Il coccodrillo ha 75 ann
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Il coccodrillo ha 75 ann
in primo piano Charmant Il coccodrillo mod. la12622 mod. la12431 Charmant Italia ha affidato ad Alessandro Chitotti, un giovane ma esperto manager dell’ottica, la ristrutturazione di un’impresa che ormai conta dieci marchi. Nell’anno in cui l’acquisizione di un brand come Lacoste richiede qualità gestionali adeguate 24 o p t i c a l ha 75 anni di arnaldo benedetti Grandi evoluzioni per Charmant Group nel 2008: accanto ai marchi consolidati nel fashion come Christian Roth o Esprit o Elle e a quelli aziendali, asset di garanzia per il patrimonio societario, il top management internazionale ne ha aggiunto uno di alta notorietà mondiale: parlo di Lacoste, che ha dato lo spunto per un rilancio generale. I brand da gestire sono arrivati a dieci e i rischi di cannibalizzazioni sono sempre più frequenti. Il 2008, infine, è l’anno delle Olimpiadi di Pechino: ghiotta coincidenza per chi detiene marchi sportivi. Lacoste non è un brand qualunque, è una leggenda. Quest’anno ricorre il 75° anniversario da quando, nel 1933, René Lacoste iniziò a produrre per sé e per altri campioni di tennis la famosa polo del coccodrillo come alternativa pratica alle camicie bianche inamidate a maniche lunghe e ai pullover di moda allora. Per celebrare il 75° anniversario, Lacoste ha lanciato una collezione limitata di capi d’abbigliamento, borse, scarpe, orologi e ovviamente occhiali, che si distinguono per “un gusto contemporaneo completato da alcuni elementi vintage”. Ogni occhiale da sole è corredato da un astuccio appositamente creato per la ricorrenza: astuccio e panno riportano il logo dell’anniversario, rappresentato da tre palline in grigio argento con la scritta Lacoste nella pallina centrale; segue il logo del coccodrillo e, infine, l’iscrizione “75 Sport Elegance”, tema dell’evento. Se Lacoste è il brand che segna per Charmant il 2008, Alessandro Chitotti è il manager a cui il gruppo ha affidato la razionalizzazione della gestione, non solo commerciale e di marketing, dei dieci marchi, con le delicatezze di equilibri che un così importante nuovo prodotto potrebbe rompere. Nell’anno delle Olimpiadi è facile pensare a un altro pesante brand già in mod. la12009 o p t i c a l 25 mod. da sole maschile portfolio: Puma. Ed è inevitabile pensare a quanto abbia dovuto riflettere il board nel recruiting per una nuova e così difficile responsabilità per il presidio del mercato italiano. È il giovane Alessandro Chitotti a riassumere nelle sue competenze le potenzialità necessarie: esperienze da ottico optometrista, per sei anni fino al 2002, prima direttore vendite in Hydron, poi fino al 2006 presso la divisione italiana di Hoya, quale Key Account manager. Eccolo ora General Manager in Charmant, dove lo incontro. I suoi obiettivi si trovano nelle sue risposte: l’entusiasmo che rivela è un promettente buon viatico. Il Gruppo Charmant sta manifestando una nuova e, se me lo passa, inattesa vitalità. Ho sempre avuto l’impressione di una focalizzazione soprattutto sui marchi propri, in particolare di Charmant. La notizia dell’anno è l’acquisizione della licenza Lacoste: nuova strategia in arrivo? In un certo senso sì! Abbiamo sempre avuto brand importanti all’interno del nostro parco fashion, ovviamente abbiamo sempre cercato di mantenere il giusto equilibrio fra le varie collezioni e i marchi di proprietà, che hanno sempre svolto un ruolo determinante nello sviluppo aziendale. Ora con l’arrivo di Lacoste il nostro interesse viene catalizzato da questo marchio di sicuro interesse e di elevata notorietà. Mi sembra di capire che l’esperienza distributiva prima negli Usa poi in Asia e Oceania abbia favorito il nuovo deal, che tuttavia ora è globale anche dal punto di vista produttivo. Questa impegnativa novità ha qualcosa a che fare con la sua nuova responsabilità in azienda? In generale la società ha deciso di investire in un nuovo corso, il team è giovane e con esperienza, credo che per i prossimi anni potremo essere protagonisti a livello mondiale. Le caratteristiche le abbiamo, abbiamo la volontà e sono certo che sapremo essere all’altezza. Per quanto mi riguarda ho accettato di partecipare a questo rinnovamento, perché in fondo amo le sfide, e