Relazione ARLEM sulla gestione locale delle risorse

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Relazione ARLEM sulla gestione locale delle risorse
Seconda sessione plenaria
Agadir, 29 gennaio 2011
Relazione dell'Assemblea regionale e locale euromediterranea (ARLEM)
sulla gestione locale delle risorse idriche nel bacino del Mediterraneo
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La presente relazione dell'ARLEM è stata preparata dal relatore Ramón Luis Valcárcel Siso,
presidente della Comunità autonoma di Murcia (Spagna), è stata discussa dalla commissione Sviluppo
sostenibile (SUDEV) dell'ARLEM il 2 luglio e l'8 novembre 2010 ed è stata adottata alla seconda
sessione plenaria dell'ARLEM, ad Agadir (Marocco) il 29 gennaio 2011.
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INTRODUZIONE E CONTESTO
Il vertice di Parigi del 13 luglio 2008, nel quale è stata creata l'Unione per il Mediterraneo (UpM)
alla presenza di 43 capi di Stato o di governo di Stati membri dell'UE e di paesi del bacino del
Mediterraneo, menziona nella dichiarazione finale, tra le proprie priorità fondamentali, la gestione
sostenibile delle risorse idriche.
Alla conferenza ministeriale euromediterranea sull'acqua, tenutasi in Giordania il 22 dicembre
2008, i ministri dell'UpM hanno convenuto di elaborare una strategia per l'acqua nel bacino del
Mediterraneo, hanno approvato gli orientamenti per la sua elaborazione e hanno invitato gli enti
regionali e locali a partecipare alla futura strategia.
Nel quinto Forum mondiale dell'acqua, tenutosi a Istanbul nel marzo 2009, gli enti locali hanno
sottoscritto il Patto per l'acqua, in cui si sono assunti l'impegno di ottimizzare i sistemi di gestione
idrica e di adattarli alle sfide globali attraverso l'individuazione delle questioni da affrontare, lo
sviluppo di piani di adattamento e la fissazione di obiettivi specifici.
Alla conferenza organizzata il 24 novembre 2009 a Lione dalla commissione Mediterraneo
dell'associazione Città e governi locali uniti (Med-CGLU), è stato adottato un documento sul
contributo degli enti regionali e locali alla strategia per l'acqua dell'Unione per il Mediterraneo.
La quarta conferenza ministeriale euromediterranea sull'acqua, svoltasi a Barcellona il
13 aprile 2010, non si è conclusa con l'adozione della strategia per l'acqua nel bacino del
Mediterraneo, ma il progetto di strategia elaborato rappresenta una base fondamentale per ulteriori
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progressi in questa materia .
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Il 21 gennaio 2010 si è tenuta la prima riunione dell'Assemblea regionale e locale
euromediterranea (ARLEM). Questa Assemblea è stata creata dal Comitato delle regioni, dagli enti
territoriali dei paesi delle tre sponde del Mediteranno e dalle associazioni internazionali ed europee
che rappresentano gli enti regionali e locali nel quadro del partenariato euromediterraneo, allo scopo
di assicurare all'UpM l'appoggio degli enti regionali e locali, che è necessario per realizzare i vari
progetti dell'UpM e dare all'Unione una dimensione territoriale.
Con la presente relazione sulla gestione locale delle risorse idriche l'ARLEM intende dare il proprio
sostegno, da un punto di vista regionale e locale, alla strategia per l'acqua nel bacino del
Mediterraneo, alle relative priorità e finalità e ai suoi strumenti, perseguendo così due obiettivi
generali: da un lato, promuovere il rilancio del processo volto all'adozione della strategia per l'acqua,
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Questo e altri punti riguardanti la stessa situazione saranno probabilmente modificati in linea con i risultati del prossimo vertice
dei capi di Stato o di governo.
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-3dall'altro, proporre azioni concrete in questo settore, sulla base delle proposte caldeggiate alla
conferenza ministeriale di Barcellona tenutasi nell'aprile 2010.
