Perché un Grido di Guerra?
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Perché un Grido di Guerra?
Periodico dell’Esercito della Salvezza Anno LV Numero 781 Luglio-Agosto 2016 Perché un Grido di Guerra? Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) art. 1 comma 2 - DCB - Roma Tratto e adattato dalla prima pagina del primo Grido di Guerra stampato in Italia in agosto 1887 Cosa vuol dire questo Grido di Guerra? Vuol dire precisamente che siamo in guerra! Ma non come voi immaginate, col fucile e con la baionetta e contro un nemico umano ... ma con l’amore di Dio nel cuore e con la fede in Cristo, e, imitando il suo esempio divino, cerchiamo di alleviare le miserie dell’umanità combattendo il vizio, il peccato e ogni opera del diavolo. Il mondo è infelice perché ha bisogno di Dio! Sono la sua ribellione contro di Lui, l’abbondanza del vizio e del peccato che lo rendono così infelice. Il mondo sa che Cristo è chiamato Salvatore, Buon Pastore, Amico dell’uomo, anzi del povero e del peccatore. Ma, non sa che Egli farà qualcosa per loro in questa vita. Egli salva pienamente da ogni peccato tutti coloro che vengono a Lui. [...] il mondo ha dimenticato che la religione di Gesù Cristo non è una semplice forma o una cerimonia, ma una realtà pratica e buona per tutti. L’Esercito della Salvezza, praticando e insegnando le massime di Gesù, ha trovato che il Dio dei primi apostoli non è cambiato, che Egli serve l’umanità oggi come allora, quando [l’Esercito] va all’opera con la stessa convinzione degli Apostoli. Sono soltanto 21 anni che il capo di questo movimento popolare ha abbandonato la Chiesa, amici, ricchezze e tutte le cose del mondo, per servire Dio come fecero gli Apostoli, predicando per le vie di Londra. Egli era solo fra la gente più povera di Londra, dove si erse il primo Grido di Guerra, ma, di fatto, non era solo perché il Dio nel quale credeva era lì per aiutarlo. Poco a poco, a forza di pazienza e di fede, seppe radunare intorno a sé uomini e donne che si convertivano e, poi, animati dallo stesso amore per il prossimo, lavoravano diligentemente per la salvezza degli altri. Il generale William Booth si era dato a Cristo per essere suo apostolo ai pagani di Londra, e la massa del popolo, di quella grande città, che prima era senza alcuna moralità, né religione, ora convertita, è senza dubbio una prova del buon successo dell’opera sua e una motivazione e anche una prova che la sua offerta venne accettata. La sua prima idea fu di convertire il popolo e di mandarlo alle chiese, ma dovette rinunziare a quell’idea perché: 1 Essi non volevano andarvi 2 non furono accettati quando vi si recavano 3 anche il Generale aveva bisogno del loro aiuto nell’opera importante per la salvezza delle anime e le tante opportunità per l’esercizio dei doni di ogni uomo, donna, giovane e anche fanciullo nel servizio di Dio, per aiutare a guadagnare a Lui questo mondo ribelle Tutto questo si traduce in riunioni di conversione, di santificazione, di battesimo di Spirito Santo, e di Gioia Celeste. Perché il Grido di Guerra? Perché è un Grido contro il male, il vizio e il diavolo. (Noi non pretendiamo alcuna eccellenza letteraria, desideriamo piuttosto di essere ben capiti dal lettore... ed essere di benedizione per tutti – Agosto 1887). Primo numero del Grido di Guerra - 1887 Il Generale Booth elencava alcuni dei principi che erano stati per lui grande benedizione: 1 rivolgerci al popolo con il messaggio della salvezza 2 attirare il popolo 3 salvare il popolo 4 impiegare il popolo nell’opera – è da esso che vengono gli ufficiali Luglio-Agosto 2016 Faeto – Tristezza, gioia e speranza! • • però difficoltà a riprendersi anche a causa delle tante partenze di emigranti verso il nord e sud America, ma gli ufficiali erano assegnati al Corpo e il servizio continuava. Tra i presenti in sala per questo culto particolare, anche alcuni ufficiali che hanno servito a Faeto. Tra questi io stesso, che pure avevo iniziato il mio ministero pastorale a Faeto nel 1983 e che ora chiudevo definitivamente la proprietà, mettendo in atto una decisione presa tristemente da molto tempo. Com’era possibile che Dio permettesse una tale cosa, come sarebbe