questa è decisamente una grande sfida. Lei è molto giovane, la funzione è gravosa e, con la più semplice delle deduzioni, sembrerebbe che le deleghe che un anno fa il fondatore Kaoru Horikawa ha assegnato al figlio Junji abbiano portato a un ringiovanimento delle strutture. Che viatico le ha dato Junji? Ovviamente la presenza di un presidente giovane ha dato nuovo impulso ed entusiasmo a tutto l’ambiente, questo però non deve trarre in inganno. Da sempre Charmant ha avuto uno spirito innovativo e attento a tutti i segmenti del mercato; quindi questo passaggio di consegne non può che alimentare ulteriormente la nostra voglia di imporci nel mercato come azienda giovane e dinamica con un unico obbiettivo: ritagliarsi un ruolo importante in un mercato complesso e competitivo come quello italiano. Fatte salve le linee guida strategiche globali, lei si trova a operare nella tana del fashion: in presenza di un buon gruppo di house brand e ora anche di impoprtanti licenze, come intende affrontare un mercato affollato e in una contingenza non proprio favorevole? mod. la12218 26 o p t i c a l mod. la12211 La situazione attuale del mercato non è certo delle migliori, ma è proprio in questi momenti che si deve dimostrare quanto si vale. Questo è lo spirito con cui quotidianamente affrontiamo il mercato. La nostra mission è chiara, vogliamo essere alternativi alle grosse major, sia in termini di prodotto che in termini di immagine. I nostri brand si posizionano in una fascia di prezzo interessante, salvaguardando il consumatore finale, offrendo un prodotto sia di alta qualità che di design, senza dimenticarci dell’elemento per noi irrinunciabile: l’ottico con la sua competenza e professionalità. Ho detto irrinunciabile perché credo che l’elemento umano nella proposizione dei prodotti sia imprescindibile. Mi spiego meglio, prodotti tecnici come quelli che offriamo hanno bisogno di essere presentati per quello che sono, ossia montature con caratteristiche tecniche particolari a partire dalla scelta dei materiali - il titanio per esempio, che come lei ben saprà è un vanto produttivo di Charmant . Unendo a questo la competenza dei nostri clienti riusciamo ad offrire sempre un prodotto all’altezza del nostro nome. La stessa cura e attenzione la poniamo anche sui brand in Licenza, potendo così offrire un’ampia gamma di scelte. Infine il servizio post-vendita che deve essere sempre l’eccellenza per un’azienda che vuole imporsi in questo tipo di mercato. Questa crediamo sia la ricetta giusta per affrontare l’attuale situazione che speriamo si risolva presto. Torniamo a Lacoste: la leggendaria polo da tempo non è più sinonimo di solo tennis; è eleganza sportiva tout court e comunicazione di lifestyle. Che tipo di distribuzione privilegiate? Quale il punto vendita di elezione? È vero, il marchio Lacoste non è solo evidenziato nel mondo del tennis, dove per altro siamo nati, ma ormai spazia anche in altri sport, che potremmo definire d’élite, come la nautica e il golf. Anche in questo caso le idee sono chiare, il nostro interlocutore è l’ottico. Questo è il canale con il quale lavoreremo, dovremo fare delle scelte; e le faremo, ma in generale lo sviluppo dovrà passare attraverso una distribuzione attenta. Il marchio lo richiede! Inoltre non dimentichiamoci che per la notorietà e per la conoscenza del brand e per la qualità dei prodotti la selezione avverrà in modo molto naturale, il nostro cliente è una persona molto attenta ed esigente, spesso è un opinion leader legato a gruppi nazionali. Questa è la direzione in cui ci stiamo muovendo. Vedo un piccolo problema conflittuale: Puma è un marchio sportivo robusto e affermato. Come pensa di evitare cortocircuiti tra questo marchio e Lacoste? Abbiamo valutato molto attentamente i vari rischi che potevano sorgere avendo sotto lo stesso tetto due marchi così conosciuti. In realtà i due brand si posizionano su due target completamente differenti. Lacoste è fondamentalmente un Lifestyle, con un target di clientela dai 35 ai 50 anni, con linee sobrie a dal design pulito. Puma è esattamente il contrario, il target age è 25-35 anni, il design è più aggressivo, più orientato verso un urban style più moderno con linee marcate e dimensioni più vicine al gusto dei giovani. mod. la12021 o p t i c a l 27