La ricerca infemieristico premiata a Grosseto

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La ricerca infemieristico premiata a Grosseto
Attualità / Pensioni Nella riforma del Welfare la nuova opportunità di vedere
anche per gli infermieri il riconoscimento al trattamento riservato a coloro che svolgono
lavori usuranti. In queste pagine i diversi sindacati dell'area sanitaria illustrano le loro
posizioni e le loro iniziative affinché questo diritto sia riconosciuto
Lavori usuranti: riconoscere
quello degli infermieri
al primo gennaio 2008 aumenterà
l'età pensionabile ma crescerà anche il numero di lavoratori che potranno usufruire ancora del vecchio termine, fissato a 57 anni di età e 35 anni di contributi pensionistici. È questo il risultato dell'ampliamento del riconoscimento per coloro che svolgono lavori usuranti, che passeranno dai 320.000 del decreto Salvi a circa 1,4 milioni di persone, per 5.000 uscite
l'anno.
Ed è il punto di partenza per la determinazione dei nuovi lavori identificati come usuranti rispetto al decreto del 4 agosto 1999
dall'allora ministro del Lavoro, Cesare Salvi. E mentre un'apposita Commissione lavora a questa determinazione, i sindacati confederali portano avanti il loro impegno per
garantire il diritto al vecchio termine pensionistico a chi non lo vede ancora riconosciuto, tra cui gli infermieri.
Il 23 luglio scorso, intanto, Cgil, Cisl e Uil
hanno siglato un protocollo con il Governo in cui si determina una copertura finanziaria per il pensionamento di coloro che
svolgono lavori usuranti pari a 10 miliardi
di euro nel decennio 2008-2017, stabilendo poi che questo beneficio venga previsto anche per i lavoratori notturni, tra i
quali rientrano anche gli infermieri. Ma ci
sono ancora alcuni ostacoli da superare,
come illustrano in queste pagine i rappresentanti dei maggiori sindacati dell'area infermieristica.
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L’infermiere 5/2007
COMPIUTO UN IMPORTANTE PASSO
AVANTI CON L'ACCORDO DEL 23 LUGLIO
di Rossana Dettori
Segretaria nazionale responsabile
comparto sanità e sociosanitario Fp Cgil
Come è noto, la norma del '99 dell'allora ministro Salvi non prevedeva i lavoratori del
comparto sanità nell'elenco di coloro che
svolgono lavori usuranti. Con l'accordo che
Cgil, Cisl e Uil hanno firmato il 23 luglio con
il Governo è stato però compiuto un passo
avanti, riconoscendo come lavoro usurante
lo svolgimento della prestazione in turni notturni; riconoscimento che include così anche i lavoratori della sanità.
Tuttavia c'è ancora un passaggio importante da compiere in relazione all'elaborazione del decreto legge di attuazione dell'accordo del 23 luglio, e cioè che venga modificato quel riferimento alla legge 66/2003
che definisce “lavoratore notturno” esclusivamente chi svolge oltre 80 turni di notte.
Facendo la legge riferimento anche ai contratti, abbiamo chiesto alla nostra Confederazione, che è parte nella trattativa, di fare
in modo che quel numero venga modificato a 50 notti, permettendo così al personale sanitario, che per effetto della turnazione fa mediamente tra le 65/70 notti di poter rientrare appieno nella norma. Abbiamo
inoltre chiesto che venga inserito anche il
lavoro notturno svolto in reperibilità, consapevoli del fatto che molti infermieri, soprattutto quando operano in strutture con
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dotazioni organiche carenti, dove occorre
coprire la mancanza di personale, finiscono
per fare attraverso la reperibilità più notti
dei colleghi turnisti.
Ovviamente restano due paletti per il pensionamento di coloro che svolgono lavori
usuranti: quella di avere 35 anni di contributi e 57 anni di età, quindi vengono mantenuti per questi lavoratori i vincoli previsti
finora, che per gli altri sono invece innalzati con la riforma delle pensioni.
Vorremmo inoltre che fosse riconosciuto anche agli operatori che prestano la loro attività nelle ambulanze il lavoro usurante che
nel protocollo del 23 luglio è previsto per finanziaria. E per questo molte categorie
chi fa trasporto pubblico, attualmente esclu- che avrebbero dovuto essere incluse furosi in quanto la norma fissa il numero mini- no invece lasciate fuori dal riconoscimenmo delle persone trasportate a 9, mentre è to del lavoro usurante. In questo contesto,
ovvio che un’ambulanza trasporta solo un l'accordo raggiunto dalla Cgil, Cisl e Uil
paziente alla volta.
con il Governo è stato un passo importanNoi chiediamo la modifica del dete per tutti coloro che svolgono
creto Salvi fin dalla sua emanalavori usuranti, compresi gli
zione, nel senso che vanno
infermieri.
La situazione
individuate e riconosciute
La situazione di oggi è podi oggi
condizioni di gravosità ansitiva, perché i finanziache in ambito sanitario, viè positiva perché menti ci sono. Ora occorsti i carichi di lavoro, i lire fare in modo che la
esistono i
velli di responsabilità che
Commissione che deve vafinanziamenti lutare le categorie previste
impegnano gli operatori. Basti pensare ai servizi di emerdall'accordo del 23 luglio ingenza-urgenza, ma anche agli includa gli operatori sanitari nella lifermieri che operano nelle lungo-degenze sta di coloro che svolgono un lavoro usuo nei servizi della salute mentale, dove ca- rante. Il comparto sanità della Cgil, Cisl e
richi e condizioni di lavoro possono esse- Uil sta lavorando affinché venga riconosciure davvero usuranti.
to in questa lista il profilo di tutti quegli
operatori che svolgono lavoro notturno,
PRONTI I FINANZIAMENTI,
perché questo sistema ricomprenderebbe
tutto il personale di profilo infermieristico
ORA IL RICONOSCIMENTO
di Daniela Volpato
e medico.
Segretaria nazionale Cisl Fp area Sanità
Il problema nasce sulla determinazione di
I sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil han- quale sia il lavoro notturno che può essere
no firmato il 23 luglio l'accordo sul Wel- ritenuto usurante. In prima istanza,
fare che porta su questa partita un grosso l'accordo del 23 luglio richiamava un definanziamento di circa 250 milioni di eu- creto legislativo sull'orario di lavoro in cui
ro per un triennio. È la prima volta nella si stabiliva il vincolo delle 80 notti annuali.
storia italiana che il Governo stanzia risor- Ma nessuno in sanità lavora 80 notti in un
se per i lavori usuranti. Il problema del ’99 anno. Il nostro obiettivo, quindi, è fare in
e di altre leggi in questo ambito stava pro- modo che la Commissione diminuisca il nuprio nel fatto di non avere una copertura mero di notti a 50 e che vi sia un richiamo
al contratto collettivo di lavoro. Così facendo tutta la casistica infermieristica rientrerà di diritto nel riconoscimento del lavoro
usurante. Anche coloro che lavorano sulle
12 ore - come gli infermieri in sala operatoria e rianimazione - e che di notte hanno
la reperibilità. E non solo gli infermieri, ma
tutti quegli operatori che con la pronta disponibilità garantiscono la copertura di 24
ore. Condizioni che, in base una sentenza
della Corte Europea, è assimilabile al lavoro notturno.
