Belle Époque can-can, paillettes e crisi economica

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Belle Époque can-can, paillettes e crisi economica
Belle Époque
can-can, paillettes e crisi economica
La relazione, che si è avvalsa del supporto di una struttura multimediale (filmati, musiche e slide che
ripropongono le atmosfere, gli aspetti sociali e di costume dell' epoca), si è sviluppata intorno a quattro
temi principali: il mito della Belle Époque; storia, economia e società al tempo della Belle Époque; la
rilettura della Belle Époque nella logica dell'economia di mercato e la Belle Époque in Italia.
La Belle Époque è una sorta di mito che si è venuto a sostituire alla storia e la capitale indiscussa di quel
mito fu Parigi, la "ville lumière" riedificata da Haussmann, arricchita di palazzi magnificamente arredati.
Le passeggiate nei parchi, gli incontri agli ippodromi, le soste nei caffè, gli appuntamenti nei ristoranti alla
moda o nei bistrot, le serate a teatro, le vacanze a Montecarlo e in Costa Azzurra erano le smaglianti icone
nelle quali la borghesia urbana di allora amava riconoscersi, alle quali affidava il proprio status symbol. E il
ritmo sensuale del can-can fu il leitmotiv di quegli anni.
Indubbiamente quando pensiamo alla Belle Epoque pensiamo anche ai "salotti bene" dove letteratura e
moda, musica, lusso e arte si combinavano e si influenzavano attraverso i personaggi che la
caratterizzarono: da Proust a D'Annunzio, dallo zar di Russia Nicola II al Principe di Galles, dalle regine alla
"divina" Sarah Bernhardt, a Colette e a tante altre figure che fanno ormai parte dell'immaginario collettivo.
Certamente Parigi fu il teatro privilegiato delle esperienze culturali internazionali di quell'epoca, ma il
fenomeno si allargò alle capitali europee e anche negli eleganti ambienti delle città italiane.
Furono gli anni nei quali lo sviluppo della tecnologia rivoluzionò i modi di vivere e produsse una
straordinaria rinascita sociale e civile, creando una prosperità e un benessere individuale prima sconosciuti.
Cambiarono i costumi e si impose la forza di attrazione sensuale della donna, consapevole di un fascino non
più solo domestico.
Nel suo complesso la Belle Époque coincise con la progressiva affermazione di una borghesia che, a vari
livelli e con diversi accenti, volle assimilare abitudini e gusti dell’aristocrazia.
Se, tuttavia, scorriamo un qualsiasi manuale di storia contemporanea, notiamo come il tempo della Belle
Époque venne a coincidere con una realtà sociale ed economica densa di contraddizioni: lotte sindacali
(1864/1876- Londra-Prima Internazionale: Marx, Bakunin, Garibaldi, Mazzini; 1889/1914-Parigi-Seconda
Internazionale: Engels, Rosa Luxemburg, Lenin), scandali finanziari (Francia - Affaire Dreyfus, Italia Scandalo della Banca Romana), una grave e duratura crisi economica internazionale detta "Grande
depressione".
Se confrontiamo le date sotto riportate, sebbene la data d'inizio dell'epoca bella sia fonte di discussione per
gli storici (1873? 1880?), è evidente che, per un certo periodo, questa venga a sovrapporsi proprio con la
Grande depressione, la prima vera crisi economica moderna di sovrapproduzione.
Belle époque 1880 -1914
Prima Grande Depressione 1873 -1895
Pertanto la Belle Époque può essere letta anche nella logica dell' economia di mercato.
Lo stesso mondo operaio durante la Belle Époque ebbe qualche vantaggio, sia per le durissime lotte, sia per
la logica stessa dell'economia di mercato: se si vuole guadagnare di più, bisogna produrre e vendere di più.
Ma per aumentare le vendite era necessario che le masse avessero più denaro per comprare.
Per far salire il reddito pro capite nei paesi sviluppati gli imprenditori, che non avevano ottenuto la crescita
di vendite sperata nei nuovi mercati coloniali, man mano che la produzione scendeva, accettarono di
concedere aumenti dei salari. Si mise in moto così una crescita nei mercati interni, che si sviluppò
rapidamente, ponendo le basi per una vera e propria società di consumatori.
Si moltiplicarono i grandi magazzini (le Galleries Lafayette a Parigi nel 1893, a Milano i Fratelli Bocconi "Aux
villes d'Italie nel 1877), furono incrementate la vendita a domicilio e per corrispondenza, furono trovate
nuove forme per il pagamento rateale, che indebitava le famiglie, ma nel contempo rendeva accessibili ai
meno abbienti una quantità prima impensabile di prodotti costosi.
In appoggio a questa massiccia strategia di vendita nasceva la pubblicità "moderna", che cominciava ormai
a riempire i muri delle città e le pagine dei giornali.
Soprattutto, però, negli anni della Belle Époque, anche in quelli più travagliati, non mancò mai la fiducia
nell’indiscussa supremazia dell’Europa nel mondo, nella convinzione che la scienza e la tecnologia
potessero risolvere tutti i problemi degli uomini (Positivismo), nel predominio incontrastato della
meccanica e della scienza che ebbero i loro simboli nell'Orient Express e nel Titanic, nell'invenzione del
telefono e della radio.
C'è da chiedersi se non sia proprio questo desiderio di evasione a decretare ancora oggi il successo o il
rimpianto di quegli anni.