Apri
Transcript
Apri
Rielaborazione del testo ALESSANDRA VENTURELLI, “Scrivere: l’abilità dimenticata”, Mursia ANALISI DELLA SITUAZIONE INIZIALE Se si considera come sono andate cambiando negli ultimi decenni le abitudini dei bambini, dalla routine quotidiana ai giochi più comuni, si è sorpresi di come tutto concorra verso la direzione di uno scarso utilizzo delle mani e particolarmente delle attività che coinvolgono la manipolazione e l’opposizione pollice – indice. (pag. 7) “La mano parla al cervello altrettanto certamente come il cervello parla alla mano. Il movimento volontario è la base del pensiero e dell’azione volontaria, il meccanismo sottostante attraverso il quale emergono le coordinate fisiche e psicologiche dell’io. Per gli esseri umani, la mano ha un ruolo speciale nell’organizzazione del movimento e nell’evoluzione cognitiva umana.” (pag. 9) Oggi in Italia la scrittura vive di luce riflessa, poiché l’insegnamento verte più che altro sugli aspetti linguistici (fonologici, alfabetici, ortografici e lessicali) della scrittura, molto meno sui parametri esecutivi considerati spesso marginali. In pratica la preferenza viene data alla lettura e al riconoscimento fonema – grafema, agli aspetti percettivi e visivi che consentono di discriminare le lettere tra loro e alla capacità di sillabazione che guida prima a riconoscere e poi a ricostruire gli elementi costitutivi delle parole.” (pag. 82) Questo stato di cose contribuisce a determinare un aumento delle DIFFICOLTA’ ESECUTIVE DI SCRITTURA MANUALE: “Le scritture che presentano carenze esecutivo non sono, semplicemente quelle che manifestano un ritardo rispetto alla normale maturazione grafo-motoria per quell’età, bensì si tratta di scritture con peculiarità tipiche generalmente caratterizzate da: pessima organizzazione della pagina, mal destrezza esecutiva del gesto, errori di forma e di proporzioni. Inoltre, ciò che contraddistingue tali grafie è che, a differenza delle altre scritture che tendono a migliorare con l’età e con l’esercizio, esse mostrano l’inclinazione contraria, cioè a peggiorare con gli anni e quanto più aumentano le richieste di rapidità e di prolungamento nel tempo dell’attività grafica.” IDEA DA RIMUOVERE La scrittura è considerata un’occupazione scolastica abituale, una competenza di base puramente strumentale, in fondo facile e persino banale, che si ritiene non richieda un insegnamento specifico ma solo pratica e lungo esercizio. Questo rischia di inchiodare molti bambini alle loro difficoltà più o meno gravi, a qualunque età e in qualunque classe queste difficoltà si manifestino in modo tangibile. (pag. 4) IDEA DA PROMUOVERE Si tratta invece di una attività motoria molto specializzata che comporta l’uso di una sola mano scrivente (mentre l’altra mano offre solo un sostegno per la stabilità del foglio) e che richiede tutta una serie di competenze grafo – motorie su come formare e collegare le singole lettere, collocarle nello spazio grafico secondo precise convenzioni, controllando a livello visivo la punta della biro che si muove sul foglio. Quando scriviamo a mano c’è un rapporto diretto tra sequenza di atti (processo) e prodotto ottenuto per cui la nostra esperienza coinvolge tutti i sensi: quello uditivo (fonema da trascrivere), quello visivo, quello tattile e cinestesico secondo un preciso controllo spazio – temporale. Sarebbe utile superare l’idea che qualsiasi prodotto grafico debba essere comunque accettato in nome del rispetto della spontaneità del bambino Più che curarli occorre prendersi cura di loro. Scrivere è un’arte, un’abilità complessa di tipo convenzionale, che richiede l’acquisizione di una motricità specializzata, di un lungo esercizio e apprendistato, di una tecnica che si impara solo se qualcuno ce la insegna accuratamente, pazientemente, altrimenti è come strimpellare tasti a caso su una tastiera, senza sapere come si suona un pianoforte (pag. 5) E’ necessario definire dei prerequisiti ben definiti a livello grafo – motorio per la fine della scuola dell’infanzia, affinché gli alunni arrivino preparati alla scrittura alla scuola primaria. Questo per evitare che gli insegnanti della scuola primaria siano disorientati o impreparati a cogliere i segnali di possibile difficoltà grafo – motorie. Nell’apprendimento della letto-scrittura, gli aspetti linguistici e quelli esecutivi non sono in competizione, ma sono altrettanto importanti per un buon apprendimento della scrittura, sono complementari: il mezzo è importante tanto quanto il contenuto, perché è la condizione senza la quale la comunicazione non passa. Del resto essi rivestono aspetti diversi dell’apprendimento; sta all’insegnante curarli separatamente almeno nelle fasi iniziali, per poi unirli a tempo debito. La sfida è COME PREPARARLE ENTRAMBE ACCURATAMENTE E IN MODO PROGRESSIVO, AFFINCHE’ VENGANO