David Donfrancesco Tekno
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David Donfrancesco Tekno
Tekno-feste Uno sguardo compartecipato al circuito illegale dei rave party di David Donfrancesco, sociologo, dottore di ricerca in Psicologia delle emozioni e della creatività artistica,operatore di strada dell’Unità Mobile “Pegaso” della Fondazione Exodus Cassino Il ruolo del ricercatore Circa alle 2 di notte, sparsa la voce del passaggio della morte, tutti i sound si spengono senza altro verso, per rispetto di Lei e del ragazzo, ke l’ha sfidata e perso!ci kiamano bestie ma siamo pensanti e co le regole della strada o rispetti o non vai avanti! david tu ke puoi, dillo ai “giusti”, dillo ai “santi”! ciao ciao! sms inviatomi da Stregone il 25/03/2008 alle 2:50 quando si era sparsa la notizia della morte di Nunzio Mattia Lo Castro, un giovane raver di 19 anni. Parlerò delle vostre menti pensanti, dirò dei vostri cuori pulsanti! Tekno desideri (il)legali! Mio sms di risposta. Obiettivi della ricerca-intervento L’obiettivo cognitivo generale è di ricostruire, dall’interno, l’universo simbolico e relazionale (la cultura) di un gruppo specifico di assuntori di droghe di sintesi di una cittadina del Basso Lazio, Aros, appartenenti al circuito illegale dei rave party, con lo scopo ultimo di identificare i meccanismi psicologici e sociali che orientano le loro azioni di consumo di sostanze psicotrope. Obiettivi pratici Oltre ad obiettivi conoscitivi, l’intento è stato quello di ideare e sperimentare nuove strategie di intervento adottabili all’interno degli ambienti “naturali” di vita degli stessi assuntori. Quadro teorico-epistemologico In diversi contesti socioculturali sostanze chimicamente identiche possono avere effetti differenti, addirittura opposti, sul consumatore (Zinberg 1984; Becker 2003). Per quanto riguarda i contesti di uso di sostanze psicotrope, in chiave psico-sociale il riferimento è al concetto di setting (di assunzione). Il concetto di setting può essere allora riferito alla strutturazione dell’ambiente inteso nelle sue componenti fisiche e relazionali (Barker 1968), nonché psicologiche ed emotive in cui le pratiche di assunzione di stupefacenti vengono agite. L’analisi empirica del setting di assunzione All’interno della ricerca, per lo studio dei setting di assunzione delle sostanze psicotrope, particolare attenzione è stata dedicata a tre dimensioni: 1) analisi degli ambienti fisici, e della loro strutturazione spazio-temporale, nei quali i rave vengono materialmente organizzati. 2) il contenuto di novità rappresentato dalla musica techno rispetto alle tradizionali forme musicali, unitamente al ruolo che essa ricopre durante lo svolgimento di una festa illegale; 3) l’ambiente emotivo che viene a strutturarsi durante i rave party (anche in funzione dell’uso di sostanze psicotrope). Organizzazione dello spazio relazionale: a partire dall’analisi della strutturazione dello spazio è possibile dedurre i principi sui quali l’ordine (la gerarchia) sociale si fonda. Oltre la stigmatizzazione Nella “normalità” i soggetti consumatori di droghe sono costretti a convivere con l’etichetta, connotata negativamente, che viene loro attribuita, e le loro azioni sono in genere interpretate facendo riferimento ad una logica di “mancanza”: mancanza di valori, di mezzi materiali, di condizioni familiari e sociali agiate. Oltre la stigmatizzazione (2) Bisogno di recuperare la dimensione culturale della marginalità-devianza. Oltre la stigmatizzazione (3) Con l’approccio che qui si propone si tenterà di spostare l’asse della riflessione verso il sociale e l’esistenziale piuttosto che nella direzione del “sanitario-giuridico”, andando a considerare il gruppo di consumatori di droghe sintetiche su cui l’intervento è stato centrato non come dei malati o delinquenti, bensì come persone diverse, per questo “normali”. L’approccio: il potenziale delle relazioni In questa prospettiva, il rispetto dello spazio dell’altro, la subalternità del nostro tempo, la distanza dallo “sguardo egemone”, unitamente alla vicinanza empatica rispetto agli eventi in cui ci si immerge, rappresentano i criteri guida della concreta pratica di ricerca-intervento. Liberazione dello