Amianto e Silice: problematiche attuali di rischi tradizionali
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Amianto e Silice: problematiche attuali di rischi tradizionali
Amianto e Silice: problematiche attuali di rischi tradizionali Fabio Spigno Introduzione Amianto e silice sono minerali le cui lavorazioni producono polveri. Il fatto che le polveri derivate dalle lavorazioni di tali minerali fossero dannose per l’apparato respiratorio è cosa nota fin dall’antichità. Fu chiaro anche il fatto che il danno fosse più grave a seconda della natura della pietra. Per secoli tali patologie erano descritte in svariati modi, senza attribuire caratteristiche legate a specifici minerali. Il quadro clinico veniva spesso confuso in passato con la “tisi” STORIA Il termine pneumoconiosi con il quale queste patologie sono oggi indicate venne coniato da Zenker (1866). STORIA Il quadro clinico prenderà nel tempo nomi diversi: •ANTRACOSI (Stratton, 1837) •PNEUMONOCONIOSI (Zenker, 1866). •CALICOSI (Meinel, 1869) •SILICOSI (A. Visconti, 1871). Il registro necroscopico dell’anno 1870 dell’Ospedale Maggiore di Milano e la pagina originale dove viene utilizzato per la prima volta il termine “Silicosi”. La scrittura è attribuita all’anatomo patologo Achille Visconti (1836-1911). Dovremo invece attendere gli anni Trenta perché nel Regno Unito si inizi a parlare apertamente di ASBESTOSI 1927). (Cooke nel Evoluzione delle definizioni Alterazioni polmonari causate dalla ritenzione di polveri inalate (Zenker 1867) Malattia dei polmoni causata dall‟inalazione di polveri, intendendo per queste ultime materiale particolato in fase solida, ad esclusione degli organismi viventi (3rd International Conference of Experts on Pneumoconiosis, Sydney, 1950) Accumulo di polveri nei polmoni e reazioni del tessuto alla loro presenza… per „polvere‟ si intende un aerosol costituito da particelle solide inanimate (4th International Conference on Penumoconiosis, Bucharest, 1971) Accumulo di anormali quantità di polveri nei polmoni e risposta patologica a queste (Roggli L, Shelburne JD in Dail & Hammar: Pulmonary pathology 1987 - 3rd edition, 2008) Silice – patogenicità Dipende da un gran numero di: a) fattori intrinseci delle particelle b) fattori costituzionali dell‟ospite •La forma cristallina è molto più tossica di quella amorfa •Sono più tossiche le particelle di dimensioni 0.5-2.0 μm •La presenza di impurità (Fe, Al) all’interno dei cristalli riduce la loro tossicità •Le particelle di quarzo spesso comprendono uno strato superficiale solubile amorfo (strato di Beilby), che ne •riduce la tossicità; tuttavia esso manca nella tridimite e viene rimosso da procedure quali il lavaggio dei minerali •con acidi. Silicosi – patogenesi 1) Legami H tra i gruppi di SiOH sulla superficie del cristallo e macromolecole cellulari (fosfolipidi, proteine) Denaturazione proteine Danno ai lipidi di membrana 2) Fagocitosi dei cristalli da parte dei macrofagi alveolari a. Interazione con le membrane lisosomiali e cellulari b. Morte cellulare e rilascio di fattori proteici solubili fibrogenici 3) Interazione diretta silice / fibroblasti 4) Fattori immunologici (esposizione di siti antigenici delle proteine denaturate) Silicosi – forme cliniche Silicoproteinosi acuta: simile alla proteinosi alveolare, è causata da esposizione massiva a fini particelle di silice e diventa sintomatica entro 5 anni dall’esposizione. Silicosi accelerata: si manifesta entro 5-10 anni dall’esposizione. Silicosi cronica (nodulare, classica): latenza maggiore di 10 anni Silicosis in Denim Sandblasters Nur Dilek Bakan, Gülcihan Özkan, Güngör Çamsari, Aygün Gür, Mehmet Bayram, Baris Açikmese and Erdogan Çetinkaya Chest 2011;140;1300-1304; Prepublished online May 5, 2011; DOI 10.1378/chest.10-1856 Silicosi ieri (fino anni ’50) Silicoproteinosi acuta Reperti anatomopatologici Ricorda la proteinosi alveolare: Macroscopia: tessuto polmonare caratterizzato da irregolari zone di consolidamento parenchimale Istologia convenzionale: - materiale granulare lipoproteinaceo eosinofilo, PAS+, D-resistente e Alcian Blu- che riempie gli spazi aerei Eventuale presenza di: - noduli silicotici incompleti - granulomi - lieve deposizione di collagene aghi di colesterina residui cellulari eosinofili nodulari amorfi Luce polarizzata: incostante reperto di particelle lievemente birifrangenti, troppo piccole per essere visualizzate in istologia convenzionale Silicoproteinosi acuta Reperti anatomopatologici Macroscopia Peso: 2000 g ciascuno Aree di consolidamento giallastre disposte a chiazze Accentuazione dei setti interlobulari in prossimità dell‟apice polmonare Fluido lattiginoso essudato dalla superficie di taglio Silicoproteinosi acuta Reperti anatomopatologici Istologia convenzionale (EE) Alveoli dilatati e riempiti di materiale proteinaceo fluido finemente granulare eosinofilo con aspetti che ricordano l’edema polmonare. Eventuale polmonite cronica interstiziale. Istologia in luce polarizzata Particelle birifrangenti negli alveoli e nel tessuto interstiziale Silicoproteinosi acuta Reperti anatomopatologici Alveoli distesi da essudato granulare, roseo, PAS+ con caratteristiche simili al surfactante ma privo delle sue caratteristiche tensioattive. Aghi di colesterina (conseguenti a dissoluzione di materiale lipidico durante la processazione) Macrofagi in degenerazione Generalizzata ipertrofia degli pneumociti di tipo II Lieve ispessimento delle pareti alveolari con sparsi linfociti Talora, alveolite linfocitaria Silicoproteinosi acuta Reperti anatomopatologici Istologia (PAS) Silicoproteinosi acuta Reperti anatomopatologici • Numerosi eosinofili • Sparsi istiociti a citoplasma schiumoso BAL (MGG) Silicoproteinosi acuta Reperti anatomopatologici • Materiale amorfo granulare PAS+ • Minute particelle birifrangenti BAL (PAS) Silicoproteinosi acuta Caratteristiche radiologiche TC HRCT •Opacità ground glass, a carta geografica •Ispessimento settale interlobulare di accompagnamento per accumulo di materiale proteinaceo nell’interstizio settale. •Transizione netta tra il tessuto sano e quello patologico. Silicosi Confluente: grandi opacità Categorie ILO Silicosi confluente ( pseudo-tumourale ) Linfonodi ilari a “guscio d’uovo” Silicosi fra ieri e oggi (anni ’50 - ’90) Silicosi nodulare Reperti anatomopatologici Macroscopia •Noduli brunastri circoscritti di dimensioni relativamente costanti (circa 1 cm di diametro). •Localizzazione centrolobulare è più evidente in basso dove i setti interlobulari sono prominenti. •Alcuni noduli al limite con la pleura. •Assenza di masse conglomerate. •Linfoadenomegalie peribronchiali con aspetto antracotico e fibrosi. •Assenza di enfisema. Silicosi nodulare Reperti anatomopatologici Macroscopia Noduli fibrosi discreti di consistenza dura rotondeggianti e ben demarcati (Ø=3-6 mm), spesso circondati da un alone di pigmento (in base all‟eventuale quantità di polvere di carbone associata) quando sulla superficie pleurica. Tipico il coinvolgimento dei linfonodi ilari da parte dei noduli silicotici, con possibile presenza di calcificazioni secondarie. In caso di perdita della forma tondeggiante, può essere più appropriato il termine fibrosi da polveri miste. Silicosi nodulare Reperti anatomopatologici Istologia convenzionale • Noduli silicotici costituiti da collagene lamellare denso con eventuali calcificazioni, ialinosi o alterazioni degenerative secondarie in sede centrale • Background di macrofagi ripieni di polveri lungo le vie linfatiche, attorno ai fasci broncovascolari, nella pleura e nei setti. • Lesioni singole e conglomerate di dimensioni >1 cm sono definite fibrosi progressiva massiva, che può andare incontro a cavitazione o necrosi. Luce polarizzata Silice debolmente birifrangente (e spesso silicati più intensamente birifrangenti) nel contesto dei noduli e nella circostante “cuffia” di macrofagi Silicosi nodulare Reperti anatomopatologici Istologia (EE) Noduli silicotici coalescenti con caratteristico aspetto vorticoide, costituiti prevalentemente da lamelle concentriche di collagene Silicosi nodulare Reperti anatomopatologici Struttura del nodulo silicotico: • Nucleo di materiale amorfo • Lamelle collagene ialine • Mantello periferico di elementi infiammatori Istologia (tricromica di Masson) Silicosi nodulare Reperti anatomopatologici Silicosi nodulare complicata: noduli coalescenti, ciascuno con lamelle collagene attorno al nucleo di materiale amorfo contenente pigmento antracotico (anche nei circostanti istiociti). Linfonodi ilari a “guscio d’uovo” Silicosi nodulare Caratteristiche radiologiche RX anteroposteriore •Piccoli noduli sparsi ben definiti HRCT •Numerosi noduli ben definiti dispersi nel parenchima, a sede per lo più centrolobulare e talora pleurica. •Assenza di enfisema Silicosi nodulare Caratteristiche radiologiche •Ampie masse conglomerate bilaterali nei lobi medi e superiori. • Enfisema secondario • Deplezione di volume nei lobi superiori. • Noduli parenchimali • Calcificazioni • Fibrosi massiva e progressiva La silicosi in stadio avanzato è indistinguibile dalla pneumoconiosi da polvere di carbone Silicosi oggi SILICOSI - UN RISCHIO ATTUALE Silicosi - oggi Some of the initial patients were misdiagnosed as suffering from TB, which is prevalent among textile workers in Turkey. The first case of silicosis was diagnosed in 2001. The patient had not worked in an environment known for causing silicosis and described himself as a textile worker. After detailed occupational questioning, it became clear that he was a denim sandblaster. Silicotubercolosi Associazione silicosi-TBC RR nei pazienti con silicosi di sviluppare TBC polmonare: 2.8 – 39 RR nei pazienti con silicosi di sviluppare TBC extrapolmonare (pleurica, pericardica, linfonodale): 3.7 incidenza di TBC maggiore nelle forme di silicosi acute e accelerate In Brasile prevalenza di TBC del 52% dei pazienti con silicosi-PMF Diagnosi effettuata nella maggior parte dei casi su espettorato (citologia e/o microbiologia) Silicotubercolosi Caratteristiche radiologiche Cavitazione a parete spessa nel lobo