POI ASSIMILATE E GRADUALMENTE INTEGRATE NEL BAMBINI CONSIDERATO UN TUTT’UNO MENTE E CORPO. Secondo Venturelli, per un buon apprendimento esecutivo, le attività di pre-grafismo prima e di corsivo poi andrebbero presentate precocemente e, all’inizio separate da quelle di corrispondenza segno-suono, senza quindi possibilità di interferenza con le prime. Solo quando i bambini avranno raggiunto un’adeguata padronanza e sicurezza grafo-motoria del corsivo, si utilizzerà questo carattere nelle attività scritte quotidiane, integrando quindi l’aspetto esecutivo con gli aspetti linguistici della scrittura che erano stati trattati separatamente , attraverso l’iniziale scrittura in stampato maiuscolo. GLI ESERCIZI DI PREGRAFISMO Al contrario del disegno, gli esercizi di pregrafismo hanno delle regole di realizzazione differenti per lo stampato e per il corsivo. Occorre dunque differenziare le attività da proporre alla scuola dell’infanzia da quelle da proporre alla scuola primaria. Si sconsiglia di usare il tratteggio nell’esecuzione delle lettere col quale si ritiene di facilitare l’iniziale presentazione delle lettere in corsivo. Esso infatti si focalizza più sulla memorizzazione della forma che sul movimento necessario a scrivere la lettera. Pertanto c’è il rischio che il bambino possa scegliere un percorso alternativo sbagliando la direzione da seguire. Inoltre, molto spesso, i bambini con minore consapevolezza emotiva e limitata abilità motoria, tendono a segmentare il tracciato riducendolo ad una unione non lineare dei singoli segmenti, perdendo di vista il complessivo gesto grafico che sta alla base della sua unità. Al posto dei tratteggi si suggerisce di promuovere tracciati continui seguendo una direzione indicata da una freccia poiché il ripasso continuativo di una forma consente di focalizzarsi sul movimento completo per la sua realizzazione, favorisce la coordinazione motoria e associa un gesto specifico a una forma ben precisa, stimolando così l’associazione tra MEMORIA MOTORIA e MEMORIA VISIVA. Naturalmente subito dopo il ripasso è opportuno far eseguire il tracciato in modo autonomo per verificare l’effettivo apprendimento del movimento grafico. Il tutto è facilitato se proposto su una linea di appoggio orizzontale che introduce alla successiva collocazione delle lettre sul rigo di base. (fig 43 pag. 88) Le attività di pregrafismo si dividono in due gruppi principali: I tracciati rettilinei e le forme geometriche che servono per preparare alla scrittura in stampato maiuscolo. I tracciati rettilinei sono dapprima impostati su quadretti da 2 cm per avere precise coordinate spaziali (alto, basso, destra, sinistra) e come unione di punti per poi ) e come unione di punti, per poi lasciare progressivamente solo il punto di avvio e la freccia per indicare la direzione del tracciato, e giungere, in ultimo, a far tracciare il segno o la forma geometrica senza riferimenti avendo ormai interiorizzato il punto di attacco e la direzione del movimento grafico. Dopo gli esercizi su quadretti di due cm si passa ad attività grafiche su quadretti da 1 cm per preparare alle lettere in stampato maiuscolo. Usare una tecnica di valutazione positiva che non enfatizza ciò che non funziona, ma evidenzia i progressi di ciascuno per sostenerlo emotivamente e rafforzare il senso di autostima questo in pratica significa non segnalare con sottolineature gli errori o correggerli, ma valorizzare i prodotti grafici ben riusciti cerchiando in rosso le scritture ben fatte. PROBLEMA - SFIDA Far coincidere le attività specifiche del metodo Venturelli con la programmazione didattica dell’insegnante e costruire attorno a queste attività un contesto motivante. PROPOSTA Si tratta di un metodo unitario di abilitazione – riabilitazione grafo – motoria che prevede tappe graduali e sistematiche di intervento, secondo criteri e tecniche metodologiche coerenti, basate sulla ricerca sperimentale. Il lavoro si basa sull’assunto che scrivere non significa copiare una forma, ma eseguire gesti finalizzati alla produzione di forme. Ogni attività è accompagnata da precise indicazioni procedurali di tipo grafico, ma anche prestando attenzione all’aspetto motorio, posturale, della presa dei diversi strumenti grafici utilizzati. Si tratta di un approccio basato sulla percezione guidata del proprio corpo, su tecniche di esecuzione dei tracciati, su attività di pregrafismo e di corsivo strettamente collegate perché una propedeutica all’altra. Di qui l’esigenza di promuovere nel bambino una buona percezione di sé, dei suoi movimenti, del proprio corpo, degli stati di benessere e di malessere, dei punti di tensione che impediscono un movimento facile e fluido e che portano ad un tracciato spesso contratto, inceppato o disarmonico avente come prodotto una scrittura “brutta” e “incomprensibile”. Pertanto le attività da svolgersi negli anni ponte (scuola dell’infanzia – scuola primaria) procedono secondo il seguente ordine: PER L’ULTIMO ANNO DI SCUOLA DELL’INFANZIA 1. 