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TRENTUNESIMA EDIZIONE
GEN OVA 26 MAGGIO 2012
Museo Luzzati a Porta Siberia
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Premio Andersen - il mondo dell’infanzia
I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
www.premioandersen.it
PREMESSA | Dal 2011 in Italia il mese di maggio è dedicato ai libri e alla lettura. E' questo, infatti, il mese scelto dal Centro per il
Libro e la Lettura del Ministero Beni e Attività Culturali per la campagna nazionale di promozione della lettura “Il Maggio dei libri”.
Un mese di libri per tutti, ma anche con un programma speciale dedicato ai più giovani:“Amo chi legge”, una grande festa della lettura per bimbi e ragazzi promossa quest'anno dall'Associazione Italiana Editori in moltissime librerie di tutta Italia.
EDIZIONE 2012 A GENOVA | E' anche in questo contesto che si svolgerà a Genova la 31ma edizione del Premio Andersen - Il
mondo dell'infanzia, il maggior riconoscimento italiano assegnato alle più belle letture per i ragazzi. Ogni anno le scelte della giuria -composta dalla redazione della rivista Andersen e dai fondatori della storica Libreria dei ragazzi di Milano- fanno conoscere al
grande pubblico non solo l'opera dei grandi autori, ma anche le voci nuove e i talenti emergenti, registrando e promuovendo i processi di rinnovamento del settore. Un'occasione per vedere, incontrare, celebrare, apprezzare, leggere, ascoltare e toccare i migliori libri per bambini e ragazzi pubblicati in Italia quest'anno.
Sabato 26 maggio 2012 al Museo Luzzati a Porta Siberia nel Porto Antico di Genova avrà luogo la cerimonia di
assegnazione del “Premio Andersen - il mondo dell'infanzia” giunto alla sua 31ma edizione: saranno premiati i migliori libri per l'infanzia pubblicati in Italia alla presenza dei loro scrittori, illustratori ed editori e verranno assegnati gli annuali riconoscimenti per la promozione della lettura a enti, associazioni, operatori culturali.
INIZIATIVE IN PROGRAMMA | Il Premio è anche un'opportunità di valorizzazione della città di Genova - la città che ospita la
cerimonia di premiazione e che ha visto nascere la rivista (fondata nel 1982 da Gualtiero Schiaffino e Ferruccio Giromini).Anche
quest'anno Andersen organizza, in collaborazione con il Museo Luzzati a Po rta Siberia e numerosi enti e associazioni, un calendario di eventi capaci di creare sinergia tra differenti realtà delle istituzioni, della cultura, dell'impresa e della società civile ligure al
fine di allestire in città una grande festa del libro e della cultura per l'infanzia.
INCONTRI IN PROVINCIA - i libri finalisti del Premio 2012 - Un ciclo di appuntamenti di aggiornamento rivolti a insegnanti, bibliotecari, librai, operatori culturali e genitori, durante i quali sarà offe rto uno sguardo alla migliore produzione editoriale per
ragazzi dell'anno presentando le terne finaliste del premio. Intervengono Walter Fochesato (rivista e premio Andersen) e Donatella
Curletto (CSB Provincia di Genova). In collaborazione con il Centro Sistema Bibliotecario della Provincia di Genova.
10 MAGGIO - 17,00-18,30 LAVAGNA (GE) - AUDITORIUM CAMPODONICO
15 MAGGIO - 17,00-18,30 CAMPOMORONE (GE) - BIBLIOTECA CIVICA
16 MAGGIO - 17,00-18,30 ROSSIGLIONE (GE) - BIBLIOT E CA COMUNALE “NICOLO' ODONE”
LIBRI TRA I BANCHI - i libri finalisti del Premio 2012 - Tre appuntamenti per incontrare i migliori libri per l'infanzia dell'anno,
direttamente a scuola. Incontri con le classi, aperti al territorio.
11 MAGGIO - SCUOLA DE SCALZI-POLACCO (notte in biblioteca in collaborazione con Associazione Prospettiva Ranocchio)
14 MAGGIO - SCUOLA PRIMARIA “ANNA FRANK” - Genova Marassi (incontro con Walter Fochesato)
18 MAGGIO - I.C. PRA' - PLESSO ASSAROTTI - Genova -Pra' (incontro con Walter Fochesato)
QUI COMINCIA LA LETTURA… - incontro in libreria
mercoledì 23 MAGGIO - dalle ore 17 - LIBRERIA L'ALBERO DELLE LETTERE - GENOVA
Letture ad alta voce dei libri vincitori del premio 2012, in occasione della Festa nazionale del libro e dell'iniziativa “Amo chi legge”
dell'Associazione Italiana Editori dedicata ai giovani lettori. In collaborazione con la libreria L’albero delle lettere e il Gruppo di lettrici volontarie della Biblioteca De Amicis “Mileggiamè” e Dario Apicella.
