Gambolò, emergenza Poste
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Gambolò, emergenza Poste
28 la Provincia VENERDI’ VIGEVANO E LOMELLINA 22 agosto 2008 PAVESE GLI SPORTELLI A SINGHIOZZO Gambolò, emergenza Poste Due uffici chiusi negli stessi giorni in agosto, disservizi e code Il Comune denuncia il caso sul proprio sito, i cittadini protestano GAMBOLO’. C’è la coda in posta, ma l’ufficio è chiuso. A Gambolò è stato un classico del mese di agosto. Da quando la posta è aperta tre giorni alla settimana, non di rado si vedono capannelli di persone davanti alla vetrina che leggono un piccolo cartello dove sono precisati i giorni e gli orari in cui l’ufficio è aperto. I disagi nella cittadina di 10mila abitanti non si contano. «Già agli inizi di luglio è stata inoltrata formale nota di protesta da parte del sottoscritto Sindaco, senza tuttavia avere risposta. Perciò — conclude il comunicato — si invitato tutti coloro i quali hanno subìto disagi da questa iniziativa a voler compilare l’apposita scheda disponibile presso il centralino del Comune o sul sito web www.comune.gambolo.pv.it». Lo scontento tra i cittadini gambolesi è palpabile. Basta camminare in centro per capirlo. «Per me il disagio è grande — dice Rita Zoppo, che ha un negozio di tabaccheria in centro — Io con la mia attività sono obbligata ad andare in posta almeno una volta alla settimana e devo andare a Vigevano. E’ un problema per molte persone. In una città come Gambolò l’ufficio postale dovrebbe essere aperto sempre anche al pomeriggio. Qui addirittura lo chiudono alla mattina». Quello che dovrebbe un servizio da rinforzarsi in una città in espansione viene invece dimezzato. «Bisogna anche capire — dice Angelo Quaglia — i motivi per i quali è stato chiuso. Penso si tratti di mancanza di personale. In ogni caso il Comune fa bene a voler andare fino in fondo». Questa sperimentazione, al primo an- Sono in molti critici nei confronti della decisione delle Poste Italiane di chiudere i propri uffici alcuni giorni in agosto. A Gambolò di uffici ce ne sono due, uno in centro e l’altro alla frazione Garbana, e entrambi chiudono negli stessi giorni. Abbastanza da scatenare le proteste dei cittadini, anche perché in comuni più piccoli gli uffici postali rimangono sempre aperti. La I CRITERI no, prevede lo spostamento degli impiegati nei comuni limitrofi e la presenza quotidiana dei portalettere e di un impiegato per lo smistamento della posta. I più danneggiati in una cittadina come Gambolò sono i pensionati. «Per prendere i soldi — dice Luigi Bottigliero — si può utilizza- Chiuso anche l’ufficio postale alla frazione Garbana re il Postamat, ma ci sono molte altre cose che si devono fare per forza nell’ufficio postale. E poi non si può interrompere un servizio importante come l’ufficio postale». «Sono venuta a controllare — dice Angela Rivera — mia madre è anziana e da tre giorni viene in posta e trova chiu- sa. Non sa come fare. Alla fine andrò io a Vigevano per lei». Nelle frazioni, se è possibile, le cose vanno peggio. Proprio per chi non ha la possibilità di raggiungere il centro cittadino è stato aperto un ufficio postale alla Garbana, ma anche quello è chiuso. Vengono danneggiati gli abi- Angela Rivera: «E’ una vergogna. Un servizio come quello delle poste non si può ridurre così per l’intero agosto» Luigi Bottigliero: «Decisione che non si può capire Questa chiusura sta creando disagi a molti cittadini di Gambolò» Rita Zoppo: «Ogni martedì devo andare in posta a pagare i tabacchi e i valori bollati. Se c’è chiuso sono costretta ad andare a Vigevano» tanti e l’unico negoziante. «Non so come fare — dice Carlo Zorzoli, che ha un negozio di alimentari e tabaccheria — io per la mia attività devo andare in posta una volta alla settimana. Finora mi hanno aiutato gli amici, ma in una frazione popolosa come la Garbana non si può toglie- re l’ufficio postale». La richiesta che fanno i gambolesi è quella di avere almeno uno dei due uffici postali aperti nel mese di agosto, visto che coprono una zona ampia, abitata