Veglia anti-omofobia: Materiali e testimonianze
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Veglia anti-omofobia: Materiali e testimonianze
Cerimonia d’ingresso in cappella con l’elevazione dell’icona di Cristo Pantocrator Canto d'introduzione: “Chi ci separerà” Chi ci separerà dal suo amore, la tribolazione, forse la spada ? Né morte o vita ci separerà dall'amore in Cristo Signore. Chi ci separerà dalla sua pace la persecuzione, forse il dolore ? Nessun potere ci separerà da Colui che è morto per noi. Chi ci separerà dalla sua gioia chi potrà strapparci il suo perdono ? Nessuno al mondo ci allontanerà dalla vita in Cristo Signore. Riflessione preghiera/memoria sulle vittime dell’omofobia Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità cancellava l’omosessualità dall’elenco delle malattie. Qualche anno più tardi, in ricordo di quella data importante, il 17 maggio veniva proclamata giornata mondiale contro l’omofobia. I gruppi italiani di gay credenti, nella settimana in cui cade il 17 maggio, organizzano un incontro di preghiera per le vittime dell’omofobia. I gruppi romani di credenti cristiani omosessuali della Sorgente della Refo e di Nuova Proposta scelgono per tradizione di fare assieme questo incontro di preghiera e quest’anno siamo lieti di poter fare questa veglia in questa parrocchia. Ma cosa vuol dire omofobia? Omofobia vuol dire paura dell’omosessualità, e, come per altri concetti analoghi tipo la xenofobia, cioè la paura degli stranieri, tale paura fonda le sue radici molto spesso nella non conoscenza che genera un “pregiudizio”. A quanti di noi e’ capitato di cambiare opinione sulle persone di un popolo o sugli omosessuali solo conoscendone alcuni? E’ per questo che incontri come quello di stasera, di confronto e dialogo anche con le persone della parrocchia sono preziosi perché aiutano a trattare l’argomento dell’omosessualità e a far cadere e quindi combattere il pregiudizio che è un atteggiamento omofobo esso stesso. In alcuni paesi l’omofobia e sancita legislativamente in quanto l’omosessualità è un reato. In limitati paesi, per fortuna, addirittura è prevista la pena di morte. Nel nostro paese sembra non esserci il problema, ma in effetti c’è ancora una cultura omofoba. Atteggiamenti omofobi sono nelle scuole, tra i ragazzi, nel mondo del lavoro. Può esserci omofobia in famiglia. E purtroppo spesso c’e’ anche nelle parrocchie. Gli omosessuali, specie i più giovani o in certi ambienti, vengono spesso sbeffeggiati e questo porta ad un loro disagio che li porta a chiudersi in se stessi e a sviluppare un’omofobia interiorizzata. Alcuni omosessuali non hanno retto questi atteggiamenti omofobi e si sono suicidati. Pensiamo solo ad Ormando, un ragazzo che alcuni anni fa si diede fuoco a piazza San Pietro. Inoltre ricordiamo che alcuni omosessuali sono stati addirittura vittime di omicidio per via della loro condizione. Anche qui a Roma, qualche anno fa, un ragazzo che alcuni di noi presenti conoscevano, Paolo Seganti, un cattolico credente, è stato barbaramente ucciso in un parco proprio per la sua condizione di omosessuale. Per tutto quanto espresso è importante questo incontro, è importante pregare per le vittime dell’omofobia; per loro, Padre, Ti preghiamo e per tutti quanti ancora non riescono ad accettare la diversità degli omosessuali e coltivano atteggiamenti omofobi. Prima Lettura Luca (7 36-50) In questo brano Gesù mostra il vero significato dell’Amore che va oltre il pregiudizio, le categorie mentali e sociali, guardando direttamente al cuore e alla dignità delle persone. Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, di' pure». «Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in pace!». Testimonianza personale Sono una persona fortunata. Sono cresciuta in una famiglia che mi ha riempito di affetto, che ha creduto in me, che mi ha dato la possibilità di studiare, anche lontano da casa, che mi ha trasmesso una fede in Gesù limpida ed essenziale. Sono una persona fortunata perchè ho scoperto il mio orientamento sessuale serenamente, senza alcun trauma. Mi sono sempre voluta bene per quella che sono. Sono una persona fortunata perchè qui a Roma ho incontrato Nuova Proposta e ho potuto conciliare in pieno fede e omosessualità, essere lesbica e cattolica. Sono una persona fortunata, ma spesso piango. Piango perchè non posso condividere nel profondo la mia vita, la mia quotidianità, i miei affetti, le mie gioie e i miei dolori con una delle persone che più amo e che