La Cgil, Cisl e Uil si sta impegnando per questo e auspichiamo che venga recepito nel
verbale della Commissione. Occorrerà poi
aspettare di conoscere i contenuti della Finanziaria, perché è lì che dovrà essere prevista la copertura economica. Ma questo non
dovrebbe essere un problema, perché la partita dei finanziamenti è già stata prevista nell'accordo del 23 luglio.
UN DIRITTO DI QUALITÀ DI VITA
E DI LAVORO CHE DEVE TROVARE
RICONOSCIMENTO
di Maria Vittoria Gobbo
Segretaria nazionale Uil Fpl
In questo momento è in corso la consultazione dei lavoratori sul protocollo del 23 luglio scorso che, secondo noi, va approvato
anche solo per due motivi: l'avvio della detassazione dei redditi dei lavoratori dipendenti e le norme sul lavoro usurante.
Col primo punto si comincia ad affrontare
in modo concreto il problema dell'insuffiL’infermiere 5/2007
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Attualità / Pensioni
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cienza dei salari rispetto al costo reale della
vita. Col secondo si mette fine ad una ingiustizia nei confronti degli operatori dell'area
sanitaria.
Infatti il decreto applicativo della norma originaria del 1993 - che riconosceva come usurante il lavoro notturno di medici e infermieri - era intervenuto tardi (1999) e male,
limitando il beneficio alle sole categorie dei
“lavoratori manuali”.
Non credo sia necessario spiegare ai lettori
di questa rivista come è usurante il lavoro
notturno e quali sono i suoi effetti sullo stato di salute, sulla vita familiare, sulle relazioni sociali e sull'efficienza lavorativa.
I disturbi del sonno e del metabolismo,
l'alta incidenza di malattie cardiovascolari e gastrointestinali, vari disturbi psicologici, le tensioni nei rapporti sociali e personali, gli incidenti automobilistici nei percorsi da e per il posto di lavoro sono noti
da tempo.
Ma il lavoro notturno è stato messo in relazione anche all'insorgenza del cancro al seno e di alcuni tumori maschili, a causa dei
cambiamenti del ciclo della melatonina dovuti all'esposizione alle luci nelle ore notturne.
Forse nessuno più di un lavoratore turnista
capisce come è bello poter dormire la notte, nel proprio letto, e svegliarsi al mattino
con i propri cari. Ma nella maggior parte
delle situazioni assistenziali è necessaria una
presenza costante e ogni infermiere sa, fin
dall'inizio della sua formazione, che prima
o poi si troverà a lavorare di notte ed è indubbio però che questo tipo di lavoro è un
elemento aggravante per una categoria già
fortemente esposta a fattori degenerativi ed
usuranti quali le patologie muscolo-scheletriche ed il burnout.
È ovvio che il beneficio previdenziale non è
esaustivo per la risoluzione dei problemi della professione, che affondano sempre nell'organizzazione del lavoro, nella gestione
del personale, nella prevenzione, nei carichi di lavoro e sui quali siamo quotidianamente impegnati.
Ma questo del lavoro usurante è un giusto
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L’infermiere 5/2007
riconoscimento per il disagio di questi lavoratori. Nella Commissione ci stiamo adoperando perché nella definizione dei parametri non restino ingiustamente esclusi
gruppi e categorie di lavoratori dei nostri
settori (si pensi al problema del numero
delle notti lavorate o, anche, alla necessità di far rientrare le ambulanze nella definizione di “mezzi pesanti per il trasporto
collettivo”).
Ma ancora di più sarà necessario il nostro
impegno ed il vostro sostegno perché questo diritto di qualità di vita e di lavoro trovi
pieno e concreto riconoscimento nella prossima Finanziaria.
MENO DEMAGOGIA E PIÙ DIRITTI
RICONOSCIUTI
di Antonio De Palma
Presidente Nursing Up
Sin dalla precedente legislatura Nursing up
ha raccolto migliaia di firme tra i colleghi
per chiedere una legge che riconosca al lavoro infermieristico la qualità di “attività usurante” e ha proposto modifiche e integrazioni al Ddl 2443 che ne prevedeva il riconoscimento solo ad alcune categorie. Il rischio reale, oggi, è che sull'altare della politica e della “demagogia sindacale” possa essere ignorata, ancora una volta, la realtà infermieristica e le sue esigenze.
Certo, se si parte dal decreto del 4 agosto
1999 dell'allora ministro del Lavoro Cesare
Salvi, le legittime aspettative degli infermieri resterebbero ancora una volta senza risposta: troppo limitata la platea, solo 320mila
persone, senza nessuno spazio per i professionisti della sanità.
È anche vero che sulla individuazione delle
categorie di operatori esposti a rischio usura regna ancora troppa confusione. Qualcuno ipotizza i turnisti e il lavoro vincolato (gli
addetti alle catene di montaggio), altri parlano di tutti gli operai , altri ancora non considerano automatica l'inclusione dei lavoratori pubblici. In ogni caso, a nostro parere
si parla troppo poco o quasi mai degli infermieri .
Sarebbe possibile asserire che la somma tra
addetti alle mansioni ricomprese nell'elenco Salvi che operano a ciclo continuo e operai delle catene di montaggio sia di 1-1,3 milioni di potenziali usurati. Quest'ampia platea si suddividerebbe in diverse tipologie,
tra cui il personale addetto ai reparti di
Pronto soccorso, Rianimazione e Chirurgia
di urgenza.
Per Nursing Up non è ipotizzabile che il riconoscimento della qualità di lavoro usurante avvenga esclusivamente per coloro che
operano in servizi di Pronto soccorso e/o
nelle Terapie intensive. Sarebbe ingiusto perché le peculiarità dell'esercizio professionale infermieristico, quindi le elevatissime responsabilità, gli eccezionali carichi di lavoro e le articolate e complesse tipologie di organizzazione rendono esposti gli infermieri
ad usura certa in qualsiasi contesto ospedaliero essi operino.
La problematica non si risolve nemmeno
con la demagogia. Sempre più spesso leggiamo interventi da parte di taluni leader
sindacali che ipotizzano il riconoscimento
della qualità di lavoro usurante ai portieri o
alle maestre d'asilo. Noi temiamo queste posizioni, perché spingere per il riconoscimento di una platea così ampia di lavoratori rappresenta una battaglia persa sul nascere ma,
ancor peggio, tali posizioni diventano pericolose anche per gli infermieri, poiché se da
un lato non sono realmente proponibili, dall'altro, rischiando di passare agli occhi del
Governo come semplici “provocazioni”, potrebbero portare la controparte politica a
considerarle come “proposte da cestinare o,
ancor peggio, come deterrenti a una eventuale inclusione di nuove categorie tra i lavoratori usuranti rispetto alla cosiddetta “lista Salvi”. Cosa sulla quale invece noi infer-
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mieri contiamo, proprio perché solo allargando le maglie di quella scarna e certo improvvida lista potremmo ottenere un reale
riconoscimento delle caratteristiche usuranti del nostro lavoro.
LE CONDIZIONI
DI LAVORO MINACCIANO LA SALUTE
DEGLI INFERMIERI
di Donato Carrara
Segretario nazionale NurSind
NurSind da anni conduce una campagna di
sensibilizzazione e raccolta firme per chiedere al Governo di ricomprendere tra i lavori
usuranti tutta la categoria infermieristica.