continuata la testimonianza salutista? Erano i pensieri che mi accompagnavano nel viaggio di ritorno a Roma, poi, così naturalmente da sembrare ovvio, durante una pausa per mangiare un boccone, uno dei camerieri, attirato dalle nostre divise, si è accostato a noi, chiedendoci “cosa fossimo”. Ne è seguita una lunga conversazione, nel corso della quale abbiamo potuto condividere il messaggio di Gesù che salva e trasforma. C’eravamo sentiti tristi, proprio come il popolo d’Israele quando aveva perso il tempio a Gerusalemme e, nel loro modo di percepire il divino, con esso anche la presenza di Dio. Quella tristezza si trasformava ora nella gioia data dalla conferma che Dio è lì e opera, dove il suo messaggio è annunciato con convinzione e stabilisce la sua dimora nel cuore di ogni persona che lo riceve. Massimo Tursi, ten. colonnello Capo del Comando Elaine Cavanagh, maggiore Affrettatevi ad iscriver vi! B0BBIO PELLICE dal 6 al 16 agosto CAMPO GIOVANI [email protected] & Ordini di marcia La capitana Patricia Jacquet è nominata Addetta Amministrativa per le opere sociali presso il Centro Virgilio Paglieri La tenente Francesca di Nucci è nominata Redattrice de “Il Grido di Guerra”, in aggiunta alle sue responsabilità attuali come ufficiale del Corpo di Castelvetrano Luglio-Agosto 2016 Questo numero del Grido mi fa pensare alle parole cantate da Celine Dion nel famoso film Titanic: “Vicino, lontano, ovunque tu sia, io credo che il cuore vada avanti”. L’articolo sull’allontanamento della terra dal sole che stranamente ci lascia più esposti al caldo e in pericolo di siccità, ci fa riflettere sull’esperienze della lontananza da Dio raccontate nelle due testimonianze e l’esperienza di isolamento e difficoltà che questo comporta. Leggendo poi il racconto del Grido di Guerra del 1887, vediamo come William Booth ha dovuto purtroppo allontanarsi dalla sua Chiesa, per essere vicino a Dio, sulle strade di Londra per aiutare la gente in difficoltà. Le parole del canto ritornano ancora leggendo il racconto della celebrazione per la vita del corpo di Faeto. A differenza del popolo d’Israele, che credeva di aver perso la presenza di Dio nella distruzione del tempio, crediamo che l’opera di Dio vada avanti nel cuore di chiunque crede in Cristo e riceve il suo Spirito. In queste prossime settimane, molti ci troveremo lontani dalle nostre comunità, ma ricordiamoci che Dio ci accompagnerà mentre continueremo a curare il nostro rapporto con Lui! (Salmo 139) editoriale Quello del 22 maggio a Faeto, in provincia di Foggia, resterà a lungo nella mia memoria, come un culto contrassegnato da sentimenti contrastanti. Contrastanti, perché è stato al tempo stesso un culto di riconoscenza per quanto fatto attraverso più di cento anni nel paese più alto della Puglia, e di rammarico perché ha sancito la fine di quell’esperienza e la chiusura definitiva della presenza salutista in quel luogo. La gioia di ripercorrerne la storia, citando ad alta voce i nomi di tanti eroi del passato al servizio della popolazione locale, era mista a emozione. Avevamo l’impressione di leggere quel capitolo dell’epistola agli Ebrei (11), nel quale l’autore menziona per nome i tanti eroi della fede e, alla fine, si rende conto che non avrebbe avuto né spazio né tempo per raccontare di ognuno di essi, ma ha voluto citarli tutti. Abbiamo voluto onorare la testimonianza di Vito Mastri, che aveva bisogno dell’aiuto del vispo piccolo Michele per leggere la Bibbia durante le visite alla gente del paese. Abbiamo ripercorso gli anni della Capitana Petitpierre con i tre centri salutisti a Faeto e le lezioni d’inglese per gli aspiranti emigranti. Come dimenticare i tempi bui della persecuzione e della minaccia, con il confinamento delle sorelle Antonia e Prospina Figliola, passando per le perquisizioni, i nascondigli negli armadi e le Bibbie e le raccolte dei cantici nascoste nei campi di proprietà di membri della famiglia salutista. Una storia salutista a Faeto marcata da atteggiamenti opposti: da una parte la gente che sapeva apprezzare le opportunità offerte dalla presenza Salutista, e dall’altra le autorità istituzionali e religiose insofferenti verso quella presenza. Dei testimoni