sguardo (ascolto attivo). Il riorientamento dello sguardo La dimensione “droga”, ad inizio percorso, per quelle che erano le credenze dell’operatore, avrebbe dovuto rappresentare l’aspetto centrale delle attività dei ragazzi. La quotidianità condivisa con i soggetti dell’intervento ha dimostrato, invece, che le sostanze rappresentano soltanto uno tra gli aspetti, se pur rilevante, della vita del gruppo di raver. L’approccio metodologico: la ricerca etnografica In funzione della “peculiarità” dell’ambito di indagine, e in considerazione della “natura” dei protagonisti degli eventi, per la raccolta delle informazioni in vista della costruzione dei dati è stata adottata una strategia di attacco al problema ispirata alla pratica etnografica. Da segnalare la concezione di osservazione (com)partecipante a cui si è fatto riferimento attraverso la quale si è cercato di restituire pari dignità, in un’ottica di valorizzazione congiunta e simmetrica, al punto di vista emico e a quello etico. Per questa via si è tentato di allontanarsi dalla classica bipartizione ricercatore/ricercati, osservatore/osservati, operatore/utente ovvero soggetto ed oggetto della ricerca-intervento. Il sapere prodotto, attraverso la prospettiva adottata, può essere visto come la risultante, la mediazione storica dei sensi prodotti dall’incontro ricercatore-comunità. Tale risultante viene a costituirsi proprio come il contraente dei due punti di vista. Una tipologia dei rave party Circuito mainstream: Discoteca: a) spazi chiusi; b) techno commerciale; c) mdma (ecstasy); d) rapporto di genere bilanciato. Club: a) spazi chiusi; b) garage, deep; c) mdma (ecstasy), popper; d) omosessuale a prevalenza maschile. Luoghi autorizzati: a) spazi aperti; b) jungle; drum’n bass; c) haschis, marijuana; d) rapporto di genere bilanciato;Gabberrave: a) spazi chiusi; b) gabber; c) speed; d) netta prevalenza maschile. Circuito autogestione: Centro sociale: a) spazi chiusi; b) drum’n bass, goa; c) hashish, marijuana, allucinogeni; d) rapporto di genere bilanciato. Street parade: a) spazi apertiitineranti; b) tekno, hardcore, drum’n bass, goa; c) mdma; d) rapporto di genere bilanciato. Circuito illegale: Rave off (in generale): a) spazi chiusi/aperti; b) tekno, hardcore, goa; c) mdma, speed, allucinogeni; d) prevalenza maschile. 1.1) Tekno-rave: a) spazi aperti/chiusi; b) tekno, hardcore; c) mdma; d) prevalenza maschile. 1.2) Goarave: a) spazi aperti; b) goa; c) allucinogeni; d) rapporto di genere bilanciato; Teknival: a) spazi aperti; b) tekno, hardcore, drum’n bass, goa; c) mdma, speed, allucinogeni; d) prevalenza maschile. Il contesto d’indagine Il macro-gruppo di raver su cui l’intervento è stato centrato è composto da circa 40 giovani di età compresa tra i 16 e i 35 anni, accomunati dal fatto di partecipare, a rave off: raduni gratuiti a base di musica tekno organizzati in modo illegale da gruppi informali (tribe) senza richiesta di autorizzazione; non frequentavano invece serate a pagamento organizzate legalmente negli spazi a norma delle discoteche. Tipologia di ravers 1) 2) 3) I membri del gruppo di raver soggetto della ricerca non rappresentano un tutto omogeneo; al suo interno, schematizzando, possono essere distinti tre diversi tipi di persone che fanno riferimento, nell’organizzazione delle azioni che caratterizzano la propria quotidianità, a diversi sistemi valoriali (disoccupati/occupati, “cultura di strada”, etica della reciprocità/responsabiltà individuale, strada=/≠ habitat “naturale”): Raver non integrati; Raver integrati; Raver semi-integrati. Risultati di ricerca: le dimensioni dell’analisi interpretativa Spazio: occupazione, strutturazione e significazione degli spazi. Musica: ruolo, forma e significazione. Droghe: ruolo, tipi, modalità di assunzione e processi di significazione. Risultati di ricerca: l’infrazione dell’uso convenzionale degli spazi L’occupazione, l’apertura indiscriminata e la libertà di gestione degli spazi dove i rave party hanno luogo contribuiscono a costruire il contesto emozionale dell’azione: Spazi non investiti dalla produttività. Spazi occupati. Illegalità della situazione. Strutturazione “orizzontale”. Musica Anche la musica tekno contribuisce alla