suoeriore sinistro • Cavitazione a parete spessa con superficie irregolare nel lobo inferiore sinistro • Multipli noduli diffusi prevalenti nel polmone sinistro DIAGNOSTICA PER IMMAGINI Classificazione ILO BIT 1971 dei referti radiologici inerenti le pneumoconiosi(Silicosi in particolare) Doppia distinzione delle opacita’: una qualitativa (op. rotonde / irregolari) una quantitativa (opacita’ Piccole e Grandi) Le piccole opacita’ (sia rotonde che irregolari) sono catalogate a seconda della - PROFUSIONE ( 4 categorie, ognuna 3 sottocategorie) - TIPO - ESTENSIONE Le grandi opacita’ : si descrivono diffusione e dimensioni Classificazione ILO BIT 1971 dei referti radiologici Classificazione ILO BIT 1971 dei referti radiologici Classificazione ILO BIT 1971 dei referti radiologici Classificazione ILO BIT 1971 dei referti radiologici Classificazione ILO BIT 1980 dei referti radiologici Acquisizioni recenti •Piccole strutture centrolobulari ramificate o puntiformi corrispondenti a fibrosi irregolare attorno a bronchioli respiratori (Akira) … in lavoratori esposti alla silice e non fumatori in assenza del tipico aspetto nodulare (Cavalcanti) •Anche in soggetti apparentemente in buona salute, rimodellamento del tessuto attorno ai bronchioli respiratori di primo ordine, particolarmente colpiti dalla deposizione di polvere (Pinkerton) Silicosi minima interstiziale Substrato anatomopatologico dei quadri di silicosi radiologicamente “borderline” (categorie ILO 0/1 e 1/0), a sua volta dato da tre lesioni elementari, tutte caratterizzate dal riscontro di cristalli puntiformi birifrangenti in luce polarizzata Granuloma macrofagico: nodulo cellulare o aggregato di macrofagi pigmentati da antracosi, associato a fibrosi lieve Nodulo fibroconiotico: formato da istiociti e fibroblasti amalgamati da fibre collagene e fibrosi medio-grave Nodulo scleroialino: “classico”, lamellare al centro, ialino-lamellare con fasci concentrici alla periferia; rappresenta la lesione finale, per neoapposizione di granulomi macrofagici e noduli fibroconiotici; si associa variabile fibrosi. Acquisizioni recenti •Le calcificazioni puntiformi specie linfonodali sono ancor più comuni di quelle a guscio d’uovo (Cavalcanti, Ooi) •La fibrosi linfonodale precederebbe il successivo sviluppo di silicosi parenchimale mediante ostruzione al drenaggio linfatico dal polmone con conseguente aumento della quota di polvere nel polmone (Murray, Seaton&Cherrie) • “Silicosi minima interstiziale” su biopsie transbronchiali in pazienti con opacità p/q 0/1 o 1/0 (sec.ILO) , che la HRCT definisce in modo più sensibile, anche se carente in specificità (Olivetti) Silicosi – diagnosi precoce “Silicosi minima interstiziale”(MIS) su biopsie transbronchiali in pazienti con opacità p/q 0/1 o 1/0 (sec.ILO È caratterizzata da dissociazione anamnestico-radiologica in presenza di positività anamnestica È necessario individuare metodiche radiologiche per poter selezionare i pazienti con (MIS) da sottoporre a biopsia transbronchiale diagnostica In tale ambito può essere utile la HRCT. Silicosi – diagnosi precoce La HRCT, oltre ad essere più sensibile della RX torace nel riconoscimento di piccole opacità, identifica la presenza di piccole strutture ramificate centrolobulari che possono essere utili nell’identificazione della silicosi polmonare nei pazienti esposti in assenza del caratteristico pattern nodulare Silicosi – diagnosi precoce La HRCT presenta maggiore sensibilità nel riconoscimento e nella quantificazione della silicosi minima interstiziale nonostante sia carente in specificità p = opacità di diametro fino a 1.5 mm q = opacità di diametro superiore a 1.5 mm e fino a 3 mm r = opacità di diametro tra 3 e 10 mm Sottocategoria 0/1 : radiogrammi classificati in categoria 0 dopo aver seriamente preso in considerazione la categoria 1 come alternativa Sottocategoria 1/0 : radiogrammi classificati in categoria 1 dopo aver seriamente preso in considerazione la categoria 0 come alternativa RADIOGRAFIA DEL TORACE protocollo ILO 2000 Tecnica consigliata - il più alto kilovoltaggio e la più piccola durata di esposizione in mA/sec. Requisiti strumentali e organizzativi - Linee Guida ILO - set RX di riferimento ILO -impiego schede di registrazione (fondamentale x studi epidemiologici) Qualità dei radiogrammi - tipo e gravità difetti Corretta lettura - variabilità intra-interindividuale TC ad alta definizione (High Resolution Computerized Tomography) •RX prot. ILO 1/0 o 0/1 •RX prot. ILO 0/0 (soggetti significativamente esposti) •RX tecnicamente limitati (struttura torace, grasso subpleurico, placche pleuriche estese, enfisema, mal eseguiti) •Controversie medico-legali ASPETTI NORMATIVI D.P.R. 1124/65, capo 8 “I soggetti adibiti a lavorazioni ... debbono essere sottoposti a visita medica ... Detti accertamenti debbono essere ripetuti ad intervalli non superiori ad un anno ... La visita medica comprende, oltre all’esame clinico, anche una radiografia del torace comprendente l’intero ambito polmonare”. D. Lgs. 230/95, art. 111, comma 6 “particolare attenzione deve essere posta nella giustificazione delle indagini radiodiagnostiche espletate su singole persone o gruppi di persone con fini medico-legali o di assicurazione. Tali esami vanno effettuati con il consenso della persona”. Le attività che comportano rischi da radiazioni ionizzanti devono essere giustificate (costi/benefici) D. Lgs. 187/00, art. 4 “Il principio di ottimizzazione stabilisce che per tale accertamento è necessario che tutte le dosi dovute ad esposizioni mediche devono essere mantenute a livello più basso ragionevolmente ottenibile e compatibile con il raggiungimento dell’informazione diagnostica richiesta”. ASPETTI NORMATIVI D. Lgs. 81/2008, art. 229, comma 4 “Gli accertamenti sanitari devono essere a basso rischio per il lavoratore”. D. Lgs. 81/2008, art. 25 “Il medico competente programma ed effettua la sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti attraverso protocolli sanitari definiti in funzione dei rischi specifici e tenendo in considerazione gli indirizzi scientifici più avanzati... ...informa i lavoratori della necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione dell’attività che comporta l’esposizione ...”. RX TORACE esempi di periodicita Periodicità per anni di esposizione Canada Periodicità per tipo di lavoro Triennale se < 12 Biennale tra 12 e 20 Annuale se > 20 Lavoro in superficie - ogni 10 anni Lavoro in sotterraneo - ogni 5 anni Australia Germania Annuale/triennale Gran Bretagna A 2-3-4 anni di intervallo Usa-Osha Quinquennale se < 20 anni Biennale se > 20 anni Polonia Ad 1-4 anni di intervallo in accordo con l’esposizione Lavoratori esposti a silice cristallina - Periodicità RX Torace - NIOSH 2000 Durata/entità esposizione Periodicità <20 anni oppure esposizione “bassa” Precedenti RX torace normali 3-5 anni >20 anni oppure esposizione “alta” Precedenti RX torace normali 1-3 anni RX torace 1/0 oppure positività Mantoux 1 anno Esposizione massiva oppure ICOH 2000 Durata esposizione/età Periodicità < 10 anni/tutte le eta 5 anni > 10 anni/< 35 5 anni > 10 anni/35-44 anni 2 anni > 10 anni/> 45 anni 1 anno NIS 2006 Durata/entità esposizione Periodicità per i primi 20 anni 5 anni per gli anni successivi 2 anni esposti > 50% TLV 2 anni Silice e Cancro Silice e Cancro •sufficiente evidenza di cancerogenicità, sia nell’uomo che nell’animale, per la silice cristallina, inalata nella forma di quarzo e cristobalite - gruppo 1 •limitata evidenza in sperimentazioni animali per la tridimite - gruppo 2B •inadeguata evidenza di cancerogenicità nell’uomo per silice amorfa, terra di diatomee calcinata e silice amorfa sintetica - gruppo 3 La classificazione della Silice Libera Cristallina Nel 1997 la IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) inserisce la SLC, inalata in forma di quarzo e cristobalite, fra le sostanze classificate cancerogene per l’uomo (gruppo 1) La decisione è stata presa nonostante il gruppo di lavoro della IARC, abbia rilevato che la cancerogenicità della silice non veniva evidenziata in tutte le circostanze industriali studiate, e che fosse inoltre segnalato come tale cancerogenicità sarebbe potuta dipendere dalle caratteristiche intrinseche della silice cristallina o da fattori esterni che hanno influenza sulla sua attività biologica In merito alle conclusioni della IARC, la comunità scientifica internazionale è divisa e, ad oggi, non è ancora stato possibile giungere ad una conclusione univoca Silice e Cancro 1989 – US National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) Silice cristallina ⇒ POTENZIALE CANCEROGENO 1997 – International Labour Organization (ILO) Effetti dell’esposizione a lungo termine o ripetuta ⇒ CANCEROGENO PER L’UOMO 1997 - American Thoracic Society (ATS) Effetti avversi della silice cristallina ⇒ TUMORE POLMONARE 1999 – Deutsche Forshungsgemeinschaft (DFG) Quarzo, cristobalite e tridimite ⇒ CAT. 1 DI CANCEROGENICITA’ 2001 - Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale (CCTN) Silice cristallina libera ⇒ LISTA CANCEROGENI Silice e Cancro 2000 – World Health Organization (WHO-OMS) “non si può assumere che vi sia una soglia di effetto, ovvero una concentrazione tollerabile, alla quale l’esposizione non comporti l’insorgenza di silicosi e/o di tumori polmonari ” 2003 – Unione Europea - Scientific Committee for Occupational Exposure Limits (SCOEL) - il principale effetto nell’uomo conseguente all’inalazione di silice cristallina respirabile è la silicosi - c’è una sufficiente evidenza per concludere che il rischio relativo di tumore del polmone è incrementato in soggetti con silicosi (e apparentemente, non in soggetti senza silicosi esposti a polvere di silice) - pertanto, prevenendo l’insorgenza della silicosi si ridurrà il rischio di tumore - dal momento che non è possibile identificare una chiara soglia per lo sviluppo della silicosi, ogni riduzione dell’esposizione ridurrà il rischio di silicosi - un valore limite occupazionale dovrebbe essere inferiore a 0.05 mg/m3 - Nel 2006 l’ACGIH ha abbassato il limite a 0,025 