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Chirurgia plastica
a cura del dr. Carmine Martino - Specialista in Chirurgia Plastica
Il seno piccolo
Gli attuali modelli estetici vogliono le donne
sempre più magre, ma con un seno abbondante.
Le diete portano ad un fisico esile, ma
anche alla riduzione dei depositi di grasso
del seno con conseguente riduzione del
suo volume. Ecco, dunque, la richiesta
al chirurgo plastico di avere almeno due
taglie in più.
L’intervento si chiama: Mastoplastica additiva. Un punto importante è la scelta
delle protesi, Quasi sempre è il chirurgo
a consigliare il tipo di protesi più adatto
al fisico della paziente e illustra l’effetto
che ogni modello ha una volta inserito,
con l’ausilio di immagini fotografiche;
egli cercherà di soddisfare il più possibile le richieste, ma senza assecondare
pretese troppo avventate. I canoni di
bellezza puntano su forme molto naturali,
e tendono ad un modello di seno idale
a goccia, più pieno in basso e piu piatto
in alto, ottenibile con le nuove “protesi
anatomiche”, contro l’ormai superata
moda dei seni “a palloncino”, troppo
gonfi per risultare credibili. In ogni caso,
se il volume può essere facilmente au-
mentato, la forma, spesso, è condizionata da “quella di partenza” In questo
ambito sono stati fatti molti passi avanti,
sia per quel che riguarda le tecniche
ed i materiali utilizzati, sia per la forma
delle protesi.
Tecniche chirurgiche: per introdurre la
protesi occorre riporla in una tasca opportunamente scollata dietro la mammella,
a contatto con la parete toracica.
Se il seno ha un minimo di volume, sufficiente a ricoprire e camuffare la protesi,
questa tasca viene ricavata tra la muscolatura pettorale, che aderisce alla
parete toracica, e la mammella stessa.
(Protesi sottoghiandolare).
Se il seno ha un volume molto scarso, ed
il tessuto e particolarmente sottile, per
dare una buona copertura alla protesi
ed impedire che essa risulti evidente al
tatto ed alla vista, bisogna ricavare una
tasca più profonda che nei suoi due terzi
superiori si estenda anche sotto il muscolo pettorale. (Protesi sottomuscolare).
Le protesi
Le protesi si distinguono per la forma,
per la grandezza ed i materiali di cui
sono fatte e, in base a questo, per
il prezzo. La forma: dalla più classica
semisferica si passa alla più naturale
forma a goccia delle cosiddette “protesi anatomiche”, che garantiscono
una giusta sporgenza, ma dando un
maggior volume nella parte inferiore
del seno.Inoltre hanno altezza, larghezza e proiezione (spessore) variabili. La
Grandezza: per ogni forma c’è una
varietà di dimensioni, che vengono
calcolate in cc (centimetri cubici),
per essere adattate ai gusti ed alle
esigenze di chi si sottopone all’intervento. Le protesi sono progettate per
essere inserite sia in un seno di buone
dimensioni, che in uno medio o piccolo. La scelta di un volume adatto è
il punto cruciale dell’intervento e ne
determina l’esito. In effetti il volume
della protesi deve essere scelto in base
a tre fattori, che sono: il diametro del
torace, la dimensioni originarie del seno
e il grado di “distensibilità” dello stesso,
(che dipende dalla consistenza soda
o flaccida). Per un seno molto piccolo
e “sodo”, in un torace stretto, protesi
piccola, Per un seno discretamente
sviluppato e piuttosto “molle”, in un
torace ampio, protesi grande. I Materiali: il silicone è il materiale più usato
per la realizzazione delle protesi. Altri
materiali sperimentati non si sono rivelati adatti. In particolare si utilizzano
gel di silicone di maggiore o minore
fluidità. Le protesi migliori sono quelle
che contengono un gel ad altissima
densità e coesività, che danno al seno
una consistenza morbida e naturale.
Queste non vanno incontro a fenomeni
di rottura e perdita del gel, anche in
caso di gravi traumi. La sensazione al
tatto è del tutto uguale a quella di un
seno normale molto compatto.
La posizione sottomuscolare della protesi
conferisce una maggiore pienezza alla
parte alta del seno ed al “decolletè”.
Esistono tre diversi modi di intervenire in
base alle vie di accesso: le protesi possono
infatti essere inserite attraverso una incisione lungo il solco mammario (la piega
naturale che forma il seno alla sua base),
oppure sul bordo inferiore dell’areola o
sotto l’ascella. L’incisione sottomammaria, lunga 4 o 5 cm, risulta assolutamente
invisibile, (a meno che la paziente non sia
in posizione distesa), perché coperta dal
seno stesso, che scende naturalmente
verso il basso. È il tipo di intervento più
semplice e meno tràumatico per il seno,
permette di inserire anche protesi molto
grandi.
È la via preferita per preservare la capacità di allattare. L’incisione periareolare
ha la forma di un piccolo arco che segue
il perimetro inferiore dell’areola laddove
la pelle cambia colore. Essa, se eseguita
ad arte, è molto ben mimetizzata dal
passaggio di colore della pelle in quel
punto, ma non completamente invisibile.
Naturalmente si può seguire questa via
solo se le dimensioni dell’areola sono tali
da consentire l’impiego di una protesi
delle dimensioni programmate.
Il passaggio della protesi attraverso questa
via potrebbe danneggiare i dotti galattofori (i canali del latte) e pertanto richiede
particolari accorgimenti in donne giovani
che intendono allattare.
L’incisione ascellare permette di ottenere una cicatrice lontano dal seno, sotto
l’ascella, che è scarsamente visibile.
L’intervento è più complicato perché
meno diretto. Per la tortuosità del passaggio non possono essere inserite protesi
molto grosse né può essere modellata in
modo ottimale la tasca; nel complesso
è la tecnica meno seguita.
L’intervento: come, dove, quando: anche
per la Masto-plastica additiva si ricorre
al Ricovero in Day Hospital, cioè con ricovero e dimissione in giornata.
L’intervento dura circa un’ora e mezza;
in genere non vengono applicati tubi di
drenaggio e la paziente dopo alcune ore
torna a casa con uno speciale reggiseno
compressivo, che dovrà portare per circa
un mese. Sarà presente solo un leggero
indolenzimento del seno senza un vero
e proprio dolore. L’intervento può essere
praticato in ogni periodo dell’anno.
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