La ricerca infemieristico premiata a Grosseto
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La ricerca infemieristico premiata a Grosseto
Attualità / Pensioni Nella riforma del Welfare la nuova opportunità di vedere anche per gli infermieri il riconoscimento al trattamento riservato a coloro che svolgono lavori usuranti. In queste pagine i diversi sindacati dell'area sanitaria illustrano le loro posizioni e le loro iniziative affinché questo diritto sia riconosciuto Lavori usuranti: riconoscere quello degli infermieri al primo gennaio 2008 aumenterà l'età pensionabile ma crescerà anche il numero di lavoratori che potranno usufruire ancora del vecchio termine, fissato a 57 anni di età e 35 anni di contributi pensionistici. È questo il risultato dell'ampliamento del riconoscimento per coloro che svolgono lavori usuranti, che passeranno dai 320.000 del decreto Salvi a circa 1,4 milioni di persone, per 5.000 uscite l'anno. Ed è il punto di partenza per la determinazione dei nuovi lavori identificati come usuranti rispetto al decreto del 4 agosto 1999 dall'allora ministro del Lavoro, Cesare Salvi. E mentre un'apposita Commissione lavora a questa determinazione, i sindacati confederali portano avanti il loro impegno per garantire il diritto al vecchio termine pensionistico a chi non lo vede ancora riconosciuto, tra cui gli infermieri. Il 23 luglio scorso, intanto, Cgil, Cisl e Uil hanno siglato un protocollo con il Governo in cui si determina una copertura finanziaria per il pensionamento di coloro che svolgono lavori usuranti pari a 10 miliardi di euro nel decennio 2008-2017, stabilendo poi che questo beneficio venga previsto anche per i lavoratori notturni, tra i quali rientrano anche gli infermieri. Ma ci sono ancora alcuni ostacoli da superare, come illustrano in queste pagine i rappresentanti dei maggiori sindacati dell'area infermieristica. D 4 L’infermiere 5/2007 COMPIUTO UN IMPORTANTE PASSO AVANTI CON L'ACCORDO DEL 23 LUGLIO di Rossana Dettori Segretaria nazionale responsabile comparto sanità e sociosanitario Fp Cgil Come è noto, la norma del '99 dell'allora ministro Salvi non prevedeva i lavoratori del comparto sanità nell'elenco di coloro che svolgono lavori usuranti. Con l'accordo che Cgil, Cisl e Uil hanno firmato il 23 luglio con il Governo è stato però compiuto un passo avanti, riconoscendo come lavoro usurante lo svolgimento della prestazione in turni notturni; riconoscimento che include così anche i lavoratori della sanità. Tuttavia c'è ancora un passaggio importante da compiere in relazione all'elaborazione del decreto legge di attuazione dell'accordo del 23 luglio, e cioè che venga modificato quel riferimento alla legge 66/2003 che definisce “lavoratore notturno” esclusivamente chi svolge oltre 80 turni di notte. Facendo la legge riferimento anche ai contratti, abbiamo chiesto alla nostra Confederazione, che è parte nella trattativa, di fare in modo che quel numero venga modificato a 50 notti, permettendo così al personale sanitario, che per effetto della turnazione fa mediamente tra le 65/70 notti di poter rientrare appieno nella norma. Abbiamo inoltre chiesto che venga inserito anche il lavoro notturno svolto in reperibilità, consapevoli del fatto che molti infermieri, soprattutto quando operano in strutture con | Attualità / Pensioni dotazioni organiche carenti, dove occorre coprire la mancanza di personale, finiscono per fare attraverso la reperibilità più notti dei colleghi turnisti. Ovviamente restano due paletti per il pensionamento di coloro che svolgono lavori usuranti: quella di avere 35 anni di contributi e 57 anni di età, quindi vengono mantenuti per questi lavoratori i vincoli previsti finora, che per gli altri sono invece innalzati con la riforma delle pensioni. Vorremmo inoltre che fosse riconosciuto anche agli operatori che prestano la loro attività nelle ambulanze il lavoro usurante che nel protocollo del 23 luglio è previsto per finanziaria. E per questo molte categorie chi fa trasporto pubblico, attualmente esclu- che avrebbero dovuto essere incluse furosi in quanto la norma fissa il numero mini- no invece lasciate fuori dal riconoscimenmo delle persone trasportate a 9, mentre è to del lavoro usurante. In questo contesto, ovvio che un’ambulanza trasporta solo un l'accordo raggiunto dalla Cgil, Cisl e Uil paziente alla volta. con il Governo è stato un passo importanNoi chiediamo la modifica del dete per tutti coloro che svolgono creto Salvi fin dalla sua emanalavori usuranti, compresi gli zione, nel senso che vanno infermieri. La situazione individuate e riconosciute La situazione di oggi è podi oggi condizioni di gravosità ansitiva, perché i finanziache in ambito sanitario, viè positiva perché menti ci sono. Ora occorsti i carichi di lavoro, i lire fare in modo che la esistono i velli di responsabilità che Commissione che deve vafinanziamenti lutare le categorie previste impegnano gli operatori. Basti pensare ai servizi di emerdall'accordo del 23 luglio ingenza-urgenza, ma anche agli includa gli operatori sanitari nella lifermieri che operano nelle lungo-degenze sta di coloro che svolgono un lavoro usuo nei servizi della salute mentale, dove ca- rante. Il comparto sanità della Cgil, Cisl e richi e condizioni di lavoro possono esse- Uil sta lavorando affinché venga riconosciure davvero usuranti. to in questa lista il profilo di tutti quegli operatori che svolgono lavoro notturno, PRONTI I FINANZIAMENTI, perché questo sistema ricomprenderebbe tutto il personale di profilo infermieristico ORA IL RICONOSCIMENTO di Daniela Volpato e medico. Segretaria nazionale Cisl Fp area Sanità Il problema nasce sulla determinazione di I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil han- quale sia il lavoro notturno che può essere no firmato il 23 luglio l'accordo sul Wel- ritenuto usurante. In prima istanza, fare che porta su questa partita un grosso l'accordo del 23 luglio richiamava un definanziamento di circa 250 milioni di eu- creto legislativo sull'orario di lavoro in cui ro per un triennio. È la prima volta nella si stabiliva il vincolo delle 80 notti annuali. storia italiana che il Governo stanzia risor- Ma nessuno in sanità lavora 80 notti in un se per i lavori usuranti. Il problema del ’99 anno. Il nostro obiettivo, quindi, è fare in e di altre leggi in questo ambito stava pro- modo che la Commissione diminuisca il nuprio nel fatto di non avere una copertura mero di notti a 50 e che vi sia un richiamo al contratto collettivo di lavoro. Così facendo tutta la casistica infermieristica rientrerà di diritto nel riconoscimento del lavoro usurante. Anche coloro che lavorano sulle 12 ore - come gli infermieri in sala operatoria e rianimazione - e che di notte hanno la reperibilità. E non solo gli infermieri, ma tutti quegli operatori che con la pronta disponibilità garantiscono la