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Numero 30
17 giugno 2008
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Etf: lo scudo per
contrastare
la volatilità dei
mercati finanziari
N
Niente di nuovo sotto il sole. Le ultime due settimane di contrattazioni hanno confermato la perdurante debolezza dei
mercati azionari internazionali che in molti casi si sono spinti a testare i minimi registrati nello scorso mese di marzo.
Una nuova accelerazione ribassista che ha colpito ancora una
volta i titoli finanziari sui quali si rincorrono le indiscrezioni
di ulteriori imminenti svalutazioni da parte di alcuni importanti player internazionali. La crisi dei mutui subprime torna
quindi a colpire alcuni settori già fortemente penalizzati negli
ultimi mesi, gli immobiliari ad esempio, che più di altri sono
soggetti alle conseguenze della crisi del credito. Le dilaganti
spinte inflazionistiche hanno nel frattempo spinto il governatore della BCE, Jean-Claude Trichet, a indicare il probabile
rialzo dei tassi di interesse dello 0,25% nella prossima riunione di luglio. Un provvedimento simile a quanto auspicato da
Edmund S. Phelps, premio Nobel 2006 per l’Economia, che
nel corso di una conferenza sull’oro tenutasi settimana scorsa a Milano ha fornito la propria visione sullo scenario
macroeconomico attuale e futuro negli Stati Uniti e in
Europa. Andamento diametralmente opposto invece per le
materie prime in generale e per il greggio in particolare che
nelle ultime giornate ha registrato il nuovo massimo storico
ad un soffio dalla soglia psicologica dei 140 dollari al barile.
In questo contesto non stupisce che le migliori performance
tra gli Etf quotati sul listino milanese siano state registrate
dagli strumenti short, i fondi a gestione passiva che consentono un’esposizione ribassista sui listini azionari. Strumenti
adatti a strategie di natura direzionale ma anche per costruire strategie di copertura dei portafogli finanziari.
Continua la crescita degli investimenti in ETC
Continua la crescita degli investimenti sulle Exchange Traded
Commodities targate ETFSecurities. L’ ETC short sul petrolio, ETFS Short
Crude Oil, solo nell’ ultimo trimestre ha visto incrementare gli investimenti per 130 milioni di dollari. Dall’inizio del 2008, gli investimenti in
ETC sul bestiame sono balzati a 230 milioni di dollari (+475%). Gli ETC
Short e Leveraged di ETF Securities nelle prime 12 settimane di quotazione raggiungono quota 275 milioni di dollari, il 23% dei flussi totali
dei suoi ETC.
Stacco dividendi per alcuni Etf iShares
Dal prossimo 23 luglio saranno messi in pagamento i dividendi di alcuni Etf targati iShares quotati sul mercato italiano. Si tratta dell'iShares
MSCI Japan, dell'iShares JPMorgan $ Emerging Markets Bond. Gli ETF
iShares S&P SmallCap 600 e iShares MSCI Japan SmallCap non distriburanno in tale data alcun dividendo.
2 Le oppotunità offerte dall’oro
4 Etf, crescita senza soste in Europa
5 Etf tematici: infrastrutture
6 Focus commodities: il mais
8 Focus Paese: Medio Oriente
10 Intervista: Alberto Massa (SGAM)
12 Osservatorio Etf
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ORO
Oro: analisi, strategie e
opportunità per gli investitori
Il rally del metallo giallo continua a favorire l’interesse degli investitori.
L’oro diventa così una forma di investimento premiata dalle attuali condizioni di
mercato anche grazie al suo carattere difensivo
S
Sin dalla notte dei tempi, l’oro è sempre stato considerato
una materia prima, una valuta, una forma di investimento e,
molto più semplicemente, qualcosa di bello da possedere.
Negli ultimi decenni, in seguito al rapido sviluppo dei mercati finanziari, il prezioso metallo giallo ha perso la sua posizione di primo piano. Un trend che si è arrestato negli ultimi due anni in concomitanza con la crescente volatilità emersa sulle Borse di tutto il mondo. Gli investitori sono tornati
a privilegiare forme di investimento ritenute sicure dagli investitori. E così l’oro ha riconquistato il suo scettro. Sono queste le premesse dell’Italian Gold Forum tenutosi settimana
scorsa in Borsa Italiana. Un evento che ha visto alternarsi sul
parterre di Palazzo Mezzanotte i principali esperti del World
Gold Council e di Lyxor – Société Générale con l’intervento
di Edmund S. Phelps, premio Nobel 2006 per l’Economia,
che ha fornito la propria visione sullo scenario macroeconomico attuale e futuro negli Stati Uniti e in Europa (vedi box
nella pagina successiva). Gli analisti hanno giustificato il
forte rialzo dei prezzi dell’oro con la crescente domanda a
livello internazionale. In particolare Natalie Dempster,
Investment Research Manager del World Gold Council, ha
ripercorso l’ascesa del metallo prezioso che nel corso dell’ultimo anno si è apprezzato del 41,2% in dollari e del 19% in
Lyxor Gold Bullion Securities
Società di gestione
Sottostante
Codice di negoziazione
Codice Isin
Commissione di gestione annua
Lyxor
Oro fisico
GBS
GB00B00FHZ82
0,4%
euro. Ma non solo. Gli investimenti finanziari in oro a livello mondiale hanno raggiunto nel 2007 i 63 miliardi di dollari, con una crescita costante rispetto agli 8 miliardi del
2002, +687% negli ultimi 6 anni. I driver che hanno spinto
la domanda risiedono principalmente nella gioielleria, nelle
movimentazioni delle banche centrali e nella domanda del
comparto industriale. Quest’ultima in particolare ha raggiunto l’anno scorso il nuovo record storico a quota 461 tonnellate, beneficiando della domanda spinta dal settore elettronico e biomedico che richiedono applicazioni sempre più
specifiche di oro. Natalie Dempster ha poi voluto sfatare uno
dei credo più radicati presso gli investitori, ossia che l’investimento in oro viene effettuato quando sui mercati c’è un’elevata volatilità. Dati alla mano l’esperta ha dimostrato come
la volatilità storica dell’investimento nel metallo prezioso nel
2007-2008 è stata pari al 15% se effettuato in euro, 17% in
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ORO
dollari americani, contro una volatilità del 19% sia del
Mib30, sia dell’S&P 500. “Ad un’offerta contenuta, anche se
relativamente elastica per via dell’oro riciclato, corrisponde
una domanda in crescita meno influenzata dai cicli congiunturali rispetto alle altre materie prime” ha sottolineato la
Dempster. Marcello Chelli, Head of listed Products Italy di
Lyxor – Société Générale, dopo aver descritto il funzionamento del London Bullion Market, uno dei principali mercati mondiali dell’Oro, ha descritto le caratteristiche del
Lyxor Gold Bullion Securities, uno strumento finanziario
quotato su Borsa Italiana che, a differenza di altri prodotti
quotati sul listino ETFPlus,è garantito da oro fisico detenuto presso una filiale HSBC a Londra. I vantaggi dell’investimento in oro fisico al posto dei future sono riassumibili
essenzialmente nell’esenzione dai costi per il roll-over tra
diversi future, e nel superamento delle problematiche legate
alle distorsioni derivanti proprio dal roll-over. Essendo la
curva forward dell’oro strutturalmente in Contango (i prezzi
dei future sono più elevati dei prezzi spot), il passaggio tra un
contratto in scadenza e quello successivo comporta una perdita per l’investitore. La sovraperformance ottenuta attraverso l’investimento in oro fisico rispetto ad altri strumenti che
investono sui contratti future, in meno di due anni (dal 28
settembre 2006 al 6 giugno 2008) è stata pari al 4,76%. Un
risultato da non sottovalutare per chi è interessato ad investimenti di lungo periodo nel metallo prezioso.
