ulss 14 agosto 07

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ulss 14 agosto 07
Agosto 2007
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
Tel. 041/5534111 www.asl14chioggia.veneto.it
call center: 848 800 997
Servizio Sanitario Nazionale della Regione Veneto
AZIENDA UNITA' LOCALE SOCIO - SANITARIA n.14
Sede Amministrativa: Presidio Ospedaliero di
Chioggia, Strada Madonna Marina, 500
Testi in collaborazione Ines Brentan
IL DOTTOR LUCA BERGAMINI
È IL NUOVO PRIMARIO DI OSTETRICIA
E GINECOLOGIA DELL’OSPEDALE DI CHIOGGIA
l dr. Luca Bergamini è il nuovo primario del
reparto di Ostetricia e Ginecologia del nosocomio clodiense. La nomina arriva dopo
due anni di vicariato, subentrando così a tutti gli
effetti al dr. Renato Sartori, già in quiescenza.
I
Il dr. Bergamini si è laureato in Medicina e Chirurgia
all’Università di Ferrara dove si è specializzato in
Ostetricia e Ginecologia. Agli inizi degli anni Ottanta inizia a lavorare nell’ospedale di Ferrara presso il reparto di
Chirurgia Oncologica della Clinica Ostetrica
dell’Università degli studi di Ferrara dove ci rimarrà per
una decina di anni. Nel 1996 inizia a lavorare nel
reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale di
Chioggia a fianco dell’allora primario dr. Renato Sartori
che ha sostituito dopo che è andato in pensione nel giugno
2005, assumendo il ruolo di primario facente funzioni.
Ruolo che ha portato avanti fino ad oggi quando è giunta
dalla Direzione dell’Ulss 14 la sua nomina ufficiale a
primario del reparto.
"Sono felice per la nomina - ha detto il neo primario Bergamini - che conferma che il lavoro
svolto finora sta dando buoni risultati per la
città. Sono aumentate le donne che scelgono il
nostro ospedale per dare alla luce nuovi nati.
Solo l’anno scorso abbiamo contato quasi 500
parti quando eravamo abituati negli anni prima
ad una media di poco più di 300 all’anno.
Buoni risultati, quindi, che si devono anche e
soprattutto alla mia équipe di medici e infermieri, veri professionisti che nella loro formazione
presentano anche diverse specializzazioni fatte
all’Estero”. Soddisfatto il direttore generale
dell’Ulss 14, Arturo Orsini. “Il dr. Bergamini –
ha aggiunto Orsini – lavora in questo ospedale
oramai da una decina di anni, dimostrando sul
campo le sue capacità professionali. Conosce
questo territorio e la gente che vi abita, che in
più occasioni ha dimostrato di apprezzare il suo
lavoro. Una nomina meritata che non arriva,
quindi, come un fulmine a ciel sereno. Colgo
l’occasione per fargli i migliori auguri di buon
lavoro”.
ALCUNI ACCORGIMENTI DA SEGUIRE IN CASO DI PUNTURE
DI INSETTI E MORSI DI ANIMALI
A CURA DI PAOLO BOSCOLO E ANDREA TIOZZO DEL PRONTO SOCCORSO DI CHIOGGIA
TRACINA
Il pesce più temuto dai bagnanti è la Tracina. Da noi viene chiamato
Pesce ragno o Varagno. Ha una taglia che va da circa 15 cm (Trachinus
Vipera) a circa 45 cm (Trachinus Drago) e vive numeroso nei nostri
mari. E’ munito di un apparato pungente costituito da due spine opercolari e da 5-8 spine dorsali, attraverso le quali inocula il
veleno secreto da ghiandole situate alla base dei
raggi spinosi. Ha una forma piatta e vive semisepolto o comunque appoggiato sui fondali sabbiosi tra i due ed i cento metri dalla riva. Nella
maggior parte dei casi il malcapitato è il bagnante che cammina sulle acque basse e calpesta accidentalmente il pesce. Meno frequentemente l’intossicato è il pescatore che si punge per togliere il pesce
dalle reti o dall’amo. La puntura della Tracina è dolorosissima, il dolore
dura intenso alcune, ore irradiandosi all’intero arto. Il veleno può far
gonfiare il piede. Qualche volta possono comparire nausea, vomito e talora febbre. Il paziente allarmato è indotto a ricorrere al Pronto Soccorso.
