Veglia anti-omofobia: Materiali e testimonianze

Transcript

Veglia anti-omofobia: Materiali e testimonianze
 Cerimonia d’ingresso in cappella con l’elevazione dell’icona di
Cristo Pantocrator
 Canto d'introduzione:
“Chi ci separerà”
Chi ci separerà dal suo amore,
la tribolazione, forse la spada ?
Né morte o vita ci separerà
dall'amore in Cristo Signore.
Chi ci separerà dalla sua pace
la persecuzione, forse il dolore ?
Nessun potere ci separerà
da Colui che è morto per noi.
Chi ci separerà dalla sua gioia
chi potrà strapparci il suo perdono ?
Nessuno al mondo ci allontanerà
dalla vita in Cristo Signore.
 Riflessione preghiera/memoria sulle vittime dell’omofobia
Il 17 maggio 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità
cancellava l’omosessualità dall’elenco delle malattie.
Qualche anno più tardi, in ricordo di quella data importante, il 17
maggio veniva proclamata giornata mondiale contro l’omofobia.
I gruppi italiani di gay credenti, nella settimana in cui cade il 17
maggio, organizzano un incontro di preghiera per le vittime
dell’omofobia.
I gruppi romani di credenti cristiani omosessuali della Sorgente
della Refo e di Nuova Proposta scelgono per tradizione di fare
assieme questo incontro di preghiera e quest’anno siamo lieti di
poter fare questa veglia in questa parrocchia.
Ma cosa vuol dire omofobia?
Omofobia vuol dire paura dell’omosessualità, e, come per altri
concetti analoghi tipo la xenofobia, cioè la paura degli stranieri, tale
paura fonda le sue radici molto spesso nella non conoscenza che
genera un “pregiudizio”. A quanti di noi e’ capitato di cambiare
opinione sulle persone di un popolo o sugli omosessuali solo
conoscendone alcuni? E’ per questo che incontri come quello di
stasera, di confronto e dialogo anche con le persone della
parrocchia sono preziosi perché aiutano a trattare l’argomento
dell’omosessualità e a far cadere e quindi combattere il pregiudizio
che è un atteggiamento omofobo esso stesso.
In alcuni paesi l’omofobia e sancita legislativamente in quanto
l’omosessualità è un reato. In limitati paesi, per fortuna, addirittura
è prevista la pena di morte. Nel nostro paese sembra non esserci il
problema, ma in effetti c’è ancora una cultura omofoba.
Atteggiamenti omofobi sono nelle scuole, tra i ragazzi, nel mondo del
lavoro. Può esserci omofobia in famiglia. E purtroppo spesso c’e’
anche nelle parrocchie. Gli omosessuali, specie i più giovani o in
certi ambienti, vengono spesso sbeffeggiati e questo porta ad un loro
disagio che li porta a chiudersi in se stessi e a sviluppare
un’omofobia interiorizzata. Alcuni omosessuali non hanno retto
questi atteggiamenti omofobi e si sono suicidati. Pensiamo solo ad
Ormando, un ragazzo che alcuni anni fa si diede fuoco a piazza San
Pietro. Inoltre ricordiamo che alcuni omosessuali sono stati
addirittura vittime di omicidio per via della loro condizione. Anche
qui a Roma, qualche anno fa, un ragazzo che alcuni di noi presenti
conoscevano, Paolo Seganti, un cattolico credente, è stato
barbaramente ucciso in un parco proprio per la sua condizione di
omosessuale.
Per tutto quanto espresso è importante questo incontro, è importante
pregare per le vittime dell’omofobia; per loro, Padre, Ti preghiamo
e per tutti quanti ancora non riescono ad accettare la diversità degli
omosessuali e coltivano atteggiamenti omofobi.
Prima Lettura
Luca (7 36-50)
In questo brano Gesù mostra il vero significato dell’Amore che va
oltre il pregiudizio, le categorie mentali e sociali, guardando
direttamente al cuore e alla dignità delle persone.
Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del
fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di
quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un
vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo
ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i
suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato.
A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui
fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo
tocca: è una peccatrice». Gesù allora gli disse: «Simone, ho una cosa
da dirti». Ed egli: «Maestro, di' pure». «Un creditore aveva due
debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. Non
avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque
di loro lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha
condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». E
volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna?
Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei
invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi
capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono
entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il
capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per
questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto
amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». Poi disse a
lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». Allora i commensali
cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i
peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va' in
pace!».
 Testimonianza personale
Sono una persona fortunata.
Sono cresciuta in una famiglia che mi ha riempito di affetto, che ha
creduto in me, che mi ha dato la possibilità di studiare, anche
lontano da casa, che mi ha trasmesso una fede in Gesù limpida ed
essenziale.
Sono una persona fortunata perchè ho scoperto il mio orientamento
sessuale serenamente, senza alcun trauma.
Mi sono sempre voluta bene per quella che sono.
Sono una persona fortunata perchè qui a Roma ho incontrato Nuova
Proposta e ho potuto conciliare in pieno fede e omosessualità, essere
lesbica e cattolica.
Sono una persona fortunata, ma spesso piango.
Piango perchè non posso condividere nel profondo la mia vita, la
mia quotidianità, i miei affetti, le mie gioie e i miei dolori con una
delle persone che più amo e che più mi ama: mia mamma.
Le ho parlato di me, in più occasioni, in tanti modi diversi, cercando
di ripsettare i suoi tempi anche a scapito dei miei tempi.
Ma non ce l'ho fatta, non sono riuscita a sgretolare un muro di
insicurezze, di preconcetti, di sovrastrutture.
Ma più di tutto non sono riuscita a farle aprire il cuore alla mia
gioia. Mia mamma si preclude la gioia di vedermi felice, di vedermi
come veramente sono.
E sicuramente ne soffre. Parliamo sì. Ma parliamo soltanto del mio
lavoro, nessun accenno a tutto il resto della mia vita.
Io vado avanti, vivo la mia quotidianità lontana da lei fisicamente
ma anche psicologicamente.
E spesso piango.
Piango perchè basterebbe così poco per colmare questa lontananza.
E soffro.
Soffro perchè la persona che per eccellenza rappresenta
l'accoglienza, la madre che mi accolto nel suo grembo e mi poi
ancora per tanti anni, ora non mi accoglie.
E questo rifiuto, seppur lieve rispetto a tanti altri problemi del nostro
vivere, seppur mitigato da un affetto che so non mancare mai; questo
rifiuto ripetuto nel tempo, giorno dopo giorno, fa male.
Quanto spreco di tempo, quante gioie perdute, quanto amore
frustrato.
Ma sono una persona fortunata e sono certa che col tempo, tutti
insieme, riusciremo ad abbattere i muri fuori e dentro noi e a
costruire al loro posto, ponti di condivisione e di amore.
 Canone:
 Seconda Lettura:
Questi brani si possono capire solo alla luce del significato della
parola “eunuco” per la cultura ebraica”: gli eunuchi erano una
delle categorie più disprezzate nella società ebraica saldamente
fondata sulla riproduzione della specie. Si passa dalla visione di
“esclusione” del Deuteronomio a quella di “inclusione” di Isaia.
Deuteronomio 23, 1-4
Non entrerà nella comunità del Signore (l’eunuco) che ha il membro
contuso o mutilato. Il bastardo non entrerà nella comunità del
Signore; nessuno dei suoi, neppure alla decima generazione, entrerà
nella comunità del Signore. L'Ammonita e il Moabita non entreranno
nella comunità del Signore; nessuno dei loro discendenti, neppure
alla decima generazione, entrerà nella comunità del Signore; non vi
entreranno mai perché non vi vennero incontro con il pane e con
l'acqua nel vostro cammino quando uscivate dall'Egitto e perché
hanno prezzolato contro di te Balaam, figlio di Beor, da Petor nel
paese dei due fiumi, perché ti maledicesse.
Isaia (56, 3-5)
Non dica lo straniero
che ha aderito al Signore:
«Certo mi escluderà
il Signore dal suo popolo!».
Non dica l'eunuco:
«Ecco, io sono un albero secco!».
Poiché così dice il Signore:
«Agli eunuchi, che osservano i miei sabati,
preferiscono le cose di mio gradimento
e restan fermi nella mia alleanza,
io concederò nella mia casa
e dentro le mie mura un posto e un nome
migliore che ai figli e alle figlie;
darò loro un nome eterno
che non sarà mai cancellato.