2. 3. 4. attività psicomotorie, di motricità fine e di rilassamento; esercizi di disegno e di pittografia; esercizi di prescrittura per preparare lo stampato maiuscolo, avvio alle singole lettere dello stampato maiuscolo; tracciati rettilinei verticali dall’alto al basso; tracciati rettilinei orizzontali da destra a sinistra; combinazione di linee orizzontali e verticali; Nella scuola dell’infanzia gli esercizi per i tracciati rettilinei e le forme geometriche prevedono: linee oblique ascendenti e discendenti verso destra; combinazione di tali linee; movimento circolare, semicircolare e curvilineo sul quadretto; formazione del quadrato e del triangolo rettangolo e isoscele. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. esercizi di pregrafismo per preparare al corsivo; avvio alle singole lettere del corsivo; esecuzione dei diversi collegamenti tra le lettere in corsivo; copia di parole in corsivo coi collegamenti prima analizzati; trascrizione dallo stampato maiuscolo o minuscolo al corsivo di parole e di un breve testo, dettato in corsivo; produzione libera in corsivo. tracciati scivolati; movimenti a ghirlanda; movimenti ad arcata; movimenti a doppia ghirlanda. PER IL PRIMO ANNO DI SCUOLA PRIMARIA Nella scuola primaria gli esercizi per i tracciati di pregrafismo di avvio al corsivo prevedono: Gli esercizi di pregrafismo che preparano al corsivo sono presentati su una rigature larga 2 cm con iniziale indicazione del punto di attacco e con la freccia per la direzione da seguire. Questi esercizi hanno lo scopo di incentivare alla direzione progressiva verso destra con tendenza al collegamento e alla curvilineità. Tra gli accorgimenti contestuali alle attività proposte si consiglia di eliminare tutti i trattini iniziali inutili così come tutti i ricci e gli abbellimenti che sono un retaggio della calligrafia e dell’uso del pennino metallico che aveva la necessità di frazionare il più possibile il gesto. Come per i tracciati di pregrafismo, anche per l’avvio al corsivo si segue la stessa sequenza metodologica: prima fase alla lavagna, poi ogni alunno traccia le lettere sul quaderno a righe di classe prima seguendo le indicazioni di punto di attacco e di direzione date dall’insegnante, copiando il modello della lettera presente già all’inizio della riga. Molto importante è la distinzione delle tre zone grafiche: linea per gli allunghi superiori, fascia per la zona mediana. Linea per gli allunghi inferiori. Vanno presentate le lettere con simile struttura morfologica (forma), e gesto esecutivo (punto d’attacco e direzioni funzionali), cioè le lettere organizzate per “famiglie”. Terzultimo stadio: gli attacchi Per verificare che tutte le combinazioni tra le lettere sono consolidate, si può poi completare la tabella delle lettere combinate (fig. 62 pag. 132). Penultimo stadio: scrittura di parole Infine si può passare a copiare brevi parole in corsivo per rievocare in maniera sempre più autonoma l’immagine del grafema e il suo corrispondente movimento, insieme ai diversi collegamenti tra le lettere. Si possono introdurre anche le lettere maiuscole in corsivo già in classe prima se il livello medio è abbastanza alto oppure in classe seconda, quando le principali difficoltà del corsivo minuscolo sono state superate, per evitare di inserire troppi caratteri insieme. Quanto allo script, esso non viene presentato agli alunni come modello di scrittura, senza che questo comporti un ostacolo all’acquisizione delle capacità di lettura. Molto importante è anche la collocazione spaziale della punteggiatura. L’ultimo stadio è l’introduzione delle maiuscole corsive. (fig. 63 pag. 133) L’attenzione all’aspetto esecutivo della scrittura deve restare alto anche in classe seconda: le lettere vengono ripassate e migliorate nella precisione del gesto, si rivedono i collegamenti tra le lettere vicine, in particolari quelli più difficili, si introduce o si perfeziona anche l’insegnamento delle lettere maiuscole in corsivo. LA VALUTAZIONE Per stimolare gli alunni alla cura formale, inoltre, sarebbe utile che gli insegnanti differenziassero la loro valutazione sulla produzione scritta di una verifica o di una “bella copia”, distinguendo tra contenuto, correttezza ortografica e correttezza esecutiva a livello grafico. Nell’ottica di una valutazione formativa, inoltre, che serva quindi più all’alunno che all’insegnante, è importante sottolineare i prodotti grafici riusciti con un cerchio rosso, anziché segnalare gli errori: sono la dimostrazione tangibile per il bambino che in lui c’è la possibilità di imparare, di riuscire a scrivere bene. Basta lavorarci e crederci, e con pazienza e impegno, tentativo dopo tentativo, la sua