copertura di 24 ore. Condizioni che, in base una sentenza della Corte Europea, è assimilabile al lavoro notturno. La Cgil, Cisl e Uil si sta impegnando per questo e auspichiamo che venga recepito nel verbale della Commissione. Occorrerà poi aspettare di conoscere i contenuti della Finanziaria, perché è lì che dovrà essere prevista la copertura economica. Ma questo non dovrebbe essere un problema, perché la partita dei finanziamenti è già stata prevista nell'accordo del 23 luglio. UN DIRITTO DI QUALITÀ DI VITA E DI LAVORO CHE DEVE TROVARE RICONOSCIMENTO di Maria Vittoria Gobbo Segretaria nazionale Uil Fpl In questo momento è in corso la consultazione dei lavoratori sul protocollo del 23 luglio scorso che, secondo noi, va approvato anche solo per due motivi: l'avvio della detassazione dei redditi dei lavoratori dipendenti e le norme sul lavoro usurante. Col primo punto si comincia ad affrontare in modo concreto il problema dell'insuffiL’infermiere 5/2007 5 Attualità / Pensioni | cienza dei salari rispetto al costo reale della vita. Col secondo si mette fine ad una ingiustizia nei confronti degli operatori dell'area sanitaria. Infatti il decreto applicativo della norma originaria del 1993 - che riconosceva come usurante il lavoro notturno di medici e infermieri - era intervenuto tardi (1999) e male, limitando il beneficio alle sole categorie dei “lavoratori manuali”. Non credo sia necessario spiegare ai lettori di questa rivista come è usurante il lavoro notturno e quali sono i suoi effetti sullo stato di salute, sulla vita familiare, sulle relazioni sociali e sull'efficienza lavorativa. I disturbi del sonno e del metabolismo, l'alta incidenza di malattie cardiovascolari e gastrointestinali, vari disturbi psicologici, le tensioni nei rapporti sociali e personali, gli incidenti automobilistici nei percorsi da e per il posto di lavoro sono noti da tempo. Ma il lavoro notturno è stato messo in relazione anche all'insorgenza del cancro al seno e di alcuni tumori maschili, a causa dei cambiamenti del ciclo della melatonina dovuti all'esposizione alle luci nelle ore notturne. Forse nessuno più di un lavoratore turnista capisce come è bello poter dormire la notte, nel proprio letto, e svegliarsi al mattino con i propri cari. Ma nella maggior parte delle situazioni assistenziali è necessaria una presenza costante e ogni infermiere sa, fin dall'inizio della sua formazione, che prima o poi si troverà a lavorare di notte ed è indubbio però che questo tipo di lavoro è un elemento aggravante per una categoria già fortemente esposta a fattori degenerativi ed usuranti quali le patologie muscolo-scheletriche ed il burnout. È ovvio che il beneficio previdenziale non è esaustivo per la risoluzione dei problemi della professione, che affondano sempre nell'organizzazione del lavoro, nella gestione del personale, nella prevenzione, nei carichi di lavoro e sui quali siamo quotidianamente impegnati. Ma questo del lavoro usurante è un giusto 6 L’infermiere 5/2007 riconoscimento per il disagio di questi lavoratori. Nella Commissione ci stiamo adoperando perché nella definizione dei parametri non restino ingiustamente esclusi gruppi e categorie di lavoratori dei nostri settori (si pensi al problema del numero delle notti lavorate o, anche, alla necessità di far rientrare le ambulanze nella definizione di “mezzi pesanti per il trasporto collettivo”). Ma ancora di più sarà necessario il nostro impegno ed il vostro sostegno perché questo diritto di qualità di vita e di lavoro trovi pieno e concreto riconoscimento nella prossima Finanziaria. MENO DEMAGOGIA E PIÙ DIRITTI RICONOSCIUTI di Antonio De Palma Presidente Nursing Up Sin dalla precedente legislatura Nursing up ha raccolto migliaia di firme tra i colleghi per chiedere una legge che riconosca al lavoro infermieristico la qualità di “attività usurante” e ha proposto modifiche e integrazioni al Ddl 2443 che ne prevedeva il riconoscimento solo ad alcune categorie. Il rischio reale, oggi, è che sull'altare della politica e della “demagogia sindacale” possa essere ignorata, ancora una volta, la realtà infermieristica e le sue esigenze. Certo, se si parte dal decreto del 4 agosto 1999 dell'allora ministro del Lavoro Cesare Salvi, le legittime aspettative degli infermieri resterebbero ancora una volta senza risposta: troppo limitata la platea, solo 320mila persone, senza nessuno spazio per i professionisti della sanità. È anche vero che sulla individuazione delle categorie di operatori esposti a rischio usura regna ancora troppa confusione. Qualcuno ipotizza i turnisti e il lavoro vincolato (gli addetti alle catene di montaggio), altri parlano di tutti gli operai , altri ancora non considerano automatica l'inclusione dei lavoratori pubblici. In ogni caso, a nostro parere si parla troppo poco o quasi mai degli infermieri . Sarebbe possibile asserire che la somma tra addetti alle mansioni ricomprese nell'elenco Salvi che operano a ciclo continuo e operai delle catene di montaggio sia di 1-1,3 milioni di potenziali usurati. Quest'ampia platea si suddividerebbe in diverse tipologie, tra cui il personale addetto ai reparti di Pronto soccorso, Rianimazione e Chirurgia di urgenza. Per Nursing Up non è ipotizzabile che il riconoscimento della qualità di lavoro usurante avvenga esclusivamente per coloro che operano in servizi di Pronto soccorso e/o nelle Terapie intensive. Sarebbe ingiusto perché le peculiarità dell'esercizio professionale infermieristico, quindi le elevatissime responsabilità, gli eccezionali carichi di lavoro e le articolate e complesse tipologie di organizzazione rendono esposti gli infermieri ad usura certa in qualsiasi contesto ospedaliero essi operino. La problematica non si risolve nemmeno con la demagogia. Sempre più spesso leggiamo interventi da parte di taluni leader sindacali che ipotizzano il riconoscimento della qualità di lavoro usurante ai portieri o alle maestre d'asilo. Noi temiamo queste posizioni, perché spingere per il riconoscimento di una platea così ampia di lavoratori rappresenta una battaglia persa sul nascere ma, ancor peggio, tali posizioni diventano pericolose anche per gli infermieri, poiché se da un lato non sono realmente proponibili, dall'altro, rischiando di passare agli occhi del Governo come semplici “provocazioni”, potrebbero portare la controparte politica a considerarle come “proposte da cestinare o, ancor peggio, come deterrenti a una eventuale inclusione di nuove categorie tra i lavoratori usuranti rispetto alla cosiddetta “lista Salvi”. Cosa sulla quale invece noi infer- | Attualità / Pensioni mieri contiamo, proprio perché solo allargando le maglie di quella scarna e certo improvvida lista potremmo ottenere un reale riconoscimento delle caratteristiche usuranti del nostro lavoro. LE CONDIZIONI DI LAVORO MINACCIANO LA SALUTE DEGLI INFERMIERI di Donato