 Testimonianza personale:
Chi vi parla è un trentatre’enne che vuole condividere con Voi
pensieri e riflessioni su un binomio, apparentemente forte ma, nella
mia esperienza, interconnesso.
Sono cresciuto in parrocchia, come molti, sono stato animatore,
catechista, accolito (servizio che svolgo ancora), formatore,
responsabile di oratorio. In questo cammino ho investito ogni mia
energia, facendo mie, nel cuore, le parole del salmo (Salmo 69:9)
(Poiché mi divora lo zelo per la tua casa). Ho dato tanto ed ho
ricevuto tantissimo. Ho contribuito a costruire momenti di crescita
nei quali ho offerto alle persone che ho incontrato (e a me stesso) la
possibilità di interrogare sempre la propria coscienza, convito che
essa sia il giudice primo delle nostre azioni.
Una sera, la presa di coscienza della mia omosessualità ha posto in
forte crisi la mia fede. Non Vi nascondo le enormi difficoltà che ho
avuto a vedere questa mia natura quale “volontà di Dio”. E’ stato
un periodo difficilissimo. Tutto d’improvviso assume una luce nuova,
il fare colazione, il lavorare, l’incontrare gli amici, le attività in
parrocchia. La fede che da piccolo ho ricevuto in famiglia e in
parrocchia, ha avuto bisogno di misurarsi con una persona che di
giorno in giorno si misurava con se stessa (1Corinzi 13:11). La
curiosità del bambino ha lasciato spazio alle riflessioni e alle
domande di un ragazzo e poi di un uomo. In questa crescita, la presa
di coscienza della mia natura è stata una prova difficile che con la
grazia di Dio oggi posso dire superata. Sentire certe affermazioni:
“inclinazione, oggettivamente disordinata”, “gli atti di
omosessualità sono intrinsecamente disordinati” (Castità e
omosessualità 2357 Catechismo Chiesa Cattolica), non aiuta a
restare nel cuore della chiesa. Certe frasi non lasciano spazio a
interpretazioni, la durezza di certe parole crea nella propria anima
ferite laceranti e profonde. La chiesa che fino al giorno prima avevo
sentito, visto, vissuto accogliente ho scoperto che mi definiva
“oggettivamente disordinato”. Sono stato combattuto all’inizio, non
capivo come si potesse amare e piangere della chiesa. Amare il suo
cuore grande, piangere delle sue sferzate.
La Provvidenza mi ha portato ad incontrare, qui a Roma, un gruppo
di persone che come me non si sono rassegnate a dover gettare via il
Signore dopo aver ammesso la propria natura. Con questo gruppo di
persone, con l’aiuto di un sacerdote, ho imparato a parlare di
Cristo, a testimoniare la carità, a dare concretezza al messaggio
evangelico, prima solo enunciato. Lo spazio privilegiato di dialogo e
di comunione che ho scoperto, e che ormai da dieci anni
contribuisco a costruire, ha fatto si che sempre più persone siano
arrivate a conoscere questa realtà e a non sentirsi lontani dalla
chiesa, soli. Non è facile essere omosessuali, non è facile essere
credenti, con l’aiuto dei fratelli però, con la grazia di Dio è possibile
vivere entrambe queste situazioni. Gli incontri di gruppo, le
occasioni di ritiro spirituale, la celebrazione eucaristica sono i
momenti forti che viviamo perché essere e sentirsi Chiesa significa
anche questo, partecipare dei riti. Anche a noi è rivolto l’invito di
essere nella società “sale della terra e luce del mondo” (Matteo
5:13). Ci sono tanti uomini e donne, qui a Roma e in Italia, che
cercano ogni giorno di essere buone persone cristiane, tante persone
che con fatica cercano di costruire relazioni autentiche
cristianamente ispirate.
In questi dieci anni di attività nel gruppo non ho abbandonato la mia
parrocchia e le attività che in essa ho svolto. Il tempo ha però ha
mutato alcune cose, l’oratorio è venuto meno a causa del
trasferimento del frate che aveva tale incarico, il catechismo ha visto
le ragazze che erano state mie alunne diventare oggi loro stesse
catechiste e così via, si cresce e si matura. In tutti questi anni ho
potuto sperimentare concretamente il grande dono che la
provvidenza mi ha fatto nel porre sulla mia strada parroci
eccezionali. Persone che non hanno guardato al “testo giuridico”
per accogliere l’anima di questo figlio, ma hanno voluto abbracciare
e sostenere con lo spirito del “buon pastore” il cammino di questo
figlio che gli raccontava le difficoltà e le sofferenze di un mondo nel
quale non è facile testimoniare cristo, di una vita dove è difficile
essere omosessuali e credenti.