Marco Berton
PHELPS: LA FED INIZI AD ALZARE I TASSI
“La Federal Reserve dovrebbe iniziare ad alzare gradualmente i tassi di interesse per tenere sotto controllo le aspettative
di inflazione”.Questo il pensiero di Edmund S. Phelps, professore della Columbia University di New York e premio
Nobel 2006 per l'Economia , espresso durante un seminario
promosso da Borsa Italiana, Lyxor e dal World Gold
Council. Secondo l’esperto la Fed dovrebbe avviare una
manovra restrittiva negli Stati Uniti partendo dalla fine dell’imminente estate. La manovra si rende necessaria per calmierare le spinte inflazionistiche registrate a livello globale e
anche negli Stati Uniti. Il compito della banca centrale americana, che sino ad oggi si è preoccupata quasi esclusivamente di sostenere la crescita, deve essere quello di mantenere
sotto controllo le attese di inflazione nel medio termine. In
merito al mercato del lavoro, ha precisato Phelps, la banca
centrale americana sbaglia a pensare che il recente incremento della disoccupazione sia un fattore solo temporaneo. Il saggio di disoccupazione negli Stati Uniti, attualmente al 5,5%,
potrebbe peggiorare ulteriormente in seguito ai licenziamenti nel settore delle costruzioni e della finanza. Una disoccupazione quindi “strutturale” che potrebbe aggravarsi ulteriormente nei prossimi mesi. Per quanto riguarda il Vecchio
Continente, il premio nobel ha detto che la Banca Centrale
Europea non dovrebbe reagire agli aumenti sporadici dei
prezzi, mentre dovrebbe monitorare con estremo rigore le
aspettative di inflazione. “La Bce deve alzare i tassi nominali
per evitare che scendano i tassi reali", ha sottolineato Phelps.
db x-trackers
Indici a portata di mano
Puntare sui ribassi del mercato
Guadagnare quando il mercato azionario scende. Con l’ETF
db x-trackers sull’indice tedesco ShortDAX® si aprono nuovi orizzonti
d’investimento. Proprio come gli altri ETF di Deutsche Bank, l’ETF
db x-trackers ShortDAX® si compra e si vende in Borsa come una
semplice azione. Il valore dell’ETF è però legato ad un indice ‘short’;
quando il DAX®, l’indice del mercato tedesco, perde durante la
seduta di Borsa l’1% il corrispondente indice ‘short’ e quindi l’ETF
guadagna l’1% e viceversa.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.dbxtrackers.com
o contattate il Numero Verde 800 90 22 55
db x-trackers ShortDAX® ETF
Codice di negoziazione XSDX
Commissioni di gestione annue 0,40%
Deutsche Bank Exchange Traded Funds
A Passion to Perform.
Avvertenze – La pubblicazione del presente documento non costituisce attività di offerta al pubblico da parte di Deutsche Bank AG e non costituisce alcun giudizio, da parte della stessa, sull’opportunità
dell’eventuale investimento descritto. Le informazioni contenute nel presente documento sono destinate esclusivamente all’utilizzo in Italia. Esse non sono pertanto applicabili a soggetti residenti in
qualunque altro paese. Nei prospetti completi e semplificati e nei documenti di quotazione dei db x-trackers è contenuta una descrizione dettagliata dei termini e delle condizioni del relativo ETF
db x-trackers. Potete ottenere gratuitamente tali documenti presso il vostro consulente dell’Investment & Finance Center di Deutsche Bank o presso Deutsche Bank AG, Via Santa Margherita 4,
20121 Milano e sul sito www.dbxtrackers.com. Gli ETF replicano l’evoluzione del valore dell’indice contenente il loro nome. L’indice ShortDAX® è un marchio registrato di Deutsche Börse AG. Lo sponsor
dell’indice non promuove, non raccomanda, non vende, non reclamizza i singoli fondi d’investimento e, in merito ad essi, non fornisce alcun giudizio o garanzia. Qualora i dati di mercato contenuti in
questo documento provengano da terzi, Deutsche Bank non si assume alcuna responsabilità in merito all’esattezza e alla completezza dei dati, anche se Deutsche Bank utilizza solo fonti che considera attendibili.
