Costruisci la leggendaria Yamato 10 11 e 12
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Costruisci la leggendaria Yamato 10 11 e 12
Costruisci la leggendaria Yamato 10 11 e 12 Riccardo Roverelli Tecnica modellistica Ciao a tutti. Questa volta ho raggruppato tre uscite dell’opera, non tanto per problemi di tempo che pure ci sono, ma anche perché nel decimo fascicolo si tratta l’assemblaggio del solo radar principale insieme a pochi pezzi dello scafo riguardanti la poppa della nave, mentre con l’undicesimo e dodicesimo fascicolo si assembla la prua, operazione che però ho pensato sia meglio eseguire in un’unica sessione per motivi di allineamento e incollaggio dei pezzi. Venendo alla parte descrittiva dell’opera, nei tre fascicoli, viene descritto il sistema di lancio dei velivoli attraverso le catapulte, gli idrovolanti ed il sistema della gru e dell’hangar. Per ciò che riguarda le catapulte, è interessante notare come fossero asservite ad un sistema di rotaie e carrelli trasportatori, che permettevano di spostare i velivoli da una parte all’altra della nave con relativa facilità durante le operazioni di lancio. Mentre si procedeva a caricare gli aerei sulle catapulte insieme ai relativi carrelli di lancio, la nave veniva orientata con la prua sopravvento e spinta a velocità maggiore per aumentare il vento a favore. Solo quando le condizioni erano ottimali, veniva azionato il dispositivo di lancio, costituito da un sistema ad esplosivi che permetteva agli aerei di decollare sfruttando una pseudo-pista di appena 19,5 metri di lunghezza, tanto erano lunghe le due catapulte. Secondo quanto scritto sui fascicoli, gli aerei in dotazione alla Yamato erano in tutto sei: quattro idrovolanti tipo zero da osservazione e due da ricognizione, i primi venivano utilizzati in battaglia per dare informazione necessarie a calcolare il tiro dei cannoni ed erano biplano, i secondi invece servivano ad individuare le navi nemiche ed erano monoplano. Queste notizie però non trovano riscontro in quanto scritto sul libro Anatomy of the ship, Rodolfo che mi supporta nel portare avanti la costruzione della nave, infatti mi scrive: La ricerca di Rodolfo Da ricerche su internet e guardando il libro Antomy of the ship risulta che gli aerei imbarcati erano sette, mentre un altro libro dice sei. La mia idea e' di dare piu' fiducia a Anatomy of the ship , e' piu' probabile che fossero sette. Anche il tipo degli aerei mi risulta strano, nell’opera sono citati aerei tipo Zero, ma gli aerei giapponesi tipo Zero non erano affatto idrovolanti, ed erano i famosi caccia Mitsubishi A6M Zero. Sempre dalle ricerche fatte e dal libro Anatomy of the ship, risulta che erano due i tipi di aereo che potevano essere imbarcati sulla Yamato ed erano gli Aichi E13A1 Jake e i Mitsubishi F1M2 Pete. Gli Aichi E13A1 dovevano essere quelli adibiti alla ricognizione, visto che oltre ad essere monoplano, avevano una autonomia molto maggiore dei biplani Mitsubishi F1M2, adibiti quindi alla osservazione del tiro. Pag.1-5 Costruisci la leggendaria Yamato 10 11 e 12 Riccardo Roverelli Tecnica modellistica All’estrema poppa della nave non poteva mancare la gru di recupero degli idrovolanti, posta ad un livello inferiore e centralmente rispetto alle due catapulte, riusciva con uno sbraccio di 19,5 metri a recuperare gli aerei in mare e posizionarli nel pozzo di accesso all’aviorimessa. Le operazioni di recupero, con mare calmo e nave ferma erano abbastanza agevoli, diversamente, con mare mosso tutto diventava tutto più difficile, in battaglia poi con la nave in movimento era quasi impossibile, così poteva capitare che sia i velivoli che il loro equipaggio venissero abbandonati se la nave era in ingaggio. Con il decimo fascicolo, è arrivato il set di attrezzi per modellismo promesso a chi aderiva all’iniziativa “Copia garantita in edicola”. Si tratta del mini set, che si vede in fotografia. Pag.2-5 Costruisci la leggendaria Yamato 10 11 e 12 Riccardo Roverelli Tecnica modellistica La qualità è bassa, considerato il costo totale dell’opera, il corpo metallico del bisturi si è spezzato al primo tentativo di utilizzo e per pura fortuna non mi sono procurato un bel taglio alla mano, il cuneo del carteggiatore non c’è verso che rimanga al suo posto con la logica conseguenza che la carta vetrata non rimane bloccata, ed il trapanino a mano è praticamente inservibile, ma di questo ultimo tipo di attrezzo, raramente ne ho visti modelli che funzionassero bene, per il resto invece nulla da dire sebbene la limetta, pur essendo più fina di quella fornita con il primo fascicolo risulti alla fine un doppione. Ed eccomi alla costruzione del modello, in questa sessione, viene affrontata la costruzione del radar, per il quale con il fascicolo 10, vengono fornite due lastrine foto-incise, una riguarda la struttura portante dei radar, la seconda dovrebbe simulare la rete ricevente del radar, quest’ultima però è risultata a mio avviso troppo fitta, e con i fori rotondi, mentre in realtà la rete era a fori quadri. Pag.3-5 Costruisci la leggendaria Yamato 10 11 e 12 Riccardo Roverelli Tecnica modellistica Dopo essermi consigliato con Rodolfo e con Vass, ho optato per sostituire la rete metallica fornita con del tulle, che pur avendo maglie più grandi rispetto a quanto richiesto dalla scala da un aspetto decisamente più realistico al pezzo. Nelle foto, non si vede, ma la parte frontale della struttura portante, non è stata ripiegata a chiudere il radar, ho deciso di chiudere il pezzo solo dopo aver verniciato il tutto. Per quel che riguarda lo scafo, sempre nel decimo fascicolo, vengono forniti pochi pezzi riguardanti la zona di poppa e del timone, mentre con i fascicoli 11 e 12, si completa l’intero blocco della prua; come già detto, ho ritenuto cosa migliore, completare il montaggio del blocco in una volta sola, per curare meglio la sovrapposizione e l’allineamento di tutti i pezzi, la cui sequenza di montaggio è facilmente individuabile grazie anche ai disegni in scala 1:1 degli elementi in questione presenti nei due fascicoli. Pag.4-5 Costruisci la leggendaria Yamato 10 11 e 12 Riccardo Roverelli Tecnica modellistica Nella foto il blocchetto di prua, è solo appoggiato, non avendo ancora impostato sulle ordinate l’angolo di quartabuono, ho preferito aspettare, sui fascicoli viene consigliato anche di procedere fin fa ora allo smusso anche solo parziale degli spigoli della prua, per abbozzare il bulbo e l’andamento delle murate di prua, ho pensato però di rinviare questa operazione a quando sarà completato il fasciame, per avere un’idea migliore delle angolazioni da ricreare. Riccardo Roverelli Pag.5-5