Novità autunno 2013 - Biblioteche comunali fiorentine

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Novità autunno 2013 - Biblioteche comunali fiorentine
Novità
autunno 2013
Carlo Lucarelli, Il sogno di volare, Torino: Einaudi, 2013
In una Bologna che non è più la stessa, un assassino fa giustizia da sé di
fronte all'ingiustizia che vede. A combatterlo c'è solo lei. Grazia Negro.
Anche lei non è più la stessa. E di assassini seriali non vorrebbe più sentir
parlare. Il romanzo della rabbia di oggi. Assoluta e senza rimedio. Il
romanzo dei sentimenti, delle solitudini, dell'incertezza di oggi.
Mathias Malzieu, L'uomo delle nuvole, Milano: Feltrinelli, 2013
Tom Cloudman sogna di volare, la volta celeste è per lui un richiamo
irresistibile, gli uccelli lo ipnotizzano. Per questo, diventa il peggior acrobata
del mondo. Con le sue peripezie involontariamente comiche, a bordo di uno
strabiliante marchingegno, si lancia da altezze vertiginose, attirando folle di
curiosi. Ferite e contusioni non lo spaventano né lo frenano. Un giorno,
all'ennesimo incidente, Tom finisce in ospedale, dove gli scoprono un male
incurabile. Tutto sembra irrimediabilmente compromesso, quando,
all'improvviso, a illuminare questa nuova vita appare un'affascinante
creatura: metà donna metà uccello, intrigante e seducente, gli proporrà un
patto. Se Tom si unirà a lei, abbandonandosi a un'estrema metamorfosi in
riva al cielo, potrà salvarsi. Piume lievi ed evanescenti, magiche ascensioni
nelle notti stellate e una macchina capace di catturare i sogni muovono un
universo fiabesco in cui l'amicizia e soprattutto l'amore possono
sconfiggere anche le situazioni più tragiche.
Elizabeth Strout, I ragazzi Burgess, Roma: Fazi, 2013
I ragazzi Burgess, come vengono chiamati Jim, Bob e Susan, sono nati a
Shirley Falls, nel Maine, e sono cresciuti in una piccola casa gialla in cima
a una collina, in un angolo di continente appartato. Da adulti si sono
allontanati, ognuno a scacciare il ricordo di un antico dramma familiare mai
spento. Lassù è rimasta solo Susan, mentre gli altri due vivono a Brooklyn,
New York. Nei Burgess si possono scorgere tre anime distinte e tanto
diverse che è quasi impensabile immaginarli nella stessa foto di famiglia.
Eppure, quando inizia questa storia, Susan chiama e chiede aiuto proprio a
Bob e Jim: suo figlio, loro nipote, è nei guai. E allora non solo i tre fratelli
sono costretti a riavvicinarsi, a dividere la preoccupazione e a tentare di
ricomporre un trauma che alimenta ogni minima increspatura della loro
intimità, ma sono anche travolti da una rivoluzione privata che implica, per
tutti, il progetto di una nuova vita. L'ultimo romanzo di Elizabeth Strout è
un'istantanea scattata nel momento esatto in cui le fragilità affettive escono
allo scoperto mostrando tutta la complessità dei legami indissolubili. La
sottile accortezza narrativa, che si manifesta in dettagli minuti quanto
necessari, riesce a illuminare i più esili movimenti dell'animo e a
scandagliare l'oscillazione perpetua della nostra emotività.
Andrea Vitali, Un bel sogno d'amore, Milano: Garzanti, 2013
A Bellano gira voce che presso il cinema della Casa del Popolo verrà
proiettato "Ultimo tango a Parigi". Siamo nel febbraio del 1973, e per i vicoli
del paese si scatena una guerra senza frontiere. A combattersi due fazioni
ben distinte: da una parte gli impazienti che fantasticano sulle vertiginose
scene di nudo che ci si aspetta di vedere sullo schermo; dall'altro, schierati
con il parroco, coloro che pretendono di evitare a Bellano una simile
depravazione. I tempi però sono cambiati, e nulla può fermare il
"progresso". Adelaide, giovane e volitiva operaia del cotonificio, mette con
le spalle al muro Alfredo, il fidanzato eternamente indeciso su ogni cosa: o
la porterà al cinema o lei ci andrà lo stesso, magari con quel bel fusto di
Ernesto, che le ha già messo gli occhi addosso e che a lei non dispiace,
per quanto sia una testa matta e non ci vuole molto a capire che finirà per
mettersi nei guai. Cosa che puntualmente accadrà di lì a qualche mese,
quando Ernesto finirà implicato nel contrabbando di sigarette riuscendo a
inguaiare la stessa Adelaide. In "Un bel sogno d'amore" assistiamo alla
messa in scena di un paese scosso dalla modernità che si insinua fra le
contrade sotto forma di ammiccanti locandine cinematografiche,
attraversato da una criminalità ancora romantica e pasticciona e della
normalità di chi spera in un amore felice che possa coronare il sogno di una
famiglia come si deve.
Matteo Marchesini, Atti mancati, Palermo: Sellerio, 2013
Finalista Premio Strega 2013. Nel cuore di Bologna, Marco, intellettuale
trentenne diviso tra le incombenze giornalistiche e il tentativo di finire un
romanzo, vive in una solitudine cocciuta e il più possibile asettica, fino a
quando ricompare Lucia, la ragazza che lo ha lasciato qualche anno prima.
Ora Lucia cerca Marco, lo assedia e lo porta in giro per paesi e campagne,
a visitare i loro luoghi di un tempo, a ritrovare gli amici vivi e gli amici morti.
Tra Bassa e Appennini, tra cliniche e osterie, Lucia - come una fragile ma
tenace erinni - costringe Marco a rianalizzare le zone più oscure del loro
passato. "Atti mancati" è una storia d'amore e di suspense. È una parabola
sul tempo trascorso ostinatamente a occhi chiusi e su quello vissuto a
occhi spalancati. È il referto di una malattia, steso con furore analitico e
insieme con uno stile semplice, da presa diretta.
Lorenzo Amurri, Apnea, Roma: Fandango, 2013
Finalista Premio Strega 2013. La faccia immersa nella neve, come ovatta
soffice che gli toglie il fiato. È la vertigine dell'apnea. Pochi attimi prima
Lorenzo stava sciando insieme a Johanna, la sua fidanzata. Un momento
spensierato come tanti, ormai irrimediabilmente ricacciato indietro, in un
passato lontano. Poi la corsa in ospedale in elicottero, il coma
farmacologico e un'operazione di nove ore alla colonna vertebrale. Dai
capezzoli in giù la perdita completa di sensibilità e movimenti. D'ora in
avanti Lorenzo e il suo corpo vivranno da separati in casa. Ma l'unica cosa
che conta, adesso, sono le mani. Poter riprendere a muoverle, poter
ricominciare a suonare la chitarra, perché la musica è tutta la sua vita.
