Gimbe su ricerca biomedica, troppe pubblicazioni Falso
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Gimbe su ricerca biomedica, troppe pubblicazioni Falso
1 4 s e tt em br e 201 6 NUM E RO 1 37 AN NO 1 0 Pharma kronos Q UO TI DI AN O D’IN FO R M AZI O N E F AR M AC EU T IC A Un italiano tra vincitori Grant for Growth Innovation di Merck Merck annuncia i vincitori del Grant for Growth Innovation 2016, che sostiene i pionieri della ricerca innovativa nel campo della crescita. I nomi dei vincitori sono stati annunciati ieri sera a Parigi, nel corso di una cerimonia di premiazione organizzata durante il 55° Congresso Espe (European Society for Paediatric Endocrinology). C'è anche un italiano fra gli scienziati che si sono aggiudicati il riconoscimento: Antonio Cittadini dell'Università Federico II di Napoli. Il premio ha ricevuto 38 candidature, provenienti da 20 diversi Paesi, che sono state esaminate da un comitato di direzione scientifico composto da cinque endocrinologi e da ricercatori di fama internazionale. A seguito di un rigoroso processo di selezione, sono stati assegnati tre premi a progetti innovativi finalizzati a migliorare la conoscenza nel campo della crescita. I progetti vincitori provengono da Australia, Brasile e appunto Italia. Cittadini ha presentato il progetto 'Treatment of growth hormone deficiency associated with chronic heart failure: A randomized, double-blind, placebo-controlled study'. "Siamo entusiasti dell'elevata qualità e della visione dei ricercatori ai quali sono stati assegnati i premi", ha dichiarato Steven Hildemann, Global Cmo Merck. Trial su donne, rivista obbliga a spiegare scelte di genere Si sviluppa il dibattito sulla medicina di genere Nella ricerca medica i test clinici vengono spesso condotti solo sugli uomini, nonostante il notevole sviluppo del dibattito sulla medicina di genere e le evidenze sulle differenze negli effetti delle terapie in maschi e femmine. Così la 'Rivista canadese di sanità pubblica' ha introdotto per gli scienziati l'obbligo di spiegare, nella presentazione dello studio, come è stato valutato il genere nella ricerca. La decisione - ha spiegato alla stampa la ricercatrice Jacqueline Gahagan, componente del Consiglio di amministrazione - è legata al fatto che, per rendere conto dei fondi pubblici, gli studi devono garantire di essere basati su prove scienti- fiche della migliore qualità possibile. E secondo la rivista, questo non può essere fatto escludendo il 50% della popolazione. A dimostrare l'importanza del genere nei test clinici anche una ricerca della stessa Gahagan sulla percentuale di abbandono della terapia nelle donne sieropositive rispetto ai maschi. Le donne infatti soffrono di effetti secondari sgradevoli legati al ciclo mestruale, ma i risultati della ricerca clinica non avevano evidenziato il problema, ha sottolineato Gahagan auspicando che l'esempio della rivista canadese venga seguito anche da altre testate scientifiche. (R.A.) » ALL’INTERNO Fondazione lancia campagna anti-sprechi Gimbe su ricerca biomedica, troppe pubblicazioni ---------------------- Da inizio 2017 al San Raffaele primi test clinici sulla terapia Falso zucchero 'cavallo di Troia' contro rene policistico ---------------------- Un video racconta battaglia e vittoria contro malattia, no a 'ciarlatani' e cure alternative Al via campagna Make Blood Cancer Visible ---------------------- In uno studio pubblicato online su 'Nature Genetics' Nature, identificati 44 nuovi geni dell'ipertensione » PHARMAMARKET Diabete, joint venture Sanofi-Google per nuove terapie Una joint venture per la ricerca di nuove terapie e dispositivi dedicati ai malati di diabete. La annunciano in una nota congiunta Sanofi e Verily Life Sciences (precedentemente Google Life Science). L'alleanza riguarda prevenzione, cura e gestione del diabete. La joint venture, che prende il nome di Onduo, avrà base a Kendall Square, a Cambridge (Usa). Con la guida del nuovo Ceo di Onduo, Joshua Riffa, la società utilizzerà l'esperienza di Verily nell'elettronica miniaturizzata, nell'analisi dei dati e nello sviluppo di software per i consumatori, nonché le conoscenze cliniche di Sanofi e la sua esperienza nell'offrire trattamenti innovativi alle persone che vivono con il diabete. Inizialmente il focus di Onduo riguarderà il diabete di tipo 2, ma in prospettiva le attività si espanderanno ad abbracciare anche il diabete di tipo 1 e la prevenzione della malattia nelle persone a rischio. focus Fondazione