Vorrei lasciarvi con un pensiero che il mio padre confessore mi
regalò la sera che gli parlai senza veli della mia vita, del mio essere,
del mio sentire, mi disse: Se Dio che è Onnipotente ha voluto farti
così ci sarà un valido motivo. Vivi la tua vita guardando sempre a
Maria e a Cristo. (la mia parrocchia è una parrocchia mariana). La
durezza di certe posizioni, a volte, crea ferite difficili da guarire, io ti
invito ad offrire la tua sofferenze al Signore, solo in lui troveranno
realizzazione trasformandosi in grazia.
 Canone:
 Terza Lettura
Nella solitudine, nell’abbandono, quando nessuno sembra capirti,
quando l’isolamento sembra inevitabile, il Signore viene in nostro
aiuto, a confortarci. Ma noi dobbiamo saperlo riconoscere.
Salmo 69
Vieni a salvarmi, o Dio,
Siano confusi e arrossiscano
quanti attentano alla mia vita.
Retrocedano e siano svergognati
quanti vogliono la mia rovina.
Per la vergogna si volgano indietro
quelli che mi deridono.
Gioia e allegrezza grande
per quelli che ti cercano;
dicano sempre: «Dio è grande»
quelli che amano la tua salvezza.
Ma io sono povero e infelice,
vieni presto, mio Dio;
tu sei mio aiuto e mio salvatore;
Signore, non tardare.
 Testimonianza personale
Ho conosciuto Marco ormai ben 5 anni fa, all'università. Stava
sempre insieme ad un'altra ragazza, Jennifer... di lì a poco sarebbero
diventati due dei miei più cari amici.
Poichè frequentavamo lo stesso corso di laurea, trascorrevamo
molto tempo insieme e Marco mi ha colpito fin da subito per i suoi
modi eleganti, per la sua educazione e, non vi nascondo, anche per
la sua bellezza...
Non entrava subito in confidenza, al contrario di Jennifer, ma questo
suo atteggiamento, che inizialmente credevo fosse un lato del suo
carattere, in realtà era finalizzato a capire chi aveva davanti.
Mi ha letteralmente “squadrato”dalla testa ai piedi, fin quando un
giorno ha deciso che gli potevo andare a genio e mi ha detto,con il
suo tono un po' provocatorio: “Nica,ma l'hai capito che sono gay?”.
Forse pensava che la notizia mi avrebbe scioccato a morte.
Comunque sia, gli risposi che effettivamente non lo avevo capito. Mi
ha guardato come se fossi una marziana, dal suo punto di vista
doveva essere così evidente che solo un cieco e un'ingenua come me
non potevano notarlo. Gli risposi che di certo, quando conosco
nuove persone, non è la prima domanda che mi pongo, quella in
merito al loro orientamento sessuale.
Quello fu il primo di tanti confronti. Marco si è aperto sempre più
con me, ma cercava comunque di capire che tipo di persona fossi,
rimaneva sempre un po' sulla difensiva...poi ho capito perché...aveva
notato la croce che porto al collo...Marco è ateo o almeno si
professa tale.
Pertanto ha cominciato a stuzzicarmi con battutine e frecciatine fin
quando non ne abbiamo parlato apertamente: lui criticava
aspramente la religione cristiana e la Chiesa cattolica ed io portavo
avanti le mie idee, sottolineando l'importanza del messaggio "Dio è
amore", stimolo per me continuo nel cercare di amare il mio
prossimo. Un amore non sempre facile, proprio perché ci
caratterizzano aspetti diversi , ma visto che la "diversità è
ricchezza", non andavo certo a giudicare la qualità di una persona
sulla base dell'orientamento sessuale.
Questo è solo uno dei tanti discorsi fatti, però da quel momento
qualcosa è cambiato.