più mi ama: mia mamma. Le ho parlato di me, in più occasioni, in tanti modi diversi, cercando di ripsettare i suoi tempi anche a scapito dei miei tempi. Ma non ce l'ho fatta, non sono riuscita a sgretolare un muro di insicurezze, di preconcetti, di sovrastrutture. Ma più di tutto non sono riuscita a farle aprire il cuore alla mia gioia. Mia mamma si preclude la gioia di vedermi felice, di vedermi come veramente sono. E sicuramente ne soffre. Parliamo sì. Ma parliamo soltanto del mio lavoro, nessun accenno a tutto il resto della mia vita. Io vado avanti, vivo la mia quotidianità lontana da lei fisicamente ma anche psicologicamente. E spesso piango. Piango perchè basterebbe così poco per colmare questa lontananza. E soffro. Soffro perchè la persona che per eccellenza rappresenta l'accoglienza, la madre che mi accolto nel suo grembo e mi poi ancora per tanti anni, ora non mi accoglie. E questo rifiuto, seppur lieve rispetto a tanti altri problemi del nostro vivere, seppur mitigato da un affetto che so non mancare mai; questo rifiuto ripetuto nel tempo, giorno dopo giorno, fa male. Quanto spreco di tempo, quante gioie perdute, quanto amore frustrato. Ma sono una persona fortunata e sono certa che col tempo, tutti insieme, riusciremo ad abbattere i muri fuori e dentro noi e a costruire al loro posto, ponti di condivisione e di amore. Canone: Seconda Lettura: Questi brani si possono capire solo alla luce del significato della parola “eunuco” per la cultura ebraica”: gli eunuchi erano una delle categorie più disprezzate nella società ebraica saldamente fondata sulla riproduzione della specie. Si passa dalla visione di “esclusione” del Deuteronomio a quella di “inclusione” di Isaia. Deuteronomio 23, 1-4 Non entrerà nella comunità del Signore (l’eunuco) che ha il membro contuso o mutilato. Il bastardo non entrerà nella comunità del Signore; nessuno dei suoi, neppure alla decima generazione, entrerà nella comunità del Signore. L'Ammonita e il Moabita non entreranno nella comunità del Signore; nessuno dei loro discendenti, neppure alla decima generazione, entrerà nella comunità del Signore; non vi entreranno mai perché non vi vennero incontro con il pane e con l'acqua nel vostro cammino quando uscivate dall'Egitto e perché hanno prezzolato contro di te Balaam, figlio di Beor, da Petor nel paese dei due fiumi, perché ti maledicesse. Isaia (56, 3-5) Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: «Certo mi escluderà il Signore dal suo popolo!». Non dica l'eunuco: «Ecco, io sono un albero secco!». Poiché così dice il Signore: «Agli eunuchi, che osservano i miei sabati, preferiscono le cose di mio gradimento e restan fermi nella mia alleanza, io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un posto e un nome migliore che ai figli e alle figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato. Testimonianza personale: Chi vi parla è un trentatre’enne che vuole condividere con Voi pensieri e riflessioni su un binomio, apparentemente forte ma, nella mia esperienza, interconnesso. Sono cresciuto in parrocchia, come molti, sono stato animatore, catechista, accolito (servizio che svolgo ancora), formatore, responsabile di oratorio. In questo cammino ho investito ogni mia energia, facendo mie, nel cuore, le parole del salmo (Salmo 69:9) (Poiché mi divora lo zelo per la tua casa). Ho dato tanto ed ho ricevuto tantissimo. Ho contribuito a costruire momenti di crescita nei quali ho offerto alle persone che ho incontrato (e a me stesso) la possibilità di interrogare sempre la propria coscienza, convito che essa sia il giudice primo delle nostre azioni. Una sera, la presa di coscienza della mia omosessualità ha posto in forte crisi la mia fede. Non Vi nascondo le enormi difficoltà che ho avuto a vedere questa mia natura quale “volontà di Dio”. E’ stato un periodo difficilissimo. Tutto d’improvviso assume una luce nuova, il fare colazione, il lavorare, l’incontrare gli amici, le attività in parrocchia. La fede che da piccolo ho ricevuto in famiglia e in parrocchia, ha avuto bisogno di misurarsi con una persona che di giorno in giorno si misurava con se stessa (1Corinzi 13:11). La curiosità del bambino ha lasciato spazio alle riflessioni e alle domande di un ragazzo e poi di un uomo. In questa crescita, la presa di coscienza della mia natura è stata una prova difficile che con la grazia di Dio oggi posso dire superata. Sentire certe affermazioni: “inclinazione, oggettivamente disordinata”, “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” (Castità