programma completo - Provincia di Genova
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Festival Internazionale di Cinema sui Diritti Umani Provincia di Genova Assessorato alla Cultura Canzone del Maggio Il mese di maggio nella programmazione dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Genova è attraversato da un percorso culturale particolare che si apre con questa rassegna cinematografica e prosegue con eventi e progetti che un tempo si sarebbero chiamate “engagés” e che sono semplicemente un’occasione per riflettere su alcuni filoni fondamentali del nostro diritto di essere umani. Il percorso della nostra Canzone di Maggio si sviluppa infatti attraverso temi che potremmo definire di difesa delle “differenze”. E allora potremmo domandarci: “La differenza è una virtù? I diritti umani sono un bene condiviso?” Presentiamo così un Festival di cinema che percorre una svariata gamma di sottolineature di diritti umani: diritto di vivere una vita da donna, per esempio. Di vivere idee. Di vivere come etnia minoritaria. Diritto di essere omosessuale. Diritto di essere un bambino e di vivere una vita da bambino. Di avere l’acqua. Di solcare il mare. Di lavorare. Di non fuggire. Diritto di vivere e basta. Ecco quindi svilupparsi temi ed intrecci di cinema non usuale, che si confronta con realtà conosciute da molti solo superficialmente. Di paesi in cui i diritti umani vengono violati. Calpestati. Irrisi. In cui il film racconta storie di non eccezionale ingiustizia. Per riflettere su aspetti che sono spesso oggetto di rimozione. In una prospettiva di approfondimento tematico e tecnico, del come certi messaggi siano lanciati e raccolti, senza buonismo e senza compiacimento estetico dell’orrore quotidiano. Per questo vi proponiamo una intensa serie di film. Non per sentirci la coscienza sollevata per averlo fatto. Ma proprio perché consideriamo che ogni elemento aggiunto alla parete di coscienza dei propri diritti, in quanto uomo, in quanto donna, in quanto persona, antropos alla greca, aggiunga luce alla lettura di un universo complesso di rapporti negati e proibiti. Fornisca rinforzo alla lotta per orizzonti più sereni. Stimoli una visione meno egocentrica dei diversi modi di sentire, immaginare, conoscere. Una serie di ombre attraversano infatti la nostra coscienza. Ombre nate dal nostro personale ritrovarsi in una dimensione che è insieme di condanna e di adesione solidale alle storie dei personaggi dei film della rassegna. Un itinerario che è un viaggio di formazione. Senza pretese di esserlo. E le nostre ombre sono Sükran ed il figlio Veysel di Innowhereland, nello scenario di Istanbul, quella vera, non quella del turismo consolatorio ...E la periferia di Dakar, nel film Per non restare a braccia conserte, diventa una nuova linea di orizzonte. Dove la tontine delle donne senegalesi è una risposta solidale al modello di egoismo liberista. La gente del Senegal e i suoi lunghi viaggi su scassati bus e affollati taxi de la Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio… (F. De André, Canzone del maggio) brousse. Vivere e lavorare e viaggiare e sorridere. Nonostante tutto. E sempre in Africa, troviamo una nuova ombra che ci accompagna nel viaggio attraverso i diritti umani. E Nidal ci insegna che la Tunisia non è solo spiaggia e palme. Ma l’adolescenza è piena di sogni. Nello scenario poco onirico di Essaïda, però, i sogni di Nidal muoiono al tramonto, nel vortice schizofrenico della lotta fra modernità e tradizione. Ombre ancora nascono dalla biografia di Reinaldo Arenas, nello scenario di emarginazione della popolazione omosessuale durante i primi anni della rivoluzione castrista. Nella Cuba particolare di Seres extravagantes. Il nome di una bambina che significa “vita”, Jyan, ci guida nel mondo dei diritti calpestati del Kurdistan iracheno. Per ricordarci come l’intolleranza e il pregiudizio generino orrori. Un attacco chimico contro un villaggio che ha il solo torto di essere curdo. Il tentativo di esorcizzare il passato attraverso la costruzione di un orfanotrofio. La doppia identità di un curdo-americano... E ancora bambini in Ali Zaoua. Questa volta in una Casablanca