scrittura diventerà sempre più sicura e bella: un’immagine finalmente positiva di sé , non solo per se stesso, ma anche per la famiglia e per i compagni. Le attività di pregrafismo, sia nella scuola primaria (dove assumono carattere di rinforzo), che soprattutto nella scuola dell’infanzia, prevedono i seguenti passaggi: 1. dal piano verticale al piano orizzontale (dalla lavagna ad ampi fogli sul banco e poi sul quaderno); 2. dalla postura in piedi alla postura seduta; 3. dal grande al piccolo(da ampi gesti nell’aria o tracciati alla lavagna ad analoghi gesti grafici tracciati più in piccolo sul foglio); 4. dal semplice al difficile e al complesso (da forme prescritto rie facili ad altre più evolute); 5. dall’elemento singolo all’insieme di più elementi (dalla singola forma a forme combinate) L’osservazione della situazione iniziale ha consentito di focalizzare l’attenzione sul segmento scolastico di passaggio tra scuola dell’infanzia e scuola primaria che coincide con il periodo di preparazione e avvio alla scrittura. Secondo le rilevazioni effettuate si è potuto osservare che, nel primo ordine di scuola si privilegiano attività grafiche spontanee e comunque poco strutturate in un contesto di gioco, nella scuola primaria si passa in maniera piuttosto brusca a situazioni decisamente più scolastiche , in cui gli alunni devono stare per molto tempo seduti al proprio banco per leggere, scrivere , disegnare e in ogni caso impegnati in attività fortemente strutturate, spesso senza essere stati adeguatamente preparati per quelle condizioni di apprendimento. Pr questo, uno dei principali obiettivi di questo lavoro è quello di offrire un percorso unitario di educazione al gesto grafico tra la fine della scuola dell’infanzia e l’inizio della scuola primaria, senza soluzione di continuità. Necessità di fissare dei prerequisiti ben definiti a livello per la fine della scuola dell’infanzia, affinché gli alunni arrivino preparati alla scuola primaria , “Pronti”, con le competenze necessarie ad imparare la scrittura. ATTIVITA’ COMUNI DA PROPORRE NEGLI ANNI PONTE Si tratta di esercizi di educazione fisico-muscolare e di percezione spaziale. Esercizi di distensione (“L’albero vivo”, “L’albero morto”); Esercizi di motricità per l’articolazione della spalla (“Il gioco del pittore”, “La girandola”, “Gioco del mulino” con rotazione delle braccia, prima avanti e poi indietro, in modo sincronico)); Esercizi di motricità per promuovere la dissociazione dell’avambraccio (“Il tergicristalli” “Le marionette”); Esercizi per migliorare la motricità del polso (“Le mani che salutano”, “Le mani che ballano”); esercizi per la separazione dei due lati della mano (“Rotazione della matita tra le dita”; “Ritaglio con le forbici con presa corretta”, “Gioco del pianoforte”, dalla postura seduta, gomiti appoggiati al tavolo, si finge di suonare il pianoforte con dita semiflesse , abbassando insieme le stesse dita di ogni mano, appoggiando i polpastrelli sul tavolo, partendo dal pollice verso il mignolo; “Il gioco dei ragnetti”, stando seduti, con i gomiti appoggiati al tavolo, dita delle mani leggermente piegate sollevare lo stesso dito e spostare le mani ); Esercizi per la motricità di entrambe le mani (“Il giocoliere” stringere forte una pallina dura di gomma delle dimensioni tali per cui possa essere avvolta con tutte le dita, lanciarla verso l’altra mano che la raccoglie e la stringe forte a sua volta , “Le dita a coppie”, “Il cannocchiale”); Esercizi di motricità per la mano scrivente (“Il gioco della gru”, “La presa della gru”, “Pronti partenza via”); Esercizi di percezione spaziale (“Il gioco del corpo diviso a metà”, “”Dallo spazio verticale allo spazio orizzontale”, “Il gioco della castagna”) (pag. 116 – 120) ATTIVITA’ SPECIFICHE PER L’ULTIMO ANNO DI SCUOLA DELL’INFANZIA Proporre esercizi di MACROGRAFIE per incentivare la scioltezza e la coordinazione grafo-motoria , per avviare alla gestione armonica dello spazio grafico e alla traslazione dal piano verticale al piano orizzontale. Cerchio alla lavagna partendo dall’alto in senso antiorario. Prima ripassando un cerchio già eseguito dall’insegnante poi provando a tracciarlo individualmente. Variabile con i pennelli. Cerchio con matite colorate su un foglio A3 in posizione verticale con le dita nella prensione a pinza rispettando la direzione indicata da una freccia. La chiocciola su grandi fogli con pennelli e poi con matite colorate, partendo dal centro verso l’esterno sia in senso orario che antiorario ed eventualmente anche dall’esterno verso l’interno. Esercizi di MACROGRAFIE per il primo anno di scuola primaria: Le piste col pennello: stando in piedi riempire con il pennello ben impugnato lo spazio grafico di un grande foglio, con delle linee continue curve o tracciate all’interno di binari tipo piste. I fuochi d’artificio, prima alla