2014 Corriere dell`arte P.I. 06956300013

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2014 Corriere dell`arte P.I. 06956300013
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P E R I O D I C O
D I
C U L T U R A
E
I N F O R M A Z I O N E
I.P.
Fondato da Carlo Accossato nel 1994
L’arte di
vendere
l’arte
autentica
Corso Tassoni, 56 - Torino
Tel. 011 4377770
www. santagostinoaste.it
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CORRIEREdell’ARTE
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ARTS
Anno XVIII - n° 4 - Venerdì 24 Febbraio 2012
€ 2,50
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1994 – 2012 Il Corriere dell’Arte compie 18 anni e diventa quindicinale
Al Museo Accorsi - Ometto di Torino
Lo splendore candido
G IAN G IORGIO M ASSARA
el 1997 Gianfranco
Fina – dedicandolo
con riconoscenza al
padre Aldo - pubblica la storia dei maestri argentieri del
XVIII secolo. La data conclusiva dell’opera è il 1796,
anno di morte di Vittorio
Amedeo III; il saggio di Fina così conclude: “Sarebbe
interessante continuare a leggere negli archivi i pagamenti... capire i rapporti tra
Juvarra e gli argentieri torinesi” (cfr. Fina “Maestri argentieri e argenterie alla corte di Carlo Emanuele III e di
Vittorio Amedeo III”). L’occasione per continuare la ricerca si concretizza oggi nel-
N
la bella mostra “Argenti Sabaudi del XVIII secolo”
ospitata nella sala dei Pannelli Cinesi di Palazzo Accorsi. Si tratta di oltre 200
pezzi – in parte già presenti
alla mostra del Barocco del
1963 – fra i quali figurano la
coppia di candelabri di C.
Bartolomeo Minutto provenienti da Palazzo Madama e
i sei piatti ebraici, assai leggeri, decorati a festoni e a
triallages, usati per celebrare il pranzo della Pasqua.
Ma i grandi pezzi sono legati a nomi di eletti argentieri,
da Andrea Boucheron autore
di una raffinata “Tazza da
puerpera” a P.Antonio Paroletto che nel 1760 firma due
“Zuppiere” coronate da tro-
dell’argento
fei di caccia di raffinatissima esecuzione. Nel
1782 il futuro Zar
Paolo I e la consorte
Maria Sofia soggiornano a Torino, regalmente
ospitati nell’attuale via
Santa Teresa; incantati
entrambi dall’arte piemontese commissionano opere agli scultori
Collino e a Giovan
Battista Novalese
parte del “Servizio
Turinskij” composto di bel 220
pezzi dei quali
solo cinque sopravvivono; in
mostra si può ammirare il “Rinfrescatorio” (1785) do-
“Caffettiera Caretto” eseguita da
Giovan Battista Tana probabilmente
per il Marchese Carlo Tete del Carretto, 1760 ca, una delle più belle
caffettiere conosciute, a dimostrazione del livello qualitativo degli argentieri della Torino settecentesca.
© Museo Accorsi – Ometto, Torino
minato dal muso di un leone,
corone e fregi naturalistici.
Recenti studi attribuiscono a
Giovan Battista Tana la realizzazione della caffettiera
che figura sulla copertina del
catalogo, di proprietà del
Museo stesso; ornata con il
blasone dei Marchesi del
I disegni di Gustav Klimt allo Spazio Oberdan di Milano
Nell’era della riproducibilità
tecnica e dell’imitazione manuale
ROSA CARNEVALE
l 14 luglio del 1862 a Baumgarten
(all’epoca ancora un sobborgo di
Vienna, oggi un distretto della capitale austriaca) nasceva Gustav Klimt.
Sono passati 150 anni e la fortuna del
massimo esponente dell’Art Nouveau
non ha conosciuto soste in crescendo.
Fino a diventare vera e propria moda.
Ci sono pochi artisti al mondo che pos-
I
sono vantare un così grande numero di
riproduzioni delle proprie opere. Il suo
celebre “Bacio” occupa le pareti di moltissime case. Stampe, cartoline, poster,
gadget di ogni tipo dedicati ai suoi lavori popolano bookshop e negozi di tutto il mondo. Non si può certo dire che
Klimt non abbia dovuto fare i conti con
l’epoca della riproducibilità tecnica.
Oggi però, a Milano, si trova a scontrarsi anche con l’imitazione manuale.
In occasione delle celebrazioni del 150°
anniversario della nascita dell’artista, lo
Spazio Oberdan dedica infatti a Gustav
Klimt una mostra sui
Disegni intorno al
Fregio di Beethoven
con tanto di copia in
scala 1:1 del Fregio
stesso, il cui originale è da sempre custodito in una sala
del Palazzo della Secessione di Vienna.
Guidate da Maria
Porro, un team di
cinque giovani scenografe appena uscite dalle aule dell’Accademia di Brera ha
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Gustav Klimt,
“Nudo di donna in piedi
con la gamba destra sollevata”, 1902 ca.,
gessetto nero.
Collezione Sabarsky,
New York - Berlino
Carretto, reca il classico foro utile per poter frullare la
cioccolata prima di servirla.
Quante sono le zuccheriere
– spesso sormontate dalla
figura di un cinesino – realizzate per la Corte o per i
nobili? Molte. Unitamente
a un fantasioso “Spargizucchero”, a saliere, compostiere, alla caffettiera destinata a Stupinigi, ornata ovviamente con la testa di un
cervo, questi oggetti costituiscono uno dei motivi per
visitare una mostra – che
abbraccia l’anno 1796 –
idealmente dedicata alla Luna per lo “splendore candido del metallo, l’argento”.
Museo Accorsi – Ometto
Via Po, 55 – Torino
“Sacro alla Luna” – Argenti
Sabaudi del XVIII secolo
Fino al 1 luglio
Info: 011 837688
Alla Giampiero Biasutti di Torino, Panta rei
Ubiquità di tempo e pensiero
MIRIAM PANZERI
e il motto che campeggia sulla sommità della GAM di Torino recita “all
art has been contemporary”, allora il
sistema galleristico contemporaneo non può
rinunciare a mostrarsi in linea con i frequenti
cambiamenti, progressisti o retrogradi che
siano. Molteplici si presentano le vie da intraprendere, la prima delle quali è quella di
scommettere su nuovi talenti, scoperti e am-
S
Valerio Adami,
“Pastore e Capraro”
acrilico su tela
mirati e prontamente invecchiati. D’altronde, il XXI secolo è costantemente debitore
delle sorprendenti intuizioni del precedente,
che, si sa, pare avere tutto detto e dimostrato. Un’altra strada è quella percorsa da una
galleria di qualità quale è la Giampiero Biasutti. E, infatti, in risposta al bisogno diffuso di novità, la galleria torinese sceglie di offrire una sorta di performance caleidoscopica in cui opere di artisti affermati in prestigiose sedi museali e che fanno tradizionalmente capo alla galleria stessa, e altri più
giovani, ma già noti al pubblico di fiere e
biennali, dialogano, si confrontano e si spiegano l’una l’altra.
Per più di un mese e mezzo, si dovrà passare e ripassare negli spazi di via della Rocca
per godere di associazioni insolite (Clemente-Guaitamacchi-Knap, ovvero sesso-condizione metropolitanareligione), disegni diversi di una stessa serie (Canossa
series di Clemente), o, semplicemente, osservare dettagli sfuggiti alla prima visita. Panta rei, dunque. Uno scor-
rere continuo che di per sé richiede una presenza umana se non permanente almeno più assidua, una partecipazione del visitatore affinché non sfugga ciò che, inesorabilmente, non può ritornare.
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24 Febbraio 2012
La Libralon sull’asse Genova - Shangai
Gustav Klimt,
Particolare di: Nudo di ragazza vista di fronte,
le mani appoggiate sulla guancia,
1908/1909, matita, Collezione privata
VIRGINIA COLACINO
rosegue il percorso artistico di eccellenza dell’artista torinese Luciana
Libralon, già nota per la sua presenza in numerose personali e
collettive, sempre seguita con
interesse dalla critica di settore.
Due importanti appuntamenti
attendono la Libralon sulla scena nazionale e internazionale:
nel capoluogo ligure l’artista
espone dal 24 al 27 febbraio tre
suoi quadri alla Fiera Mercato
Arte Genova, su proposta della
Satura Art Gallery. Nata nel
1994, l’ Associazione Satura si
è nel tempo connotata a Genova come importante punto di riferimento artistico e culturale
con centinaia di esposizioni,
concerti, conferenze e presentazioni letterarie ed è diventata
un polo di crescita per un dialogo intersemiotico e per i rapporti con altri Paesi nel mondo.
Ed è anche in virtù di tali rapporti che il secondo, importante impegno che attende Luciana Libralon, la vedrà partecipante, a fine maggio, al Festival di Shangai, frutto di una
stretta collaborazione che Satura Art Gallery ha promosso con Present Contemporary
Art di Firenze un’associazione sino-italiana che si propone come punto di riferimento e d’incontro tra soggetti diversi che hanno in comune l’interesse verso
le produzioni artistiche di oggi. Lo scopo è quello
P
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Nell’era della riproducibilità
tecnica e dell’imitazione manuale
ricostruito minuziosamente l’opera monumentale. Trentaquattro metri di pittura che corrono lungo tre pareti raccontando in una sequenza ritmica il desiderio di felicità e le sofferenze del genere umano, la lotta con le forze ostili
che ostacolano l’uomo e l’apparizione
della poesia consolatrice che eleva i
sensi fino alla pace assoluta. Una trovata sicuramente spettacolare quella di
riprodurre nelle sale milanesi il Fregio
viennese. Forse una strategia per ammaliare i visitatori più ingenui e per ripagarli di una visita ad una mostra che
altrimenti potrebbe sembrare molto povera. Sono solo diciotto i disegni giunti a Milano a raccontare il lavoro preparatorio di Klimt al Fregio di Beethoven. Opere scelte da un corpus immenso che testimoniano l’importanza
del disegno per l’attività artistica dell’artista viennese. Matite e gessetti tracciano linee sinuose e vibranti. Le figure, esili e delicate, tendono quasi a smaterializzarsi, finemente delineate sui fogli con esiti di rara sensualità. Il percorso della mostra si completa con una
sala dedicata all’opera grafica degli ar-
tisti della Secessione con alcuni numeri di “Ver Sacrum”, la rivista uscita a
Vienna tra il 1898 e il 1903 vera e propria palestra e campo sperimentale degli artisti e letterati che parteciparono
al movimento. Pochi i pezzi anche in
questa sala dove spiccano alcuni bellissimi manifesti di Leopold Stolba e
Koloman Moser per le esposizioni secessioniste. Viene da chiedersi che fine farà la copia milanese del Fregio al
termine dell’esposizione e se non era
forse evitabile un così grande dispendio di energie a supporto di una mostra
estremamente limitata negli intenti e nei
numeri. Per festeggiare degnamente in
Italia l’opera di Klimt nell’anniversario
della sua nascita intanto rimandiamo alla grande mostra dedicata all’artista
viennese e all’architetto nonché interior
designer Josef Hoffmann che approderà tra poche settimane al Museo Correr
di Venezia direttamente dalla Galleria
del Belvedere di Vienna.
Spazio Oberdan
Viale Vittorio Veneto 2, Milano
Gustav Klimt.
Disegni intorno al fregio di Beethoven
Fino al 6 maggio
Info: www.klimtmilano.com
in corso fino al 26 febbraio presso la Galleria Arte Città Amica una mostra che
propone circa 60 opere di quattro artisti
uniti da un unico collante, l’arte: Sergio D’Alessandro dall’ occhio sensibile e dalla percezione acuta merita un posto di primo piano nel
panorama artistico contemporaneo. Angela Panero, dopo un primo studio della luce non solo
impressionista, passata alla pittura e si dedica
alla figura umana. Walter Tesio, paesaggista di
natura, dipinge principalmente ad acquarello o
con tecniche miste, il risultato delle sue opere
È
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Ubiquità di tempo e pensiero
Di conseguenza, i cortocircuiti Adami-Merz-Guaitamacchi o il fronteggiarsi di un Chia né naïf né mitologico, ma in apparenza naturalmente tale, e di un Griffa che mette in moto
un rimando concettuale di non finito
pittorico e riflessione sulla sezione
aurea, fotografano momenti cruciali
degli ultimi quarant’anni della storia
dell’arte italiana a risonanza internazionale e ancora in fieri. Ciò aiuta a
Luciana Libralon
di unire, nell’arte, lo spirito imprenditoriale e le forze economiche dell’ Italia e della Cina. Sull’asse
dunque Genova - Shangai Luciana Libralon cala le
sue carte per confrontarsi con realtà più allargate e
far conoscere le sue creazioni.
distaccarsi provvisoriamente dal principio del secolo breve per affrontare
in maniera complessiva uno spaccato frammentario, eterogeneo e, tuttavia, non disunito, almeno per ragioni
storiche.
Inoltre, il continuo divenire lascia spazio ad aggiunte finali, a ingressi inaspettati, quali Tabusso e Maurizio Galimberti, il quale con il suo ritratto di
Rotella a mosaico di
Polaroid (2005) include
in sé altri significati del
Centro artistico Culturale Arte Città Amica
Dal paesaggio alla figura umana
sono fresche e piacevoli e Pietro Giorgio Viotto con il suo mondo fantastico, irreale, presentato con delicate raffigurazioni di atmosfere rarefatte e sognanti.
Arte Citta’ Amica
Via Rubiana n. 15 - Torino
Personali di D’Alessandro, Panero, Tesio e Viotto
Fino al 26 febbraio
Info: 011 7717471
Sotto, da sinistra: Pier Giorgio Viotto, Angela Panero e Sergio D'Alessandro
In alto: Walter Tesio
progetto espositivo sotteso a questa
intrigante collettiva.
