acque in eccesso vanno tenute in perfetta efficienza. In ambedue i casi è importante, per citare l’esempio più immediato e attuale, ridare un ruolo attivo ai consorzi di bonifica, tradizionalmente chiamati ad offrire un capillare presidio del territorio, ma che negli ultimi anni si sono spesso limitati alla sufficiente gestione delle risorse irrigue di tipo collettivo, che peraltro, e questo va anche detto, non può che trovare negli stessi consorzi forse il solo possibile, realistico strumento operativo. Tabella 2. Valori di precipitazioni (mm) rilevati presso alcune stazioni agrometeorologiche del SIAS dal 14 al 18 settembre 2003 (ora UTC). Grafico 5. Valori (mm) cumulati mensili di precipitazioni rilevati nell’annata agraria 2004‐2005 e confronto con i corrispondenti valori massimi del periodo 1921‐2004. Figura 1. Valori di precipitazioni rilevate presso le stazioni agrometeorologiche del SIAS il giorno 13 dicembre 2005. Figura 2. Valori totali di precipitazioni rilevate presso le stazioni agrometeorologiche del SIAS nei giorni 30 e 31 gennaio 2006. Figura 3. Valori totali di precipitazioni (mm) rilevate presso le stazioni agrometeorologiche del SIAS nei mesi di dicembre 2008 e gennaio 2009 e scarti percentuali rispetto ai corrispondenti valori climatici trentennali. Figura 4. Valori totali di precipitazioni rilevate presso le stazioni agrometeorologiche del SIAS nel mese di settembre 2009. Figura 5. Valori totali di precipitazioni rilevate presso le stazioni agrometeorologiche del SIAS dal giorno 1 al giorno 4 ottobre 2009.