e omosessualità 2357 Catechismo Chiesa Cattolica), non aiuta a restare nel cuore della chiesa. Certe frasi non lasciano spazio a interpretazioni, la durezza di certe parole crea nella propria anima ferite laceranti e profonde. La chiesa che fino al giorno prima avevo sentito, visto, vissuto accogliente ho scoperto che mi definiva “oggettivamente disordinato”. Sono stato combattuto all’inizio, non capivo come si potesse amare e piangere della chiesa. Amare il suo cuore grande, piangere delle sue sferzate. La Provvidenza mi ha portato ad incontrare, qui a Roma, un gruppo di persone che come me non si sono rassegnate a dover gettare via il Signore dopo aver ammesso la propria natura. Con questo gruppo di persone, con l’aiuto di un sacerdote, ho imparato a parlare di Cristo, a testimoniare la carità, a dare concretezza al messaggio evangelico, prima solo enunciato. Lo spazio privilegiato di dialogo e di comunione che ho scoperto, e che ormai da dieci anni contribuisco a costruire, ha fatto si che sempre più persone siano arrivate a conoscere questa realtà e a non sentirsi lontani dalla chiesa, soli. Non è facile essere omosessuali, non è facile essere credenti, con l’aiuto dei fratelli però, con la grazia di Dio è possibile vivere entrambe queste situazioni. Gli incontri di gruppo, le occasioni di ritiro spirituale, la celebrazione eucaristica sono i momenti forti che viviamo perché essere e sentirsi Chiesa significa anche questo, partecipare dei riti. Anche a noi è rivolto l’invito di essere nella società “sale della terra e luce del mondo” (Matteo 5:13). Ci sono tanti uomini e donne, qui a Roma e in Italia, che cercano ogni giorno di essere buone persone cristiane, tante persone che con fatica cercano di costruire relazioni autentiche cristianamente ispirate. In questi dieci anni di attività nel gruppo non ho abbandonato la mia parrocchia e le attività che in essa ho svolto. Il tempo ha però ha mutato alcune cose, l’oratorio è venuto meno a causa del trasferimento del frate che aveva tale incarico, il catechismo ha visto le ragazze che erano state mie alunne diventare oggi loro stesse catechiste e così via, si cresce e si matura. In tutti questi anni ho potuto sperimentare concretamente il grande dono che la provvidenza mi ha fatto nel porre sulla mia strada parroci eccezionali. Persone che non hanno guardato al “testo giuridico” per accogliere l’anima di questo figlio, ma hanno voluto abbracciare e sostenere con lo spirito del “buon pastore” il cammino di questo figlio che gli raccontava le difficoltà e le sofferenze di un mondo nel quale non è facile testimoniare cristo, di una vita dove è difficile essere omosessuali e credenti. Vorrei lasciarvi con un pensiero che il mio padre confessore mi regalò la sera che gli parlai senza veli della mia vita, del mio essere, del mio sentire, mi disse: Se Dio che è Onnipotente ha voluto farti così ci sarà un valido motivo. Vivi la tua vita guardando sempre a Maria e a Cristo. (la mia parrocchia è una parrocchia mariana). La durezza di certe posizioni, a volte, crea ferite difficili da guarire, io ti invito ad offrire la tua sofferenze al Signore, solo in lui troveranno realizzazione trasformandosi in grazia. Canone: Terza Lettura Nella solitudine, nell’abbandono, quando nessuno sembra capirti, quando l’isolamento sembra inevitabile, il Signore viene in nostro aiuto, a confortarci. Ma noi dobbiamo saperlo riconoscere. Salmo 69 Vieni a salvarmi, o Dio, Siano confusi e arrossiscano quanti attentano alla mia vita. Retrocedano e siano svergognati quanti vogliono la mia rovina. Per la vergogna si volgano indietro quelli che mi deridono. Gioia e allegrezza grande per quelli che ti cercano; dicano sempre: «Dio è grande» quelli che amano la tua salvezza. Ma io sono povero e infelice, vieni presto, mio Dio; tu sei mio aiuto e mio salvatore; Signore, non tardare. Testimonianza personale Ho conosciuto Marco ormai ben 5 anni fa, all'università. Stava sempre insieme ad un'altra ragazza, Jennifer... di lì a poco sarebbero diventati due dei miei più cari amici. Poichè frequentavamo lo stesso corso di laurea, trascorrevamo molto tempo insieme e Marco mi ha colpito fin da subito per i suoi modi eleganti, per la sua educazione e, non vi nascondo, anche per la sua bellezza... Non entrava subito in confidenza, al contrario di Jennifer, ma questo suo atteggiamento, che inizialmente credevo fosse un lato del suo carattere, in realtà era finalizzato a capire chi aveva davanti. Mi ha letteralmente “squadrato”dalla testa ai piedi, fin quando un giorno ha deciso che gli potevo andare a genio e mi ha detto,con il suo tono un po' provocatorio: “Nica,ma l'hai capito che sono gay?”