percorsa dai mali del nostro mondo: spaccio di droga, prostituzione, delinquenze quotidiane. La violenza che attraversa la vita dei suoi enfants de rue. Ma quando Alì muore saranno i suoi amici ad interpretare il suo sogno di essere sepolto in quel bel mare azzurro. Il mare dell’ultimo viaggio. Ed eccoci all’ultima ombra: quella di Altiné, nel cortometraggio Ritratto di Altiné nella stagione secca, dove l’Africa ci accompagna nella nostra ultima tappa: donne che portano acqua. Donne che portano la vita. Con la speranza di VITA nei panni stesi sul filo spinato. Nonostante tutto. Per il diritto di vivere che è di tutti. Maria Cristina Castellani Assessore alla Cultura Provincia di Genova INNOWHERELAND di Tayfun Pirselimoglu (Turchia 2001 - Durata: 95’) La prima domanda è perché un Festival di Cinema sui Diritti Umani? E perché no? Oppure, perché anche se fosse vero che abbiamo ottenuto tutti i Diritti possibili, anche se fosse vero, ci sarebbe bisogno di ricordare che vanno conservati? Tra le migliaia di risposte possibili ce n’è una che mi sta particolarmente a cuore. Ed è “Perché non bisogna sentirsi buoni...”. Il sentirsi buoni perché si dà agli altri, perché si è portatori di civiltà e benessere, perché abbiamo creato il migliore dei mondi possibili. Il sentirsi buoni perché credo sia uno dei difetti peggiori delle nostre società. Allora un Festival di Cinema sui Diritti Umani, per vedere, ascoltare, riflettere, per imparare. Aiutati da quel mezzo straordinario che è la Settima Arte, in grado di portarci in qualsiasi luogo, in qualsiasi momento, e di quella vita che vediamo sullo schermo farci pulsare, emozionare, piangere. Vedere film che parlano della vita senza soffer- marsi sui primi piani straziati e sulle parole studiate cui le nostre televisioni ci hanno abituati, ma raccontando vite e respiri, sguardi e rapporti, relazioni e amori, morti e vivi, come soltanto l’esistenza sa fare, scorrendo su se stessa così veloce da sembrare che a volte vada all’indietro. E allora il Cinema ci aiuterà a riflettere, interrompendo per un attimo il nostro sentirci buoni, presi dalla bellezza delle immagini e delle storie; ci trasporterà in un altro luogo adesso, nel momento in cui godiamo della visione. E le persone sullo schermo diventeranno nostri vicini. Amici quasi. Perché ci aiuteranno a riflettere in una riflessione che, speriamo, continuerà per tutto il Festival, per ogni proiezione, fotogramma dopo fotogramma, nella contemplazione di una vita che come Corrado Costa scriveva di Greta Garbo “si guarda andare avanti o scorrere all’indietro?” Ennio Trinelli Direttore Artistico Associazione lamanicatagliata Sükran è una donna quarantenne che lavora alla stazione di Istanbul. Ama profondamente il suo unico figlio Veysel che lavora in un piccolo laboratorio poco fuori città. Sükran è sempre molto preoccupata per suo figlio perché in passato ha molto sofferto a causa dell’impegno politico del marito. Ha cresciuto Veysel con grandi sforzi per tenerlo lontano da ogni influenza politica dopo la morte di suo marito, un attivista curdo. Lei pensa che suo figlio Veysel sia “pulito”. Ma un giorno Veysel scompare... Lei lo cerca dappertutto. Pensa si tratti di una “normale” sparizione, senza altre implicazioni, e insiste per cercarlo attraverso i canali ufficiali. Ma non trova risposte. Non c’è traccia della sua scomparsa alla polizia, non è stato arrestato, e la polizia non fornisce notizie sulla sua scomparsa. Tutto quello che fanno è mostrarle qualche cadavere da identificare. Sükran sviene quando vede un cadavere sfigurato, ma insiste nell’affermare che non si tratta di suo figlio Veysel. Ma la ragazza di Veysel è sicura si tratti di lui e Sükran è esasperata dalla sua insistenza. Lei è sicura che suo figlio è vivo e che è sparito per qualche ragione “normale”. Sükran cerca suo figlio disperatamente per ogni dove e un giorno improvvisamente, lo vede tra la folla alla stazione, ma senza riuscire a raggiungerlo. Quando racconta di averlo visto nessuno le crede. Ahmet, il barbiere della stazione, è un uomo gentile toccato dalle disgrazie di Sükran. Un giorno la va a trovare a casa e le dice che uno