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MERCATO ETF
Etf, la crescita
non conosce
soste in Europa
Gli Stati Uniti rimangono un passo avanti, ma
il mercato degli Etf è in costante progresso nel
Vecchio continente. Come conferma l’ultimo studio
sugli Etf condotto da Deutsche Bank
D
Dall'America all'Europa l'idea di diversificare il proprio
portafoglio puntando sugli Exchange traded fund (Etf) convince sempre più investitori istituzionali e privati in giro per
il mondo. Il crescente interesse nei confronti dei 'replicanti', nati oltreoceano nel 1993 e sbarcati nei Paesi del
Vecchio continente qualche anno più tardi (2000), è ampiamente supportato dai numeri messi a segno nel 2007: a
livello globale, durante lo scorso anno, le masse gestite
degli Etf sono aumentate del 40,8%, attestandosi a 796,6
miliardi di dollari rispetto ai 565,6 miliardi riportati del
2006. E se oltreoceano questi strumenti sono già largamente diffusi e apprezzati, in Europa hanno cominciato ad essere visti come un valido strumento alternativo di investimento solo di recente. Lo conferma l'ultimo studio sul mondo
degli Etf condotto da Deutsche Bank. Raimar Dieckmann,
autore dell'analisi, ha messo in evidenza come questi prodotti stiano conquistando e convincendo sempre più investitori del Vecchio continente, in particolar modo in
Germania. Dallo studio emerge che i dominatori incontrastati del mercato dei fondi alternativi rimangono gli Stati
Uniti le cui masse gestite sono cresciute nel corso del 2007
del 42,7%, attestandosi a 580,7 miliardi dollari. L'Europa,
pur registrando delle cifre di crescita più contenute, non
rimane alla finestra a guardare: le masse gestite sono
aumentate del 27,5% a 89,2 miliardi di euro contro i 70
miliardi registrati nel 2006. Ma non è tutto. A livello europeo, gli Etf hanno anche tenuto testa con successo alla crisi
finanziaria scoppiata oltreoceano dodici mesi fa: nel primo
scorcio del 2008 gli assets under management (AuM) sono,
infatti, saliti del 3,8% a 92,6 miliardi di euro. Tuttavia, i
dati positivi a livello continentale sono coincisi con un peggioramento dello scenario globale del comparto degli
Exchange traded funds. Lo studio di Deutsche Bank sul
mondo degli Etf ha, infatti, messo in evidenza come il patrimonio globale di questi prodotti si sia contratto di circa il
4,4% in scia alle performance deludenti dei principali indici azionari internazionali. Nonostante questo lieve rallentamento, l’industria mondiale dei replicanti continua a godere di buona salute agli occhi degli esperti di Deutsche
Bank, che hanno pronosticato una crescita dell’asset under
management fino a quota 150 miliardi di euro in Europa
entro il 2010. Secondo la casa d’affari teutonica le buone
prospettive per questo mercato si radicano nei cambiamenti strutturali che stanno investendo sia l’investitore sia l'offerta. In particolare, Deutsche Bank pone l'accento su alcuni elementi chiave: in primis, un maggior uso degli Etf da
parte degli investitori istituzionali, alimentato dai fondi
pensione; uno sguardo attento e oculato da parte degli investitori privati, che solo ora in Europa stanno scoprendo il
“fenomeno” Etf; un miglioramento del livello di efficienza
degli Etf sulla scia dell’innovazione apportata dall’uso degli
swaps per replicare un indice.
Daniela La Cava
Previsioni sul mercato europeo degli Etf
1 60
1 40
1 20
1 00
80
60
40
20
0
A u M in E U R mld
Stime 2010 I trim./08
Fonte: Deutsche Bank
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A
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ETF TEMATICI
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Portafoglio sulla difensiva
con gli Etf sulle infrastrutture
L’Etf tematico lanciato da Deutsche Bank ha come sottostante l’S&P global
infrastructure. A Piazza Affari era già presente dal marzo 2007 l’Etf di
iShares legato all’indice Macquaire Global Infrastructure 100
A
Autostrade, aeroporti, utilities e molto altro. Il settore delle infrastrutture promette una crescita elevata nei prossimi anni, sostenuta a livello globale soprattutto dagli ingenti investimenti delle economie emergenti. Inoltre, le società del settore presentano una
forte caratterizzazione difensiva per via del loro regime di semimonopolio e la bassa correlazione dei loro flussi di cassa dall’andamento del ciclo economico. Una situazione che permette ai
ricavi delle società legate al business delle infrastrutture di essere
relativamente stabili e ricorrenti nel tempo. Per gli investitori
risultano quindi un’alternativa di investimento con una correlazione relativamente modesta con le categorie di titoli tradizionali. Un mercato che per crescere necessità, oltre alle risorse pubbliche, di un sempre crescente supporto da parte degli investitori
privati. L’Ocse prevede per i prossimi 20 anni investimenti pari a
1800 miliardi di dollari, quantificabile in circa il 3,5% del prodotto interno lordo di ogni paese, volti a colmare le lacune a livello
di infrastrutture. Sul mercato Etf Plus di Piazza Affari quest’anno
è sbarcato il Db x-trackers S&P Global Infrastructure, Etf che presenta una commissione annua dello 0,60% e replica l’andamento dell’indice S&P Global Infrastructure che negli ultimi tre mesi
ha strappato un rialzo di quasi 3 punti percentuali. L'indice comprende 75 società quotate operanti nel settore delle infrastrutture e suddivise in tre aree di business: utilities, trasporti e energia.
I pesi sull'indice vengono stabiliti in base ad un meccanismo che
prevede dei limiti al fine di ridurre la concentrazione su un singolo titolo e di bilanciare le esposizioni nelle varie aree di business. All'ultimo ribilanciamento, le aree utilities e trasporti avevano un peso del 40% ciascuna, mentre l'energia era al 20%.