DENTRO GLI SPARI - Una storia di mafia - spettacolo teatrale di e con Giorgio Scaramuzzino (Teatro dell’Archivolto)
venerdì 25 MAGGIO - 10.15/11.30 - sede in via di definizione
Anteprima nazionale dello spettacolo di Giorgio Scaramuzzino liberamente tratto da “Io dentro gli spari” di Silvana Gandolfi, libro
vincitore del Premio Andersen 2011 e del Prix Sorcieres 2012. Ispirato a una storia vera, il monologo racconta l'esperienza di un
ragazzo testimone dell'omicidio del padre e del nonno a opera della mafia. Un messaggio di riscatto e una presa di coscienza anche
per ricordare l'impegno di Paolo Borsellino e Giovanni Falcone, nel ventennale della scomparsa di quest'ultimo. Spettacolo per le
scuole,su prenotazione.
ANDERSEN
Il mondo dell’infanzia
Via Crosa di Vergagni, 3r.
16124 Genova
tel. +39 010 2510829
fax +39 010 2510838
[email protected]
www.andersen.it - www.premioandersen.it
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Premio Andersen - il mondo dell’infanzia
I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
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OFFICINE NARRATIVE - due strumenti per potenziare le narrazioni - tavola rotonda
venerdì 25 MAGGIO - 15/18 - Museo Luzzati a Po rta Siberia
Un convegno per ragionare sulle diverse forme del narrare e sui saperi utili per implementare l'esperienza narrativa fin dalla prima
infanzia: dalla sapienza artigiana del tappeto narrante di Giovanna Cerruti Schiaffino alle nuove tecnologie di “i-theatre” progettato da EduTech in collaborazione con Paolo Tamborrini del Politecnico di Torino. Introduce e coordina Pino Boero (Università di
Genova, Facoltà di Scienze della Formazione). Intervengono: Renza Cerri (Università di Genova, Facoltà di Scienze della
Formazione), Riccardo Damasio (Direzione Politiche Educative del Comune di Genova), Federico Albiero (EduTech srl, responsabile Ricerca e Sviluppo), Paolo Tamborrini (Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura), Giovanna Cerruti Schiaffino (insegnante
e promotrice della lettura). In collaborazione con la Facoltà di Scienze della Formazione e il Dipartimento DISFOR dell'Università
di Genova, il Laboratorio Migrazioni e la Direzione Politiche Educative del Comune di Genova
IL SOGNALIBRO - premiazione concorso creativo nazionale per le scuole
sabato 26 MAGGIO - ore 10/11 - Museo Luzzati a Po rta Siberia
Saranno premiati i 50 finalisti e i vincitori della VI edizione del concorso nazionale il “Sognalibro”, organizzato dalla rivista Andersen,
sotto gli auspici del Centro per il Libro e la Lettura e in collaborazione con la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università
di Genova, riservato agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado.
INCONTRO CON L'AUTORE NORVEGESE STIAN HOLE
sabato 26 MAGGIO - ore 11/12 - Museo Luzzati a Po rta Siberia
“L'estate di Garmann” - premio Andersen 2012 al miglior libro 6/9 anni - è il primo di una serie di fo rtunati libri dedicati da Stian
Hole al lentigginoso biondino alle prese con la scoperta del mondo. Una storia che scopre le affinità tra le tante età della vita, con
un tocco che mescola humour, poesia e tenerezza. Incontro in collaborazione con Donzelli Editore
PREMIO ANDERSEN 2012 - 31ma edizione - cerimonia di premiazione
sabato 26 MAGGIO - ore 14.30/18 - Museo Luzzati a Po rta Siberia
Premiazione dei migliori libri per l'infanzia pubblicati in Italia e assegnazione degli annuali riconoscimenti per la promozione della
lettura a enti, associazioni, operatori culturali.Al termine della giornata una giuria allargata di addetti ai lavori presenti alla manifestazione decreterà il Super Premio Andersen, il Libro dell'Anno.