lancia campagna anti-sprechi Gimbe su ricerca biomedica, troppe pubblicazioni e pochi risultati utili Oltre l'85% degli investimenti nella ricerca biomedica non produce adeguate evidenze per l'assistenza sanitaria e, dunque, non dà alcun contributo nel migliorare la salute delle persone, generando ingenti sprechi. E' l'allarme lanciato dalla rivista The Lancet, condiviso dalla Fondazione Gimbe che promuove in Italia la campagna 'LancetReward', finalizzata appunto a ridurre gli sprechi e premiare il rigore nella ricerca biomedica. L'obiettivo è "aumentare la produzione di evidenze scientifiche di elevata qualità per migliorare la salute delle persone". "L'interesse per la ricerca biomedica nel nostro Paese - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - è oggi documentato da varie iniziative: il rilancio della ricerca indipendente Aifa, lo Human Technopole, la call per un'Agenzia nazionale per la ricerca". Ma questo non basta. "L'inderogabile necessità di ottenere il massimo 'valore' dal denaro investito - sottolinea - impone un'attenta valutazione degli indicatori utilizzati per misurare il ritorno degli investimenti: produttività scientifica, pubblicazione di evidenze di elevata qualità, impatto della ricerca sui servizi sanitari e sugli esiti di salute, oltre ovviamente a brevetti e profitti, prioritari per chi produce farmaci e tecnologie sanitarie". Dalla serie di Lancet che lanciava l'allarme, è nata la campagna Lancet-Reward (Reduce research Waste And Reward Diligence), che ha formulato 17 raccomandazioni su 5 aree di potenziali sprechi: rilevanza delle priorità di ricerca; adeguatezza del disegno dello studio, dei metodi e delle analisi statistiche; efficienza dei processi di regolamentazione e gestione della ricerca; completa accessibilità ai dati; possibilità di utilizzo dei report della ricerca. La Fondazione Gimbe, "prima e unica organizzazione italiana ad avere ufficialmente aderito alla campagna - prosegue Cartabellotta - ha realizzato la versione italiana delle raccomandazioni, per diffondere la consapevolezza scientifica e sociale di quanto sia indispensabile ottenere il massimo ritorno in termini di salute dalle risorse investite nella ricerca biomedica". Le raccomandazioni saranno inizialmente diffuse e condivise con i protagonisti della ricerca in Italia (finanziatori pubblici e privati, ricercatori, enti regolatori, istituzioni di ricerca, comitati etici, editori e associazioni di pazienti). Successivamente, Gimbe avvierà un monitoraggio indipendente usando gli indicatori definiti dalla campagna. Adelisa Maio Falso zucchero 'cavallo di Troia' contro rene policistico costi". Da inizio 2017 al San Raffaele primi test clinici sulla terapia Per offrire una nuova speranza ai pazienti affetti da rene policistico (Adpkd), circa 60 mila in Italia e 12 milioni in Europa secondo alcune stime, forse basta un poco di zucchero. O meglio di falso zucchero: una molecola di glucosio modificata in grado di agire come 'cavallo di Troia', ingannando le cellule malate per introdursi al loro interno e frenarne la crescita. La ricetta cantata da Mary Poppins nel celebre film della Disney diventa approccio scientifico all'Irccs San Raffaele di Milano, dove un candidato farmaco contro la prima causa genetica di insufficienza renale si prepara a passare dal laboratorio alla corsia. Dovrebbe infatti partire all'inizio del 2017 l'arruolamento per i primi test sull'uomo che valuteranno la sicurezza di un candidato farmaco innovativo anti-Adpkd, il 2deossi-glucosio (2DG), in una ventina di pazienti. Dopo il successo della fase preclinica sui topi, documentati in due studi pubblicati dagli scienziati di via Olgettina guidati da Alessandra Boletta, i fondi per lanciare lo studio di fase clinica I sono stati messi in campo dal ministero della Salute. "Se l'Istituto superiore di sanità darà l'ok, entro l'anno prossimo dovremmo riuscire a concludere il trial", spiega Riccardo Magistroni, responsabile dell'Ambulatorio rene policistico dell'ospedale San Raffaele. "Reclute- remo pazienti molto selezionati - precisa l'esperto - Fra i criteri di arruolamento servono una diagnosi di rene policistico autosomico dominante e un'età non superiore a 55 anni, inoltre verranno valutati alcuni parametri relativi alla funzione renale e alle dimensioni dell'organo. Se non dovessimo riuscire a reclutare tutti i pazienti necessari faremo ricorso alla casistica dell'ospedale di Montichiari nel Bresciano e del Policlinico di