notizie di varia “vaticanità”

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notizie di varia “vaticanità”
notizie di varia “vaticanità”
ANNO 3 | N. 3
foglio informale per i dipendenti del Governatorato
11 Giugno 2009
EDITORIALE
Nell’Eucarestia noi impariamo
l’amore di Cristo.
La Lettera del Presidente
Benedetto XVI
Q
ualche giorno fa un signore mi ha rivolto, quasi a bruciapelo, questa domanda: “Ma voi non
avete la Cassa Integrazione?”. Ho risposto con apparente noncuranza: “Oh, no! Da noi non ce n’è bisogno!”.
Ma in realtà mi sono sentito balzare il cuore in petto.
È ben vero che – grazie a Dio – a livello di occupazione e di salari il Vaticano può sembrare un’isola
felice. Tutto procede, da quanto si può vedere, come
se nulla fosse. La realtà è, però, che la situazione economica e finanziaria internazionale si fa sentire, e fortemente, anche sul nostro bilancio. Nel 2008 è andato
assai malamente in rosso, e così sarà anche, da quanto
è dato prevedere, per l’esercizio in corso. Con ciò non
è ancora necessario ricorrere a licenziamenti. Ma si
richiede di prendere energiche misure. Esse possono
essere di due tipi.
Miniatura con la Processione del Corpus Domini, attribuita al maestro Gérard d’Horenbout (1460/65-1541);
Vat. lat. 3769 (Libro d’Ore, sec. XVI in.), f. 68v.
Biblioteca Apostolica Vaticana.
2-5 Notizie dalle Direzioni e Uffici
6 È poesia!
Il cuore che pensa
7 La Parola del Papa
L’angolo di cultura
8 Per fare buon sangue
Notizie liete e... tristi
Primo: abbattere le spese. Questo significa anzitutto
che si deve rinunciare a diverse opere non indispensabili
ed urgenti, rinviandole ad altro tempo. Ma anche nella
gestione ordinaria è necessario che ogni Ufficio, ogni
persona esamini attentamente come può ridurre i costi
ed agire di conseguenza, cioè: ridurli.
Secondo: cercare di aumentare le entrate. Questo
in diverse Direzioni ed Uffici non è possibile, perché
essi non ne hanno affatto. È invece certamente possibile
in altre Direzioni ed Uffici. So che i loro responsabili
sono impegnati nel predisporre accorgimenti e sviluppare nuove iniziative rivolte a questo fine: non certo
ricercando solo il maggior profitto, ma offrendo nuovi
servizi, o servizi di più alta qualità, rivolti anzi tutto a
rispondere meglio alle loro finalità istituzionali.
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Per questo è mio dovere – e lo sento molto vivo – di
incoraggiare tutti a fare quanto è in loro potere per contribuire a superare nella maniera migliore questo difficile momento. Le difficoltà presenti sono anche – non
dimentichiamolo – un’occasione per portare la nostra
attività ad un più alto livello di perfezione; sono una
sfida alla quale possiamo certo rispondere secondo modalità all’altezza della tradizione dello Stato della Città
del Vaticano.
*****
Questo numero del nostro Foglio esce con la data
dell’ 11 giugno, quest’anno Solennità del Corpo e del
Sangue di Cristo. La comunità del Governatorato – nessuno escluso! – non può non stringersi attorno al Signore Gesù, sacramentalmente presente in mezzo a noi nell’Eucaristia. Lui, lui solo è la nostra vera forza in ogni
difficoltà. Lui, lui solo è la nostra vera ricchezza, dalla
quale ogni altro bene deriva.
Tutto ciò può avvenire più facilmente se ciascuno di
noi vorrà contribuire a creare nel suo ambito di lavoro
un clima sereno, di cordiale cooperazione, di solidarietà
fraterna, e di slancio operoso. A questo incoraggiamento
non posso, però, non aggiungere anche vivo apprezzamento e gratitudine a tutti i componenti di quelle Direzioni e di quegli Uffici che sono già fortemente impegnati in tal senso.
Noi siamo davvero un “piccolo gregge”, ma con lui
noi siamo sicuri e fiduciosi. Abbiamo anche il conforto di saperci al servizio del Vicario di Cristo in terra, il
Papa, e di avere il continuo sostegno del Santo Padre
Benedetto XVI.