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IL DOSSIER SUI LIBRI FINALISTI DEL PREMIO 2012
Alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi di Bologna (19/22 marzo 2012) sono stati annunciati i libri finalisti della 31a edizione del Premio Andersen, tre titoli per ciascuna categoria di premio. Una rosa di libri che mettono in evidenza le eccellenze e le tendenze in atto in questo settore editoriale e che offrono lo spunto per una
serie di incontri di formazione e aggiornamento rivolti ad un pubblico di insegnanti, bibliotecari, operatori della
lettura, genitori.
In questo dossier tutte le recensioni dei libri finalisti presentati durante gli incontri, apparse nell’ultimo anno
sulle pagine della rivista Andersen. Per ciascuna catagoria sarà decretato un vincitore, mentre altri riconoscimenti verranno assegnati direttamente (le collane, lo scrittore, l’illustratore).
Tutti i partecipanti agli incontri sono invitati ad intervenire alla cerimonia di premiazione sabato 26 maggio al
Museo Luzzati di Porta Siberia, dove potranno portare il loro contributo esprimendo - tramite apposita scheda
- il voto per il Super Premio Andersen, il libro dell’anno scelto tra i vincitori di questa 31a edizione.
Aggiornamenti e approfondimenti: www.premioandersen.it
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I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
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Miglior libro 0/6 anni
Thé Tjong-Khing, Tortintavola. Ma la torta dov ’ è ?, Roma, Beisler editore, 2011, pp. 30, euro 14,50
Una storia senza parole nella quale seguire la rincorsa al ladro lungo boschi e montagne, in un variare continuo di ve g etazione e paesaggi. Al lettore italiano la situazione ricorderà forse Il ladro di polli (Terre di mezzo, 2011) di Béatrice
Rodriguez. Qui però non c’è una volpe improvvisamente innamorata né una gallina rapita (infine anche nel cuore) né
una banda di animali da cortile con velleità da giustizieri; c’è invece una coppia di cani assai umani ai quali viene sottratta, con loro grande disappunto, una torta con farcia, glassa e tanto di ciliegina anzi ciliegiona. I predoni sono due
topastri inguainati nella tenuta d’ordinanza del ladro scaltro. Non abbastanza evidentemente; i ratti, infatti, subito visti
devono prendere una precipitosa fuga col maltolto buonmangiare inseguiti dappresso dalla coppia di cani armati di
rastrello e borsetta.Altri personaggi fanno capolino in pagina e sentieri e strade vanno affollandosi di varie bestiole fino
al recupero del dolce, nel frattempo caduto in acqua e ripescato da una paciosa rana. Finisce in festa, con un improvvisato picnic - ovviamente a base di torta - ad uso degli accorsi. Oltre la rincorsa della torta, altre microstorie si susseguono tra le pagine, sta al
lettore individuare particolari e narrazioni. Il formato è grande, l’autore prestigioso sebbene poco noto da noi.Thé Tjong-Khing ha pubblicato
questo godibilissimo albo - originariamente apparso nei Paesi Bassi, nazione nella quale opera l’autore - nel 2004, un anno prima che uscisse in
Francia il libro della Rodriguez. Ora, passato qualche anno, le due storie di inseguimento senza parole possono stare insieme sugli scaffali italiani per il piacere dei lettori e dei prelettori.
(anselmo roveda - ANDERSEN marzo 2012)
Claudia Rueda - trad. di Michela D’Agostini e Angela Maria Nicolò, N o, Roma, Lapis, 2011, 44 p., euro 11,50
Il piccolo orso di questa storia non vuole saperne di andare a dormire, per di più per la durata di un intero inve rno. Non ha mai provato il letargo ed è ansioso invece di sperimentare la neve, di giocare, di vedere com’è la stagione sconosciuta e soprattutto è ben deciso a trovare mille scuse da opporre alle affermazioni della mamma.
Così si sente sicuro, con la sua provvista di noci e di spensierato coraggio, con la sua pelliccia contro il freddo e
il dive rtimento assicurato sotto i primi fiocchi. Se l’inverno durerà più delle sue noci, lui ne troverà delle altre; se
arriverà la bufera, tutto si farà più dive rtente… finché il maltempo giunge davvero e allora è meglio ritrovare la
mamma e mascherare il desiderio di infilarsi nella tana dietro l’offerta di farle compagnia perché effettivamente
l’inverno sarebbe troppo lungo da sopportare senza la compagnia del suo cucciolo.
