Coldiretti. Mille pecore sarde per i pastori Umbri colpiti dal terremoto

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Coldiretti. Mille pecore sarde per i pastori Umbri colpiti dal terremoto
Marchionne: “Panda via da Pomigliano nel 2020, in Italia solo modelli ‘premium’”
ROMA – “Oggi non cambiamo nulla, la fabbrica produce bene. Certo la futura Panda non la faremo
lì, non la faremo in Italia. Con tutto il rispetto Pomigliano sa fare di meglio“. In
conferenza stampa a Ginevra Paolo Marchionne parla del futuro di Fiat Chrysler Automobiles e
annuncia che la produzione della Panda “andrà altrove, non ora ma nel 2019-2020”.
Lo stabilimento campano di Pomigliano d’Arco dirà quindi addio alla produzione di uno dei
modelli più celebri del marchio Fca, ma l’ad del gruppo pensa a un rilancio delle produzioni
‘made in Italy’, specificando che “nella Penisola, in futuro, rimarranno solo modelli premium:
Alfa, Maserati, Renegade e 500X”
“La nostra strada per vivere nella globalizzazione – ha spiegato Marchionne – è
nella creazione di marchi globali come Jeep e marchi iconici e premium, come Alfa e Maserati“.
Proprio sull’Alfa Romeo, Marchionne è convinto che il marchio sarà destinato ad avere “un
grande futuro. Siamo contenti di quanto fatto tecnicamente con la piattaforma con Giulia e
Stelvio. Mi aspetto grandi cose dal marchio. E finalmente le prime Stelvio arriveranno in
America nel secondo trimestre di quest’anno».
Marchionne ha poi analizzato il futuro di Fca, escludendo la possibilità di vendere i marchi
del gruppo ai concorrenti e tornando a parlare dell’ipotesi di fusione con General Motors:
“Non chiudo mai nessuna porta, impossibile chiudere la porta con Gm perché non si è mai
aperta. Ho bussato e non ho avuto risposta. Potrei bussare di nuovo o bussare ad altre porte.
Se utile per il business lo farei”.
“La mia idea sulla fusione con Gm- aggiunge Marchionne- rimane la stessa, anche se ora le
sinergie sono un po’ cambiate e quindi è meno desiderabile. Abbiamo perso il 20% delle
sinergie che potevano esistere con la fusione. Comunque non cambia niente. Le preoccupazioni
geopolitiche se sono reali per loro, lo sono anche per noi”.
Agenzia Dire – www.dire.it
Accordo General Motors-Psa: Mary Barra (GM) abbandona gli asset europei
A fine maggio di otto anni fa si era conclusa una faticosissima trattativa tra General Motors
e Magna Steyr, un produttore mondiale di componenti automobilistiche, per il passaggio del
marchio Opel da mani americane a mani austro-canadesi. Fin dal 1929 Opel è sempre stato un
marchio appartenente alla galassia General Motors, ma dal mercato europeo, almeno negli ultimi
sedici anni, non ha mai cavato un dollaro, anzi ha sempre dovuto far fronte alle abbondanti
perdite del marchio tedesco.
L’accordo si era concluso dopo che Magna Steyr, con l’aiuto dell’Istituto di Credito russo
Sberbank (e dello stesso governo russo), l’aveva spuntata sull’altro piano presentato dalla
Fiat di Sergio Marchionne, valutato da Bruxelles come il migliore dal punto di vista
industriale. In quelle circostanze si percepì che, in Germania, il Governo non voleva lasciare
la storica firma automobilistica tedesca in mani italiane e, d’altro canto, il governo
Berlusconi non fece nulla per “spingere” l’accordo italo-tedesco.
La “soap opera brasiliana”, così Sergio Marchionne l’aveva soprannominata, non era però giunta
a conclusione. Nel novembre dello stesso anno (2009) General Motors, con un’incredibile
retromarcia, decise di non vendere più la Opel, in quanto le condizioni del mercato europeo
erano in ripresa. Le reazioni tedesche e russe, a tutti i livelli, furono di collera, ma
tant’è; GM investì altri tre miliardi di euro per il rilancio degli asset europei e Magna
Steyr tornò, almeno per i non addetti ai lavori, nell’anonimato.