Avremo tempi economicamente più prosperi? Certamente! Ma non sappiamo quando. Intanto già ora è un
tempo buono, anzi, ottimo: se noi lo viviamo come tale.
La “virtù”, la saggezza, la forza vengon fuori di fronte
alle sfide difficili.
Noi abbiamo comunque di che essere sempre fiduciosi. Il Signore è con noi e non ci lascierà mai soli.
Tutti vi saluto con sempre vivo affetto.
G. Card. Lajolo
“Dio ti vuole riempire di miele,
ma se tu sei pieno di aceto,
il miele dove lo metti?”
S. Agostino
NOTIZIE DALLE DIREZIONI E UFFICI
Servizi Economici
...chilometri di arte...
di Maria Adalgisa Ottaviani
Cosimo Rosselli (1439-1507), L’Ultima Cena (c. 1481).
Cappella Sistina, Musei Vaticani.
I
l 18, 22 e 23 aprile per noi dei Servizi Economici, colleghi e familiari, c’è stata in programma una visita alla Cappella Sistina!
Dopo il “grottone” siamo arrivati alla piazza del Forno e poco
più su alla Zecca. Fa effetto pensare che questa era l’area dei Servizi Economici di un tempo con la panetteria, le stalle e le sellerie
del palazzo pontificio. Fu zona rovente perché all’indomani della
breccia di Porta Pia e fino al 1929 era luogo di confine tra Regno
d’Italia ed uno Stato che non esisteva più. Ecco l’Atrio dei Quattro
Cancelli, la monumentale entrata del Museo voluta da Pio VI: è
da qui che inizierà il nostro percorso. Il Dott. Napolitano ci accoglie e ci affida a Padre Gioele, il nostro assistente spirituale, che ci
dice poche parole, incisive e profonde: non guardiamo l’arte unicamente come pura manifestazione di bellezza esteriore; ogni opera
d’arte può dare un messaggio all’anima, basta saperla guardare con
occhi preparati.
È con questo spirito che abbiamo iniziato la nostra visita, emozionati nell’ammirare affreschi ed arazzi, timorosi nel calpestare stemmi
e mosaici. Abbagliati dai colori brillanti, risultato dei recenti restauri,
attraversiamo le stanze private di Giulio II Della Rovere ed Alessandro VI Borgia, affidate alla maestria di Raffaello e Pinturicchio, trovandoci poi ammutoliti di fronte al Giudizio michelangiolesco.
Nei tre giorni programmati per le visite, hanno aderito circa ottanta persone: iniziative come queste sono stimolanti e accrescono
la curiosità di conoscere i luoghi dei Papi . Ringraziamo chi ha promosso e chi ha autorizzato gli incontri e ci troveremo sempre pronti
a “stancarci” di nuovo, proprio come in quest’occasione, dopo aver
camminato col naso all’insù per chilometri di Arte.
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Musei Vaticani
Prestigioso volume sulle Logge di Raffaello
di Antonio Paolucci
I
l 19 Maggio scorso, nella Sala di Costantino dei
Musei Vaticani, è stato presentato uno dei libri d’arte più importanti usciti negli ultimi anni. Si tratta delle
“Logge di Raffaello” di Nicole Dacos, edito da Jaca Book
in collaborazione con la Editrice Vaticana e con lo staff
tecnico dei Musei, che hanno fornito, grazie ai fotografi
Alessandro Brachetti e Luigi Giordano, un corredo iconografico di assoluta eccezione. Presentavano il libro il Cardinale Presidente S.E. Giovanni Lajolo, chi scrive, Francesco Buranelli e Christoph Luitpold Frommel.
Se dico che il volume di Jaca Book sulle Logge di Raffaello è uno dei più importanti usciti negli ultimi anni, la
mia non è una generica iperbole laudativa. Il libro è l’opera più completa e più in certo senso “definitiva” che sia
stata fino ad oggi prodotta sul capolavoro che Raffaello,
coadiuvato dalla folta schiera dei suoi numerosi collaboratori, consegnò a Papa Leone X Medici nel Giugno del
1519, pochi mesi prima della morte.