Dalla terapia intensiva ai lunghi mesi di riabilitazione in una clinica di
Zurigo, fino al momento di lasciare il nuovo grembo materno che lo ha
tenuto recluso ma lo ha accudito e protetto durante la convalescenza. E il
difficile reinserimento in un mondo dove all'improvviso tutto è irraggiungibile
e tutti sono diventati più alti, giganti minacciosi dalle ombre imponenti. Con
coraggio e determinazione Lorenzo Amurri racconta il suo ritorno alla vita.
La voglia di vedere, di toccare, di sentire. Di riprendere a far tardi la notte
insieme agli amici, di abbandonarsi all'amore della sua donna e
riconquistare la libertà che gli è stata rubata. Ogni tappa è una lenta risalita
verso la superficie, un'apnea profonda che precede un perfetto e
interminabile respiro.
Danielle Steel, Una notte da ricordare, Milano: Sperling & Kupfer, 2013
Olympia Crawford Rubinstein ha tutto quello che potrebbe desiderare: una
brillante carriera da avvocato, una lussuosa casa nel cuore di Manhattan,
un matrimonio felice. E quattro, splendidi figli che ama più della sua stessa
vita: Charlie, studente modello alla Dartmouth University, Virginia e
Veronica, due bellissime gemelle che frequentano il liceo, e infine Max,
l'ultimo arrivato, un bambino davvero adorabile. Ma in un'assolata giornata
di maggio tutto cambia: Virginia e Veronica ricevono l'invito per il più
esclusivo ballo delle debuttanti di New York e l'esistenza perfetta di
Olympia piomba nel caos. Le due ragazze, infatti, non potrebbero reagire in
modo più diverso all'invito. Veronica, anima ribelle e anticonformista, è
indignata. È convinta che si tratti di un'istituzione antiquata e classista, e
non ha alcuna intenzione di partecipare. Virginia, al contrario, è al settimo
cielo. Sa che il ballo sarà l'occasione perfetta per il suo debutto in società,
e non pensa ad altro. E mentre le sorelle iniziano a litigare, creando una
profonda frattura all'interno della famiglia, Charlie sorprende tutti con una
rivelazione a dir poco inaspettata. Una rivelazione che potrebbe trascinare i
Rubinstein in uno scandalo senza precedenti. Tra incomprensioni, segreti e
bugie, toccherà a Olympia lottare per tenere unita la famiglia. Almeno fino
alla notte del ballo...
Timur Vermes, Lui è tornato, Milano: Bompiani, 2013
Ricordate "Le memorie di Schmeed" di Woody Allen?: "Nella primavera del
1940, una grossa Mercedes venne a fermarsi davanti al mio negozio di
barbiere al 127 di Königsstrasse ed entrò Hitler. 'Voglio una spuntatina
leggera' disse e non tagliatemi molto sopra.'" Schmeed, il barbiere del
Reich, depositario dei segreti del Führer. Ecco: il romanzo di Timur Vermes
sembra rimandare alla comicità di Allen. È l'estate del 2011. Adolf Hitler si
sveglia in uno di quei campi incolti e quasi abbandonati che ancora si
possono incontrare nel centro di Berlino. Egli non può fare a meno di
notare che la guerra sembra cessata; che intorno a lui non ci sono i suoi
fedelissimi commilitoni; che non c'è traccia di Eva. Non può non sentire un
forte odore di benzina esalare dalla sua divisa sudicia e logora; e non
riesce a spiegarsi l'intorpidimento delle sue articolazioni e la difficoltà che
prova nel muovere i primi passi in una città piuttosto diversa da come la
ricordava. Regna infatti la pace; ci sono molti stranieri; e una donna (sì,
proprio una donna, per giunta goffa), tale Angela Merkel, è alla guida del
Reich. 66 anni dopo la sua fine nel Bunker, contro ogni previsione, Adolf
inizia una nuova carriera, stavolta a partire dalla televisione. Questo nuovo
Hitler non è, tuttavia, né un imitatore, né una controfigura. È proprio lui, e
non fa né dice nulla per nasconderlo, anzi, è tremendamente reale. Eppure
nessuno gli crede: tutti lo prendono per uno straordinario comico, tutti lo
cercano, tutti lo vogliono, tutti lo imitano.
Maurizio De Giovanni, I bastardi di Pizzofalcone, Torino: Einaudi, 2013
Non hanno neanche il tempo di fare conoscenza, i nuovi investigatori del
commissariato di Pizzofalcone. Mandati a sostituire altri poliziotti colpevoli
di un grave reato, devono subito affrontare un delicato caso di omicidio
nell'alta società. Le indagini vengono affidate all'uomo di punta della
squadra, l'ispettore Giuseppe Lojacono, siciliano con un passato
chiacchierato ma reduce dal successo nella caccia a un misterioso
assassino, il Coccodrillo, che per giorni ha precipitato Napoli nel terrore. E
mentre Lojacono, assistito dal bizzarro agente scelto Aragona, si sposta tra
gli appartamenti sul lungomare e i circoli nautici della città, squassata da
una burrasca fuori stagione, i suoi colleghi Romano e Di Nardo cercano di
scoprire come mai una giovane, bellissima ragazza non esca mai di casa, e
il vecchio Pisanelli insegue la propria ossessione per una serie di suicidi
sospetti.
Walter Siti, Resistere non serve a niente, Milano: Rizzoli, 2012
Vincitore Premio Strega 2013. L’ultimo romanzo di Walter Siti reca in
esergo una frase che dice: "La narrativa è più sicura: tanti editori avrebbero
paura a pubblicare saggi su questi temi." La citazione è di Graham Greene
e introduce subito il lettore nel vivo di un terreno accidentato, in cui temi
scottanti e scomode verità diventano materiale per la costruzione di un
grande romanzo contemporaneo. Siti sceglie la finzione per indagare quella
che viene comunemente definita “zona grigia” tra l’alta finanza e la
criminalità. Un mondo più che mai reale che viene dipinto attraverso
personaggi a tutto tondo, che si muovono come pedine intelligenti sulla
scacchiera della politica corrotta e dell’economia internazionale,
incarnazione di una società che versa in uno stato di completo
deterioramento morale, in cui “opprimere è un piacere, essere primi un
imperativo
e
il
possesso
è
l’unica
misura
del
valore.”