Nelle dichiarazioni, più volte si cita la professione di infermiere come lavoro usurante solo in riferimento ai lavoratori turnisti.
Ma vi sono alcune evidenze che non possono portare a considerare quello infermieristico un lavoro usurante esclusivamente in
quanto legato ai turni.
A partire da maggio 2007 abbiamo intensificato la pressione sul fronte politico producendo un documento di sintesi che è stato
inviato ai ministri competenti e ai gruppi
parlamentari, a sostegno delle nostre tesi.
Attraverso questo studio documentale che
parte dalla realtà in cui l'infermiere si trova
a esercitare la propria professione (realtà di
cronica carenza di personale, di aumento
degli indici di produttività a parità di organici, di deficit organizzativi, di aumento della complessità dei bisogni dei cittadini) si sono evidenziate le gravi ed inevitabili conseguenze sulla salute dei lavoratori.
Secondo i dati dell'Inail, nel 2005 circa un
terzo delle malattie professionali nella sanità riguardano gli infermieri. Altri dati analizzati dimostrano che più del 10% degli infermieri dipendenti delle strutture ospedaliere è soggetto a una limitazione al lavoro
e le patologie muscolo scheletriche causate
dalla movimentazione dei carichi hanno una
incidenza 3-4 volte maggiore nella categoria infermieristica piuttosto che nel resto del
comparto sanità. Il lavoro a turno è causa di
malattie cardiocircolatorie, alterazioni metaboliche, stress; vi è poi il rischio di puntu-
re accidentali e contaminazioni muco-cuta- un laboratorio, ma ci sono molti infermieri
nee, causa di malattie trasmissibili attraver- che svolgono dei servizi pesanti, che hanno
so la via ematica (HIV, Epatite). Gli infer- conseguenze sulla loro vita, sia a livello fisimieri sono anche esposti a radiazioni, gas co che psichico.
anestetici e altre sostanze chimiche (rischio A partire da coloro che svolgono un servinon riconosciuto contrattualmente). La ma- zio h24 sui tre turni, che non possono non
nipolazione di farmaci e antiblastici può cau- rientrare nel diritto a un lavoro usurante.
sare alterazioni tissutali e fenomeni di sen- La questione del numero di notti, poi, ha
sibilizzazione e allegrie. E non va dimenti- diverse sfaccettature. Perché ci sono alcucato come l'infermieristica sia una categoria ne realtà in cui l'infermiere può anche svolesposta al burnout, cioè una situazione di gere non più di 50 notti l'anno, ma ci sono
esaurimento emotivo per la vicinanza con altre realtà, la maggior parte, peraltro, con
situazioni umane estreme.
carenze di organico così pesanti che
Certamente tutte le condizioni di lavoro pel'infermiere è costretto a svolgere un nuricolose riportate si presentano con
mero di notti l'anno altissimo, supiù evidenza e maggior peso nel
perando anche le 80. Non dipersonale soggetto ad una turSecondo l’Inail, mentichiamo che in Italia
nistica con lavoro notturno,
circa 60 mila innel 2005 un terzo mancano
ma sono disagi che l'intera
fermieri e questo significa
delle malattie
categoria vive.
che coloro che lavorano ogprofessionali nella gi, lavorano anche per quei
Come è possibile pensare
che l'assistenza sanitaria vensanità riguardano 60 mila.
ga offerta senza un riconosciInoltre, alla carenza si aggiungli infermieri
mento del valore e dell'imporge il fatto che alcuni infermieri
tanza che gli infermieri hanno nel
possono avere difficoltà a svolgere degarantire la salute dei cittadini?
terminate mansioni anche per via dell'età o
Per questo il NurSind conferma il suo impe- delle conseguenze di un lavoro che per anni
gno per il riconoscimento della professione li ha costretti a movimentazioni pesanti. Per
di infermiere tra i lavori usuranti.
parlare di tutti gli altri rischi del lavoro infermieristico, dal possibile contagio di malattie
LA BATTAGLIA VA AVANTI,
al burnout.
La Fials sta portando avanti questa battaglia,
MA C'È POCO OTTIMISMO
di Giuseppe Carbone
ma temo che tutto si arenerà di fronte alle
Segretario nazionale Fials
difficoltà economiche alle quali, tuttavia, noi
La Fials ha già inserito nella proposta con- non crediamo. Le risorse ci sono. Sono altrattuale che sta per essere presentata al- l'interno e vanno ritrovate e utilizzate bene,
l'Aran la richiesta del riconoscimento di la- attraverso una serie di controlli che vanno
voro usurante all'infermiere. Siamo convin- dal medico di base che manda i pazienti neti che sia un diritto che ci spetti, anche se gli ospedali, dalle analisi inutili, i ricoveri imchiaramente non possiamo generalizzare propri, la sanità privata e le strutture riabiper tutta la categoria.
litative dove i ricoveri sono lunghissimi.
È chiaro che vanno individuati quei servizi Le risorse se vogliamo ci sono, ma non c'è
che sono veramente usuranti, ma ce ne so- la volontà politica di attivare un sistema di
no. E vanno riconosciuti. Tanto per comin- controllo vero ed efficace. Per questo, temo,
ciare, la turnistica, soprattutto in particola- che il diritto al lavoro usurante non ci sarà
ri reparti quali possono essere la Rianima- riconosciuto neanche questa volta. Perché
zione, la Neurochirugia, la Sala operatoria. non c'è la volontà politica di farlo. Ma noi
Questi sono solo alcuni esempi. Certo non porteremo avanti la nostra battaglia, perché
può essere considerato usurante il lavoro in siamo convinti che all'infermiere spetti queL’infermiere 5/2007
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Attualità / Finanziaria Più risorse per l’assistenza, gli investimenti e i rinnovi
contrattuali, maggiori misure di controllo e nuove norme per la farmaceutica.
Queste alcune delle novità contenute nel ddl Finanziaria approvato
dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 settembre e ora all’esame del Parlamento
Cresce di 3,5 mld il fondo
per la sanità
na Finanziaria da 11 miliardi di euro,
100,623deiqualiperilFondosanitario nazionale, checrescedi3,5miliardirispetto
al2007.Mainsiemeallamanovraeconomicail Consiglio deiministrihaapprovatoundecretoleggeche,
per il comparto sanità, prevede novità volte al miglioramento dell'assistenzasanitaria,perilquale sono statistanziatialtri7,5miliardidieuro.
Quindi, più risorse per i Livelli essenziali di assistenza e per il Fondo per i non autosufficienti, potenziamento del piano pluriennale di edilizia sanitaria per ammodernare ospedali e servizi sanitari e possibilità di commissariamento
per le Regioni in “rosso”.
La Finanziaria prevede
anche una
nuova
U
formulazione del tetto per la spesa farmaceutica con norme di responsabilizzazione
sia per le aziende che per le Regioni per il
rispetto dei livelli di spesa concordati; partono la campagna di vaccinazione contro il
tumore dell'utero e il riconoscimento ai precari del lavoro svolto nel Servizio sanitario
nazionale.