COSA FARE:
La condotta terapeutica è abbastanza semplice, ma spesso non conosciuta
dai bagnanti o dai pescatori che, nell’intento di lenire il dolore ricorrono
ad applicazioni di ghiaccio o di ammoniaca. Questi presidi non solo non
hanno alcun effetto, ma concorrono alla persistenza del dolore. La cura
migliore infatti è quella di immergere l’arto o comunque la parte colpita
nell’acqua più calda che si può sopportare. Il calore infatti distrugge il
veleno che è costituito da una tossina termolabile. Dopo pochi minuti di
immersione in acqua calda il dolore si attenua e scompare. Il paziente che
si trova in spiaggia può avere beneficio ricoprendo l’arto con la sabbia
calda. Occorre ovviamente detergere il luogo della puntura e pulire bene
la ferita per evitare sovrainfezioni. In seguito potrà essere applicata una
pomata a base di cortisone od antibiotico.
RICCIO DI MARE
Talvolta, ma raramente nel nostro mare, si può
calpestare un riccio di mare. Le spine, che sono
fragili, si possono spezzare e rimanere conficcate nella pelle.
COSA FARE:
Una piccola zona bluastra localizza le spine che
devono essere estratte una ad una con un ago sterile o una pinza. Se nella pelle permangono residui di
spine, questi possono essere sciolti bagnando più volte al giorno la pelle
con garze imbevute di acqua ed aceto. Bisogna mantenere pulita e disinfettare la zona con preparato a base di cloro (Euclorina).
LE MEDUSE
Non è raro che il bagnante venga a contatto con una medusa. Nella parte
colpita si determina un eritema come da orticaria molto doloroso. Il dolore è di tipo urente (simile ad una ustione) ed è accompagnato da gonfiore.
Persiste alcune ore.
COSA FARE:
Le lesioni cutanee devono essere sciacquate con acqua di mare, quindi si
applica sulla parte colpita aceto da cucina un po’ diluito. Un rimedio
alternativo semplice ed efficace è quello di applicare sulla parte ”ustionata” della pasta di dentifricio. In seguito potrà essere applicata una crema
al cortisone.
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Ulss 14
Testi in collaborazione Ines Brentan
Agosto 2007
Bollettino di informazione locale e amministrativa dell’Ulss 14
COSA FARE:
*Il primo provvedimento da adottare è quello di applicare un
Fra gli insetti che pungono, quelli più
cubetto di ghiaccio sulla zona colpita. Nella maggior parte dei
temuti sono le api e le vespe. Le api
casi è in grado di alleviare il dolore.
pungono solo se provocate, mentre le
*Per il prurito si deve ricorrere ad una crema a base di cortisovespe pungono anche quando sono
ne.
semplicemente disturbate.
*Le creme anti istaminiche non servono, anzi possono dare
Questi insetti hanno un pungiglione
dermatiti da contatto.
uncinato alla estremità dell’addome collegaE’ tradizione usare l’ammoniaca ma non è dimostrato che sia
to ad una saccula interna contenente il veleno.
Il pungiglione delle api è ben uncinato e resta, dopo la puntura efficace.
, agganciato alla pelle provocando, al suo distacco, lo strappo di *Applicare prodotti insetto-repellenti nelle zone cutanee scopertutto l’apparato addominale e quindi la morte dell’ape. Il pun- te, rinnovandoli più volte specie se si suda o ci si bagna.
giglione della vespa invece è poco uncinato è può essere facil- *Chi dorme con le finestre aperte e non utilizza le zanzariere
può ricorrere agli elettroemanatori. Per essere efficaci devono
mente estratto per pungere di nuovo.
Il veleno contiene delle sostanze irritanti essere accesi mezz’ora prima di coricarsi.
che sono responsabili dell’arrossamen- *Se si rimane all’aperto è utile ricorrere allo Zampirone che
to, del gonfiore, del dolore e di pruri- brucia lentamente emettendo del fumo contenente piretro che
tiene lontane le zanzare.
to locale.