Dopo otto anni le perdite di Opel (e del braccio inglese Vauxall) continuano ad essere
ingenti, ma a Detroit il Presidente GM Mary Barra non sembra più interessata ad un mercato che
è sì in ripresa, ma fatica a fare quel salto di qualità che permetterebbe, se non altro, di
arginare le perdite stesse.
Ecco che l’operazione Psa-Opel consentirebbe a GM di liberarsi da questo fardello e al gruppo
francese di poter beneficiare delle tanto ricercate economie di scala. Il gruppo diverrebbe il
secondo più grande costruttore europeo, dopo Volkswagen, con più di quattro milioni di veicoli
venduti all’anno. Ora, però, i francesi dovranno convincere i tedeschi sul fatto che non si
chiuderanno fabbriche e non si perderanno posti di lavoro: scenario piuttosto improbabile nel
medio-lungo termine.
Chiuso il capitolo Opel, la GM potrebbe dunque farsi tentare dal richiamo di Marchionne, che
da mesi cerca invano di convincere il management concorrente ad avviare un’integrazione con
Fca; fatto, questo, che darebbe luogo alla nascita della più grande casa costruttrice di
automobili al mondo. Lasciato il mercato europeo da una posizione di svantaggio, il Presidente
Barra potrebbe ora pensare di rientrarci dal portone principale e da numero uno
dell’automotive.
Maltempo, Coldiretti: “Pioggia salva l’Italia da siccità e smog”
ROMA – Il maltempo con pioggia e neve salva l’Italia dalla siccità e dallo smog dopo un mese
di febbraio che ha fatto segnare un andamento climatico del tutto anomalo, con la caduta di
quasi 1/3 di pioggia (-31%) in meno rispetto alla media. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla
base delle rilevazioni Ucea.
“La situazione piu’ critica si registra al nord con una riduzione della pioggia del 78,5% a
dicembre e del 56,7% a gennaio. La pioggia e le nevicate invernali – sottolinea la Coldiretti
– sono determinanti per ricostruire le riserve idriche necessarie alle piante per la ripresa
vegetativa primaverile nelle campagne mentre nelle città contribuiscono insieme al vento a
ridurre i livelli di inquinamento che hanno fatto scattare misure restrittive nelle principali
metropoli. Siamo di fronte agli effetti dei cambiamenti climatici che si stanno manifestano
con pesanti conseguenze sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni
per 14 miliardi di euro”.
“Si moltiplicano gli eventi estremi, sfasamenti stagionali e precipitazioni brevi, ma intense
e il repentino passaggio dal sereno al maltempo. Siccità e bombe d’acqua con forti piogge a
carattere alluvionale, ma anche gelate estreme e picchi di calore anomali- conclude la
Coldiretti- si sono alternate durante l’anno e lungo tutta la Penisola”.
Agenzia Di
Conflavoro, attivi in tutta la Sardegna gli sportelli di consulenza per le imprese
L’obbiettivo è duplice: sostenere le aziende e seguire percorsi legati alla programmazione
europea, ai suoi bandi dedicati al commercio e servizi, al turismo all’industria e
all’artigianato.
In un momento nel quale conoscere è fondamentale, quanto fare, Conflavoro, ha attivato gli
sportelli di consulenza per i suoi associati, in tutta la Sardegna, per favorire lo sviluppo
di nuove iniziative imprenditoriali nel nostro territorio e per rafforzare quale già esistenti
che abbiano piani di sviluppo e consolidamento.
Spesso, infatti, l’accesso alle informazioni per accedere a bandi e agevolazioni non è
semplice, ecco il motivo per il quale Conflavoro insieme ai consulenti, che ha messo a
disposizione dei suoi associati, vuole superare questo che di fatto è un limite allo sviluppo,
all’innovazione e alla nascita di nuove imprese capaci di dare un valore aggiunto al sistema
economico territoriale.