Nessun singolo titolo ha invece un peso superiore al 5%.Tra i titoli maggiormente rappresentati all'interno dell'S&P Global
S&P Global Infrastructure nell’ultimo anno
2900
2800
2700
2600
2500
2400
Giu
Lug
Ago
Set
Ott
Nov Dic
2007
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Fonte: Bloomberg
Infrastructure spicca il 5% dell’utility tedesca E.On, seguita da
Williams Cos Inc. (4,98%) e dalle due società attive nella gestione autostradale Abertis (4,07%) e l'italiana Atlantia (4,05%). A
livello geografico gli Stati Uniti (26%) sono il paese maggiormente pesato, seguito da Germania, Spagna e Australia, tutte al 9%.
Etf tematico sul settore delle infrastrutture è offerto anche da
iShares. L'iShares Ftse/Macquaire Global Infrastructure 100
(costo annuo dello 0,65%) è presente da marzo 2007 sul segmento Etf Plus di Piazza Affari con distribuzione trimestrale della
cedola. L'indice sottostante è composto da 100 titoli di aziende
che operano in vari segmenti del business delle infrastrutture:
elettricità (54,2%), utilities (25,9%), distribuzione di gas (9,7%),
servizi di trasporto (3,6%), acqua (3%), condutture (2,2%) e
apparecchiature di telecomunicazioni (1,6%). Europa e Stati
Uniti, rispettivamente con il 47,3% ed il 35,7%, sono le due maggiori aree maggiormente rappresentate.
Titta Ferraro
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Raccolti
a rischio
e speculazione:
il mais non si
ferma più
Riduzione dei raccolti per le pioggie
record nel Midwest Usa, debolezza
del dollaro, domanda dalla zootecnia
e dall’industria dei biofuel stanno
spingendo il prezzo del granoturco a
livelli mai toccati. E gli speculatori
scommettono su ulteriori rialzi.
L
L'80% in un anno, il 40% nei soli ultimi tre mesi. E' questa l'impressionante performance del mais, l'unica materia prima in grado di sfidare i guadagni messi a segno a
cavallo tra 2007 e 2008 dal petrolio. A dispetto del rumore provocato dalle quotazioni raggiunte da riso e frumento, il mais è anche l'unico cereale a non aver conosciuto
un freno ai prezzi negli ultimi tre mesi. In giugno la commodity ha registrato sei record giornalieri consecutivi,
raggiungendo i 746 centesimi di dollaro per bushel, ossia
quasi 300 dollari alla tonnellata.
Il rally si spiega come effetto di un numero di fattori che
hanno inciso contemporaneamente sui prezzi. Su tutti
un elemento di carattere fondamentale: la prospettiva di
Quotazioni del mais a un anno
700
600
500
400
Lug
Ago
Fonte: Bloomberg
Set
Ott
Nov Dic Gen
2007
Feb
Mar
Apr
Mag Giu
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APPROFONDIMENTO
La perturbazione che ha interessato il Midwest Usa vista dal satellite
Fonte: National Weather Service
una diminuzione dei raccolti a causa delle forti piogge
abbattutesi sul Midwest degli Stati Uniti, la cosiddetta
Corn Belt, ossia la cintura del mais, l'area da cui arriva
buona parte della produzione di granoturco degli Stati
Uniti, il maggior produttore ed esportatore mondiale. In
questo caso il problema è rappresentato dall'impossibilità di procedere alla semine su terreni inondati. Per la
prossima stagione dunque si potrà contare su minori acri
coltivati.
Poi c'è il fattore valutario, con il deprezzamento del dollaro continuato fino al 12 giugno, e infine un effetto che
si potrebbe definire “derivato”. Le quotazioni del mais si
sono infatti mosse in scia al rialzo del petrolio. Negli
Stati Uniti infatti il mais è alla base della produzione del
bioetanolo, carburante sempre più alternativo alla benzina. Da ultimo va ricordato un fattore di lungo periodo
affacciato sullo sfondo: la maggiore quota di proteine
entrata a far parte dell'alimentazione di una parte sempre
maggiore degli abitanti dei Paesi in via di sviluppo, in
particolare asiatici. Là dove prima si mangiavano quasi
esclusivamente ortaggi o cereali poveri come soia e riso,
oggi sono sempre di più coloro che hanno inserito la
carne nella loro dieta. E a una maggiore domanda di
carne, corrispondono maggiori bisogni dell'industria zootecnica: in buona sostanza occorrono più mangimi,
usualmente a base di cereali.
Smontiamo a uno a uno questi fattori per ipotizzare le
dinamiche future del prezzo del mais. Le previsioni
meteo suggeriscono ulteriori rialzi almeno per il breve
termine. Il 15 giugno è giunta sul Midwest una nuova
perturbazione, mentre il National Weather Service si
attende nuove precipitazioni nell'arco delle prossime due
settimane. L'Usda, il dipartimento dell'Agricoltura
statunitense, ha chiarito
che a oggi il 60% delle
piantagioni di mais del
Paese si trovano in buone o
eccellenti
condizioni.
Erano però il 77% un anno
fa. Le stesse analisi arrivano
perfino a dire che la percentuale di piante di mais che
hanno già germogliato sono
oggi pari all'89%, contro il
98% di 12 mesi fa. La stessa
Usda ha spiegato il 10 giugno che la produzione di
mais calerà del 10% a 11,7
miliardi di bushel e che le
scorte a fine agosto 2009 toccheranno il loro livello più
basso dal 1996. Il dollaro ha invece invertito la tendenza
al ribasso a partire dal 12 giugno come conseguenza di
nuove aspettative sui tassi d'interesse. Per gli Usa si scontano ora due, o addirittura tre, rialzi dei tassi entro fine
anno, mentre in Europa ce ne si attende uno solo. La
corsa del petrolio potrebbe offrire nuovo sostegno, almeno stando ai target fissati da alcune prestigiose case d'affari, da Morgan Stanley a 150 dollari e da Goldman
Sachs a 200 dollari, e da alcuni degli stessi operatori del
settore come Gazprom, che per primo ha definito realizzabile il raggiungimento di quota 250 dollari. I cambiamenti alimentari di larga parte dell'umanità sembrano
invece essere un fenomeno destinato a durare nel tempo
e a fornire un supporto strutturale ai prezzi, non in grado
comunque di fornire indicazioni di breve-medio termine.