Infine fra i disegni di legge collegati alla legge di bilancio troverà spazio anche un Ddl
per l'ammodernamento, la qualità e la sicurezza delle cure nel Ssn messo a punto dal
ministro della Salute, Livia Turco. Questo
Ddl - fa sapere una nota del Governo - servirà a riformare le regole di nomina dei primari e dei direttori generali e per istituire
un sistema di valutazione delle cure a livello regionale, che prevede anche una maggiore partecipazione dei cittadini nei meccanismi di valutazione dei servizi offerti.
Ecco, nei dettagli, le novità introdotte dal
disegno di legge della Finanziaria per il
2008 e dal decreto legge.
Più risorse per l'assistenza e per
l'ammodernamento di ospedali e
servizi territoriali (ddl collegato
alla legge di bilancio)
Il Fondo sanitario nazionale per finanziare i Lea passa dai 97,040 miliardi del 2007 ai 100,623 miliardi di
euro del 2008 (+ 3,583 miliardi rispetto al 2007 e + 9,6 miliardi rispetto al
2006). Nella quota sono compresi anche
i fondi per i rinnovi contrattuali del perso8
L’infermiere 5/2007
nale e per garantire una migliore erogazione delle prestazioni assistenziali a tutti i livelli e in tutti i servizi sanitari, dall'ospedale, alla medicina di famiglia e specialistica,
per l'assistenza domiciliare e per la farmaceutica.
Viene potenziato con risorse aggiuntive il
Fondo per la non autosufficienza con ulteriori 200 milioni di euro che andranno a finanziare l'avvio di nuovi servizi previsti dal
ddl delega per la non autosufficienza, anch'esso collegato alla manovra finanziaria e
di prossima presentazione al Consiglio dei
ministri su proposta dei ministri Ferrero e
Turco.
Forte rilancio degli investimenti strutturali
nell'edilizia sanitaria con lo stanziamento di
ulteriori 3 miliardi di euro per
l'ammodernamento delle strutture sanitarie, la costruzione di nuovi ospedali e servizi territoriali, il rinnovo delle tecnologie mediche, la messa a sicurezza delle strutture e
la realizzazione di residenze sanitarie per gli
anziani. In tutto, quindi, 3 miliardi in più rispetto al 2007 e 6 in più rispetto al 2006. Si
tratta di uno dei più grandi investimenti nel
settore che porta così a quota 23 miliardi di
euro il totale delle risorse messe a disposizione delle Regioni per il rinnovamento della rete dei servizi sanitari in tutta Italia.
Misure per il controllo della spesa e
della gestione delle Asl e degli
ospedali (art. 23)
Possibilità della nomina di “commissari ad
acta” nelle Regioni che, già impegnate nei
piani di rientro dal deficit sanitario previsti
dagli accordi di quest'anno (Campania, Lazio, Abruzzo, Molise, Sicilia e Liguria), dovessero non mantenere gli impegni presi per
il contenimento della spesa e l'adozione di
misure di razionalizzazione e miglioramento delle reti assistenziali, in misura tale da
compromettere le previsioni di bilancio dello Stato. Con questa norma si rafforza ulteriormente, con una maggiore responsabilizzazione delle Regioni, l'opera di risanamento dei conti sanitari con l'obiettivo dell'azzeramento dei deficit entro il 2010.
| Attualità / Finanziaria
Edilizia sanitaria (art. 48)
Sì a investimenti strutturali nell'edilizia sanitaria con ulteriori 3 miliardi di euro in più
rispetto al 2007 (sei in più rispetto al 2006)
per l'ammodernamento delle strutture sanitarie, la costruzione di nuovi ospedali e servizi territoriali, il rinnovo delle tecnologie
mediche, la messa a sicurezza delle strutture e la realizzazione di residenze sanitarie
per gli anziani. Sale, dunque, a 23 miliardi
di euro il totale delle risorse messe a disposizione delle Regioni per il rinnovamento
della rete dei servizi sanitari in tutta Italia.
Integrazione risorse rinnovi contrattuali
biennio 2006-2007 e risorse rinnovi
contrattuali biennio 2008-2009
(art. 123)
Il concorso dello Stato al finanziamento della spesa sanitaria è incrementato, in via aggiuntiva, di 661 milioni di euro per l'anno
2008 e di 398 milioni di euro a decorrere
dall'anno 2009.
Semplificazione nella prescrizione dei
farmaci contro il dolore (art. 61)
Viene semplificata la prescrizione dei farmaci contro il dolore severo (oppiacei e altri), consentendo al medico di utilizzare il
ricettario normale del Ssn anziché quello
speciale, eliminando così le difficoltà burocratiche che spesso rendono difficili tali prescrizioni.
Spesa farmaceutica pubblica (art. 62)
Nuovi tetti percentuali per la spesa farmaceutica pubblica con la determinazione di
un nuovo limite di spesa unico per la farmaceutica territoriale (farmacie e distribuzione diretta da parte delle Asl, compresi importi ticket regionali) pari al 14,4% della
spesa sanitaria complessiva e un limite del
2% per la spesa farmaceutica ospedaliera al
netto della distribuzione diretta. In caso di
superamento del tetto per la farmaceutica
territoriale a livello nazionale, le aziende farmaceutiche ripianano gli sforamenti insieme a grossisti e farmacisti per le quote di
competenza. Le Regioni, a loro volta, sono
Stanziati 100
comunque tenute ad adotfermieristiche, possono avmilioni di euro
tare misure di contenimenvalersi di forme contrattuato della spesa per evitare
per il risarcimento li di lavoro flessibile per la
nuovi splafonamenti. Il risostituzione di lavoratori asdei danni
piano da parte delle aziensenti o cessati dal servizio lida trasfusione mitatamente ai casi in cui ride avviene tramite “pay back”
(ovvero versamento diretto delcorrano urgenti e indifferibili
la quota di loro spettanza dello sfoesigenze correlate alla erogazione
ramento nelle casse delle Regioni). Questo dei Lea, compatibilmente con i vincoli premeccanismo, che sostituisce la vecchia logi- visti in materia di contenimento della spesa
ca dei tagli indiscriminati dei prezzi, ha il di personale.
vantaggio di ripianare subito la maggiore Le Università e gli enti di ricerca possono
spesa, ma anche quello di dare certezze al- avvalersi di contratti di lavoro flessibile per
le imprese per la programmazione dei loro lo svolgimento di progetti di ricerca e di ininvestimenti in sviluppo e ricerca. Con que- novazione tecnologica i cui oneri non risulsti nuovi tetti, inoltre, si riordina profonda- tino a carico dei bilanci di funzionamento
mente l'assetto della spesa farmaceutica, con- degli enti o del Fondo di finanziamento desentendo una migliore gestione e un moni- gli enti o del Fondo di finanziamento orditoraggio costante degli andamenti di spesa nario delle Università. Gli enti del Servizio
e dell'eventuale superamento dei livelli sta- sanitario nazionale possono avvalersi di conbiliti in ogni Regione. Il tetto percentuale tratti di lavoro flessibile per lo svolgimento
2008 complessivo non cresce rispetto al 2007, di progetti di ricerca finanziati.
ma si articola in modo diverso. Nel 2007 era L'utilizzazione dei lavoratori con i quali si
stabilito nel 13% per la farmaceutica terri- sono stipulati i contratti per fini diversi detoriale e nel 3% per l'ospedaliera. Quest'an- termina responsabilità contabile del dirigenno arriva a un complessivo 16,4% ma, a dif- te e del responsabile del progetto.
ferenza del 2007, comprende anche gli importi del ticket che prima non erano calco- Risarcimento danni da trasfusione
lati all'interno del tetto.