PROPOSTE DEI RAPPRESENTANTI REGIONALI E LOCALI IN MERITO ALLA
STRATEGIA PER L'ACQUA NEL BACINO DEL MEDITERRANEO E ALLA GESTIONE
LOCALE E INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE
La preservazione delle risorse idriche da un punto di vista qualitativo e quantitativo rappresenta una
delle sfide principali a livello mondiale. Le sfide globali richiedono risposte congiunte, e una gestione
efficace dell'acqua impone un'azione comune e il coinvolgimento di tutti gli enti territoriali ed utenti
interessati, perché soltanto attraverso punti di vista condivisi e un impegno congiunto si potranno
raggiungere gli obiettivi indicati.
La regione circostante il Mediteranno soffre di una marcata penuria d'acqua che incide sull'ambiente e
sullo sviluppo di attività socioeconomiche che interessano milioni di persone. C'è il rischio che questa
carenza idrica si aggravi nei prossimi anni per cause climatiche, economiche, demografiche e sociali.
I responsabili regionali e locali sono coscienti di questa sfida e fanno propri gli obiettivi e le misure
indicati nel progetto di strategia per l'acqua nel bacino del Mediterraneo, in quanto sono convinti della
necessità di una risposta congiunta di tutti i livelli di governo dell'area interessata.
La strategia dovrà essere sviluppata attraverso un processo strutturato in modo adeguato e aperto, che
includa sia i governi nazionali che i responsabili regionali e locali. L'attuazione e il monitoraggio delle
politiche e delle iniziative previste dipenderà in gran parte da un'adeguata definizione delle
responsabilità e da un opportuno coordinamento tra tutti i livelli di governo. Al tempo stesso, il settore
privato e la società civile dovranno contribuire attivamente allo sviluppo della strategia attraverso
pratiche di partecipazione pubblica e una buona gestione dell'acqua.
I responsabili regionali e locali sono infatti sempre più coinvolti nel settore della gestione dell'acqua,
sebbene il loro ruolo vada rafforzato e sostenuto in misura maggiore, conformemente al principio di
sussidiarietà e secondo una ripartizione delle responsabilità che le attribuisca al livello più
appropriato. È inoltre necessario assicurare a tutti i livelli una gestione integrata, decentrata e
partecipativa dell'acqua, degli ecosistemi e delle relative risorse naturali. D'altro canto,
conformemente alle raccomandazioni delle Nazioni Unite del luglio 2010 sull'accesso alle risorse
idriche, non va dimenticata la necessità di assicurare l'accesso all'acqua nelle aree rurali, allo scopo di
combatterne lo spopolamento.
Gestione locale e integrata dell'acqua
Gli enti territoriali svolgono un ruolo sempre più attivo nei servizi idrici e nella gestione delle acque
di scarico. Inoltre molti enti regionali e locali hanno tra le loro competenze l'attuazione di politiche,
piani e azioni in questo settore, nonché la lotta alle cattive pratiche e a un utilizzo inefficiente.
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-4Accanto agli interventi infrastrutturali e normativi di maggior rilievo - che sono in generale di
competenza dei governi nazionali -, meccanismi quali gli incentivi economici, l'analisi costi/benefici o
l'analisi costo-efficacia sono di grande importanza per la scelta razionale di strategie di gestione della
domanda e dell'offerta d'acqua, le quali devono essere concepite in collaborazione con gli enti
territoriali. Questi ultimi dovrebbero anche potenziare i propri strumenti di gestione della domanda,
come sistemi di misura, incentivi per sistemi di "acque grigie", miglioramenti delle reti, tariffe a
scaglioni, tasse locali, oppure strumenti impositivi che colpiscano la produzione di acque reflue e ne
consentano il trattamento e il riciclo. In questo modo verrebbe rafforzata la capacità di
autofinanziamento del settore, allo scopo di evitare un consumo eccessivo, di tendere verso un utilizzo
sempre più efficiente e di garantire il rispetto del principio secondo cui "chi inquina paga". Nella
progettazione di queste strategie occorre considerare l'importanza che per diversi territori riveste
l'utilizzo di sistemi tradizionali di gestione dell'acqua, i quali spesso rappresentano un patrimonio
culturale e tecnologico prezioso che deve essere preservato. Inoltre, per guidare la scelta di
alternative, è di grande importanza prendere in considerazione il miglioramento dell'efficienza
energetica, in modo che vengano ottimizzati congiuntamente le forniture idriche e i consumi di
energia.