Questi sintomi sono più fastidiosi
ZECCHE
che importanti, durano qualche ora
Succhiano il sangue di animali come
poi scompaiono.
cani, uccelli, ovini, ecc. Talvolta può
In alcuni casi, fortunatamente rari, la
essere morso anche l’uomo. Il periopuntura può scatenare pericolose crisi allergiche
do critico va da Aprile a Settembre.
che si preannunciano con: orticaria, prurito diffuso, difficoltà a
COSA FARE SUBITO:
respirare, gonfiore al volto, sudorazione. E’ opportuno allora
Non bisogna avere fretta nello staccare la
ricorrere immediatamente al Pronto Soccorso. Queste crisi si
zecca dalla cute, bisogna cospargerla di olio od
instaurano in genere in soggetti che sanno di essere allergici.
alcol o etere. In questo modo la zecca che respira attraverso la
COSA FARE:
cute che la ricopre, allenta la presa per asfissia nell’arco di qual*Rimuovere delicatamente il pungiglione
che minuto.
conficcato nella pelle, sollevandolo o
Può quindi essere staccata con una pinzetta, eventualmente
rimuovendolo con un ago sterile per
riscaldata, perché sembra che il calore faccia retrarre il rostro
non comprimere il sacculo e iniettare
conficcato. Se non si osservano questi consigli, nel tentativo di
più veleno.
staccarla, si danneggia la zecca ed il rostro rimane conficcato
*Applicare localmente ghiaccio od
nella pelle.
ammoniaca. Una pomata al cortisone
COSA FARE DOPO:
può alleviare il dolore ed il prurito.
Lavare con acqua e sapone e disinfettare. Controllare il punto
*I soggetti con ipersensibilità nota al veleno di vespe ed api e
del morso per 1 mese, per l’eventuale comche abbiano avuto in passato una reazione anafilattica devono
parsa di una eruzione. Se compare,
ricorrere immediatamente al Pronto Soccorso.
consultare il medico.
ZANZARE E TAFANI
Fra gli insetti che pungono per nutrirsi, quelli più comuni nei
CANE
nostri climi, sono le zanzare ed i tafani.
Il morso di cane provoca in genere
E’ la zanzara femmina che punge per succhiare il sangue che le
una lesione cutanea più o meno
serve per la maturazione delle uova. Il maschio della zanzara è
ampia e profonda, con dolore ed
fitofago e non punge.
arrossamento nella zona circostante.
Dopo aver succhiato il sangue la zanzara
COSA FARE:
rigurgita un po’ di saliva che è irritante
Lavare subito con acqua e sapone la pelle che circonda la zona
e provoca arrossamento e prurito
ferita. Disinfettare con cura la ferita con disinfettanti indolori o
localizzati,che si risolvono in breve
con acqua ossigenata. Recarsi in Pronto Soccorso sia per la feritempo, senza nessuna conseguenza.
ta sia per sottoporsi, in caso di necessità, a cure antibiotiche.
La zanzara più comune è la Culex,
GATTO
ma è ormai certa la presenza nella
Il graffio di gatto è quasi sempre doloroso e
nostra Regione e nel nostro territorio,
procura una ferita superficiale sulla
della zanzara Tigre.
pelle.
La zanzara Tigre è più piccola di quella comune (Culex),
COSA FARE:
punge nelle ore diurne e non emette ronzio. Si riconosce per il
Detergere la pelle tutt’intorno alla
suo colore nero brillante sul quale spiccano evidenti striature
ferita con alcool o acqua e sapone.
bianche.
Quindi disinfettare con attenzione la
Vola preferibilmente alla altezza del suolo, è molto aggressiva e
ferita, cercando di far uscire una piccola
punge preferibilmente le gambe e le caviglie.
quantità di sangue per ridurre il rischio di
La sua puntura provoca bolle o gonfiore pruriginoso. In Italia
infezioni.
non comporta alcun rischio concreto di trasmissione di malatRivolgersi al medico per eventuale terapia antibiotica.
tie infettive.
API E VESPE
Ulss 14 informa
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