Carrara Segretario nazionale NurSind NurSind da anni conduce una campagna di sensibilizzazione e raccolta firme per chiedere al Governo di ricomprendere tra i lavori usuranti tutta la categoria infermieristica. Nelle dichiarazioni, più volte si cita la professione di infermiere come lavoro usurante solo in riferimento ai lavoratori turnisti. Ma vi sono alcune evidenze che non possono portare a considerare quello infermieristico un lavoro usurante esclusivamente in quanto legato ai turni. A partire da maggio 2007 abbiamo intensificato la pressione sul fronte politico producendo un documento di sintesi che è stato inviato ai ministri competenti e ai gruppi parlamentari, a sostegno delle nostre tesi. Attraverso questo studio documentale che parte dalla realtà in cui l'infermiere si trova a esercitare la propria professione (realtà di cronica carenza di personale, di aumento degli indici di produttività a parità di organici, di deficit organizzativi, di aumento della complessità dei bisogni dei cittadini) si sono evidenziate le gravi ed inevitabili conseguenze sulla salute dei lavoratori. Secondo i dati dell'Inail, nel 2005 circa un terzo delle malattie professionali nella sanità riguardano gli infermieri. Altri dati analizzati dimostrano che più del 10% degli infermieri dipendenti delle strutture ospedaliere è soggetto a una limitazione al lavoro e le patologie muscolo scheletriche causate dalla movimentazione dei carichi hanno una incidenza 3-4 volte maggiore nella categoria infermieristica piuttosto che nel resto del comparto sanità. Il lavoro a turno è causa di malattie cardiocircolatorie, alterazioni metaboliche, stress; vi è poi il rischio di puntu- re accidentali e contaminazioni muco-cuta- un laboratorio, ma ci sono molti infermieri nee, causa di malattie trasmissibili attraver- che svolgono dei servizi pesanti, che hanno so la via ematica (HIV, Epatite). Gli infer- conseguenze sulla loro vita, sia a livello fisimieri sono anche esposti a radiazioni, gas co che psichico. anestetici e altre sostanze chimiche (rischio A partire da coloro che svolgono un servinon riconosciuto contrattualmente). La ma- zio h24 sui tre turni, che non possono non nipolazione di farmaci e antiblastici può cau- rientrare nel diritto a un lavoro usurante. sare alterazioni tissutali e fenomeni di sen- La questione del numero di notti, poi, ha sibilizzazione e allegrie. E non va dimenti- diverse sfaccettature. Perché ci sono alcucato come l'infermieristica sia una categoria ne realtà in cui l'infermiere può anche svolesposta al burnout, cioè una situazione di gere non più di 50 notti l'anno, ma ci sono esaurimento emotivo per la vicinanza con altre realtà, la maggior parte, peraltro, con situazioni umane estreme. carenze di organico così pesanti che Certamente tutte le condizioni di lavoro pel'infermiere è costretto a svolgere un nuricolose riportate si presentano con mero di notti l'anno altissimo, supiù evidenza e maggior peso nel perando anche le 80. Non dipersonale soggetto ad una turSecondo l’Inail, mentichiamo che in Italia nistica con lavoro notturno, circa 60 mila innel 2005 un terzo mancano ma sono disagi che l'intera fermieri e questo significa delle malattie categoria vive. che coloro che lavorano ogprofessionali nella gi, lavorano anche per quei Come è possibile pensare che l'assistenza sanitaria vensanità riguardano 60 mila. ga offerta senza un riconosciInoltre, alla carenza si aggiungli infermieri mento del valore e dell'imporge il fatto che alcuni infermieri tanza che gli infermieri hanno nel possono avere difficoltà a svolgere degarantire la salute dei cittadini? terminate mansioni anche per via dell'età o Per questo il NurSind conferma il suo impe- delle conseguenze di un lavoro che per anni gno per il riconoscimento della professione li ha costretti a movimentazioni pesanti. Per di infermiere tra i lavori usuranti. parlare di tutti gli altri rischi del lavoro infermieristico, dal possibile contagio di malattie LA BATTAGLIA VA AVANTI, al burnout. La Fials sta portando avanti questa battaglia, MA C'È POCO OTTIMISMO di Giuseppe Carbone ma temo che tutto si arenerà di fronte alle Segretario nazionale Fials difficoltà economiche alle quali, tuttavia, noi La Fials ha già inserito nella proposta con- non crediamo. Le risorse ci sono. Sono altrattuale che sta per essere presentata al- l'interno e vanno ritrovate e utilizzate bene, l'Aran la richiesta del riconoscimento di la- attraverso una serie di controlli che vanno voro usurante all'infermiere. Siamo convin- dal medico di base che manda i pazienti neti che sia un diritto che ci spetti, anche se gli ospedali, dalle analisi inutili, i ricoveri imchiaramente non possiamo generalizzare propri, la sanità privata e le strutture riabiper tutta la categoria. litative dove i ricoveri sono lunghissimi. È chiaro che vanno individuati quei servizi Le risorse se vogliamo ci sono, ma non c'è che sono veramente usuranti, ma ce ne so- la volontà politica di attivare un sistema di no. E vanno riconosciuti. Tanto per comin- controllo vero ed efficace. Per questo, temo, ciare, la turnistica, soprattutto in particola- che il diritto al lavoro usurante non ci sarà ri reparti quali possono essere la Rianima- riconosciuto neanche questa volta. Perché zione, la Neurochirugia, la Sala operatoria. non c'è la volontà politica di farlo. Ma noi Questi sono solo alcuni esempi. Certo non porteremo avanti la nostra battaglia, perché può essere considerato usurante il lavoro in siamo convinti che all'infermiere spetti queL’infermiere 5/2007 7 Attualità / Finanziaria Più risorse per l’assistenza, gli investimenti e i rinnovi contrattuali, maggiori misure di controllo e nuove norme per la farmaceutica. Queste alcune delle novità contenute nel ddl Finanziaria approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 settembre e ora all’esame del Parlamento Cresce di 3,5 mld il fondo per la sanità na Finanziaria da 11 miliardi di euro, 100,623deiqualiperilFondosanitario nazionale, checrescedi3,5miliardirispetto al2007.Mainsiemeallamanovraeconomicail Consiglio deiministrihaapprovatoundecretoleggeche, per il comparto sanità, prevede novità volte al miglioramento dell'assistenzasanitaria,perilquale sono statistanziatialtri7,5miliardidieuro. Quindi, più risorse per i Livelli essenziali di assistenza e per il Fondo per i non autosufficienti, potenziamento del piano pluriennale di edilizia sanitaria per ammodernare ospedali e servizi sanitari e possibilità di commissariamento per le Regioni in “rosso”. La Finanziaria prevede anche una nuova U formulazione del tetto per la spesa farmaceutica con norme di responsabilizzazione sia per le aziende che per le Regioni per il rispetto dei livelli di spesa concordati; partono la campagna di vaccinazione contro il tumore dell'utero e il riconoscimento ai precari del lavoro svolto