creazione di un sentimento di unione tra tutti i presenti alla festa: La continua reiterazione ritmica che caratterizza la tekno induce nei partecipanti un senso di coesione, di comune appartenenza molto forte. Le macchine da simbolo della disgregazione diventano mezzi di aggregazione psico-fisica. Discontinuità tra musica tekno e musica tradizionale Una canzone tradizionale è caratterizzata da un inizio e una fine, da una melodia e un accompagnamento, da un’alternanza strofaritornello: in questo tipo di composizioni la parola riveste un ruolo fondamentale. L’assenza della parola-melodia rappresenta, invece, un tratto distintivo della musica tekno, che risulta essere costituita da una serie di ripetizioni e passaggi di frammenti musicali in sequenza che fanno assumere alla composizione un carattere circolare dal quale si recupera una sensazione di sospensione temporale. Le droghe: l’mdma Anche le droghe, l’mdma in particolare (ecstasy), contribuiscono alla creazione di questa fusione collettiva: L’mdma è per definizione una sostanza empatogena, capace cioè di favorire la creazione di un senso di unione, liberando la parola e facilitando la comunicazione tra le persone. L’mdma è anche una sostanza entactogena, capace cioè di sintonizzare le persone sulle proprie frequenze. Ruolo delle droghe (1) Nuove droghe favoriscono l’insorgenza di stati modificati di coscienza in virtù dei quali tra i raver si diffonde sia una sensazione di maggiore capacità introspettiva e di benessere interiore; sia una condizione di con-fusione impersonale e totalizzante che restituisce loro un forte senso di unità. Ruolo delle droghe (2) Nella scena rave sembrerebbe che ad essere accettate siano soltanto alcuni tipi di sostanze stupefacenti e che il loro utilizzo sia indirizzato esclusivamente in senso ricreativo: di qui il ricorso (quasi) esclusivo alle cosiddette “nuove droghe” che, dal punto di vista dei potenziali fruitori, rappresentano l’antitesi rispetto all’immagine della dipendenza da eroina. Cambiamenti negli stili di consumo Ad un primo sguardo sembrerebbe che la psicologia dei giovani raver sia caratterizzata da un forte istinto all’autoconservazione. Nel tempo, però, si è registrato uno spostamento dell’universo rave da una prospettiva (implicitamente) contestatrice verso una sempre più marcatamente edonistica. Cambiamenti negli stili di consumo (2) La rave-cultura sembra squalificare l’uso delle droghe “dure”: in realtà, l’eroina, la cocaina e il crack sono diventate sostanze disponibili nella teknoscena illegale anche se il loro consumo non è promosso apertamente. In questo quadro, l’uso di droghe si sta tramutando in un fine in se stesso. Il ruolo delle droghe (3) Necessità di comprendere a quale bisogno corrisponda una tale ricerca collettiva di stati modificati di coscienza. Per quanto riguarda il mondo dei rave, è emerso come questa ricerca di stati modificati di coscienza possa essere interpretata come espressione di una necessità di rimodellare, rompere i confini delle convenzioni sociali normalmente prese a riferimento. La logica delle emozioni Spazio, musica e droghe concorrono in modo interdipendente a costruire il setting dei rave party che induce i partecipanti a riconoscersi, identificarsi a livello emotivo. La percezione di un elevato grado di coesione interna al gruppo restituisce ai singoli una sensazione di potere: quello di poter de-formare le condizioni esistenziali imposte dalla quotidianità. Conclusioni Rave party come forma di alterità sperimentale attraverso cui tentare di uscire praticamente, ancorché parzialmente, dall’ascrizione dei ruoli ordinari che nella quotidianità prescrivono specifiche linee di condotta in (pre)determinate situazioni. Obiettivi pratici raggiunti Durante l’intero arco esperienziale di ricercaazione, all’interno del gruppo, a livello “sociosanitario” sono avvenuti dei cambiamenti. Diminuzione espisodi di violenza (interni ed esterni) Uso di droga controllato (effetti, quantità, qualità) Distribuzione di acqua e presidi sanitari durante lo svolgimento delle tekno-feste Attenzione alla gestione della musica Attenzione alla guida Attivazione percorsi di sostegno psicologico Ripresa carriere scolastiche