mg/m3 resp Criticità Oltre alla IARC anche altri organismi scientifici o governativi definiscono la silice come un agente cancerogeno in particolari condizioni lavorative. La normativa comunitaria e italiana non si sono pronunciate sul punto Il NEPSI (NEgotiation Platform on SIlica) ritiene il problema non rilevante sposando l’effettività della riduzione del rischio al minimo livello possibile, poiché sicuramente riducendo il rischio silicosi si riduce anche il rischio del cancro del polmone Gli studi epidemiologici sono controversi sull’azione diretta della silice, ma dimostrano un incremento del rischio cancro del polmone nei silicotici. Perciò riducendo il rischio di silicosi si riduce anche il rischio cancro del polmone Il rischio silicosi è però presente anche a livelli di esposizione molto bassi Relazione dose-effetto - 3 studi industria estrattiva - (Greaves, 2000) Prevalenza di silicosi radiologicamente evidenziabile conseguente a differenti livelli di esposizione cumulativa a silice cristallina (vari autori) Da Porru – 7/05/’09 Perche’ il valore limite di 25 μg / m3 ( e non 50 μg/m3) ? Dal p.di v. igienistico il limite di 50 μg/m3 e’ tuttora considerato sia dallo SCOEL (EU) che dal gruppo Silice Reg.le un ottimo obiettivo da perseguire per ridurre il rischio silicosi. Anche l’INAIL lo tiene a riferimento per definire i premi assicurativi delle aziende a rischio. -Il valore di 25 μg/m3 e’ indicato dall'ACGIH come limite in grado di prevenire la silicosi nella pressoché intera popolazione degli esposti. -[ Buchanan, 2001, citato in SCOEL 2003: 0,5% di Rx ILO > 2.1 dopo 15 a. fine exp. (40 μg/m3)] - Dopo alcuni anni dalla fine di esposizione professionale a 50 μg/m3 , e’ previsto ancora circa il 7% di casi di alterazioni del quadro radiologico polmonare (ILO 1/1 o 1/0) negli ex esposti (Steenland and Sanderson; e Graham et Al., citati in ACGIH, 2006) QUANDO SI DEVE RICONOSCERE PRESENTE UNA ESPOSIZIONE A SILICE TALE DA ATTIVARE LA SORVEGLIANZA SANITARIA ? Può essere proposto un valore sufficientemente basso da potersi considerare protettivo rispetto al rischio silicotigeno e al di sotto del quale la sorveglianza sanitaria per tale rischio (radiografie comprese) va considerata ridondante? Il DDL deve valutare il rischio identificando in primo luogo i pericoli; se c’è pericolo valuta l’entità dell’esposizione, come per qualsiasi rischio chimico. Al solo fine di dare una risposta alla domanda data, - si adotta il valore limite considerato piu’ adeguato (ACGIH: 25 μg/m3) - si applicano i criteri previsti dalla Norma UNI EN 689 1997 e si definiscono le percentuali delle probabilità Pn di superamento del limite di esposizione, inferiore e superiore (ad es: 0.1% - 5 %) , volte a definire le tre fasce : verde, arancio e rossa . Ferri 2012 Conclusioni??? conoscere i materiali e le sorgenti della SLC raccogliere dati epidemiologici per quel livello/tipo di esposizione rispetto alle malattie attese, in particolare per quanto riguarda la silicosi e compreso il cancro del polmone se la probabilità di comparsa della silicosi è molto bassa, ossia se il rischio si potesse definire irrilevante, si può applicare il Capo I del Titolo IX del D.Lgs 81/08 (agenti chimici) per verificare questa ultima condizione occorre fare riferimento ai TLV e se si applica il TLV ACGIH (0,025 mg/m3 frazione respirabile) è ben difficile stabilire (per motivi pressoché esclusivamente tecnico-analitici) un rischio irrilevante, che dovrebbe corrispondere a circa 1/10 del TLV Secondo alcuni organi di vigilanza se esiste la probabilità che compaia la silicosi non si può escludere che compaia anche il cancro del polmone perciò si può applicare il Capo II del Titolo IX del D.Lgs 81/08 (agenti cancerogeni) Anna Maria Loi U.F. PISLL Azienda USL di Livorno 200 In aziende con esposti a silice e’ obbligatorio predisporre e redigere il registro cancerogeni? In altre parole : in quali condizioni i DDL sono tenuti a considerare la silice come un cancerogeno? In genere il datore di lavoro (DdL) non e’ tenuto ad applicare, per la silice, le misure specifiche per le sostanze cancerogene, ma quelle per il rischio “chimico”. Quindi solitamente il registro degli esposti a cancerogeni non costituisce un obbligo per il DdL. NIS 2012 CASO CLINICO SILICE DM 14/1/2008 e s.m.i. (decreto 11/12/2009 G.U. 01/04/2010) [Lista I – Gruppo 4] Silicosi pneumoconiosi dei minatori di carbone d siderosilicosi Liparosi (tabellata mp56), altre da esposizione a polveri miste a basso contenuto in SLC [Lista I – Grupo 6] Tumori del polmone (in silicotici) (C34) [Lista II – Gruppo 1] Sclerodermia, Artrite reumatoide, LES [Lista II – Gruppo 6] Tumori del polmone [Lista III – Gruppo1] Poliangite microscopica, Granumatosi di Wagener Caso Clinico Sig. M.G. (1931 -2007) Storia Lavorativa 1946 - 1972 operaio foggiatore presso una società Ceramica; addetto alla rifinitura dei piatti che effettuava con un attrezzo abrasivo per arrotondare i bordi, prima del cottura nel forno. Negli ultimi anni era addetto al carico e scarico dei forni 1973 al 1983 operaio coloritore Fumatore 20 sig/die , dal ’96 10 sig/die Storia Clinica 1997 episodio di broncopolmonite trattata a domicilio. 02/1997 ricovero: “ Broncopolmonite basale sinistra. BPCO. Stato depressivo ansioso “ Rx torace: strie fibrotiche basali Sn e opacità interstiziali da processo flogistico in via di risoluzione 1998 Diagnosticato carcinoma prostatico trattato con radioterapia e terapia farmacologica 03/2003 ricovero: “ Discopatie multiple e spondiloartrosi in Ca prostatico, cardiopatia ipertensiva, BPCO “. Rx torace: iperdistensione polmonare bilaterale con rinforzo peribronchitico della trama bronco vasale. Immagini di aspetto bolloso ai campi medio- inferiori. Aortosclerosi Storia Clinica 12/2004 TAC collo e torace senza e con MDC TC COLLO… impronta sulla parete postero laterale destra dell'orofaringe da parte di arteria carotide interna destra ectasica .. a decorso medializzato. In sede sovraclaveare sin, formazione nodulare solida … che disloca le strutture circostanti, da riferirsi a linfonodo secondario. TC TORACE...multipli linfonodi mediastinici di cui il maggiore in sede para tracheale superiore sin .. sospetti per secondarietà. In sede apicale polmonare dx presenza di formazione nodulare solida .. che presenta tralci fibrosi pleurici con noduli satelliti, da riferirsi a lesione eteroplastica. Formazione nodulare solida di analogo significato .. è localizzata in sede apicale controlaterale. Un micronodulo calcifico non tipizzabile è presente al segmento apicale del lobo inferiore destro; due micronoduli calcifici benigni sono evidenziabili al polmone sinistro dove in sede basale si apprezzano anche 3 aree sfumate inferiori a 1 cm di non chiara natura. ….“. Storia Clinica 01/2005 ricovero “ Neoformazioni polmonari biapicali bilaterali di probabile natura eteroplastica. Metastasi ghiandolari mediastiniche. BPCO “. -PFR anomali spirometrica ostruttiva di grado moderato. -Esame fibrobroncoscopico Citologia: negativa la ricerca di cellule tumorali maligne. Biopsia bronchiale: lembo di mucosa con edema e lievi infiltrati flogistici. Nulla di neoplastico maligno nel materiale esaminato Agoaspirato : presenza di materiale ematico e frammenti fibrosi 03/2005 agoaspirato linfonodo sovraclaveare; referto citologico: “ …. . presenza di C.T.M. Da adenocarcinoma Storia Clinica 09/2005 certificato medico: “ … Il pz ha eseguito 6 cicli di chemioterapia con Platino e Gemcitabina con soddisfacente regressione delle localizzazioni neoplastiche …...“. Rx torace 03/01/2007: “A dx addensamento apicale con sospetta escavazione centrale. A sx è è sospetto tenue addensamento .. in sede apicale. Massa deborda dal mediastino a margine unico convesso a livello ilare di sospetta natura adenopatica. Ilo dx ingrandito e deformato 18/01/2007 exitus del Sig. M.G. con diagnosi di: “ MTS cerebrali in portatore di ADK polmonare biapicale con MTS linfonodali mediastiniche “. 02/2007 certificato necroscopico Cause di morte:“ Iniziale: CARCINOMA BRONCOGENO. Intermedia: METASTASI CEREBRALI. Terminale: COMA – INSUFF. RESPIRATORIA. Altre: BPCO – IPERTENSIONE ART. – SILICOSI IARC 1997 •sufficiente evidenza di cancerogenicità, sia nell’uomo che nell’animale, per la silice cristallina, inalata nella forma di quarzo e cristobalite - gruppo 1 •limitata evidenza in sperimentazioni animali per la tridimite - gruppo 2B •inadeguata evidenza di cancerogenicità nell’uomo per silice amorfa, terra di diatomee calcinata e silice amorfa sintetica - gruppo 3 RISCHIO: • con l’esposizione cumulativa a SiO2 • con durata cumulativa dell’esposizione a SiO2 • con picchi di intensità di esposizione a SiO2 Silice e Cancro 2000 – World Health Organization (WHO-OMS) “non si può assumere che vi sia una soglia di effetto, ovvero una concentrazione tollerabile, alla quale l’esposizione non comporti l’insorgenza di silicosi e/o di tumori polmonari ” 2003 – Unione Europea - Scientific Committee for Occupational Exposure Limits (SCOEL) - il principale effetto nell’uomo conseguente all’inalazione di silice cristallina respirabile è la silicosi - c’è una sufficiente evidenza per concludere che il rischio relativo di tumore del polmone è incrementato in soggetti con silicosi (e apparentemente, non in soggetti senza silicosi esposti a polvere di silice) - pertanto, prevenendo l’insorgenza della silicosi si ridurrà il rischio di tumore - dal momento che non è possibile identificare una chiara soglia per lo sviluppo della silicosi, ogni riduzione dell’esposizione ridurrà il rischio di silicosi - un valore limite occupazionale dovrebbe essere inferiore a 0.05 mg/m3 - Nel 2006 l’ACGIH ha abbassato il limite a 0,025 mg/m3 resp Silice e Cancro Pelucchi C., Pira E et al. “Occupational silica exposure and lung cancer risk: a review of epidemiological studies 1996 – 2005“, Annals of Oncology 17: 1039 – 1050, 2006 doi: 10, 1093/anni nc/md 125 Limiti degli studi epidemiologici -valutazione esposizioni pregresse -relazione dose-risposta non esaminata e/o chiara -interferenza di fattori di confondimento