(ddl collegato alla legge di bilancio)
Stanziati 100 milioni di euro per il risarciVaccino contro il cancro dell'utero
mento dei danni da trasfusione a partire dai
talassemici che attendevano da anni questo
(art. 64)
Alle Regioni vengono assicurati i finanzia- primo provvedimento. Inoltre sono state
menti necessari, attraverso l'aumento del perfezionate le norme già emanate per emofondo a loro disposizione, per favorire la ra- filiaci e danneggiati da vaccinazioni obblipida esecuzione della vaccinazione contro gatorie.
il cancro della cervice uterina per le ragazze di dodici anni. La nuova vaccinazione, la Aiuti ai Paesi poveri in campo sanitario
prima efficace contro il cancro, sarà garan- (art. 64)
tita gratuitamente ogni anno a circa 250 mi- Stanziati 40 milioni di euro per il 2008, 50
la ragazze italiane.
per 2009 e 34 per gli anni successivi fino al
2049, finalizzati, tra l'altro, alla ricerca per
Incarichi conferiti dalle Pubbliche
la scoperta di vaccini contro diverse malattie
infettive che ancora oggi mietono migliaia
Amministrazioni e forme contrattuali
di vittime, soprattutto bambini, in molti Paeflessibili (art. 119)
Gli enti del Ssn, in relazione al personale si disagiati. Con questo finanziamento l'Italia
medico, con esclusivo riferimento alle figu- onora l'impegno preso a Roma alcuni mesi
re infungibili, al personale infermieristico fa insieme ad altri Paesi europei ed extraeued al personale di supporto alle attività in- ropei.
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Attualità / Pena di morte Finalmente a casa le infermiere bulgare e il medico
palestinese condannati a morte in Libia. Una vicenda durata lunghi anni e conclusa
con un lieto fine. Anche se resta l’amarezza di constatare che c’è ancora chi pensa
che la pena di morte sia un atto di giustizia
Le infermiere bulgare sono libere
di Emma Martellotti
el luglio scorso si è finalmente concluso, dopo nove anni, l’incubo delle infermiere bulgare e del medico
palestinese accusati dal Governo libico di
aver volontariamente iniettato, in un ospedale di Tripoli, il virus dell’Aids ad oltre 400
bambini: un’accusa inverosimile e assurda,
contro evidenti prove scientifiche di innocenza raccolte e documentate da eminenti
scienziati internazionali.
Dopo un braccio di ferro durato anni, la Corte Suprema di Tripoli aveva confermato la condanna a morte di tutti gli imputati, commutata in ergastolo solo dopo un accordo raggiunto il 15 luglio con le famiglie dei bambini, che hanno accettato un risarcimento di un
milione di dollari per ognuna delle vittime.
Dunque denaro, sempre denaro, velenosa
panacea che scioglie i nodi più intricati. Ma
neanche la grossa somma in un primo tempo
era sembrata sufficiente a garantire la libertà
agli imputati, in quanto doveva essere accompagnata da una domanda di grazia (ma, come è noto, la grazia si può richiedere solo contestualmente all’ammissione di colpevolezza)
e dalla formale promessa di non denunciare
presso un tribunale internazionale lo Stato li-
N
Strada aperta
alla moratoria?
In occasione della Giornata mondiale
contro la pena di morte, che si è celebrata
il 10 ottobre scorso, non pochi hanno
espresso ottimismo per la possibile
approvazione in sede Onu, entro la fine
dell’anno, della moratoria universale sulle
10
L’infermiere 5/2007
esecuzioni capitali. Se ciò dovesse avvenire è
soprattutto grazie all’impegno italiano che ha
lavorato su una bozza incentrata sull’obiettivo
della moratoria, piuttosto che sull’abolizione
favorendo così le adesioni; sulla presentazione
da una parte di una coalizione interregionale
più vasta dell’Ue e sul passaggio di
competenze da Bruxelles a New York.
bico per gli anni trascorsi in galera.
La trionfale elezione di Sarkozy alla presidenza della Francia unitamente alla pressione diplomatica esercitata dalla UE e da singoli Paesi come l’Italia, hanno giocato un
ruolo determinante per la soluzione della
vicenda. Finalmente una delegazione composta dal commissario UE Benita Ferrero
Waldner, dalla first lady francese Cécilia Sarkozy e dal segretario generale dell’Eliseo
Clude Gueant è riuscita a riportare a casa le
nostre sfortunate colleghe. Qui sono state
formalmente “graziate”, ancora una volta,
dal presidente bulgaro Parvanov.
Annalisa Silvestro, presidente dell’Ipasvi,
esprimendo ancora una volta sollievo per la
felice conclusione della vicenda, vuole ringraziare “tutti i Consigli direttivi dei Collegi provinciali che hanno aderito alla mozione per la liberazione dei colleghi ingiustamente accusati – e aggiunge che – la nostra
iniziativa, peraltro condivisa e portata avanti insieme alla Fnomceo, è stata prontamente recepita dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema, che si è dimostrato particolarmente sensibile a questa causa”.
La grande soddisfazione per l’epilogo della
vicenda si accompagna comunque ad un senso di amarezza per un’assoluzione che sarebbe dovuta essere piena, ma che in realtà
è stata un compromesso, risultato delle insistenti pressioni diplomatiche internazionali. E, al di là del merito della sentenza,
ogni condanna a morte non può che rappresentare – sempre e per tutti – il fallimento del diritto e della giustizia.
Attualità / Intervista Caposala del Pronto Soccorso dell’ospedale di San Bonifacio (Vr) e
coordinatore infermieristico del Dipartimento di emergenza urgenza dell’Azienda Ulss 20
di Verona. Oggi consigliere regionale del Veneto.
Vittorino Cenci ci racconta i suoi progetti, tra professione e politica
Veneto: un infermiere
in Regione
la prima volta che un infermiere en- nizzazioni sindacali e professionali un optra a far parte del Consiglio regiona- portuno inquadramento contrattuale che,
le del Veneto. Lo scorso 28 giugno al momento, non esiste. Il problema della
l’Assemblea regionale ha approvato la sur- carenza di personale infermieristico speciaroga del dimissionario Flavio Tosi, eletto sin- lizzato – secondo il consigliere – richiede un
daco di Verona, e affidato la carica di consi- riassetto organizzativo, non di carichi di lagliere regionale a Vittorino Cenci, infermie- voro e mansioni, peraltro già ben individuare, primo dei non eletti nella lista veronese ti dalle norme vigenti”.
della Lega Nord.