nel Servizio sanitario nazionale. Infine fra i disegni di legge collegati alla legge di bilancio troverà spazio anche un Ddl per l'ammodernamento, la qualità e la sicurezza delle cure nel Ssn messo a punto dal ministro della Salute, Livia Turco. Questo Ddl - fa sapere una nota del Governo - servirà a riformare le regole di nomina dei primari e dei direttori generali e per istituire un sistema di valutazione delle cure a livello regionale, che prevede anche una maggiore partecipazione dei cittadini nei meccanismi di valutazione dei servizi offerti. Ecco, nei dettagli, le novità introdotte dal disegno di legge della Finanziaria per il 2008 e dal decreto legge. Più risorse per l'assistenza e per l'ammodernamento di ospedali e servizi territoriali (ddl collegato alla legge di bilancio) Il Fondo sanitario nazionale per finanziare i Lea passa dai 97,040 miliardi del 2007 ai 100,623 miliardi di euro del 2008 (+ 3,583 miliardi rispetto al 2007 e + 9,6 miliardi rispetto al 2006). Nella quota sono compresi anche i fondi per i rinnovi contrattuali del perso8 L’infermiere 5/2007 nale e per garantire una migliore erogazione delle prestazioni assistenziali a tutti i livelli e in tutti i servizi sanitari, dall'ospedale, alla medicina di famiglia e specialistica, per l'assistenza domiciliare e per la farmaceutica. Viene potenziato con risorse aggiuntive il Fondo per la non autosufficienza con ulteriori 200 milioni di euro che andranno a finanziare l'avvio di nuovi servizi previsti dal ddl delega per la non autosufficienza, anch'esso collegato alla manovra finanziaria e di prossima presentazione al Consiglio dei ministri su proposta dei ministri Ferrero e Turco. Forte rilancio degli investimenti strutturali nell'edilizia sanitaria con lo stanziamento di ulteriori 3 miliardi di euro per l'ammodernamento delle strutture sanitarie, la costruzione di nuovi ospedali e servizi territoriali, il rinnovo delle tecnologie mediche, la messa a sicurezza delle strutture e la realizzazione di residenze sanitarie per gli anziani. In tutto, quindi, 3 miliardi in più rispetto al 2007 e 6 in più rispetto al 2006. Si tratta di uno dei più grandi investimenti nel settore che porta così a quota 23 miliardi di euro il totale delle risorse messe a disposizione delle Regioni per il rinnovamento della rete dei servizi sanitari in tutta Italia. Misure per il controllo della spesa e della gestione delle Asl e degli ospedali (art. 23) Possibilità della nomina di “commissari ad acta” nelle Regioni che, già impegnate nei piani di rientro dal deficit sanitario previsti dagli accordi di quest'anno (Campania, Lazio, Abruzzo, Molise, Sicilia e Liguria), dovessero non mantenere gli impegni presi per il contenimento della spesa e l'adozione di misure di razionalizzazione e miglioramento delle reti assistenziali, in misura tale da compromettere le previsioni di bilancio dello Stato. Con questa norma si rafforza ulteriormente, con una maggiore responsabilizzazione delle Regioni, l'opera di risanamento dei conti sanitari con l'obiettivo dell'azzeramento dei deficit entro il 2010. | Attualità / Finanziaria Edilizia sanitaria (art. 48) Sì a investimenti strutturali nell'edilizia sanitaria con ulteriori 3 miliardi di euro in più rispetto al 2007 (sei in più rispetto al 2006) per l'ammodernamento delle strutture sanitarie, la costruzione di nuovi ospedali e servizi territoriali, il rinnovo delle tecnologie mediche, la messa a sicurezza delle strutture e la realizzazione di residenze sanitarie per gli anziani. Sale, dunque, a 23 miliardi di euro il totale delle risorse messe a disposizione delle Regioni per il rinnovamento della rete dei servizi sanitari in tutta Italia. Integrazione risorse rinnovi contrattuali biennio 2006-2007 e risorse rinnovi contrattuali biennio 2008-2009 (art. 123) Il concorso dello Stato al finanziamento della spesa sanitaria è incrementato, in via aggiuntiva, di 661 milioni di euro per l'anno 2008 e di 398 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Semplificazione nella prescrizione dei farmaci contro il dolore (art. 61) Viene semplificata la prescrizione dei farmaci contro il dolore severo (oppiacei e altri), consentendo al medico di utilizzare il ricettario normale del Ssn anziché quello speciale, eliminando così le difficoltà burocratiche che spesso rendono difficili tali prescrizioni. Spesa farmaceutica pubblica (art. 62) Nuovi tetti percentuali per la spesa farmaceutica pubblica con la determinazione di un nuovo limite di spesa unico per la farmaceutica territoriale (farmacie e distribuzione diretta da parte delle Asl, compresi importi ticket regionali) pari al 14,4% della spesa sanitaria complessiva e un limite del 2% per la spesa farmaceutica ospedaliera al netto della distribuzione diretta. In caso di superamento del tetto per la farmaceutica territoriale a livello nazionale, le aziende farmaceutiche ripianano gli sforamenti insieme a grossisti e farmacisti per le quote di competenza. Le Regioni, a loro volta, sono Stanziati 100 comunque tenute ad adotfermieristiche, possono avmilioni di euro tare misure di contenimenvalersi di forme contrattuato della spesa per evitare per il risarcimento li di lavoro flessibile per la nuovi splafonamenti. Il risostituzione di lavoratori asdei danni piano da parte delle aziensenti o cessati dal servizio lida trasfusione mitatamente ai casi in cui ride avviene tramite “pay back” (ovvero versamento diretto delcorrano urgenti e indifferibili la quota di loro spettanza dello sfoesigenze correlate alla erogazione ramento nelle casse delle Regioni). Questo dei Lea, compatibilmente con i vincoli premeccanismo, che sostituisce la vecchia logi- visti in materia di contenimento della spesa ca dei tagli indiscriminati dei prezzi, ha il di personale. vantaggio di ripianare subito la maggiore Le Università e gli enti di ricerca possono spesa, ma anche quello di dare certezze al- avvalersi di contratti di lavoro flessibile per le imprese per la programmazione dei loro lo svolgimento di progetti di ricerca e di ininvestimenti in sviluppo e ricerca. Con que- novazione tecnologica i cui oneri non risulsti nuovi tetti, inoltre, si riordina profonda- tino a carico dei bilanci di funzionamento mente l'assetto della spesa farmaceutica, con- degli enti o del Fondo di finanziamento desentendo una migliore gestione e un moni- gli enti o del Fondo di finanziamento orditoraggio costante degli andamenti di spesa nario delle Università. Gli enti del Servizio e dell'eventuale superamento dei livelli sta- sanitario nazionale possono avvalersi di conbiliti in ogni Regione. Il tetto percentuale tratti di lavoro flessibile per lo svolgimento 2008 complessivo non cresce rispetto al 2007, di progetti di ricerca finanziati. ma si articola in modo diverso. Nel 2007 era L'utilizzazione dei lavoratori con i quali si stabilito nel 13% per