Il romanzo si apre con l’agghiacciante scena di un’ esecuzione di stampo
mafioso e con un breve intervento-saggio sul divario tra prostituzione reale
e prostituzione percepita nella nostra società. Il lettore viene
immediatamente trascinato dentro un mondo dominato da logiche
alternative a quelle condivise, nel quale “la fluidità di mercato equipara il
corpo a una cedola” e il denaro non è altro che un “necessario passaggio
intermedio per una transazione psicologica” attraverso la quale l’escort fa
sentire l’uomo padrone, mentre lui la fa sentire libera di usare il proprio
corpo come vuole. Bastano le prime pagine a coinvolgere e turbare e a
dare la consapevolezza di non trovarsi di fronte al solito romanzo
rassicurante che rafforza le certezze senza ingenerare dubbi. Siti non guida
per mano dolcemente, ma introduce brutalmente nel mondo delle feste
patinate, nelle discussioni tra ricchi banchieri, broker, starlette televisive,
imprenditori tuttofare.
Alessandra Fiori, Il cielo è dei potenti, Roma: E/O, 2013
Finalista Premio Strega 2013. Claudio Bucci è stato un uomo potente. Un
politico della Prima Repubblica. La corsa per il successo ha segnato nel
bene e nel male la sua esistenza e quella della sua famiglia. Ora,
guardandosi alle spalle, sente il bisogno di raccontare i sogni, le ambizioni
e la difficile ascesa verso il potere. Un'"educazione sentimentale" che parte
dalla provincia dei primi anni Quaranta e prosegue nella Roma
dell'immediato dopoguerra. Claudio conosce la fine del fascismo e la
nascita dei Comitati civici. È immerso in fumose sezioni di periferia,
conquistato dall'ambiguo fascino dei meccanismi del partito: tessere,
correnti, congressi... Protettori e compari dominano l'orizzonte di Claudio,
fino alla scoperta del grande amore per un'unica donna. Ma
nell'irrinunciabile lotta per rimanere in alto, il compromesso si fa pane
quotidiano e ogni cosa è sacrificata sull'altare della battaglia finale. Claudio
Bucci è un cinico innamorato della propria vita e del gioco del potere,
perché il potere, la vittoria alle elezioni, non è nient'altro che un grande
gioco che lo fa sentire vivo. Una storia italiana vista dal basso, dalle sezioni
di quartiere alle elezioni comunali, passando per cene elettorali, sotterfugi e
trucchi che porteranno il protagonista ai vertici della scena politica. Ma
accanto alla storia di Claudio c'è la storia degli italiani, una storia che viene
raccontata con ironia e leggerezza, una storia in cui la morale è stata
travolta dall'ambizione e dall'avidità.
Emmanuel Carrère, L'Avversario, Milano: Adelphi, 2013
"Il 9 gennaio 1993 Jean-Claude Romand ha ucciso la moglie, i figli e i
genitori, poi ha tentato di suicidarsi, ma invano. L'inchiesta ha rivelato che
non era affatto un medico come sosteneva e, cosa ancor più difficile da
credere, che non era nient'altro. Da diciott'anni mentiva, e quella menzogna
non nascondeva assolutamente nulla. Sul punto di essere scoperto, ha
preferito sopprimere le persone il cui sguardo non sarebbe riuscito a
sopportare. È stato condannato all'ergastolo. Sono entrato in contatto con
lui e ho assistito al processo. Ho cercato di raccontare con precisione,
giorno per giorno, quella vita di solitudine, di impostura e di assenza. Di
immaginare che cosa passasse per la testa di quell'uomo durante le lunghe
ore vuote, senza progetti e senza testimoni, che tutti presumevano
trascorresse al lavoro, e che trascorreva invece nel parcheggio di
un'autostrada o nei boschi del Giura. Di capire, infine, che cosa, in
un'esperienza umana tanto estrema, mi abbia così profondamente turbato e turbi, credo, ciascuno di noi." (Emmanuel Carrère)
Simona Sparaco, Nessuno sa di noi, Firenze: Giunti, 2013
Finalista Premio Strega 2013. Quando Luce e Pietro si recano in
ambulatorio per fare una delle ultime ecografie prima del parto, sono al
settimo cielo. Pietro indossa persino il maglione portafortuna, quello tutto
sfilacciato a scacchi verdi e blu delle grandi occasioni. Ci sono voluti anni
per arrivare fin qui, anni di calcoli esasperanti con calendario alla mano, di
"sesso a comando", di attese col cuore in gola smentite in un minuto. Non
appena sul monitor appare il piccolo Lorenzo, però, il sorriso della
ginecologa si spegne di colpo. Lorenzo è troppo "corto". Ha qualcosa che
non va. "Nessuno sa di noi" è la storia di un mondo che si lacera come
carta velina. E di una donna di fronte alla responsabilità di una scelta
enorme. Qual è la cosa giusta quando tutte le strade portano a un vicolo
cieco? Che cosa può l'amore? E quante sono le storie di luce e buio
vissute dalle persone che ci passano accanto? Come le ricorderanno le
lettrici della sua rubrica e le numerose donne che incontra sul web, Luce
non è sola.
Julian Barnes, Il senso di una fine, Torino: Einaudi, 2012
La vita di Tony Webster è stata un fiume relativamente tranquillo, da
costeggiare al riparo di scelte ragionevoli e sistematici oblii. Ora però la
lettera di un avvocato che gli annuncia un'inattesa quanto enigmatica
eredità sommuove il termitaio poroso del passato, e il tempo irrompe nella
noia del presente sotto forma di parole risalenti all'adolescenza, quando
Tony procedeva all'educazione morale, sentimentale e sessuale che ne
avrebbe fatto, inavvertitamente come spesso accade, l'adulto che è. Il
percorso a ritroso nelle zone d'ombra della vita, con i suoi dolori inesplorati
e i suoi segreti, diventa cosi riflessione sulla fallacia della storia, "quella
certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria
incontrano le inadeguatezze della documentazione", secondo il geniale
amico dei tempi del liceo, Adrian Finn. Ed è dunque a quel punto di
congiunzione, ai ricordi imperfetti come ai documenti inadeguati, che il
vecchio Tony deve ora guardare per comprendere le vicissitudini del Tony
giovane. Come ha potuto la ragazza di allora, Veronica Ford, preferirgli
l'amico raffinato e brillante, Adrian? Ci sono solo Camus e Wittgenstein
dietro l'estrema decisione di Adrian? Da che cosa ha voluto metterlo in
guardia tanti anni prima la madre della ragazza? Perché a distanza di
quarant'anni Veronica ritorna nella sua vita con un bagaglio di silenzi e il
rifiuto di dargli ciò che è suo? Gli indizi da studiare tessono un filo d'Arianna
di reminiscenze inaffidabili.