Potenziamento capacità di invio ai servizi Attivazione gruppi informali di auto-aiuto Attivazione rapporti con il mondo adultoistituzionale Verso la specificazione di un modello di intervento integrato Antropologia:scienza sociale di riferimento (sguardo relativista) Etnografia: pratica di campo (relazioni dirette, faccia a faccia) Osservazione compartecipante: tecnica di raccolta informazioni e costruzione dei dati privilegiata (comprensione, ricostruzione del senso attribuito dai protagonisti della tekno-scena scena alle loro azioni) Lo stile operativo Livello “filosofico”: approccio pragmatico (spazi residuali a visioni di tipo moralistico) Livello fattivo: informalità delle relazioni Trattandosi di una popolazione bersaglio che difficilmente si sarebbe spontaneamente rivolta ai servizi, tali principi sono venuti a costituirsi come i presupposti attorno a cui sono state strutturare le linee di azione dell’operatore dell’unità mobile “Pegaso”; pena l’allontanamento della stessa popolazione target su cui gli interventi sono tarati. Prevenzione dei rischi e Riduzione del danno nella scena rave In generale è possibile affermare che le azioni di prevenzione dei rischi e riduzione del danno nella scena rave fanno riferimento a tre tipi di approccio: 1) Informativo; 2) Ambientale; 3) Educativo-promozionale . Approccio informativo La trasmissione di informazioni dirette all’accrescimento della consapevolezza dei rischi legati all’assunzione di sostanze psicoattive e sulle modalità volte al contenimento dei rischi stessi rappresenta la strategia alla base di ogni intervento condotto nell’ambito della prevenzione. Nei contesti rave, a causa della prossimità delle sostanze psicoattive, sono più efficaci le informazioni volte ad innescare condotte prudenziali anziché astinenziali (scoraggiare la poliassunzione, promuovere comportamenti che invitano alla moderazione, ecc). Approccio ambientale Gli interventi ambientali operano su aspetti di tipo strutturale al fine di ridurre i rischi connessi alla locazione dei rave oppure mirano a migliorare la strutturazione degli stessi eventi tenendo presente che molti dei partecipanti assumono sostanze psicotrope (coinvolgimento organizzatori, controllare sicurezza complessiva degli ambienti, garantire disponibilità di acqua fresca, proteggere le bevande, gestione ponderata volume e ritmo della musica, predisposizione “chill out”). Approccio educativo-promozionale È possibile individuare tre riferimenti teorici di tale approccio: a) Teoria della normalizzazione: la popolazione giovanile tende a sovrastimare i consumatori di sostanze psicoattive e questo porta alla normalizzazione delle condotte. Pertanto, un approccio di promozione alla salute dovrebbe correggere gli steriotipi ed i “falsi miti” connessi alla diffusione di droghe (alcol compreso). b) Teoria dell’apprendimento sociale: secondo tale modello l’agire è influenzato per lo più dagli “altri significativi” piuttosto che dalle nostre conoscenze o intenzioni. Pertanto l’apprendimento deve avvenire attraverso l’interazione con soggetti a cui si attribuisce credibilità e stima. c) Life skills theory: il fulcro dell’attenzione si sposta dall’acquisizione di conoscenze all’interiorizzazione di abilità: capacità prendere decisioni e risolvere problemi, assertività, resilienza. Approccio educativo-promozionale (2) Il counselig, ovvero la pratica di colloquio informale tra un operatore e un singolo o un gruppo circa le informazioni, consigli pratici, supporto psicologico rispetto al mondo del consumo di sostanze psicotrope, rappresenta l’esempio di applicazione per antonomasia dell’approccio educativo-promozionale. È per questa via che si applicano interventi basati sulla Peer Education attraverso cui si tenta di promuovere nei gruppi target l’adozione di comportamenti tutelativi per la propria salute. Approccio educativo-promozionale (3) Il presupposto di questo approccio deriva dall’evidenza che gli interventi fondati sulla mera informazione agiscono sulle conoscenze ma non necessariamente influenzano le credenze, gli atteggiamenti e, soprattutto, i comportamenti mentre le esperienze vissute con gli altri o attraverso modelli di altri (operatore compreso) possono