raccontano del rammarico del Sindaco alla fine della guerra per il fatto di essere stato costretto a ridare le chiavi della proprietà ai Salutisti che erano venuti a reclamarla. Quanta sofferenza in quel lancio della chiave dalla finestra socchiusa; gesto di rassegnata sconfitta. L’opera salutista ebbe • CAMPO MUSICA & FAMIGLIE [email protected] Promossi al grado di Capitano La maggiore Virginia Pavoni è nominata responsabile dell’Ufficio Ricerca Famigliari, in aggiunta alle sue responsabilità attuali come Capo Redattrice e membro del team dei Ministeri Femminili • tenente Manuela Castaldo Effettivo dal 1 luglio 2016 Massimo Tursi, Capo del Comando • tenente Anastasia Arpatzi • tenente Neofytos Totsios Riflessione Estate: l’afelio questo sconosciuto Il prossimo 4 Luglio faremo conoscenza con l’afelio: il punto dell’orbita terrestre in cui il nostro pianeta si trova a maggiore distanza dalla sua stella, il Sole, ovvero a ben 152.102.196 Km. Questo avviene perché l’orbita di tutti i pianeti attorno al Sole non è perfettamente circolare, ma ellittica e fa sì che, in diversi periodi dell’anno, ogni pianeta si trovi a maggiore o minore (perielio) distanza dal Sole. Inoltre, durante l’afelio, la Terra ruota intorno al Sole a velocità minore e, durante il perielio, a velocità maggiore, a causa dell’attrazione gravitazionale del Sole. Tale comportamento è stato ben descritto dall’astronomo e teologo evangelico tedesco Giovanni Keplero nella prima delle sue tre leggi. L’aspetto che potrebbe risultare strano ad una valutazione superficiale è il fatto che la stagione estiva capiti proprio durante questo periodo di maggiore lontananza dal Sole e, al contrario, quella invernale, con temperature più rigide, a distanza minore. Ciò è valido per noi che viviamo nell’emisfero settentrionale ma, per coloro che vivono nella parte meridionale del globo, il discorso si inverte. Ma se il Sole è così lontano, perché fa così caldo? Evidentemente, non è solo una questione di distanze, ma qualcos’altro entra in gioco Campo donne Ischia 2016 Nella splendida location salutista di “Concordia”, nel cuore di Forio d’Ischia, si è svolto dal 6 al 9 giugno il Campo Donne 2016. Accolte con semplicità e calore dalle organizzatrici e dalla responsabile del centro, 15 donne provenienti da più parti d’Italia, ciascuna con un proprio bagaglio... non solo materiale... ma anche culturale, spirituale, di stress, di preoccupazioni e con aspettative diverse, hanno trascorso insieme 4 giorni, condividendo tanti momenti ed attività per spiegare un comportamento così bizzarro. Il responsabile di queste anomalie è l’asse terrestre il quale, non essendo perfettamente verticale ma inclinato (di circa 23°), espone i due emisferi a diversi gradi di insolazione. Quando la Terra raggiunge l’afelio l’asse terrestre è inclinato in modo tale da esporre maggiormente il nostro emisfero ai raggi solari (quindi fa più caldo) mentre, nell’altro emisfero è inverno. Poiché l’inclinazione dell’asse terrestre non varia, durante il perielio (che abbiamo descritto come il punto dell’orbita terrestre in cui la Terra si trova più vicina al Sole), la nostra porzione di globo risulterà meno illuminata (quindi farà più freddo) mentre nell’emisfero opposto sarà estate. Nella vita del cristiano tutto ciò che è stato diverse. Le parole chiave che hanno fatto da filo conduttore sono state: gioia e appartenenza. Si può essere gioiosi anche nelle difficoltà o nello stress quotidiano? Cosa significa appartenere a qualcuno e, nello specifico, a Dio? Gli studi biblici hanno fatto riflettere sul senso di “appartenenza” dalla più generica società o famiglia fino a Dio, ricordando che essa prevede sia privilegi che doveri. Le passeggiate meditative hanno aiutato a pensare a ciò che crea o “ruba” la gioia, alla differenza tra il piacere effimero che eventi della vita possono apportare, e la gioia profonda che la fede e l’amore di Dio dà. Nelle attività creative si è imparato come attraverso il gioco sia possibile distrarsi dalle proprie preoccupazioni e godere di descritto può trovare un’applicazione pratica: quanto più ci allontaniamo dai concetti materiali che dominano questo mondo, quanto più riusciamo a