. Forse pensava che la notizia mi avrebbe scioccato a morte. Comunque sia, gli risposi che effettivamente non lo avevo capito. Mi ha guardato come se fossi una marziana, dal suo punto di vista doveva essere così evidente che solo un cieco e un'ingenua come me non potevano notarlo. Gli risposi che di certo, quando conosco nuove persone, non è la prima domanda che mi pongo, quella in merito al loro orientamento sessuale. Quello fu il primo di tanti confronti. Marco si è aperto sempre più con me, ma cercava comunque di capire che tipo di persona fossi, rimaneva sempre un po' sulla difensiva...poi ho capito perché...aveva notato la croce che porto al collo...Marco è ateo o almeno si professa tale. Pertanto ha cominciato a stuzzicarmi con battutine e frecciatine fin quando non ne abbiamo parlato apertamente: lui criticava aspramente la religione cristiana e la Chiesa cattolica ed io portavo avanti le mie idee, sottolineando l'importanza del messaggio "Dio è amore", stimolo per me continuo nel cercare di amare il mio prossimo. Un amore non sempre facile, proprio perché ci caratterizzano aspetti diversi , ma visto che la "diversità è ricchezza", non andavo certo a giudicare la qualità di una persona sulla base dell'orientamento sessuale. Questo è solo uno dei tanti discorsi fatti, però da quel momento qualcosa è cambiato. Oltre al fatto di essere soprannominata scherzosamente "madre badessa", abbiamo iniziato, o meglio, ricominciato un rapporto senza barriere, senza pregiudizi; liberi di conoscerci nelle nostre diversità, interessati sinceramente l'uno all'altra. Mi ha aperto le porte del suo mondo ed io del mio: ce li siamo mostrati non nell'illusione che siano, rispettivamente, i "migliori mondi possibili", ma nella concretezza anche delle loro imperfezioni, contraddizioni, ipocrisie... Ad oggi, la nostra amicizia si caratterizza per la sincerità dell'affetto, per la schiettezza, per la spontaneità sempre vissuta... Una volta Marco mi ha detto:"Non avrei mai immaginato di costruire un rapporto di amicizia così forte con una ragazza cattolica!" Canto Vivere la vita con le gioie e coi dolori di ogni giorno, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e inabissarti nell'amore è il tuo destino, è quello che Dio vuole da te. Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui, correre con i fratelli tuoi... Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Vivere la vita è l'avventura più stupenda dell'amore, è quello che Dio vuole da te. Vivere la vita e generalmente ogni momento il paradiso è quello che Dio vuole da te. Vivere perchè ritorni al mondo l'unità, perchè Dio sta nei fratelli tuoi... Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai. Vivere perchè ritorni al mondo l'unità, perchè Dio sta nei fratelli tuoi... Scoprirai allora il cielo dentro di te, una scia di luce lascerai, una scia di luce lascerai. Quarta Lettura: L’azione dello Spirito Santo fa capire a Pietro che non deve più guardare agli altri con gli occhi della Legge ma con gli occhi del cuore e che quella ? è l’immagine di Dio. Atti 10 24-28 Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli ed aveva invitato i congiunti e gli amici intimi. Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio andandogli incontro si gettò ai suoi piedi per adorarlo. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Alzati: anch'io sono un uomo!». Poi, continuando a conversare con lui, entrò e trovate riunite molte persone disse loro: «Voi sapete che non è lecito per un Giudeo unirsi o incontrarsi con persone di altra razza; ma Dio mi ha mostrato che non si deve dire profano o immondo nessun uomo. Testimonianza personale Canone Quinta lettura: Chi confida in Dio non ha paura di nascondere se stesso agli altri, di fingere di essere quello che non è. Solo in questo modo le nostre vite diventano patrimonio comune per la crescita del popolo di Dio in cammino. Giovanni 3 19-21 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio. Testimonianza personale Grazie Dio per avermi fatto Gay. Ecco! l'ho detto... solo pochi anni fà non l'avrei mai pensato e soprattutto non avrei mai avuto il coraggio di dirlo o di scriverlo.... Anni fa scrissi ad un politico (ahimè del centrosinistra...) che parlava di "scelta" di essere omosessuale; gli dissi