determinare cambiamenti di comportamento. Normalmente”, tali processi di riconoscimento con l’operatore vengono innescati per via indiretta attraverso il coinvolgimento nelle attività di soggetti con caratteristiche analoghe a quelle della popolazione bersaglio. Nel nostro caso, invece, è l’operatore stesso, in quanto componente attivo del gruppo target degli interventi, ad essere portatore di tali caratteristiche. Il riconoscimento con la sua figura, in questo modo, avviene per via diretta. Approccio educativo-promozionale (4) In generale è possibile asserire che sebbene gli studi su tali interventi abbia messo in luce evidenze di efficacia, essi sono diffusi soprattutto in ambito scolastico, mentre al contrario si prestano poco ad essere applicati in altri contesti dato che il raggiungimento di buoni risultati è possibile soltanto attraverso programmi che si protraggono nel tempo. Nella nostra esperienza, invece, vista la condivisione da parte dell’operatore della quotidianità dei ragazzi destinatari degli interventi, si riesce a garantire proprio quella continuità relazionale e di azione che rappresenta il presupposto per il raggiungimento di adeguati livelli di efficacia. Azioni multilivello: un tentativo di approccio integrato Sinteticamente, il tentativo è stato quello di costruire una cornice in cui l’approccio informativo, quello ambientale e quello educativo-promozionale sono stati considerati come parte di un progetto più ampio fondato sulla relazione instaurata tra l’operatore, i soggetti sui quali gli interventi sono stati centrati e il contesto socio-culturale più ampio di riferimento. In altro modo, si è cercato di dare luogo ad un “Approccio di Comunità” che ha tentato di integrare le diverse strategie richiamate nella consapevolezza che proprio da tale integrazione è possibile “eliminare”, o quantomeno attenuare, gli effetti iatrogeni propri degli approcci utilizzati singolarmente. Ricerca-azione In virtù della compenetrazione tra indagine e intervento, le azioni si sono spostate sul livello della ricerca-azione. Discostandosi dall’approccio originario della ricerca-azione di Kurt Lewin, indagine empirica e azione procedono parallelamente secondo un ciclo circolare piuttosto che prevedendo una sequenzialità standard tra i diversi momenti, come è ad esempio nel caso in cui l’analisi dei dati suggerisca linee di azione ad hoc. I ragazzi e le ragazze di Aros hanno posto il ricercatoreoperatore al centro del loro gruppo fino ad arrivare progressivamente ad un’accoglienza tale per cui le due componenti (ricerca e azione) si sono avvitate senza possibilità di comprendere l’una senza l’altra. Dall’operatore di strada all’animatore socio-culturale La sfida che l’operatore di strada si trova di fronte lo porta ad assumere le vesti dell’animatore socio-culturale. Nel bagaglio di competenze di una tale figura professionale, l’osservazione, la comunicazione, il lavoro di gruppo, strutturati entro un’ottica relazionale paritetica caratterizzata da una definizione non ambigua dei rispettivi ruoli, sono strumenti da intendersi come momenti di un rapporto continuo con l’ambiente nel quale si è immersi, con le persone che si incontrano e con le altre figure istituzionali e professionali con le quali si collabora. In sintesi, l’animatore socio-culturale tenta di “raccogliere” i bisogni individuati sul campo e utilizza il campo stesso, assieme alle personalità dei presenti, per produrre trasformazioni socio-culturali a beneficio sia del gruppo che della cittadinanza tutta. Dalla prevenzione selettiva ed indicata alla promozione di culture integrative In questa luce, l’animazione socio-culturale come obiettivo non si pone esclusivamente la prevenzione selettiva ed indicata rispetto al consumo di sostanze stupefacenti, bensì tenta di favorire forme attive di partecipazione sociale. A ben vedere, dunque, l’ideale non è rappresentato dalla moltiplicazione di servizi sempre più articolati, specializzati e costosi anche. Il fine è quello di favorire processi di riappropriazione di protagonismo da parte di quelle fasce di popolazione (giovanile in particolare) che rischiano di essere escluse dalla determinazione della propria storia. Scusate le parole…