pensare con una mente trasformata, tanto più possiamo avvicinarci a Dio per ricevere, direttamente da Lui, la Sua luce, il Suo calore. L’insolazione indica la quantità di sole/calore ricevuta: una eccessiva e prolungata esposizione al sole comporta sicuramente dei rischi. Con il Signore la situazione si ribalta: tanto più ci esponiamo e tanto più saremo avvolti e benedetti dal Suo amore. C’è chi pensa che la felicità sia data dalle cose che possediamo, dalle nostre brillanti idee appiattite sul pensiero dominante, o dall’indossare abiti che tutti vorrebbero avere, ma è nella capacità che abbiamo di distanziarci dalla materialità per immergerci nella libertà che Dio ci offre, e attraverso il rapporto che instauriamo con Lui, essa è pienamente realizzata. In un certo senso, potremmo dire che l’uomo è “inclinato”, cioè lontano da Dio, perché è peccatore. La luce di Dio può, però, raggiungerlo e trasformarlo. Lascerai che Dio ti metta nella giusta condizione per la migliore esposizione? Franco Paone, Corpo di Napoli momenti spensierati: si è giocato proprio come bambine all’asilo, con il das, con carta colla e forbici, si è imparato a ballare ed a “cucinare” nuove ricette... insomma si è sperimentato, nel bel mezzo della propria vita senza che nulla in essa cambiasse, a porre attenzione altrove, per trovare ristoro nell’amore di Gesù che invita a entrare in comunione con Lui e affidargli ogni peso. Personalizzando il versetto di Michea 6:8... ”O donna che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia e cammini umilmente con il tuo Dio?” Si può, alla fine del campo, dire che ciascuna ha potuto aggiungere alla propria valigia un piccolo pezzetto di arte e vari attimi di comunione e di serenità che rimarranno per sempre nel proprio cuore, con la consapevolezza di aver condiviso uno stesso obiettivo: ricordarsi l’un l’altra la Gioia di AppartenerGli. Giulia Nitti e Emanuela Bartolomucci Luglio-Agosto 2016 Testimonianza Sono entrata per chiedere aiuto, oggi io aiuto gli altri Mi chiamo Angela, sono alla soglia dei 50 anni. Sono mamma di 6 figli, dei quali l’ultima con problemi di disabilità. Ho due matrimoni falliti alle spalle, e una vita di rinunce e sacrifici. Sono arrivata al crollo totale dopo la morte di mio padre, il mio unico punto di riferimento e di forza, anche economico e, in seguito, quando ho scoperto della malattia di mia figlia; mi sentivo in un tunnel senza uscita. È stato allora che ho deciso di rivolgermi ai servizi sociali nella speranza di trovare un lavoro o ottenere un sussidio che mi permettesse di mantenere me e la mia famiglia. Mi fu dato un indirizzo al quale avrei potuto rivolgermi, e ci andai. Ricordo perfettamente la prima volta che entrai: Esercito della Salvezza? Ero confusa e frastornata. Non mi resi nemmeno conto che fosse una chiesa, e per giunta evangelica; io ero cattolica non praticante. Feci una lunga chiacchierata con la persona che mi ricevette, e non so il perché, ma mi ispirava fiducia con la sua dolcezza e il suo modo di accogliermi. Le aprii il mio cuore, confidandole problemi e dolori, lei mi abbracciò con tanta tenerezza e compassione. Poi mi parlò della comunità, di cosa si occupavano e di come aiutavano le persone. Io pensavo ancora che lavorassero per i servizi sociali e non avevo capito che fosse una questione di fede. Prima di salutarci, fui invitata a una cena solidale e ad altre attività che si sarebbero svolte lì. Ci salutammo affettuosamente e andai via. La cosa straordinaria, però, fu che mentre uscivo, mi dissi... “Io non andrò più via da qui”, non sapendo nemmeno il perché di quella sensazionoe. Fu così che incominciai a partecipare a tutte le attività: più stavo in quel luogo, più mi sentivo bene; sentivo l’accoglienza della comunità, con un sorriso, con un abbraccio, la gente mi faceva sentire che non ero sola. Per quanto la mia situazione familiare sia tuttora difficile, quando sono in chiesa all’Esercito della Salvezza sento gioia e pace, soprattutto quando collaboriamo alla preparazione delle cene solidali, alla distribuzione di vestiti e pasti. In queste occasioni ho visto la vera disperazione e l’abbandono. Per ogni pasto che abbiamo donato e per ogni