Modena. La sperimentazione sarà condotta al San Raffaele e durerà circa 4 mesi, anche se ogni singolo paziente verrà trattato per non più di 2 settimane". Proprio nei giorni scorsi l'Irccs del capoluogo lombardo ha annunciato su 'Scientific Reports' la messa a punto della prima mappa genetica del rene policistico. All'origine della patologia ci sono difetti dei geni PKD1 e PKD2, ma ora gli studiosi meneghini hanno stabilito la correlazione fra tipo di mutazione (oltre 700 quelle censite, di cui più di 450 scoperte ex novo), aggressività e precocità della malattia. Contemporaneamente alla comprensione sempre più profonda dell'Adpkd, la ricerca targata San Raffaele si muove dunque per sviluppare un nuovo possibile trattamento dopo la recente approvazione del primo medicinale specifico per il rene policistico, il tolvaptan. Paola Olgiati » 44 NUOVI GENI DEL’IPERTENSIONE » ALZHEIMER-MICROBI L'ipertensione ha meno segreti e soprattutto una migliore caratterizzazione genetica. In uno studio pubblicato online su 'Nature Genetics', due team internazionali di ricerca multi-istituzionali descrivono l'individuazione di un totale di 44 nuovi loci genici associati alla pressione alta. Gli studi, co-condotti da ricercatori del Massachusetts General Hospital, puntano verso potenziali nuove strategie per il trattamento di un disturbo che colpisce circa un terzo della popolazione adulta solo negli Stati Uniti. "Le terapie esistenti - fa notare Christopher Newton-Cheh, autore senior di entrambi i lavori - bersagliano solo un piccolo sottoinsieme dei meccanismi che contribuiscono all'ipertensione, mentre l'identificazione di ulteriori geni che possono influenzare la pressione sanguigna punta verso nuove direzioni, dandoci nuove informazioni per lo sviluppo di farmaci innovativi". Un gruppo di scienziati svizzeri e italiani che operano nell'Irccs Fatebenefratelli di Brescia ha individuato una relazione tra microbi proinfiammatori nell'intestino e morbo di Alzheimer. Al centro della scoperta ci sono Amiloide e Tau, due proteine prodotte dal cervello il cui accumulo progressivo nell'arco di vent'anni conduce alla degenerazione neuronale, con la perdita di memoria e di autonomia tipica della malattia. Quello che gli esperti hanno osservato è che alterazioni infiammatorie sono invariabilmente associate con depositi di amiloide e tau, anche se - precisano - non è ancora chiaro se l'infiammazione preceda o segua la malattia. Mentre sono in fase di sperimentazione farmaci che prendono di mira le proteine tossiche o che puntano a ridurre l'infiammazione, le cause dell'accumulo di amiloide e tau nel cervello e l'origine dell'infiammazione. Al via campagna Make Blood Cancer Visible Una grande e lunga battaglia quotidiana, come un incontro di Boxe. Una battaglia che oggi si può vincere. E' il messaggio chiave della campagna mondiale di sensibilizzazione ai tumori ematologici, 'Make Blood Cancer Visible', e che durerà tutto il mese di settembre. Pur essendo molto frequenti, circa il 15% della totalità, i tumori del sangue sono infatti poco noti. Per aumentarne la conoscenza, è stato ideato un video - già virale - che racconta, attraverso uno incontro di Boxe, la battaglia, la lotta quotidiana, la fatica, la pazienza, ma anche la vittoria, di coloro che hanno affrontato e combattuto con successo la malattia. "Certamente - spiega Fabrizio Pane, presidente della Società italiana di ematologia (Sie) e direttore dell'Uoc in Ematologia clinica alla Facoltà di medicina e chirurgia dell'università Federico II di Napoli - i tumori del sangue, come tutte le malattie, non si curano affidandosi a ciarlatani, pseudomedici, promotori di metodi alternativi, come dimostrato anche dalla cronaca più recente". La campagna è visibile anche in Italia col sostegno di Janssen, sia sul profilo dedicato di Facebook, sia sul sito www.lmcome.it dedicato ai tumori del sangue tra cui linfomi, mieloma e leucemie, la forma più nota tra i tumori del sangue. Questi tumori sono oggi più curabili grazie anche ai progressi e alle nuove conoscenze sulle alterazioni molecolari che sono presenti a livello genomico in questi tumori che consentono di definire specifiche sottocategorie di malati, e dall’altro alla farmacogenomica, che ha aiutato a 'profilare' la terapia, definendo cioè la cura più adatta alla natura del tumore. Si apre dunque la strada verso trattamenti su misura per ogni paziente, attuabili presso centri validati, accreditati e di alta specializzazione. (B.D.C.)