occupazionali (metalli, IPA, asbesto) ed extraoccupazionali (fumo di sigarette) “ruolo cancerogeno della silice - di per se - in assenza di silicosi ancora incerto” In merito al rischio professionale Rischio silicotigeno presente, in assenza di silicosi In merito al fumo l’OR per cancro polmonare in fumatori “attuali” di un quantitativo da 21 a 40 sigarette al giorno è di 41.4 per il carcinoma squamoso, per quello a grandi cellule ed a piccole cellule, mentre è di 10,3 per l’adenocarcinoma (“Zang EA, Wynder EL Cumulative tar exposure: a new index for estimating lung cancer risk among cigarette smokers. Cancer 1992; 70: 69 – 76 “). Il P., ex fumatore di 20 sig/die e fumatore attuale di 10 sigarette / die presenta un rischio di contrarre un cancro del polmone (adenoK non meglio precisato) a causa del fumo superiore a quello di un soggetto non fumatore. Sulla base della analisi di dati di letteratura sopra citati e del ruolo del fumo, nel caso di specie è stata respinta la origine professionale della neoplasia polmonare. Seguirono osservazioni critiche del CT di parte ricorrente. Lacasse Y, Martin S, Gagne D, Lakhal L “Dose–response meta-analysis of silica and lung cancer “ Cancer Causes Control 2009 La silice è un carcinogeno per il polmone e l’aumento del rischio è particolarmente evidente per periodi di tempo prolungati P. Morfeld, Comment on: Lacasse Y, Martin S, Gagne D, Lakhal L (2009) Dose–response meta-analysis of silica and lung cancer. Cancer Causes Control (e-published ahead of print) dell’Institute for Occupational Medicine of Cologne University – Germania …. presenza di un significativo bias nella scelta dell’aproccio analitico e pertanto nella valutazione del RR Adrian Cassidy et al “Occupational Exposure to Crystalline Silica and Risk of Lung Cancer A Multicenter Case–Control Study in Europe” Epidemiology, (2007 Jan; 18 (1): 23-4) Citato a favore dell’ ipotesi cancerogena della silice in assenza di silicosi. Thomas C. Erren, Christine B. Glende, Peter Morfeld Claus Piekarskiyèi “Is exposure to silica associated with lung cancer in the absence of silicosis? A meta-analytical approach to an important public health question” (Int Arch Occup Environ Health (2009) 82:997–1004 DOI 10.1007/s00420-008-0387-0). Dall’esame di 42 lavori comprendenti quello di cassidy (2007) e lacasse (2005) si ribadisce la posizione di Pelucchi: non e’ possibile dirimere senza ambiguità la questione principale. In particolare la apparente prevalenza di rischio del 20 % di Ca in assenza di silicosi dipendeva dai risultati di 8 studi che non erano stati corretti per il possibile effetto confondente del fumo AMIANTO Fibre di amianto Sotto il nome di amianto, sono compresi 6 composti distinti in due grandi gruppi: ANFIBOLI e SERPENTINO: ANFIBOLI (silicati di calcio e magnesio): la Crocidolite amianto blu - Na2(Mg,Fe)7Si8O22(OH)2 -dal greco: fiocco di lana Varietà fibrosa del minerale riebeckite -n. CAS 12001-78-4; fibre aghiformi per lo più diametro fine. l'Amosite amianto bruno - (Mg,Fe)7Si8O22(OH)2 Acronimo di "Asbestos Mines Of South Africa" Nome commerciale dei minerali grunerite e cummingtonite n. CAS 12172-73-5; fibre aghiformi di diametro sia fine che grossolano l'Antofillite (Mg,Fe)7Si8O22(OH)2 dal greco: garofano - n. CAS 77536-67-5 fibre aghiformi prismatiche sia fini che grossolani; Fibre di amianto l'Actinolite Ca2(Mg,Fe)5Si8O22(OH)2 dal greco: pietra raggiata n. CAS 77536-66-4; fibre aghiformi prismatiche più grossolani che fini. la Tremolite Ca2Mg5Si8O22(OH)2 dal nome della Val Tremola in Svizzera n.CAS77536-68-6. fibre aghiformi prismatiche più grosse che fini Il SERPENTINO (silicati di magnesio): Il Crisotilo amianto bianco - Mg3Si2O5(OH)4 dal greco: fibra d'oro - n. CAS 12001-29-5 fibre lunghe e meandriformi sia fini che raccolte in ciuffi o covoni. Fibre di amianto Fibre elementari Anfiboli diametro 0,2 μm, Crisotilo diametro 0,02 μm Fibre Grandi: fasci di diametro >3 μm e lunghezza decine/centinaia μm Fibre Medie: diametro da 1 a pochi μm e lunghezza sino ad alcune decine μm Fibre Ultrafini: diametro molto inferiore <1 μm (< 0,3 – 0,25 μm) e lunghezza <5 μm Fibra medie e ultrafini: frazione respirabile Fibre Ultrafini Le fibre ultrafini hanno diametro molto < a 1µm (0,3-0,25) e L < a 5 µm Hanno massa tanto ridotta da fluttuare nell’aria per tempi lunghi con possibilità di spostamenti a distanze notevoli. Sono invisibili al M.O. Secondo alcuni solo le fibre ultrafini specie anfiboliche sono in grado di eludere il drenaggio linfatico (che di norma drena il particolato di dimensioni maggiori all’ilo polmonare) Si vanno a collocare in corrispondenza degli stomi pleurici di riassorbimento linfatico siti solo sul foglietto parietale e lì, data la loro biopersistenza, esercitano il ruolo che nei soggetti predisposti porta al tumore Azione sia genotossica che epigenetica (irritativa) Fibre Ultrafini Secondo gli stessi autori le fibre ultrafini (prevalentemente ma non esclusivamente ultracorte), sono il vero agente eziologico del mesotelioma perché sono le uniche in grado di penetrare la pleura grazie al loro ridotto diametro medio (diametro aerodinamico, massa) indipendentemente dalla loro lunghezza La probabilità che le fibre UF passino in pleura e direttamente proporzionale alla dose cumulativa di questa classe di fibre presente nel polmone (Placche pleuriche – indice di avvenuto passaggio.) Chiappino G.: Mesotelioma: il ruolo delle fibre ultrafini e conseguenti riflessi in campo preventivo e medico-legale.Med Lav 2005; 96,1 :3-23 Fibre Ultrafini Nel determinare gli standard di esposizione con il MOCF si contano solo le fibre “normate”, senza tenere conto delle fibre ultracorte/ultrafini nella genesi del mesotelioma pleurico. Diversi autori hanno contestato la rilevanza patogena di questa classe di fibre segnalando la presenza nella pleura anche di fibre più lunghe di 5μm. Tomatis et al.:The role of asbestos fibre dimensions in the pathogenesis and prevention of mesothelioma. 2007 Int J Occup Environ Health 2007;13(1):64-69 Tecniche di determinazione delle fibre aerodisperse Il conteggio delle fibre depositate in una membrana in estere di cellulosa (A.I.A. 1979 R.T.M. 1) avviene mediante Microscopio Ottico a Contrasto di Fase (MOCF)… … oppure mediante Microscopia Elettronica a Scansione (SEM) o a Trasmissione (TEM) in modo più affidabile Le normative DL 277/91 e DL 257/92 ammettono anche la MOCF ma ne riconoscono una sovrastima. 2 ff/l identificate in SEM corrispondono ad una misura in MOCF di 20 ff/l Evoluzione degli standard di esposizione Evoluzione degli standard di esposizione Art. 254, c.1, D.Lgs. n. 81/2008 Esposizione giornaliera (livello d’azione): 0,1 ff/cc AMIANTO 1908 1921 1935 prima segnalazione di fibrosi interstiziale diffusa da amianto primi casi di alterazioni pleuriche benigne prima segnalazione di ca. broncogeno 1947-1960 acquisita l’associazione con il mesotelioma ~ 1970 restrizioni (spec. contrattuali) all’uso 1993 cessazione dell’amianto in Italia Asbestosi: patogenesi •Deposizione di fibre nei dotti alveolari e negli alveoli •Attivazione del MA e fagocitosi •Rilascio da parte del macrofago di mediatori (citochine e altri fattori chemiotattici) con recruitment di cellule (altri MA, linfociti, neutrofili): Alveolite macrofagico–neutrofila •Il MA rilascia anche sost. ossidanti (H2O2, O2) con danno a pneumociti di I tipo, perdita di cell. epiteliali, proliferazione di pneumociti di II tipo. Pleuropulmonary Manifestations Associated With Asbestos Exposure •Asbestosis •Pleural Plaques and thickenings •Round atelectasia •Pleural effusion •Mesothelioma •Pumonary carcinoma CRITERI ATS 2004 diagnosi di malattie pleuropolmonari benigne asbesto correlate 1) Evidence of structural pathology consistent with asbestos-related disease as documented by imaging or histology 2) Evidence of causation by asbestos as documented by the professional and/or enviromental history, markers of exposure 3) Exclusion of other plausible causes CRITERI DIAGNOSTICI ( College of American Pathologists) Grade 1: inflammation may involve one to a small number of respiratory bronchioles and alveolar ducts, but not the interstitial septa Grade 2: a greater number of respiratory bronchioles, ducts and alveoli are involved Grade 3: fibrotic changes coalesce, with all the alveoli between at least two adjacent bronchioles exhibiting thickened and fibrotic walls and some alveoli being completely obliterated Grade 4: envisages the collapse of alveoli with fibrosis and remodelling of affected areas with formation of honeycombing giving rise to new dilated spaces lined or unlined with epithelium CRITERI DIAGNOSTICI ISTOLOGICI Il Consensus Report del 1997 tenutosi ad Helsinky ha stabilito che la diagnosi di asbestosi richiede la presenza di fbrosi interstiziale diffusa in un tessuto ben aerato distante dalla sede di un tumore associato alla presenza di due o piu corpuscoli di asbesto in una sezione di un cm2 alcuni AA. Sostengono che la fibrosi interstiziale diffusa debba essere almeno di grado 3 secondo la scala del collegio degli anatomopatologi americani tale posizione non è da tutti condivisa (Governa et.Al.) in quanto verrebbero lasciati fuori tutti i casi di asbestosi minima (minime lesioni fibrotiche sulle pareti dei bronchioli respiratori associate con più di due corpuscoli dell’asbesto nella sezione) che son ben lungi da essere pochi (Bellis d, Mollo f.) CRITERI DIAGNOSTICI RADIOLOGICI La Radiografia del torace eseguita con le tecniche raccomandate dall’ILO ha un limite di sensibilità10-20% di falsi negativi a fronte di un riscontro anatomopatologico di asbestosi franca Rockoff Chest 1988 La HRCT ha dimostrato una maggiore sensibilità nei confronti sia della radiografia tradizionale sia della TC nell’individuare anormalità interstiziali compatibili con asbestosi nel 34 % di casi classificati ILO 0/0 0/1 Hansell (1991). Paris et Al. (2004) hanno individuato una scala di 4 gradi dei reperti HRCT in persone esposte professionalmente ad asbesto Only points 2 and 3 were considered consistent with the diagnosis of