lavagna con i gessetti, poi su grandi fogli, con matite colorate, stando in piedi, tracciare con entrambe le mani, in modo sincronico delle linee che partono nella zona centrale inferiore della superficie grafica, proiettate verso l’alto e verso l’esterno, a destra e a sinistra, come fuochi d’artificio. Il giro della morte sulla linea, il doppio giro della morte sulla linea, il filo che cuce, il filo che cuce dal più grande al più piccolo, il filo di lana crescente. (fig. pag. 155) Le lettere dentro al palloncino (fig. pag. 156) Il paesaggio marino. Rievocazione del tema MARE (fotografie, ricordi … ) Si lavora su un grande foglio con la linea dell’orizzonte che separa il cielo dal mare. Si eseguono tracciati con il pennello per rappresentare i diversi elementi del paesaggio marino (onde, gabbiani, chiocciole marine, nuvole, sole, raggi .. ). L’insegnante aggiunge al disegno gli elementi suggeriti anche dai bambini. Successivamente vengono forniti a ciascun bambino fogli A3 e con la guida dell’insegnante e del modello i bambini cominciano ad inserire gli elementi in base a precise indicazioni spaziali. Il passaggio successivo è quello di riprodurre da soli gli elementi in un foglio più piccolo A4 con i pennarelli in posizione seduta. Sempre in classe I si comincia a lavorare su un singolo elemento alla volta che per caratteristiche di tracciato costituisce una forma di pregrafismo preparatoria al corsivo. Ad esempio i tracciati scivolati, prima alla lavagna con il gesso o con il pennello, poi su fogli orizzontali lavorando prima sul ripasso poi sull’esecuzione in assenza di modello, meglio se poggiando il tracciato su una linea di base come riferimento o su binari o strisce di carta lunghe e sottili. L’arcobaleno e poi l’arcobaleno che si specchia nel mare rappresentano degli utili esercizi di pregrafismo a ghirlanda. Da tracciare prima alla lavagna col dito poi con i gessetti, successivamente con i pennelli su fogli A3 stando in piedi e poi su fogli A4 stando seduti con i pennarelli e con i pastelli. Si tratta di una serie di archetti, 4 o 5, dal più piccolo al più grande, poggiati su una riga, da tracciare da sinistra verso destra. L’ordine di presentazione degli esercizi di pregrafismo segue i criteri metodologici già esposti di gradualità, sistematicità, dal semplice al complesso, dall’elemento singolo agli elementi composti (tracciato verticale, tracciato orizzontale, combinazione). I tracciati vengono presentati a gruppi, per analogia di movimento, con precise indicazioni per il punto di attacco, una freccia per indicare la direzione da seguire). STAMPATO E CORSIVO Le competenze di scrittura in stampato non sono sufficienti di per sé per affrontare il corsivo poiché stampato e corsivo richiedono un tipo di motricità grafica completamente diversa. Inoltre nello stampato e nel corsivo vi è un diverso uso della visione, infatti nello stampato la mano si muove dipendendo quasi interamente dalla guida del sistema visivo, mentre nel corsivo la richiesta di integrazione visuo-motoria è meno importante, mentre sono prevalenti le strategie cinestesiche e la guida proprio percettiva. Nella scrittura in corsivo” la sensibilità interna secondo cui il movimento di una lettera è corretto riduce il bisogno del bambino di controllare visivamente le dita o la punta della matita mentre avanza sul rigo. Questa sicurezza favorisce l’apprendimento della velocità e la padronanza del corsivo. La scrittura cinestetica tende ad accelerare naturalmente nel tempo e ad acquisire una velocità funzionale senza ridurre la qualità della prestazione che si ottiene con il controllo visivo. Il sistema visivo è molto più lento e meccanico per verificare la catena seriale dei movimenti della mano. (pag. 91) Con l’insegnamento cinestesico del corsivo, si cerca di sviluppare nel bambino il senso ei cambiamenti di direzione, usando il corpo per comprendere le direzioni verbali, ad esempio tracciando una lettera nell’aria, prima di scriverla sul foglio. La ripetizione costante porta poi a stabilizzare e a fissare tale apprendimento, ottenendo il massimo in efficienza con il minimo sforzo e liberando così energie per altri compiti. La soluzione che il cervello adotta per superare la complessità di questi compiti muscolari è di automatizzarli – di creare semplici movimenti micrometrici, memorizzarli, e ripeterli senza variazioni. Una volta che il movimento è appreso, è necessario un minimo controllo sensoriale. Lo stampato richiede uno sforzo a livello visivo, e dunque cognitivo, decisamente maggiore rispetto al corsivo, tende ad essere un’attività più lenta e che affatica di più anche la mano, a causa dei continui sollevamenti di penna dal foglio e, se usato abitualmente, quando si cerca di accelerare il gesto, spesso la scrittura diventa poco leggibile. Inoltre scrivere in stampato minuscolo non è utile per imparare i gesti del corsivo, in quanto lo script presenta numerose lettere che nulla hanno a che fare con le stesse del corsivo. Inoltre lo script presenta stacchi, sia tra le lettere ma anche spesso all’interno di lettera (“a” – “m – “ g” – “ f” ), per cui comporta continui rallentamenti e ritocchi che non favoriscono il collegamento e la scioltezza esecutiva che invece caratterizzano il corsivo. Al contrario il corsivo è nato per la scrittura a mano, per l’esigenza di una grafia più spedita per gli usi comuni, opposta a quella dritta e posata, da cui la tendenza a muovere le lettere le une verso le altre, intrecciando collegamenti agili e sempre più personali.(pag. 93) PER RIUSCIRE A SCRIVERE A MANO Occorre che siano stati realizzati i seguenti tipi di sviluppo: 1. sviluppo cognitivo: riconoscere la corrispondenza tra suono e segno , fonema – grafema, ordinare le lettere in sequenze, capacità di seguire le indicazioni dell’insegnante e cioè prestare la necessaria attenzione, avere memoria visiva, verbale e motoria, essere animato dalla necessaria motivazione. 2. sviluppo motorio ovvero controllo della mano 3. controllo percettivo In questa sede verranno prese in considerazione solo le ultime due variabili, ovvero lo sviluppo motorio in tutte le sue sfaccettature e il controllo percettivo. ABILITA’ MOTORIE Un assunto base della motricità è che la staticità precede la mobilità: per riuscire a coordinare e controllare bene i movimenti, tanto più quelli di motricità fine, è importante che vi sia un fulcro stabile attorno al quale poter muovere gli arti in modo finalizzato. Altro assunto base della motricità riguarda la legge prossimo – distale, secondo cui il controllo motorio si sviluppa a partire dall’asse centrale del corpo, verso le estremità esterne, in direzione delle dita. Pertanto, la successione più funzionale per l’educazione al gesto grafico prevede la cura dei movimenti larghi della spalla, dell’avambraccio, del polso, delle dita. Per questo, inizialmente, è utile far lavorare i bambini in piedi, in posizione eretta, davanti al foglio o, meglio alla lavagna, con gessi che producano più attrito. CURARE LA POSTURA (pag. 31 a pag 38) La postura indica la posizione del corpo mantenuta quando una persona cammina, sta in piedi, è seduta o distesa. Una buona postura si ottiene quando c’è il minimo stress agli arti, pur consentendo una buona funzionalità motoria, senza che si creino dolori alla schiena e alla muscolatura, in modo che il corpo resti rilassato e privo di tensioni. D’altra parte, insegnare a un bambino il modo più comodo e funzionale per sedersi quando si scrive riveste un ruolo importante nell’insegnamento della scrittura a mano, poiché crea le condizioni ottimali insieme alla presa della penna per indurre un buon processo grafico a livello esecutivo (consentendo maggiore resistenza e minore affaticamento)che, a sua volta, ha ripercussioni positive, come precedentemente spiegato, anche sul prodotto grafico, vale a dire sulla qualità stessa della scrittura. In secondo luogo, è utile non avere il banco ingombro di libri, astuccio, ecc. che possono restringere il campo operativo del bambino per scrivere e indurlo a uscire coi gomiti dal tavolo, riducendo la coordinazione dita – polso – gomito per l’avanzamento verso destra della mano. Per prevenire questi rischi è consigliabile alternare le attività grafiche in posizione seduta con altre attività in piedi o camminando, evitando quindi, soprattutto nella fasi iniziali di apprendimento grafico, di mantenere la postura seduta per più di mezz’ora e comunque allungando i tempi con gradualità e rispettando i tempi esecutivi di scrittura, soprattutto nei primi anni di scuola primaria. Inoltre, durante l’atto di scrittura, i movimenti dovrebbero localizzarsi sulla mano scrivente (movimento distale); quando invece i movimenti hanno origine dal gomito o dalla spalla (movimento prossimale), si disperde molta energia inutilmente, si creano spesso tensioni lungo il braccio e il gesto grafico diventa meno preciso. La posizione in piedi , su un piano verticale , a un’altezza superiore a quella degli occhi, aiuta il bambino ad appropriarsi gradualmente di una corretta postura nell’atto di scrivere. Come già detto, a livello motorio, scrivere in piedi consente un controllo posturale solido e stabile per il busto, il collo e le spalle, tenendo dritta la testa, liberando così l’energia che causa tensione e rigidità quando il bambino è seduto. ( ATTIVITA’) Appare dunque evidente il vantaggio di proporre in modo costante e abituale l’uso di superfici grafiche verticali (la lavagna, ma anche fogli, superfici lavabili …) con diversi strumenti (gessetti, ma anche spugnette bagnate, pastelli a cera, ecc) per attività variate (disegni tracciati scivolati e di pregrafismo, forme geometriche, singole lettere …), soprattutto durante la prima fase della scuola dell’infanzia. Questo è quanto mai utile prima di passare alla postura seduta per disegnare o scrivere, prima cioè che si fissino, spesso per mancanza di adeguata preparazione preliminare, posture o impugnature scorrette e poco funzionali. Per facilitare ulteriormente la presa della matita da seduti per scrivere o disegnare, si consiglia, dopo le attività in verticale, di passare da attività pittoriche su grandi fogli in orizzontale, pur stando sempre in piedi. In questo caso, la postura deve non soltanto mantenere un buon equilibrio sulle due gambe, ma deve anche aggiungere un terzo punto di appoggio che possa offrire ulteriore stabilità: la mano non scrivente aperta lateralmente sul foglio. ATTIVITA’ PER POTENZIARE LA FORZA DELLA MANO O LA PRECISIONE DEL MOVIMENTO Siccome uno strumento (matita, penna), non è che l’estensione della mano che lo usa prima di maneggiare uno strumento grafico in modo abile come se fosse una estensione, occorre stimolare il controllo della mano. ATTIVITA’ Mangiare col cucchiaio, pettinarsi, infilare le perline Lavorare con la pasta di sale o con il pongo Usare le mollette da bucato o le forbici Fare il gioco della gru spostando piccoli oggetti come biscotti o caramelle da un recipiente ad un altro con le posate per l’insalata. Raccogliere con le dita oggetti delicati (cornflakes) senza romperli o schiacciarli. Infilare monetine in un salvadanaio, infilare perline o maccheroni in una stringa. Formare con le mani delle palline di mollica di pane. MOVIMENTI DELLE DITA PER FAVORIRE LA DISSOCIAZIONE Spostare palline lungo una guida con ognuna delle cinque dita. Opporre il pollice a turno con ogni dito a partire dall’indice, tenendo le dita semiflesse e contando ad alta voce o associando il ritmo di una filastrocca. Impostare correttamente la presa delle forbici (pag. 25) (il pollice in un foro, il medio nell’altro, mentre l’indice, esterno ai due fori, guida la direzione delle forbici in posizione verticale tenendo mignolo e anulare flessi e stabilizzati contro il palmo. In questo modo, il movimento del ritaglio progressivamente rinforza la separazione delle funzioni motorie delle due parti della mano, preparando una corretta prensione dello strumento grafico per scrivere.) Ritagliare cartoncini progressivamente sempre più spessi. CURARE LA BILATERALITA’ DELLA MANO AUSILIARIA L’integrazione bilaterale della mano non scrivente è molto importante per offrire la stabilità di appoggio sul foglio per tenerlo fermo e consentire, quindi, la mobilità della mano scrivente che possa scorrere con sicurezza verso destra senza urtare l’altra mano che dovrebbe quindi essere posizionata col palmo aperto, sotto quella scrivente. La bilateralità della mano ausiliaria può essere appresa prima di arrivare alla scrittura in diversi modi, ad esempio tenendo fermo un cartoncino quando si ritaglia. LA PRESA DEGLI STRUMENTI GRAFICI Soprattutto nelle fasi iniziali dell’apprendimento i bambini sperimentano diversi tipi di presa che possono cambiare anche a seconda del tipo di attività grafica proposta (disegnare, colorare , scrivere). E’ stato verificato che su 320 bambini senza disfunzioni tra i 2 e i 7 anni, si possono individuare tre tipi di prese secondo tre successive fasi di sviluppo: le prese immature, le prese intermedie, le prese mature. Le principali prese primitive o immature si presentano normalmente prima dei 4 anni, quando il bambino tiene la matita nel palmo in una presa di forza. La scrittura con questo tipo di presa è difficile da padroneggiare, per cui i bambini che accedono alla scuola primaria con questo tipo di presa hanno bisogno di un intervento specialistico. Le prese transitorie o intermedie vengono usate nel periodo intermedio tra le primitive e le mature, generalmente tra i tre e i sei anni. Queste prese presentano movimenti che hanno ancora origine nella spalla, ma comincia a svilupparsi una maggiore mobilità all’altezza del polso e del gomito grazie all’appoggio dell’avambraccio sul tavolo, mentre non si rilevano ancora i movimenti delle dita. E’ importante notare che non tutti gli adulti accedono a prese di tipo maturo, infatti il 5% resta nella fase intermedia. Generalmente si valuta funzionale una presa che consente all’alunno di completare il suo lavoro in modo leggibile, nei tempi previsti. La presa TRIPODE DINAMICA offre un alto livello di precisione e di controllo ed è considerata all’unanimità dagli esperti come la più funzionale per scrivere, e dovrebbe essere incoraggiata quando il bambino è ancora piccolo e non ha sviluppato una postura fissa di scrittura. In particolare, se un bambino si avvicina ai 4 anni di età e non mostra ancora un adeguato sviluppo della presa della matita, si suggerisce di guidarlo direttamente in questo tipo di apprendimento, visto che