La gestione locale comprende anche la promozione di misure a livello subnazionale per migliorare la
resilienza dei sistemi di risorse idriche di fronte alla siccità e ai cambiamenti climatici - che acuiranno
i problemi già esistenti -, per ridurre i rischi di inondazioni attraverso infrastrutture, la pianificazione
del territorio e la protezione delle acque di superficie e di quelle sotterranee, nonché per favorire a
tutti i livelli una gestione integrata, decentrata e partecipativa dell'acqua, degli ecosistemi e delle
risorse naturali.
Un approccio integrato in materia di risorse idriche deve guidare lo sviluppo della strategia per
l'acqua, le cui misure dovranno abbracciare tutte le politiche settoriali (l'ambiente, i trasporti,
l'energia, l'agricoltura, ecc.) e coinvolgere tutti gli attori interessati e i diversi livelli decisionali.
Questo approccio deve includere la gestione sia dell'offerta che della domanda, sviluppare, ove
necessario, le misure opportune - siano esse strutturali (introduzione di miglioramenti tecnologici,
costruzione di nuove infrastrutture e modernizzazione di quelle esistenti, ecc.) o non strutturali
(regolazioni normative, sistemi di incentivi economici, meccanismi istituzionali, ecc.) - e tenere conto
degli aspetti sia quantitativi che qualitativi delle risorse idriche (qualità ambientale, carenza idrica,
efficienza, inondazioni, siccità o cambiamenti climatici).
La ponderazione razionale delle diverse misure dipenderà dalle circostanze di ogni caso concreto e
dovrà tradursi in piani e strategie che assicurino la partecipazione degli enti territoriali e garantiscano,
attraverso il loro diretto coinvolgimento, la sostenibilità e la redditività di questi piani, nonché
benefici sociali e ambientali.
Governance
Un'applicazione adeguata dell'approccio integrato richiede che i differenti progetti vengano formulati
al livello dei distretti idrografici e non a quello delle suddivisioni politico-amministrative. Gli enti
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-5locali devono entrare a far parte in modo attivo di tutti gli organi di pianificazione e gestione dei
distretti idrografici, secondo un modello di governance multilivello e di gestione comune, con
responsabilità differenziate e ben definite.
Per garantire il successo della strategia, i principi di sussidiarietà, coordinamento e governance
multilivello assumono una particolare importanza perché - nel quadro di una visione comune delineata
dall'UpM - spetta agli Stati, assieme ai loro enti territoriali, realizzare le azioni necessarie che
forniscano una risposta ai problemi legati alla gestione delle risorse idriche. La partecipazione civica e
la trasparenza nel processo decisionale devono rappresentare un elemento indispensabile per una
governance efficace, coinvolgendo non solo chi gestisce le risorse idriche, ma anche tutte le
organizzazioni e persone interessate, dai più alti organi decisionali sino agli utenti finali.
L'azione deve pertanto inscriversi in un contesto globale euromediterraneo, ma deve essere realizzata
a livello locale con la necessaria flessibilità nella governance a diversi livelli di responsabilità.
A questo proposito e con lo scopo di facilitare la creazione di un quadro di governance efficace,
potranno essere istituiti dei meccanismi di consultazione a differenti livelli - i comitati consultivi che aiutino a incanalare e formalizzare la partecipazione del pubblico associando gli enti regionali e
locali, i differenti gruppi di utenti e le amministrazioni centrali sotto l'egida di organizzazioni
regionali - come l'UpM o l'UE - e in stretto coordinamento con esse.
Questi comitati consultivi, in un primo tempo a livello dei distretti idrografici e poi raggruppati su
scala più vasta, si prefiggerebbero - come obiettivo principale - di sviluppare un lavoro in comune che
dia vita a strategie di gestione integrata dell'acqua e - in ultima analisi - di contribuire all'attuazione
delle disposizioni della strategia per l'acqua, all'effettiva realizzazione della strategia nel livello
territoriale considerato, nonché a un monitoraggio e a una valutazione dei suoi obiettivi.