Galleria Giampiero Biasutti
Via della Rocca, 6/B - Torino
Panta Rei
Fino al 24 marzo
Info: 011 8158776
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24 Febbraio 2012
In chiusura a Torino il Padiglione Italia della Biennale
Tutti sotto il grande tendone: perplessi
ELIO RABBIONE
sto padiglione curato dal fantasioso Sgarbi – la direzione artiultimo appuntamento stica affidata a Giorgia Cassini, il
ufficiale è per domeni- coordinamento generale a Giorca prossima, 26 feb- gio Grasso -, se n’è parlato e ha
braio, quando Vittorio Sgarbi ac- scosso gli animi, ha confezionacompagnerà in visita Emmanue- to punte non trascurabili di visile Emanuele, Presidente della tatori, ha lanciato messaggi, ha
Fondazione Banca di Roma, e proposto riflessioni, ha irrobustiPiero Fassino, sindaco di Torino: to presenze. Ad aggirarsi tra i fredpoi, il Padiglione Italia a
Torino, ramo prolifico della Biennale veneziana,
chiuderà i battenti. Punto
e a capo, ci rivediamo in
massa al prossimo appuntamento. Si chiude la kermesse (o un gioco? una sfida?) che inalbera “l’arte
non è cosa nostra”, cade il
sipario sulla vetrina che in
un’unica ventata artistica
ha aperto a tutti, allineando inizialmente, a metà del
dicembre scorso, circa settecento partecipanti, per
sfoderare alla chiusura un
ventaglio che sbaragliava
quel dato e lo allargava a
1300. Nomi notissimi e
meno noti, taluni in cerca
di fortuna la più varia, cognomi dissimi spazi dell’area, mentre
con una speranza del domani, ten- gruppuscoli discutono e s’anitativi, affermazioni, conferme, oli, mano dinanzi a questa o quell’ofumetti, fotografie, bronzi, in- pera, si butta l’occhio sullo stato
stallazioni. Venghino, signori, di salute dell’arte piemontese, sui
venghino. Il gran circo dell’arte, tanti che ne fanno parte – non cercon i suoi numeri tutti da applau- to su tutti -, ci s’incappa nell’indire, con i suoi coni d’ombra, co- teresse e nella perplessità, nel deme è forse naturale che sia, pron- siderio d’approfondire, nella cuti alla redenzione. Nell’allungo riosità. Sempre in un affastellardel finale, qualcuno, correndo an- si che sa di pulizia e non di prescora verso la partecipazione, si sioni o di preferenze, fatto salvo
carica sulle braccia la propria ope- il desiderio che quella partecipara e la correda di un cartellino zione non sia per qualcuno il biesplicativo, qualcuno non fidan- glietto da visita del punto d’arrido più in un’assicurazione pro- vo, della quotazione rimpolpata,
tettiva ha già lasciato libero il pro- della partecipazione lustrata alprio spazio di celebrità. Ma è co- l’eccesso. C’è il messaggio relimunque stato un successo, que- giosamente tormentato di Carlo
L’
Caputo ed il viso femminile di
Angela Betta Casale, l’ottimo informale di Giorgio Flis, la grande tela di Diego Scursatone che
con intelligenza e tecnica modernissima fotografa la realtà cittadina, Andy dei Blue Vertigo che
rivisita il Bacco caravaggesco come a Caravaggio (alle tele di S.
Luigi dei Francesi) si rifà egre-
giamente un autore anonimo, dal
momento che il suo cartellino con
nome e titolo qualcuno lo ha fatto sparire. Significativi sono gli
“Spettri nell’armadio” dell’astigiano Emanuele Mannisi, carta
da parati che intrappolano vecchie immagini di case fatiscenti,
la “Figura nella rete” chiusa nel
bronzo di Sergio Unia, la “Guernica” rivista da Corrado Alderucci, gli uomini d’affari con le
ventiquattr’ore, i cellulari e le loro ombre sull’asfalto, anonimo
pure questi per il trafugamento di
cui sopra, la ricchezza cromatica
di Sesia della Merla o l’acquerello di Adelma Mapelli, le presenze importani di Martino Bissac-
co, Claudio Rotta Loria, Mirandolina, Anna Maria Miccoli, Giuseppe Pitruzzello, Flaviana Chiarotto, i sempre più convincenti
nudi di Renata Ferrari. E ancora
Ciro Palumbo con i suoi oggetti
geometrici coloratissimi tra un
mare ed un cielo stellato (in attesa della sua prossima mostra, a
maggio, al palazzo Marenco di
Torino), le navi di Alfano e gli animali della Ribezzo ripensati oggi tra resine e perlescenze, Christian Fogarolli che rivisita Bacon
e Tomaso Tommasi che rivisita
De Chirico con il suo “Bellerofonte”. Ma ti capita pure d’imbatterti nei “Green flowers” di
Roberto Combi, una gabbia dalla cui sommità penzolano contenitori con un’apertura tipo casco
da palombaro, in una (ridicola?)
colonna di lattine di Coca Cola
che rappresenterebbe “il mondo
alla frutta”, un imbellettato papa
Ratzinger, con orecchino e rossetto, fissato nell’atto di sparare
(“Vatigun” di Pep Marchegiani:
e non è il messaggio antireligioso a toglierti il sonno). Ci si imbatte in un paio di tori contorsionisti (e anonimi) su cui qualche
piccione furtivamente entrato ha
già lasciato il proprio ricordo, negli “Sci-ppati” di Alfredo Aceto
di cui forse non ci arriva il criptico messaggio (ironia allo stato puro?), nella bara rosa di Daniele
Alonge (“Morto in partenza”) con
annessi mappamondo e motore
di barca cui un attento (quanto interessato) visitatore ha aggiunto
un bigliettino pubblicitario di
un’impresa di pompe funebri alle porte di Torino… Allora ci si
chiede se l’entrata libera è necessaria e se l’Arte non meriti un’attenzione maggiore, prima di essere cacciata sotto il troppo accogliente tendone del circo.
MACRO Testaccio – La Pelanda
La ragazza dagli occhi verdi
FABRIZIO FLORIAN
olti dei nostri lettori
ricorderanno sicuramente una foto simbolo apparsa sulla rivista National Geographic e che ha fatto il giro del mondo: una ragazza afgana dagli splendidi
occhi verdi, icona di un paese
devastato dalla guerra.
L’autore di questa foto era Steve McCurry, uno dei maestri
della fotografia contemporanea
che per molti decenni fu inviato su mille fronti di guerra, da
Beirut alla Cambogia, dal Kuwait all’ex Jugoslavia, all’Afghanistan, a testimoniare gli effetti e le conseguenze dei conflitti in tutto il mondo.
Un’occasione da non perdere
quindi questa grande mostra di
Steve McCurry negli spazi della Pelanda al Macro Testaccio,
curata da Fabio Novembre e
M
promossa dall’Assessorato
alle Politiche Culturali e
Centro Storico di Roma Capitale - Sovraintendenza ai
Beni Culturali, dal MACRO
Museo d’Arte Contemporanea Roma, e da CIVITA,
con la collaborazione dell’Agenzia SudEst57.
Sono oltre 200 le fotografie
che ripercorrono la carriera
di questo artista e se è indubbio che l’immagine della ragazza afgana dagli occhi
verdi è quella più famosa,
non si può rimanere indifferenti alle altre opere presenti, frutto di un lavoro ormai
trentennale, come anche di
fronte ai progetti più recenti
mai visti in Italia: the last roll
con le 32 immagini scattate
in giro per il mondo utilizzando l’ultimo rullino prodotto dalla Kodak, gli ultimi
viaggi in Thailandia e in Bir-
Steve McCurry, Sharbat Gula,
ragazza afgana al campo profughi di Nasir Bagh vicino a Peshawar,
Pakistan, 1984
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L’Expo 2015 fatica
a mettersi in moto
...e il tempo stringe
La Darsena di Milano oggi
ROBERTO ROVEDA
Expo un suo appannaggio
personale, un osso da divideExpo 2015 si avvi- re il meno possibile con altri,
cina a grandi passi, meno che meno con il Coma bisogna essere mune di Milano, oggi guidadegli inguaribili ottimisti per to dal “nemico” Pisapia. Nepoter dire che Milano si sta mico che per lo meno un propreparando adeguatamente a getto che si inserisce nel proun evento tanto importante. A gramma dell’esposizione è riquasi quattro anni dal 31 mar- uscito a metterlo in moto. A
zo 2008, giorno in cui l’E- inizio febbraio, infatti, Pisasposizione universale è stata pia e l’Amministratore Deleaggiudicata al capoluogo lom- gato di Expo 2015 Spa Giubardo e a meno di tre dal gior- seppe Sala hanno presentato
no dell’inaugurazione, previ- a Palazzo Marino l’atteso piasta per il 31 marzo 2015, so- no di riqualificazione della
no pochi i segni tangibili che Darsena di Milano - l’antico
qualcosa si stia muovendo ve- porto del capoluogo lombarramente. Una stasi che risul- do da anni oramai abbandota evidente anche semplice- nato a se stesso e in attesa di
mente visitando il sito dell’e- sistemazione - e dell’area
sposizione milanese, www.ex- contigua. Si tratta del punto
po2015.org, dove a domina- di partenza del più generale
re sono più le belle parole che progetto delle Vie d’Acqua, il
altro. Si lavora a nuove linee complesso di interventi di vadella metropolitana che diffi- lorizzazione paesaggistica e
cilmente saranno finite per il ambientale degli spazi aperti
2015 e si inaugurerà il poco nella cintura Ovest della citche sarà terminato, come si è tà, dei Navigli e della rete irsoliti fare in queste occasio- rigua che Expo 2015 lascerà
ni. Anche il clima cittadino, il in eredità a Milano e alla
coinvolgimento della cittadi- Lombardia. I lavori della sinanza non appare quello di stemazione della Darsena douna città che si sta preparan- vrebbero cominciare all’inido a un evento mondiale e in zio del 2013, per concludersi
grado di ridare lustro alla Mi- entro dicembre 2014. In tal
lano appannata e asfittica de- modo tutto sarà pronto per
gli ultimi anni. Si è perso un l’appuntamento con l’Esposacco di tempo in litigi tra po- sizione Universale. E solitici e cordate imprenditoria- prattutto, se tutto andrà coli per decidere chi dovesse te- me promesso, Milano acquinere il bastone del comando sterà uno spazio vivibile,
dell’operazione Expo e anco- verde, con piste ciclabili in
ra oggi non si capisce bene una zona centrale del suo
che ruoli svolgeranno gli at- tessuto urbano. Un piccolo
tori in campo. O meglio si è tassello, ma almeno è un secapito che il governatore del- gno che qualcosa si sta muola Regione Lombardia, Ro- vendo, almeno a livello di
berto Formigoni, considera amministrazione milanese.
L’
mania con una spettacolare serie di immagini dedicate al
Buddismo, un lavoro inedito su
Cuba e una selezione del suo
«omaggio all’Italia».
Di grandissimo impatto l’allestimento voluto dal curatore: le foto sono state scelte
non con criteri spazio-temporali, ma per assonanza di soggetti e di emozioni, cercando
i fili comuni e gli impensabili legami che accomunano
luoghi e persone seppure in
latitudini diverse. Un villaggio nomade con una serie di
volumi che si compenetrano
tra loro per restituire quel senso di umanità che si respira
nelle foto di McCurry.
MACRO Testaccio - La Pelanda
P.za Orazio Giustiniani 4 – Roma
Steve McCurry
Fino al 29 aprile
Info: 06 0608
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24 Febbraio 2012
Alessandro Mazzuca alla Unique Galerie d’Art
Azzurro, arancio e viola, pulsioni cromatiche Un pensiero
MASSIMO OLIVETTI
lberi azzurri, alberi aranciati, alberi viola, alberi che in natura non vediamo, ma in realtà esistono come
fremito dei colori. Si dice quasi in senso
spregiativo o riduttivo di colorismo, quasi
equiparandolo ad un voluto effettismo.
Alessandro Mazzuca in questa accezione
non è un colorista, lui tratta il colore. Riesce a sentirlo, forse attraverso una retina
particolare, riesce a sentire il colore den-
A
tro il colore, perché ne ricerca le vibrazioni interne, i punti caldi e i punti freddi, quasi a far una radiografia ai suoi alberi, ai suoi
prati, ai suoi cieli.
A norma dovrebbero esserci estranei, a
norma dovremmo trovarli distanti dai loro omologhi naturali, a norma dovremmo
parlare di astrazione coloristica. A norma, ma come diceva Leonardo il pittore
è colui che può mettere il mare dove c’è
la montagna, perché interpreta l’anima
delle cose e non semplicemente il loro
aspetto. Gli alberi, i prati, i cieli di Alessandro Mazzuca ci sono invece familiari, vicini, reali, quanto più reali possibile. Si può riconoscere quella collina, quel
prato, quel pino marittimo, perché lui li
ha connotati, filtrati e resi alla nostra percezione estraendo dalla corteccia, dalle
fronde, dall’erba, le pulsioni cromatiche
che dentro di loro esistono e che i nostri
occhi raramente osservano, forse solo in
tramonti speciali o in rare aurore.
E’ ovviamente l’olio il primo referente
per i suoi lavori. Solo con la sua
liquida trasparenza si può riuscire ricreare la variazione del cromatismo e contemporaneamente
costruire la sensazione di una materia in movimento, fluida e viva.
Alessandro Mazzuca lo tratta con
vigore. Scelta la tavolozza lo stende con forza, senza ripensamenti,
armonizzando braccio, pennello,
spatola, alle medesime vibrazioni, che i suoi occhi hanno colto
per trasmetterle alla tela.
Unique Galerie d’Art
di Patrick Caputo
C.so Vittorio Emanuele, II 36 – Torino
“Colori, luci e armonie”
personale di Alessandro Mazzuca
dal 2 al 30 marzo
Info: 011 5617049
Alessandro Mazzuca, “Alberi azzurri”
l 4 febbraio, sfidando
l’intenso freddo polare,
la Tinber Art Gallery di
Pragelato ha inaugurato la
mostra “Maestri d’Arte Contemporanea”.
La Galleria ha promosso una
selezione limitata di artisti,
costituita da 30 lavori di varia tecnica (olio, acquerello,
acrilico e tecnica mista), scelti per lo stile che li contraddistingue nell’ambito dell’arte contemporanea. I tratti comuni che accomunano queste
I
Tinber Art Gallery @ Pragelato
per Luigi Toppino
iao Top! Le vie
del borgo sono
silenziose e un
pallido sole che vi fa
capolino non riesce a riscaldarle. Questa “cornice” di gallerie d’arte,
antiquari, mercanti e
negozianti è triste, perché quel silenzio ci assorda e trafigge i cuori
per la perdita di un caro amico. Tu, che con
semplicità disarmante
regalavi sempre un sorriso e una buona parola. Tu, che seduto alla
scrivania della galleria
di via della Rocca, eri
un punto di riferimento
per tutti. Tu, che nelle
fredde giornate d’inverno indossavi cappotto e cappello e
curiosa appariva la somiglianza con il grande Pinot
Gallizio. Top, il vuoto che hai
lasciato è grande e la tua e la
nostra “cornice”, adesso, è
C
gamma cromatica unita ad un
segno libero e incisivo, emananti un soffio di disadorna
felicità. Proseguono l’esposizione i lavori astratti di Arielle Thomas, i quali manifestano una sintesi estrema e allo stesso tempo sensibile e
raffinata della disposizione
delle masse cromatiche. Con essi contrastano elegantemente
i lavori di Gianni
Bertola: l’artista, attraverso il ritratto di
fanciulle sorridenti
elabora, con la tecnica antica della tempera, una singolare
fusione tra realtà e
fantasia. Infine, gli
oli su tavola di Flaviana Chiarotto,
fortemente caratterizzati da una personale ispirazione impressionista, creano
vibranti emozioni
cromatiche.