Del resto l’autrice si occupa di questo argomento da
almeno quarant’anni, da quando era giovanissima ricercatrice al Warburg di Londra.
Ma cosa sono le Logge di Raffaello? Sono una galleria
coperta, scandita in tredici campate, al centro del triplice
porticato ideato dal Bramante per mascherare il
vecchio Palazzo Apostolico e raccordarlo al
Belvedere. Nella volta
scorrono in successione
cinquantadue scene religiose. È la cosiddetta
“Bibbia di Raffaello”, la
restituzione per immagini più conosciute e popolari del mondo, riprodotta
innumerevoli volte, dalle
incisioni
cinquecentesche ai moderni santini
della prima comunione.
Tutto intorno, negli
affreschi e negli stucchi, la gloria dell’Antico – un repertorio sterminato di grottesche e di immagini in rilievo
– si mescola alla gloria della Natura, significato da un
tripudio di fiori, di frutta, di uccelli. È la Domus Aurea
di Nerone, è lo splendore della bellezza visibile, il tutto
giustificato e santificato dalla Rivelazione.
Custodi dei Musei: ma... non solo di opere d’arte!
di Fabio Testa e Alessandro Pernini
D
a diversi anni formiamo un gruppo di amici della
Comunità Cattolica Shalom, nata in Brasile 27 anni
fa, che lì gestisce molte missioni e diversi progetti di promo-
zione umana. Tra questi, abbiamo avuto l’onore di conoscere,
sul posto, un progetto tanto utile quanto delicato. È la Casa
Santa Gianna Beretta Molla, che la comunità gestisce insieme alla Segreteria del Lavoro e dello Sviluppo Sociale del
Brasile; una residenza provvisoria in cui abitano 25 bambini
vittime di violenza. Volontari, psicologi, medici, dentisti e
consacrati aiutano questi bambini a riconciliarsi con la loro
storia e la loro famiglia, fornendo loro formazione, un’esperienza spirituale e la possibilità di un progetto di vita.
Conoscere direttamente questa realtà ci ha dato la grazia
di vedere con occhi nuovi i doni e le grazie che noi abbiamo,
vivendo in questa parte del mondo che, nonostante la crisi,
assicura il soddisfacimento di bisogni vitali. Ciò, in quel paese, non è scontato. Possiamo testimoniare che i volti sorridenti di quei bambini feriti dalla vita e dati per persi, che
lentamente vengono recuperati, dà una gioia talmente grande
che non si può paragonare ai piccoli sforzi che possiamo fare
per contribuire al loro cammino di recupero verso la serenità
e la felicità.
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Gendarmeria e Vigili del Fuoco
di Antonio Perfetti
Una giornata di vita francescana
P
articolarmente sentito e intensamente vissuto è stato
il ritiro spirituale
quaresimale, che
i dipendenti della
Gendarmeria e dei
Vigili del Fuoco
hanno
trascorso
Santuario della Verna:
nella quiete del SanCappella delle Stigmate
tuario della Verna, in
provincia di Arezzo, luogo dove San Francesco ha ricevuto la
manifestazione del crocifisso con l’impressione delle piaghe
del Signore.
Il ritiro spirituale, per motivi di servizio, si è svolto in tre
turni e precisamente nei giorni 1-2, 3-4, e 5-6 marzo 2009.
Un giorno trascorso in sintonia con la vita quotidiana dei
frati dell’eremo, iniziato nel pomeriggio con la preghiera dei
Vespri e, dopo la cena, proseguito con un video sul movimento francescano e la recita della compieta.
Il giorno successivo il ritiro è continuato al mattino con
la celebrazione delle Lodi, la meditazione itinerante sui luoghi di San Francesco e la riflessione sul tema “Le Beatitudini
nella nostra vita”, tenute da Padre Sandro Guarguaglini, e la
Santa Messa. Dopo il pranzo, la preghiera dell’Ora media e
la processione alla Cappella delle Stimmate hanno concluso
la giornata di ritiro.
Le giornate di ritiro sono state guidate dal Cappellano,
Mons. Giulio Viviani.