la presa della penna tende a fissarsi tra i 4 e i 6 anni. GLI STRUMENTI DI SCRITTURA Utilizzo di matite grosse triangolari, definite ergonomiche in quanto facilitano la presa e di conseguenza il movimento. Promuovere l’uso dei gessetti sulla lavagna di ardesia in posizioni verticale, per promuovere una presa matura, mentre si riscontra attualmente un abuso dei pennarelli a punta grossa. Non va infatti sottovalutato come l’attrito e lo sfregamento provocati dal gesso sulla lavagna aiutino il bambino a dosare la pressione da esercitare sul gessetto ma anche la forza, la direzione e la velocità richieste per migliorare sempre di più a propria prestazione grafica. CONTROLLO PERCETTIVO Un ruolo particolare in questo tipo di apprendimento riveste la coordinazione visuo-motoria sebbene il controllo visivo tenda generalmente a diminuire quanto più si sviluppano le abilità grafo-motorie. Per allenare la coordinazione oculo-manuale, si possono proporre fin dalla scuola dell’infanzia esercizi di ritaglio con le forbici, labirinti ed esercizi grafici in cui per prima cosa è utile insegnare a unire due punti chiedendo al bambino di appoggiare la punta della matita sul primo punto mentre gli occhi restano fissi sul punto di arrivo, di collegare poi i due punti con un gesto deciso in modo da ottenere un tratto deciso IN MODO DA OTTENERE UN TRATTO RETTILINEO. In questo modo sono gli occhi che imparano a guidare la mano e non, viceversa, a seguire cosa fa la mano. Analogamente si può quindi passare a collegamenti di più punti per creare figure, forme geometriche o lettere vere e proprie in stampato maiuscolo, alternando gesti decisi con soste ad ogni punto per i cambi di direzione, senza tuttavia staccare la matita dal foglio. (fig. pag.28) Nell’ambito della percezione visiva, in relazione con gli aspetti motori è importante segnalare il Test di integrazione visuo-motoria di K. E. Beery, considerato da alcuni ricercatori come l’indice più significativo per predire le prestazioni di scrittura a mano. Si tratta di un test neuropsicologico che analizza la abilità costruttive visive ed è basato sulla capacità di copiare forme e figure geometriche. Consente di identificare problemi di percezione visiva, di coordinazione motoria e di integrazione visuo-motoria come la coordinazione oculo-manuale. In particolare, valuta l’abilità del bambino di integrare l’immagine visiva delle lettere e delle forme con l’appropriata risposta motoria. ATTIVITA’ Unire due o più punti serve per migliorare il controllo oculo – manuale, vale a dire per stimolare l’occhio a guidare il movimento della mano. A questo scopo bisognerebbe abituare i bambini a fissare il punto di arrivo con gli occhi, chiedendo di eseguire il tracciato con decisione e con una certa velocità per ottenere una linea retta precisa da punto a punto, come abilità di base per realizzare tutti i tracciati rettilinei, le forme geometriche e le lettere in stampato maiuscolo. Meglio ancora se questi tracciati vengono impostati all’interno di una cornice quadrata, come nelle attività grafiche che verranno successivamente proposte e che consente di avere precisi riferimenti spaziali (alto , basso , sinistra, destra) per sviluppare le abilità visuo – percettive. SVILUPPARE IL SENSO DEL TATTO Sempre nell’ambito dello sviluppo percettivo non va sottovalutata la consapevolezza sensoriale di tipo tattile. Il tatto consente alla mano di percepire con accuratezza l’intero oggetto che deve essere preso, fornendo informazioni dettagliate sulla posizione, la forma, le dimensioni, il peso e la forza necessaria per afferrare e tenere lo strumento grafico in mano. Se il senso tattile è compromesso o non adeguatamente sviluppato, il bambino fatica a tenere bene la matita che può anche sfuggirgli di mano e tende ad affidarsi ad altri sensi in modo compensativo, come la vista che tuttavia richiede una maggiore attenzione cognitiva. SCHEDE PER LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE L’ intervento prevede la somministrazione di una stessa scheda in diversi periodi dell’anno per la valutazione iniziale, intermedia e la verifica finale degli eventuali progressi e miglioramenti. La scheda si compone di due parti: la prima che riporta i tracciati rettilinei ed obliqui e la seconda i tracciati di pregrafismo. La valutazione degli esiti fa riferimento a dieci items suddivisi in tre macroaree: SPAZIALITA’ - ordine della sequenza tenuta del rigo simmetria numero degli elementi Distinzione delle grandezze - copia di tracciati rettilinei copia di tracciati di pregrafismo - qualità del tratto curvilineità FORMA MOTRICITA’ - continuità A metà anno i bambini compilano solo la prima parte della scheda perché per metà anno lavorano solo sui tracciati rettilinei ed obliqui, mentre a fine anno compilano l’intera scheda. (pag.88 LETTERE IN FONDO AL MARE)