All’interno della sala Moiani, contraddistinta dalla volta a
crociera e da un caldo e accogliente colore dorato, aprono l’
esposizione i lavori
di Elena Piacentini:
la carta e la tecnica
mista raccontano silenti moti dell’animo
e realtà sconosciute
e intriganti. Fortemente efficaci gli oli di Francesco
Campora, i cui tasselli cromatici intrecciano un dialogo biunivoco tra lo spettatore e l’artista. Le opere di
Jean François Béné emanano da parte loro una atmosfera algida e affascinante,
che accorda infiniti strati di
sabbie alpine e smalti per
creare immagini rarefatte di
luoghi straordinari. Diversa
e tranquillamente rassicurante la pittura ad acquerello di
Piergiorgio Malano, fondata sul recupero della memoria cancellata e restituita dalla ricostruzione artistica mimetica. Mariangela Redolfini posa lo sguardo su saldi
comignoli e silenziosi strumenti musicali, trasformati in
oggetti incantati da una stesura appassionata di colori
caldi e palpitanti. Concludono l’efficace rassegna di tecnica ed emozione le nature
morte ad acquerello di Lidia
Delloste, la cui fermezza e
costanza traspaiono dalle
complesse carte raggiungendo un livello di maestria superiore. (el.pi.)
Tinber art Gallery
Via Albergian 20
Souchères Hautes - Pragelato
Maestri d’ Arte Contemporanea
Fino al 18 Marzo
www.tinberartgallery.it
sbeccata. Ma con il tuo permesso cercheremo di ripararla superando gli ingombri della vita.
I colleghi dell’Associazione
A.L.P.G.A.M.C.
Galleria Martinarte - Torino
Da cosa nasce cosa
ANDREA DOMENICO TARICCO
in dall’Ottocento, l’occidente ha dimostrato un
interesse particolare per
la cultura giapponese. Pensando infatti ad artisti come Vincent Van Gogh o Henri De Toulouse-Lautrec, sino alle dinamiche Sintetiste, atte a riscoprire la purezza della linea di
contorno, che rimandavano direttamente alle stampe nipponiche od alle vetrate gotiche,
l’avvicinamento al mondo
orientale, ed in particolare a
quello giapponese, fu determinante. Premesse che introducono la mostra inaugurata alla
Martinarte, in cui, antiche xilografie giapponesi, tornano alla ribalta, attraverso un processo di modernizzazione attuato da Enzo Bartolone. Il titolo della mostra “Salvati dal
Fuoco” descrive completamente il significato del suo processo realizzativo, scaturito dal
desiderio di riportare in vita ciò
che si credeva perduto. L’artista racconta che anni fa fu interpellato da un collezionista,
per una perizia tecnica, per valutare l’entità del danno provocato da un incendio su queste xilografie giapponesi. Anche se il fuoco le aveva danneggiate notevolmente, i frammenti sopravvissuti erano stati ritagliati accuratamente ed incollati su carta ruvida, riportando alla luce le vedute del Fuji di Hokusai, le scene notturne di un giardino di Utagawa
Sadahide o la serie di donne
virtuose e sagge di Ichiyùsai.
La loro dimensione senza tempo sublima nell’essere, condu-
La qualità del segno S
opere sono: la qualità del segno, la forza del colore e parallelamente – la forza della sua non-presenza.
La sala Vejo, raccolta e fortemente caratteristica, fa da
sfondo ai lavori di Piero Bertin, tavole caratterizzate da
una esclusiva e essenziale
Luigi Toppino a destra
con il figlio Alessandro
cendo alla riscoperta dell’interiorità, sino alla perdita totale
dell’ego, in cui avviene la ricerca del silenzio e di un animismo finalizzato ad accettare
l’universo e le cose così come
sono. Caratteri di un mondo
non troppo lontano che , per
merito della loro frammentazione, si rivitalizzano, proiettando, nella luce del rinnovato
carattere formale, un significato nuovo, moderno, figlio d’un
ripristino neo-avanguardista,
ma di matrice concettuale. Ecco allora che i lontani paesaggi arcadici, le scene del teatro
kabuki, di samurai o di lottatori di sumo, si tingono d’un dinamismo inaspettato, quasi come istantanee o piani ravvicinati del cinematografo, che isolano il volo degli uccelli o la
caduta delle foglie, attualizzandole. L’operazione di Bartolone è stata quella di staccarli dal supporto e di sospenderli nel vuoto, in una cornice speciale. Per mezzo di questa passione, di questa calma, di questo amore per l’arte, i nuovi
frammenti essenzializzano il
modo di concepire il mondo, in
cui oriente e occidente, antico
e moderno, vicino e lontano,
convivono in un solo attimo.
La casualità ha preso forma nei
suoi intrecci misteriosi, consentendoci di assistere ai suoi
inaspettati miracoli.
Galleria Martinarte
C.so Siracusa 24 - Torino
Salvati dal fuoco.
Cocci di xilografie
giapponesi dal 1600 al 1900
Mostra conclusa
Info: 011352427
corriere4__ 16/02/12 13:24 Pagina 5
CORRIEREdell’ARTE
COURRIER
DES
24 Febbraio 2012
M
5
Luigi Ghirri, il concetto e l’immagine
Intervista a
Sarah Cosulich Canarutto,
nuova direttrice di Artissima
DAVIDE TAURO
OLIVIERI
ercoledì 15 febbraio si è tenuta,
presso il Circolo
dei Lettori, la presentazione della neodirettrice di Artissima: Sarah Cosulich Canarutto. Per i gerontocratici parametri italiani è giovane e ha un folto curriculum che, con le origini triestine, non le attribuisce un
carattere né altero né schivo ma essenzialmente ottimista, cordiale e venato da
una percettibile timidezza
che non guasta.
In occasione delle fiere
d’arte contemporanea mi
domando spesso se sto assistendo al battesimo di
una nuova arte, al matrimonio d’interesse fra
l’arte e il mercato, o al
funerale dell’arte. Secondo lei a che cerimonia
potrebbe essere equiparata una fiera?
Un funerale non direi perché credo profondamente
nell’arte contemporanea.
Tendo a essere sempre ottimista e cerco di trovare delle soluzioni piuttosto che di
vedere gli aspetti negativi.
Le fiere hanno le loro ragioni. Esistono e sono fondamentali per il mercato. Il
mercato sostiene l’arte e
quindi le fiere fanno parte
di questa filiera. Di conseguenza la mia tesi è assolutamente matrimoniale.
Le fiere non le danno l’impressione che l’autentico
evento creativo sia altrove, mentre quello presentato sia dettato esclusivamente dalle opportunità
offerte dalle gallerie internazionali responsabili
nel contempo di imprimere una direzionalità a volte limitante nel campo
d’azione dei curatori?
Non credo anche se le fiere
possono risultare problematiche. La presentazione
dell’arte è complessa nel
senso che nel momento in
cui il mercato è protagonista e le gallerie devono vendere s’impone una certa
presentazione delle opere
che non è sempre quella
ideale. Sicuramente la visione dell’arte in una fiera
è diversa rispetto quella che
si può avere in un museo o
in una mostra. Questo è un
elemento importante ma
non necessariamente limitante; è un elemento con il
quale convivere. Indubbiamente selezionare le gallerie e cercare di assicurarsene di alto livello qualitativo permette di presentare
le opere in un modo mi-
Pagina
Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea
ESCLUSIVA
A CURA DI ADRIANO
ARTS
ell’ambito del progetto Le scatole viventi / The Living Boxes, a
cura di Andrea Bellini, il Castello di Rivoli, in collaborazione con il Fondo di Luigi Ghirri, presenta la mostra Luigi Ghirri – Project Prints. Un’avventura
del pensiero e dello sguardo, a cura di
Elena Re. LUIGI GHIRRI (Scandiano, Reggio Emilia, 1943 – Roncocesi, Reggio
Emilia, 1992) ha prodotto per più di vent’anni, dal 1970 al 1992. Autore fra i più
importanti e influenti nello scenario della fotografia contemporanea, inizia il suo
lavoro nell’ambito dell’arte concettuale
e le sue ricerche presto lo conducono a
essere noto internazionalmente.
Attraverso un’ampia selezione di project
prints – le prime stampe a contatto che
Ghirri aveva realizzato per visualizzare
il proprio lavoro – la mostra offre un percorso, di fatto inedito, sui principali progetti di ricerca fotografica sviluppati dall’artista dal 1980 al 1992, anno della sua
prematura scomparsa. Parallelamente –
attraverso una raccolta di maquettes di
opere da lui realizzate negli anni Settanta, cui si uniscono numerosi scritti, oggetti e documenti originali conservati nel
suo archivio – la mostra approfondisce
ulteriormente la questione nodale del progetto nell’opera di Luigi Ghirri, diventando nel complesso un singolare momento di riflessione sul pensiero, sulla
poetica e sulla visione progettuale dell’autore. Una visione che ha aperto un
nuovo scenario, che è entrata a far parte
di un dibattito culturale di ampio respiro
e che costituisce tutt’oggi un punto di riferimento essenziale per gli artisti della
nuova generazione.
N
ph. Sabina Arena
gliore e consente di creare
degli stand interessanti anche per il pubblico. È altresì vero però che il pubblico che per la prima volta viene a vedere l’arte contemporanea in occasione di
una fiera può, in alcuni casi, trovarsi in difficoltà a
causa della compresenza di
tante opere. Questo può
creare confusione ma è al
tempo stesso un’opportunità perché in nessun luogo,
se non in una fiera, si ha
l’occasione di ammirare
contemporaneamente tanti
artisti e gallerie. Ovviamente la programmazione
culturale di un museo richiede tempi di programmazione e presentazione
delle mostre molto diversi.
Quindi da un certo punto di
vista l’organizzazione fieristica è difficile ma da un altro punto di vista è una
grande opportunità. Bisogna saper far convivere i
due aspetti.
Nel mondo occidentale a
nessuno verrebbe più in
mente di perseguitare
un’artista com’è accaduto in passato. È perché
l’arte contemporanea ha
effettivamente impresso
un dinamico cambiamento alla società o perché gli artisti hanno perso la capacità di incidere su di essa?
Secondo me è molto difficile generalizzare; è difficile vedere gli artisti come
schiavi del potere o del
mercato. Forse bisognerebbe guardare la società
e capire che essa stessa si
fa segnare dall’artista con
modalità diverse rispetto a
quelle che si verificavano
nel passato. La società può
essere fondamentalmente
cambiata dagli artisti ma
questi mutamenti non seguono i parametri con i
quali avvenivano un tempo. Noi veniamo cambiati
dagli artisti. Inoltre noi veniamo cambiati dalla realtà che segue ritmi completamente diversi a causa
della comunicazione di
massa e del bombardamento di immagini. Applicare gli stessi parametri di
una volta a oggi è complicato. Bisogna considerare
nel complesso l’influenza
che le immagini possono
esercitare oggi anche in
maniera molto indiretta.
“Modena, 1985 – serie Architetture di Aldo Rossi”, project print, 5.5 x 7 cm
© Eredi di Luigi Ghirri, Courtesy Fondo di Luigi Ghirri
Un’avventura del pensiero e dello sguardo. Il sottotitolo della mostra è un’espressione formulata da Ghirri stesso per
definire la fotografia, una riflessione che
egli introduce nel suo scritto L’opera
aperta, 1984. Un testo fondamentale per
comprendere la sua poetica, oggetto di
una sua conferenza tenuta alla Sorbonne
di Parigi. Il dattiloscritto originale è fra i
documenti esposti in mostra.
In occasione della mostra al Castello
di Rivoli è pubblicato un catalogo, edito da JRP|Ringier, a cura di Elena Re.
Il volume include 200 immagini a colori relative a tutte le opere, gli ogget-
Presentato un importante progetto archeologico italiano
ti e i documenti in mostra, un testo critico della curatrice, interviste ad Andrea Bellini, Paola Ghirri e Massimo
Minini. Il catalogo comprende inoltre
una raccolta di brani tratti dagli scritti
di Luigi Ghirri, in cui l’autore stesso
sottolinea e ribadisce la centralità del
pensiero che precede l’opera.
Castello di Rivoli (Torino)
Luigi Ghirri – Project Prints.
Un’avventura del pensiero
e dello sguardo
Fino all’11 marzo
Info: 011 9565209
pa del tesoro. Sono conservati a Gerusalemme nel Museo d’Israele ed ora
sono in parte accessibili anche su Internet (http://dss.collections.imj.org.il)
affinché tutti possano conoscerli e
commentarli.
Dal 1° febbraio 2012 un’équipe
italiana, diretta da Marcello Fidanzio dell’Istituto di Cultura e Archeologia delle Terre Bibliche di Lugano e professore di Ebraico a Milano
sta studiando e pubblicherà gli importantissimi documenti che finora, a causa delle ripetute guerre, hanno ricevuto studi parziali.
Un lavoro lungo e paziente che certo aprirà interessanti scenari e che ci si augura
trovi i giusti sponsor.
Alla scoperta dei manoscritti
del Mar Morto
MARIA LUISA TIBONE
stato presentato a Roma, a Montecitorio nella Sala del Mappamondo, “Qumran, gli uomini e le pietre”, un progetto italiano di ricerca sulla
più grande scoperta archeologica del Novecento, i cosiddetti Manoscritti del Mar
Morto. Tra il 1947 e gli Anni Cinquanta in
undici grotte della falesia di Qumran, sulla riva nord ovest in
Cisgiordania, furono ritrovati circa
900 manoscritti in
decine di migliaia di
frammenti.
Nel
1959 Roland de
Vaux dell’Ecole biblique di Gerusalemme li riconobbe
come biblioteca degli Esseni, una setta
che intorno al 150
a.C. si era staccata
da Gerusalemme
per praticare in priorità lavoro e preghiera, conservando
l’ebraismo originario, attaccato dall’empia ellenizzazione. Questa teoria,
È
nel proseguire degli studi, apparve solo
parzialmente verosimile, non spiegando la
presenza di decori architettonici, segno di
una ricchezza sconosciuta agli Esseni come attesta anche l’abbondanza di monete
e alcune sepolture in bare che suggerirono il trasporto dei defunti da altri luoghi.
