Daniel Harding accende il Festival

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Daniel Harding accende il Festival
Spettacoli 57
L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 1 MAGGIO 2011
a
Daniel Harding accende il Festival
Il Pianistico parte col botto: debutto bergamasco per il talentuoso direttore d’orchestra inglese
Per la prima volta nella storia al Donizetti verrà eseguita la Sinfonia n. 9 di Gustav Mahler
BERNARDINO ZAPPA
nell’estate 1909 a Dobbiaco e
completata nel marzo 1910 a
New York. Che si possa parlare
di evento, non ci sembra esagerato. Per l’eccezionalità dell’inaugurazione basterebbero i protagonisti della serata – direttore e
orchestra – ma per Bergamo (e
crediamo pure Brescia) il contenuto della proposta non è meno
importante.
Sotto la veste delle ricorrenze
anniversarie, come ha spiegato il
direttore artistico Pier Carlo Orizio, i centenari di Liszt (200° della nascita) e Mahler
(100° della morte) ofspunti che hanL’orchestra frono
no poco della «comè quella memorazione» celee assai più dei
della Radio brativa
messaggi attuali, valiSvedese, in di quasi più oggi che al
grande loroLatempo.
Nona di Mahler
crescita è una grande architettura in quattro parti
per circa un’ora e mezza di musica. Il compositore boemo spiegava il suo impegno compositivo in modo quasi elementare:
«Per me sinfonia significa costruire un mondo con tutti i
mezzi tecnici a disposizione». In
realtà la creazione sinfonica di
Mahler è stata compresa ed apprezzata solo dopo decenni dalla morte dell’autore.
La composizione è stata perseguita da Mahler tenacemente,
quasi nonostante la sua carriera.
La sua vicenda artistica lo spostava continuamente sul versante della direzione, e lo vide pres-
a Nel segno di Mahler. Il
Festival Pianistico Internazionale di Bergamo e Brescia inizia alla sua maniera, in grande stile.
Questa sera (ore 21, biglietti 3512 euro) al teatro Donizetti (domani a Brescia) Daniel Harding
sarà sul podio della Swedish Radio Symphony Orchestra, di cui
è direttore musicale, per dirige
la Sinfonia n. 9 in re maggiore di
Gustav Mahler.
Si tratta di un debutto: anzi
più esattamente di un triplo debutto. Per la prima
volta infatti appare in
città il talentuoso direttore inglese, già assistente e prediletto di
Simon Rattle e Claudio Abbado. Carriera
brillantissima e precoce, attuale Direttore ospite della London Symphony Orchestra, protagonista
dell’ultimo concerto di Capodanno alla Fenice di Venezia e
prima bacchetta ad inaugurare
(2005) la Stagione alla Scala dopo Riccardo Muti.
Per la prima prima volta si
presenta ai bergamaschi e ai bresciani l’orchestra della Radio
Svedese – di recente prescelta
dalla Deutsche Grammophon
per registrazioni discografiche.
Ma la cosa da un certo punto
di vista ancor più significativa è
la «prima» in terra bergamasca
della penultima delle sinfonie di
Mahler, quasi cent’anni dopo la
sua stesura: la Nona fu scritta
soché ininfluente come compositore. Come direttore d’orchestra aveva iniziato a vent’anni,
nel 1880, con l’operetta; nel giro
di dieci anni, si era guadagnato la
stima di Hans von Bulow (che divenne suo sostenitore e lo
chiamò ad Amburgo) e la viva
ammirazione di Brahms (che
aveva visto un suo Don Giovanni
a Budapest nel 1890).
Della Nona sinfonia l’errore
maggiore che si può fare è quello di considerarla un lungo e nostalgico canto di morte, quasi un
abbandono preconizzato, tradotto in suoni: quella sorta di «desiderio, o stile di dissolvimento»
che traspare nella forma, nell’apparenza della musica.
I quattro tempi in cui è articolata invertono le successioni
consuete: andante e adagio aprono e chiudono, in mezzo un
Landler tranquillo e un Rondò
allegro assai.
Procedimenti dissociativi, reminiscenze, intrecci di elementi formali diversi accostati in modo inedito, si susseguono e – come si legge anche nelle indicazioni sulla partitura («come un
greve corteo funebre») lasciano
intravedere un «presentimento
di morte». Ma, come scrisse entusiasta il giovane Alban Berg nel
1912, dopo la prima esecuzione,
dietro questo pensiero dell’aldilà,
c’è il desiderio di un cuore («il più
splendido che abbia mai pulsato
fra tutti gli uomini») di godere fino all’ultimo di «tutti i tesori che
la terra offre». ■
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Questa sera alle 21 al teatro Donizetti, per il Festival Pianistico, salirà sul podio il direttore inglese Daniel Harding
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Da Verdi a D’Annunzio
al Lunedì dell’Estudiantina
Emozione a Seriate
con il flamenco
Le canzoni
di Lorenzo
Monguzzi
a Villongo
a L’ appuntamento di maggio della rassegna, a cadenza mensile, «I Lunedì dell’Estudiantina» è
in programma domani alle 21 – ingresso libero – nella sala «Pietro
Antonio Locatelli» di via Arena.
In concerto che esce dall’alveo
naturale della manifestazione,
dedicata preminentemente alla
famiglia degli strumenti a pizzico, quali chitarra e mandolino.
Sarà la volta, infatti, di un recital
nel quale si esibiranno il soprano Luciana Costanzi e il tenore
Simone Francesco Liconti, accompagnati dal pianoforte di Fabrizio Capitanio. Il concerto si
suddividerà in due sezioni ben
distinte, ma sottilmente connesse: un accostamento di brani solistici e di duetti – raramente
eseguiti – legati reciprocamente
per ragioni sia musicali che testuali.