I comitati consultivi consentirebbero di identificare le necessità specifiche dei diversi territori in un
quadro d'intervento comune per la gestione dell'acqua, in grado di abbracciare le diverse politiche
regionali e locali. Si tratterebbe di garantire il coordinamento e l'efficacia degli obiettivi perseguiti,
badando in ogni momento agli interessi regionali e locali sulla base dell'interesse generale e di quello
delle generazioni future.
Per sviluppare questo processo, sarebbe opportuno disporre di un quadro di sostegno che, da un lato,
legittimi il ruolo degli enti regionali e locali coinvolti nella gestione dell'acqua e, dall'altro, fornisca le
risorse umane e finanziarie necessarie, conformemente al principio di sussidiarietà e all'ordinamento
interno di ogni Stato.
Proposta di progetto pilota
Convinti del valore aggiunto rappresentato dall'esperienza del livello di governo più vicino al
cittadino, gli enti regionali e locali dell'area euromediterranea mirano a promuovere lo sviluppo in
partenariato degli obiettivi definiti dalla strategia per l'acqua nel bacino del Mediterraneo.
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-6A tal fine si propone che l'UpM, in coordinamento con l'ARLEM, dia avvio a un progetto pilota
euromediterraneo che permetta - in una prima fase - l'identificazione su base consensuale di obiettivi
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concreti , ispirati a quelli già definiti dalla strategia per l'acqua, sulla falsariga del modello
rappresentato dal Patto dei sindaci dell'UE per la lotta ai cambiamenti climatici e del Patto di Istanbul
per l'acqua. Questi obiettivi dovrebbero essere realizzati dagli enti regionali e locali partecipanti al
progetto, con il coordinamento del segretariato generale dell'UpM. Gli enti regionali e locali
dovrebbero essere gli attori principali del progetto pilota, allo scopo di contribuire al raggiungimento
degli obiettivi a breve e a medio termine della strategia, e potranno ottenere aiuti finanziari attraverso
l'UpM, l'UE e altri finanziatori internazionali o privati.
A questo proposito, sulla base dei principi della strategia per l'acqua e dei contributi che vari enti
regionali e locali del bacino del Mediterraneo hanno inviato per l'elaborazione della presente
relazione, si propone che nella fase pilota i progetti perseguano gli obiettivi prestabiliti, nel quadro
delle seguenti aree di azione: 1) istruzione/sensibilizzazione, 2) formazione, 3) ricerca e trasferimento
di tecnologie.
Nel quadro di queste aree di azione, i destinatari fondamentali sarebbero gli operatori direttamente
coinvolti nella gestione dell'acqua, dalle amministrazioni sino agli utenti finali. Il progetto pilota
dovrà pertanto prevedere espressamente delle azioni sia di formazione che di scambio di conoscenze e
buone pratiche tra tutti gli operatori interessati, realizzate in modo da assicurarne la continuità e
l'evoluzione.
Questo progetto pilota dovrebbe essere sviluppato nel quadro dell'Unione per il Mediterraneo, in
stretta collaborazione con l'ARLEM, sulla base di una decisione congiunta sulla procedura necessaria
per l'attuazione del progetto. Tale procedura deve comprendere un invito dell'UpM a presentare
proposte, il processo di valutazione, la fissazione di criteri di selezione (in linea con i quattordici
criteri già indicati nella strategia) e la creazione - all'interno del segretariato generale dell'UpM - di un
comitato per il monitoraggio dei progetti.
Per lo sviluppo di questa iniziativa e dei progetti che verranno selezionati in futuro, sarà necessario
identificare le fonti di finanziamento disponibili.