dei suoi clienti è un poliziotto chiacchierone, che gli ha raccontato una storia interessante a proposito di un giovane chiamato Veysel arrestato e fuggito durante il viaggio verso la prigione. L’ultima volta è stato visto a Mardin, una piccola città nel sud est della Turchia. Sükran non ci pensa due volte e decide di partire per Mardin immediatamente... In lingua originale con sottotitoli in inglese e italiano L’Associazione lamanicatagliata e l’Associazione Africa Chiossan, in collaborazione con i siti www.lamanicatagliata.com, www.ultimapagina.it, www.lapaginalesbica.it, organizzano una raccolta di fondi per la costruzione di un Centro Culturale in Senegal. Tutto l’incasso derivante dallo sbigliettamento del Festival Internazionale di Cinema sui Diritti Umani, tanto a Genova quanto nelle altre città ospiti, verrà devoluto a questa iniziativa. Chi volesse contribuire ulteriormente può farlo versando quello che può ad Associazione lamanicatagliata, Progetto Senegal, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, filiale di Veggia di Casalgrande, via Radici, 19/A c.c. 1447315, ABI 05387, CAB 66240, CIN I, causale Contributo libero per costruzione Centro Culturale Africa Thiossane. Codice IBAN IT37I0538766240000001447351. Grazie. Regista Tayfun Pirselimoglu è un artista di talento: ha studiato pittura e scultura all’Accademia di Belle Arti di Vienna, come scrittore ha pubblicato il romanzo Desert Tales nel 1996 e il suo secondo libro The Album of Lost People, è uscito nel 2002; ha lavorato per numerosi film già dal 1985. Prima di cominciare la sua carriera di regista ha sceneggiato numerosi film di successo. Nel 1999 ha debuttato dietro la macchina da presa con il cortometraggio My Uncle. 4 Maggio Ore 21.00 PER NON RESTARE A BRACCIA CONSERTE di Elisa Mereghetti (Italia 2000 - Durata: 23’) 4 Maggio Ore 21.00 Come molti altri paesi africani, il Senegal dopo gli anni ’80 si è trovato in una situazione di crisi economica, in cui le donne senegalesi, dato l’aumento della disoccupazione maschile, hanno dovuto cercare delle risposte in prima persona. Si assiste così ad una grande diffusione e vitalità delle associazioni femminili, formate da gruppi di donne che, condividendo uno stesso vicinato, gruppo etnico, o ambito lavorativo, uniscono i loro magri mezzi per dare vita a sistemi di credito rotativo chiamati tontine. In queste associazioni le partecipanti versano regolarmente una quota di denaro che a turno sarà devoluta ad ognuna di loro. In tal modo le donne si trovano periodicamente in possesso di una somma economica importante che in una situazione di precarietà, come quella della periferia di Dakar, non avrebbero potuto ottenere altrimenti. Con questa somma danno inizio o mantengono una quantità impressionante di micro-attività economiche e partecipano alla gestione dell’economia familiare. Il fenomeno delle tontine rivela una concezione dell’economia totalmente diversa dall’imperante modello “liberista”: una concezione fondata essenzialmente sul concetto di circuito sociale e di solidarietà. Questo documentario fa parte di una serie di tre documentari sul ruolo delle donne in Senegal, nel contesto dei mutamenti culturali, sociali e ambientali in corso. ESSAÏDA di Mohamed Zran (Tunisia 1996 - Durata: 104’) Nidal è un adolescente che vive nel difficile quartiere di Essaïda, a nord di Tunisi. L’incontro con un pittore che, abbagliato dalla sua bellezza, lo paga per ritrarlo, non lo sottrarrà alle tensioni sociali, ai feroci maltrattamenti del padre e alla disperazione, in un luogo dove la tradizione e i condizionamenti sociali impediscono la realizzazione dei sogni... Più per quello che non dice e che lascia intuire che per quello che mostra, il film di Mohammed Zahr presenta uno spaccato della società tunisina, divisa tra spinte alla modernità e tradizione, e dove un rigido sistema familiare impone ai giovani maschi una presa di responsabilità impedita dalla situazione socio-economica del paese, di difficile comprensione per chi non vive la realtà del Paese senza i filtri del turismo. In lingua originale con sottotitoli in francese e italiano In lingua originale con sottotitoli