Un albo dove la neve, fiocco dopo fiocco, si fa patina lucida da toccare, dove Claudia Rueda trasferisce sulle pagine - nell’essenzialità delle frasi, del tratto e del colore - la ricerca di equilibrio del rapporto tra genitore e figlio. Un albo che mette in fila i
buoni motivi e l’istinto di protezione dell’adulto e le sicurezze del cucciolo che cerca l’indipendenza. Una storia dove la mamma non urla, non
impone, non vieta, non forza. Semplicemente dalla tana osserva e aspetta. Perché il lato migliore dell’indipendenza è sapere che puoi andare
nel mondo, fare, riuscire, sbagliare e tornare (felice o stanco, deluso o soddisfatto, non importa) a riposare un attimo in una tana dove non ti
si giudica, dove c’è comunque un posticino caldo e una coccola pronta. E da cui presto puoi anche ripartire…
(caterina ramonda - ANDERSEN maggio 2012)
Francesca Pardi - ill. di Altan, Piccolo uovo, Milano, Lo Stampatello, 2011, pp. 28, euro 11,90
Un albo lineare, semplice, bello, vero, senza fronzoli, racconta una storia piccola, importante e diffusa; una storia alla quale di rado si lascia parola. Ma andiamo con ordine: Piccolo uovo non sa ancora in quale famiglia si
schiuderà, pertanto decide, curioso, di mettersi in viaggio per capire cos’è una famiglia. Lungo la propria strada incontrerà per primi papà coniglio e mamma coniglia con prole.“Anche la mia famiglia sarà così?” domanda loro, i saggi lagomorfi rispondono “chi lo sa, ci sono talmente tanti tipi di famiglie…”. Ed in effetti molte e
diverse sono le famiglie, tante quante sono le possibilità dell’amore. Il viaggio prosegue e Piccolo Uovo incontra un micino con due mamme gatte, un piccolo ippopotamo con un solo genitore, una coppia di canguri che
crescono come figli due orsetti, due papà pinguini con la loro bimba, ed infine, una coppia di cani di differenti
colori in attesa di una cucciolata di chissà quale tonalità. Un storia semplice e delicata, adatta ai piccolissimi ma piacevolmente godibile ad ogni
età, utile a raccontare con leggerezza e pertinenza che la famiglia è innanzitutto un luogo di benessere e crescita, quale che sia la sua composizione, compresa quella di genere o l’orientamento affettivo e sessuale dei suoi membri.Tema solo apparentemente complesso, perché qui
viene affrontato con fluida facilità grazie al testo della Pardi e al segno di Altan.
(anselmo roveda - ANDERSEN gennaio 2012)
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Premio Andersen - il mondo dell’infanzia
I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
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Miglior libro 6/9 anni
Stian Hole - trad. di Bruno Berni, L’estate di Garmann, Roma, Donzelli, pp. 40, euro 19,90
Una sera d’estate nel suo giardino Stian Hole scoprì nello sguardo di suo figlio maggiore qualcosa che conosceva dalla propria infanzia: la paura del primo giorno di scuola. In questo poetico libro, incentrato sul dialogo tra le generazioni e le stagioni della vita, l’autore riesce a creare un mirabile equilibrio tra pensieri cupi e gioia di vivere. Siamo alla fine dell’estate e
Garmann guarda con timore all’inizio della scuola. Ecco arrivare in visita le tre vecchie zie Ruth, Augusta e Borghild e
Garmann chiede loro quali paure le tormentino. Naturalmente sono la paura di morire, la paura del lungo inverno freddo
o la paura di aver presto bisogno di un deambulatore per muoversi. Ma Garmann in questo caso è disposto a prestare a
zia Ruth il suo Skateboard e già la vede sfrecciare su di esso nel cielo, sorvolando felice una skyline metropolitana. Hole
contrappone con immaginifico umorismo il mondo del bambino a quello delle anziane zie. I collage digitali dell’artista norvegese costruiscono immagini surreali di grande atmosfera che traggono ispirazione da diverse fonti, da Magritte a Hopper,
dal film alla fotografia. Il suo è un lavoro minuzioso di sapiente sovrapposizione. Per esempio la particolare espressività del viso del protagonista
l’ha ottenuta utilizzando numerose foto dei suoi figli sovrapposte a foto di lui bambino. Non è un caso poi che Stian Hole abbia scelto di raccontare con tanta intensità l’emozione del primo giorno di scuola, se si pensa che ha conosciuto la moglie Anna-Brigitte in prima elementare e lei da
allora è stata sua compagna di banco per dodici anni! Se ne innamorò quando lei si mise a piangere perché non riusciva ad aprire la cerniera del
suo astuccio e un’eco di tale ricordo lo ritroviamo quando alla sera Garmann prepara la cartella,“mette tutto nell’astuccio e controlla che la chiusura lampo sia facile da aprire”.