Al contrario questi segnali si possono ritrovare nei dati
forniti dalla Commodity Futures Trading Commission
(Cftc), agenzia indipendente creata dal Congresso degli
Stati Uniti per la regolazione delle borse merci, che bisettimanalmente emette un report sulle posizioni nette in
opzioni e future assunte da operatori commerciali e non,
ossia dagli speculatori. All'ultimo rilevamento le posizioni sul mais sono in sostanziale parità tra lunghe e corte
a livello complessivo, mentre quelle degli operatori speculativi evidenziano uno sbilancio sulle posizioni lunghe,
pari a quasi cinque volte quelle corte. Questo vuol dire
che i grandi operatori, quelli che fanno il mercato, scommettono su ulteriori apprezzamenti.
Marco Barlassina
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FOCUS PAESE
Arabia Saudita e le Borse
da mille e una notte
Una volta nel Golfo c'erano gli sceicchi, adesso si sono trasformati
in businessmen che si tengono stretti i petrodollari. Una mossa che ha dato il via
agli investimenti nella regione e secondo i gestori l'ascesa è appena iniziata
H
Hanno un prodotto interno lordo da 800 miliardi di dollari,
risorse finanziarie immense da 300 miliardi di dollari l'anno quelle provenienti solo dal fatturato petrolifero - e investimenti
previsti da qui al 2020 per circa 3,200 miliardi. Sono i Paesi del
Golfo, un microcosmo che dal 2000 vede crescere il suo Pil a
suon del 5% annui grazie al nuovo modus vivendi degli sceicchi che, messe da parte le corse dei cavalli e gli scintillanti megayacth, hanno intuito l'importanza di tenersi i petrodollari in
casa. Così il miracolo medio-orientale ha avuto inizio. E oggi
grazie ai giacimenti petroliferi coltivati a go-go, una diversificazione sempre più spinta nei servizi e un quadro macroeconomico che in barba al rallentamento mondiale dà segni di dinamismo, il Medio Oriente sembra avere i numeri giusti per diventare il nuovo Eldorado.
Cronaca di un fenomeno non annunciato
I gestori interpellati da Etf News non hanno dubbi: il Golfo è
un'ottima destinazione per diversificare il portafoglio. Qui il
nervosismo affiorato sulle Borse di tutto il mondo che nell'ultimo mese hanno perso in media il 4,5%, bruciando quasi 3mila
miliardi di dollari, l'equivalente del Pil della Germania, è un
perfetto sconosciuto. I numeri parlano da soli: nell'ultimo anno
i mercati di quest'area hanno messo a segno le migliori performance del globo: l'Oman ha guadagnato l'86,8%, la Giordania
il 56,8%, il Qatar il 53,9% e Abu Dhabi il 44,1%, seguiti da
Egitto, Kuwait, Dubai, Bahrain, Arabia Saudita e Marocco. E
secondo gli esperti la loro ascesa è
solo all'inizio: in molti sono, infatti, convinti che le potenzialità per
un'ulteriore crescita siano ottime.
I motivi di tanto ottimismo affondano le radici in motivazioni di
carattere
macroeconomico.
"Quattro", precisa a questa testata
Patryk Jablonowski, portfolio
manager azionario mercati emergenti di Union Investment.
Stefan Hofer, Julius Baer
"Primo l'area trae vantaggio dal-
l'elevato prezzo del petrolio che genera budget enormi e surplus
di denaro. I budget statali vanno infatti in pareggio già con un
prezzo del petrolio di molto inferiore a quello attuale: il costo
del Brent grezzo per raggiungere il break-even di budget nel
2008 è di 32 dollari al barile per gli Emirati Arabi e di 35 dollari al barile per il Qatar. Ne risulta quindi un'elevata liquidità
che viene reinvestita a livello locale", spiega l'esperto. "Secondo
gli interessi reali sono negativi: da un punto di visto monetario
i Paesi di quest'area seguono l'andamento della divisa americana e questo significa che devono tagliare i tassi in linea con
quanto fa la Federal Reserve, la banca centrale americana, per
evitare speculazioni valutarie. Contemporaneamente il tasso
d'inflazione supera il 10% e questo aspetto incoraggia gli investitori a mettere il denaro al riparo nel mercato azionario o
immobiliare. Terzo - prosegue ancora il gestore - la robusta crescita del Pil infiamma i consumi privati e i consistenti investimenti nel settore delle infrastrutture alimentano il boom.
Quarto e ultimo il Medio Oriente avrà una forte attrattiva sugli
investimenti del prossimo futuro perché è un'area ancora abbastanza vergine per quanto riguarda la penetrazione di un flusso
di denaro proveniente da operatori esteri. C'è una montagna di
denaro dedicato offshore che aspetta l'occasione di investire nel
Paesi del Medio Oriente". Come mette in evidenza anche
Laurent Roussel, vice-direttore della ricerca derivati di Exane
Derivatives, a fare da calamita saranno "il debito pubblico che
qui ha subito una drastica riduzione, la situazione finanziaria
notevolmente migliorata e l'essere
completamente de-correlati sia ai
mercati maturi sia a quelli emergenti". "I mercati azionari del
Medio Oriente via via desteranno
sempre di più l'interesse negli
investitori internazionali, attirati
dagli alti tassi di crescita del Pil
reale, dall'incremento dei costi del
petrolio e dalla continua diversificazione delle economie mediorientali", ribadisce Stefan Hofer, Patryk Jablonowski, Union Investment
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FOCUS PAESE
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Senior Strategist di Bank Julius Baer & Co. A suo avviso "nel
più lungo termine, in particolare se i prezzi del petrolio resteranno su livelli elevati, gli investitori globali prevedibilmente incrementeranno l'esposizione in Medio Oriente". Ma non solo:
attualmente solamente Giordania, Egitto, Marocco e Israele
fanno parte dell'indice generalmente utilizzato, MSCI
Emerging Markets. Emirati Arabi Uniti, Oman, Qatar,
Bahrain, Kuwait e Libano costituiscono l'indice MSCI Frontier
Markets. "Se questi Paesi venissero inseriti nell'indice principale probabilmente molti gestori istituzionali aumenterebbero la
loro esposizione", azzarda Hofer.