in italiano Regista Elisa Mereghetti, regista e documentarista, ha diretto oltre 40 documentari con particolare attenzione alle tematiche antropologiche, della condizione femminile e dello sviluppo nel Sud del mondo. Il suo documentario, Eyes Wide Open - Ad occhi aperti sulla figura di Catherine Phiri e il problema degli orfani dell’AIDS in Malawi, ha ricevuto il sostegno dal Programma Media Plus della Comunità Europea ed è dedicato alla campagna delle Nazioni Unite “Africa 2015 - Millenium Goals”. Ha diretto due documentari per il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) sullo stato del sistema educativo in Russia e sulla salvaguardia dell’ambiente marino in Cina e nelle Filippine. Ha prodotto la serie televisiva “Economia e ambiente: una sfida per le donne senegalesi”, realizzata da Ethnos/Pidgin con il contributo della Commissione Europea - DGVIII/Sviluppo, curando la regia di Ritratto di Altinè nella stagione secca sulla vita di una donna eul nel Sahel, e Per non restare a braccia conserte sulle associazioni femminili a Dakar. Per la rubrica di RAI3 GEO - Viaggio nel Pianeta Terra ha curato la regia di diversi documentari naturalistici in Italia e all’estero, tra cui una serie sugli aspetti faunistici, botanici e geologici dell’Islanda e numerosi documentari sulla Basilicata. È socia fondatrice di ETHNOS, società di produzione televisiva indipendente con sede a Bologna. Regista Mohammed Zran, nato in Tunisia nel 1959, si trasferisce in Francia dove vive per diversi anni, salvo ritornare nel suo paese d’origine per sfuggire al sempre più forte clima “d’intolleranza soprattutto nei confronti dei nord africani”, e affronta il cinema come un’occasione per narrare quello che gli uomini non dicono. Tra i suoi film Le Casseur de Pierres (1989), Ya Nabil (1993), Essaïda (1996), Le chant du millénaire (2002), Le Prince (2004). 11 Maggio Ore 21.00 SERES EXTRAVAGANTES di Manuel Zayas (Spagna 2004 - Durata: 55’) 18 Maggio Ore 21.00 Un documentario che parla dell’emarginazione, repressione e negazione della popolazione omosessuale cubana durante i primi anni della rivoluzione castrista, attraverso la biografia del grande scrittore cubano Reinaldo Arenas, raccontata da scrittori e artisti che condivisero la sua epopea di voce fuori dal regime. In lingua originale con sottotitoli in inglese e italiano Il produttore Antonio Hens, sarà presente in sala JYAN di Yano Rosebiani (Kurdistan 2002 - Durata: 94’) Cinque anni dopo l’infame attacco di Saddam Hussein al villaggio curdo di Hallabja, nel Kurdistan iracheno, Diari, curdo Americano, ritorna in Patria per costruire un orfanotrofio in quello che resta del villaggio. Durante il viaggio di ritorno incontra una bambina che si chiama Jyian (vita) sopravvissuta miracolosamente all’attacco chimico. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. In lingua originale curda con sottotitoli in inglese e italiano Regista Manuel Zayas è nato a Cuba nel 1975. Ha studiato Comunicazione Sociale all’Università della Havana e Regia di Documentari alla International Film and Television School (EICTV), Cuba, ed alla Filmakademie Baden-Württemberg, Germania. Ha diretto Café con leche (Caffé con latte) e Seres extravagantes (Esseri stravaganti). È stato invitato a partecipare alla terza Berlinale Talent Campus al 55° Festival di Berlino. Regista Yano Rosebiani regista autodidatta, di nazionalità curdo-americana, nato e cresciuto nella piccola città curda di Zakho, perseguitato come tutti i curdi dalla folle dittatura di Saddam Hussein, realizza Jiyan (vita) che è il suo primo cortometraggio, inteso come parte di una trilogia che racconti la storia del popolo curdo. Jiyan è stato girato tra gennaio e febbraio 2001 nelle regioni del Kurdistan protette e liberate da inglesi e americani. 