In questa intervista Vittorino Cenci ci racPer le sue competenze, Cenci è stato scelconta qualcosa sulla sua nuova esperiento per essere membro della V
za politica e i progetti che intenCommissione regionale, quelde sostenere, anche per valorizIl problema
la che si occupa di assistenza,
zare la professione infermiedella carenza
igiene, sanità e sicurezza soristica all’interno del sisteciale. Un incarico che poma sanitario veneto.
di personale
trà certamente ricoprire
infermieristico
con passione, capacità e imCenci, come è stato
richiede un riassetto ilDottor
pegno, come già dimostra il
suo ingresso in Consiglio
organizzativo
suo intervento nell’agosto
regionale?
scorso, in relazione al problema
L’incarico è arrivato con il pasdella carenza di infermieri specializsaggio a sindaco di Verona dell’ex aszati negli ospedali e nelle case di riposo. Per sessore alla Sanità Flavio Tosi. Il Consiglio
risolvere questa situazione, fu suggerita la regionale si è formato con le elezioni del
modifica delle mansioni degli operatori so- 2005, quindi io sono entrato a farne parte a
cio-sanitari specializzati, a cui tuttavia il Con- metà legislatura. Questo, per certi versi, rapsiglio regionale si oppose.
presenta una difficoltà. I colleghi del Con“Non è andando ad attribuire maggiori o siglio, infatti, hanno già alle spalle mesi e
minori competenze ad una figura professio- mesi di lavoro, nel corso dei quali sono stanale che possiamo valorizzarla e risolvere il ti discussi e avviati tanti progetti.
problema della carenza infermieristica”, ha In alcune situazioni, quindi, io mi ritrovo a
commentato Cenci in quell’occasione, pro- lavorare su iniziative che per metà sono già
ponendo, invece, di “inserire questa nuova decise. È comunque una sfida che mi sta enfigura in un contesto organizzativo che sup- tusiasmando e spero di poter svolgere il mio
porti l’infermiere nelle attività domestico- incarico nel migliore dei modi, anche in rapalberghiere, che ora questi svolgono impro- presentanza degli infermieri di tutto il Vepriamente. Va inoltre ricercato con le orga- neto.
È
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L’infermiere 5/2007
| Attualità / Intervista
È la prima volta che un infermiere diventa
consigliere regionale.
Sì, mi sembra proprio di sì. Credo sia un’occasione importante per la nostra professione, alla quale mi onoro di appartenere, che
ha bisogno di essere sempre più presente
nelle stanze dove si decidono le scelte politiche riguardanti la sanità.
La nostra professione ha valori, progetti, capacità e potenzialità da offrire, ma spesso
non trovano realizzazione in quanto non riusciamo a far sentire la nostra voce nel momento delle scelte.
Credo sia importante, invece, che gli infermieri abbiano sempre più rappresentanti
politici che possano portare avanti le loro
proposte e tutelare la professione. Finora ci
siamo dovuti affidare perlopiù agli altri, ma
è chiaro che gli altri non possono fare per
la tua categoria tanto quanto la categoria potrebbe fare per se stessa.
Il mio esempio spero possa essere imitato da
molti altri.
Su cosa, in particolare, è impegnato il Consiglio regionale in questo momento?
Stiamo avviando la discussione per
l’elaborazione del piano socio-sanitario regionale. È un momento importante, in quanto si dettano le linee giuda della sanità veneta dei prossimi tre anni.
Sono già riuscito a organizzare un incontro
con l’assessore Francesca Martini, che ha so-
stituito Tosi alla Sanità veneta, e tutti i presidenti dei Collegi provinciali. In tale riunione abbiamo istituito un tavolo di lavoro permanente con i vari responsabili delle direzioni regionali.
I tavoli di lavoro possono essere uno strumento davvero valido, perché permettono
di dare continuità al dialogo e mantenere
una collaborazione proficua. In Veneto è
sempre stato difficile trovare degli interlocutori all’interno delle istituzioni regionali
disposti a un confronto positivo, disposti ad
ascoltare veramente la categoria. Per questo
creare un dialogo è stato uno dei primi interventi su cui mi sono impegnato appena
divenuto consigliere.
Insomma, credo che oggi ci sia la possibilità di fare molte cose, e spero vi sia la volontà e collaborazione da parte di tutti per realizzare quei progetti che aiutino i cittadini,
ma che migliorino anche le condizioni di lavoro, purtroppo pesanti, degli infermieri.
L’assessore alla Sanità ha assunto questa carica da poco, come me, e questo fa sì che, se
da una parte sarà necessario rimettersi al
passo con quanto già avviato in passato, probabilmente, però, ci sarà spazio anche per
nuovi progetti.
Quali sono i progetti che attualmente la vedono personalmente più impegnato?
Il settore dell’Emergenza-Urgenza, forse perché è una realtà che conosco meglio. La mia
proposta è di rendere la rete di emergenza
autonoma dal Pronto soccorso, perché credo che solo così i servizi di Emergenza-Urgenza possano esplicare al meglio la loro
funzione.
Oggi la situazione è molto eterogenea, ci sono realtà in cui l’emergenza è legata al Pronto soccorso, altre in cui è completamente indipendente. Questo crea una difficoltà organizzativa e una confusione che peggiora il servizio verso il cittadino utente, in quanto accade spesso che gli infermieri occupati nelle
mansioni, anche con pazienti in condizioni
critiche, devono lasciare all’improvviso la postazione di Pronto soccorso per una prestazione territoriale di emergenza. Un contesto
caotico non può essere efficiente ed efficace.
Nei giorni scorsi, inoltre, ho avuto occasione di incontrare un ispettore capo della Polizia di Stato di Verona per discutere su progetti di educazione stradale all’interno delle scuole medie superiore. C’è già un progetto pilota nella provincia di Verona, che
sta dando buoni risultati. Per questo vorremmo estenderlo a tutta la Regione. La realizzazione è nata con la collaborazione della
Polizia di Stato, del servizio di Verona Emergenza 118 e con l’Associazione dei familiari delle vittime della strada. È un progetto
in cui credo molto, perché sono convinto
che con i giovani più delle leggi severe e repressive serva il dialogo, la formazione, la
responsabilizzazione.
L’infermiere 5/2007
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Attualità / Contributi Premio Castorina: un’occasione per ricordare una collega
che con grande passione svolgeva il suo lavoro, ma anche per incoraggiare la ricerca infermieristica,
che rappresenta un punto fondamentale per un’assistenza sempre più efficace
La ricerca infermieristica
premiata a Grosseto
rande partecipazione per la VI edizione del Premio Castorina, il concorso nazionale in ricerca infermieristica indetto ogni anno dal Collegio provinciale Ipasvi di Grosseto e quest’anno incentrato sui processi di diagnosi infermieristica.
I premi di questa edizione, consistenti anche in un contributo in denaro di 1.500 euro ciascuno, sono andati a Gabriella Scoccia
(Collegio di Vicenza, dipendente dell’Ausl
3 di Bassano del Grappa) e a Jager Montesi
Audrey Franzesca (Collegio di Roma, dipendente dell’Asl Rm B, ospedale S. Pertini).
In particolare, Scossia si è aggiudicata il Premio Collegio Ipasvi per uno studio sui processi di diagnosi infermieristica in ambito
ospedaliero; mentre a Montesi Audrey Franzesca è andato il Premio Speciale Provoncia
di Grosseto per un lavoro sui processi di diagnosi in ambito territoriale.
La cerimonia di premiazione si è svolta lo
scorso 12 maggio, alla presenza de rappresentanti del panorama sanitario della provincia, di numerosi infermieri e degli studenti del Corso di laurea in Infermieristica.