Al bazar del Golfo si trova di tutto un po'
Al di là di quel sarà ci sono già delle piccole certezze a cominciare dalle valutazioni allettanti. Per Roussel di Exane
Derivatives "il mercato del Golfo è sottovalutato: rispetto ai
mercati emergenti i multipli dopo la bolla del 2005 sono tornati a quotare su livelli ragionevoli di P/E a 20 volte contro le 15
volte degli emergenti". "E' vero - gli fa eco Hofer - le valutazioni
attuali sono in media più interessanti in questo momento
rispetto a qualche anno fa. A livello di rapporto prezzo/utili di
mercato, le valutazioni dell'indice MSCI Kuwait, il principale
tra i mercati di frontiera, scambiano su livelli inferiori alla
media dei mercati emergenti. Nel contempo, il mercato degli
Emirati Arabi Uniti, il secondo in termini di grandezza, scambia leggermente sopra la pari. Gli investitori sembrano comunque disposti oggi ad accettare valutazioni a un premio ragionevole rispetto alla media dei mercati emergenti a fronte del robusto contesto macroeconomico". E in effetti c'è solo l'imbarazzo
della scelta: industriali, finanziari diversificati e anche il settore
bancario per nulla scalfito dal bubbone subprime riscuotono
consensi unanimi; quest'ultimo in particolare per il suo ruolo
da intermediario nella prorompente economia del Medio
Oriente. "Le banche -- prevede il gestore di Union Investment trarranno profitto sia dal finanziamento delle spese per le infrastrutture sia dall'aumento delle attività economico/finanziarie
della clientela privata". Piace poi il settore immobiliare che si
avvantaggia dei tassi d'interesse negativi, dell'elevata richiesta di
nuovi progetti edilizi e delle limitate risorse. Tutto rosa quindi?
Non proprio, anche qui l'inflazione, sostenuta da tassi di interesse reali negativi, è percepita come un pericolo se sfugge al
controllo degli enti preposti. "Rappresenta la sfida più importante nel medio termine", conferma Hofer di Julius Baer.
Anche forti correzioni nei prezzi delle commodities possono
essere un elemento di disturbo, anche se questo rischio appare
assai limitato nel contesto attuale mentre sullo sfondo si sono
prefigurare instabilità di carattere politico.
Andamento MSCI Arabian Market
1000
800
700
600
Lug Ago Set Ott Nov
2005
Micaela Osella
Fonte: Elaborazione Finanza.com
Dic
Gen
2006
Feb
Mar
Apr
Mag Giu
2007
Giu
30
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17.28
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INTERVISTA
Massa: terreno fertile per gli
Etf short anche senza Orso
ETF News ha incontrato Alberto Massa,
vice presidente e responsabile della distribuzione degli
ETF in Italia di SGAM Alternative Investments. Presto in
arrivo altri tre Etf targati Sgam su Dj EuroStoxx
E’
E’ tornata a prevalere l’incertezza sui mercati finanziari, cosa
ci dobbiamo attendere dai prossimi mesi?
Sostanzialmente concordo con quanto detto nei giorni scorsi dal
governatore di Bankitalia, Mario Draghi. Bisogna essere cautamente ottimisti sull’uscita dalla crisi, ma tenere sempre alta la
guardia. Le Borse potrebbero continuare a soffrire da qui a settembre, considerando anche che i mesi estivi non sono tradizionalmente tra i più propizi. Il mio cauto ottimismo deriva soprattutto da un’attenta lettura di quanto accaduto nell’ultimo anno.
Le banche, epicentro vero e proprio della crisi, hanno dato chiari segnali di debolezza strutturale ma progressivamente si è portato tutto a galla. Ora c’è di certo una maggiore chiarezza della
situazione e si può ripartire da basi più solide.
Quali i driver che guideranno il mercato e quali le strategie
da seguire?
La concreta possibilità che la Banca centrale europea ritocchi al
rialzo i tassi di interesse non aiuta certo il mercato azionario.
Diverse, invece, le logiche della Federal Reserve che non guarda
al puro contenimento dell’inflazione ma più al quadro economico generale. Di certo, in prospettiva, l’incertezza sui mercati
potrebbe essere accentuata in autunno dalle attese per i responsi
delle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, il cui esito
inciderà sull’umore dei listini. Ottima regola in questi contesti è
un approccio “market neutral” cercando di evitare una sovraesposizione al rischio. Ad esempio l’S&P/Mib 40 è troppo sbilanciato sul settore finanziario e per estrarre valore bisogna andare a
comprare anche in quei segmenti non ben rappresentati dal principale indice di Piazza Affari.
Mercati nervosi sono il terreno ideali per i vostri Etf short?
E’ da sfatare il mito che un mercato che scende è il terreno più
fertile per gli Etf short che sono invece strumento ideale per
“hedgiare” il rischio di mercato a prescindere dalle condizioni del
mercato stesso. Certamente all’interno di un mercato ribassista,
come quello attuale, gli scambi aumentano poiché si usano gli
Etf short in maniera più
tattica per sfruttare al
meglio le loro potenzialità.
Sull’Euronext (Parigi), il
Alberto Massa (SGAM)
mercato dove siamo meglio
posizionati con una quindicina di trackers, il nostro XBear sul
Cac40 è il più scambiato da inizio anno. In Italia siamo entrati
relativamente da poco tempo ma i risultati sono soddisfacenti: le
prime tre emittenti portano a casa la fetta maggiore del mercato
degli Etf italiano, ma noi da febbraio a oggi siamo già riusciti a
posizionarci tra il 4° e il 5° posto come numero di scambi nonostante siamo quelli con il minor numero di Etf quotati.
La “semi-attività” dei vostri Etf strutturati, con revisione
trimestrale dell’esposizione, è stata digerita bene dagli investitori italiani?