Andrea Molesini, La primavera del lupo, Palermo: Sellerio, 2013
"Dario ha le orecchie a sventola e quindi non può avere ucciso Gesù". E la
voce esilarante e appassionata di Pietro, un bambino di dieci anni, orfano,
che racconta la storia. Tutto comincia nel convento di San Francesco del
Deserto, una piccola isola al centro della laguna di Venezia, nel marzo del
1945. Da questo rifugio sicuro, all'improvviso, un gruppo di persone
diversissime fra loro è costretto a scappare: due bambini di opposta indole
ed educazione, Pietro e il suo amico Dario, "che sa i numeri" e si tiene le
parole dentro, "dove non fanno danno"; le due anziane sorelle Jesi,
Maurizia e Ada; una giovane suora, bella e dai modi sospetti, che scrive un
diario schietto, e che si alterna nel racconto con la voce di Pietro. Braccato
dai nazisti, il gruppo è aiutato da un pescatore "che vive come un
gabbiano" e da un frate energico "che è come un sasso grande" nella
corrente. Nei risvolti tragici dell'avventura si unisce ai fuggiaschi un
disertore tedesco, che custodisce un segreto pericoloso: il suo agire brusco
e terribile cambierà il destino di tutti. Sotto lune immense, attraverso boschi
bui e casolari diroccati, si svolge l'inseguimento, tra colpi di scena e incontri
con partigiani e fascisti disorientati: uomini e luoghi carichi di diffidenza e di
terrore, ma dove una traccia di bontà, di tanto in tanto, a dispetto di tutto,
riesce a sopravvivere. La storia di Pietro e di Dario è una fuga dalla guerra
e dal suo linguaggio torbido e ottuso, dalla violenza che tutto contamina.
Franck Maubert, L'ultima modella, Milano: Archinto, 2013
Il romanzo fedele dell'amore tardivo di Alberto Giacometti per una "ragazza
facile", Caroline, che diverrà la sua ultima modella. Lei è giovanissima,
libera, disinvolta, frequenta anche gente di malaffare con la quale
organizza addirittura un furto a spese dell'artista, e vorrebbe da lui una
Ferrari. Giacometti però non si preoccupa di tutto questo, è irresistibilmente
attratto da lei e della sua gioia di vivere: "Caroline intriga, Caroline lo
inquieta, Caroline lo fa impazzire". A distanza di anni, Franck Maubert ha
ritrovato Caroline, ormai anziana, che vive i suoi ultimi giorni in un modesto
appartamento di Nizza e, pur combattuta tra il riserbo e il desiderio di
parlare, si apre riesumando i suoi ricordi. La prima volta che ha posato
nell'atelier di Giacometti e lui si infuriava perché non riusciva a captarne lo
sguardo, a penetrare segreto dei suoi occhi; l'acceso scontro con la moglie
dell'artista e l'ostilità del fratello Diego, che la giudicava troppo frivola e
interessata; quelle scorribande per Parigi nella cabriolet mentre lei era al
volante e Alberto abbozzava con la matita la città, i monumenti, i volti e le
figure; il soggiorno a Londra e l'incontro con un Francis Bacon alquanto
ubriaco. Tutto questo è ormai lontano, sbiadito nel tempo, e la vecchia
signora si chiede sbigottita: "Com'è possibile che un uomo del genere si
interessasse a una ragazza come me?".
Matteo Renzi, Stil novo, Milano: Bur, 2013
Forse non avete mai pensato al granduca Cosimo come a un rottamatore
ante litteram. Considerare Dante un modello per la sinistra probabilmente vi
stupirà, e di sicuro stupirebbe lui. Qualcuno troverà fuori luogo il paragone
tra il "tecnico" Machiavelli e Mario Monti o tra la burocrazia ai tempi del
Vasari e quella di oggi. Ma la storia di Firenze ha molto da insegnare alla
politica contemporanea. I fiorentini realizzarono un miracolo chiamato
Rinascimento investendo bene la montagna di soldi che erano stati capaci
di guadagnare, e con quei soldi finanziarono opere utili e belle. Costruirono
orfanotrofi e ospedali. Sovvenzionarono gli artisti ma si preoccuparono di
accogliere i bisognosi. E non ebbero paura di mettere a confronto Leonardo
e Michelangelo, con un sistema davvero meritocratico. Era un altro mondo,
allora le banche salvavano gli Stati, come accadde con la corona inglese.
Oggi invece succede il contrario: gli Stati salvano le banche. E dopo averle
salvate non mettono nemmeno in discussione gli stipendi ultramilionari dei
manager responsabili dei fallimenti. Anche i politici hanno le proprie colpe:
rinunciano all'idea forte, preoccupati solo per la propria poltrona. E poi,
umiliati e sconfitti, lasciano spazio ai tecnici, chiamati a costruire sulle
macerie della loro pavidità. Ma non usciremo dalle difficoltà solo con una
manovra finanziaria. La politica ha bisogno di uno stile nuovo, che sappia
coinvolgere le persone, emozionarle.
Jeffery Deaver, La stanza della morte, Milano: Rizzoli, 2013
Lincoln Rhyme torna in scena, sulla scena del crimine, naturalmente: che
questa volta si trova alle Bahamas ed è la stanza d'albergo in cui un
cecchino ha ucciso Robert Moreno, cittadino americano, noto attivista a
favore dei diritti dei popoli del Sud America. L'omicidio è stato
commissionato dal governo degli Stati Uniti per sventare i piani terroristici
dell'uomo, ma i primi accertamenti rivelano che Moreno stava preparando
una manifestazione pacifica e non un attentato. Per Nance Laurel, rigida
viceprocuratore distrettuale animata da una totale, quasi fanatica dedizione
al suo mestiere, l'organizzazione che ha eliminato Moreno e altri due
innocenti deve essere inchiodata alle sue responsabilità. Rhyme e la sua
partner Amelia Sachs indagano seguendo la scienza e l'intuito, com'è loro
abitudine. Ma ai Caraibi le tracce lasciate dal cecchino svaniscono appena
prima che Rhyme le riesca ad analizzare, e la polizia locale non sembra
ansiosa di collaborare. Rimasta a New York, Amelia Sachs segue una pista
parallela ripercorrendo gli ultimi giorni di Moreno da vivo: e le sue intuizioni
si rivelano così esatte da farle correre pericoli sempre più alti. Nelle pieghe
del caso si annida anche un killer con la passione per l'alta cucina, che sa
usare da virtuoso i suoi sofisticati coltelli; e intanto nella Stanza della Morte
vengono prese decisioni che ancora una volta rischiano di confondere
colpevoli e innocenti.