Oltre al fatto di essere soprannominata scherzosamente "madre
badessa", abbiamo iniziato, o meglio, ricominciato un rapporto
senza barriere, senza pregiudizi; liberi di conoscerci nelle nostre
diversità, interessati sinceramente l'uno all'altra. Mi ha aperto le
porte del suo mondo ed io del mio: ce li siamo mostrati non
nell'illusione che siano, rispettivamente, i "migliori mondi possibili",
ma nella concretezza anche delle loro imperfezioni, contraddizioni,
ipocrisie...
Ad oggi, la nostra amicizia si caratterizza per la sincerità
dell'affetto, per la schiettezza, per la spontaneità sempre vissuta...
Una volta Marco mi ha detto:"Non avrei mai immaginato di
costruire un rapporto di amicizia così forte con una ragazza
cattolica!"
 Canto
Vivere la vita
con le gioie e coi dolori di ogni giorno,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita
e inabissarti nell'amore è il tuo destino,
è quello che Dio vuole da te.
Fare insieme agli altri la tua strada verso Lui,
correre con i fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai.
Vivere la vita
è l'avventura più
stupenda dell'amore,
è quello che Dio vuole da te.
Vivere la vita
e generalmente
ogni momento il paradiso
è quello che Dio vuole da te.
Vivere perchè ritorni
al mondo l'unità,
perchè Dio sta nei fratelli tuoi...
Scoprirai allora
il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai.
Vivere perchè ritorni
al mondo l'unità,
perchè Dio sta nei fratelli tuoi...
Scoprirai allora il cielo dentro di te,
una scia di luce lascerai,
una scia di luce lascerai.
 Quarta Lettura:
L’azione dello Spirito Santo fa capire a Pietro che non deve più
guardare agli altri con gli occhi della Legge ma con gli occhi del
cuore e che quella ? è l’immagine di Dio.
Atti 10 24-28
Il giorno dopo arrivò a Cesarèa. Cornelio stava ad aspettarli ed aveva
invitato i congiunti e gli amici intimi. Mentre Pietro stava per
entrare, Cornelio andandogli incontro si gettò ai suoi piedi per
adorarlo. Ma Pietro lo rialzò, dicendo: «Alzati: anch'io sono un
uomo!». Poi, continuando a conversare con lui, entrò e trovate riunite
molte persone disse loro: «Voi sapete che non è lecito per un Giudeo
unirsi o incontrarsi con persone di altra razza; ma Dio mi ha mostrato
che non si deve dire profano o immondo nessun uomo.
 Testimonianza personale
 Canone
 Quinta lettura:
Chi confida in Dio non ha paura di nascondere se stesso agli altri, di
fingere di essere quello che non è. Solo in questo modo le nostre vite
diventano patrimonio comune per la crescita del popolo di Dio in
cammino.
Giovanni 3 19-21
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini
hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano
malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla
luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità
viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state
fatte in Dio.
 Testimonianza personale
Grazie Dio per avermi fatto Gay.
Ecco! l'ho detto... solo pochi anni fà non l'avrei mai pensato e
soprattutto non avrei mai avuto il coraggio di dirlo o di scriverlo....
Anni fa scrissi ad un politico (ahimè del centrosinistra...) che
parlava di "scelta" di essere omosessuale; gli dissi che se avessi
potuto scegliere avrei voluto essere eterosessuale. Molto più facile!
non ti devi nascondere, non devi affrontare lunghi anni di paure, ti
puoi sposare, puoi avere figli (o adottarne), insomma una pacchia!
Chi sano di mente sceglierebbe mai una strada molto, molto più
difficile nel cammino ed incerta nei risultati? Un pazzo!
Ovviamente non ho mai scelto di essere gay, è la natura che mi ha
voluto così... una qualsiasi combinazione di cromosomi? una scelta
divina? il caso? Non lo so, ma quello che ora so è che non vorrei
essere eterosessuale. Se potessi scegliere, preferirei rimanere così.