Rinvenuti entro giare di terracotta, i manoscritti sono su pergamena, su papiro e
uno su rame, contenente la cosiddetta map-
Corriere4_6-11
16-02-2012
13:22
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CO RRIEREdell’ARTE
COURRIER
Pagina
6
DES
ARTS
24 Febbraio 2012
Allo Studio Laboratorio di Anna Virando
“Senza vincoli” alla Galleria Velan di Torino
La figura femminile
secondo Catolino
La libertà creativa di undici
artisti contemporanei
ELENA PIACENTINI
M
ercoledi 15 Febbraio lo
Studio Laboratorio di
Anna Virando ha inaugurato la personale del pittore Andrea Catolino. Varcando la soglia
della galleria, un intenso profumo
di colore a olio e trementina introduce il fortissimo impatto cromatico della sfavillante figura: la struttura femminile ritratta in singolare
movimento, quasi atta ad un esercizio coreutico, pare librarsi nell’aria abbandonando il simulacro
del corpo gravato da decise e appassionate zavorre sensuali. La serie, dal titolo “Involucri”, comprende studi di nudi singolari in cui
la pennellata sicura e veloce fa vibrare la composizione finale. Concorre all’esito sconcertante dell’immagine l’effetto ottico dato dagli
accostamenti dei colori primari usati: giallo indiano, rosso di cadmio
chiaro e blu oltremare, trattenuti
da un inusuale grigio di Payne, da
cui fluisce un insieme insolito di
possenti e vigorosi contrasti coloristici. La conferma immediata della moderna figurazione dell’artista
è la scelta dei temi raffigurati nella
seconda sala: tra le altre, si fanno
notare tre grandi tele che ritraggono procaci corpi femminili intenti
a destreggiarsi tra lavori domestici
e pose da sexy pin-up. Giovane artista autodidatta, studente per scelta matura all’Accademia di Belle
Arti di Torino, Catolino specifica
che questi lavori sono studi preparatori per futuri specialissimi
“capolavori”. Egli manifesta celatamente l’adesione al pensiero
contemporaneo dell’oggetto-quadro come bene fruibile in maniera veloce: così il significato dell’Immagine è evidenziato attraverso la scelta di supporti realizzati alla maniera antica quali la
preparazione dei supporti con farine e colla di coniglio e telai essenziali composti da legno riciclato. È così fortemente voluto il
contrasto tra preparazione antica,
soggetto e rigore classico, con i
sottintesi dettami dell’estetica
contemporanea. Sapiente l’equilibrio creato dalla selezione delle 14 tele a olio da parte della proprietaria e curatrice della galleria, che alterna figure statiche legate a stilemi e composizioni puramente accademiche, con altri
lavori tratti dalle serie oggettivamente più potenti e dinamiche.
Qui sopra, “Yeah!” di Andrea Catolino
© l’artista / StudioLaboratorio
Studio Laboratorio
di Anna Virando
C.so Lanza 105
Torino
“Carnalità”
Personale
di Andrea Catolino
Fino al 9 marzo
Info: 011 6601574
Alla Bottega d’Arte Sanremo
Le poesie su tela di Cesare Ravasio
I
naugura domani, sabato
25 febbraio presso la
Bottega d’Arte Sanremo,
la mostra personale di Cesare Ravasio. L’artista nasce a
Bergamo e fin da piccolissimo esprime il suo amore per
la pittura e le basi di una cultura letteraria ed artistica formatasi con lo studio dei pittori italiani e spagnoli
dell’800 e della scapigliatura lombarda lo spronano ad
apprendere un’importante
percorso di ricerca pittorica.
Appassionato viaggiatore, riflette nella sua arte considerazioni profonde. Affascinato da tutto ciò che sa di leggenda, romanticismo e miCesare Ravasio © aut./BdASR
stero, viene attirato dall’amore per la campagna andalusa. Ammiratore della cultura iberica e della costa mediterranea, viaggia spesso in
Andalusia,a Granata, Malaga, Siviglia nella zona dell’Alpujarra in compagnia di
amici musicisti e pittori spagnoli. Negli anni ha partecipato a numerose mostre personali e collettive ricevendo
importanti premi. Dal 2004
collabora con la Galleria NoliArte nella quale espone in
permanenza le sue opere.
Partecipa alle Fiere d’Arte di
Padova 2004, Genova 2005
e 2006, Forlì 2006. Le sue
opere figurano in collezioni
pubbliche e private ed i suoi
lavori, visibili presso la
Bbottega d’Arte Sanremo fino al 9 marzo “esercitano
una tale attrazione nell’intimo di chi le osserva che ci si
sente arricchiti di qualcosa scrive la critica dell’arte Maria Mancuso”. E continua:
“La poesia traspare da ogni
suo tocco come il profumo
di un fiore, i suoi colori trasfigurano la realtà, mostrando quel iato delle cose che si
vede solo con gli occhi dell’anima. Ma poesia sono anche i suoi soggetti densi di
significati, raffigurati con
stravaganti accostamenti come frammenti di una realtà
stravolta e rielaborata dall’estro di artista. Ovunque
sia vissuto o abbia realizzato esposizioni, Cesare Ravasio ha sempre lasciato la
sua traccia, un piacevole ricordo nella memoria di tutti quelli che lo conoscono e
che sentono la mancanza
delle sue poesie su tela”.
(dav. tau.)
Bottega d’Arte
Sanremo
Via Canessa 35
Sanremo (Im)
Mostra personale
di Cesare Ravasio
Dal 25 febbraio al 9 marzo
Info: 0184 574440
CHIARA ACQUA
P
rosegue con buon successo di pubblico e critica presso le sale della
galleria Velan di Torino, la mostra a cura di Willy Darko Senza Vincoli, collettiva che riflette sulla libertà e sulla identità personale, individuale che
viene interpretata come preoccupazione costante degli artisti contemporanei. Nelle opere di Sergio Ùnia, vediamo come le figure femminili siano
protagoniste e come le sue
opere siano pervase da grande
forza e da un tenero amore.
Nei lavori di Michele Pregno
la realtà perde l’imminenza ed
accentua il fascino dell’evocazione, l’artista sollecita ma
non definisce la figurazione
per privilegiare l’identità del
significato insito nel messaggio. Evocativa la ricerca di
Fernando Montà che si sofferma sullo studio di uno spazio
ampio e luminoso dove il vento, il dinamismo e la forza riportano sulla tela un’energia
gestuale. Giancarlo Laurenti è
pittore e scultore ed in entrambe le discipline è la natura ad attrarre il suo sguardo. Si
sofferma su paesaggi e su particolari di essi, dilatando l’immagine in un processo sperimentale. Gianfranco Galizio è
costruttore di figure idealizzate, è inventore di immagini, in
grado di guardare il mondo
che lo circonda staccando l’apparenza dalla temporalità. Le
ombre, le luci e lo spessore
della materia servono invece a
Mauro Franco per dare risalto
a forme “informi” che hanno
una loro particolare dinamica
interna, in un gioco di visione
prospettica. La figuratività di
Adolfo Damasio Levi si esprime con la tecnica dell’incisione su legno, grazie alla quale
i soggetti, acquistano una tangibile morbidezza. Protagonista delle opere di Anna Comba è il collage, mediante il
quale l’artista (scomparsa recentemente) tagliava, strappava, dipingeva, incollava, scriveva per dare forma ai ricordi
di una vita. Venere Chillemi si
presenta nella doppia veste di
pittrice e scultrice. L’artista si
esprime privilegiando un’aderenza alla spazialità pura, in-
tesa come non-luogo ideale per
un’indagine sulla forma e sul
colore, dove la presenza dell’oro trasforma i vortici di colore in reali emozioni. Laura
Cassetti dipinge le sue donne,
scaturite dall’idea della forma.
Il ritmo largo, espressionistico, spesso rilucente con effetti da vetrate medievali, ricorda le dimensioni cubiste. Osservando le opere di Mariela
Bogliacino infine, sembra quasi che per lei dipingere significhi esprimere un atto poetico in grado di controllare sapientemente il caos al di sotto
delle forme. I suoi lavori sviluppano una pittura di fondi in
un gioco attivo di presenze.
Velan
Centro d’Arte
Contemporanea
Via Saluzzo 64
Torino
“Senza vincoli”
Collettiva
con M. Bogliacino,
L. Cassetti, V. Chillemi,
A. Comba, A. Damasio Levi,
M. Franco, G. Galizio,
G. Laurenti, F. Montà,
M. Pregno, S. Ùnia
Fino al 28 febbraio
Info: 011 280406
Giancarlo Laurenti, "Trasparenze", 2008, smalto su carta © l’artista / Velan
Alla Galleria Arte Città Amica – Torino
Pittura e letteratura s’incontrano
I
naugura venerdì 2 marzo
presso le sale della galleria Arte Città Amica
(Via Rubiana 15) a Torino la
mostra collettiva Pittura e
letteratura si incontrano (
nel segno e la parola).
L’esposizione, visibile fino
al 16 marzo,mette in luce il
profondo legame tra opera
letteraria e opera pittorica.
Un esempio di sincretismo
artistico, dunque, attraverso
il quale ciascun artista ha
“adottato” un poeta o uno
scrittore vincitore della VIII
edizione del Premio Nazionale di Arti Letterarie 2011,
indetto da Arte Città Amica.
Partecipano gli artisti: Gianpiero Actis, Egidio Albane-
se, Corrado Alderucci, Enrica Berardi, Margherita Boldelli, Fabrizio Brazzale, Valeria Caldera, Adriano Carpani, Gian Luigi Castelli,
Anna Cervellera, Venere
Chillemi, “Chantal”, Alfredo De Leonardis, Michele
De Stefano, Roberto Della
Valle, Valeria Facello, Antonino Favara, Silvia Finetti,Carla Gentile, Carla Graziano, Gaetano Lanatà, Attilio Lauricella, Elda Lazzaretto, Savino Letizia, Gabriella Lucatello, Francesco
Luchino, Giuseppe Maina,
Vincenzo Marone, Adelma
Mapelli, Mirella Mendola,
“Mirandolina”, Mary Morgillo, Laura Mosca, Giovan-
ni Moscatelli, Francesco
Murlo, Nikolinka Nikolova,
Fujii Nobue, Cristina Novella, Franca Valeria Oliveri, G. Pietro Obertino
“Ober”, Amalia Passaro,
Carla Perona, Angelo Piras,
Gaetano Rizzari, Antonio
Robella, Giovanni Russo,
Fernanda Sacco, Bianca Sandri, Giuseppe Sanino, Maria
Scalia, Renata Seccatore,
Gianni Sesia Della Merla,
Raffaella Spada, Luciana Turello, Luciano Valensin, Umberto Viapiano, Pietro Giorgio Viotto, Roberto Vitali,
Loredana Zucca.
Info: 011 7717471
Corriere4_6-11
16-02-2012
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NEWYORK NEWYORK
CORRIEREdell’ARTE
COURRIER
24 Febbraio 2012
“Robetta” d’epoca: i grandi nomi visti da vicino
Quando i musei rispolverano
i vecchi capolavori in soffitta
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
MAURO LUCENTINI
T
rovare il nuovo nel vecchio; penso sia uno dei piaceri più profondi, e certe volte anche facili da ottenere, per chi si interessa all’arte. In
questi giorni ne trovo qui diversi esempi ed eccone alcuni. Qui a Manhattan, nella stupenda villa del “re del
Pierre-Auguste Renoir, “La Danse à Bougival”,
1882-1883, olio su tela © Frick Collection
carbone” Henry Frick (primo novecento) che ospita tuttora la sua non
meno stupenda collezione d’arte, i curatori hanno avuto l’idea di investigare perchè mai uno dei capolavori
di Pierre-Auguste Renoir loro affidati, La Promenade (1875-76), ispiri
ogni volta che lo si vede un tale senso di attualità e di freschezza. Forse
perchè rende i soggetti in grandezza
naturale, fatto infrequente in Renoir
e rarissimo tra gli impressionisti, quasi vere ombre tornate a passeggiare
tra noi? Hanno allora chiesto a sette
altri musei il prestito di altrettanto rari Renoir in grandezza naturale in loro possesso, per metterli tutti uno accanto all’altro e vedere l’effetto. L’effetto, che chiunque può giudicare
adesso nella mostra Renoir, Impressionism and Full-Length Painting (Renoir, l’Impressionismo e la pittura a
grandezza naturale) è, beh, incredibile. Sembra rianimare non solo l’opera di questo grande e talvolta frainteso osservatore dell’umanità del suo
tempo, ma induce anche il visitatore
stordito da tanta vivacità di colori, tanta grazia di linee, tanta immediatezza di movimenti a porsi la domanda:
che cosa fu, veramente, l’arte impressionista? L’impressione immediata, certo, che se ne riceve. Ma da
dove vengono, quando il quadro vi si
propone nella vostra stessa misura, i
richiami che esso vi lancia e che in
una chiave minore andrebbero sicuramente perduti? La mostra al Frick
è favolosa, anche solo come occasione di vedere opere tanto rare e che
normalmente risiedono in fastosa solitudine in alcuni dei più grandi musei del mondo. Non molto distante da
New York, a Filadelfia (due ore di
macchina) viene offerto in un altro
grande museo un altro raro piacere
dello stesso tipo. Il protagonista questa volta è Vincent Van Gogh, di cui
ci sembra di sapere quasi tutto. Questa esposizione, che ricorre all’espediente di farci osservare da vicinissimo la natura che affascinava Van
Gogh, ci dimostra invece che le emozioni del pittore olandese si allargano
su uno spettro più vasto di quello che
ricordavamo. Intitolata ovviamente
Van Gogh up close (Van Gogh da vicino) la mostra al Philadelphia Museum of Art riunisce opere in cui la
natura è ritratta nelle sue pieghe più
intime come fonte di stravaganze ogni
volta diverse, che trascinano il pittore, e noi con lui, in regioni che tuttavia ci sembrano in qualche maniera
note. Ancora in tema di riscoperta del
noto c’è a New York, nella zona di
Chelsea dove hanno preso alloggio
tante gallerie d’arte, una mostra delle foto di Robert McElroy di cui già
il titolo promette un affascinante ritorno al passato: “Happenings, New
York 1958-1963”. Molti ricordano la
parola, “happening,” qualcosa “che
accade”, un’ arte fugace che a volte
riusciva incisiva e potente. Pochi però, proprio perchè effimera, la ricordano bene mezzo secolo dopo, e soprattutto sanno quanto differisse dalle sue molte filiazioni accomunate oggi come “performance art.” McElroy,
che era entrato nel giro di esploratori
del surreale scaturito dalla filosofia
Zen e dalle prime divagazioni di Allan Kaprow, appariva quasi sempre
come per incanto con la sua macchina Nikon durante le improvvisazioni inscenate all’East Village da Claes
Oldenburg, Jim Dine, Red Grooms,
Robert Whitman ed altri; e ce ne dà
oggi trecento e più fotografie alla Pace Gallery almeno una documentazione storica visiva. Infine, da un paesetto del Michigan dove risiede l’autore, che è un bibliotecario e archivista di mezza età maniaco raccoglitore di detriti e immagini decidue del
passato, passo all’internet. Là si possono trovare le serie di umili oggetti
pubblicati su un ‘blog’di questo collezionista, che si chiama Jim Linderman, autore anche di vari libri. La serie più interessante appare in Google
sotto Vintage Sleaze, e riunisce, come dice il nome, “Robetta d’epoca”,
illustrazioni di vecchia e innocente
letteratura locale. Qualcuno in Italia
potrebbe trarne l’idea di raccogliere
le illustrazioni dei nostri settimanali
umoristici dell’epoca d’oro, il Marc’Aurelio, il Bertoldo e il Travaso delle Idee. E’ roba da non disprezzare:
uscirono da quel giro, per esempio,
Saul Steinberg e Federico Fellini.