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RACCOMANDAZIONI
Lo sviluppo adeguato delle quattro priorità stabilite dalla strategia per l'acqua (gestione dell'acqua,
adattamento ai cambiamenti climatici, gestione della domanda, finanziamento del settore idrico)
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Ad esempio, obiettivi riguardanti i seguenti settori: trattamento dell'acqua piovana; disinquinamento, rigenerazione e riutilizzo
delle acque; analisi economiche e applicazione del principio "chi inquina paga"; impatto del rischio di inondazioni e di
innalzamento del livello dei mari; valutazione globale del binomio "acqua-energia" nei servizi idrici; sviluppo di reti specifiche
di monitoraggio delle risorse idriche in aree soggette a stress idrico; vulnerabilità dei sistemi di distribuzione di fronte ai
cambiamenti climatici; diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
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-7implica il coinvolgimento degli enti territoriali. Tale coinvolgimento richiede un'adeguata definizione
delle responsabilità e un opportuno coordinamento tra tutti i livelli di governo.
La definizione delle responsabilità deve garantire sia un certo grado di decentramento che un
opportuno livello di risorse umane e finanziarie proprie, in modo da permettere agli enti territoriali di
svolgere il proprio ruolo complementare a quello degli attori nazionali e internazionali coinvolti.
Convinta del valore aggiunto rappresentato dall'esperienza degli enti regionali e locali del bacino del
Mediterraneo per quel che concerne la gestione delle risorse idriche, e cosciente che soltanto con un
approccio di governance multilivello si potranno raggiungere gli obiettivi indicati, l'ARLEM:
1.
esorta l'UpM, i suoi Stati aderenti e le organizzazioni internazionali a compiere gli sforzi
politici necessari per ottenere che venga adottata la strategia per l'acqua nel bacino del
Mediterraneo nel più breve tempo possibile, e sostiene gli sforzi dei livelli regionali e locali
rivolti a stabilire come si possano realizzare gli obiettivi della strategia. Sostiene, ad ogni
modo, che una mancata adozione ufficiale della strategia non deve impedire l'avvio
immediato delle azioni necessarie per il raggiungimento dei suoi obiettivi. Inoltre, auspica che
gli obiettivi operativi della strategia forniscano una risposta coerente alle sfide che si
profilano nel breve, medio e lungo termine, e tengano conto delle necessità in termini di
rafforzamento e finanziamento delle nuove capacità congiuntamente agli sforzi per la gestione
della domanda;
2.
ricorda all'UpM e ai suoi Stati aderenti che è necessario coinvolgere gli enti regionali e
locali nella definizione, nell'avvio, nell'attuazione e nel monitoraggio delle iniziative
previste nella strategia per l'acqua. Ciò permetterà anche di contribuire al raggiungimento
degli obiettivi di sviluppo del Millennio per quel che riguarda l'accesso all'acqua e ai servizi
fognari;
3.
invita l'UpM a coinvolgere direttamente l'ARLEM in tutte le iniziative connesse alla
definizione e all'attuazione della strategia per l'acqua, coerentemente con lo scopo che ha
portato alla creazione dell'Assemblea regionale e locale euro mediterranea;
4.
esprime la convinzione che il principio della governance multilivello sia compreso negli
interventi connessi alla gestione delle risorse idriche, garantendo la partecipazione di tutti gli
operatori interessati e dei diversi livelli decisionali, e chiede agli Stati aderenti all'UpM di
vigilare al rispetto di questo principio nei loro territori e nell'attuazione della strategia per
l'acqua nel bacino del Mediterraneo. In particolare, li invita ad associare gli enti regionali e
locali nello sviluppo dei piani nazionali per l'attenuazione dei cambiamenti climatici e
l'adattamento ad essi, promuovendo in questo modo la cooperazione decentrata tra i governi
locali;
5.
raccomanda all'UpM e ai suoi Stati aderenti di istituire dei comitati consultivi quale
mezzo per migliorare l'effettiva governance tesa alla gestione integrata delle risorse idriche.