lung fibrosis 0 images not suggestive of interstitial pneumonia 1 modest unilateral or bilateral interstitial abnormalities, involving restricted areas (e.g. less than 1/3 of the posterior third of each hemi thorax) if bilateral 2 interstitial abnormalities of limited extent (e.g. 1/3 and 2/3 of theposterior third of each hemi thorax) but consistent with a diagnosis of asbestosis, i.e. honeycombing, even without other parenchymal changes and even though unilateral, or else any two abnormal findings among thickened interlobular septa, intralobular lines or subpleural curved lines 3 numerous bilateral changes on several slices involving more than 2/3 of the posterior third of each hemi thorax Paris C. et al: Scandinavian Journal work Enviromental Health 2004; 30: 206-214 CRITERI DIAGNOSTICI RADIOLOGICI I reperti compatibili con fibrosi asbestosica sono sostanzialmente i seguenti HRCT findings of asbestosis •Peribronchial nodular thickening •Itralobular thickening •Itralobular septal thickening •Subpleural dot-like opacities •Subpleural curved lines •Parenchymal bands •Ground-glass opacities •Honeycombing CRITERI DIAGNOSTICI RADIOLOGICI Tali reperti HRCT non sono specifici per l’asbestosi essendo compatibili con altre pneumopatie interstiziali. Per l’attibuzione eziologica della fibrosi all’amianto occorre pertanto che concomiti la presenza di marcatori di pregressa esposizione quali ispessimenti pleurici diffusi, placche pleuriche. e/o atelettasia rotonda. Lesioni delle pleure come placche diffuse e ispessimenti contribuiscono alla diagnosi di asbestosi. CRITERI DIAGNOSTICI RADIOLOGICI •HRCT has an important role in the diagnosis of asbestosis when radiographic findings are equivocal, or in presence of a normal radiogram with impaired respiratory function. •HRCT is also more specific than X-rays and dispels all doubts regarding emphysema, vessel prominence, pleural involvement, and bronchiectasis. •It is also more sensitive than X-rays: detecting pleural plaques and thickening, can differentiate them from subpleural fat and intercostal muscles and veins. •Use of HRCT has been advocated to establish the presence of asbestosis in subjects with occupational exposure to asbestos who have a negative chest X-ray but changes in respiratory function, or basilar crackles on physical examination. •By contrast, others recommend HRCT for workers with occupational exposure with irregular opacities > o =1/0 according to ILO, or pleural plaques. CASO CLINICO M.A., 71 anni, maschio storia lavorativa (1955-1957) servizio militare in marina per complessivi 28 mesi svolgendo attività di marinaio di coperta (1958 - 1964) al termine della leva si raffermò per altri sei anni , sempre come marinaio di coperta. 1964 M.A. si congedò e lavorò sino al per ditte che effettuavano lavori di coibentazione e scoibentazione in cantieri navali del porto di Genova. L’attività a bordo di navi in costruzione ed in manutenzione e consisteva nel posizionare materiali prefabbricati contenenti amianto quali coppelle, lastre, corde per tubazioni e guarnizioni che dovevano essere adattati sul posto mediante il taglio con sega a mano o circolare; talora M.A. impiegava anche impasti di amianto e tele di amianto. La scoibentazione richiedeva invece la rimozione dei manufatti usurati e la loro sostituzione. Dal 1976 veniva usata largamente, in impasti con amianto, cementi e collanti, anche lana di vetro 1984 epoca del pensionamento, fumatore di 20 sigarette al dì dai 20 ai 50 anni, storia clinica 1965 gastro-resezione per ulcera peptica da tempo imprecisato diabete di tipo 2, attualmente in terapia con antidiabetici orali (glibenclamide e metformina in associa- zione). 1976 versamento pleurico benigno trattato in reparto pneumologico. 1978 riconoscimento di asbestosi da parte dell’INAIL. STORIA CLINICA gennaio 2007 inviatoci dal Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino di Genova per il persistere di tosse stizzosa con associata iperpiressia (38,4°C) comparse una decina di giorni prima; esame obiettivo apparato respiratorio: evidenziava crepitii alle basi modificantisi con i colpi di tosse, radiografia del torace: eseguita in Pronto Soccorso erano presenti ispessimenti pleurici bilaterali ai campi polmonari medi più evidenti a sinistra ed una accentuazione bilaterale diffusa del piccolo interstizio. spirometria evidenziava un deficit restrittivo di grado moderato con diminuzione del volume residuo (–28%) e la capacità di diffusione polmonare del CO, studiata con il metodo del respiro singolo, era sensibilmente ridotta (–40%). STORIA CLINICA terapia antibiotica (levo- floxacina 500 mg. e.v. e ceftriaxone 2 grammi e.v.) la febbre non recedeva. un accurato riesame della radiografia del torace poneva il sospetto di piccola formazione nodulare al piano superiore di sinistrapresenza veniva confermata ad una TC spiroidea con tecnica ad alta risoluzione completata da studio con acquisizione volumetrica nelle scansioni di base confermava la presenza di una formazione nodulare di 18 mm al segmento apicale del lobo superiore sinistro. L’esame TC consentiva di evidenziare, oltre alla immagine nodulare, ispessimenti pleurici bilaterali in sede costale, mediastinica e ad entrambe le scissure interlobari nonché ispessimento dell’ interstizio peribroncovasale, con alterazioni bronchiolo - ectasiche prevalenti ai lobi inferiori; rilevati anche addensamenti fibrotico - distelectasici sub pleurici in sede dorsale ai lobi inferiori e rarefazione del disegno di tipo enfisematoso ai lobi superiori. Markers tumorali: CEA, CA 19.9, CYFRA, NSE ed osteopontina, solo questa ultima presentava valori elevati (140 ng/ml). fibrobroncoscopia: evidenziava un quadro di flogosi bronchiale aspecifica mentre l’esame del bronco aspirato era negativo sia per quanto concerne il dosaggio di marcatori tumorali che per la ricerca di cellule atipiche. liquido di lavaggio broncoalveolare (BAL): la ricerca di corpuscoli dell’Asbesto (CA) mostrava 2 CA per ml, espressione di esposizione verosimilmente professionale ma di grado lieve (11). Lo stesso liquido di lavaggio è stato fatto passare su una membrana a micro-pori in policarbonato da 0,8 m ed esaminato in microscopia ottica a 500 X per il riscontro di fibre libere asbestiformi: il reperto ha dato esito negativo; è stata invece rilevata solo una fibra di vetro isolata (diametro 6 m, lunghezza 75 m). STORIA CLINICA Persistendo il sospetto di lesione nodulare maligna Chirurgia Toracica: sottoposto ad intervento di asportazione del segmento contenente al suo interno il nodulo sospetto; l’analisi intraoperatoria del pezzo risultava negativa per malignità in atto e l’esame istologico definitivo evidenziava un tessuto con flogosi granulomatosa epitelioidea caratterizzato da cel- lule giganti plurinucleate da corpo estraneo inglobanti materiale aghiforme otticamente vuoto e non birifrangente (Fig. 1A-B). STORIA CLINICA Si notava inoltre lieve antracosi, noduli di fibrosi concentrica e numerosi corpuscoli dell’asbesto in numero superiore a 50/cm2; nel contesto della fibrosi gli epiteli bronchiolari intrappolati presentavano iperplasia talora micropapillare. La fibrosi (Fig. 3) secondo la classificazione del College of American Pathologists è di (Fig. 3) grado 3 in quanto peribronchiale, perialveolare, perivascolare e a ponte tra i bronchioli; mentre secondo il documento di Consenso di Helsinki per porre diagnosi di asbestosi è prevista semplicemente la presenza di fibrosi interstiziale diffusa, secondo Attanoos e Gibbs è necessario che la fibrosi sia almeno di grado 3, criterio di gravità rispettato nel caso da noi descritto. La presenza di cellule giganti da corpo estraneo non è reperto caratteristico della fibrosi asbestosica; una reazione granulomatosa epitelioidea con cellule giganti è stata descritta in soggetti esposti a fibre di vetro ed interpretata come espressione di flogosi reattiva all’inalazione di fibre vetrose Craighead JE, Abraham JL, Churg A, et al. The pathology of asbestos associated diseases: diagnostic criteria and proposed grading schema. Report of the Pneumoconiosis Committee of the College of American Pathologist and the National Institute for Occupational Safety and Health Arch Pathol. Lab Med 1982; 106: 544-5 Guber A, Shimson L, Yehuda L et al. Pulmonary fibrosis in patient with exposure to glass wool fibers. Am J Ind Med 2006; 49: 1066-1069.. La coesistenza di tali alterazioni con il quadro per altri versi tipico di una asbestosi diffusa di grado 3, può essere espressivo di una esposizione del ns. paziente sia ad amianto che a fibre vetrose, come risulta dalla anamnesi lavorativa. Dall’esame morfologico ed analitico eseguito sul materiale fibroso osservato con ingrandimenti compresi fra 500 e 25000, sono state individuate circa 150.000 fibre di amianti per grammo di tessuto polmonare secco. A tale proposito si può ricordare che la linea di demarcazione tra soggetti esposti professionalmente e non è collocabile, secondo il documento di consenso di Helsinki, a livello di 100.000 fibre per grammo di tessuto secco che corrispondono a 1000 CA sempre per grammo. Bogdan - Dragos Grigoriu, Scherpereel Arnaud et al. Utility of Osteopontin and Serum Mesothelin in Malignant Pleural mesotelioma Diagnosis and Prognosis Assessment. Clin Cancer Res 2007; 13: 2928-2935. La maggior parte delle fibre rilevate apparteneva al gruppo degli anfiboli, non era invece confermata la presenza di fibre di vetro che il riscontro di cellule giganti poteva, in base dai dati della letteratura, far ipotizzare. A seguito di questi riscontri, si è ritenuto opportuno approfondire la microanalisi del pezzo. L’osservazione eseguita su 225 campi a 2000X (per un’area totale di 5 mm2), ha fornito i risultati espressi nella Tabella I. In base alle analisi eseguite si può dedurre che sono presenti oltre 200 fibre di amianti per cm2 di su- perficie di tessuto polmonare. Nelle Figure 4 e 5 sono raf- figurate le indagini morfologiche su due fibre di amosite incapsulate nel tessuto dei due campioni analizzati. Il rilievo nel siero di elevati livelli di osteopontina non consente previsioni prognostiche, in accordo con i dati che ritengono tale marcatore dotato di bassa specificità e pertanto responsabile di un numero molto alto di falsi positivi. CONSENSUS REPORT. Asbestos, asbestosis and cancer: the Helsinki criteria for diagnosis and attribution. Scand J Work Environ Health 1997; 23: 311-316. STORIA CLINICA A seguito di questi riscontri, si è ritenuto opportuno approfondire la microanalisi del pezzo L’osservazione eseguita su 225 campi a 2000X (per un’area totale di 5 mm2), ha fornito i risultati espressi nella Tabella I. MICROSCOPIA ELETTRONICA In base alle analisi eseguite si può dedurre che sono presenti oltre 200 fibre di amianti per cm2 di superficie di tessuto polmonare. Nelle Figure 4 e 5 sono raffigurate le indagini morfologiche su due fibre di amosite incapsulate nel tessuto dei due campioni analizzati. Figura 4. Fibra di amosite nel campione A (parte della lunghezza delle fibre è immersa nella matrice) Figura 5. Fibra di amosite nel campione B (parte della lunghezza delle fibre è immersa nella matrice) Il rilievo nel siero di elevati livelli di osteopontina non consente previsioni prognostiche, in accordo con i dati che ritengono tale marcatore dotato di bassa specificità e pertanto responsabile di un numero molto alto di falsi positivi Bogdan - Dragos Grigoriu, Scherpereel Arnaud et al. Utility of Osteopontin and Serum Mesothelin in Malignant Pleural mesotelioma Diagnosis and Prognosis Assessment. Clin Cancer Res 2007; 13: 2928-2935.. concomitante asbestosi; secondo gli interpreti più rigorosi di tale assunto la coesistenza di asbestosi rappresenta un prerequisito fondamentale nelle vertenze medico-legali Attanoos RL, Gibbs AR. asbestos - related deaths. Current Diagnostic Pathology 2002; 8: 373-383. Inassenza di patologie asbesto-correlate ed in particolare di asbestosi, è ancora discussa da alcuni la possibilità di attribuzione del tumore all’amianto, anche quando l’esposizione sia comprovata dalla presenza di alte concentrazioni di corpuscoli e fibre di asbesto nel tessuto polmonare Cagle PT. Criteria for attributing lung cancer to asbestos exposure. Am J Clin Pathol 2002; 117: 9-15. Nel caso in oggetto il quadro istologico corrisponde ad una asbestosi di grado 3 secondo la classificazione del collegio dei patologi americani; Craighead JE, Abraham JL, Churg A, et al. The pathology of asbestos associated diseases: diagnostic criteria and proposed grading schema. Report of the Pneumoconiosis Committee of the College of American Pathologist and the National Institute for Occupational Safety and Health Arch Pathol. Lab Med 1982; 106: 544-5. pertanto, se l’indagine istologica nel caso da noi presentato avesse evidenziato la natura neo plastica della immagine nodulare rilevata alla TAC, sul piano medico - legale non vi sarebbero stati dubbi nella attribuzione eziologica. Diverso il discorso nel caso vengano rilevate lesioni fibrotiche iniziali, compatibili con quello che è stato indicato come asbestosi di grado 1 e che è un reperto non raro in serie autoptiche anche relativamente recenti; in tal caso è necessaria, per poter attribuire la causa della iniziale fibrosi ad amianto, la coesistenza di indicatori di esposizione quali i corpuscoli dell’asbesto, la cui importanza è nota da tempo. Bellis D, Andrion A, Delsedime L, Mollo F. Minimal pathologic changes of the lung and asbestos exposure. Hum Pathol 1989; 20: 102-106. Morgan A, Holmes A. the enigmatic asbestos body: its formation and significance in asbestos related disease. Eviron Res 1985; 38:283-292. Roggli VL, Pratt PC. Number of asbestos bodies on iron stainedtissue sections in relation to asbestos body counts in lung tissuedigest. Hum Pathol 1983; 14: 355-361. Secondo i criteri delineati dal Documento di Consenso di Helsinki, per porre diagnosi istologica di asbestosi è necessario individuare una fibrosi interstiziale diffusa in un tessuto ben aerato, lontano dalla sede di un tumore o di una altra lesione massiva, associata alla presenza di almeno due corpuscoli dell’asbesto in una sezione di 1 cm2 come requisito minimo CONSENSUS REPORT. Asbestos, asbestosis and cancer: the Helsinki criteria for diagnosis and attribution. Scand J Work Environ Health 1997; 23: 311-316. PROBLEMATICHE ATTUALI •MESOTELIOMA PLEURICO •CANCRO POLMONARE Carcinoma del polmone Tutti i tipi di amianto (dubbi sul crisotilo puro) Frequenza: più elevata: tessili, coibentisti intermedia: cemento-amianto e aa. prodotti meno elevata: minatori, prod. frizioni Latenza almeno 15-20 anni Non specifico per sede ed istologia Mesotelioma •Molto raro nella popolazione generale (1-2/milione anno) •Diagnosi spesso difficile •Tutti i tipi di amianto, ma crocidolite ed altri anfiboli molto più attivi •Circa il 60-80% attribuibili all’amianto •Latenza molto lunga (20-40 e più anni) •Prima segnalazione Wagner (1960 minatori del Sudafrica) •Origine sempre dalla pleura parietale I parametri da valutare per la attribuzione causale del MM ad una data esposizione L’incidenza del mesotelioma in una popolazione è stata descritta come una funzione del tipo di fibra/industria, dell’esposizione media e della terza o quarta potenza del tempo dalla prima esposizione. Im(t)=KmE(t-t0)β Im(t)= incidenza di mesotelioma t anni dall’inizio dell’esposizione. Km= costante specifica per tipo di fibra o industria che indica la potenza carcinogenetico per la pleura E= esposizione media (ff/ml) t0 = periodo di latenza minima (>10 anni) β= potenza dell’effetto del tempo dalla prima esposizione BERRY G, MUSK AW, DE KLERK NH, et al: Prediction of mortaliy from mesothelioma. Occup Environ Med 2003 BOFFETTA P: Health effects of asbestos exposure in humans: a quantitative assesment. Med Lav 1998 HEALTH EFFECTS INSTITUTE: Asbestos in public and commercial building: a literature review and synthesis of current knowledge. Cambridge, MA, 1991 Relazione Dose-Risposta ASBESTOSI PLACHE PLEURICHE K POLMONARE MESOTELIOMA Il problema della dose Potere patogeno sulla pleura di dosi “straordinariamente basse” alle quali non corrispondeva alcun effetto dimostabile sul pomone Selikoff IJ, Lee DHK: asbestos and disease. New York: Academic press, 1978 Il Mesotelioma è capace di manifestarsi, anche, a seguito di inalazione di una piccolissima quantità (Trigger Dose) di fibre di amianto. Relativa rarità del MM anche nei gruppi ad alta esposizione Chiappino 2004 Relazione Dose -Risposta In realtà una relazione dose / risposta è evidente quando si vanno ad esaminare i dati di incidenza del MM in relazione al consumo pro capite dei vari tipi di prodotti di amianto usati circa 25-30 anni prima. Tossavainen A: National mesothelioma incidence and the past use of asbestos. Monaldi Arch Chest Dis 2003;59:146-9 Relazione dose Risposta Altri studi hanno dimostrato in modo irrefutabile che esiste una relazione dose-risposta tra anfiboli e rischio di sviluppare un MM Marchevski AM, Wick MR Ann Diagn Pathol 7:321-332, 2003 Rimane controverso se questa risposta sia di tipo lineare. Gli studi di Roggli relativi al carico di fibre nel MM suggeriscono trattarsi più probabilmente di una risposta di tipo NON lineare Roggli VL Environ Health Perpect 1990; 88:295-303 Roggli VL Indus Med 1994; 26:809-819 Relazione dose / risposta Lung content of asbestos fibers, asbestosis and mesothelioma Condition Uncoated fibers (f/g x 10³) Crocidolite (M f/dry lung) Amosite (M f/dry lung) Amosite (f x 10⁶/gr dry lung) Controls 0-20 0.14-1.00 0.09-0.93 0.7 Mesothelioma 67 53 103 0.9 Asbestosis 690 1100 450 10 Carbone M., Kratzke R., Testa JR: The pathogenesis of mesothelioma: Semin Oncol 2002;29:2-17 Stima della pregressa esposizione Metodi Diretti Conta dei corpuscoli di asbesto o fibre nude •over 0.1 M f/ gr dry tissue (amphibole fibres >5 m) •over 1 M f/gr dry tissue (amphibole fibres >1 m) •over 1000 Asbestos Bodies/ gr dry tissue (100 AB/gr wet tissue) •over 1 AB / ml BAL fluid Metodi Indiretti •Presenza di asbestosi • Presenza di placche pleuriche (non condivisa da tutti) • Ispessimenti pleurici bilaterali diffusi • Utilizzo di banche dati di esposizione in letteratura Stima della potenziale esposizione a fibre d’amianto aerodisperse Proposta da Hauptferband der Berufgenosseschaften nel 1992 e recepita nel nostro paese da INAIL E= F*t*g /1920 Dove: E = esposizione media annuale a fibre d’amianto (ff/ml) F = concentrazione ambientale di fibre di asbesto durante l’operazione (ff/ml) t = ore lavorative giornalmente G = giorni effettivi nel corso dell’anno in cui si è lavorato di presenza di fibre F 1920 = ore lavorative annue convenzionali (8 ore per 240 giorni) Im(t)=KmE(t-t0)β Stima della pregressa esposizione In assenza di rilievi ambientali specifici ricorso a dati di Organismi governativi (OSHA, EPA) di letteratura scientifica, Burdorf A. Swuste P.:“An expert system for the evaluation of Historical Asbestos exposure as diagnostic criterion in asbestos related diseases” Ann Occup Hyg 1999; 43,1:57-66 e data base: INAIL, software INAIL: ASB&LEAD – Banca dati sulla concentrazione di amianto negli ambienti di lavoro INSR (Francia) – Colchic DataBase Ann Occup Hyg 2007; 51, 2: 131-142 Esiste una dose minima/soglia? Lo standard di esposizione cumulativa di un minimo 25 fibre/ml-anni nella attribuzione causale del cancro polmonare è stato delineato nel c.d. After Helsinki Criteria Henderson D.W., Rodelsperger K et al. “After Helsinki: a multidisciplinary review of the relationship between asbestos exposure and lung cancer, with emphasis on studies published during 1997 – 2004 “ Non vi è accordo sulla esistenza o meno di un valore soglia di esposizione al di sotto del quale il MM non si manifesta. Alcuni suggeriscono un limite approssimato di 5 f/ml-anni Browne K., Br. J Ind Med 1991;48:73-76 Browne K. Ann Occup Hyg 2001;45:327-329 Henderson DW et al Int J Occup Envir 2004;10:40-46 Tipo di Fibre Le differenti forme di asbesto hanno diversa potenza cancerogena sulla pleura; a tale proposito da tempo si ritiene che gli anfiboli, in particolare crocidolite, abbiano maggiore potenza in tal senso. Stayner e coll.:Am J Pub Health 1996;876:179-186 Potere cancerogeno delle fibre di amianto Im(t)=KmE(t-t0)β Hodgson e Darnton analizzando dati da 25 studi di coorte hanno dimostrato un diverso potere cancerogeno per diversi tipi di fibre di amianto. Esposizione Mortalità Potenza Relativa crocidolite 0.5 (1/200) 500 amosite 0.1 (1/1000) 100 crisotilo 0.001(1/100 000) 1 Hodgson J, Darnton A.: The quantitative risks of mesotelioma and lung cancer in relation of asbestos exposure (Letters to the editor). Ann occup Hyg 2001;45:336-338 Il periodo di latenza Im(t)=KmE(t-t0)β Nella grande maggioranza dei casi >20 anni, spesso oltre i 40 anni. Sono stati descritti casi con latenza molto breve HANSEN J, DE KLERK NH: Enviromental exposure to crocidolite and mesothelioma:exposure-response relationship Am J Respir Crit Care Med 1998 Ha un peso maggiore sull’incremento della frequenza del tumore rispetto all’entità di esposizione (3°- 4° potenza) Latenza minima: 10 anni Consensus Report: Asbestos, asbestosis and cancer: The helsinki criteria for diagnosis and attribusion Il periodo di latenza Im(t)=KmE(t-t0)β Una analisi dei dati provenienti da 9 nazioni ha dimostrato che l’incidenza di mesotelioma in una società correla al meglio con l’uso di asbesto 25 anni prima con range 25-35 e valori estremi anche di 60 anni Nurminen et al. J Occup Environ Med 2003;45:1107;1115 Il periodo di latenza Ipotesi del rapporto inverso tra entità della esposizione e durata della latenza: Più elevata è l’esposizione ad amianto, minore è il periodo di induzione (Latenza) Neumann V, Gunther S.,et al: Malignant Mesothelioma. German mesothelioma register 1987-1999. Int Arch Occup Environ Health 2001; 74:383-395 Bianchi C.;Indian J Env Med 2009;13,2:80-83 Bianchi et al. Eur J Canc Prev 1997;6:162-166 Non esiste evidenza epidemiologica e numerose ricerche confermano l’inesistenza di tale rapporto. Chiappino G. Med lav 2005;96, 1;3-23 Metinas et al. Eur Respir J 1999; 13, 2:80-83 Proctor RN La guerra di Hitler al cancro. Cortina Editore 2000 Albin M Jakobsson K et al: Brit J Med 1990 Lanphear B Buncher C;JOM 1992 L’attribuzione causale e la ripartizione di responsabilità Interpretazione dei dati di letteratura in maniera “opposta” Mancanza di linee guida del tipo EBM Assenza di un TLV Tra i sostenitori di una applicazione di LG rigorose si è pertanto sviluppato il concetto che debba comunque essere dimostrata una esposizione superiore ai livelli di fondo (Exposure Above Backround Level / EABL) Valutazione del rischio del singolo caso: Letteratura attendibile (riviste indicizzate) Rigorosi criteri medico-legali (Bradford Hill criteria) Valutazioni ambientali, metanalisi, etc. One Fiber or Many? Sarebbe sufficiente una dose iniziale, anche minima, di fibre ad iniziare il processo di canerogenesi. (biopersistenza) Chiappino G. Med lav 2005;96, 1;3-23 La malattia è dose correlata e non bisogna confondere la malattia mesotelioma con la trasformazione di una singola cellulla. Il rischio varia con la durata e intensità dell’esposizione, che deve essere inquadrata nel singolo caso. Il numero di fibre coinvolte esplica un ruolo fondamentale nella infiammazione tissutale e determina una riduzione dell’efficaccia dei meccanismi difensivi. Seaton : Commento sentenza 00/TQL/1284. Thorax 2002; 57: 186-188 Rudd R, Moore Gillon J CASI CLINICI CASO 1 Asbesto DM 14/1/2008 e s.m.i. [Lista 1, gruppo 6] Mesotelioma pleurico Mesotelioma pericardico Mesotelioma peritoneale Mesotelioma tunica vaginale del testicolo Tumori del polmone [Lista 2, gruppo 6] Tumore della laringe [Lista 3, gruppo 6] Tumori gastroenterici CASO 1 B.G. sesso maschile nato nel 1928 , deceduto nel aprile del 1999 (71 anni) Storia Lavorativa 1942 (6 giorni) apprendista società industriale produzione di manufatti in cemento-amianto 1945-1947 manovale edile 1948-1975 operaio addetto alla conduzione e manutenzione delle caldaie presso centrale termoelettrica Storia Clinica Fumatore 40 sig\die 1971 controlli medici con esiti negativi 1972 controlli medici con esiti negativi 1975 Dopo il pensionamento inizia ad accusare dispnea (notizia riferita dal figlio) Dic 1998 Ricoverato presso la Clinica Neurologica per parestesie AAII e calo ponderale (6 kg in 2 mesi) Diagnosi: Polineuropatia prevalentemente sensitiva di n.d.d TC total body con M.d.C: adensamento distelettasico base ant Ds, ispessimenti pleurici diffusi anteriori e postero laterali bilaterali, linfonodi calcifici in loggia di Barety, all’ilo di dx, sottocarenali calcificazioni diffuse arco aortico, aumento volume prostata CASO 1 Dati Circostanziali: trovato morto presso il proprio domicilio e trasportato all’ obitorio; Riscontro Diagnostico: ispezione esterna: nulla di notevole; sezione cadaverica: torace Cavi pleurici con aderenze lasse bilaterali nelle zone medio basali Al taglio prevalenza di edema, congestione sulla componente enfisematosa e aree distelettasiche, aumento della porzione connettivale “In entrambi i cavi sono presenti colature “a cera” più accentuate alle regioni basali bilateralmente dello spessore di circa 1 cm. da possibile mesotelioma pleurico” cuore Volume aumentato, miocardio a “carne lessa” Cavità atrio ventricolari dilatate, muscoli papillari appiattiti e sclerotici, Miocardio malacico interessato da aree di sclerosi .Arco e biforcazione del’aorta: placche ateromasiche ed alterazioni sclerocalcifiche “ COLLASSO CARDIOCIRCOLATORIO IN MIOCARDIOCORONAROSCLEROTICO PORTATORE DI VEROSIMILE MESOTELIOMA PLEURICO E FIBROSI POLMONARE” CASO 1 Parametri per la determinazione dei tumori professionale: certezza diagnostica della malattia neoplastica; la sostanza nociva sospetta deve avere potere cancerogeno o un fondato sospetto che lo sia; presenza della sostanza nel luogo di lavoro; ricerca di segni relativi all’esposizione alla sostanza nei tessuti superficiali e profondi; periodo di esposizione e di latenza; anamnesi lavorativa, stato anteriore del lavoratore, abitudini voluttuarie; nesso di causalità; predisposizione genetica (familiarità); criterio cronologico (la comparsa della neoplasia deve avvenire non immediatamente dopo l’esposizione alla data sostanza, ma dopo un certo lasso di tempo variabile caso per caso e in accordo con i dati di letteratura); criterio modale (le vie di penetrazione, di eliminazione, di metabolismo dell’agente devono essere compatibili con il tipo di tumore); criterio topografico (il tipo di tumore per sede e localizzazione deve essere compatibile con l’agente oncogeno); criterio istologico (il tipo istologico del tumore deve essere compatibile con il tipo di agente oncogeno); criterio quantitativo (registro dei tumori, banche dati INAIL, banche dati INPS); criterio epidemiologico (frequenza di tumori osservati in un determinato ambiente lavorativo); criterio di esclusione (di altre cause); identificazione del rischio relativo (rr). CASO 1 CASO 1 Metastasi pleuriche CASO 1 CERTEZZA DIAGNOSTICA DELLA MALATTIA NEOPLASTICA criteri clinici dispnea in genere correlata al versamento pleurico dolore dovuto all’invasione neoplastica della parete toracica febbre dimagrimento storia naturale la sopravvivenza media dalla comparsa dei primi sintomi è di circa 10 mesi criteri anatomo patologici esame microscopico (ematossilina cosina , mucicarminio – mucicarminio / ialuronidasi e/o PAS – PAS diastasi) reazioni immunoistochimiche: vimentina, citocheratine, CEA, calretinina marcatori di II livello: EMA, IG-2, Ber-EP4, Leu-MI, TAG B72-3, Trombomodulina, AMAD, CD34 CASO 1 Diagnosi di Mesotelioma Adenocarcinoma ISTOCHIMICA dimostrazione di mucine stromali o epiteliali su sezioni in paraffina di Adenocarcinoma Mesotelioma Diagnosi di Mesotelioma Adenocarcinoma CEA Mesotelioma Calretinina CASO 1 Sensibilità e Specificità dei Markers di Mesotelioma CASO 1 Ab utilizzati nella DD CASO 1 Conclusioni Nel caso in oggetto la mancata soddisfazione dei criteri clinici ed anatomopatologici non consentono di porre diagnosi di mesotelioma maligno della pleura, non solo di certezza ma neppure su piano di ragionevole probabilita’ Il caso e’ stato chiuso negativamente. Non sono state prodotte osservazioni critiche dal CT di parte ricorrente nè il legale degli eredi risulta avere chiesto rinnovazione della CT d’Ufficio CASO 2 CASO 2 Sig B.F.L. (1932-2005) Operaio portuale polivalente 1950 al 1985 Storia Clinica Dati anamnestici : Pregresso infarto miocardico (ed angioplastica coronarica nel ’94) e angina residua, Ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia.. pregressa ulcera gastrica, ipertrofia prostatica, plurimi fattori di rischio cardiovascolare. 