SGAM è un gestore attivo che vuole trasferire le proprie competenze al mondo degli Etf. La revisione dell'esposizione su base trimestrale è coerente con le regole Consob e la trasparenza non
viene mai meno con la comunicazione del nuovo moltiplicatore
che arriva 7 giorni prima che sia messa in pratica. Il nostro team
si basa su due fattori: volatilità e performance, pesati allo stesso
modo. Con un aumento di entrambi l'esposizione rimane inalterata, mentre se sale la volatilità e scende la performance optiamo
per una riduzione del moltiplicatore.
A quando le prossime emissioni sul mercato italiano?
Ormai i tempi sono maturi per il lancio dei nostri strumenti legato al DJ EuroStoxx. Abbiamo già chiesto il listing a Borsa Italiana
e si tratta, specularmente a quanto fatto con per S&P/Mib, a due
short (Bear e XBear) e uno a Leva. Soprattutto dall’XBear ci
attendiamo un grande successo. I tempi sono invece un po’ più
lunghi per i due Etf a capitale garantito che permetteranno all’investitore italiano una migliore gestione del rischio (90% del capitale protetto) con un’esposizione verso l’indice variabile.
Titta Ferraro
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ETF IN CIFRE
11
Etf in cifre
I MIGLIORI A 1 MESE
EUROPA - EuroStoxx 50
PREZZO €
VOLUMI
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
TREND BT
TREND MT
DB X-TRACKERS SHORTDAX
68,8
53576
7,85
18,17
▲
=
DB X-TRACKERS DJ ES 50 SHORT
35,78
138000
7,51
18,35
▲
▲
EASYETF S&P GSCI UL-LG ENRGY
LYXOR ETF COMMODITIES CRB
284
182
6,58
11,7
▲
▲
28,11
14349
4,97
19,72
▲
▲
197
281
4,22
-0,08
▲
▼
EASYETF S&P GSNE
I MIGLIORI A 6 MESI
PREZZO €
VOLUMI
LYXOR ETF COMMODITIES CRB
28,11
14349
DB X-TRACKERS DJ ES 50 SHORT
35,78
138000
DB X-TRACKERS SHORTDAX
68,8
53576
LYXOR ETF BRAZIL IBOVESPA
26,6
48820
LYXOR ETF DJ STX BSC RSRCES
76,65
4912
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
TREND BT
TREND MT
19,72
▲
▲
7,51
18,35
▲
▲
7,85
18,17
▲
=
-4,97
13,97
▼
▲
-7,18
12,39
▼
▲
4,97
Eurostoxx50
S&P Mib
Dax30
Ftse100
Cac40
Chiusura
3568
31057
6814
5866
4699
Var. % 7gg Var. % 6mesi Var. % 12mesi
-0,18
-17,26
-21,59
-0,91
-18,80
-27,94
0,63
-12,93
-15,16
0,64
-6,58
-12,89
-1,29
-14,79
-23,03
USA - S&P 500
I PEGGIORI A 1 MESE
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
DB X-TRACKERS DJS GL SL D100
21,88
1284
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
-13,65
-22,22
▼
▼
LYXOR ETF DJ STX SLCT DVD
21,27
12626
-13,57
-28,7
▼
▼
DB X-TRACKERS S&P CNX NIFTY
68,4
5697
-13,21
-32,86
▼
▼
LYXOR ETF LEVER DJ STOXX 50
35,5
11649
-13,18
-30,81
▼
▼
LYXOR ETF DJ STX AUTO PARTS
28,05
5704
-13,02
-19,93
▼
▼
I PEGGIORI A 6 MESI
PREZZO €
VOLUMI
TREND BT
TREND MT
ISHARES MSCI TURKEY
20,81
6766
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
-8,33
-35,75
▼
▼
LYXOR ETF TURKEY
33,8
9757
-6,42
-34,25
▼
▼
DB X-TRACKERS S&P CNX NIFTY
68,4
5697
-13,21
-32,86
▼
▼
LYXOR ETF MSCI INDIA
9,58
243401
-11,49
-31,81
▼
▼
LYXOR ETF LEVER DJ STOXX 50
35,5
11649
-13,18
-30,81
▼
▼
TREND BT
TREND MT
Dow Jones
S&P 500
Nasdaq
Russell 2000
Chiusura
12269
1360
1985
741
Var. % 7gg
-0,09
-0,12
0,26
0,75
Var. % 6mesi
-6,82
-5,93
-1,78
0,23
Var. % 12mesi
-10,05
-11,27
2,18
-12,67
Var. % 6mesi
-5,91
-28,18
5,71
12,46
Var. % 12mesi
-20,16
-31,54
26,36
23,42
Var. % 12mesi
FAR EAST - Nikkei
I PIÙ SCAMBIATI /QUANTITÀ
PREZZO €
VOLUMI
ISHARES S&P 500 INDEX FUND
8,8
588499
-3,96
-13,26
▼
=
ISHARES MSCI JAPAN FUND
8,5
458776
-2,66
-6,7
▼
▲
LYXOR ETF MSCI INDIA
9,58
243401
-11,49
-31,81
▼
▼
LYXOR ETF EURO CASH EONIA
103
219865
0,34
1,99
=
=
67,77
207413
-4,42
-13,04
▼
=
TREND BT
TREND MT
▼
=
▼
▼
=
=
=
▼
▼
=
TREND BT
TREND MT
▼
=
=
▼
▲
▼
=
=
▼
=
LYXOR ETF DAX
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
I PIÙ SCAMBIATI /VALORE
LYXOR ETF DAX
LYXOR ETF EURO CASH EONIA
LYXOR ETF S&P/MIB
LYXOR ETF DJ EURO STOXX 50
DB X-TR II EONIA
PREZZO €
VOLUMI
67,74
103
32,24
36,85
134,76
23474880
18990220
10576820
10091150
10061390
PREZZO €
VOLUMI
56,06
137,49
129,45
22,08
109,65
279%
235%
218%
210%
159%
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
-4,42
0,34
-6,98
-6,55
0,32
-13,04
1,99
-16,23
-14,96
1,98
Giappone
Cina
Russia
Brasile
Chiusura
14348
479
2380
67285
Var. % 7gg
2,33
-6,12
1,58
-2,88
COMMODITY - Crb
I PIÙ ATTIVI /VALORE
DB X-TRACKERS DJ S 600 BANKS
EASYETF IBOXX LQ SOV EX SHRT
ISHARES EURO GOVT BOND 1-3
LYXOR ETF DJ ST INSURANCE
DB X-TR II FED FN EFF RT TRT
PER % 1 MESE PER % 6 MESI
-11,40
-1,21
-0,86
-6,32
0,62
-22,18
0,01
-1,29
-11,00
n.d.