Via Crucis
N
ella serata del 3 aprile u.s., in preparazione alla Santa Pasqua, un gruppo di Gendarmi e di Vigili del
Fuoco, con i propri familiari, si è riunito presso il Bivio Ferrovia e processionalmente ha raggiunto la Grotta di Lourdes
nei giardini vaticani, ripercorrendo la via dolorosa di Gesù
Cristo, pregando e meditando sui testi della Via Crucis, scritta
e guidata dal Cappellano, Mons. Viviani.
Terremoto in Abruzzo
N
el primo pomeriggio di lunedì 6 aprile u.s., una squadra di Vigili del Fuoco dello SCV, guidata dall’Ing.
Paolo De Angelis, con Superiore autorizzazione, ha raggiunto
i luoghi devastati dal terremoto che ha colpito la provincia de
L’Aquila, per portare un piccolo contributo nel difficile lavoro di estrarre dalle macerie eventuali superstiti.
I Vigili, muniti di un veicolo attrezzatissimo, sono stati assegnati al paese di Onna, completamente distrutto, ed,
alternandosi con altri colleghi provenienti dalla Città del Vaticano, hanno continuato ad operare fino al momento in cui
sono cessate le ricerche.
La presenza dei Vigili vaticani è stata particolarmente
gradita e apprezzata dalla popolazione, che ha visto in questa
presenza un ulteriore gesto di solidarietà del Santo Padre.
I 100 anni del Gendarme G. B. Polga
N
el pom e riggio dell’11
giugno, una
delegazione
del Corpo della Gendarmeria composta
dal Direttore
Dr. Domenico
Giani, dal Cappellano Mons. Giulio Viviani e dal Dirigente Antonio Perfetti, ha fatto visita al Gendarme Giovanni
Battista Polga per festeggiare il suo centesimo genetliaco.
Il Dr. Giani, dopo avergli indirizzato alcune parole di
compiacimento per l’età raggiunta, ha letto e consegnato al Polga il telegramma inviato, per la circostanza, dal
Santo Padre.
Nato a Giovenale, Frazione di Schio, l’11 giugno
1909, Giovanni Battista Polga entrò nel Corpo della Gendarmeria Pontificia il 16 aprile 1934; successivamente fu
trasferito ai Musei Vaticani, dove rimase fino alla maturazione della pensione.
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Direzione delle Telecomunicazioni
Una indimenticabile visita agli scavi della Basilica di S. Pietro
di Don Antonio Da Silva
U
n gruppo di responsabili della Direzione delle Telecomunicazioni, il 3 aprile scorso, si è sentito davvero privilegiato nel partecipare ad un pellegrinaggio di fede
agli scavi sotto S. Pietro, in preparazione alla Pasqua.
Una esperta guida, con rara competenza e manifesta passione, ha illustrato dapprima la raffigurazione dell’edicola,
conosciuta come Trofeo di Gaio, che fu il primo monumento
costruito sulla tomba di Pietro. Sono state ricordate le informazioni di Plinio, Tacito e Giovenale circa la realtà malsana e
acquitrinosa della zona del Vaticano. Fu Agrippina - madre di
Caligola, nonna di Nerone - a risanare la zona, arricchendola
di boschi e di orti ed erigendovi la sua villa. In quei giardini, Caligola iniziò la costruzione di un circo, completato da
Nerone, che vi accolse gli sfollati a seguito dell’incendio di
Roma (64 o 67), intrattenendoli con l’orribile spettacolo del
martirio dei cristiani, tra i quali l’Apostolo Pietro.
Pietro fu sepolto nella collina, vicino al circo. Con il passare del tempo aumentarono le visite alla sua tomba, semplice
e disadorna, e furono scavate altre sepolture. Quando il circo
entrò in decadenza, sulla collina vaticana sorsero numerosi
mausolei, alcuni anche imponenti. Con il tempo, la necropoli
si estese a tutta l’attuale Via della Conciliazione, fin verso il
Mausoleo di Adriano, ora Castel S. Angelo.
Chi oggi percorre
la navata della Basilica non può immaginare che, nella zona
sottostante, dalla Cappella del SS. Sacramento all’Altare della
Confessione, ad alcuni metri di profondità,
si trova una straordinaria “città dei morti”.
Al termine della
visita, il piccolo gruppo si è sentito davvero
privilegiato rispetto
ai milioni di visitatori
della Basilica. Il pellegrinaggio alla tomba di Pietro apporta
una luce speciale alla mente e al cuore, che non si coglie alzando lo sguardo alla cupola e agli splendori della Basilica.