bicchiere di latte caldo offerto, ho pregato che le persone che ricevevano il nostro aiuto sentissero l’amore di Dio. Man mano che vado avanti, sono sempre più consapevole che sono Mi chiamo Jacob Aimé Gildas Ouakatoulou e vengo da Brazzaville, nella Repubblica del Congo. È nel Corpo di Ngambio in quella città, che sono stato arruolato giovane soldato dell’Esercito della Salvezza nel 1987. Nel 2007 mi sono trasferito in Italia, a Pisa, dove tuttora lavoro e studio. Il giorno di Pasqua di quest’anno sono stato arruolato come soldato di Cristo, ma in realtà non è stato facile per me ritrovare la mia famiglia spirituale. Infatti, quando lasciai il mio Paese, mia zia m’incoraggiava sempre a continuare a cer- care l’Esercito della Salvezza in Italia, ma senza successo… anche perché cercavo in internet “Armata della Salute”. Non sapendo dove andare, ho trascorso diversi anni senza frequentare una chiesa. A gennaio del 2016, grazie a Dio, ho trovato il corpo di Firenze, e subito ho avuto il desiderio di frequentare i corsi per diventare Soldato. È stata una grande gioia ritrovare la mia famiglia spirituale, e con essa continuare il mio cammino col Signore. Non è sempre stato semplice per me, ho avuto momenti di alti e bassi. Spesso mi sentivo così lontano da Gesù, quasi che non facesse più parte della mia vita. Egli mi ha, però, fatto risalire dal buco nel quale ero finito; sentivo la sua dolce voce che mi diceva: “Vorrei aiutarti, vorrei prendere il tuo peso!”. Rimanevo sempre perso nelle onde buie del peccato. Ho commesso delle cose indegne, La mia testimonianza IL GRIDO DI GUERRA Organo ufficiale dell’Esercito della Salvezza Dir. Responsabile: ten. col. Massimo Tursi Team editoriale: magg. V. Pavoni Longo, ten. F. Longo, Paolo Consentino Reg. Trib. N. 8143 del 26/06/1961 CCP n. 85651826 - IIBAN IT 67 S 02008 03284 000102712418 Stampato presso: Tip. Bellastampa srl Via Collatina, 41 - 00177 Roma Luglio-Agosto 2016 DICHIARAZIONE DI INTENTI Il Grido di Guerra - contro il male e l’ingiustizia - è l’organo ufficiale dell’Esercito della Salvezza. Esso è l’espressione del pensiero del nostro movimento. Pertanto, esso ha tre obiettivi principali: evangelizzazione, informazione sulle attività e l’Opera in Italia, informazione a livello internazionale. Questi obiettivi saranno conseguiti mediante la pubblicazione di brevi articoli attuali e rispondenti alla nostra cultura. entrata per chiedere aiuto e mi sono ritrovata io ad aiutare io gli altri, scoprendo quanto sia bello aiutare il prossimo. A distanza di un anno, posso capire il perché di quella mia certezza il primo giorno: io stavo cercando Dio, e lui ha guidato i miei passi all’Esercito della Salvezza. Ora ho iniziato il corso per diventare un membro attivo, un soldato1, e prego che il Signore continui a guidare i miei passi nella sua volontà. Angela Valente, Napoli 1 Un Soldato dell’Esercito della Salvezza è un credente che risponde alla chiamata di Dio e consacra la propria vita all’annuncio dell’evangelo e al servizio verso le persone nel bisogno. ma lui, il Signore Gesù Cristo, il mio unico Salvatore, è stato sempre fedele con me. La sua fedeltà è infinita. Oggi più che mai posso affermare che non esiste un amico così fedele come Gesù Cristo e la sua salvezza è stata data per mezzo del suo sacrificio prezioso sulla croce. Ho invocato il suo nome e ho implorato il suo perdono. Nella lettera ai Romani 10:13 è scritto: “Chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato”. Iddio mi ha guidato fino a trovare la giusta strada. Egli è la via, la verità e la vita. Egli si prende cura di me in ogni momento, ogni giorno. Grazie al Signore di avermi aiutato a ritrovare il mio cammino, vi assicuro che non esiste altra guida così affidabile! Jacob Aimé Gildas Ouakatoulou, Firenze ESERCITO DELLA SALVEZZA QUARTIERE GENERALE NAZIONALE Via degli Apuli, 39 - 00185 Roma Tel. 06.44740630 Fax 06.44740640 www.esercitodellasalvezza.org QUARTIERE GENERALE INTERNAZIONALE 101 Queen Victoria Street, London EC4P 4EP Fondatore: William Booth Generale: André Cox Capo del Comando, Italia e Grecia ten. colonnello Massimo Tursi INDIRIZZI LOCALI Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana