Catalogo_Cobra_LD_02

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Catalogo_Cobra_LD_02
Co.Br.A.
In collaborazione con:
Francesca e Luca Barsi invitano la S.V.
a visitare la mostra
Co.Br.A.
7 novembre - 7 dicembre 2014
Inaugurazione
venerdì 7 novembre alle ore 17,00
GALLERIA ACCADEMIA - TORINO
Via Accademia Albertina, 3/E - 10123 Torino
[email protected] - Tel e Fax 011.88.54.08
Orario: 10,30 - 12,30 - 16,30 - 19,30 (lunedì e festivi chiuso)
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L’ESPRESSIONISMO INFORMALE DEI COBRA
“Bello, brutto, impressionante, disgustoso
senza senso, truce, contraddittorio, ecc…
Non fa differenza, purché sia vita che
sgorghi fuori vigorosamente”
(Asger Jorn)
Gli artisti del Gruppo Cobra sono tra i protagonisti più rivoluzionari e innovativi della scena
artistica europea d’avanguardia del dopoguerra nella vasta e articolata area delle tendenze
cosiddette informali. Impegnati politicamente contro l’ideologia capitalista e il conformismo
della società borghese (con posizioni marxiste e libertarie), nel campo dell’arte si oppongono radicalmente alla fredda razionalità dell’astrattismo geometrico, alla retorica del realismo
socialista, e al modernismo edulcorato e formalista degli artisti postcubisti astratteggianti
della “scuola di Parigi” (come Bissière, Manessier, Bazaine allora sulla cresta dell’onda
mercantile). E si distaccano polemicamente anche dal movimento surrealista organizzato
di Breton, da cui sono inizialmente influenzati per vari aspetti come l’automatismo, il fascino
per la dimensione irrazionale dell’inconscio, e l’interesse per la creatività primitiva, infantile
e degli alienati.
Il gruppo nasce ufficialmente (per iniziativa di Asger Jorn, Constant e dello scrittore Christian Dotremont) l’8 novembre 1948 al Café Notre Dame di Parigi e sarà attivo solo fino al
1951, anche se i singoli artisti continueranno ad approfondire le loro ricerche rimanendo
sostanzialmente fedeli allo spirito e agli aspetti fondamentali caratteristici della tendenza.
La suggestiva denominazione “Cobra” è un acronimo formato dalle lettere iniziali delle capitali dei paesi di provenienza degli artisti e cioè Copenhagen, Bruxelles e Amsterdam.
Confluiscono in Cobra esponenti di tre precedenti gruppi: i danesi del gruppo “Høst” (tra
cui Jorn, Carl-Henning Pedersen, Egill Jacobsen, Henry Heerup, Svavar Guonason); i belgi
che facevano parte del “Surrealismo rivoluzionario” (tra cui Dotremont a cui si aggiunge
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Pierre Alechinsky); e gli olandesi del gruppo sperimentale “Reflex” (con Karel Appel, Constant, Corneille, Theo Wolvecamp e il poeta-pittore Lucebert).
La breve ma intensa azione dei Cobra si sviluppa da un lato con la pubblicazione di manifesti teorici e della rivista di arte e letteratura “CoBrA”, che vive per dieci numeri, e dall’altro
con una serie di mostre tra cui le principali sono quelle allo Stedelik Museum di Amsterdam
nel 1949 e quella finale al Palais des Beaux Arts di Liegi nel 1951.
La mostra di Amsterdam, intitolata “International Exhibition of Experimental Art” e curata
dal direttore del museo Willem Sandberg (grande sostenitore del gruppo) suscita durissime
polemiche nei giornali, e durante una serata di letture poetiche di Dotremont e amici, esplode in sala una furiosa rissa.
Il gruppo diventa un movimento allargato nell’esposizione di Liegi dove espongono trentatré artisti di undici paesi, più o meno vicini alle posizioni dei Cobra, tra cui per esempio i
francesi Jean-Michel Atlan e Pol Bury, e lo svedese Bengt Lindström. E paradossalmente,
proprio quando Cobra si smembra, la sua influenza cresce progressivamente a livello internazionale.
I Cobra in linea di principio rifiutano ogni definizione precisa di stile, essendo per loro fondamentale la spontaneità creativa diretta e immediata. Per loro, un’immagine deve emergere
sulla tela in modo assolutamente rapido e naturale come un cambiamento subitaneo del
tempo, come un temporale imprevisto. L’automatismo grafico e gestuale, lo sfogo espressivo delle pulsioni del desiderio, e l’enfatizzazione anarchica delle energie dell’immaginario,
sono considerati come le migliori armi nell’utopica battaglia liberatoria dell’avanguardia. E
(come si è detto) sulla scia dei surrealisti, ma in modo nuovo e originale, si appassionano
alle forme primarie dell’arte dei primitivi, all’iconografia più autentica del folclore e della
mitologia nordica, alle espressioni creative infantili e degli outsider. Ma, dato che si tratta di
artisti di raffinata formazione culturale, tutto ciò viene elaborato a partire da fondamentali
influenze artistiche. Importanti punti di riferimento sono da un lato l’opera pionieristica di
Paul Klee e la geniale messa in gioco dell’espressività regressiva, segnica e materica, di
Jean Dubuffet; e dall’altro lato la drammatica e intensa pittura degli espressionisti nordici
come Edvard Munch, James Ensor e Emil Nolde.
Anche se la diretta tensione gestuale e la vitalità informale degli spessori materici sono
componenti fondamentali delle loro composizioni (che per la verità non sono veramente
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improvvisate), i Cobra non sono mai astratti. Attraverso i loro quadri e disegni, Jorn, Appel,
Lucebert, Corneille, Alechinsky (il solo influenzato anche dalla calligrafia orientale), danno
vita a un mondo di immagini primordiali, simboliche, immaginifiche, grottesche e favolistiche, violente e gioiose, ironiche e poetiche. Un mondo con esplosive accensioni cromatiche
e figurazioni provocatorie, popolato di strane figure, di facce stravolte, di inquietanti trolls, di
fantastici animali, cani, gatti e uccelli minacciosi.
Le opere dei Cobra, con il loro deflagrante carica vitalistica, sono sempre attuali (basta
vedere la persistente influenza su moltissimi artisti delle ultime generazioni) ma allo stesso
tempo sono diventate “classiche” nella misura in cui sono espressioni di una straordinaria
stagione ormai storica dell’arte del XX secolo.
Francesco Poli
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PIERRE ALECHINSKY
(Born 1927)
Alechinsky Le Point Du Jour, 1966 Olio su tela 130 x 81 cm
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Alechinsky Le chapeau du serpent à plumes, 1977 Olio e inchiostri su carta riportata su tela 75 x 106 cm
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Alechinsky Senza titolo, 1970 Tecnica mista su carta 34 x 21,5 cm
Alechinsky Sur feuille volante, 1990 Acquarello su carta giapponese 44.5 x 53 cm
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KAREL APPEL
(1921 - 2006)
Appel Senza titolo, 1950 Olio su tela 50 x 60 cm
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Appel Maternité, 1966 Acrilico su tela 65 x 81 cm
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Appel Paysan dans le paysage, 1968 Acrilico su tela 73 x 91,5 cm
Appel Senza titolo, 1973 Acrilico su cartoncino 48,5 x 77 cm
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Appel The Island, 1984 Olio su tela 240x193 cm
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Guillaume CORNEILLE
(1922 - 2010)
Corneille Insects, 1953 Olio su tela cm.50.5 x 65
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Corneille La Vie des Pierres, 1963 Gouache su cartoncino 50 x 66,5 cm
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Corneille Petite musique du printemps, 1987 Olio su tela 100 x 100 cm
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ASGER JORN
(1914 - 1973)
Jorn Senza titolo, 1950 Tempera su carta 50x40 cm
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Jorn Senza titolo, 1953 Olio su tela 44 x 45 cm
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Jorn Petite Musique du Printemps, 1987 Olio su tela 100 x 100 cm
Jorn Senza difesa, 1968 Olio su tela 80.5 x 64 cm
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JACQUES DOUCET
(1924 - 1994)
KARL OTTO GÖTZ
(Born 1914)
LUCEBERT
(1914 - 1973)
CARL HENNING PEDERSEN
(1913 - 2007)
SIEGFRIED REICH AN DER STOLPE
(1912 - 2001)
Doucet Senza titolo, 1970 Olio e tecnica mista su carta 49,5 x 64,5 cm
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Karl Otto Götz 08.08.1953, 1953 Tecnica mista su tela 70.5 x 60 cm
Lucebert Personaggi, Tempera acquarellata su carta 1970 35 x 47 cm
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Carl-Henning Pedersen The Clogpainter, 1993 Olio su tela 102 x 82 cm
Siegfried Reich an der Stolpe Auf grauem Grund, 1950 Tecnica mista su tela 55 x 68 cm
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Ci sono stati artisti che, dopo esordi di ispirazione diversa, furono affascinati dalle suggestioni del gruppo Co.Br.A, pur non essendo mai entrati direttamente a farne parte.
Tra questi presentiamo lo svedese Bengt Lindström ed il piemontese Giuseppe Pinot-Gallizio.
Lindström sosteneva che “... l’idea del pittore sia sorprendere il proprio spettatore, perturbarlo sino a mostrare, o meglio, risvegliarlo mostrandogli che ci sono altri uomini i quali
immaginano mondi sconosciuti, e si tratta di mondi costruiti, mondi necessari all’uomo per
fuggire questa vita triste, materiale, che egli stesso ha creato”. Sono premesse di una vocazione ed una sensibilità all’arte tipica del gusto Cobra, dal quale però mantiene una certa
autonomia e distanza, legato soltanto al gesto puro e automatico e poco all’ideale rivoluzionario e contestatore. Le sue opere sono densamente materiche, dai soggetti antropomorfi
e spaventosamente onirici, nelle quali scolpisce quasi la pittura.
Pinot Gallizio invece è legato da frequentazioni assidue e da una profonda intesa culturale
con i Cobra. Abbandona in età matura il mestiere di farmacista ed è iniziato al complesso
mondo della pittura dall’amico Asger Jorn. Gli interessi politici e la visione di una pittura
legata ai rapporti e agli scambi tra arte e scienza, o tra arte e macchina lo legano a doppio
filo ai Cobra, a tal punto che, con un ramo del gruppo oramai disciolto, fonda l’Internazionale Situazionista, movimento rivoluzionario in campo politico e artistico, con radici nel
marxismo, nel mondo dell’anarchia e nelle avanguardie artistiche dell’inizio del Novecento.
Nei pochi anni della sua vita di pittore sperimenta tecniche inedite e nuovi materiali come
le resine e crea la “pittura industriale”, dove il gesto libero caratteristico dell’arte informale
viene estremizzato utilizzando pigmenti e resine su rotoli di tela industriale. La successiva
vendita “a metro” della propria pittura, che avrebbe dovuto inflazionare il concetto di valore
dell’arte moderna, apre in realtà una fase nuova nella ricerca astratta-informale.
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BENGT LINDSTRÖM
Lindstrom La folle, 1971 Olio su tela 114 x 145 cm
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Lindstrom Lappen, 1986 Acrilici su tela 92 x 73 cm
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PINOT GALLIZIO
Pinot Gallizio Attesa a Rotterdam, 1956 Olio su tela 86 x 50 cm
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Pinot Gallizio La cometa innominabile, 1962 Olio su tela 100 x 80 cm
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ELENCO DELLE OPERE ESPOSTE
Alechinsky Le Point Du Jour, 1966 Olio su tela 130 x 81 cm
Alechinsky Sur feuille volante, 1990 Acquarello su carta giapponese 44.5 x 53 cm
Alechinsky Le chapeau du serpent à plumes, 1977 Olio e inchiostri su carta riportata su tela 75 x 106 cm
Alechinsky Senza titolo, 1970 Tecnica mista su carta 34 x 21,5 cm
Appel Senza titolo, 1973 Acrilico su cartoncino 48,5 x 77 cm
Appel Maternité, 1966 Acrilico su tela 65 x 81 cm
Appel Paysan dans le paysage, 1968 Acrilico su cartoncino 73 x 91,5 cm
Appel Senza titolo, 1950 Olio su tela 50 x 60 cm
Appel The Island, 1984 Olio su tela 240 x 193 cm
Carl-Henning Pedersen Orange Bird Horse, 1977 Olio su tela 60 x 70 cm
Carl-Henning Pedersen The Clogpainter, 1993 Olio su tela 102 x 82 cm
Corneille Insects, 1953 Olio su tela cm.50.5 x 65
Corneille La Vie des Pierres, 1963 Gouache su cartoncino 50 x 66.5 cm
Corneille Petite musique du printemps, 1987 Olio su tela 100 x 100 cm
Corneille Senza titolo, 1947 Gouache su carta 28.5 x 33.5 cm
Doucet Senza titolo, 1970 Olio e tecnica mista su carta 49,5 x 64,5 cm
Doucet Senza titolo, 1963 Tecnica mista su cartoncino 40 x 59 cm
Jorn Delta, 1966 Olio su tela 66 x 54 cm
Jorn Senza difesa, 1968 Olio su tela 80.5 x 64 cm
Jorn Senza titolo, 1950 Tempera su carta 50x40 cm
Jorn Senza titolo, 1953 Olio su tela 44 x 45 cm
Jorn Petite Musique du Printemps, 1987 Olio su tela 100 x 100 cm
Karl Otto Götz 08.08.1953, 1953 Tecnica mista su tela 70.5 x 60 cm
Lindstrom La folle, 1971 Olio su tela 114 x 145 cm
Lindstrom Lappen, 1986 Acrilici su tela 92 x 73 cm
Lucebert Personaggi, Tempera acquarellata su carta 1970 35 x 47 cm
Pinot Gallizio La cometa innominabile, 1962 Olio su tela 100 x 80 cm
Pinot Gallizio Attesa a Rotterdam, 1956 Olio su tela 86 x 50 cm
Siegfried Reich an der Stolpe Auf grauem Grund, 1950 Tecnica mista su tela 55 x 68 cm
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GALLERIA ACCADEMIA - TORINO
Via Accademia Albertina, 3/e - 10123 Torino
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