Gli scavi, realtà piena di vita e di contenuti artistico-religiosi,
esercitano una misteriosa attrattiva ed invitano a ritonarvi.
Una stazione meteo sul Governatorato
di Eugenio Hasler e Domenico Vetere
N
ella scorse settimane, grazie alla collaborazione
degli elettricisti e dei tecnici della Direzione delle
Telecomunicazioni, è stata installata sul tetto del Palazzo
del Governatorato una stazione meteorologica.
Il servizio, fruibile dal Portale Istituzionale www.vaticanstate.va, permette una semplice ed esaustiva misurazione delle principali componenti atmosferiche.
Le informazioni disponibili sono diverse: dalla temperatura attuale alla velocità del vento, passando per la rilevazione della pressione atmosferica e della quantità di
pioggia caduta.
Il servizio permette inoltre di accedere ad una serie di
grafici, che mostrano l’andamento delle rilevazioni presentate su un sistema cartesiano, con una proiezione variabile
dei dati, dal piano giornaliero a quello mensile o annuale.
Le prospettive future prevedono, oltre ad una calibratura sempre più precisa della stazione meteo, l’aggiunta di
ulteriori dati statistici come pure l’agganciamento ad un
servizio di rilevazione video, peraltro già in parte disponibile grazie alle 6 webcam presenti.
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È POESIA!
O Colomba santa e bella
O Colomba santa e bella,
dove sta l’eterno amore,
refulgente più che stella,
col tuo foco ardimi il core,
che col tuo santo splendore
tutto ‘l mondo alluminasti,
e con quel tu consumasti
nostro uman peccato tanto: Spirito Santo.
Fammi del tuo amore acceso,
o Spirito Santo eterno,
che con quel sarò difeso
dal dimonio e dall’inferno:
fammi scritto nel quaderno
della vita degli eletti,
e gustar que’ gran diletti
su nel ciel fra ‘l divin canto, Spirito Santo.
Se l’amor che mandi al mondo
tiene il cor si consolato,
che de’ far quand’è giocondo
da te fatto in ciel beato?
Quando penso al vero stato
del divino amor perfetto
col cor pur, costante e netto
amo te sopra ogni santo, Spirito Santo.
Laude quattrocentesca,
di Francesco d’Albizo
Charles-Antoine Coypel (1661-1722), Il Battesimo di Cristo
(c. 1690). Los Angeles County Museum.
IL CUORE CHE PENSA
Quando Gesù ebbe preso l’aceto, disse: «È compiuto»
(Gv 19,30).
Il Crocifisso si staglia tra il cielo e la terra con le braccia spalancate per abbrac­ciare tutti gli uomini. È il simbolo
dell’amo­re, l’espressione più alta della misericordia divina.
Dio avrebbe potuto creare innumerevoli mondi più grandi, più armoniosi, più belli di questo, nei quali non esistessero né sof­ferenze né peccati. La potenza e la magni­ficenza di
Dio si sarebbero manifestate in quelli più chiaramente. Ma
quei mondi avrebbero avuto per questo maggior valore?
Cosa vale maggiormente: un universo senza ombre, ma
privo dell’amore di Dio crocifisso, oppure un universo nel
quale vi sono sofferenze e peccati che hanno reso possibile
la manifestazione dell’amore mi­sericordioso del Crocifisso?
Solo inginoc­chiati ai piedi della Croce, ascoltando il sangue
divino che cola dalle ferite aperte e si mescola alla polvere
della terra, si può comprendere la risposta.
I Santi l’hanno compresa.
P. Vittorio Marcozzi: Signore, che io veda!
Ed. Università Gregoriana
Per mancanza di spazio non abbiamo potuto riferire
circa i viaggi del Cardinale Presidente al Telescopio
Vaticano di Mount Graham e al CERN di Ginevra.
Al prossimo numero!
Jan Lievens (Olanda,1607-1674) Crocifisso.
