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Scenari Mondo
Che cosa è successo
Marsiglia torna
ostaggio
della criminalità
L’incubo nucleare
mette in crisi
la svolta di Abe
in Giappone
Taiwan cerca
incarichi
internazionali,
la Cina protesta
Taiwan
32
Nell’arco di 10 giorni Marsiglia
è stata il teatro di una serie
di omicidi che ne hanno insanguinato l’immagine di capitale
della cultura europea 2013. Tre
regolamenti di conti solo parzialmente legati al traffico di stupefacenti, che da anni affligge (e
talvolta controlla) i quartieri più
poveri della città. Un’esplosione
di violenza improvvisa ma non
inedita che per alcuni segna un
ritorno alla normalità (24 morti da
arma da fuoco l’anno
scorso), mentre per altri
costituisce una sconfitta
per lo stato francese,
da anni impegnato a risolvere la
situazione. A poco sono servite
le brigate speciali di polizia (foto)
inviate da Nicolas Sarkozy e dal
suo successore, come poco effetto
ha avuto il rinnovamento urbano
della città. La difficile realtà di
Marsiglia, con un tasso di disoccupazione doppio rispetto a quello
nazionale, e con un quarto della
popolazione sotto la soglia di
povertà, ha ripreso il sopravvento
sulle bellezze della città.
Mentre le politiche
economiche volute dal
premier giapponese Shinzo
Abe iniziano a funzionare e
raccolgono favore in tutto il mondo, non c’è pace per la centrale
atomica di Fukushima (a sinistra,
un operaio), gravemente danneggiata dal sisma e dallo tsunami
dell’11 marzo 2011. Il 21 agosto
l’Agenzia nucleare giapponese
ha classificato come «grave» la
perdita di acqua radioattiva dai
contenitori di stoccaggio. Per
proseguire nella lotta alla deflazio­
ne, il male che affligge il Giappone
da oltre 20 anni, e rilanciare la
crescita il premier deve raggiungere due obiettivi: aumentare l’Iva
(dal 5 all’8 per cento) e abbassare
il costo dell’importazione di energia. Il Giappone, quasi del tutto
privo di risorse naturali, ne ha un
bisogno disperato. Delle 50 centrali nucleari, fermate dopo il sisma
del 2011 (che producevano un
quarto del fabbisogno energetico),
però, solo due sono oggi attive.
E il movimento antinuclearista in
Giappone è cresciuto: solo il 24
per cento dei giapponesi vorrebbe riavviare tutte le centrali.
Taiwan sta lanciando «un’ offensiva» per trovare posto nelle
organizzazioni internazionali.
L’isola che Pechino considera poco
più di una provincia ribelle (nella
foto manifestazioni anticinesi a
Taipei) divenne nel 1949 l’ultimo
rifugio dei nazionalisti di Chiang
Kai-shek, che avevano perso la
guerra civile contro i comunisti di
Mao Tse-tung. Oggi è riconosciuta
da 23 paesi, compreso il Vaticano,
e gode della protezione militare
Usa. Il governo della Repubblica di
Cina vuole presentare la sua candidatura come membro osservatore
dell’Organizzazione internazionale
dell’aviazione civile nell’assemblea
triennale che si terrà in settembre a
Montreal. Forte della legge firmata
in luglio dal presidente americano
Barack Obama, che sostiene la
proposta di Taiwan. Pechino darà
battaglia, ma il governo di Taipei
spera nell’appoggio dell’Italia e prepara altre mosse per trovare spazio
in altri organismi come la Fao.
Panorama | 4 settembre 2013
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Che cosa succederà?
La stampa francese è concorde nel sottolineare
le contraddizioni della capitale della cultura 2013.
Il quotidiano Le Figaro, pur dando conto della esplo­
sione di violenza nelle ultime settimane, evidenzia
come «Marsiglia navighi controcorrente. Mentre il
mese di luglio è stato un mese infelice per il turismo
in Francia, la città ha fatto il pieno di visitatori.
Più di 40 mila turisti sono passati dall’ufficio del
turismo locale, il 26 per cento in più rispetto al luglio
del 2012». Un’affluenza record che però, secondo
Le Monde, cela la realtà profonda della città:
«La seconda città di Francia sperava di sfuggire
una volta per tutte all’immagine famigerata
che le viene associata da anni. Invece Marsiglia è
stata costretta a ritornare sui suoi passi da questa
spirale di omicidi che niente e nessuno sembra
capace di fermare».
il parere di
Jean-François
Cougnet
Per il quotidiano «Mainichi», lo stop al nucleare
continua a spingere verso l’alto la domanda giap­
ponese di combustibili fossili: «In molte parti
del mondo il prezzo del gas naturale è più basso
dei picchi del 2005 e del 2008, mentre quello impor­
tato in Giappone è salito ai massimi storici».
Il quotidiano di Tokyo Yomiuri shimbun ha scritto
che per il governo è «fondamentale» garantire forni­
ture stabili di risorse energetiche. E anche l’Asahi
shimbun (a sinistra), quotidiano di opposizione
all’attuale governo di centrodestra e storicamente
antinuclearista, dice che «l’amministrazione Abe
dovrebbe concentrare i suoi sforzi politici sulle
risposte all’incidente e dovrebbe stendere rapida­
mente un piano chiaro e specifico per ridurre la
dipendenza del Giappone dall’energia atomica».
il parere di
Kosuke
Takahashi
Il premier Shinzo Abe sta gestendo l’incidente di Fukushima con eccessiva lentezza,
come se non fosse una priorità. Il
suo governo sembra molto preso
dai negoziati per un accordo di
libero scambio con gli Stati Uniti e
altri 10 paesi, dalla gara per tenere
a Tokyo le Olimpiadi del 2020 e
dall’aumento dell’Iva. Sta sottova­
lutando il problema: se continua
ad agire così lentamente contro
le perdite di acqua radioattiva a
Fukushima, vedrà il suo governo
crollare, insieme alla sua ricetta
economica per il paese.
La
« Cina comunista è decisa a ostacolare in tutti
i modi l’ingresso di Taiwan negli organismi internazionali. Lo riporta il Global Times, quotidiano di
Pechino in lingua inglese: «La partecipazione di Taiwan
alle organizzazioni internazionali, tra cui l’Icao, fa parte
delle vicende interne e la Cina si oppone all’interferen­
za di qualsiasi governo straniero». I mandarini comuni­
sti si scagliano contro la proposta di legge americana,
che apre la strada a Taipei verso l’Icao, con l’accusa di
«aver gravemente violato la politica di una sola Cina».
In settembre uscirà sulla rivista geopolitica del centro
studi italiano «Il nodo di Gordio», un’analisi dell’ultimo
rapporto strategico del ministero della Difesa di Taipei.
«Taiwan è riuscita ad allentare le tensioni con la Re­
pubblica Popolare Cinese» si legge nell’articolo. «I vari
accordi bilaterali degli ultimi anni fra Taipei e Pechino,
però, non hanno ancora portato alla pace completa».
il parere di
Nunziante
Mastrolia
Pechino teme che il tentativo di
Taipei di ottenere spazio nelle
organizzazioni internazionali
sia un modo per sancire la sua
indipendenza. Eppure, potrebbe
essere un’utile occasione per la
leadership cinese per rasserenare il
clima nella regione e per rafforzare
il nuovo corso con gli Usa. Se Pe­
chino rivedesse la sua posizione, si
attenuerebbe quella «sindrome da
assedio permanente» che ha prodot­
to incomprensioni a livello interna­
zionale. Si rafforzerebbero anche le
relazioni con Taipei, impedendo
che la questione venga utilizzata
dai movimenti nazionalisti.
direttore generale
di Marsiglia capitale
delle cultura
europea 2013.
giornalista di Tokyo,
lavora per «Asia
Times online»
e «Jane’s
defence weekly».
esperto di questioni
cinesi e analista
del Cemiss (Centro
militare di studi
strategici).
I recenti avvenimenti non hanno compromesso l’immagine
di Marsiglia. Anzi, alla fine del
mese di agosto, più di 5 milioni
di persone (di cui 730 mila turisti)
hanno partecipato alle diverse ini­
ziative, che sono state l’occasione
per coinvolgere la cittadinanza.
Nei quartieri più disagiati come in
tutte le altre zone. La partecipazio­
ne è stata massiccia anche se è
presto per dire se le iniziative pre­
viste quest’anno potranno cambiare in modo duraturo Marsiglia. In
una realtà sociale complessa, i 900
eventi previsti quest’anno portano
un vento nuovo.
4 settembre 2013 | Panorama
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