Ora capisco il vero significato di Pride, l'orgoglio di essere ciò che
si è. Tempo fa anche io, come tanti, mi chiedevo: orgoglio di che? se
si è così, se questa è la tua natura, che c'è da essere orgogliosi? mica
uno si sente orgoglioso del fatto di essere, che so, biondo, alto 1,90 o
che... eterosessuale? Se sei nato così di che ti devi far vanto? Il fatto
è che, se sei biondo o alto 1,90 o eterosessuale, di solito non passi
buona parte della tua vita a tingerti i capelli di scuro od a
camminare curvo per non farti risonoscere o (per assurdo) a fingerti
omosessuale perchè nessuno ti nota o ti giudica od addirittura ti
combatte per questo. Invece, se sei gay o lesbica o transessuale o
intersessuale sicuramente nessuno ti loda per questo e quasi sempre
ti stigmatizza.
E quando capisci ed accetti la tua natura e riesci a viverla in piena
libertà, allora puoi essere, sì, orgoglioso! Gesù ci dice che la verità
ci farà liberi (alla faccia di quanti ci vorrebbero nascosti, peccatori secondo loro - in privato e fino al confessionale, pretendendo che in
pubblico ci mettessimo una maschera per non mostrare ciò che
siamo) e, vivendo nella verità, io sono libero.
Non ne ho la controprova ma credo che se non fossi stato gay, a
parte la tragedia rappresentata dal fatto che non avrei incontrato
Andrea... non sarei stato pronto come sono ora ad accettare ed
accogliere le differenze, a valorizzarle ed a condividerle.
Anche la mia spiritualità viene esaltata dal mio essere gay perchè
vivere il Vangelo, vivere un messaggio di piena accettazione
dell'Amore di Dio e di condivisione di quest'amore con tutti gli altri è
una consapevolezza che è passata attraverso così tante prove rappresentate dalla continua condanna dell'omosessualità vissuta e
praticata da parte della dottrina ufficiale - che il fatto di essere quì,
ora a leggere queste strampalate note mi sembra un miracolo. Ma è
anche il segno tangibile che non siamo sbagliati, non siamo malati,
se nonostante tutto tanti gay, tante lesbiche continuano a
sperimentare l'amore di Cristo ed a viverlo nelle loro vite (quante
storie meravigliose abbiamo condiviso ad Albano, al 1° Forum delle
associazione omosessuali cristiane)!
Per questo e per tanto altro, per la mia vita passata e per quello che
mi riserverà il futuro, per l'Amore che ho conosciuto e per quello che
cercherò di continuare a condividere nella mia vita, grazie Dio per
avermi fatto gay.
 Canto
Noi trionferemo
Noi trionferemo noi trionferemo un trionferemo un dì
O sì, nel mio cuor son certo che noi trionferemo un dì.
Noi vivremo in pace (3 v.) Un dì
O sì, nel mio cuor son certo che noi vivremo in pace un
dì.
Mano nella mano (3 v.)
O sì, nel mio cuor son certo che
mano nella mano un dì.
 Preghiere dei fedeli libere (dopo ognuna si intona il canone)
 Lettura conclusiva:
Romani (8, 28-39)
Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che
amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché
quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad
essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il
primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha
anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli
che ha giustificati li ha anche glorificati.
Che diremo dunque in proposito? Se Dio è per noi, chi sarà contro di
noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per
tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà
gli eletti di Dio? Dio giustifica. Chi condannerà? Cristo Gesù, che è
morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per
noi? Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la
tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il
pericolo, la spada? Proprio come sta scritto:
Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno,
siamo trattati come pecore da macello.
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui
che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né
angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza
né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore
di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.
 Canone
Dio è amore
Dio è amore
Dio è amore, osa amare senza timore, Dio è amore, non temere mai
 Canto finale:
Il canto del mare
Cantiamo al Signore,
stupenda è la sua vittoria.
Signore è il suo nome.
Voglio cantare in onore del Signore
perché ha trionfato, alleluia.
Ha gettato in mare cavallo e cavaliere.
Mia forza e mio canto è il Signore,
il mio Salvatore è il Dio di mio padre
ed io lo voglio esaltare.
Dio è prode in guerra, si chiama Signore.
Travolse nel mare gli eserciti,
i carri d'Egitto sommerse nel Mar Rosso,
abissi profondi li coprono.
La tua destra, Signore, si è innalzata,
la tua potenza è terribile.
Si accumularon le acque al tuo soffio
s'alzarono l'onde come un argine.
Si raggelaron gli abissi in fondo al mare.
Chi è come te, o Signore ?
Guidasti con forza il popolo redento
e lo conducesti verso Sion.