la farmaceutica terri- sono stipulati i contratti per fini diversi detoriale e nel 3% per l'ospedaliera. Quest'an- termina responsabilità contabile del dirigenno arriva a un complessivo 16,4% ma, a dif- te e del responsabile del progetto. ferenza del 2007, comprende anche gli importi del ticket che prima non erano calco- Risarcimento danni da trasfusione lati all'interno del tetto. (ddl collegato alla legge di bilancio) Stanziati 100 milioni di euro per il risarciVaccino contro il cancro dell'utero mento dei danni da trasfusione a partire dai talassemici che attendevano da anni questo (art. 64) Alle Regioni vengono assicurati i finanzia- primo provvedimento. Inoltre sono state menti necessari, attraverso l'aumento del perfezionate le norme già emanate per emofondo a loro disposizione, per favorire la ra- filiaci e danneggiati da vaccinazioni obblipida esecuzione della vaccinazione contro gatorie. il cancro della cervice uterina per le ragazze di dodici anni. La nuova vaccinazione, la Aiuti ai Paesi poveri in campo sanitario prima efficace contro il cancro, sarà garan- (art. 64) tita gratuitamente ogni anno a circa 250 mi- Stanziati 40 milioni di euro per il 2008, 50 la ragazze italiane. per 2009 e 34 per gli anni successivi fino al 2049, finalizzati, tra l'altro, alla ricerca per Incarichi conferiti dalle Pubbliche la scoperta di vaccini contro diverse malattie infettive che ancora oggi mietono migliaia Amministrazioni e forme contrattuali di vittime, soprattutto bambini, in molti Paeflessibili (art. 119) Gli enti del Ssn, in relazione al personale si disagiati. Con questo finanziamento l'Italia medico, con esclusivo riferimento alle figu- onora l'impegno preso a Roma alcuni mesi re infungibili, al personale infermieristico fa insieme ad altri Paesi europei ed extraeued al personale di supporto alle attività in- ropei. L’infermiere 5/2007 9 Attualità / Pena di morte Finalmente a casa le infermiere bulgare e il medico palestinese condannati a morte in Libia. Una vicenda durata lunghi anni e conclusa con un lieto fine. Anche se resta l’amarezza di constatare che c’è ancora chi pensa che la pena di morte sia un atto di giustizia Le infermiere bulgare sono libere di Emma Martellotti el luglio scorso si è finalmente concluso, dopo nove anni, l’incubo delle infermiere bulgare e del medico palestinese accusati dal Governo libico di aver volontariamente iniettato, in un ospedale di Tripoli, il virus dell’Aids ad oltre 400 bambini: un’accusa inverosimile e assurda, contro evidenti prove scientifiche di innocenza raccolte e documentate da eminenti scienziati internazionali. Dopo un braccio di ferro durato anni, la Corte Suprema di Tripoli aveva confermato la condanna a morte di tutti gli imputati, commutata in ergastolo solo dopo un accordo raggiunto il 15 luglio con le famiglie dei bambini, che hanno accettato un risarcimento di un milione di dollari per ognuna delle vittime. Dunque denaro, sempre denaro, velenosa panacea che scioglie i nodi più intricati. Ma neanche la grossa somma in un primo tempo era sembrata sufficiente a garantire la libertà agli imputati, in quanto doveva essere accompagnata da una domanda di grazia (ma, come è noto, la grazia si può richiedere solo contestualmente all’ammissione di colpevolezza) e dalla formale promessa di non denunciare presso un tribunale internazionale lo Stato li- N Strada aperta alla moratoria? In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, che si è celebrata il 10 ottobre scorso, non pochi hanno espresso ottimismo per la possibile approvazione in sede Onu, entro la fine dell’anno, della moratoria universale sulle 10 L’infermiere 5/2007 esecuzioni capitali. Se ciò dovesse avvenire è soprattutto grazie all’impegno italiano che ha lavorato su una bozza incentrata sull’obiettivo della moratoria, piuttosto che sull’abolizione favorendo così le adesioni; sulla presentazione da una parte di una coalizione interregionale più vasta dell’Ue e sul passaggio di competenze da Bruxelles a New York. bico per gli anni trascorsi in galera. La trionfale elezione di Sarkozy alla presidenza della Francia unitamente alla pressione diplomatica esercitata dalla UE e da singoli Paesi come l’Italia, hanno giocato un ruolo determinante per la soluzione della vicenda. Finalmente una delegazione composta dal commissario UE Benita Ferrero Waldner, dalla first lady francese Cécilia Sarkozy e dal segretario generale dell’Eliseo Clude Gueant è riuscita a riportare a casa le nostre sfortunate colleghe. Qui sono state formalmente “graziate”, ancora una volta, dal presidente bulgaro Parvanov. Annalisa Silvestro, presidente dell’Ipasvi, esprimendo ancora una volta sollievo per la felice conclusione della vicenda, vuole ringraziare “tutti i Consigli direttivi dei Collegi provinciali che hanno aderito alla mozione per la liberazione dei colleghi ingiustamente accusati – e aggiunge che – la nostra iniziativa, peraltro condivisa e portata avanti insieme alla Fnomceo, è stata prontamente recepita dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema, che si è dimostrato particolarmente sensibile a questa causa”. La grande soddisfazione per l’epilogo della vicenda si accompagna comunque ad un senso di amarezza per un’assoluzione che sarebbe dovuta essere piena, ma che in realtà è stata un compromesso, risultato delle insistenti pressioni diplomatiche internazionali. E, al di là del merito della sentenza, ogni condanna a morte non può che rappresentare – sempre e per tutti – il fallimento del diritto e della giustizia. Attualità / Intervista Caposala del Pronto Soccorso dell’ospedale di San Bonifacio (Vr) e coordinatore infermieristico del Dipartimento di emergenza urgenza dell’Azienda Ulss 20 di Verona. Oggi consigliere regionale del Veneto. Vittorino Cenci ci racconta i suoi progetti, tra professione e politica Veneto: un infermiere in Regione la prima volta che un infermiere en- nizzazioni sindacali e professionali un optra a far parte del Consiglio regiona- portuno inquadramento contrattuale che, le del Veneto. Lo scorso 28 giugno al momento, non esiste. Il problema della l’Assemblea regionale ha approvato la sur- carenza di personale infermieristico speciaroga del dimissionario Flavio Tosi, eletto sin- lizzato – secondo il consigliere – richiede un daco di Verona, e affidato la carica di consi- riassetto organizzativo, non di carichi di lagliere regionale a Vittorino Cenci, infermie- voro e mansioni, peraltro già ben individuare, primo dei non eletti nella lista veronese ti dalle norme vigenti”. della Lega Nord. In questa intervista Vittorino Cenci ci racPer le sue competenze, Cenci è stato scelconta qualcosa sulla sua nuova esperiento per essere membro della V za politica e i progetti che intenCommissione regionale, quelde sostenere, anche per valorizIl problema la che si occupa di assistenza, zare