07/2004 ricovero reparto presso Neurologia “TIA vertebro basilare. Stato ansioso depressivo. Cardiopatia ischemica. Ipertensione arteriosa” Rx torace: diffusa accentuazione della trama interstiziale; estese calcificazioni pleuriche parieto – basali più evidenti a dx 06/2005 accesso “ …Riferisce da circa dieci giorni disfonia. Non febbre… Non disfagia. Paz. Ex fumatore (sino a 11 aa prima del decesso – Q imprecisata … AR MV ai campi medi e superiori, Crepitii tele inspiratori ai campi inferiori … “ CASO 2 Storia Clinica 07/2005 ricovero; diagnosi di dimissione: “Prob. esiti di processo specifico polmonare. Paralisi ricorrenziale Sx. Cardiopatia ischemica. Osteoporosi con franamenti vertebrali multipli” TC torace con mdc Latero deviazione destra del mediastino, con trazione omolaterale della trachea, Esiti pleuro parietali calcifici al campo medio e superiore di destra. Enfisema perobronciale a piccole bolle, grossolane aree distelettasiche calcifiche al campo medio di destra ed inferiore bilateralmente. Ispessimento parietale circolare del bronco lobare inferiore di sinistra Linfoadenomegalie in sede para tracheale inferiore bilateralmente e in sede ilare a sinistra. Aumento dei diametri cardiaci con ipertrofia ventricolare sinistra, cui si associa dolico ectasia dell’arco aortico con pareti calcifiche Fibrobroncoscopia: esame citologico negativo CASO 2 Storia Clinica 08/2005 ricovero urgente per crisi dispnoiche “ Sospetto microcitoma polmonare. Versamento pleurico secondario. Cardiopatia ischemica “. Angio TC spirale “ ….. tumultuosa progressione di malattia …. Tessuto neoformato che occupa quasi completamente il campo medio e la base di sinistra e medialmente si spinge fino alla linea mediana ad infiltrare copiosamente il mediastino posteriore. Concomita versamento pleurico omolaterale, coesiste minimo versamento controlaterale. Le adenopatie del mediastino interessano ubiquitariamente tutte le stazioni mediastiniche Parenchima polmonare di destra appare gravemente fibrotico. Calcificazioni della pleura diagrammatica bilateralmente e di alcune grossolane adenopatie…. Il quadro TDM lascia assai perplessi soprattutto per la rapidità dell’evoluzione e la negatività degli accertamenti citologici, si suggerisce tuttavia l’ipotesi di un linfoma infiltrante il parenchima polmonare di sinistra e il mediastino con localizzazioni sotto diaframmatiche “. CASO 2 Storia Clinica 08/2005 ricovero presso altro Ospedale NSE > 370 “ Tumore polmone sinistro con metastasi contro laterali e versamento pleurico bilaterale. Cardiopatia ischemica “ esame citologico su liquido pleurico DESCRIZIONE MACROSCOPICA 6 cc di liquido ematico torbido. DESCRIZIONE MICROSCOPICA 6 cc di liquido ematico torbido. Su uno sfondo ematico sono presenti, frammisti ad elementi mesoteliali con alterazioni di tipo reattivo, numerosi elementi epiteliomorfi di grandi dimensioni, con grosso nucleo dismorfico e dismetrico, ipercromico e per lo più con evidente nucleolo, a morfologia atipica, compatibili con lesione epiteliale non microcitoma; le indagini immunofenotipiche eseguite (cromogranina, sinaptofisina, citocheratina MNF 116 e TTF1) non hanno fornito risultati dirimenti. Utili pertanto ulteriori indagini. DIAGNOSI CAMPIONE DI LIQUIDO PLEURICO SN: PRESENZA DI CELLULE TUMORALI MALIGNE. Vedi microscopia ……….. “. 09/2005 certificato necroscopico; cause di morte: “ Iniziale: Tumore polmone sinistro. Intermedia: Metastasi polmonari contro laterali – Versamento pleurico bilaterale. Terminale: Insufficienza respiratoria. Altre: Cardiopatia ischemica “. CASO 2 Asbesto e Cancro Polmonare Il motivo principale di controversia è che il fumo di tabacco è il maggiore fattore di induzione del cancro del polmone (Multiple Authors. Lung Cancer. In: Stuart BW, Kleihues P., editors. World Cancer Report. Lyon: International Agency for Research on Cancer (IARC). 2003: 182-7) La maggior parte dei tumori polmonari per i quali vi è il sospetto di una influenza della esposizione ad amianto sono il risultato di duplice esposizione ad amianto ed al fumo di tabacco (Liddell FD The interaction of asbestos and smoking in Lung Cancer (Ann. Occup. Hyg. 2001; 45: 341 – 56). Circa il 90% dei tumori del polmone sono ricollegabili al fumo ed il restante a esposizioni occupazionali, radon e forse, in piccola percentuale, all’inquinamento atmosferico (Alberg e Samet Epidemiology of lung cancer. Chest 2003; 123 (Suppl.): 21S – 49S) CASO 2 Asbesto e Canco Polmonare ipotesi di una interazione di tipo moltiplicativo Vainio H, Boffetta P. Mechanism of the combined effect of asbestos and smoking in the etiology of lung cancer. Scand. J Work Environ Health 1994; 20: 235-42 Liddell FD The interaction of asbestos and smoking in Lung Cancer (Ann. Occup. Hyg. 2001; 45: 341 – 56) ipotesi di una interazione di tipo sub – moltiplicativo Gustavsson P., Nyberg F., Pershagen G., et al. Low dose exposure to asbestos and lung cancer; dose - response relations and interaction with smoking in a population – based case – referent study in Stockholm, Sweden. Am. J. Epidemiol 2002; 155: 1016 – 22) ipotesi di un rapporto tra esposizione cumulativa e cancro sia la fibrosi asbestosica che il cancro del polmone sono da ritenere evenienze dose correlate (rapporto di tipo lineare seza soglia on curva dipendente da K1 diverso per diff. settori industriali) Nelson et al. Lung Carcinogenesis: molecular and cellular mechanism. In Banks DE, Parker JE, editors. Occupational Lung Disease: An International Perspective. London: Chapman and Hall, 1998: 467 – 98 ipotesi fibrosi – cancro Churg e Green (Pathology of Occupational Lung Disease, 2nd edn. Baltimore, William and Wilkins, 1998: 339 – 91), Hughes e Weill (Br. J. Ind Med 1991: 48: 229 – 33), Kuipen HM, Lilis R e Suzuki Y et al (Br J Ind Med 1987; 44: 96–100) Sluis Cremer GK e Bezuidenhout BN (Br J Ind Med 1989; 46: 537 – 40). CASO 2 Per la valutazione di casi individuali sono stati proposti diversi criteri che tengono conto della dose cumulata In Germania le condizioni per la attribuzione di cancro del polmone all’amianto vennero integrate nel 1992 con l’introduzione della esposizione cumulativa ad almeno 25 fibre cc / anni Baur X, Czuppon AB Regulation and compensation of asbestos diseases in Germany. In Peters GA, Peters BJ, editors. Sourcebook on Asbestos Diseases. Vol. 15. Charlotsville: Lexis 1997: 405 – 19. I Criteri di Helsinki proposti da una serie di esperti nel 1997 (Scand J Work Envioron Health 1997; 311 – 6) non richiedono la presenza concomitante di asbestosi per la attribuzione causale di un cancro del polmone all’asbesto, ma danno importanza alla esposizione cumulativa CASO 2 Dose Cumulativa ( fibre/cc/anni) Lo standard di esposizione cumulativa di un minimo 25 fibre - anni nella attribuzione causale del cancro polmonare viene applicata anche in Danimarca e un quadro simile a quello delineato negli Helsinki Criteria forma la base per il riconoscimento in Francia e Belgio Henderson D.W., Rodelsperger K et al. “After Helsinki: a multidisciplinary review of the relationship between asbestos exposure and lung cancer, with emphasis on studies published during 1997 – 2004 “ Pathology 2004; 36 (6): 517-550). CASO 2 Stima della pregressa esposizione Metodi Diretti Conta dei corpuscoli di asbesto o fibre nude •over 0.1 M f/ gr dry tissue (amphibole fibres >5 m) •over 1 M f/gr dry tissue (amphibole fibres >1 m) •over 1000 Asbestos Bodies/ gr dry tissue (100 AB/gr wet tissue) •over 1 AB / ml BAL fluid Metodi Indiretti •Presenza di asbestosi • Presenza di placche pleuriche (non condivisa da tutti) • Ispessimenti pleurici bilaterali diffusi • Utilizzo di banche dati di esposizione in letteratura Utilizzo nello specifico caso formula messa a punto dal Hauptferband der Berufgenossenschahften nel 1992 ed adottata in Italia da Verdel CASO 2 Conclusioni In merito al fumo l’OR per cancro polmonare in fumatori “attuali” di un quantitativo da 21 a 40 sigarette al giorno è di 41.4 per il carcinoma squamoso, per quello a grandi cellule ed a piccole cellule, mentre è di 10,3 per l’adenocarcinoma (“Zang EA, Wynder EL Cumulative tar exposure: a new index for estimating lung cancer risk among cigarette smokers. Cancer 1992; 70: 69 – 76 “). Il P., ex fumatore da 11 anni, Q imprecisata ma verosimilmente elevata (ATS polidistrettuale + BPCO), ha pertanto continuato a presentare un rischio di contrarre un cancro del polmone a causa del fumo superiore a quello di un soggetto che non avesse mai fumato CASO 2 Conclusioni In merito al rischio professionale Se e vero che non vi sono dati certi in Italia e che per il porto di Genova non vi sono dati specifici, è noto che nell’imbarco – sbarco merci, dagli anni 70 l’amianto era confezionato in sacchi di plastica. Tale circostanza riduce di 5 volte ( 2ff/cc) il potenziale rilascio delle fibre rispetto ai sacchi di juta; è altresi vero che Il p. ha lavorato per tutto il periodo ’50-’65 e per quantitativi verosimilmente maggiori, alla movimentazione solamente manuale di sacchi di carta e di juta (10 ff/cc) contenenti amianto Tali considerazioni unitamente al riscontro di alterazione Rxgrafiche e TC torace interpretabili come indicatori di dose interna (grossolani) consentono di ritenere plausibile un ruolo concausale delle fibre di amianto nella genesi del tumore. Il ct di parte convenuta non ha espresso osservazioni cirtiche ne richiesto rinnovo della ctu. SORVEGLIANZA SANITARIA D.P.R. 1124/1965 •Visita medica preventiva •Visita periodica annuale •controllo Rx torace integrativo della visita medica D.M. 21/01/1987 •Visita medica preventiva •Visita periodica annuale •Almeno tre dei seguenti: • corpuscoli dell’asbesto nell’espettorato • siderociti nell’espettorato • Rantoli crepitanti basilari molto fini e persistenti nel tempo • insufficienza ventilatoria restrittiva • compromissione della diffusione alveolo-capillare dei gas D.Lgs. 277/91 •Visita medica preventiva •Visita periodica annuale •Almeno tre dei seguenti: • corpuscoli dell’asbesto nell’espettorato • siderociti nell’espettorato • Rantoli crepitanti basilari molto fini e persistenti nel tempo • insufficienza ventilatoria restrittiva • compromissione della diffusione alveolo-capillare dei gas CONTROLLI ANCHE DOPO LA CESSAZIONE DELL’ATTIVITà COMPORTANTE L’ESPOSIZIONE STESSA SORVEGLIANZA SANITARIA D.Lgs 626/94 Art. 69 OBBLIGO DI CONTROLLI ANCHE DOPO LA CESSAZIONE DELL’ATTIVITà COMPORTANTE L’ESPOSIZIONE STESSA D.Lgs 81/2008 Art. 259 OBBLIGO DI CONTROLLI ANCHE DOPO LA CESSAZIONE DELL’ATTIVITà COMPORTANTE L’ESPOSIZIONE STESSA PER CHI è STATO INSERITO NEL REGISTRO DEGLI ESPOSTI •Visita medica preventiva •Visita periodica almeno triennale •Utilizzo DPI •Visita comprende: •anamnesi individuale •esame clinico del torace e della dunzione respiratoria •possibilità di esami di approfondimento a discrezione del medico competente EX-ESPOSTI La necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attività che comporta esposizione alla polvere proveniente dall’amianto o da materiali contenenti amianto viene confermata intutte le normative sopra citate Già NELLA CONFERENZA NAZIONALE SULL’AMIANTO (ROMA MARZO 1999) ERA AFFERMATO CHE “ VI è CONSENSO SULLA NECESSITà DI GARANTIRE IL CONTROLLO DEGLI ESPOSTI MEDIANTE SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA E/O SANITARIA IN FROMA PROGRAMMATA E GRATUITA A CURA DEI SERVIZI DI PREVENZIONE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI DI LAVORO DELLE ASL (bettoni 1999) QUESTE NECESSITA’ SI SCONTRANO CON LE DIFFICOLTà DI FORNIRE INDICAZIONI OPERATIVE IMMEDIATAMENTE APPLICABILI.