Nella prima parte, dedicata
alla musica da camera, figurano
due brani con un mandolino in
organico affidato allo strumentista Redi Lamçja. Il recital si
aprirà con una dolce ninna nanna di Emilio Pizzi, nella quale
l’atmosfera notturna e l’innocente sonno del bimbo sono ritratti dai raffinati ed efficaci
«giochi» armonici e timbrici del
brano. Con La serenata, un notturno di Rossini, l’atmosfera onirica permane, acquistando una
Il soprano Luciana Costanzi
valenza molto particolare: il pesarese riesce a trasformare un
tradizionale notturno amoroso
in una composizione intessuta
di sottile ironia e sensualità.
«Woodland serenade per voce,
mandolino e pianoforte di Angelo Mascheroni appartiene al genere della serenata, contraddistinta però da accenti freschi e
popolari: la timbrica conferita
dallo strumento a plettro contribuisce a rendere il pezzo assai vivace. Il primo tempo si chiuderà
con il duetto da camera Che vuoi
di più? di Donizetti, brano tipicamente salottiero della prima
metà dell’Ottocento. La seconda
parte sarà dedicata al melo-
dramma italiano e francese: si
aprirà con Par le rang da La figlia
del reggimento, celebre opera
sempre di Donizetti. Un brano
altrettanto nostalgico è Parlemoi de ma mère tratto dal I atto
della Carmen di Bizet, un suggestivo duetto nel quale le reminiscenze si intrecciano e si dipanano sulle ispirate melodie scritte
dall’operista francese. Un breve
intermezzo cameristico per tenore è offerto da L’alba separa
dalla luce l’ombra, su testo poetico di D’Annunzio musicato dall’amico F. Paolo Tosti, che introdurrà il duetto conclusivo del
concerto Già nella notte densa,
dall’Otello di Verdi. Nata a Genova, la passione per la musica e
l’innata propensione per il canto hanno spinto Luciana Costanzi allo studio della lirica, diplomata in Canto presso il conservatorio Puccini di La Spezia e
perfezionatasi poi nel repertorio
con Alida Ferrarini, mentre Liconti è un tenore lirico-drammatico che ha al suo attivo diverse partecipazioni ad eventi operistici del repertorio ottocentesco. Capitanio si è diplomato in
pianoforte principale e composizione al Verdi di Milano: figura musicale eclettica è sia pianista sia profondo musicologo. ■
Stefano Cortesi
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a Nessun titolo poteva essere più azzeccato per definire le atmosfere suggestive dello spettacolo andato in scena ieri sera al Teatro
Gavazzeni di Seriate: «Ritmo flamenco... Emozioni in musica».
È infatti la sintesi perfetta che
definisce l’atmosfera della serata, un bel concentrato di emozioni sul filo delle atmosfere e della
musica flamenca. Ad esibirsi sul
palco del teatro Gavazzeni la
Compagnia AyF, una compagnia
nata dal desiderio di Monica
Morra di diffondere in Italia l’arte del Flamenco, impegnandosi
a portare sulla scena autenticità
e purezza.
Lo spettacolo promosso dal
Comune di Seriate ha registrato
il tutto esaurito, ma soprattutto
ha riscosso gli applausi generosi
del pubblico che ha dimostrato
così di seguire con partecipazione i sentimenti della gioia, del
dolore e della passione che il flamenco vuole rappresentare attraverso la danza, la musica e il
canto. La compagnia AyF ha saputo alternare, con sapienza,
brani di solo canto (con la voce
di Josè Salguero), sottolineato
dal ritmo delle percussioni (Paolo Mappa) e dalla melodia di due
chitarre (Marco Perona e Nucho
Nobile), a coreografie di flamenco interpretate ora da singoli ballerini, ora da coppie, ora da più
a Alle celebrazioni per la
Festa dei Lavoratori non sfugge
nemmeno il Circolo Vizioso di Villongo, lo spazio giovanile ospitato
dall’Oratorio San Filastro, che ha
organizzato una due giorni di musica e altro.
ballerini (Claudio Javarone, Andrea Lamberti, Valentina Caiazzo, Simona del Giudice, Rosanna
Del Re, Silvia Moiani «Chiqui» e
Simona Rittà). Un’atmosfera corale più gioiosa ha così lasciato il
posto a interpretazioni più meditative e sofferte. Il tutto proposto con attenzione alla ricerca
tecnica e stilistica.
La passione e la professionalità dell’ensemble hanno saputo
far vibrare gli animi degli spettatori, «emozioni in musica» che
sicuramente sono state condivise con gli stessi ballerini e musicisti della compagnia. ■
Fra pizze, grigliate, esibizioni di
artisti di strada, giocoleria, mostre e bancarelle, ha trovato spazio anche la musica dal vivo. Ieri sera si sono alternati sul palco di via Monte Grappa Simone
Rainieri, Fraulein Rotternmaier, Capre A Sonagli e l’eclettico rock dei bergamaschi Triste Colore Rosa, impegnati nella promozione dell’album d’esordio Scomparire in 11 semplici mosse.
Questa sera, dalle ore 20, si
ascolteranno invece i brani originali e le cover rock per violoncello e pianoforte del duo Eleuteria e le canzoni di Lorenzo
Monguzzi. Ben noto al pubblico
bergamasco come componente
del trio cantautorale acustico
Mercanti di Liquore, il brianzolo Monguzzi proporrà i classici
del suo gruppo e qualche brano
dal suo primo album da solista,
accompagnato dalla violoncellista bresciana Daniela Savoldi.
Ingresso gratuito. ■
T. S.
Diego Ancordi
Flamenco a Seriate FOTO YURI
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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