da 10mila abitanti, alla quale fanno riferimento anche i centri del circondario. Andrea Ballone Vigevano, vende per lavori Danni evidenti niente indennizzo Crepe nei muri per la costruzione di un residence La casa di via Trivulzio su cui incombe il residence del danno, in realtà. «Quando hanno iniziato i lavori — spiega — si sono aperti buche e crepe e gli inquilini che avevo in una delle due case, vecchie abitazioni di corte vigevanesi, hanno smesso di pagarmi l’affitto. In un secondo tempo se ne sono andati e io mi sono trovato la casa sfitta per sei mesi. Fino a quando ho deciso di venderla. Questi soldi non riuscirò a recuperarli». Intanto intenta la causa alla ditta che ha demolito il vecchio stabile. «Io intento la causa e passa un anno prima di trovare tutti i testimoni — spiega il cittadino vigevanese — Intanto si va in tribunale e LA MODA ALLA SAGRA SCALDASOLE. Sessanta abiti arricchiti con accessori, borse, scarpe, guanti, gioielli, cappellini, divisi in abiti da giorno, da cocktail e da gran galà, indossati da 15 modelle ed ispirati alle tre donne che hanno ridisegnato la moda in questo secolo: Grace Kelly, Maria Callas e Jacqueline Kennedy. Abiti ispirati a questi tre grandi modelli di femminilità e stile, entrambi diversi l’uno dall’altro. Un lavoro certosino, la ricerca storica e approfondita sugli abiti, fotografie e modelli di abiti d’epoca, fatto di ricerca minuziosa e di aggiusta- Carlo Zorzoli: «Io gestisco un tabacchi e alimentari da solo. Non posso certo chiudere per andare a Vigevano in posta» Il bacino d’utenza non conta. Consegna delle lettere garantita GAMBOLO’. Poste a mezzo servizio. Quest’anno la sperimentazione di Poste Italiane per agosto prevede la chiusura alcuni giorni della settimana di alcuni uffici postali di paese. La scelta è stata fatta non in base alla dimensioni, ma in base ai collegamenti con le città. I paesi meglio serviti da treni e autobus rinunciano per alcuni giorni di agosto agli uffici aperti. Gli utenti possono recarsi nei comuni vicini e gli impiegati vengono spostati altrove. Garantita la consegna delle lettere. Un uomo spaesato davanti all’ufficio postale chiuso LA GENTE Penalizzati i centri più vicini alle città IL CASO VIGEVANO. «Ho venduto casa per colpa delle crepe che si sono aperte in seguito ai lavori per la costruzione del residence di via Trivulzio». Un abitante di corso Novara racconta la singolare odissea alla quale è sottoposto dal 2005, quando ha deciso di rivolgersi al tribunale di Vigevano per avere il rimborso dei danni provocati dal cantiere. «Tutti mi danno ragione — dice — la ditta costruttrice e le due che hanno demolito lo stabile al posto del quale oggi sorge il residence dicono che ho ragione, ma le due assicurazioni non si mettono d’accordo e io aspetto il mio rimborso. Sono passati più di tre anni». Intanto è già cambiato il giudice che si occupava della faccenda e forse cambierà ancora. L’inquilino vigevanese ha venduto casa per pagarsi i danni e aspetta 20mila euro. Che sono solo una parte scelta a molti è parsa arbitraria e la stessa amministrazione comunale nel proprio sito internet ha lanciato un appello: «In pressoché tutte le città italiane la novità di questa estate è rappresentata dalla rimodulazione degli orari di apertura degli Uffici Postali. Per Gambolò e Garbana questo ha comportato la chiusura degli stessi Uffici a giorni alterni non pochi disagi». tutte e due le ditte che si sono occupate della demolizione, ammettono il torto. Però cambia il giudice, passa altro tempo e l’assicurazione di una delle due ditte si impunta. Dice che non vuole pagare un danno che era stato fatto dalla ditta precedente». Di cavillo in cavillo di processo in processo il cantiere di via Trivulzio finisce, il residence è ormai pronto e tra breve aprirà il parcheggio. Ma chi si è trovato le crepe in casa, ed erano almeno tre o quattro cittadini continua ad avere difficoltà. Qualcuno le ha coperte con dei poster, qualcun altro con dei quadri, ma il danno rima- ne, anche se i tecnici dicono che