la professione infermiedella carenza igiene, sanità e sicurezza soristica all’interno del sisteciale. Un incarico che poma sanitario veneto. di personale trà certamente ricoprire infermieristico con passione, capacità e imCenci, come è stato richiede un riassetto ilDottor pegno, come già dimostra il suo ingresso in Consiglio organizzativo suo intervento nell’agosto regionale? scorso, in relazione al problema L’incarico è arrivato con il pasdella carenza di infermieri specializsaggio a sindaco di Verona dell’ex aszati negli ospedali e nelle case di riposo. Per sessore alla Sanità Flavio Tosi. Il Consiglio risolvere questa situazione, fu suggerita la regionale si è formato con le elezioni del modifica delle mansioni degli operatori so- 2005, quindi io sono entrato a farne parte a cio-sanitari specializzati, a cui tuttavia il Con- metà legislatura. Questo, per certi versi, rapsiglio regionale si oppose. presenta una difficoltà. I colleghi del Con“Non è andando ad attribuire maggiori o siglio, infatti, hanno già alle spalle mesi e minori competenze ad una figura professio- mesi di lavoro, nel corso dei quali sono stanale che possiamo valorizzarla e risolvere il ti discussi e avviati tanti progetti. problema della carenza infermieristica”, ha In alcune situazioni, quindi, io mi ritrovo a commentato Cenci in quell’occasione, pro- lavorare su iniziative che per metà sono già ponendo, invece, di “inserire questa nuova decise. È comunque una sfida che mi sta enfigura in un contesto organizzativo che sup- tusiasmando e spero di poter svolgere il mio porti l’infermiere nelle attività domestico- incarico nel migliore dei modi, anche in rapalberghiere, che ora questi svolgono impro- presentanza degli infermieri di tutto il Vepriamente. Va inoltre ricercato con le orga- neto. È 12 L’infermiere 5/2007 | Attualità / Intervista È la prima volta che un infermiere diventa consigliere regionale. Sì, mi sembra proprio di sì. Credo sia un’occasione importante per la nostra professione, alla quale mi onoro di appartenere, che ha bisogno di essere sempre più presente nelle stanze dove si decidono le scelte politiche riguardanti la sanità. La nostra professione ha valori, progetti, capacità e potenzialità da offrire, ma spesso non trovano realizzazione in quanto non riusciamo a far sentire la nostra voce nel momento delle scelte. Credo sia importante, invece, che gli infermieri abbiano sempre più rappresentanti politici che possano portare avanti le loro proposte e tutelare la professione. Finora ci siamo dovuti affidare perlopiù agli altri, ma è chiaro che gli altri non possono fare per la tua categoria tanto quanto la categoria potrebbe fare per se stessa. Il mio esempio spero possa essere imitato da molti altri. Su cosa, in particolare, è impegnato il Consiglio regionale in questo momento? Stiamo avviando la discussione per l’elaborazione del piano socio-sanitario regionale. È un momento importante, in quanto si dettano le linee giuda della sanità veneta dei prossimi tre anni. Sono già riuscito a organizzare un incontro con l’assessore Francesca Martini, che ha so- stituito Tosi alla Sanità veneta, e tutti i presidenti dei Collegi provinciali. In tale riunione abbiamo istituito un tavolo di lavoro permanente con i vari responsabili delle direzioni regionali. I tavoli di lavoro possono essere uno strumento davvero valido, perché permettono di dare continuità al dialogo e mantenere una collaborazione proficua. In Veneto è sempre stato difficile trovare degli interlocutori all’interno delle istituzioni regionali disposti a un confronto positivo, disposti ad ascoltare veramente la categoria. Per questo creare un dialogo è stato uno dei primi interventi su cui mi sono impegnato appena divenuto consigliere. Insomma, credo che oggi ci sia la possibilità di fare molte cose, e spero vi sia la volontà e collaborazione da parte di tutti per realizzare quei progetti che aiutino i cittadini, ma che migliorino anche le condizioni di lavoro, purtroppo pesanti, degli infermieri. L’assessore alla Sanità ha assunto questa carica da poco, come me, e questo fa sì che, se da una parte sarà necessario rimettersi al passo con quanto già avviato in passato, probabilmente, però, ci sarà spazio anche per nuovi progetti. Quali sono i progetti che attualmente la vedono personalmente più impegnato? Il settore dell’Emergenza-Urgenza, forse perché è una realtà che conosco meglio. La mia proposta è di rendere la rete di emergenza autonoma dal Pronto soccorso, perché credo che solo così i servizi di Emergenza-Urgenza possano esplicare al meglio la loro funzione. Oggi la situazione è molto eterogenea, ci sono realtà in cui l’emergenza è legata al Pronto soccorso, altre in cui è completamente indipendente. Questo crea una difficoltà organizzativa e una confusione che peggiora il servizio verso il cittadino utente, in quanto accade spesso che gli infermieri occupati nelle mansioni, anche con pazienti in condizioni critiche, devono lasciare all’improvviso la postazione di Pronto soccorso per una prestazione territoriale di emergenza. Un contesto caotico non può essere efficiente ed efficace. Nei giorni scorsi, inoltre, ho avuto occasione di incontrare un ispettore capo della Polizia di Stato di Verona per discutere su progetti di educazione stradale all’interno delle scuole medie superiore. C’è già un progetto pilota nella provincia di Verona, che sta dando buoni risultati. Per questo vorremmo estenderlo a tutta la Regione. La realizzazione è nata con la collaborazione della Polizia di Stato, del servizio di Verona Emergenza 118 e con l’Associazione dei familiari delle vittime della strada. È un progetto in cui credo molto, perché sono convinto che con i giovani più delle leggi severe e repressive serva il dialogo, la formazione, la responsabilizzazione. L’infermiere 5/2007 13 Attualità / Contributi Premio Castorina: un’occasione per ricordare una collega che con grande passione svolgeva il suo lavoro, ma anche per incoraggiare la ricerca infermieristica, che rappresenta un punto fondamentale per un’assistenza sempre più efficace La ricerca infermieristica premiata a Grosseto rande partecipazione per la VI edizione del Premio Castorina, il concorso nazionale in ricerca infermieristica indetto ogni anno dal Collegio provinciale Ipasvi di Grosseto e quest’anno incentrato sui processi di diagnosi infermieristica. I premi di questa edizione, consistenti anche in un contributo in denaro di 1.500 euro ciascuno, sono andati a Gabriella Scoccia (Collegio di Vicenza, dipendente dell’Ausl 3 di Bassano del Grappa) e a Jager Montesi Audrey Franzesca (Collegio di Roma, dipendente dell’Asl Rm B, ospedale S. Pertini). In particolare, Scossia si è aggiudicata il Premio Collegio Ipasvi per uno studio sui processi di diagnosi infermieristica in ambito ospedaliero; mentre a Montesi Audrey