i tre tipi di “destra”
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i tre tipi di “destra”
Grigioni e Vallese), più la succursale estera di Monaco con sede nell’omonimo principato e, naturalmente, lo sportello Direct Banking di Lugano. Dopo l’utile record del 2015, il 2016 è stato il secondo miglior anno della storia con un guadagno di esercizio di 12 milioni di franchi, interamente devoluti all’incremento delle riserve. La raccolta è scesa del 2% a 4,78 miliardi, mentre gli impieghi, al netto degli accantonamenti, sono cresciuti del 6% a 3,72 miliardi, di cui 3,3 ipotecari. E mentre in altri istituti si è assistito ad una diminuzione degli impieghi, BPS (Suisse) ha accresciuto marginalmente gli addetti a 307 dipendenti (+4). Un gruppo solido Non solo la BPS (Suisse) ha sempre chiuso in positivo, ha rilevato Mauro De Stefani. Anche la capogruppo: la Popolare di Sondrio, nonostante il difficile momento del contesto bancario della Penisola dimostra la sua solidità essendo nell’ambito delle 129 banche europee vigilate dalla BCE con 182mila soci e un CET 1 che a fine 2016 si collocava all’11,09%. Per il prezzo/ Un profondo rosso annunciato per la multa a stelle e strisce Profondo rosso per Credit Suisse: il numero due bancario elvetico ha registrato nel 2016 una perdita netta di 2,44 miliardi di franchi, dopo il passivo di 2,94 miliardi subito l’anno precedente. Sui conti ha pesato la maxi multa americana per i subprime. Il CdA propone il versamento di un dividendo, invariato, di 0,70 franchi per azione. Nel solo IV trimestre dell’anno la perdita è stata quantificata in 2,35 miliardi. «Abbiamo concluso un accordo con il Dipartimento di giustizia USA e abbiamo regolato una delle principali fonti di incertezza per il nostro futuro», ha indicato il CEO Tidjane Thiam. Per archiviare il contenzioso l’istituto ha accettato di pagare 5,28 miliardi $. Il 2016 è stato un anno difficile, ma sono anche stati fatti grandi progressi per il taglio dei costi. La ristrutturazione ha prodotto risparmi per 1,9 miliardi di franchi. Complessivamente sono stati soppressi 7250 posti di lavoro e altri 5500 impieghi saranno cancellati nell’anno in corso. L’obiettivo è di ridurre la base dei costi sotto i 18,5 miliardi nel 2017 e sotto i 17 miliardi nel 2018. Nel complesso gli effettivi son scesi da un esercizio all’altro del 2%. Credit Suisse ha confermato lo sbarco in borsa della sua nuova entità giuridica svizzera, che ha iniziato le attività nello scorso novembre: i lavori preparatori sono avanzati e l’operazione dovrebbe essere portata a termine nel secondo semestre 2017. Nel 2016 la divisione di banca universale Swiss Universal Bank (SUB) ha accresciuto la sua redditività, con un utile ante imposte in progresso del 9% a 1,7 miliardi di franchi: un risultato conseguito malgrado i bassi tassi di interesse. Le attività di gestione patrimoniale, che inglobano SUB, International Wealth Management (IWM) e la divisione Asia Pacifico (APAC) - ha registrato un afflusso di capitali pari a 28,5 miliardi di franchi, in aumento annuo del 58%. La massa in gestione è salita dell’8% a 734 miliardi. Sul fronte della banca d’affari, Credit Suisse annuncia che il progetto di ridimensionamento di Global Markets si avvia alla conclusione. La divisione è rimasta redditizia, con un utile ante imposte aggiustato di 284 milioni di dollari. Tendenza positiva anche per la banca di investimenti (297 milioni). La perdita era attesa, in ragione della multa americana, e il titolo in borsa ha guadagnato (+2,30%). economando di SERGIO MORISOLI I TRE TIPI DI “DESTRA” Nemmeno il Ticino può fare come se niente fosse. Nemmeno il Ticino può pensare di schivare l’oliva e fare politica economica o altra senza farci i conti. Il popolo europeo sta votando a destra, sta eleggendo persone di destra e si aspetta soluzioni di destra. Basta