(anna patrucco becchi - ANDERSEN settembre 2011)
James Flora - trad. di Elena Fantasia, Il giorno in cui la mucca starnutì, Roma, Orecchio Acerbo, 2011, pp. 44, euro
16,00
Può lo starnuto di una vecchia mucca sgretolare il municipio, squarciare una scuola, distruggere uno zoo, svellere la ruota
panoramica di un circo, far scoppiare tutti i fuochi d’artificio per la festa del 4 luglio e tanto altro ancora? Si direbbe di
no, ma se si mette in moto una catena inarrestabile di eventi può accadere. Perché se la vecchia Floss si è raffreddata,
anche un banale, ma poderoso, ETCIU! può spaventare un topo. Il gatto lo manca, a t t e rra su un capretto, il quale spaventato travolge un maiale, il portalettere e un poliziotto. Salto alcuni passaggi ma i guai maggiori li combina un rullo
compressore dove i nostri involontari eroi finiscono. Finché tutto non si conclude in mare, a bordo di un peschereccio
e con l’intervento provvidenziale dei pompieri. L’ultima tavola è dedicata, opportunamente, a quel che accade allo sciagurato responsabile del tutto: “Quando alla fine mio fratello saltò giù dal camion, papà lo afferrò per un orecchio. Si
diressero alla stalla, entrarono e chiusero la porta. Per che tu sappia cosa accadde a Fletcher, lì dentro”. Edito nel 1957,
l’albo è diventato negli Stati Uniti un piccolo classico. Meritatamente, peraltro. La vicenda possiede un ritmo intenso, mozzafiato e surreale e nel
suo rifarsi alla struttura di non poche storie della tradizione popolare si rende irresistibile,ricalcando i modi comicissimi e folli dei primi comics
o di certi cartoni animati d’antan. In questo calibratissimo “effetto farfalla” emerge poi il nitido talento di James Flora (1914-1998). Grafico pubblicitario, pittore, incisore, decoratore di transatlantici, disegnatore sornione e bulimico (con un versante volto ora al macabro e ora all’ero t ico) autore di diciassette albi illustrati per l’infanzia. Il suo è un disegno gioioso e folle che dispone sulla pagina affollatissime composizioni sempre in bilico fra horror vacui e nitida eleganza. Certo di anni ne sono passati ma la sua lezione resta validissima e, per più versi, inalterata. E, per
comprenderlo, basterà citare i nomi di Lane Smith e J. Otto Seibold, giusto per restare a due grandi illustratori,conosciuti anche nel nostro
paese.
(walter fochesato - ANDERSEN marzo 2012)
Arianna Papini, Chi vorresti essere ?, Firenze, Kalandraka, 2011, pp. 36, euro 15,00
L’albo di Arianna Papini si affida tutto ad una composizione quanto mai semplice e lieve, quasi minimale, ma di indubbia forza narrativa, a partire dalla non consueta presentazione tipografica. Articolato in una costante soluzione a
doppia pagina, è una sorta di albo “circolare”. Dato che, muovendo dalla domanda iniziale che dona anche il titolo
al libro, registra via via non solo le risposte ma lo fa attraverso ardite metamorfosi visive. Cosicché quando Rebecca
risponde:“Vorrei essere un pesce per ascoltare il silenzio e nuotare libera nel mare”, la vediamo trasformarsi mantenendo però della bambina le gambe e il vestitino a pois.A sua volta il pesce resterà tale ma il viso sarà quello di
un barbagianni (“per assaggiare topolini e conigli e volare libero nel cielo”) e così via fino al gatto che amerebbe
essere Rebecca (“per essere abbracciato dalla sua mamma la sera prima di dormire”) e alla stessa bimba che, a tal punto, vorrebbe riassumere
in sé tutte le caratteristiche degli altri. Lo stile di Arianna Papini, come ben sappiamo, ha da sempre una sua precisa riconoscibilità, ma mi piace
sottolineare come in questa occasione il suo lavoro si sia fatto ancor più sapiente e misurato. Mi convincono appieno i colori delicati e chiari,
le partiture equilibrate e ampie, ricche di attese, la capacità di rendere ancor più sintetico ed essenziale il segno. Di attingere, in conclusione, ad
una preziosa misura lirica.