Franzesca è andato il Premio Speciale Provoncia di Grosseto per un lavoro sui processi di diagnosi in ambito territoriale. La cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso 12 maggio, alla presenza de rappresentanti del panorama sanitario della provincia, di numerosi infermieri e degli studenti del Corso di laurea in Infermieristica. Il Collegio Ipasvi di Grosseto ha espresso grande soddisfazione per la partecipazione registrata e per l’impegno manifestato dal direttore generale dell’Ausl 9 di Grosseto, Salvatore Calabretta, per l’istituaione presso l’Azienda di un ulteriore premio dedicato agli infermieri. Il Collegio Ipasvi di Grosseto ha inoltre annunciato di star lavorando all’istituzione di una fondazione per la futura consegna di G borse di studio sulla ricerca infermieristica. Al termine della cerimonia di premiazione sono stati annunciati i temi per la prossima edizione: • “Ruolo e competenze del professionista infermiere nella costruzione e condivisione di percorsi assistenziali integrati (clinical patway): progetti sperimentali e reali”. • “Ruolo e competenze del professionista infermiere nella partecipazione alla elaborazione ed implementazione di piani integrati di salute in ambito territoriale: percorsi sperimentali e reali”. Al concorso possono partecipare tutti gli iscritti ai Collegi provinciali Ipasvi che operano sul territorio nazionale ed è aperto anche agli studenti iscritti al terzo anno del Corso di laurea in Infermieristica. L’elaborato dovrà essere inviato al Collegio Ipasvi di Grosseto entro il 4 febbraio 2008. Altre informazioni e la modulistica per la domanda di partecipazione possono essere reperiti sul sito: http://www.ipasvigrosseto.it/ progetti.htm COME NASCE IL PREMIO CASTORINA Gemma Castorina è l’infermiera che il 9 ottobre 2001 si trovava sull’eliambulanza Pegaso 2 del 118 della Toscana che, da Grosseto, si stava dirigendo verso l’ospedale di Pisa per trasportare un ferito grave. Il volo, però, durò solo 6 minuti: l’elicottero si schiantò in un bosco poco dopo il decollo. Nell’incidente persero la vita il malato e le quattro persone che stavano lavorando per salvargli la vita. Gemma Castorina aveva 44 anni. Il progetto del Premio nacque nei giorni successivi a quella tragedia. Fu scelta la data del 12 maggio per la premiazione, perché coincidente con la Giornata internazionale dell’Infermiere (e con il giorno di nascita di Florence Nightingale). “Vogliamo ricordare Gemma Castorina – persona dotata di grande entusiasmo e capacità comunicativa ed infermiera motivata e sostenuta nella sua scelta professionale – con un premio alla ricerca infermieristica, perché la ricerca rappresenta un punto chiave per migliorare la disciplina infermieristica ed è fondamentale per applicare interventi assistenziali di documentata efficacia”, spiega una nota il Collegio di Grosseto. “Questa era la visione che Gemma aveva della professione. Gemma – prosegue la nota – dimostrò tutta la sua motivazione e convinzione professionale quando, con determinazione, scelse di operare nel servizio di Elisoccorso, frequentando per questo numerosi corsi di formazione specifica. Siamo certi che a Gemma sarebbe piaciuto essere ricordata così”. L’infermiere 5/2007 15 Attualità / Contributi Infermieri pediatrici di tutto il mondo riuniti ad Atene per tracciare lo stato dell’arte e il futuro dell’assistenza ai bambini e agli adolescenti, in occasione del Terzo Congresso internazionale di Infermieristica pediatrica Nuovi approcci per far crescere l’infermieristica pediatrica di Simona Calza*, Immacolata Dall’Oglio**, Roberta Da Rin Della Mora*** * Infermiera pediatrica, Coordinatore, I.R.C.C.S. G.Gaslini, Unità di Trapianto di Midollo Osseo, Genova ** I.R.C.C.S. Bambino Gesù, U.O. Terapia Intensiva Neonatale, Laurea in Scienze infermieristiche ed ostetriche, Università di Roma “Tor Vergata” *** Infermiera pediatrica, Coordinatore, I.R.C.C.S. G.Gaslini, U.O. Patologia Neonatale e Centro Neonati a Rischio, Università degli Studi di Genova i è tenuto il 24 e 25 agosto 2007 ad Atene il Terzo Congresso internazionale di Infermieristica pediatrica, che ha visto la partecipazione di più di circa 180 colleghi provenienti da tutto il mondo, sia in veste di autori sia di partecipanti ai lavori. Il Pnae (Pediatric nursing associations of Europe) ha avuto parte attiva nell’organizzare questo evento. È stato emozionante vivere questa esperienza e potersi confrontare con colleghi provenienti dai più diversi Paesi dei 5 continenti, dal Sultanato dell’Oman all’Irlanda, dalla Finlandia all’India, dall’Estonia all’Argentina, passando attraverso il Giappone, la Turchia, la Svezia, gli Stati Uniti, l’Olanda, la Cina, la Slovenia, l’Australia ed il Regno Unito, e avendo come padroni di casa i cortesissimi colleghi greci. Loredana Sasso, nella sessione plenaria di apertura, ha affrontato la questione della necessità di condividere all’interno dell’Unione Europea i principi etico-deontologici della professione, e ha presentato la proposta di S Codice etico e deontologico delle professioni infermieristiche europee elaborato da un gruppo di lavoro all’interno della Fepi (Federazione europea delle professioni infermieristiche), chiedendo la partecipazione di tutti i presenti nel visionarla tramite l’apposito sito e proporre eventuali suggerimenti. La Federazione ha collaborato nella presentazione di molti dei lavori proposti dagli in- fermieri italiani (vedi box pag. 22) e diversi sono stati gli interventi dei colleghi meritevoli di interesse. Tra questi vale la pena di segnalare la ricerca qualitativa presentata da Imelda Coyne sui vissuti di partecipazione al processo decisionale su aspetti inerenti la salute dei minori in diversi ospedali irlandesi (Hearing children’s voices: children’s experiences of participation in conL’infermiere 5/2007 21 Attualità / Contributi | sultation and decision making in Irish hospitals, di I. Coyne, E. Hayes, P. Gallagher, School of Nursing, Dublin City University - e G. Regan - Our Lady’s Hospital For Sick Children, Crumlin - Dublino, Irlanda), che ha sottolineato quanto ancora il minore, anche nell’età adolescenziale, sia più uno spettatore che un protagonista nel suo percorso di salute o malattia (l’argomento della comunicazione, nei suoi vari aspetti, è stato ripreso anche da altri lavori). Non sono mancati poi lavori interessanti sull’ansia, la depressione, la paura e il dolore e la loro gestione, sui disturbi alimentari, sulle patologie croniche, sulla fine della vita e le cure palliative, sul neonato in terapia intensiva, sull’allattamento materno, sulle Icpa (Infezioni correlate alle pratiche assistenziali), sugli abusi, sugli eventi traumatici accidentali, sulla gestione del rischio clinico, sulla valutazione della qualità dell’assistenza e della soddisfazione del mino- Le relazioni italiane al