Suzanne Rindell, Un'amicizia pericolosa, Milano: Editrice Nord, 2013
Odalie... Quella mattina del 1924, quando si è seduta alla scrivania accanto
alla mia, avrei dovuto capire che avrebbe sconvolto la mia vita. Già da due
anni lavoravo come dattilografa alla centrale di polizia di Manhattan e
conducevo una vita tranquilla, ordinaria. Ero una ragazza all'antica:
sebbene intorno a me il mondo stesse cambiando, non avevo mai
nemmeno pensato di tagliarmi i capelli o d'iniziare a fumare. Poi è arrivata
Odalie. Il suo caschetto nero, i suoi vestiti eleganti, la disinvoltura con cui
teneva la sigaretta... Odalie era così spregiudicata, così sicura, così
moderna. In quei giorni, mi sono resa conto che volevo essere come lei e
che avrei fatto qualsiasi cosa per riuscirci. Per questo ho accettato di
trasferirmi nel suo lussuoso appartamento e l'ho accompagnata alle feste
dove si beveva champagne e si ballava fino all'alba al ritmo della musica
jazz. E per questo non ho detto nulla quando mi sono accorta che aveva
falsificato alcuni rapporti di polizia. Volevo proteggerla. Non potevo
immaginare che mi stesse semplicemente usando. Che mi stesse
mentendo. Come avrei potuto? Odalie era più di un'amica per me. Era il
mio ideale di donna. E invece lei stava architettando la mia rovina...
Khaled Hosseini, E l'eco rispose, Milano: Piemme, 2013
Sulla strada che dal piccolo villaggio di Shadbagh porta a Kabul, viaggiano
un padre e due bambini. Sono a piedi e il loro unico mezzo di trasporto è
un carretto rosso, su cui Sabur, il padre, ha caricato la figlia di tre anni,
Pari. Sabur ha cercato in molti modi di rimandare a casa il figlio, Abdullah,
senza riuscirci. Il legame tra i due fratelli è troppo forte perché il ragazzino
si lasci scoraggiare. Ha deciso che li accompagnerà a Kabul e niente potrà
fargli cambiare idea, anche perché c'è qualcosa che lo turba in quel
viaggio, qualcosa di non detto e di vagamente minaccioso di cui non sa
darsi ragione. Ciò che avviene al loro arrivo è una lacerazione che segnerà
le loro vite per sempre. Attraverso generazioni e continenti, in un percorso
che ci porta da Kabul a Parigi, da San Francisco all'isola greca di Tinos,
Khaled Hosseini esplora con grande profondità i molti modi in cui le
persone amano, si feriscono, si tradiscono e si sacrificano l'una per l'altra.
Nadia Fusini, Hannah e le altre, Torino: Einaudi, 2013
È questo un libro sulla differenza femminile. Simone, Rachel, Hannah sono
tre donne, diversamente grandi, che con il loro sguardo hanno illuminato le
tenebre del Novecento e hanno saputo leggere il mondo. Tutte e tre hanno
vissuto gli stessi anni di guerre, totalitarismi e barbarie. Hanno affrontato le
tempeste e i momenti più bui senza mai sottrarsi alla riflessione,
all'impegno e alla ribellione. Simone e Rachel si sono sfiorate, Rachel e
Hannah appena incontrate, eppure un forte quanto esile filo rosso ha
intessuto la trama dei loro destini. Tutte e tre si sono confrontate con i
grandi temi della violenza e del potere, ognuna secondo la propria indole e
mettendo in campo la propria biografia. Simone, Rachel, Hannah hanno
scritto e trattato i propri testi come se fossero sogni, scritture della mente e
del cuore, personalissime elaborazioni dell'atto di vivere che tratteggiano
una strada verso l'esistenza.
Alessandro Perissinotto, Le colpe dei padri, Milano: Piemme, 2013
Guido Marchisio, torinese, 46 anni, è un uomo arrivato. Dirigente di una
multinazionale, appoggiato dai vertici, compagno di una donna molto più
giovane e bellissima: la sua è una vita in continua ascesa. Fino al 26
ottobre 2011, una data che crea una frattura tra ciò che Guido è stato e
quello che non potrà mai più essere. Quella mattina, infatti, un incontro non
previsto insinua in lui il dubbio: possibile che esista da qualche parte un
suo sosia, un gemello dimenticato, un suo doppio misterioso e sfuggente?
Giorno dopo giorno, il dubbio diventa ossessione e l'esistenza dell'ingegner
Marchisio inizia, prima piano poi sempre più velocemente, a percorrere la
stessa rovinosa china della sua azienda e della sua città. Di tutte le
sicurezze costruite col tempo, non rimane più nulla: il suo ruolo di freddo
tagliatore di teste, di manager di successo, la sua figura di uomo
affascinante, tutto, per colpa di quel sospetto, sembra scivolare via da lui,
come se accompagnasse l'emorragia che lentamente svuota l'industria
italiana. Andare a fondo significherà per Guido affacciarsi all'orlo di un
baratro e accettare l'inaccettabile.
Maurizio De Giovanni, Vipera, Torino: Einaudi, 2013
Finalista Premio Bancarella 2013. Una nuova primavera si affaccia, e
tenta uomini e donne con i suoi profumi, ma anche il male è nell'aria.
Manca una settimana a Pasqua nella Napoli del 1932. Al Paradiso,
esclusiva casa di tolleranza nella centralissima via Chiaia, Vipera, la
prostituta più famosa, è ritrovata morta, soffocata con un cuscino. L'ultimo
cliente sostiene di averla lasciata ancora viva, il successivo di averla
trovata già morta. Chi l'ha uccisa, e perché? Ricciardi deve districarsi in un
groviglio di sentimenti e motivazioni. Avidità, frustrazione, invidia,
bigottismo. Amore. La scoperta di passioni insospettabili si accompagna
alla rivelazione di una città molto diversa da come appare. Sotto i nostri
occhi prendono forma, vivissimi e veri, illuminati da dettagli sorprendenti,
sorretti da una genuina vocazione narrativa, i mercati, i vicoli, le strade, i
mestieri, la rete rigogliosa dei commerci vecchi e nuovi, accanto alla
vigliaccheria e al coraggio, alle violenze arroganti di chi pensa già di essere
impunito per sempre perché indossa una camicia nera. Tanto che uno dei
compagni di Ricciardi, il dottor Modo, vecchio estimatore di Vipera, finisce
per cacciarsi in un guaio molto serio...