Nancy, Musée des Beauxarts
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LA PAROLA DEL PAPA
N
ella sua visita al Santo Sepolcro a Gerusalemme, il
15 maggio scorso, a conclusione del suo pellegrinaggio in Terrasanta, Benedetto XVI ha detto:
“Trovandoci in questo santo luogo e considerando quel
meraviglioso evento, come potremmo non sentirci “trafiggere
il cuore” (cfr At 2,37), alla maniera di coloro che per primi
udirono la predicazione di Pietro nel giorno di Pentecoste?
Qui Cristo morì e risuscitò, per non morire mai più. Qui la
storia dell’umanità fu definitivamente cambiata. Il lungo dominio del peccato e della morte venne distrutto dal trionfo
dell’obbedienza e della vita; il legno della croce svela la verità circa il bene e il male; il giudizio di Dio fu pronunciato su
questo mondo e la grazia dello Spirito Santo venne riversata
sull’umanità intera. Qui Cristo, il nuovo Adamo, ci ha inse-
gnato che mai il male ha l’ultima parola, che l’amore è più
forte della morte, che il nostro futuro e quello dell’umanità sta
nelle mani di un Dio provvido e fedele.
La tomba vuota ci parla di speranza, quella stessa che non
ci delude, poiché è dono dello Spirito della vita (cfr Rm 5,5).
…
Il Vangelo ci dice che Dio può far nuove tutte le cose, che
la storia non necessariamente si ripete, che le memorie possono essere purificate, che gli amari frutti della recriminazione
e dell’ostilità possono essere superati, e che un futuro di giustizia, di pace, di prosperità e di collaborazione può sorgere
per ogni uomo e donna, per l’intera famiglia umana, ed in
maniera speciale per il popolo che vive in questa terra, così
cara al cuore del Salvatore”.
Nella celebrazione della S. Messa noi veniamo fatti partecipi della morte e risurrezione di Gesù, l’unico vero salvatore del mondo. Per questo la S. Messa è sempre un evento,
anzi, l’evento!
Nella chiesa di Maria Madre della Famiglia al Governatorato v’è la possibilità della Messa quotidiana alle ore 7,30.
Perché non approfittarne?
L’ANGOLO DI CULTURA
La noia
La noia è stata definita la malattia del secolo, dove per
secolo si intende il secolo XX. Ma in realtà essa è la malattia
del secolo nel senso di “mondo”, e questo, a sua volta, nel
senso negativo, come nell’aggettivo “mondano”.
La noia è una malattia “borghese”, di chi ha saziato tutte
le esigenze più elementari e, direi, primitive della vita e non
sa più per che cosa vivere. Una madre con quattro figli da
crescere non sa cosa sia la noia. Un apostolo che ha davanti
il mondo a cui annunciare la gioia della fede in Cristo, non
sa cosa sia la noia. Le grandi anime che si dedicano agli affamati, ai disabili, ai lebbrosi, ai miserabili di ogni genere, non
sanno che cosa sia la noia.
Già prima del secolo XX la noia era tematizzata da filosofi e poeti.
Giacomo Leopardi la definì “Figlia della nullità e madre
del nulla” (Zibaldone), e ne soffrì egli stesso negli ultimi anni
della sua vita. Soprattutto dopo la delusione per il non corrisposto amore della bella Fanny Targioni Tozzetti, gli parve
di non avere più un ideale per vivere. Nella poesia “Aspasia”
(Aspasia era l’etèrea amata dal grande Pericle, ma la Fanny,
a dir vero, era una donna sposata e madre di figli) il poeta
trasfigura questa sua grigia atmosfera dell’anima in un bellissimo canto.
... Che se d’affetti
Orba la vita, e di gentili errori,
è notte senza stelle a mezzo il verno,
già del fato mortale a me bastante
e conforto e vendetta è che sull’erba
qui neghittoso immobile giacendo,
il mar la terra e il ciel miro e sorrido.
Constance Marie Charpentier (1767-1849), Melancolia, 1801
Peraltro, possiamo esser certi che, scrivendo questi
versi di grande bellezza, il povero Giacomo Leopardi non
s’annoiava.
La noia è, in effetti, non in quanto vissuta, ma in
quanto studiata, un fenomeno assai interessante. Vi ritorneremo su nel prossimo numero con un celebre passo
del grande poeta latino Lucrezio. Per ora, se sventuratamente qualcuno dei nostri lettori soffrisse di noia, potrà
trovare medicina, tanto semplice quanto efficace, nelle
due “facezie” dei Padri del Deserto, a pag. 8 del presente
numero.