DES
ARTS
Pagina
7
Jean-Marc Bustamante a Villa Medici – Roma
L’uomo nel suo spazio
FABRIZIO FLORIAN
P
rima mostra personale in
Italia, dopo la presenza alla Biennale di Venezia nel
2003 come protagonista del Padiglione Francese, dell’artista
francese Jean-Marc Bustamante, curata dal direttore dell’Accademia di Francia Éric de
Chassey e con catalogo edito da
Drago. Pioniere della fotografia
a colori su grande formato negli anni ’70, successivamente ha
ampliato la sua ricerca artistica
alla scultura, alle installazioni e
alla pittura unite tutte da un interesse specifico per i concetti di
luogo e spazio. In occasione della mostra, Bustamante presenta
un’ampia selezione di lavori che,
come era già accaduto nel 2010
con Ellsworth Kelly e Ingres,
dialoga con disegni e dipinti del
pittore olandese seicentesco Pieter Jansz Saenredam, attento studioso delle nozioni di prospettiva, di proporzione e di simmetria. “Saenredam, pittore atemporale, riconcilia l’uomo e lo
spazio, gli dà una dimensione
moderna, ne fa il proprio evento, e ci tocca oggi più che mai,
oggi che la perdita dei riferimenti, la mancanza di visibilità,
la perdita di orizzonte, ci fa in-
vidiare e sperare una simile illusione.” (J.M. Bustamante, Catalogo della mostra). La scelta è
delle più felici: se da un lato
Saenredam ha dedicato tutta la
vita a disegnare e dipingere interni di chiese, esaltando principalmente le perfette geometrie
degli spazi, dall’altro Bustamante, attraverso una pluralità
di dispositivi visivi, crea un lavoro libero, aperto, dove la forma struttura un mondo al confine tra formale e informale. La
serie dei Sites, sculture monumentali in acciaio dell’inizio degli anni ’90, i Tropheés del 2000
e le straordinarie Peintures, serigrafie su pannelli di plexiglas
di grandi dimensioni, pensate
per i muri monocromi del Grand
Salon, trasformano lo spazio
dell’esposizione, ricreando un
mondo reale e, al tempo stesso, immaginario, dove il gioco
di specchi, le immagini fluttuanti, i luoghi delle sculture
sfidano i limiti dello sguardo.
Accademia di Francia
Villa Medici
V.le Trinità dei Monti 1
Roma
Jean-Marc Bustamante
Fino al 6 maggio
Info: 06 67611
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CO RRIEREdell’ARTE
COURRIER
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DES
ARTS
24 Febbraio 2012
EDITORIA
Una rarità della letteratura odierna
E
rri De Luca è uno scrittore
fecondissimo. Da quando,
nel 1989, trentanovenne, pubblicò “Non ora, non qui”, si
contano tredici libri, in media
uno ogni due anni, quest’anno
addirittura due, “E disse” e l’ul-
timo “I pesci non chiudono gli
occhi”. Ad essi bisogna aggiungere le traduzioni bibliche
per Feltrinelli. Non c’è motivo
per credere che quanto narra ne
“I pesci...” non abbia carattere
autobiografico. É, però, un’ autobiografia singolare, la sua,
perchè si limita a un breve periodo della sua vita: le vacanze
estive trascorse in una non pre-
FOTORAMA
Erri De Luca, autobiografia singolare
cisata “isola” (certamente nel
Golfo di Napoli) quando aveva
dieci anni. Tuttavia, le esperienze che là gli toccarono lo
iniziarono a un sentimento, l’amore, sconosciuto e addirittura
disapprovato dal precoce divoratore di libri. Lo scontroso, taciturno, solitario ragazzino che
si isolava coi giornalini e i suoi
cruciverba aveva allora una sola preoccupazione: “il suo pensiero ostinato di voler aprire una
breccia nel corpo per far uscire
dal bozzolo infantile la forma
successiva: doveva essere per
lui una certezza”. Perciò, il feroce pestaggio cui lo sottopongono tre teppistelli più grandi
di lui perchè non gli perdonano la preferenza a lui accordata dalla ragazzina che viene
dal Nord e lo riducono tutto
squarci e ferite quasi ammazzandolo, è quasi cercato, mentre la scoperta dell’amore cui lo
conduce la coetanea più energica e matura è una sorpresa
(“pensai che avrei capito tutti
i libri da quel momento in
poi”). Ma aggiunge: “Dopo
ogni bacio mi accorgevo di crescere più delle ferite”. La storia di questo singolare “amore
pulcino”, così difforme, pur con
le crudezze che non mancano,
da tanta grossolana letteratura
d’oggi, non è l’unico pregio del
libro, ambientato com’è nel solare paesaggio mediterraneo.
Mari, spiagge, scogli, nuotate,
pescatori, pesca notturna, barche, reti, albe, tramonti sono
l’incantevole panorama che è
tutt’uno con lo scrittore partenopeo, fa parte di lui, anche se
in seguito le vicende della vita
lo hanno portato lontano (tali
vicende sono assai nebulosamente accennate di tanto in tanto). Su tale sfondo emerge la figura della madre che non sa sradicarsi e non accetterà di raggiungere il marito negli Stati
Uniti, anzi, lo indurrà a ritornare. Ancora si distingue Erri
De Luca per la straordinaria
proprietà di linguaggio, per l’eleganza dei brevi periodi, pur
privi di affettazione e ricercatezze, una prosa cristallina, vera rarità nella dilagante sciatteria di tanta letteratura odierna.
Erri De Luca
I pesci non chiudono
gli occhi
Feltrinelli
Pagg. 115
Euro 12,00
Alla Telaccia – Torino
Una collettiva
tutta al femminile
Inaugurerà giovedì 1° marzo la mostra Le
donne nell’arte, collettiva allestita presso la
Galleria d’Arte La Telaccia di Torino (via
Santarosa 1). Tutte dotate di abilità tecnica e
preziosismi formali, le artiste partecipanti
presentano le loro opere - visibili fino al 10
marzo - spaziando dall’informale al materico e al figurativo.
Espongono:
Teresa Fabris,
Lina Moretti
Nesticò, Marzia
Roversi, Donatella Serafini e
Cristina Viganò.
Info:
011 5628220
a cura di Enrico S. Laterza
S. Aranda (Barcellona, Spagna, 1979),
San’a (Yemen), 15 ottobre 2011,
fotocolor © l’autore/WorldPressPhoto
IN EVIDENZA
WPP – Amsterdam
La Pietà di Samuel
Assegnato al catalano Aranda il Premio Foto dell’Anno
World Press Photo, Obrechtstraat,
26 - Amsterdam (NL). The World
Press Photo of the Year 2011 - Contest 2012, Concorso internazionale.
Giusto quest’anno compie l’età di
Cristo il reporter iberico (di Barcellona) Samuel Aranda che si è
aggiudicato il primo premio assoluto per la miglior fotografia del
2011, in occasione della cinquantacinquesima edizione del prestigioso World Press Contest. L’istantanea vincitrice, scattata in una moschea di San’a (Nord Yemen) durante le manifestazioni di protesta
anti-governativa dello scorso otto-
bre, ritrae una donna accovacciata,
intabarrata in abaja e nikab nero,
mentre regge fra le braccia il giovane figlio ferito, epifania figurativa che sembra una sorta di Pietà michelangiolesca stampata a colori su
carta baritata: immagine intensa, dichiaratamente rubata “d’impulso”,
non posata, molto bella (pure troppo!...). Proprio tale odierna tendenza manierista a coniugare “mirabilmente” l’aspetto estetico-luministico con quello informativo-documentale forse nuoce, però, all’impressione di testimonianza autentica, drammatica, impellente, di spon-
Mirafiori Galerie – Torino
In ballo nel Benin
Tradizioni e danze tribali africane
nelle immagini di Paola Mongelli
MMV - Mirafiori Galerie, p.za Cattaneo - Torino.
Made in Benin, personale di Paola Mongelli, a cura
di Egi Volterrani, in collaborazione con VisionQuesT
(Genova): in mostra venticinque fotogrammi in bianco-e-nero, rielaborati in camera oscura, mediante sapienti interventi sottrattivi con ferro-cianuri di potassio. Attraverso queste immagini la Mongelli, accompagnata in viaggio nel 2005 dalla danzatrice Fatima
Casetta, svela e rivela le tradizioni (specialmente i balli tribali) delle popolazioni del Paese africano: “Di continuo il mio occhio era rapito dalla grazia delle figure
- ricorda l’autrice -, i bambini, gli adulti, i vecchi, la
forza dei loro sguardi, il mistero della loro pelle, così
luminosa e scura ad un tempo”; “I soggetti di una bel-
© gli artisti / LaTelaccia
lezza straziante e gli scatti puntuali catturano l’attenzione di noi spettatori, che non possiamo fare a meno
di continuare ad ammirare il quadro felicemente composto, cogliendo la morbidezza delle linee e il contrasto quasi barocco della luce”, soggiunge Volterrani nel testo di presentazione. Splendore nell’aura.
Fino al 4 marzo.
Info: www.mirafiorimotorvillage.it
P. Mongelli, Benin, 2005,
fotografia b/n rielaborata © aut./MMV
Corrado Ursoleo alla Galleria ViviArteViva di Torino
Un messaggio dritto al cuore
“La via del Cuore” © l’artista/VAV
Dall’alto,
da sinistra a destra:
Teresa Fabris,
Lina Moretti
Nesticò,
Marzia Roversi,
Cristina Viganò,
Donatella Serafini
tanea veridicità giornalistica della
notizia di cronaca, illustrata nella
sua essenza in modo “bruto”, “sporco”, “mosso”, tutti termini ovviamente “tra virgolette”, a significare
estrapolazioni di realtà comunque
sempre mediate dallo specifico punto-di-vista scelto dall’autore, ossia
quell’ideale rappresentazione del
fatto “nudo e crudo”, catturato nella retina dell’ottica dell’obbiettivo
degli emuli di Capa. Sette i “samurai” italiani partecipanti che hanno
ottenuto riconoscimenti in varie sezioni: Eduardo Castaldo, Simona Ghizzoni, Emiliano Larizza,
Alex Majoli, Pietro Paolini, Paolo Pellegrin e Francesco Zizola.
Cerimonia ufficiale ad Amsterdam, come di consueto, in aprile.
Info: 0031 20 6766096
www.worldpressphoto.org
ELISA PARMESANI
F
ino al 20 febbraio chi entrerà nella Galleria ViviArteViva sarà invaso dai cuori di Corrado Ursoleo. Di primo acchito può sembrare la solita
“trovata pubblicitaria” in linea con questi tempi, in cui
impera l’ego commerciale in vigore per i festeggiamenti di san Valentino, tuttavia la mostra La via del
cuore, curata da Lina Mirando, si configura come un
percorso che arriva a rompere questo velo di Maya
giocando con le sue stesse armi. L’artista è ben consapevole che con questo tipo di provocazione mette
completamente a nudo il fianco, alla mercè della critica e degli scettici, ma ancora una volta bisogna riconoscere che nella semplicità risiede l’efficacia del
messaggio. Nello spazio espositivo della galleria la
reiterazione di un simbolo tanto sfruttato e quasi svilito di significato porta ad una catarsi, per cui lo spettatore in un primo momento abbagliato dalla bellezza di questi oggetti, tutti a forma di cuore, ad un certo punto è colpito dall’emozione, quando avverte sus-
sultare il proprio cuore. In questo senso l’esposizione
di Ursoleo si trasforma in una performance che prevede il coinvolgimento diretto del pubblico. In mostra
è la produzione più recente dell’artista, che negli ultimi anni ha portato l’attenzione alla forma del cuore,
declinandola in diverse dimensioni e colori, dal consueto rosso all’azzurro, al bianco, al viola, contraddistinguendo ogni opera con un ricco motivo decorativo capace di esprimere nel suo linguaggio artistico Un
cuore grande così, Equilibrio e temperamento, Cicatrici profonde. Ursoleo racconta che una serie di avvenimenti, tra cui l’attività che lo lega al Progetto “Casa Rebecca” che concorre al sostegno delle donne maltrattate, l’hanno aiutato a riscoprire il valore del sapere ascoltare se stessi e gli altri: “È da lì che voglio partire. Il cuore come gioiello, il cuore come oggetto di
ambientazione, il cuore che sempre di più nascondiamo, ma che poi si fa sentire, ti fa sobbalzare, ti fa pensare, ti fa piangere”. Nelle sue opere ha saputo mettere in arte quest’intima sensibilità ispirandosi alla
pregiata bellezza delle Uova Fabergé, riuscendo così a confezionare l’intangibile nell’apparenza estetica di in un oggetto, un lirismo armonico che contrasta con il mondo caotico della nostra quotidianità.
Galleria ViviArteViva
Via Madonna delle Rose 34/C – Torino
“La via del cuore”
Personale di Corrado Ursoleo
Mostra conclusa
Info: 347 9453075
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CORRIEREdell’ARTE
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Doppia produzione tra TST e Volksbıhne
A
ll’inizio di tutto è un vasto brogliaccio, un disordinato mucchio d’appunti, intrisi di cancellature, aggiustamenti e frammenti
irrisolti. Un dramma irrisolto, un’operazione non conclusa, lasciata fluttuare nella drammaturgia del Novecento.
Poi i Fatzer Fragments di Bertolt Brecht
ripresero il loro ordine nel 1978 quando Heiner Mıller ne rimpaginò i contorni, con l’esattezza di personaggi, situazioni e dialoghi, che approdarono
in Italia, da Einaudi, con la traduzione
di Milena Massolongo, con il titolo La
rovina dell’egoista Johann Fatzer. Fabrizio Arcuri, impaginando per lo Stabile torinese la vicenda brechtiana in
un proficuo scambio e gemellaggio con
la Volksbıhne am Rosa-Luxemburg –
Platz di Berlino, trasporta il carico di
ingiustizie che ruota attorno alle esistenze di quattro soldati del Grande
Conflitto, la loro volontà a contrapporsi
a quelle e all’impossibilità di sottrarsi
alle stesse, al mondo ed al fragore assordante di oggi. Fatzer non assume
contorni psicologici netti, non è riscontrabile come personaggio vero e
proprio, è una dilagante identità, scontornata, generalizzata, predestinata vittima che abbraccia le più differenti sfaccettature di un unico soggetto. Il tutto
convoglia con il proprio quoziente straniante nelle inquadrature e nei filmati
che tallonano, quasi soffocano i personaggi, catturandone sguardi e momenti presenti, allargando il tema della violenza (sin dall’inizio, con il fuoco che lambisce l’auto tra esplosioni
ed incendi subito domati), ripensando a quel tema della guerra dai contorni assai più dilatati in tutto slegati
dalla guerra di ieri: è la violenza di oggi, da piazza Tienanmen alle Torri Gemelle agli scontri di Genova ed alla
Diaz. Nel dinamismo degli interpreti
eccellono Mariano Pirrello, gli sguardi di Werner Waas, Francesca Mazza,
le musiche modernissime, fragorose,
sono eseguite dal vivo dai Marlene
Kuntz. Dinamismo, nel più puro stile giovanile, per Kill your Darlings,
risposta alemanna alla nostra produzione: identità, capitalismo, grande
ironia e divertimento per un Brecht
che ha perso per la strada parecchio
della propria seriosità, slacciato dai
vecchi canoni interpretativi, letteralmente mummificati, affidato ad un affiatatissimo gruppo di ragazzi capitanato dal torrenziale Fabian Hinrichs.