“Il nostro sportello di informazione specialistica nasce da un’esigenza precisa dei nostri
associati – dice il presidente di Conflavoro Pmi, Mario Ara – che chiedono una vera e propria
consulenza aziendale integrata per un’assistenza mirata. Soprattutto in un momento
congiunturale negativo come questo, quando tutte le strade devono essere percorse per dare
possibilità alle nostre imprese che spesso hanno problemi ad essere competitive sul mercato.”
I servizi che verranno proposti da Conflavoro puntano ai bandi attivi o di prossima
attivazione, un servizio informativo sulle opportunità di finanziamento della propria
attività, consulenza tecnica ed amministrativa sulla fattibilità, oltre alla gestione
amministrativa dei progetti sui quali gli imprenditori vorranno puntare per incrementare il
livello di competitività della loro azienda.
L’azione di Conflavoro sarà trasversale, su tutti i settori: dalla produzione ai servizi
passando per l’agricoltura fino al turismo.
“Gli imprenditori hanno necessità del nostro supporto che non può e non deve fermarsi qui –
prosegue Ara- Conflavoro ha capito che anche al di fuori dei confini nazionali è necessario
dimostrare di essere presenti, non a caso è stata attivata un’attività di lobbing anche a
Bruxelles per seguire più direttamente gli interessi dei nostri settori. Conflavoro cresce
come sistema e come sistema vuole agire anche sul nostro territorio. Abbiamo sedi in tutta
l’Isola, non solo nei centri più importanti, come i quattro capoluoghi di provincia, ama anche
ad Alghero, Olbia, nel Sulcis e in Ogliastra. Per essere più vicini e operativi”.
Coldiretti. In arrivo23 milioni di euro di premi comunicati. La Regione faccia la sua parte
Sono in arrivo a giorni 23 milioni di euro di premi comunitari destinati a 12 mila aziende.
Somme che vanno a sommarsi ai 41,2 arrivati nella prima decade di febbraio e destinati a 27
mila aziende e a ulteriori 29 milioni per altri 12 mila agricoltori che dovrebbero arrivare
nelle prossime settimane.
Il ministro Maurizio Martina, anche se con un paio di settimane di ritardo, ha tenuto
l’impegno preso con il mondo agricolo sardo il 1 febbraio scorso, giorno della grande
manifestazione promossa da Coldiretti Sardegna, quando disse che a febbraio sarebbero arrivati
100 milioni di euro di premi comunitari.
I 23 milioni che arriveranno a giorni nei conti correnti di 12 mila agricoltori sardi
riguardano le domande della misura 13 del 2016. Mentre i 42 milioni di febbraio erano della
domanda unica 2016.
“Una buona boccata di ossigeno – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu
–. Adesso ci aspettiamo che la Regione faccia la sua parte. A noi non bastano le promesse
vogliamo i fatti come in questo caso. La politica ha un passo troppo lento, lontano da quello
delle imprese agricole. Pretendiamo impegni concreti su tutta la vertenza agricola a
cominciare dal tradurre in atto le ricadute certe sui pastori dovuti ai 14 milioni di euro
stanziati per il bando degli indigenti per il Pecorino romano. Cosi come plauderemo solo
quando sarà attivo l’organismo pagatore sardo. Troppo spesso abbiamo sentito annunci che negli
anni sono rimasti tali”.
“Serve un’azione politica forte rispetto alla grave vertenza agricola – gli fa eco il
direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -. Anche il prestito di esercizio lo giudicheremo
solo quando lo vedremo in pratica”.
Allergia agli acari: in arrivo prima pillola. Ne soffre un italiano su tre
Una “svolta storica” per chi soffre di allergia agli acari della polvere. La Food and Drug
Administration, l’agenzia Usa che regola i farmaci, ha approvato la prima terapia in pillola
da sciogliere sotto la lingua ed è indicata per chi è affetto da rinite allergica. Questo
farmaco espone i pazienti agli allergeni degli acari, allenando gradualmente il sistema
immunitario a ridurre la frequenza e gravità dei sintomi dell’allergia al naso e agli occhi.