non è pericoloso. E dire che prima che iniziassero i lavori era stata fatta una riunione con tanto di assessori, rappresentanti delle ditte in questione. Anche se non tutti erano stati convocati. «Quando ci sono state le riunioni con i progettisti — continua l’inquilino che ha venduto casa — io non sono mai stato interpellato. Sono proprietario di due case, cercavo di affittarle ma per tutto il 2006 sono rimaste vuote. La gente veniva e mi diceva che non volevano case con crepe e muffa». A ottobre ci sarà la prossima udienza e il vigevanese che vive in corso Novara, spera proprio di avere una risposta definitiva per quello che riguarda i rimborsi che ha diritto a prendere, anche se si dice convinto che prima dell’anno prossimo è sicuro di non vedere un soldo. (a.ball) VIA TRIVULZIO E’ il progetto dell’ex-Firpo Negozi, parcheggio e 90 appartamenti VIGEVANO. Il progetto iniziale per il residence di via Trivulzio, che sorge al posto della vecchia fabbrica Ics Firpo, prevedeva la costruzione di 90 appartamenti, qualche negozio e dei giardinetti e sarebbe stato realizzato nell’ambito della legge Moneta. La ditta che costruisce lo stabile in cambio, secondo quanto dice la Moneta, ha dato al Comune un parcheggio di 200 posti. Non appena i lavori sono iniziati le crepe sono comparse nelle vec- chie case di corso Novara e i vicini si sono lamentati per la polvere, i problemi legati al traffico e quelle fastidiose crepe nei propri muri, per le quali oggi sono in causa con la ditta demolitrice. L’intervento di via Trivulzio è un’opera che ha portato a Vigevano in una zona vicina al centro e al mercato un parcheggio di 200 posti che l’amministrazione comunale gestirà facendo pagare per ogni stallo 50 centesimi. Scaldasole, eleganza stile Grace Kelly Hanno sfilato in 15 ispirate anche a Jacqueline Kennedy e alla Callas mento fino al minimo particolare, dall’acconciatura all’accessorio. Maria Luisa Siviero, vigevanese proprietaria della collezione privata «La camelia», racconta della sua passione per la ricerca ed il fascino dell’antico, e anche dei segreti del successo della sfilata «Dive, divine e regine» che si è tenuta martedì sera a Scaldasole, realizzata nell’ambito della «Sagra patronale 2008». Alla quale hanno partecipato più di cinquecento spettatori, che hanno anche chiesto il bis sull’ultima uscita. «Quei sessanta abiti, provenienti dalla mia Luisa Siviero, sua l’idea del defilé collezione — dice Maria Luisa Siviero — sono stati disegnati e modellati proprio ispirandosi allo stile e alle nuove tendenze in fatto di moda lanciate da Maria Callas, Jacqueline Kennedy e da Grace Kelly». Cui è seguito un lavoro meticoloso che l’ideatrice della sfilata ha fatto per non far mancare nemmeno il più piccolo particolare. Tre donne bellissime, e molto diverse tra loro. Abiti ispirati allo stile della diva, Maria Callas. «Indossava abiti neri, ricchissimi di perle, con trucco marcato, adornati con gioielli di Bulgari — spie- ga la collezionista — Amava accostare il bianco ed il nero, ed indossare vestiti molto lunghi, adorni di scialle, preparati quasi sempre dalla sartoria Bichi». A quelli della divina, Jacqueline Kennedy. «I suoi vestiti tipici erano quelli corti, amava indossare tailleur con borsettine, guanti e cappellini a tamburello, mentre alle serate in società usava presentarsi con abiti lunghi creati da Valentino, Gyvenchy, Dior». E poi la regina: Grace Kelly. «La principessa delle favole, amata da tutti. Di suo è stato riprodotto anche un suo famoso vestito, formato da una gonna di pizzo a balze con una giacchettina a vita. E poi i vestiti che usava quando veniva a soggiornare in Italia, ad esempio a Capri, o quello che ha indossato quando è andata in udienza dal Papa». E poi il gran finale: «un abito da regina, interamente in pizzo, con strascico, e corona in testa. E’ stato un duro lavoro — conclude Maria Luisa Siviero — ma che ha dato i suoi frutti. La sfilata ha ricevuto consensi e destato entusiasmo. A sfilare, poi, erano 15 ragazze, tutte di Scaldasole». (ila.cav)