Chiusura
Var. % 7gg
Var. % 6mesi
Crb
450
3,33
29,25
40,86
Brent
134
2,32
48,25
97,59
Oro
885
2,02
11,40
35,28
Cacao
3005
5,14
44,06
57,83
Nelle tabelle sono riportati solamente gli Etf quotati sul segmento ETFplus di Borsa Italiana Spa. I dati sono elaborati su base quindicinale. Il trend indicato nelle ultime due colonne è dato dall’incrocio di due medie mobili. Per quella di breve periodo, l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 5 giorni perfora verso l'alto quella a 20 giorni mentre è negativa ogni
volta che la media a 5 giorni perfora verso il basso quella a 20 giorni. Per quello di medio termine l’indicazione è positiva tutte le volte che la media mobile esponenziale a 20 giorni perfora verso
l'alto quella a 50 giorni mentre è negativa ogni volta che la media a 20 giorni perfora verso il basso quella a 50 giorni.
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OSSERVATORIO ETF
Commento
agli Etf
Il violento ritracciamento messo a segno dai mercati azionari
nelle ultime due settimane si è riflesso sull’andamento degli Etf
quotati sul listino ETFPlus di Borsa Italiana. Non stupisce quindi che la classifica delle migliori performance mensili siano
capeggiate dagli strumenti che consentono un'esposizione
ribassista (Short) sui listini azionari. Il miglior risultato
mensile è stato ottenuto dal db x-trackers ShortDax e
dal db x-trackers Dj Euro STOXX 50 Short (ETF che
consentono un’esposizione ribassista rispettivamente
sull’indice di riferimento della borsa tedesca e delle bluechips europee) che hanno messo a segno un rialzo superiore ai
7 punti percentuali. Da segnalare anche la buona prestazione
del Lyxor Commodities CRB, che consente un’esposizione
diversificata su alcune commodities. Mese da dimenticare invece per gli strumenti che puntano sulle società ad alta distribuzione di dividendi, sul mercato indiano e sulle posizioni rialziste con leva sul mercato azionario europeo che hanno lasciato
sul terreno oltre 13 punti percentuali. Discorso analogo anche
ORO
30
se si amplia l’arco di osservazione a 6 mesi
con i risultati che tendono a premiare sempre le materie prime, gli Etf short e il
Lyxor Etf Brazil Ibovespa, uno strumento specializzato sul mercato azionario brasiliano, caratterizzato
per natura da una forte esposizione verso le società operanti nel comparto delle materie prime. Le peggiori performance dell’ultimo semestre spettano ancora agli Etf specializzati sul mercato indiano (-30% circa), battuti solamente da quelli che replicano il mercato turco: il Lyxor Etf Turkey e l'iShares Msci
Turkey portano a casa entrambi cali prossimi ai 35 punti percentuali. L’analisi degli scambi per controvalore conferma il
forte interesse degli Etf di liquidità che puntano sull'Eonia,
oltre ai principali indici delle borse europee: S&P Mib, Dax e
DJ Euro Stoxx 50.
Lyxor GBS (Lyxor Gold Bullion Securities) è il 1° strumento del
proprio genere, in Europa, per patrimonio: oltre 3.400 Milioni
di dollari (USD), garantiti da 112 tonnellate d’oro*.
Lyxor GBS è stato il 1° strumento quotato in Europa a replicare
il rendimento dell’Oro garantendo ogni nuovo titolo emesso
con oro fisico (circa 1/10 di oncia) depositato presso il caveau di
Londra della banca depositaria HSBC**.
Lyxor GBS
112 Tonnellate d’oro
(3400 Milioni di dollari)
Investi nell’ORO con il n° 1:
Lyxor GBS
Negoziazione su Borsa Italiana come un’azione - Lotto minimo:
1 titolo (circa EUR 60) - Commissioni Totali (TER): 0,4% all’anno
- Liquidità garantita da Banca IMI, UniCredit e Société
Générale.
Lyxor Gold Bullion Securities - Codice Negoziazione: GBS - Isin: B00B00FHZ82
FINANCE
Richiedi gratuitamente la documentazione a:
Numero Verde 800-92.93.00
www.lyxorgbs.it I [email protected]
(*) Al 19/03/2008 Lyxor GBS aveva un patrimonio di USD 3.430 Milioni, pari a Tonnellate 112,84 d’oro (fonte dati: www.lyxorgbs.it).
(**) Lyxor GBS è stato il 1° titolo garantito da Oro fisico ad essere quotato in Europa (London Stock Exchange - 31/03/2004) ed in Italia (Borsa Italiana - 20/04/2007). 1 oncia Troy = g. 31,1035. L’oro a garanzia
diminuisce gradualmente per effetto della commissione di gestione: al 19/03/2008 1 titolo dava diritto ed era garantito dal 98,464% di 1/10 di oncia d’oro. (fonte dati: www.lyxorgbs.it e Bloomberg).
“Lyxor Gold Bullion Securities” è uno strumento finanziario ammesso alla quotazione su Borsa Italiana S.p.A..
Il presente annuncio è un messaggio pubblicitario e non costituisce offerta di vendita o sollecitazione all’investimento. Prima dell’acquisto leggere il Prospetto
Informativo e la Nota Sintetica disponibili su www.lyxorgbs.it e presso Société Générale – via Olona n. 2 - 20123 Milano.
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