E’ una compressa che si prende una volta al giorno e che si scioglie rapidamente una volta
messa sotto la lingua. La prima dose viene presa sotto la supervisione di un medico, che
osserva il paziente per almeno 30 minuti per eventuali reazioni avverse. Se viene ben
tollerata, il paziente può portarsi il farmaco a casa. Ci possono volere dalle 8 alle 14
settimane per iniziare a notare dei miglioramenti visibili. Le malattie da acari della polvere
possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita della persone. L’approvazione di
questo farmaco è un’alternativa a quelle esistenti”, commenta Peter Marks, direttore del
centro di valutazione biologica dell’Fda.
L’allergia agli acari della polvere è una delle più comuni nei paesi occidentali sia per
l’ampia diffusione (le case moderne creano un microclima ideale per lo sviluppo degli acari a
qualsiasi latitudine) sia per l’elevata allergenicità di questi piccoli artropodi. Addirittura
numerosi studi hanno documentato che gli acari rappresentano il principale fattore di rischio
per lo sviluppo di asma; è stato, inoltre, osservato che nei bambini gli acari possono
favorire la comparsa di altre allergie (muffe, animali, pollini). Sono quindi considerati come
una possibile fonte di allergie multiple. In Europa sono 70 milioni, mentre nel nostro Paese
un italiano su tre è affetto da patologie allergiche e il 50% dichiara di aver avuto almeno
una volta un episodio di sospetta natura allergica.
Tra le malattie più diffuse asma e rinite di cui soffrono, rispettivamente, 3 e 12 milioni di
italiani provocate da pollini, acari della polvere o peli di animali, come cani e gatti.
Inoltre, nello stesso paziente possano frequentemente coesistere asma e rinite. Secondo la
European Academy of Allergy and Clinical Immunology, evidenzia Giovanni D’Agata presidente
dello Sportello dei Diritti”, quella delle allergie va considerata una vera pandemia e le
stime mostrano che entro dieci anni il 50% degli europei avrà un qualche tipo di
allergia. Oggi, nel Vecchio continente, dove è la malattia cronica più diffusa, è allergico un
bambino su tre. Asma e rinite causano ogni anno 100 milioni di giorni di lavoro e di scuola
persi.
Santa Teresa Gallura. A quando il completamento della rete Wi-Fi a Capizza di Vacca?
Michele Puddu, un residente del villaggio di Capizza di Vacca, interviene sul mancato
completamento della rete Wi-Fi nel territorio di Santa Teresa Gallura. Nel 2015 l’attuale
giunta Comunale aveva promesso di contrastare il problema dell’isolamento delle località
facenti parte del territorio di Santa Teresa Gallura, cosa in parte avvenuta.
Infatti, è stata messa a disposizione dei cittadini del circondario teresino una rete Wi-Fi
gratuita. Tutti, dopo l’acquisto di un kit specifico, potevano così uscire dal “digital
divide”, connettendosi a tale rete messa a disposizione dal Comune.
Giova ricordare che il programma Wi-Fi gratis era partito da un’iniziativa
dell’Amministrazione Bardanzellu, su idea del vice sindaco Nello Mura; Amministrazione di
Centro-Destra in carica dal 2005 al 2010 e non più al governo del Comune attualmente.
L’attuale giunta sta solo cercando di attuare, neanche molto bene e solo parzialmente,
un’ottima iniziativa ideata dalla precedente giunta Bardanzellu.
L’iniziativa è sicuramente valida, ma attualmente non accessibile a tutti in quanto non tutte
le zone hanno la possibilità di connettersi al suddetto servizio a causa della mancanza di
copertura, tale programma non è quindi stato, ad oggi, completato. Esemplare il caso del
villaggio di Capizza di Vacca che, pur essendo distante meno di un chilometro dalla frazione
di Ruoni (coperta dal servizio), e, pur essendo l’antenna dell’ente che fornisce la linea
internet distante meno di duecento metri dal residence, non ha accesso al servizio, sorge il
dubbio che gli abitanti di Capizza di Vacca siano considerati cittadini di Serie B
dall’Amministrazione Comunale.