Il Collegio Ipasvi di Grosseto ha espresso
grande soddisfazione per la partecipazione
registrata e per l’impegno manifestato dal
direttore generale dell’Ausl 9 di Grosseto,
Salvatore Calabretta, per l’istituaione presso l’Azienda di un ulteriore premio dedicato agli infermieri.
Il Collegio Ipasvi di Grosseto ha inoltre annunciato di star lavorando all’istituzione di
una fondazione per la futura consegna di
G
borse di studio sulla ricerca
infermieristica.
Al termine della cerimonia di
premiazione sono stati annunciati i temi per la prossima edizione:
• “Ruolo e competenze del
professionista infermiere nella costruzione e condivisione di percorsi assistenziali integrati (clinical patway): progetti sperimentali e reali”.
• “Ruolo e competenze del
professionista infermiere
nella partecipazione alla elaborazione ed implementazione di piani integrati di salute in ambito territoriale: percorsi sperimentali e reali”.
Al concorso possono partecipare tutti gli
iscritti ai Collegi provinciali Ipasvi che operano sul territorio nazionale ed è aperto anche agli studenti iscritti al terzo anno del
Corso di laurea in Infermieristica.
L’elaborato dovrà essere inviato al Collegio
Ipasvi di Grosseto entro il 4 febbraio 2008.
Altre informazioni e la modulistica per la
domanda di partecipazione possono essere
reperiti sul sito: http://www.ipasvigrosseto.it/
progetti.htm
COME NASCE IL PREMIO CASTORINA
Gemma Castorina è l’infermiera che il 9 ottobre 2001 si trovava sull’eliambulanza Pegaso 2 del 118 della Toscana che, da Grosseto, si stava dirigendo verso l’ospedale di
Pisa per trasportare un ferito grave. Il volo,
però, durò solo 6 minuti:
l’elicottero si schiantò in un
bosco poco dopo il decollo.
Nell’incidente persero la vita
il malato e le quattro persone
che stavano lavorando per salvargli la vita. Gemma Castorina aveva 44 anni.
Il progetto del Premio nacque
nei giorni successivi a quella
tragedia. Fu scelta la data del
12 maggio per la premiazione, perché coincidente con la
Giornata internazionale dell’Infermiere (e con il giorno
di nascita di Florence Nightingale).
“Vogliamo ricordare Gemma Castorina –
persona dotata di grande entusiasmo e capacità comunicativa ed infermiera motivata e sostenuta nella sua scelta professionale – con un premio alla ricerca infermieristica, perché la ricerca rappresenta un punto chiave per migliorare la disciplina infermieristica ed è fondamentale per applicare interventi assistenziali di documentata
efficacia”, spiega una nota il Collegio di
Grosseto.
“Questa era la visione che Gemma aveva della professione. Gemma – prosegue la nota –
dimostrò tutta la sua motivazione e convinzione professionale quando, con determinazione, scelse di operare nel servizio di Elisoccorso, frequentando per questo numerosi corsi di formazione specifica. Siamo certi
che a Gemma sarebbe piaciuto essere ricordata così”.
L’infermiere 5/2007
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Attualità / Contributi Infermieri pediatrici di tutto il mondo riuniti ad Atene
per tracciare lo stato dell’arte e il futuro dell’assistenza ai bambini e agli adolescenti,
in occasione del Terzo Congresso internazionale di Infermieristica pediatrica
Nuovi approcci per far crescere
l’infermieristica pediatrica
di Simona Calza*, Immacolata Dall’Oglio**, Roberta Da Rin Della Mora***
* Infermiera pediatrica, Coordinatore, I.R.C.C.S. G.Gaslini, Unità di Trapianto di Midollo Osseo, Genova
** I.R.C.C.S. Bambino Gesù, U.O. Terapia Intensiva Neonatale, Laurea in Scienze infermieristiche ed ostetriche, Università di Roma “Tor Vergata”
*** Infermiera pediatrica, Coordinatore, I.R.C.C.S. G.Gaslini, U.O. Patologia Neonatale e Centro Neonati a Rischio, Università degli Studi di Genova
i è tenuto il 24 e 25 agosto 2007 ad Atene il Terzo Congresso internazionale
di Infermieristica pediatrica, che ha visto la partecipazione di più di circa 180 colleghi provenienti da tutto il mondo, sia in
veste di autori sia di partecipanti ai lavori. Il
Pnae (Pediatric nursing associations of Europe) ha avuto parte attiva nell’organizzare
questo evento.
È stato emozionante vivere questa esperienza
e potersi confrontare con colleghi provenienti dai più diversi Paesi dei 5 continenti, dal Sultanato dell’Oman all’Irlanda, dalla Finlandia
all’India, dall’Estonia all’Argentina, passando
attraverso il Giappone, la Turchia, la Svezia,
gli Stati Uniti, l’Olanda, la Cina, la Slovenia,
l’Australia ed il Regno Unito, e avendo come
padroni di casa i cortesissimi colleghi greci.
Loredana Sasso, nella sessione plenaria di
apertura, ha affrontato la questione della necessità di condividere all’interno dell’Unione Europea i principi etico-deontologici della professione, e ha presentato la proposta di
S
Codice etico e deontologico delle professioni infermieristiche europee elaborato da un
gruppo di lavoro all’interno della Fepi (Federazione europea delle professioni infermieristiche), chiedendo la partecipazione di tutti i presenti nel visionarla tramite l’apposito
sito e proporre eventuali suggerimenti.
La Federazione ha collaborato nella presentazione di molti dei lavori proposti dagli in-
fermieri italiani (vedi box pag. 22) e diversi
sono stati gli interventi dei colleghi meritevoli di interesse.
Tra questi vale la pena di segnalare la ricerca
qualitativa presentata da Imelda Coyne sui
vissuti di partecipazione al processo decisionale su aspetti inerenti la salute dei minori in
diversi ospedali irlandesi (Hearing children’s
voices: children’s experiences of participation in conL’infermiere 5/2007
21
Attualità / Contributi
|
sultation and decision making in Irish hospitals,
di I. Coyne, E. Hayes, P. Gallagher, School of
Nursing, Dublin City University - e G. Regan
- Our Lady’s Hospital For Sick Children,
Crumlin - Dublino, Irlanda), che ha sottolineato quanto ancora il minore, anche nell’età adolescenziale, sia più uno spettatore
che un protagonista nel suo percorso di salute o malattia (l’argomento della comunicazione, nei suoi vari aspetti, è stato ripreso anche da altri lavori).
Non sono mancati poi lavori interessanti sull’ansia, la depressione, la paura e il dolore
e la loro gestione, sui disturbi alimentari,
sulle patologie croniche, sulla fine della vita e le cure palliative, sul neonato in terapia
intensiva, sull’allattamento materno, sulle
Icpa (Infezioni correlate alle pratiche assistenziali), sugli abusi, sugli eventi traumatici accidentali, sulla gestione del rischio clinico, sulla valutazione della qualità dell’assistenza e della soddisfazione del mino-
Le relazioni
italiane
al Congresso
Il ruolo dell’infermiere
nel garantire il diritto
al sorriso del bambino
sottoposto a trapianto
di midollo osseo:
procedura per permettere
l’ingresso dei “dottor
sogni” in un settore
di trapianto di midollo
(presentazione orale)
S. Calza, G. M.Deiana,
G. Bisaccia, E.Cervetto,
C.Camera, R.Garbarino,
E.Ghibaudo, Innocenti D.,
R.Pau, A.Toscano,
F. Virga
I.R.C.C.S. G.Gaslini,
Unità di Trapianto di Midollo
Osseo, Genova
22
L’infermiere 5/2007
re/genitore e sulla ricerca. A questo proposito davvero interessante è stato il lavoro presentato da Aris Beoglos, (Establishing a nursing research program in a pediatric hospital),
che ha evidenziato i passi che sono stati compiuti dal gruppo dirigente infermieristico
dell’Akron Children’s Hospital di Akron
(Ohio, Usa) per istituire un programma di
ricerca infermieristica in un ospedale pediatrico, con risultati oltremodo soddisfacenti.
