Il Pane e la Frisella, regine dell`estate pugliese
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Il Pane e la Frisella, regine dell`estate pugliese
A L I M E N TA Z I O N E A cura dell'Assessorato Regionale alle Risorse Agroalimentari Il Pane e la Frisella, regine dellestate pugliese e sconcertanti notizie sullutilizzo del grano come combustibile mentre milioni di persone muoiono di fame, lasciano veramente perplessi. E ben lo sappiamo noi Pugliesi (il tavoliere è considerato il granaio dItalia) che cosa significa tenere cara la gricoltura, specie in questo settore determinante per lali mentazione. Certamente abbiamo una tradizione da difen dere e una quantità di percentuale di terreni coltivati a frumento ed altri cereali che possano sostenere il nostro fabbisogno. Agevolare lagricoltura in questo settore diventa oggi un obbligo, considerato anche che le condizioni atmosferiche, che cambiano in modo macroscopico, met tono sempre più in pericolo le nostre coltivazioni. Gli acquazzoni estivi che stiamo avendo, pur con la sete atavica che ha la Puglia, non migliorano la situazione, anzi lacqua caduta con eccessiva forza lava i terreni e non li irrora nel profondo, trasportando per di più lontano le sostanze dellhumus. Abbiamo da difendere i nostri cereali, così come le tradizioni che hanno portato il pane pugliese in giro per tutta lItalia: Da Nord a Sud è conosciuto e apprezzato il pane di Altamura (BA), un tipico pane pugliese ottenuto da un impasto di semola di grano duro rimacinata molto ricca di glutine, a lievitazione naturale e cotto nel forno a legna, e quello di Laterza (TA). Nel tempo il consumo del pane è diminuito, vuoi per una moda dietetica che sostiene di poterne fare a meno (un tempo era il solo alimento, ricco di carboidrati, che sosteneva la dura giornata di lavoro dei nostri robusti contadini); vuoi per il rincaro dei panettieri, spesso non giustificato dallaumento della materia prima. Però recen temente, secondo alcune stime della Coldiretti, il consumo del pane è tornato a salire, anche se, come sostiene la Federconsumatori, il pane più che comprarlo oggi si preferisce farlo in casa. La spesa per una famiglia di 4 persone, che consumano un Kg di pane al giorno e quindi 3 euro, scenderebbe facendolo in casa dai mille euro annui a 70 euro. Non male in tempi di crisi come questo. E non solo riguardo al pane la nostra tradizione si allunga allindietro nel tempo, ma anche altri prodotti da forno sono un vanto pugliese, prima fra tutti la regina dellestate: la frisella. La frisella assomiglia ad una ciambella croccante. Si pugliasalute ricava da un panetto a forma di tarallo da 50 grammi che viene cotto due volte, la prima quando è intero, la seconda va rimesso in forno dopo averlo tagliato in due orizzontal mente. Il loro uso risale nientemeno che ai Fenici. Pare che le sue origini risalgano a circa il X sec. a.C., allepoca appunto della civiltà Fenicia, quando i mercanti durante le loro navigazioni erano soliti consumare ciambelle scure di grano ammorbidite con acqua di mare e insaporite con olio doliva. Sono un "piccolo capolavoro" nato dalla semplicità della gente di una volta, abituata ai lunghi periodi di digiuno. Per la loro preparazione ci vuole pochissimo: si im mergono in acqua fredda e quando sono bagnate, si con discono con pomodoro, olio extra vergine di oliva, natu ralmente pugliese, origano, aglio e sale. Si può aggiungere anche la cipolla, meglio quella rossa di Acquaviva (per rimanere in Puglia...) o di Tropea, oppure ancora della rucola o delle fettine di mozzarella, ovviamente dipende dai gusti di ognuno. Capolavoro della tradizione gastronomica pugliese, la frisella. è sopravvissuta nel corso dei secoli non solo grazie alla sua bontà, ma anche per ragioni economiche. Oggi però è diventata un pasto prelibato che rientra a pieno titolo nella dieta mediterranea. La bontà di questo prodotto, conosciuto anche attraverso i nostri emigranti in tutto il mondo, è andato via via crescendo rispetto a quegli antenati primitivi che impastavano e cuocevano su lastre roventi la polvere di ghiande e acqua. Come sappiamo dobbiamo agli Egizi la tecnica della lievitazione, mentre furono i Greci ad istituire i primi forni pubblici e le prime regole per la panificazione. Panificazione che alla caduta dell'impero romano venne dispersa. Nel periodo feudale il pane di farina di frumento era esclusiva dei signori, la popolazione utilizzava altri cereali come l'orzo, il farro, la segale, e mangiava pane nero, uso che per noi pugliesi è durato fino al dopoguerra. Oggi il pane bianco è stato messo in secondordine per dare spazio a quello nerointegrale, perchè si è scoperto che è più salutare, più ricco di fibre. Parimenti è aumentato il consumo di friselle di grano integrale o di friselle ai quattro cereali. - cinquatadue - luglio - agosto 2008