Intanto, mentre gli altri Comuni si stanno organizzando per dare la possibilità a tutti i
residenti di essere costantemente connessi in rete, il Comune di Santa Teresa Gallura ancora
non ha completato le opere tecniche necessarie a rendere fruibile il servizio in tutte le
località, contrariamente a quanto promesso nel 2015. Dario Giagoni, coordinatore provinciale
di “Noi con Salvini” Nord Sardegna, chiede con forza all’Amministrazione Comunale di Santa
Teresa Gallura di provvedere al più presto ad appaltare le opere necessarie al completamento
del programma di connessione internet per tutti i territori di competenza Comunale,
specialmente in vista della ormai prossima stagione estiva, sia per dare ai visitatori
l’immagine di efficienza indispensabile t dei flussi turistici, sia per porre fine alla
suddivisione dei residenti in cittadini di Serie A e di Serie B.
NOI CON SALVINI NORD SARDEGNA
Lavoro nero e caporalato, irregolare il 63% delle aziende ispezionate
ROMA – Nel 2016 gli ispettori del Ministero del Lavoro, Inps e Inail hanno ispezionato oltre
191 mila aziende riscontrando irregolarita’ nel 63% dei casi. E’ il dato, in linea con quello
dell’anno precedente, illustrato oggi dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
I lavoratori irregolari accertati sono oltre 186 mila, mentre i contributi e premi evasi
accertati ammontano a oltre un miliardo di euro.
I controlli si sono concentrati in particolare nel contrasto al lavoro sommerso, erogando più
di 43.000 sanzioni con un incremento del 3,6% rispetto al 2015. Per la prima volta poi, grazie
alla nuova normativa, gli ispettori hanno agito nel contrasto al caporalato, effettuando in
agricoltura 8.042 ispezioni riscontrando un tasso di irregolarità superiore al 51% con 5.512
lavoratori irregolari di cui quasi 4 mila in nero; sono stati infine adottati 349
provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale.
Agenzia Dire – www.dire.it
Diventa legge la norma sulla responsabilità dei medici
Diventa legge la norma sulla responsabilita’ professionale dei medici e delle professioni
sanitarie, approvata dall’aula di Montecitorio con 255 voti a favore, 113 contrari e 22
astenuti.
“Quella di oggi è una data che resterà nella storia della sanità italiana. Finalmente, grazie
all’aiuto, e al prezioso contributo, di tutti i colleghi di Camera e Senato, il Ddl sulla
responsabilità professionale e la sicurezza delle cure, è legge. Si tratta di un provvedimento
atteso ormai da ben oltre un decennio da parte degli operatori della sanità”, commenta il
responsabile sanità del Pd e relatore del disegno di legge sulla Responsabilità professionale,
Federico Gelli.
“Con questa legge – spiega Federico Gelli – aumentiamo le tutele dei professionisti
prevedendo, al contempo, nuovi meccanismi a garanzia del diritto al risarcimento da parte dei
cittadini danneggiati da un errore sanitario. L’assenza di un chiaro inquadramento legislativo
su questa materia ha tolto in tutti questi anni serenità a medici e professionisti e,
soprattutto, ha comportato come ricaduta l’enorme costo della medicina difensiva che pesa sul
nostro sistema salute. Con questa legge abbiamo regolamentato l’attività di gestione del
rischio sanitario, prevedendo che tutte le strutture attivino un’adeguata funzione di
monitoraggio, prevenzione e gestione del rischio (risk management). Abbiamo inoltre modificato
la responsabilità penale e civile per gli esercenti la professione sanitaria. E ancora, nel
testo si fa riferimento all’obbligo per tutte le strutture sanitarie pubbliche e private di
essere provviste di una copertura assicurativa, e si ribadisce l’obbligatorietà
dell’assicurazione per tutti i liberi professionisti”. “Dal lato dei pazienti, poi, sono state
previste nuove misure, come quella riguardante la trasparenza dei dati: le strutture sanitarie
saranno tenute a fornire ai pazienti la documentazione clinica da loro richiesta entro 7
giorni. Verrà infine istituito un Fondo di garanzia per il rimborso dei danni derivati da
responsabilità sanitaria”, conclude il responsabile sanita’ del Pd.