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PER FARE BUON SANGUE
Contro l’acedía
Un fratello di Scete fu colto dall’acedía. Ne parlò allora al beato Paolo:
- Abba, non riesco più a vedere alcuna bellezza nelle cose che viviamo qui al monastero.
Il beato Paolo pensò, poi disse così:
- Fratello, medita per un mese su questo pensiero: “L’arcobaleno sarebbe uno spettacolo ancora più bello se non fosse gratuito”.
Il fratello dopo un mese guarì. A volte ci vuole tempo.
In un monastero sulle rive del Mar Rosso, da tempo la vita andava avanti monotona,
piatta, stanca.
Un giorno l’igùmeno, chinatosi su un nido di formiche, vide con quanta fantasia provvedevano alla loro esistenza.
Allora scomparve l’acedía che lo angustiava; convocò tutti i monaci e disse loro: “Fratelli, dobbiamo inventare qualcosa di nuovo per la nostra vita. Se infatti il cristiano ha poca
immaginazione, il mondo muore.”
da Arguzie e facezie dei Padri del deserto
Acedía - dal greco ακηδία (a sua volta derivante da κη̃̃δος, cura, sollecitudine, preceduto da α privativo) significa senza sollecitudine, preoccupazione, cura. Acedía significa
torpore dello spirito, inerzia spirituale. E’ sorella o almeno stretta congiunta dell’accidia e
della tiepidezza spirituale.
Igùmeno, dal greco η̉γούμενος, è il superiore di un monastero di rito greco-bizantino.
NOTIZIE LIETE E ...TRISTI
Matrimoni
Alcuni nostri colleghi hanno formato una nuova famiglia:
- Fabrizio Todini e Elena Laria (26/04/2009);
- Simone Terenzi e Chiara Giallonardo (01/05/2009);
- Fabrizio Mari e Francesca Ciurnelli (01/05/2009);
- Simone Carni e Anna Rita Pistillo (30/05/2009);
- Alessandro De Gregori e Lucia Riccobene (01/06/2009);
- Armando Giordano e Silvia Albanese (06/06/2009).
Nella luce della Gerusalemme celeste
Con fede in “Cristo Gesù, che ha fatto risplendere la vita
e l’immortalità per mezzo del Vangelo”, ricordiamo i nostri
colleghi:
“Ci sono anch’io!”
- Maria Ruggieri (29/03/2009), madre di Giandome-
nico Masselli;
- Alessandro (03/04/2009), padre di Massimo Illuminati;
- Mario (08/04/2009), padre di Eleonora De Gortes;
- Arturo (26/04/2009), padre di Giovanni Anzuini;
- Giulia Petrassi (05/05/2009), madre di Stefania Fra-
tarcangeli;
- Anna Cannone (13/05/2009), madre di Massimo Errani;
- Carlo (28/05/2009), padre di Roberto Pulitani;
- Giovanni (01/06/2009), padre di Orlando Latini;
- Maria Amici (02/06/2009), madre di Claudio Francucci.
Diverse famiglie di dipendenti del Governatorato sono
state allietate in questo periodo dalla nascita di figli:
- Chiara (31/01/2009), di Marco Bellumori;
- Laura (19/02/2009), di Mauro Colaiacomo;
- Verdiana (02/04/2009), di Leonardo Menicacci ;
- Beatrice (09/04/2009), di Paolo De Angelis;
- Leonardo (23/04/2009), di Antonio Pica;
- Stefano (25/04/2009), di Daniele Valletta;
- Martina e Alessandro (26/04/2009), di Armando Bor-
setti;
- Karol (03/05/2009), di Wojciechpiotr Wodzisz;
- Lorenzo (08/05/2009), di Laura Pucciarmati;
- Rachele (28/05/2009), di Andrea Di Rosa.
notizie di varia vaticanità
ANNO 3 | N. 3
REDAZIONE
presso Mons. Vice Segretario Generale
IMPAGINAZIONE
Alessandra Murri
(Ufficio Vendita Pubblicazioni e Riproduzioni)
STAMPA
Tipografia Vaticana