Congresso Il ruolo dell’infermiere nel garantire il diritto al sorriso del bambino sottoposto a trapianto di midollo osseo: procedura per permettere l’ingresso dei “dottor sogni” in un settore di trapianto di midollo (presentazione orale) S. Calza, G. M.Deiana, G. Bisaccia, E.Cervetto, C.Camera, R.Garbarino, E.Ghibaudo, Innocenti D., R.Pau, A.Toscano, F. Virga I.R.C.C.S. G.Gaslini, Unità di Trapianto di Midollo Osseo, Genova 22 L’infermiere 5/2007 re/genitore e sulla ricerca. A questo proposito davvero interessante è stato il lavoro presentato da Aris Beoglos, (Establishing a nursing research program in a pediatric hospital), che ha evidenziato i passi che sono stati compiuti dal gruppo dirigente infermieristico dell’Akron Children’s Hospital di Akron (Ohio, Usa) per istituire un programma di ricerca infermieristica in un ospedale pediatrico, con risultati oltremodo soddisfacenti. Alison Twycross (The ethics of undertaking research with children: is there a need for a multi-disciplinary approach? Kingston e St. George’s University, Londra, Regno Unito) ha invece proposto una riflessione fondamentale per orientare la ricerca infermieristica pediatrica ai diritti dei bambini. È da citare per l’approccio creativo il lavoro delle olandesi sul Ruolo dell’infermiere nel fronteggiare le emergenze urgenze in un settore di trapianto di cellule staminali pediatrico (presentazione orale) S.Calza, G.M.Deiana, G.Bisaccia, E. Cervetto, M. Cotrozzi, Francesia B.M. E.Ghibaudo, R. Pau, A.Toscano, F.Virga I.R.C.C.S. G.Gaslini, Unità di Trapianto di Midollo Osseo, Genova L’educazione dei genitori sull’allattamento materno per i neonati ad alto rischio: efficacia e limiti dell’informazione scritta (presentazione orale) I. Dall’Oglio1, 2, B. Nantini2, C. Cervoni1, G. D’Agostino1, M.Graziani1, M. Labonia1, coinvolgimento degli adolescenti con patologia cronica nella ricerca partecipatoria, utilizzando un grande party all’ospedale come occasione di contatto tra loro (Partecipatory research: adolescents with chronic disorders interviewing yellow patrintsabout health care preferences. A. Van Staa, S. Jedeloo, J. Latour, M. Trappenburg. Rotterdam University e Sophia Children’s Hospital, Rotterdam, Olanda). È stato presentato un lavoro clinico molto interessante che documenta anche con video l’efficacia di una strategia a più livelli, per superare il rifiuto del cibo da parte di bambini in cui sussiste l’indicazione allo svezzamento dall’alimentazione per sonda gastrica (Hunger provocation in infants with pathological food refusal. A. De Jong - Università di Amsterdam, Olanda). Particolare attenzione è stata rivolta alla formazione del personale infermieristico operante in ambito pediatrico: è stata A. Masala1, G. Salvatori1 I.R.C.C.S. Bambino Gesù, Terapia Intensiva Neonatale, Roma 2 “La Sapienza” Ia Università di Roma, Laurea in Infermieristica, Roma 1 La “care” del neonato critico (poster) M. Cisternino, R. Da Rin Della Mora, S.Serveli I.R.C.C.S. G.Gaslini, U.O. Patologia Neonatale e Centro Neonati a Rischio, Università degli Studi di Genova Il trasporto neonatale di emergenza: il ruolo dell’infermiere (poster) S. Serveli, R. Da Rin Della Mora, M. Cisternino I.R.C.C.S. G.Gaslini, U.O. Patologia Neonatale e Centro Neonati a Rischio, Università degli Studi di Genova L’educazione terapeutica nella gestione del minore con asma bronchiale in Friuli (presentazione orale) A. Toninato, C. Tosolini, I. Dall’Oglio3, M. Canciani4, A. Tenore5 1 Azienda Ospedaliero Universitaria “Santa Maria Della Misericordia”, Udine 2 Azienda Per I Servizi Sanitari n.4 “Medio Friuli”, Udine 3 Laurea in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Università di Tor Vergata Roma 4 Clinica di Pediatria Azienda Ospedaliero-Universitaria “Santa Maria Della Misericordia”, Udine 5 DPMSC Università di Udine | Attualità / Contributi descritta l’evoluzione avvenuta in Turchia sia con il passaggio al sistema universitario, che in termini numerici (Pediatric nursing in Turkey, di Ayce Ocakci, Marmara University Zeynep Kamil School of Health, Turchia); gli irlandesi hanno presentato invece un’interessantissima ricerca qualitativa sull’efficacia del Problem based learning, in particolare nella valutazione dell’utilizzo di un collage come trigger per stimolare una riflessione sulla varietà della realtà del mondo infantile (Alternative to “talk and chalk”. Steps and strategies for successful student engagement, di T. Harrington, T. Lambert, C. Barron, J. Colon - Università di Dublino, Irlanda). Si è anche parlato di comunicazione e di funzione educativa rivolta al bambino e alla sua famiglia in qualsiasi condizione si trovi, sia esso senza fissa dimora (The importance of communication in ensuring marginalized and homeless young people receive health service, di E. Kalivas – Eastern Access community Health (Each), Melbourne Australia.), nonché ri- Alcune riflessioni e tante idee nuove: questo è il risultato nelle nostre realtà; lo stimocoverato in un settore di psichiatria infantile (Knolo ulteriore a valutare e midopo questa wledge, attitudes and behaviors gliorare l’assistenza utilizzanintensa of pediatric nurses following traido gli strumenti della ricerca “due giorni” e dell’Ebn (Evidence based nurning in psichiatric nursing, di P. Chrysoula Dafogianni,V. Mavreas Università di Ioannina, Grecia). Dopo questa “due giorni” intensissima, che cosa ci siamo portate a casa? Alcune riflessioni e tante idee nuove: la conferma ancora una volta della vastità e della complessità della realtà pediatrica infantile e della conseguente necessità di una formazione ad hoc che metta in grado gli infermieri di soddisfare i bisogni del bambino e della sua famiglia; la consapevolezza di quanto possa ancora crescere e migliorare il nursing pediatrico in Italia specie acquisendo una visione a 360° dell’assistenza, ma soprattutto di quanto sia importante valorizzare e rendere visibili, nonché condivisibili le importanti esperienze a carattere clinico-assistenziale, educativo, preventivo ecc. che quotidianamente viviamo sing) come di routine avviene in alcune realtà. Le tipologie di lavori presentati al convegno erano tra le più diverse, di approfondimento, descrittivi di una nuova procedura assistenziale, di ricerca quantitativa e qualitativa. Questi ultimi soprattutto, alcuni semplici, altri più articolati, sono la misura di un atteggiamento critico verso il proprio operato e rappresentano un forte input all’innovazione e al cambiamento. La sfida in Italia oggi per l’infermieristica pediatrica è probabilmente quella di affinare questo approccio, sapendo che si può partire dalle problematiche e dalle metodologie più semplici, perché “semplice”, ma fondamentale, è la base dell’assistenza, per iniziare un percorso importante per tutti: i bambini, le famiglie, noi professionisti. L’infermiere 5/2007 23