Agenzia Dire – www.dire.it
Tumori da solarium, in USA costano 343 milioni l’anno. A sostenerlo la North Carolina
University
I lettini solari costano negli Usa 343 milioni di dollari l’anno solo per i costi diretti
legati ai tumori della pelle, mentre se si tiene conto delle perdite economiche lungo tutta la
vita dei pazienti la cifra arriva a oltre 127 miliardi. Lo ha calcolato la North Carolina
University con uno studio pubblicato sul Journal of Cancer Policy.
La ricerca si è concentrata su tre tipi di tumore, il melanoma cutaneo, il carcinoma a cellule
basali e quello a cellule squamose, identificando i casi totali diagnosticati negli Usa nel
2015 e stimando quelli dovuti ai lettini sulla base della prevalenza nell’uso e sul rischio
relativo. Oltre 263mila tumori secondo gli autori sono attribuibili all’abbronzatura
‘artificiale’, che nel paese è praticata da 30 milioni di persone l’anno, mentre in Italia si
stima che una persona su cinque li utilizzi. Da questo dato, sulla base delle spese per le
cure, i ricercatori sono arrivati alla cifra di 343,1 milioni di dollari per i pazienti
diagnosticati nel 2015.
Gli stessi pazienti, nell’arco della loro vita, avranno invece una perdita economica di 127
miliardi di dollari. “I calcoli sono tutti conservativi, e quindi la stima è per difetto –
sottolinea Hugh Waters, uno degli autori -. L’impatto potrebbe essere più alto. Speriamo che
questi risultati aiutino negli sforzi per una riduzione dell’uso dei solarium “. Perciò questi
dispositivi dal 1° gennaio 2015 sono stati vietati in Australia, con l’obiettivo di combattere
il melanoma, tumore per il quale il Paese detiene il primato mondiale.
L’Australia è così il secondo Paese al mondo, dopo il Brasile, che ha adottato questa misura.
Il divieto è scattato dopo che è stato scientificamente provato che, mentre un tempo le
lampade UV si ritenevano più sicure del sole perchè si pensava che non emettessero i raggi
ultravioletti di tipo B causa d scottature sulla pelle, oggi si sa che le lampade UV sono
anche più pericolose del sole. Infatti le lampade solari emettono UVA (cioè onde di lunghezza
corta che provocano tumori) e anche una piccola percentuale di raggi UVB dato che imitano le
radiazioni del sole. Ma il rischio maggiore è la violenza dei raggi artificiali delle lampade
solari: nelle lampade di ultima generazione, cioè le lampade UVA ad alta pressione a vapori di
mercurio e alogenuri metallici, l’ intensità è fino a 15 volte superiore a quella del sole a
mezzogiorno.
Questi apparecchi che garantiscono un’ abbronzatura rapida ed esposizioni brevi, hanno quasi
del tutto soppiantato le classiche lampade solari a tubi fluorescenti per i lettini e le
apparecchiature facciali. Il rischio principale oltre un invecchiamento precoce della pelle, è
rappresentato dai tumori della pelle: si registra infatti un aumento di melanomi ed epiteliomi
che compaiono anche in età precoce. Nel 2011 più di 2.000 australiani sono morti di cancro
della pelle e la maggior parte di questi decessi sono attribuibile al melanoma. Inoltre l’uso
del solarium prima dei 35 anni aumenta dell’87% il rischio di sviluppare melanoma. Nel Paese
vengono diagnosticati ogni anno 11.000 casi, il tasso più elevato del mondo.
Non c’è nessun dubbio, osserva Giovanni D’Agata presidente dello “Sportello dei Diritti”, sul
fatto che esista un legame tra l’uso regolare delle lampade abbronzanti ed il melanoma maligno
i cui dati sono incontrovertibili. Anche secondo gli esperti dell’Istituto inglese Cancer
Research l’uso regolare dei solarium sotto i 35 anni comporta un aumento del 75% del rischio.
Tanto peggio se ci si espone da giovani.