paragonare le cartine elettorali dell’Europa di ieri (10 anni fa), di oggi e delle previsioni; dalla Scandinavia alla Grecia e dal Portogallo agli Urali. È un bene, è un male? Dipende. Prima osservazione. La destra si sta affermando non perché la sinistra ha fallito, ma perché il liberalismo sta battendo in ritirata. La crisi nostra culturale, economica, sociale è la crisi del liberalismo; un liberalismo svuotato. Il liberalismo sta pagando a caro prezzo l’essersi per molti decenni identificato unicamente con l’economia diventandone il difensore a prescindere. Di questi tempi il capitalismo ha detto addio al liberalismo non avendone più bisogno, se ne è servito, l’ha lautamente pagato ma alla fine l’ha abbandonato. Il liberalismo post 1989 ha peccato di ingenuità credendo che assieme al muro economico fossero cadute le visioni e gli approcci illiberali anche nei campi non economici della politica. Campi dimenticati e lasciati “alle concorrenze politiche” da troppo tempo (scuola, sociale, giustizia, istituzioni, esteri). Il liberalismo ha avuto un tracollo sulla sua destra conservatrice, ha perso ogni riferimento ai valori borghesi aprendo le sue mura alle invasioni barbariche e non barbariche delle destre. I liberali hanno perso il significato e ancora di più hanno perso la capacità di tradurre in azioni politiche i concetti di: parsimonia, frugalità, decoro, prudenza, moderazione, benevolenza, coraggio, speranza, iniziativa e religiosità. Hanno buttato nei rifiuti ingombranti la famiglia come motore educativo, l’azienda come generatrice di lavoro, il mercato come scambio pacifico e hanno caricato lo Stato fino a farlo piegare su se stesso di compiti e aspettative salvifiche di ogni genere. Il liberalismo ha tollerato l’esplosione dei diritti senza doveri e delle libertà senza responsabilità. Si è messo a esercitare e imporre il potere statale anziché controllarlo. Le destre stanno occupando questi temi abbandonati; il problema enorme dell’immigrazione non fa che mettere in luce e drammaticamente in risalto questi vuoti liberali. Ci sono però destre e destre, e prima che sia tardi è bene distinguerle. Ci sono, per semplificare tre tipi di destre. La prima funziona di cervello, è razionale, liberale e si caratterizza per: individualismo, libero mercato, valori non negoziabili, sovranità del diritto nazionale, unisce libertà-responsabilitàdiritti-doveri, diffida e controlla il potere statale, governa le diversità, è inclusiva. La seconda funziona di cuore, è affettiva e conservatrice si focalizza su: patria-popolo, tradizione, identità, regole chiare e ordine, esercita il potere, minimizza le differenze, è esclusiva. La terza funziona di pancia, è reazionaria e autoreferenziale: nazionalista- (...) > SEGUE A PAGINA 22 22 LETTERE + segue da pagina 15 d I tre tipi di “destra” U (...) razza e classista, statalista, dirigista, protezionista, parziale, selettiva, privilegiata, irrequieta, impone il potere, elimina le diversità, è isolazionista. La terza destra è semplice da capire, affascina chi ha da tempo nulla da perdere e chi ha paura di perdere prossimamente quel poco che ha, ed è quella che in questo momento fa parlare di più e riceve più credito. Avanza un mix di successo tra la terza e la seconda destra, mentre la prima che si trova a cuscinetto tra il liberalismo spento e questo mix e che sarebbe la speranza, è a rischio. È snobbata e dimenticata dai partiti centristi che le stanno a sinistra e che smarriti non fanno più politica ma amministrano, distribuiscono il potere; da destra è attaccata da quel mix di cui sopra che la vuole schiacciare con la politica populista - cioè statalista e nazionalista - e incamminarsi alla conquista del centro amorfo, annoiato, grasso, lento, pigro, anonimo, svogliato, appagato, qualunquista, cinico, nichilista e clientelare. SERGIO MORISOLI