Nicholas Sparks, La risposta è nelle stelle, Milano: Frassinelli, 2013
Una strada coperta di neve, un'auto che perde il controllo e va a sbattere.
Alla guida il vecchio Ira, che ora è incastrato, ferito, intirizzito dal gelo, e
così solo. Il dolore lo immobilizza e rimanere cosciente è uno sforzo
indicibile, almeno fino a quando davanti ai suoi occhi prende forma una
figura, prima indistinta, poi dolcemente nitida: è l'immagine dell'amatissima
moglie Ruth. Che lo incalza, gli impone di resistere, lo tiene vivo
raccontandogli le storie che li hanno uniti per più di cinquant'anni: i
momenti belli e quelli tristi, le passioni e i rimpianti, e sempre l'amore
infinito. Lui sa che Ruth non può essere lì, ma si aggrappa ai ricordi, alle
emozioni, alle parole di loro due insieme. Poco distante da quella strada, la
vita di Sophia sta per cambiare per sempre. L'università, l'ex fidanzato
traditore e violento, le feste e le amiche scompaiono nella notte di stelle in
cui incontra Luke. Innamorarsi di lui è inevitabile, immaginare un futuro
diverso diventa un sogno possibile. Un sogno che solo Luke può rendere
reale. Purché il segreto che nasconde non lo distrugga.
Georges Simenon, L'angioletto, Milano: Adelphi, 2013
Da vecchio, quando sarà diventato un pittore famoso, a chi gli chiederà:
"Maestro, qual è l'immagine che ha di se stesso?" Louis Cuchas risponderà
senza esitare, allegro e pudico come sempre: "Quella di un ragazzino".
Infatti, anche quando attorno a lui si sarà ormai creata una vera e propria
leggenda, rimarrà il bambino dall'occhio limpido e svagato che sembrava
non guardare niente e invece "guardava molta gente e molte cose, ma non
quelle che ci si aspettava lo interessassero", il bambino che non reagiva
alle aggressioni degli altri, e a cui avevano affibbiato il soprannome di
"angioletto". Era stato così sin da piccolissimo, negli anni - alla fine
dell'Ottocento - in cui dormiva su un pagliericcio uguale a quello che
spettava a ciascuno dei cinque fratelli (ciascuno, peraltro, di un padre
diverso), in una sordida stanza di rue Mouffetard. Tutto lo incuriosiva e lo
affascinava, e tutto lui assorbiva e immagazzinava - i tram, la verruca sulla
guancia di una donna grassa, un quarto di bue appeso a un gancio, le
espressioni delle facce per strada, i facchini delle Halles -, tutto quello che
un giorno, quando avrebbe finalmente scoperto la propria vocazione,
sarebbe entrato nei suoi quadri in larghe pennellate di "colori puri": come
puri erano lo sguardo e l'anima di colui che se n'era appropriato.
David Foster Walalce, Di carne e di nulla, Torino: Einaudi, 2013
Da "Una cosa divertente che non farò mai più" a "Considera l'aragosta"; da
"Tennis, TV, trigonometria e tornado" a "Il tennis come esperienza
religiosa", il saggio letterario e il reportage hanno segnato, in un
contrappunto continuo con le opere narrative, la carriera di David Foster
Wallace. Questo corposo volume raccoglie tutta la sua nonfiction inedita,
che spazia dalle riflessioni sull'arte, e il suo ruolo nel mondo di fine
millennio, a considerazioni sul cinema e note di costume. E include due
importanti interviste, nonché un'esilarante conversazione con il grande
regista Gus Van Sant. Un'altra occasione per confrontarsi con il talento di
DFW, e per conoscere nuovi dettagli del suo modo di intendere la
letteratura e di ridisegnarne i confini.
Jonathan Coe, Expo 58, Milano: Feltrinelli, 2013
L'Exposition universelle et internationale de Bruxelles del 1958 è il primo
evento del genere dopo la Seconda guerra mondiale. La tensione politica
tra la Nato e i paesi del blocco sovietico è al culmine. In piena Guerra
fredda, dietro la facciata di una manifestazione che si propone di avvicinare
i popoli della Terra, fervono operazioni d'intelligence in cui le grandi
potenze si spiano a vicenda. Incaricato di sovrintendere alla gestione del
club Britannia nel padiglione inglese è un giovane copywriter del Central
Office of Information di Londra, Thomas Foley, che si trova così catapultato
al centro di un intrigo internazionale di cui diventa un'inconsapevole pedina.
In un fuoco di fila di esilaranti colpi di scena, il racconto corre su due binari
paralleli egualmente coinvolgenti: i turbamenti amorosi del giovane Thomas
e una spy story pervasa dal proverbiale umorismo di Coe.
Ugo Ricciarelli, L'amore graffia il mondo, Milano: Feltrinelli, 2013
Finalista Premio Campiello 2013. È come se portasse il destino nel nome,
Signorina: suo padre, capostazione in un piccolo paese di provincia, l'ha
chiamata così ispirandosi al soprannome di una locomotiva di straordinaria
eleganza. E creare eleganza, grazia, bellezza è il suo talento. Un giorno dal
treno sbuca un omino con gli occhi a mandorla e, con pochi semplici gesti,
crea un vestitino di carta per la sua bambola. L'omino scompare, ma le
lascia un dono, un dono che lei scoprirà di possedere solo quando una
sarta assisterà a una delle sue creazioni. Potrebbe essere l'atto di nascita
di una grande stilista, ma ci sono il fascismo, la povertà e gli scontri in
famiglia, le responsabilità, i divieti e poi la guerra... e Signorina poco a poco
rinuncia a parti di se stessa, a desideri e aspirazioni, soffocando anche la
propria femminilità, con una generosità istintiva e assoluta. E quando infine
anche lei, quasi all'improvviso, si scopre donna e conosce l'amore, il sogno
dura comunque troppo poco, sopraffatto da nuovi doveri e nuove fatiche, e
dalla prova più difficile: un figlio nato troppo presto e nato malato, costretto
a "succhiare aria" intorno a sé come un ciclista in salita. Nonostante i binari
della ferrovia siano ormai lontani e la giovinezza lasci il posto a una
maturità venata di nostalgia, ancora una volta Signorina sfodera il suo
coraggio e la sua determinazione al bene e lotta per far nascere suo figlio
una seconda volta, forte e capace di respirare da solo.