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-8Questi comitati, organizzati per distretti idrografici, contribuirebbero a definire e i problemi e
le necessità peculiari di ogni territorio e del bacino del Mediterraneo nel suo insieme, in un
quadro globale e coerente, secondo un approccio partecipativo e trasparente. Inoltre,
sosterrebbero la definizione di strategie di gestione integrata delle risorse idriche e la loro
effettiva attuazione secondo le disposizioni della strategia per l'acqua, contribuendo altresì al
seguito di queste strategie e alla valutazione dei loro obiettivi;
6.
propone che l'UpM lanci un progetto pilota sulla gestione locale delle risorse idriche nel
quadro dello sviluppo della strategia per l'acqua nel bacino del Mediterraneo, nei termini
sopradescritti, al Forum mondiale dell'acqua che si terrà a Marsiglia nel marzo 2012. Questa
iniziativa dovrebbe essere coordinata nel quadro dell'UpM e sviluppata in collaborazione con
l'ARLEM;
7.
allo scopo di seguire in modo adeguato tutte le iniziative necessarie in rapporto alla gestione
dell'acqua nel bacino del Mediterraneo, invita l'UpM a creare all'interno del suo segretariato
generale un servizio specifico che assicuri il monitoraggio e la continuità delle attività legate
alla gestione locale delle risorse idriche, fornisca una consulenza tecnica permanente e
stabilisca un controllo continuo per tutta la durata dei progetti proposti;
8.
a questo scopo chiede all'UpM che, nel quadro di questo nuovo servizio, venga sviluppata, in
collaborazione con la Commissione europea ed altre istituzioni e organizzazioni europee e
internazionali, un atlante o una mappa dei finanziamenti che presenti una ripartizione delle
possibilità di finanziamento e le sinergie tra le differenti modalità e istituzioni. Questa
iniziativa dovrebbe incentivare la presentazione di progetti, facilitando una maggiore
comprensione e trasparenza delle procedure e risorse esistenti, e al tempo stesso
promuoverebbe un'effettiva maggiore cooperazione tra le diverse istituzioni;
9.
per facilitare lo scambio delle pratiche migliori e fornire un punto di vista condiviso dei
problemi e delle opportunità, invita l'UpM ad elaborare un repertorio esplicativo aggiornato
delle varie legislazioni nazionali e subnazionali vigenti in materia di risorse idriche,
sottolineandone le caratteristiche principali, le esperienze maturate in fase di applicazione e le
tendenze future;
10.
invita la Commissione europea a realizzare un compendio e un'analisi di tutti i progetti
connessi alla gestione delle risorse idriche sviluppati nel quadro di ciascuno dei programmi
europei e mediterranei esistenti, nonché a sviluppare un'analisi d'insieme che permetta di
elaborare - sulla base dei risultati ottenuti - una guida unica di buone prassi incentrata su
ciascuno degli obiettivi identificati dalla strategia per l'acqua nel bacino del Mediterraneo;
11.
ricorda l'importanza sia di poter contare sul coordinamento, la partecipazione e la consulenza
di centri scientifici e tecnologici - euromediterranei e internazionali - di eccellenza che
sviluppino progetti di ricerca connessi alla gestione delle risorse idriche, sia di diffondere
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-9questi contributi attraverso le iniziative dell'UpM come, ad esempio, l'Università euro
mediterranea;
12.
invita i copresidenti dell'ARLEM a trasmettere la presente relazione ai capi di Stato o di
governo dei paesi aderenti all'Unione per il Mediterraneo, al Segretario generale
dell'UpM e al Presidente del Consiglio europeo, oltre che ai presidenti delle istituzioni e
degli organi dell'UE.
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NB:
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Segue allegato.
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ALLEGATO - Elenco dei contributi ricevuti
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Governatorato di Qaliubia (Egitto)
Provincia (Wilaya) di Algeri (Algeria)
Regione di Zara (Croazia)
Città di Ma'alot-Tarshiha (Israele)
Catalogna (Spagna)
Dipartimento dell'Hérault (Francia) / Arco Latino
Regione Puglia (Italia)
Regione Sicilia (Italia)
Città di Nouakchott (Mauritania)
Susa (Tunisia)
Città metropolitana di Gaziantep (Turchia)
CGLU (Città e governi locali uniti)
Jacques Blanc, relatore sul tema della gestione integrata delle risorse idriche in seno
all'Assemblea parlamentare del Mediterraneo.
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I contributi sono consultabili al seguente indirizzo web: www.cor.europa.eu/arlem.
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