che se avessi potuto scegliere avrei voluto essere eterosessuale. Molto più facile! non ti devi nascondere, non devi affrontare lunghi anni di paure, ti puoi sposare, puoi avere figli (o adottarne), insomma una pacchia! Chi sano di mente sceglierebbe mai una strada molto, molto più difficile nel cammino ed incerta nei risultati? Un pazzo! Ovviamente non ho mai scelto di essere gay, è la natura che mi ha voluto così... una qualsiasi combinazione di cromosomi? una scelta divina? il caso? Non lo so, ma quello che ora so è che non vorrei essere eterosessuale. Se potessi scegliere, preferirei rimanere così. Ora capisco il vero significato di Pride, l'orgoglio di essere ciò che si è. Tempo fa anche io, come tanti, mi chiedevo: orgoglio di che? se si è così, se questa è la tua natura, che c'è da essere orgogliosi? mica uno si sente orgoglioso del fatto di essere, che so, biondo, alto 1,90 o che... eterosessuale? Se sei nato così di che ti devi far vanto? Il fatto è che, se sei biondo o alto 1,90 o eterosessuale, di solito non passi buona parte della tua vita a tingerti i capelli di scuro od a camminare curvo per non farti risonoscere o (per assurdo) a fingerti omosessuale perchè nessuno ti nota o ti giudica od addirittura ti combatte per questo. Invece, se sei gay o lesbica o transessuale o intersessuale sicuramente nessuno ti loda per questo e quasi sempre ti stigmatizza. E quando capisci ed accetti la tua natura e riesci a viverla in piena libertà, allora puoi essere, sì, orgoglioso! Gesù ci dice che la verità ci farà liberi (alla faccia di quanti ci vorrebbero nascosti, peccatori secondo loro - in privato e fino al confessionale, pretendendo che in pubblico ci mettessimo una maschera per non mostrare ciò che siamo) e, vivendo nella verità, io sono libero. Non ne ho la controprova ma credo che se non fossi stato gay, a parte la tragedia rappresentata dal fatto che non avrei incontrato Andrea... non sarei stato pronto come sono ora ad accettare ed accogliere le differenze, a valorizzarle ed a condividerle. Anche la mia spiritualità viene esaltata dal mio essere gay perchè vivere il Vangelo, vivere un messaggio di piena accettazione dell'Amore di Dio e di condivisione di quest'amore con tutti gli altri è una consapevolezza che è passata attraverso così tante prove rappresentate dalla continua condanna dell'omosessualità vissuta e praticata da parte della dottrina ufficiale - che il fatto di essere quì, ora a leggere queste strampalate note mi sembra un miracolo. Ma è anche il segno tangibile che non siamo sbagliati, non siamo malati, se nonostante tutto tanti gay, tante lesbiche continuano a sperimentare l'amore di Cristo ed a viverlo nelle loro vite (quante storie meravigliose abbiamo condiviso ad Albano, al 1° Forum delle associazione omosessuali cristiane)! Per questo e per tanto altro, per la mia vita passata e per quello che mi riserverà il futuro, per l'Amore che ho conosciuto e per quello che cercherò di continuare a condividere nella mia vita, grazie Dio per avermi fatto gay. Canto Noi trionferemo Noi trionferemo noi trionferemo un trionferemo un dì O sì, nel mio cuor son certo che noi trionferemo un dì. Noi vivremo in pace (3 v.) Un dì O sì, nel mio cuor son certo che noi vivremo in pace un dì. Mano nella mano (3 v.) O sì, nel mio cuor son certo che mano nella mano un dì. Preghiere dei fedeli libere (dopo ognuna si intona il canone) Lettura conclusiva: Romani (8, 28-39) Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati. Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi? Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Proprio come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. Canone Dio è amore Dio è amore Dio è amore, osa amare senza timore, Dio è amore, non temere mai Canto finale: Il canto del mare Cantiamo al Signore, stupenda è la sua vittoria. Signore è il suo nome. Voglio cantare in onore del Signore perché ha trionfato, alleluia. Ha gettato in mare cavallo e cavaliere. Mia forza e mio canto è il Signore, il mio Salvatore è il Dio di mio padre ed io lo voglio esaltare. Dio è prode in guerra, si chiama Signore. Travolse nel mare gli eserciti, i carri d'Egitto sommerse nel Mar Rosso, abissi profondi li coprono. La tua destra, Signore, si è innalzata, la tua potenza è terribile. Si accumularon le acque al tuo soffio s'alzarono l'onde come un argine. Si raggelaron gli abissi in fondo al mare. Chi è come te, o Signore ? Guidasti con forza il popolo redento e lo conducesti verso Sion.