John E. Williams, Stoner, Roma: Fazi, 2013
William Stoner ha una vita che sembra essere assai piatta e desolata. Non
si allontana mai per più di centocinquanta chilometri da Booneville, il
piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la
vita, per quasi quarantanni è infelicemente sposato alla stessa donna, ha
sporadici contatti con l'amata figlia e per i suoi genitori è un estraneo, per
sua ammissione ha soltanto due amici, uno dei quali morto in gioventù.
Non sembra materia troppo promettente per un romanzo e tuttavia, in
qualche modo, quasi miracoloso, John Williams fa della vita di William
Stoner una storia appassionante, profonda e straziante. Come riesce
l'autore in questo miracolo letterario? A oggi ho letto Stoner tre volte e non
sono del tutto certo di averne colto il segreto, ma alcuni aspetti del libro mi
sono apparsi chiari. E la verità è che si possono scrivere dei pessimi
romanzi su delle vite emozionanti e che la vita più silenziosa, se esaminata
con affetto, compassione e grande cura, può fruttare una straordinaria
messe letteraria. È il caso che abbiamo davanti.
Sophie Kinsella, Fermate gli sposi, Milano: Mondadori, 2013
Lottie non vede l'ora di sposarsi. Con l'uomo giusto, naturalmente: non ne
può più di lunghe relazioni con fidanzati che sul più bello non se la sentono
di impegnarsi davvero. E così quando anche Richard, che lei è convinta
stia per farle la tanto attesa proposta, la delude, decide su due piedi che è
ora di passare all'azione e accetta di convolare a nozze con Ben, un flirt
estivo conosciuto per caso su un'isola greca molti anni prima e che lei non
ha mai più rivisto. Ben si è appena rifatto vivo, e basta una cena per far
scoccare nuovamente la scintilla tra i due: perché perdere tempo in inutili
preparativi? Presto! Ci si sposa in quattro e quattr'otto e via per
un'indimenticabile luna di miele nel luogo che ha visto nascere il loro
amore. Ma non tutti la pensano così: Fliss, la sorella di Lottie, e Lorcan, il
socio in affari di Ben, sono contrarissimi e preoccupatissimi. Bisogna
intervenire subito. I due sabotatori partono all'inseguimento dei neosposi
che devono essere fermati a tutti i costi, prima che avvenga l'irreparabile...
Marco Simoni, L'isola dei monaci senza nome, Roma: Newton
Compton, 2013
Il 12 luglio 1544 l'armata del corsaro ottomano Barbarossa mette sotto
assedio le coste dell'isola d'Elba. Lo scopo è liberare il figlio ventenne del
suo generale delle galee, Sinan il Giudeo, tenuto in ostaggio dal principe di
Piombino. Ma il vero interesse del corsaro non è il ragazzo, ma il terribile
segreto che egli custodisce. Il figlio di Sinan ha scoperto infatti di essere
l'ultimo depositario di un mistero risalente ai tempi di Gesù e in grado di
minare, se rivelato, le basi della fede cattolica. Ma il segreto del Rex Deus
è stato occultato per oltre due secoli ed entrarne in possesso sarà tutt'altro
che semplice. Il giovane dovrà seguire un'antica pista di indizi lasciata da
un monaco templare, destreggiandosi tra rivalità di corsari, intrighi di corte
e battaglie navali. E dovrà anche sventare il complotto della loggia dei
Nascosti, intenzionata a impossessarsi dell'antico segreto.
Corrado Augias – Marco Vannini, Inchiesta su Maria, Milano: Rizzoli,
2013
Tra le varie figure celesti, divine, semidivine, santificate delle religioni
mondiali, Maria è certamente la più complessa, tenera e commovente.
Ragazza ebrea visitata dall'angelo, fidanzata e poi sposa di un uomo che
non era il padre di suo figlio, vergine e madre di Dio, simbolo della grazia e
Mater dolorosa che subisce il destino terribile di veder premorire la creatura
da lei generata, poco citata nei vangeli e quasi assente negli Atti degli
apostoli e nelle lettere di Paolo, oggetto di un culto senza pari, concepita
senza peccato originale e assunta in cielo: capire Maria significa penetrare
nel cuore della fede cattolica. In questo libro, Corrado Augias dialoga con
un grande studioso di mistica e di storia della religioni, Marco Vannini, per
scavare in profondità nella storia e nel mito della Madonna, toccando tutti
gli aspetti che mettono Maria al centro dell'esperienza culturale e religiosa
della nostra civiltà: le fonti (dai vangeli canonici agli apocrifi), le ipotesi sulla
biografia, il rapporto con la condizione femminile nella Palestina di duemila
anni fa, con le altre donne della Bibbia e con la mitologia della Grande
Madre, la nascita dei dogmi e lo sviluppo del culto, i miracoli e le
apparizioni, la presenza costante della Madonna nella cultura e nell'arte.
Luca Bianchini, Io che amo solo te, Milano: Mondadori, 2013
Se si potesse catturare il piacere, Elena lo farebbe con gli occhi. Ventinove
anni, di una bellezza innocente ma sfacciata, non sa ancora cosa sia la
passione. Il suo mondo è fatto di arte e colori, quelli dell'affresco che sta
restaurando a Venezia, la città magica dove è nata. Fino a quando incontra
Leonardo, uno chef di fama internazionale, che irrompe nella sua vita
travolgendo ogni cosa: la storia d'amore appena nata con Filippo, l'idea che
ha sempre avuto di sé e, soprattutto, il suo modo di vivere il sesso. Perché
Leonardo, inquilino inatteso nell'elegante palazzo in cui lei lavora, è arrivato
per schiuderle le porte di un paradiso inesplorato di cui solo lui possiede le
chiavi. I segreti della cucina, della materia grezza che nelle sue mani si
trasforma in estasi per il palato, non sono gli unici che conosce: Leonardo
sa che il piacere è una conquista per tutti i sensi, ha una forma, un odore,
un sapore. E guiderà Elena oltre i suoi limiti, fino al confine più dolce ed
estremo dell'ossessione. Ma a una condizione: non dovrà mai innamorarsi
di lui. Elena non ha scelta, può solo accettare il suo patto spietato e
lasciarsi sedurre da quell'uomo dal passato oscuro, che sembra sfuggire al
suo desiderio di legarlo a sé...