18 Maggio Ore 21.00 ALI ZAOUA di Nabil Ayouch (Marocco/Tunisia/Francia/Belgio 2000 - Durata: 100’) 25 Maggio Ore 21.00 Ali vuole recarsi sull’Isola dei due Soli, ma la violenza della vita da enfant de rue glielo impedirà. Così i suoi amici Kwita, Omar e Boubker, dopo che questi è rimasto ucciso da una sassata, cercheranno in tutti i modi di “seppellirlo come un principe” in quel mare che Alì aveva tanto sognare di solcare. Un film di rara bellezza e poesia, pluripremiato in diversi festival in giro per il mondo, dove vengono sottolineate tutte le difficoltà dei bambini di strada di Casablanca, fenomeno in preoccupante crescita, tra prostituzione, spaccio di droga, piccole delinquenze e la quotidiana violenza della società che li rifiuta. RITRATTO DI ALTINÉ NELLA STAGIONE SECCA di Elisa Mereghetti (Italia 1991 - Durata: 25’) Altiné deve fare fino a venti chilometri al giorno per assicurare alla sua famiglia l’acqua necessaria per un giorno. Un documentario che ancora una volta vede le donne protagoniste nella dura lotta per la sopravvivenza in Africa. Miglior film a RightTohaveRights, Festival Internazionale di Cinema sui Diritti Umani, Modena, edizione 2001. In lingua originale con sottotitoli in italiano In lingua originale con sottotitoli in inglese e italiano Regista Nabil Ayouch, nato il 1 aprile del 1969 a Parigi, Nabil Ayouch è uno dei registi più interessanti della nuova filmografia marocchina, è un abile pubblicitario (la sua agenzia di pubblicità è la prima del regno del Marocco), dopo tre anni di teatro a Parigi debutta come regista e si lancia nella pubblicità. Nel 1992 realizza Les Pierres bleues du désert, suo primo cortometraggio, gira poi Hertzienne Connexion (1993) et Vendeur de silence (1994). Ali Zaoua è del 2000. Regista Elisa Mereghetti, regista e documentarista, ha diretto oltre 40 documentari con particolare attenzione alle tematiche antropologiche, della condizione femminile e dello sviluppo nel Sud del mondo. Il suo documentario, Eyes Wide Open - Ad occhi aperti sulla figura di Catherine Phiri e il problema degli orfani dell’AIDS in Malawi, ha ricevuto il sostegno dal Programma Media Plus della Comunità Europea ed è dedicato alla campagna delle Nazioni Unite “Africa 2015 - Millenium Goals”. Ha diretto due documentari per il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) sullo stato del sistema educativo in Russia e sulla salvaguardia dell’ambiente marino in Cina e nelle Filippine. Ha prodotto la serie televisiva “Economia e ambiente: una sfida per le donne senegalesi”, realizzata da Ethnos/Pidgin con il contributo della Commissione Europea - DGVIII/Sviluppo, curando la regia di Ritratto di Altinè nella stagione secca sulla vita di una donna eul nel Sahel, e Per non restare a braccia conserte sulle associazioni femminili a Dakar. Per la rubrica di RAI3 GEO - Viaggio nel Pianeta Terra ha curato la regia di diversi documentari naturalistici in Italia e all’estero, tra cui una serie sugli aspetti faunistici, botanici e geologici dell’Islanda e numerosi documentari sulla Basilicata. È socia fondatrice di ETHNOS, società di produzione televisiva indipendente con sede a Bologna. 25 Maggio Ore 21.00 Festival Internazionale di Cinema sui Diritti Umani CINEMA CITY Genova, vico Carmagnola 9 (da via XXV Aprile) 4 maggio 2006 - Ore 21.00 INNOWHERELAND di Tayfun Pirselimoglu (Turchia 2002 - 105’ VHS) In lingua originale sottotitoli in inglese e italiano PER NON RESTARE A BRACCIA CONSERTE di Elisa Mereghetti (Italia 2000 - 23’ VHS) In lingua originale con sottotitoli in italiano 18 maggio 2006 - Ore 21.00 SERES EXTRAVAGANTES di Manuel Zayas (Spagna 2004 - 55’ DVD) In lingua originale con sottotitoli in inglese e italiano Il produttore Antonio Hens, è presente in sala JYIAN di Jano Rosebiani (Kurdistan 2002 - 94’ 35mm) In lingua originale curda con sottotitoli in inglese e italiano 11 maggio 2006 - Ore 21.00 ESSAÏDA di Mohamed Zahr (Tunisia 1999 - 105’ 35mm) In lingua originale con sottotitoli in francese e italiano 25 maggio 2006 - Ore 21.00 ALI ZAOUA di Nabil Ayouch (Marocco/Tunisia/francia/Belgio 2000 100’ 35mm) In lingua originale con sottotitoli in inglese e italiano RITRATTO DI ALTINÉ NELLA STAGIONE SECCA di Elisa Mereghetti (Italia 1991 - 25’ VHS) In lingua originale con sottotitoli in italiano INGRESSO € 1,00 L’incasso sarà interamente devoluto per la costruzione di un Centro Culturale in Senegal. O La rassegna è inserita nel Progetto Direzione Artistica: Ennio Trinelli In collaborazione con Organizzazione: Provincia di Modena