Ad un tratto, tutti al riparo della carretta di Madre Coraggio, mentre
scrosci di pioggia scendono dal tetto della Cavallerizza: forse papà
Brecht è ancora lì a proteggerci tutti, letterariamente e storicamente, ma
cominciamo a sentire la necessità di
staccarcene, per scivolare sull’acqua, come se tutto fosse un gioco.
Successo per “La cage aux folles” al Colosseo di Torino
L’eterno amore di Albin e René
L
a cage aux folles approda al Colosseo di Torino ed è subito successo. La storia di Albin e René ha fatto il giro del mondo, dai palcoscenici
parigini agli schermi con un grandissimo Serrault, dall’assaggio hollywoodiano al musical firmato da Jerry
Hermann e Harvey Fierstein, forte delle 1700 repliche negli Stati Uniti e degli otto mesi di recite londinesi. E’ il
musical a venir proposto in questa stagione (ma è tale il successo che attraverserà i palcoscenici italiani anche
nella prossima) da Massimo Romeo
Piparo, con grandiosità di mezzi, sem-
pre con signorilità, lontanissimo da
ogni volgarità, tra ironia e gran divertimento: ripercorrendo una strada che
molti hanno già percorso ma senza rischiare il grosso pericolo del déjà vu,
della eccessiva memoria, dell’episodio scopiazzato. C’è la vita dello squinternato cabaret, ci sono i numeri delle
Cagelles, i lustrini ed i boa, i tacchi a
spillo ed i gridolini, in un gustosissimo retropalco che spinge all’applauso un pubblico sempre più divertito.
Una materia che Piparo maneggia con
cura e con passione: ma che potrebbe
anche lasciar intravedere qualche om-
Irresistibile nella commedia di De Benedetti all’Erba
Paola Gassman e le rose
ELISA SCATTOLINI
D
ue dozzine di rose scarlatte: si
è festeggiato così il San Valentino al Teatro Erba di Torino,
con questa gradevole commedia di Aldo De Benedetti. In scena per la regia
di Maurizio Panici, la nota pièce ha affrontato le turbolenze dell’amore e i pericoli celati dietro la quotidianità della
vita matrimoniale affidandosi a una cop-
pia di elezione nel panorama teatrale
italiano, Paola Gassman e Pietro Longhi. Siamo in un’abitazione della buona borghesia romana, dove un balcone
accoglie i turbamenti e i sospiri della
protagonista, un’irresistibile Paola Gassman trepidante d’amore – o di curiosità? – per l’anonimo spasimante che
ogni giorno, sotto lo pseudonimo di
“Mistero”, le invia due dozzine di rose
scarlatte. Una moglie annoiata e un marito in vena di qualche ingenua follia sono i detonatori di una serie di situazioni che, nel più classico schema della
commedia degli equivoci, hanno condotto lo spettatore attraverso un divertente spettacolo in cui la coppia d’interpreti ha confermato l’affinità già assaporata nel fortunato precedente teatrale, Divorzio con sorpresa. Con loro,
un ottimo Pierre Bresolin, nei panni dell’impacciato amico di famiglia, che ha
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“A.C.A.B.” di Stefano Sollima
Quattro vite
dentro la violenza
Brecht nostro contemporaneo
ELIO RABBIONE
DES
“Albert Nobbs” di Rodrigo Garcia
In cerca di riscatto
nei panni di un uomo
BARBARA LORENZONI
D
opo averlo portato in palcoscenico, Glenn Close si
confronta ancora, sullo
schermo, col personaggio dell’omino anonimo, Albert Nobbs, in un film
che dal personaggio prende il titolo.
Si candida così all’Oscar, con una
delle sue interpretazioni più intense
e costruite, che, alla difficoltà di affrontare un’opera in costume, aggiunge quella di dar vita ad un personaggio maschile. La Dublino del
XIX secolo è una cittadina provinciale e chiusa, come tante dell’Europa dell’epoca, dove alle donne difficilmente spetta un posizione sociale
e lavorativa di rilievo. Il film di Rodrigo Garcia, certamente grazie all’ispirata partecipazione della Close
anche nella produzione e nella sceneggiatura, riesce a coinvolgere lo
spettatore fin dalle prime scene, inizialmente perchè solletica la curiosità sul mistero che si nasconde dietro l’imperturbabile e solerte cameriere, il signor Nobbs, chiaramente
bra se non avesse al proprio servizio
un paio d’attore in stato di grazia come Massimo Ghini e Cesare Bocci.
Questi abbandona per un attimo le vesti del fascinoso Mimì al fianco di
Montalbano e si cala in quelle del bel
René garbatamente, diviso tra patemi
paterni e passioni omo; Ghini calibra
nella giusta misura mossette e ansie,
diverte calandosi nel panorama amplissimo della checcaggine ma lascia
al suo Albin certe virature al dramma
che lo irrobustiscono e lo rendono più
vero. Tutti i compagni determinano il
successo della serata, primo fra tutti
Edoardo Sala, compassato onorevole
protettore della famiglia e della moralità, pronto a scendere a compromessi in vaporosi abiti femminili. (e. rb.)
strappato più di un applauso al pubblico, ed Elisa Gallucci come buffa domestica che cerca di destreggiarsi nel
caos famigliare.Al termine la sala gremita non ha lesinato meritate standing ovation all’ironica eleganza con
cui la sapiente gestione della scena
di Paola Gassman ha nobilitato questo classico della commedia italiana.
una donna en travesti, in seguito perché segue un percorso imprevedibile e moderno che porta la narrazione a sottendere, prima solo tra le righe, poi esplicitamente, il tema dell’identità sessuale e della condizione femminile di un tempo, in fondo
non troppo remoto. Il discorso del
film si rivela via via, delineando anche meglio, nella coralità del cast, i
personaggi che sono destinati a unire il proprio destino a quello di
Nobbs, in un tessuto melodrammatico che è credibile quanto più si avvicina ai drammoni ottocenteschi con
personaggi malati di tisi e giovani
spiantate e sprovvedute, ingannate
dallo scapestrato di turno. Il sogno
di Nobbs di sposare la fanciulla (Mia
Wasikowska) che dovrebbe con
lui/lei gestire una tabaccheria risulta invece piuttosto ingiustificato, dal
momento che della sua identità sessuale nulla si sa se non la rigida prigionia, nell’aspetto, nella maschera maschile utile fin dall’adolescenza a ottenere quello stipendio
che gli/le ha dato sempre da vivere.
MARA MARTELLOTTA
A
l Gioiello è andata in scena la pièce teatrale dal titolo “Radice di 2”, interpretata
da EdyAngiolillo e Michele La
Ginestra. Si tratta di una storia
di sentimenti, d’amore e di matematica, anzi di odio della matematica da parte di uno dei due
protagonisti, Tom, ormai giunto alle soglie dalla pensione, dopo una vita passata a fare l’agente monomandatario. E’ lui
a fare il consuntivo di una vita
trascorsa al fianco di una stessa donna, la ragazzina conosciuta tra i giochi d’infanzia, e
poi divenuta una donna bella e
volitiva, Gerri. Nella commedia si rincorrono emozioni, ricordi, e giochi di sessant’anni
di vita insieme, tra alti e bassi,
tra prendersi e lasciarsi, raccontati con la voglia di sorridere anche delle difficoltà. Geraldina e Tommaso si avviluppano in un “racconto ambiguo”, che mette lo spettatore di
Per “L’angelo di fuoco” al Regio di Torino
Un grande Gergiev
ALESSANDRO MORMILE
A
rriva sul palcoscenico del Teatro Regio L’angelo di
fuoco di Prokof’ev dal Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, nel collaudato allestimento firmato da David Freeman. La scelta registica più caratterizzante dello spettacolo è quella di affidare l’elemento diabolico ad un gruppo
di mini-acrobati imbiancati, figure che accompagnano passo
passo l’evolversi della folle parabola di una protagonista, Renata, in bilico fra la pazzia convulsiva, causata dalla frustrazione per un inappagato desiderio sessuale, e la fuga in un
misticismo visionario. Non stupisce che la direzione di Vale-
MAX FIRINU
T
ra le ultime uscite consigliate, da annoverare tra
l’altro tra i titoli migliori in campo italiano, spicca senza dubbio il debutto in lungometraggio di
Stefano Sollima, ispirato dal libro inchiesta di Carlo
Bovini. A.C.A.B. è l’intreccio di quattro vicende. Quella di Adriano (Domenico Diele), giovane nuovo arruolato nella celere, che dopo un po’di nonnismo conquisterà la fiducia e la fratellanza dei compagni, ma non
riuscirà a risolvere la minaccia dello sfratto che attanaglia la madre. Quella di Cobra e Mazinga (Pierfrancesco Favino e Marco Giallini), esaltati e insicuri, in cerca più di riscatto che di vendetta, mentre il figlio minorenne del secondo si perde nella criminalità delle
bande skinhead. E infine Negro (Filippo Nigro), segnato dal divorzio e dall’affido mancato della figlia, che
vedrà crollare la sua fede nell’arma e nella macchina
dello Stato. Quattro vite, con in comune la divisa che
avvolge. E la violenza, gli scontri, il disprezzo, l’impotenza di fronte alla crisi della società, l’isolamento.
Sollima non trova difficoltà nel mettere in scena tutte
le problematiche dell’arma più contestata del paese, in
concomitanza con le notizie di cronaca ricorrenti. Sebbene le caratterizzazioni siano a tratti semplicistiche (il
protofascismo di Cobra, la crisi di coscienza di Adriano), è inevitabile che in quella divisa si ritrovino gli
spettatori, perché in fondo, sotto quella coltre di rabbia,
ingenuità e razzismo ingiustificato, la metafora della
condizione moderna è azzeccata. Una produzione italiana d’oro, per una pellicola dall’estetica vivida e crudele che lascia senza fiato, con attori superbi e anche
un’ottima colonna sonora alternativa. Non si potrebbe
chiedere di meglio dal cinema italiano contemporaneo.
Al Teatro Gioiello “Radice di 2”
Ricordi d’una vita insieme
fronte ad un bivio, seguire il loro viatico “surreale” o abdicare al cospetto di battute che
prendono spunto dal quotidiano per approdare ad una sorta
di “delirio a due”, che si snoda
tra dialoghi dai risvolti sincopati. Ma la “sincope” è figlia di
una ilarità avulsa dalla banalità che si presta ad una duplice
lettura. Radice di 2 è una pièce
che scova il vissuto di un uomo e una donna profondamente diversi, ma paradossalmente uguali. Il minimo comune denominatore di Geraldina e Tommaso è la “paura”,
un’inconscia inconsapevolezza, tipica di chi guarda il futuro, ma con gli occhi rivolti al
passato. Sono due personaggi
fragili che, al di là e a dispetto
della loro stessa natura, riescono a costruire una splendida storia d’amore capace di sublimare
il sesso, che è “rubato” come
quello di due amanti. A dar vita a questi personaggi semplici e complicati insieme, sono
due attori che recitano rifuggendo dagli stilemi declamatori. Edy Angelillo e Michele
La Ginestra, diretti da Enrico
Maria Lamanna si muovono
sul palcoscenico come se fossero a casa. I due protagonisti
danno vita a comiche con una
cifra stilistica diversa da quella
delle performances televisive.
Michele La Ginestra risulta un
po’ una sorta di comedien che
si esibisce con una discrezione
“vanesia”, mentre Edy Angelillo si cala nei panni di Geraldina con una semplicità un po’
civettuola. La scenografia minimalista, che si accompagna
a una regia iperrealista, supporta questo progetto teatrale
realizzato con cura e minuzia.
rij Gergiev, da sempre punto di riferimento in questo repertorio, sappia cogliere in orchestra quei sinistri bagliori di note che agiscono sotto un mantello sonoro carico di tensione
febbrile e ossessiva, eppure tutta interiorizzata. L’apice di questa carica propulsiva, che si arrovella in un clima sonoro vorticoso, si ha nel quadro finale dell’opera, vero culmine dell’opera. È qui che la protagonista, accusata di aver portato le
monache del convento alla perdizione, fronteggia l’ipocrisia
religiosa dell’Inquisitore che sentenzia per Renata la condanna al rogo, mentre le suore si denudano come fossero sotto l’effetto della possessione orgiastico-demoniaca suscitata
in loro della consorella. Alla geniale concertazione di Gergiev si affianca un cast di tutto rispetto. Mlada Khudoley è
una Renata che regge senza esitazioni il peso di una pare
molto complessa senza eccedere in una recitazione eccessivamente teatrale. Ottimi tutti gli altri. Successo convinto.
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TORINO e PIEMONTE
“ L’ e c c e z i o n e c h e c o n f e r ma l a re g o l a ”
P e r s o n a l e d i P e r i n o & Ve l e
Galleria Alber to Peola
Via della Rocca 29 – Torino
Fino al 31 marzo
Info: 0118124460
In mostra alla terza personale di Perino &
Vele sono presenti opere come Tripping hazard, una sequenza di manifesti di cartapesta disegnati a pastello, l’uno sull’altro,
che riportano modi di dire diffusi su diverse etnie, la scultura Business is business che
nel titolo richiama uno degli slogan più diffusi nel mondo occidentale, e l’installazione ambientale You, dove la figura di un
bambino cerca protezione dalla cascata di
manifesti di cartapesta si accumulano sulle pareti della sala. I due artisti compiono
nei loro lavori un’analisi critica degli avvenimenti e della distorsione dell’informazione veicolata dai mass media, per sollecitare nello spettatore una riflessione personale sui temi a cui le opere si riferiscono.
nanze, personificate dalle figure di due gatti. Questo squisito connubio tra le arti nasce nell’estate del 2010, come racconta
la pittrice: “Iniziò a nascere in me l’impulso irrefrenabile di trasporre le belle
suggestioni poetiche della Germano in acquerelli che iniziavo senza avere un’idea
precisa di dove sarei andata a parare”.
“ A c q u e re l l a r l e g g e n d o ”
P e r s o n a l e d i N a z z a re n a B r a i d o t t i
Sale espositive di Rivar olo Canavese
P.za Litisetto – Rivarolo C.se (To)
Fino al 26 febbraio
La mostra, organizzata in collaborazione
con la Famija Canavzan-a, l’Assessorato alla Cultura e la Biblioteca Comunale, è stata curata da Adolfo Camusso. Ogni venerdì dalle 16 alle 19 e il sabato e domenica
dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19 sarà possibile vedere gli splendidi acquerelli di Nazzarena Braidotti della serie Poesia , un
omaggio alle poesie di Maria Germano. Con
il pennello l’artista vivifica i versi colorandoli di delicate sfumature, come si osserva nei tre acquerelli ispirati alla natura descritta nella poesia La Mia Terra, e Asso-
“ G i ò P o m o d o ro
I l p e r c o r s o d i u n o s c u l t o re
19 5 4 -2 0 0 1 ”
Palazzo del Monfer rato
Via S. Lorenzo 21 – Alessandria
Info: 0131 250296
Palazzo Cuttica
Via Parma 1 – Alessandria
Info: 0131 40035
Camera di Commer cio
Via Vochieri 58 – Alessandria
Galleria Carlo Car rà
Palazzo Guasco
Via Guasco – Alessandria
Info: 0131 304004
Villa Ottolenghi
B.go Monterosso – Acqui Terme (Al)
Info: 0144 322177
Palazzo Magnocavalli
Via Mameli – Casale M.to (Al)
Museo dei Campionissimi
V.le Campionissimi – Novi Ligure (Al)
Info: 0143 322634
Palazzo Guidobono
P.za Arzano – Tortona (Al)
Oratorio di San Bar tolomeo
P.ta Lanza – Valenza (Al)
Fino al 29 aprile
Una fra le più importanti mostre antologiche dedicate a Gio’ Pomodoro si presenta
in realtà come un vero e proprio museo
diffuso sul territorio dell’alto Monferrato.