Silvia Avallone, Marina Bellezza, Milano: Rizzoli, 2013
Marina ha vent'anni e una bellezza assoluta. E cresciuta inseguendo
l'affetto di suo padre, perduto sulla strada dei casinò e delle belle donne, e
di una madre troppo fragile. Per questo dalla vita pretende un risarcimento,
che significa lasciare la Valle Cervo, andare in città e prendersi la fama, il
denaro, avere il mondo ai suoi piedi. Un sogno da raggiungere subito e con
ostinazione. La stessa di Andrea, che lavora part time in una biblioteca e
vive all'ombra del fratello emigrato in America, ma ha un progetto folle e
coraggioso in cui nessuno vuole credere, neppure suo padre, il granitico ex
sindaco di Biella. Per lui la sfida è tornare dove ha cominciato il nonno tanti
anni prima, risalire la montagna, ripartire dalle origini. Marina e Andrea si
attraggono e respingono come magneti, bruciano di un amore che vuole
essere per sempre. Marina ha la voce di una dea, canta e balla nei centri
commerciali trasformandoli in discoteche, si muove davanti alle telecamere
con destrezza animale. Andrea sceglie invece di lavorare con le mani, di
vivere secondo i ritmi antichi delle stagioni. Loro due, insieme, sono la
scintilla.
Irene Cao, Io ti guardo, Milano: Rizzoli, 2013
Se si potesse catturare il piacere, Elena lo farebbe con gli occhi. Ventinove
anni, di una bellezza innocente ma sfacciata, non sa ancora cosa sia la
passione. Il suo mondo è fatto di arte e colori, quelli dell'affresco che sta
restaurando a Venezia, la città magica dove è nata. Fino a quando incontra
Leonardo, uno chef di fama internazionale, che irrompe nella sua vita
travolgendo ogni cosa: la storia d'amore appena nata con Filippo, l'idea che
ha sempre avuto di sé e, soprattutto, il suo modo di vivere il sesso. Perché
Leonardo, inquilino inatteso nell'elegante palazzo in cui lei lavora, è arrivato
per schiuderle le porte di un paradiso inesplorato di cui solo lui possiede le
chiavi. I segreti della cucina, della materia grezza che nelle sue mani si
trasforma in estasi per il palato, non sono gli unici che conosce: Leonardo
sa che il piacere è una conquista per tutti i sensi, ha una forma, un odore,
un sapore. E guiderà Elena oltre i suoi limiti, fino al confine più dolce ed
estremo dell'ossessione. Ma a una condizione: non dovrà mai innamorarsi
di lui. Elena non ha scelta, può solo accettare il suo patto spietato e
lasciarsi sedurre da quell'uomo dal passato oscuro, che sembra sfuggire al
suo desiderio di legarlo a sé...
Arturo Pérez-Reverte, Il tango della vecchia guardia, Milano: Rizzoli,
2013
1928. Max Costa, ballerino professionista su un transatlantico, invita a
danzare Mecha Inzunza, bellissima dama spagnola in viaggio alla volta del
Sudamerica col marito Armando de Troeye, musicista deciso a scrivere per
scommessa un tango che sfidi il Bolero del collega Ravel. Max e Mecha
sono presi da una danza dei sensi che va molto oltre l'erotismo stilizzato
del ballo: è l'inizio di un legame torbido, equivoco, che si protrae una volta
finito il viaggio, esplorando i bassifondi di Buenos Aires alla ricerca del
tango com'era prima di diventare di moda. Nove anni dopo, a Nizza, Mecha
e Max s'incontrano di nuovo. Lei indossa sempre la sua bellezza elegante
e altera, lui gli abiti e i modi impeccabili che fanno di una vita di espedienti
una forma d'arte: arte che dovrà mettere a servizio di un atto di alto
spionaggio. E ancora una volta i due si separano, per rivedersi nel 1966 a
Sorrento: ammaccato da un'esistenza difficile, Max è l'autista di un ricco
svizzero. Mecha è al seguito del figlio, giovane genio degli scacchi che sta
per sfidare il campione del mondo in carica, il russo Sokolov. Di nuovo
musica, servizi segreti, furti e mezze verità per incorniciare il terzo atto di
un amore che ignora lo spazio e il tempo e brilla inestinguibile riallacciando
in un ultimo ballo due vite fatte per attrarsi e respingersi.
Sveva Casati Modigliani, Palazzo Sogliani, Milano: Sperling & Kupfer,
2013
È una sera di maggio quando a Palazzo Sogliano, settecentesca dimora
dell'omonima dinastia di corallari a Torre del Greco, squilla il telefono. L'intera
famiglia è riunita per il pranzo: Orsola, moglie di Edoardo, i loro cinque figli, la
suocera Margherita e le sue due figlie. Stanno tutti aspettando che Edoardo
ritorni. È Orsola a rispondere, e apprende dalla voce formale di un poliziotto la
morte del marito in un incidente d'auto. Il colpo è tremendo: trent'anni d'amore
spazzati via in un istante. Orsola non può sapere che quella morsa di dolore
feroce si trasformerà tra breve in un dolore ancora più profondo, nel momento
in cui scopre una serie di foto recenti del marito in compagnia di un bel
bambino dagli occhi a mandorla, che si firma: "Tuo figlio Steve". Da questo
incipit fulminante Sveva Casati Modignani ci conduce a ritroso nel tempo per
raccontarci l'amore di Orsola - milanese libera e indipendente, figlia di un
ciabattino - e di Edoardo - erede della più importante famiglia di corallari di
Torre; ma anche la storia della matriarca Margherita, vera donna del Sud,
orgogliosa, appassionata e dal cuore generoso; e di quel bambino comparso dal
nulla. Tuttavia, come scoprirà Orsola, Edoardo non era certo l'unico Sogliano a
custodire segreti; del resto, lei stessa ne ha conservato gelosamente uno,
inconfessato. Dall'autrice italiana più amata, la nuova, appassionante storia di
una grande famiglia, tra amori, luci e ombre, gioie e dolori, successi e
fallimenti.
Michela Marzano, L'amore è tutto: è tutto ciò che so dell'amore,
Torino: UTET, 2013
Bambina in attesa del Principe Azzurro, e poi donna sempre troppo
romantica, ma anche amante capace di non farsi troppe illusioni, fino
all'incontro - una sera, per caso, per gioco - con l'uomo che diventerà suo
marito: apparentemente la vita sentimentale di Michela non è molto diversa
da quella di tante altre donne di oggi. Infinitamente comprensiva e
compassionevole con tutte le donne e gli uomini del mondo, Michela è
capace di volgere su di sé uno sguardo spesso spietato. "I dialoghi tra me
e me sono i più duri." E così che il suo occhio indagatore, coraggioso,
limpido, scopertamente vero riesce a vedere al di là dei ristretti confini
personali e a coinvolgerci, emozionarci, conquistarci.