Alison Twycross (The ethics of undertaking research with children: is there a need for a multi-disciplinary
approach? Kingston e St. George’s University, Londra, Regno Unito) ha invece proposto una riflessione fondamentale per orientare la ricerca infermieristica pediatrica ai diritti dei bambini.
È da citare per l’approccio creativo il lavoro delle olandesi sul
Ruolo dell’infermiere
nel fronteggiare le emergenze
urgenze in un settore
di trapianto di cellule
staminali pediatrico
(presentazione orale)
S.Calza, G.M.Deiana, G.Bisaccia,
E. Cervetto, M. Cotrozzi,
Francesia B.M. E.Ghibaudo,
R. Pau, A.Toscano, F.Virga
I.R.C.C.S. G.Gaslini, Unità di
Trapianto di Midollo Osseo,
Genova
L’educazione dei genitori
sull’allattamento materno
per i neonati ad alto rischio:
efficacia e limiti
dell’informazione scritta
(presentazione orale)
I. Dall’Oglio1, 2, B. Nantini2,
C. Cervoni1, G. D’Agostino1,
M.Graziani1, M. Labonia1,
coinvolgimento degli adolescenti con patologia cronica nella ricerca partecipatoria, utilizzando un grande party all’ospedale come
occasione di contatto tra loro (Partecipatory
research: adolescents with chronic disorders interviewing yellow patrintsabout health care preferences. A. Van Staa, S. Jedeloo, J. Latour, M. Trappenburg. Rotterdam University e Sophia Children’s Hospital, Rotterdam, Olanda).
È stato presentato un lavoro clinico molto interessante che documenta anche con
video l’efficacia di una strategia a più livelli, per superare
il rifiuto del cibo da parte di bambini in
cui sussiste l’indicazione allo svezzamento
dall’alimentazione per sonda gastrica
(Hunger provocation in infants with pathological food refusal. A. De Jong - Università di Amsterdam, Olanda).
Particolare attenzione è stata rivolta alla formazione del personale infermieristico operante in ambito pediatrico: è stata
A. Masala1, G. Salvatori1
I.R.C.C.S. Bambino Gesù, Terapia
Intensiva Neonatale, Roma
2
“La Sapienza” Ia Università di
Roma, Laurea in Infermieristica,
Roma
1
La “care” del neonato critico
(poster)
M. Cisternino, R. Da Rin Della
Mora, S.Serveli
I.R.C.C.S. G.Gaslini, U.O. Patologia
Neonatale e Centro Neonati a
Rischio, Università degli Studi di
Genova
Il trasporto neonatale
di emergenza:
il ruolo dell’infermiere
(poster)
S. Serveli, R. Da Rin Della Mora,
M. Cisternino
I.R.C.C.S. G.Gaslini, U.O. Patologia
Neonatale e Centro Neonati
a Rischio, Università degli Studi
di Genova
L’educazione terapeutica
nella gestione del minore
con asma bronchiale in Friuli
(presentazione orale)
A. Toninato, C. Tosolini, I.
Dall’Oglio3, M. Canciani4,
A. Tenore5
1
Azienda Ospedaliero
Universitaria “Santa Maria Della
Misericordia”, Udine
2
Azienda Per I Servizi Sanitari n.4
“Medio Friuli”, Udine
3
Laurea in Scienze
Infermieristiche ed Ostetriche,
Università di Tor Vergata Roma
4
Clinica di Pediatria Azienda
Ospedaliero-Universitaria “Santa
Maria Della Misericordia”, Udine
5
DPMSC Università di Udine
| Attualità / Contributi
descritta l’evoluzione avvenuta in Turchia
sia con il passaggio al sistema universitario,
che in termini numerici (Pediatric nursing in
Turkey, di Ayce Ocakci, Marmara University
Zeynep Kamil School of Health, Turchia);
gli irlandesi hanno presentato invece un’interessantissima ricerca qualitativa sull’efficacia del Problem based learning, in particolare nella valutazione dell’utilizzo di un collage come trigger per stimolare una riflessione sulla varietà della realtà del mondo infantile (Alternative to “talk and chalk”. Steps
and strategies for successful student engagement,
di T. Harrington, T. Lambert, C. Barron, J.
Colon - Università di Dublino, Irlanda). Si
è anche parlato di comunicazione e di funzione educativa rivolta al bambino e alla sua
famiglia in qualsiasi condizione si trovi, sia
esso senza fissa dimora (The importance of communication in ensuring marginalized and homeless young people receive health service, di E. Kalivas – Eastern Access community Health
(Each), Melbourne Australia.), nonché ri-
Alcune riflessioni
e tante idee nuove:
questo è il risultato nelle nostre realtà; lo stimocoverato in un settore di
psichiatria infantile (Knolo ulteriore a valutare e midopo questa
wledge, attitudes and behaviors
gliorare l’assistenza utilizzanintensa
of pediatric nurses following traido gli strumenti della ricerca
“due giorni” e dell’Ebn (Evidence based nurning in psichiatric nursing, di P.
Chrysoula Dafogianni,V. Mavreas Università di Ioannina, Grecia).
Dopo questa “due giorni” intensissima, che
cosa ci siamo portate a casa? Alcune riflessioni e tante idee nuove: la conferma ancora
una volta della vastità e della complessità della realtà pediatrica infantile e della conseguente necessità di una formazione ad hoc
che metta in grado gli infermieri di soddisfare i bisogni del bambino e della sua famiglia;
la consapevolezza di quanto possa ancora crescere e migliorare il nursing pediatrico in Italia specie acquisendo una visione a 360° dell’assistenza, ma soprattutto di quanto sia importante valorizzare e rendere visibili, nonché condivisibili le importanti esperienze a
carattere clinico-assistenziale, educativo, preventivo ecc. che quotidianamente viviamo
sing) come di routine avviene in alcune realtà. Le tipologie di lavori presentati
al convegno erano tra le più diverse, di approfondimento, descrittivi di una nuova procedura assistenziale, di ricerca quantitativa e
qualitativa. Questi ultimi soprattutto, alcuni
semplici, altri più articolati, sono la misura
di un atteggiamento critico verso il proprio
operato e rappresentano un forte input all’innovazione e al cambiamento. La sfida in
Italia oggi per l’infermieristica pediatrica è
probabilmente quella di affinare questo approccio, sapendo che si può partire dalle problematiche e dalle metodologie più semplici, perché “semplice”, ma fondamentale, è
la base dell’assistenza, per iniziare un percorso importante per tutti: i bambini, le famiglie, noi professionisti.
L’infermiere 5/2007
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