La manifestazione, curata da Marco Meneguzzo e Giuliana Godio di Arte Futura,
promossa dalla società Palazzo del Governatore, in collaborazione con Palazzo
Monferrato, propone dunque non solo come un viaggio conoscitivo nella poetica e
nell’estetica dei capolavori dello scultore
marchigiano, ma anche un percorso attraverso le eccellenze storico-artistiche ed
eno-gastronomiche del territorio. 173 opere tra pietre, marmi, bronzi, poliesteri,
acquerelli, opere calcografiche e gioielli,
di cui un numeroso nucleo è stato prestato
dal Museo Gori e Zucchi della UNOaERRE
di Arezzo, offrono al pubblico un esaustivo immagine multisfaccettata del lavoro dell’artista che continuò a sperimentare il linguaggio plastico nelle diverse
forme per esplorare lo spazio, elemento
costitutivo delle sue opere, anche in quelle che si riconciliano col versante simbolico-narrativo, inizialmente rigettato.
IL CORRIERE DELL’ARTE
IL CORRIERE DELL’ARTE
R e n at o D ’ A g o st i n
“ To k y o u n t i t l e d ”
PHOS
Centr o Polifunzionale
per la Fotografia e le Ar ti Visive
diretto da Enzo Obiso
Palazzo Buschetti
Via Garibaldi 35 bis – Chieri (To)
Fino al 15 aprile
Info: 011 7604867
[email protected] - www.phos-sito.eu
Sulle orme dei maestri Ralph Gibson ed Eikoh Hosoe, il giovane D’Agostin, già affermato a livello internazionale, affascinato dalla fotografia giapponese, illustra
su pellicola “le atmosfere di una Tokyo che
appartiene al passato”, metropoli apparentemente anacronistica eppure contemporanea, “surreale, lontana dagli stereotipi”. Catalogo Ed. MC2Gallery. (c.s./e.s.l.)
È REPERIBILE
A MILANO
PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE :
È REPERIBILE
A ROMA
PRESSO LE SEGUENTI EDICOLE :
• P.za Castello
• Molino delle Armi
ang. Ticinese
• C.so Magenta
f.te Teatro Litta
• C.so Garibaldi 83
• Via Boscovich 22
• P.le Principessa Clotilde
• Bookstore Triennale
• Bookstore
Palazzo delle Stelline
• Bookshop
Villa Necchi Campiglio
Via Mozart 14
• P.za Oberdan
ang. v.le Piave
• P.za Croce Rossa
• P.za Colonna
• P.za Colonna
ang. l.go Chigi/Tritone
• P.za S. Silvestro
• L.go Argentina
• Via Nomentana
• C.so Francia
• P.za Fontanella Borghese
• P.za Porta Maggiore
• Dorothy Circus Gallery
Via dei Pettinari 76
• La Diagonale Libreria
Via dei Chiavari 75
Segnalazioni della Settimana
in ITALIA
Vernissage
Sabato 25 febbraio – ore 18,00
Bottega d’Arte Sanremo Associazione Culturale
Via Canessa 35 – Sanremo (Im)
Personale di Cesare Ravasio
Martedì 28 febbraio – dalle ore 18,00 alle 21,00
MartinArte Laboratorio d’Arte e Corsi
C.so Siracusa 24/a – Torino
“La luce bagna ogni luogo”
con Mario Giammarinaro e Livio Stroppiana
Giovedì 1° marzo – ore 15,00
Galleria La Telaccia
Via Santarosa 1 – Torino
“Le donne nell’arte”
Collettiva con Teresa Fabris, Lina Moretti Nesticò,
Marzia Roversi, Donatella Serafini e Cristina Viganò
Giovedì 1° marzo – ore 18,00
Galleria Davico
Gall. Subalpina 30 – Torino
Giuliano Costa
Venerdì 2 marzo – ore 18,00
Arte Città Amica Centro Artistico Culturale
Via Rubiana 15 – Torino
“Pittura e letteratura si incontrano (nel segno e la parola)”
Collettiva
Venerdì 2 marzo – ore 18,00
Spazio Castello
P.za Castello 9 – Torino
“8 marzo: energia al femminile” Collettiva
Venerdì 2 marzo – ore 18,00
Unique Galerie d’Art di Patrick Caputo
C.so Vittorio Emanuele II 36 – Torino
“Colori, luci e armonie”
Personale di Alessandro Mazzuca
Sabato 3 marzo – ore 18,00
Salotto dell’Arte Associazione Culturale
Via Argonne 1 – Torino
“Post-Avanguardia italiana: Ultraveristi”
Jan Knap, “Senza titolo”, 2005
Galleria Giampiero Biasutti
Via della Rocca 6/B – Torino
“Panta r ei” Colletti v a
Fino al 24 marzo
Info: 011 8141099
CORRIEREdell’ARTE
COURRIER DES ARTS
Dir ettor e Editoriale
Pietro Panacci
Dir ettor e Responsabile
Virginia Colacino
Condir ettor e Elio Rabbione
Assistente di Dir ezione
Chiara Pittavino
Comitato di Redazione
Giorgio Barberis, Rolando Bellini,
Massimo Boccaletti, Franco Caresio,
Angelo Caroli, Claudia Cassio,
Massimo Centini, Fernanda De Bernardi,
Marilina Di Cataldo, Gian Giorgio Massara,
Alessandro Mormile, Massimo Olivetti,
Enzo Papa, Lorenzo Reggiani,
Gianfranco Schialvino, Maria Luisa Tibone
Segreteria editoriale
Anna Maria Perrone
Cor rispondente da Berlino
Sabatino Cersosimo
Cor rispondente da New York
Mauro Lucentini
Hanno collaborato
C. Acqua, R. Carnevale, M. Firinu, F. Florian,
E.S. Laterza, B. Lorenzoni, M. Martellotta,
M. Olivetti, A. Olivieri, M. Panzeri,
E. Parmesani, E. Piacentini, R. Roveda,
E. Scattolini, A.D. Taricco, D. Tauro
Realizzazione grafica interna
a cura di E.S. Laterza e G. Vece
Fotografo uf ficiale Antonio Attini
Redazioni distaccate
Milano Rosa Carnevale
Tel. 339 1746312
Riva del Gar da per il Triveneto
Valentina Paciolla
Tel. 349 4172034
Fir enze Natalia Radicchio
Tel. 333 8547025
Roma e Napoli Fabrizio Florian
Tel. 388 9426443
Palermo Caterina Randazzo
Tel. 334 1022647
Concessionaria di Pubblicità interna
Stampa Arti Grafiche Civerchia
Latina e Moncalieri (To)
“ S t r a d a m a d re ”
O p e re d i L u i g i ‘ R a p t u z ’ M u r a t o re
Galleria Schuber t
Via Fontana 11
Milano
Fino al 9 marzo
Info: 02 54101633
www.schubert.it
Le opere dell’artista in mostra si generano
e nascono nelle città plumbee dei dormitori, dei gasometri, nella terra promessa delle periferie dei sobborghi, lì dove si offrono solo falsi riflessi della vita e l’illusoria fuga del pensiero nella messa in scena di un
mondo artificiale, lontano, se non addirittura opposto ai fragori solari del giorno e
dall’incantevole armonia della città vetusta.
“ M ulti pli city ”
O p e re d i L i s a B o r g i a n i
e Ma s si m o N i d i n i
Centr o Inter nazionale di Fotografia
Scavi Scaligeri
P.za Viviani 2
Verona
Dal 3 al18 marzo
Info: 045 8007490
www.comune.verona.it/scaviscaligeri
In mostra opere che combinano fotografia e pittura, il linguaggio tradizionalmente
delegato a registrare in modo oggettivo la
realtà con un linguaggio dalle movenze
neoespressive che sviluppa le potenzialità implicite nell’immagine fotografica.
“ A f t e r D i a n a Vr e e l a n d ”
Palazzo For tuny
S.re S. Marco 3780
Venezia
Dal 10 marzo al 26 giugno
Info: 848 082000
www.museiciviciveneziani.it
Prima grande mostra dedicata alla straordinaria e complessa figura di Diana Vreeland (Parigi, 1903 - New York, 1989),
che approfondirà i molteplici aspetti del
suo lavoro e cercherà di dare inedite chiavi interpretative della grammatica del
suo stile e del suo pensiero. Si potranno
ammirare abiti che appartengono alla
storia della moda e che per la prima volta arrivano in Italia: capi di Yves Saint
Laurent e Givenchy indossati da Diana
Vreeland, provenienti dal Metropolitan
Museum of Art di New York, alcuni straordinari pezzi di Balenciaga di proprietà
del Cristóbal Balenciaga Museum, le creazioni di Saint Laurent e gli abiti preziosi che hanno segnato la moda del secolo appena passato, provenienti da prestigiose collezioni private e archivi aziendali, fra cui capi di Chanel, Schiaparelli, Missoni, Pucci e costumi dei Ballets.
Distribuzione EditService S.r.l. - Leinì (To)
Editor e Associazione Culturale Arte Giovani
Torino - P.IVA 06956300013
Abbonamenti
Annuale (22 nn.): euro 50,00 per l’Italia
euro 120,00 per l’estero
“ G u s t a v K l i m t n e l s e g n o d i H o ff m an n
e d e l l a Se c e ss i o n e”
Museo Cor rer
P.za S. Marco 52 – Venezia
Dal 24 marzo all’8 luglio
Info: 041 2405211
A un secolo dalla sua clamorosa partecipazione alla Biennale di Venezia (1910), Gustav Klimt torna in laguna come protagonista di una straordinaria esposizione, che si
terrà nelle sale del Museo Correr. Felice occasione per festeggiare il 150° dalla sua nascita (1862-2012), l’esposizione presenterà un ciclo eccezionale di dipinti, a rari e preziosi disegni, mobili e raffinati gioielli.
P a o l o I c a ro 1 9 6 7 - 1 9 7 7
P420 Ar te Contemporanea
P.za Martiri – Bologna
Fino al 10 marzo
Info: 0514847957
In quest’occasione, Paolo Icaro (Torino,
1936) propende a stabilire dei rapporti
antropometrici, fisicità che entra in relazione con gli ambienti espositivi per trasformarli in luoghi, con la possibilità di
contenere e d’essere contenuti a loro volta. Particolarmente efficace, alla P420, la
contrapposizione tra la sala dei gessi, che
restituisce la porosità della memoria assieme alla fragilità dell’universo, e la sala degli acciai, in cui la rigidità metallurgica viene modellata “a misura d’uomo”.
S h i n y a Ts u k a m o t o
p re m i a t o a l l ’ A s i a n F i l m F e s t i v a l
Fondazione Palazzo Magnani
C.so Garibaldi 31 – Reggio Emilia
Dal 16 a l 24 marzo
Info: 0522 444406
La retrospettiva della X edizione dell’Asian
Film Festival di Reggio Emilia, organizzato
da Cineforum Robert Bresson e Fondazione
Palazzo Magnani, è dedicata a Shinya Tsukamoto, uno dei più importanti registi giapponesi contemporanei, che sarà omaggiato
anche con un Premio alla carriera. Alla presenza del regista Tsukamoto, sarà presentato al pubblico anche l’ultimo intenso film Kotoko. Reggio Emilia omaggia con questo premio un autore innovativo, grande indagatore della parte oscura dello sviluppo tecnologico moderno, non a caso figlio della cultura giapponese. Il tema farà da filo conduttore a tutto l’Asian Film Festival 10, che presenterà oltre quaranta pellicole provenienti dall’estremo oriente, in una stimolante panoramica da cinematografie sempre più importanti come Giappone, Cina, Corea del Sud,
Taiwan, Thailandia, Hong Kong, Singapore,
Vietnam e Malesia. Non mancheranno incontri e appuntamenti collaterali per approfondire la conoscenza dei diversi paesi.
Arretrati: euro 4,00
c.c. postale n. 45958055
intestato a Corriere dell’Arte
Associazione Culturale Arte Giovani
Aut. Tribunale di Torino
n. 4818 del 28/07/1995
A B B Ò N AT I
al CORRIEREdell’ARTE
a soli 50 euro
per un anno
22 numeri a casa tua
Corriere4_6-11
16-02-2012
14:04
Pagina 11
GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - Italy
Tel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491
E-mail: [email protected]
CORRIEREdell’ARTE
COURRIER
DES
ARTS
Gallerie
ACCADEMIA Galleria
Via Accademia Albertina 3/e – Torino - Tel. 011 885408
[email protected]
Orario: 10,00-12,30/16-19,30; chiuso lunedì
Artisti contemporanei e Opere scelte
A.C.I. GALLERY Associazione Arte Cultura Immagine
C.so Novara 20/f – Torino - Tel. 011 2483717
Orario: lun. - sab. 16,00-19,00
[email protected]
ARTE CITTA’ AMICA Centro Artistico Culturale
Via Rubiana 15 – Torino - Tel. 011 7717471- Fax 011 7768845
Orario: mart. - sab.16,00-19,00; dom.10,00-12,00; lunedì chiuso
Fino al 26/2 Personali di S. D’Alessandro, A. Panero, W. Tesio, P.G. Viotto
Dal 2 al 16/3 “Pittura e letteratura si incontrano (nel segno e la parola)”
Collettiva
ARTE PER VOI e DANTE SELVA Officina d’Arte
Associazioni Culturali
P. za Conte Rosso 1 – Avigliana (To)
Luigi Castagna (Arte per Voi) - Tel. 011 9369179 - Cell. 339 2523791
[email protected] - www.artepervoi.it
Paolo Nesta (Dante Selva) - Tel. 011 9328447 - Cell. 333 8710636
[email protected]
Visite su appuntamento
Artisti della Galleria
ART GALLERY LA LUNA
Via Roma 92 – Borgo San Dalmazzo (Cn) - Cell. 347 3268116
[email protected]
Orario: ven. 16,00-19,00; sab. 10,30-13,00/16,00-19,00; dom. 10,30-12,00
BOTTEGA D’ARTE SANREMO Associazione Culturale
Dir. Maria Gioseffi - Via Canessa 35 – Sanremo (Im)
Tel. 0184 574440 - Cell. 338 4364509
Orario: tutti i giorni 16,30-19,00; dom. chiuso
Dal 25/2 all’8/3 Personale di Cesare Ravasio
GALLERIA ARTE FIANO
Via Fiano 14 – Torino - Cell. 340 5526730
[email protected]
Orario: mart. - sab.15,30-19,00
Artisti della Galleria
GALLERIA CIRCOSTA
Via dell’Arcivescovado, 9/18 – Torino - Tel. 011 5788238 - Fax 011 5788236
Collettiva di Artisti d’Avanguardia Italiani e Contemporanei dal 1927 ad oggi
Gallerie Roma
MARTINARTE Laboratorio d’Arte e Corsi
C.so Siracusa, 24/a – Torino - Tel. 011 3433756 - Fax 011 3091323
Cell. 335 360545
[email protected]
Orario: merc. e ven. 9,30-12,30/15,30-19,30;
mart. e giov. 9,30-12,30/15,30-22,00
Sono aperte le iscrizioni ai corsi
Dal 28/2 al 13/3 “La luce bagna ogni luogo”
con Mario Giammarinaro e Livio Stroppiana
MERCURIO Galleria d’Arte Contemporanea
Via F.lli Calandra 20/F – Torino - Cell. 333 3656300
[email protected] - www.galleriamercurio.com
In permanenza Opere di Roberto Demarchi
MICRO’ Galleria di Maria Giovanna PIRAS
P.za Vittorio Veneto 10 – Torino - Tel. 011 882602
[email protected] - www.galleriamicro.it
Orario: mart. - ven. 16,00-19,30; sab. 10,30-12,30/16,00-19,30
PICTOR Accademia
Via Pietro Micca, 4 – Torino - Tel./Fax. 011 5622969
Viale Roma, 26 - Venaria Reale (To) - Tel./Fax. 011 4593208
[email protected] - www.pictor.it - www.accademiapictor.com
Orario: lun. - giov. 15,00-20,00
Sono aperte le iscrizioni ai corsi
PIEMONTE ARTISTICO CULTURALE Galleria d’Arte dal 1957
P.za Solferino 7 – Torino - Tel./Fax 011 542737
[email protected]
Orario: lun. - sab. 15,30-19,30
Fino al 3/3 “Di fronte all’incanto” Personale di Roberto Davico
SALOTTO DELL’ARTE Associazione Culturale
Via Argonne 1/C – Torino (zona precollina)
Tel. 011 0743717 - Cell. 339 6807922
[email protected] - www.salottodellarte.com
Orario: da mart. a sab. 16,30-19,30; domenica e lunedì chiuso
Dal 3 al 24/3 Mostra “Post-Avanguardia italiana: Ultraveristi”
SENESI Galleria d’Arte
Via Cernaia 19 – Savigliano (Cn) - Tel. 0172 712922
www.senesiarte.com
In permanenza Opere di Simonetta Carpini
SENSO DEL SEGNO Associazione Artistico-culturale Disegno e Incisione
Via Duchessa Jolanda 34 – Torino - Tel. 011 4473998
Orario: lun. - ven. 15,30-18,30
Fino al 29/2 “Il segno inedito di Aldo Conti”
GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA EMMA INFANTE
Via Des Ambrois 2 (p.za Carlina) – Torino - Cell. 347 9969524
[email protected] - www.emmainfante.com
Orario: tutti i giorni 11,00-13,00/15,30-19,30; dom.e lun. chiuso
SILVY BASSANESE ARTE CONTEMPORANEA
Via Galileo Galilei 45 – Biella - Tel. 015 355414
Orario: mart. - ven. 16,30-19,30; sab. e festivi su appuntamento
Sino a fine febbraio
“Incerte Patrie. L’Unità d’Italia nel suo 150° compleanno”
GALLERIA D’ARTE LA BACHECA
Via dei Pisani 1 – Cagliari - Tel. 070 663396
[email protected] - www.bachecarte.it
Fino al 3/3 “Sentimental...Eros 5” Collettiva
STORELLO Galleria d’Arte
Via del Pino 54 – Pinerolo (To) - Tel. 0121 76235
Orario: mart. - sab. 9,00-12,15/15,30-19,00; lun. e dom. chiuso
In permanenza Opere di Avataneo, Carena, Coco Cano, Faccincani,
Fresu, Garis, Luzzati, Massucco, Musante
GALLERIA FERRERO Arte Contemporanea
Villa Nesi - Via Torino 29 – Ivrea (To) - Cell. 347 1414200
[email protected] - www.galleriaferrero.com
Visite su appuntamento
In permanenza Opere di Roberto Demarchi
STUDIO LABORATORIO di Anna VIRANDO
C.so Giovanni Lanza 105 – Torino - Tel. 011 6601574
Orario: lun. - sab.17,00-20,00
Fino al 3/3 “Carnalità” Personale di Andrea Catolino
GALLERIA FOGLIATO
Via Mazzini 9 – Torino - Tel. 011 887733
Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-19,30; chiuso lunedì e festivi
Fino al 25/2 Opere di Elisabetta Viarengo Miniotti
GALLERIA LA CONCHIGLIA
Via Zumaglia 13 bis – Torino - Tel. 011 6991415 - Cell. 347 8285604
[email protected] - www.laconchiglia-to.com
Orario: mart. - ven. 15.00-19,00; sab. 10,00-12,00/15,00-19,00
Fino al 29/2 I Pittori della Galleria: E. Boggione, A. Ciocca, P. Filannino,
S. Gallli, G. Griva, W. Nuzzo, F. Rinallo, F. Tabusso, J. Vincenti
GALLERIA MARTORANO
Via Gioberti 35 – Torino - Tel. 011 548794
[email protected]
Orario: lun. - ven. 10,00-12,30/16-19,30; sab. 10,00-12,30/pomer. su app.to;
dom. chiuso
Artisti della Galleria
GALLERIA MAURIZIO RINAUDO
Via Buniva 14 – Pinerolo (To) - Cell. 339 7434005
In permanenza Opere di Maurizio Rinaudo
GIORGIO MAROSI Galleria
C.so Francia 209/B – Torino - Tel. 011 7495348
[email protected]
Orario: 10,00-12,30/16-19,30 esclusi lunedì e festivi
Artisti della Galleria
TEART Associazione Artistico-culturale
Via Giotto 14 – Torino - Tel. 011 6966422
Orario: mart. - sab.17,00-19,00
Fino al 14/3 “Due artiste fra pittura e scultura” con Ingrid Barth e Tea Vietti
TINBER ART GALLERY
Via Albergian 20 – Pragelato (To) - Tel. 0122 78461
[email protected]
Orario: sab. e dom. 10,00-12,30/15,30-19,00
Fino al 18/3 Maestri di Arte Contemporanea
ULTIME FRONTIERE Galleria
Via Varazze 11 – Torino - Tel. 349 8462892
Visite su appuntamento
“Sulla rotta d’Italia”
UNIQUE Galerie d’Art di Patrick CAPUTO
C.so Vittorio Emanuele II 36 – Torino - Tel. 011 5617049 - Cell. 334 8017314
[email protected] - www.galerieunique.com
Orario: mart.- sab. 10,00-12.30/15,00-19.30
Dal 2 al 30/3 “Colori, luci e armonie” Personale di Alessandro Mazzuca
In permanenza Opere di Roberto Piaia
VAILATI Galleria d’Arte
C.so Bramante 78 – Torino - Tel. 011 6967292 - Cell. 346 2326181
[email protected]
Orario: lun. 15,30-19,30; mart. - ven. 9,30-12,30/15,30-19,30;
sab. 9,30-12,30/15,30-19,30
Artisti della Galleria, tra i quali Asveri, Fr. Casorati, G. De Agostini,
Musante, Ruggeri, Soffiantino e Tabusso
VIVIARTEVIVA Galleria Artistica e Culturale
Via Madonna delle Rose 34/C – Torino - Cell. 347 9453075 - Fax 011 3114769
[email protected] - www.viviarteviva.it
Orario: lun. - sab.16,00-19,00
LA GIARDINERA Casa dell’Arte e dell’Architettura
Via Italia 90 bis – Settimo T.se (To) - Tel. 011 8028238
Orario: giov. - dom. 16,00-19,00
LA LANTERNA Galleria di Maristella SANDANO
Direttore Artistico: Livio Pezzato - Via Santa Croce 7/c – Moncalieri (To)
Tel. 011 644480 - Fax 011 6892962
[email protected] - www.lalanternaarte.com
Orario: lun. - sab. 16,00-19,00
A. Arcidiacono, S. Attisani, G. Boffa, A. Ciocca, E. Colombotto Rosso,
Gigli, E. Gribaudo, E. Longo, F. Maiolo, E. Maneglia, S. Manfredi,
U. Nespolo, D. Pasquero, G. Peiretti, G. Pezzato, L. Pezzato, C. Pirotti,
G. Sesia della Merla, F. Tabusso, G. Valerioti, naïf croati
e grafica nazionale ed internazionale
LA ROCCA Galleria
Via della Rocca 4 – Torino - Tel. 011 8174644 - Fax 011 8129026
Orario: lun. - sab. 10,00-13,00/15,30-19,30; domenica chiuso
Manifesti originali, grafica, multipli e dipinti
LUCE Gallery
C.so S. Maurizio 25 – Torino - Tel. 011 8141011
[email protected] - www.lucegallery.com
Orario: mer. - sab. 15,30-19,30
Fino al 17/3 “Liminal Boundaries” Collettiva
LUNA ART COLLECTION Spazio espositivo
Via Nazionale 73/1 – Cambiano (To) - Tel./Fax 011 9492688
[email protected] - www.luna-art-collection.com
Orario: lun. - ven. 8,30-17,30; sab. 8,30-17.30 (previa telefonata)
In permanenza serigrafie d’arte a tiratura limitata
di Coco Cano, Francesco Casorati, Isidoro Cottino, Theo Gallino,
Franco Negro, Ugo Nespolo, Ernesto Oldenburg, John Picking,
Marco Puerari, Giorgio Ramella, Maurizio Rivetti, Francesco Tabusso,
Silvio Vigliaturo
GIEMME S.r.l. Via Cuneo, 33 - 10044 Pianezza (TO) - Italy
Tel. +39 011.2344400 - Fax +39 011.2344491
E-mail: [email protected]
Gallerie Milano
ANTIQUUM ORATORIUM PASSIONIS di S. AMBROGIO
P.za Sant’Ambrogio – Milano - Cell. 335 6405004
[email protected]
Visite su appuntamento
FONDAZIONE GIANNI E ROBERTO RADICE
Via Pierfrancesco Mola, 39 - Milano - Tel. 02 39214197 - Cell.: 347 1230644
Visita solo su appuntamento
Opere della Fondazione
SPAZIOINMOSTRA
Via Cagnola, 26 – Milano - Tel. 02 33105921
[email protected] - www.spazioinmostra.it
Orario: lun. - giov. 15,30-19,30, ven. 13,00-16,00
SPAZIO TADINI
Via Jommelli, 24 – Milano - Cell. 366 4584532
www.spaziotadini.it
STUDIO D’ARS
Via Sant’Agnese, 12/8 – Milano - Tel. 02 860290/86450302
[email protected] - www.fondazionedars.it
Orario: lun. - giov. 15,30-19,00; mart. 21,00-23,00; ven. 17,00-19,00;
sab. e festivi chiuso
MACRO - MUSEO ARTE CONTEMPORANEA ROMA
Via Reggio Emilia, 54 – Roma - Tel. 06 671070400
www.macro.roma.museum/
MAXXI - MUSEO NAZIONALE DELLE ARTI DEL XXI SECOLO
Via Guido Reni - Roma - Tel. 06 3210181
www.fondazionemaxxi.it
A.L.P.G.A.M.C.
Associazione Ligure e Piemontese Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea
GIAMPIERO BIASUTTI Arte Moderna e Contemporanea
Via della Rocca 6/B – Torino - Tel. 011 8141099 - Fax 011 8158776
[email protected] - www.galleriabiasutti.com
Orario: mart. - sab.10,30-12,30/15,30-19,30
Fino al 24/3 “Panta rei” Collettiva
BIASUTTI & BIASUTTI Galleria d’Arte
Via Bonafous 7/1 – Torino - Tel. 011 8173511
Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30
Fino al 17/3 “Materia dinamica”
CENTRO ARTE LA TESORIERA
C.so Francia 268 – Torino - Tel. 011 7792147
Orario: mart. - sab. 10,00-13,00/16,00-20,00; lunedì e festivi chiuso
o su appuntamento
In corso Pittura italiana dall’800 al ’900
DAVICO Galleria
Gall. Subalpina 30 – Torino - Tel. 011 5629152
Orario: mart. - sab. 10,00-12,30/16-19,30; lunedì e festivi chiuso
Fino al 25/2 Personale di Luigi Leonidi
Dal 1° al 31/3 Giuliano Costa
LA TELACCIA Galleria d’Arte
Via Pietro Santarosa 1 (p.za Statuto) – Torino - Tel/Fax 011 5628220
www.latelaccia.it
Orario: lun. - sab. 15,00-19,30
Dal 1° al 10/3 “Le donne nell’arte” Collettiva con Teresa Fabris,
Lina Moretti Nesticò, Marzia Roversi, Donatella Serafini e Cristina Viganò
NARCISO Galleria
P.za Carlo Felice 18 - Torino - Tel. 011 543125
Orario: mart. - sab.10,00-12,30/15,30-19,30
Pittura e grafica del Novecento italiano
TERRE D’ARTE Galleria
Via Maria Vittoria 20/A – Torino - Tel./Fax. 011 19503453
www.terredarte.net
Orario: lun. - sab. 10,30-13,00/16,30-19,30
Ceramica contemporanea
Arte Antica
AVERSA Galleria
Via Carlo Alberto 24 ang. Via Cavour – Torino - Tel. 011 532662
Orario: mart. - sab. 10,00-12,15/15,30-19,00
In permanenza Opere dell’Ottocento
CASA D’ASTE DELLA ROCCA
Via Della Rocca 33 – Torino - Tel. 011 8123070/888226 Fax 011 836244
[email protected] - www.dellarocca.net
LUIGI CARETTO Galleria
Via Maria Vittoria 10 – Torino - Tel. 011 537274
Orario: mart. - sab. 9,45-12,30/15,45-19,30
Pittori Fiamminghi e Olandesi
SANT’AGOSTINO Casa d’Aste
C.so Tassoni 56 – Torino - Tel. 011 4377770 - Fax 011 4377577
Orario: mart. - sab. 9,30-12,30/15,30-19,30
Libralon
www.lucianalibralon.it - [email protected]
“Paris, les lumières”, 100x100cm, acrilico su tela (dalla mostra “Emozioni Liberty, armonie femminili di un’epoca”, 2010)
ARTISTA SELEZIONATA DAL
CORRIEREdell’ARTE
Venerdì 24 Febbraio 2012 CORRIERE dell’ARTE
corriere4__ 16/02/12 13:19 Pagina 12