(walter fochesato - ANDERSEN febbraio 2012)
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Premio Andersen - il mondo dell’infanzia
I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
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Miglior libro 9/12 anni
Carolina D’Angelo - illustrazioni di Marco Paci, H.H., Pian di Sco’ (AR), Prìncipi&Princípi, 2011, pp. 32, euro 15,00
Se volessimo trovare un’immagine rappresentativa di questo libro, potremmo descriverlo come l’ininterrotta corsa a perdifiato del bambino Mauro in fuga dal padre, che ha offeso inconsapevolmente. I luoghi della sua corsa, reale e metaforica
insieme, sono gli spazi dell’Hotel House, un palazzone nelle Marc h e, a Porto Recanati: 17 piani abitati da 2300 persone
provenienti da almeno 32 paesi. La corsa di Mauro accompagna i lettori, grandi e piccoli, nella sartoria casalinga di una
donna italiana, nell’ascensore che scopre di prendere da solo per la prima volta, nella sala di una parrucchiera nigeriana,
nel negozio di frutta di un commerciante pakistano, luoghi che insieme formano un microcosmo variegato di lingue e
appartenenze. Il testo è costellato da un ritornello, “tutti uguali”, pronunciato nella lingua originale di ciascuna delle figure in cui Marco incappa, scelta che ben esprime la pluralità dell’HH e chiarificata nel piccolo glossario finale. Le tante voci
e lingue che spuntano lungo la corsa di Mauro non sono certo esenti dai conflitti e dalle reciproche diffidenze: il “tutti
uguali” fa riferimento alle paure e agli stereotipi che popolano l’immaginario di ciascuno dei personaggi dell’HH, che si
barrica dietro un atteggiamento di autodifesa. Sono i bambini come Mauro che, al contrario, hanno la capacità di superare le barriere di diffidenza, di mostrare come sia possibile far convivere, dentro e fuori di sé, differenti appartenenze: sì, perché Mauro è un “G2”,
un bambino figlio di genitori arabi, diviso tra il loro esempio e i modelli esterni, a cui per scherzo dicono “Lavati con la sbianchina”. Sta in questo
il motivo dell’ira paterna: nel credere che il figlio rinneghi la lingua e la cultura dei suoi genitori a vantaggio di quella italiana. Una condizione conflittuale che molti ragazzi di seconda generazione vivono e che, in questa storia, vede un lieto fine. Le illustrazioni accompagnano e amplificano la
vicenda di Mauro: il testo si inserisce nelle tavole dai fo rti contrasti cromatici, in cui i colori vivaci sembrano indicativi dei luoghi-rifugio per il piccolo protagonista; la parabola cromatica trova completamento in un finale ove il giallo predomina sul buio, suggerendo la riappacificazione dei conflitti anche dal punto di vista iconografico.
(silvia camilotti - ANDERSEN settembre 2011)
Elizabeth Taylor - illustrazioni di Eleonora Marton - traduzione di Agnese Desideri, Mossy Trotter, Roma, Biancoenero
edizioni, 2011, pp. 190, euro 16,00
Un’assoluta sorpresa, uno dei libri più belli che mi è capitato di leggere negli ultimi anni. Un’opera lieve e deliziosa, i n t e nsa e perfettamente cadenzata, ricca di pacato umorismo e di finissima ironia. Quel che convince e avvince è la vivida e
precisa rappresentazione dell’animo infantile. La famiglia del piccolo Mossy (una sorellina più piccola, un altro pupo in arrivo e i genitori) è assolutamente normale ed affettuosa; si sono trasferiti da poco in campagna, da Londra, il babbo è preside e le condizioni economiche sono tutt’altro che floride. Stare attenti alle spese è la parola d’ordine. Nel frattempo
Mossy è alle prese con un vivere quotidiano fatto di scuola, di piccole avventure, di involontari guai che provocano dolorosi contraccolpi. Come l’attesissima festa di compleanno che, per punizione, rischia seriamente di svanire. C’è poi una
piccola folla di altri attori sulla scena.A partire di Miss Vera Silkin, l’amica del cuore della mamma che, perbenista e precisina, sta preparando il suo matrimonio e Mossy dovrebbe fare il valletto alla cerimonia. Ma per fortuna, a far coppia con
lui, c’è Alison, il suo primo, indubitabile amore. Per non dimenticare il nonno, altro personaggio memorabile in questa storia, tenero, imprevedibile e anticonformista come quando offre al nipotino un bicchierone di frizzantissima birra allo zenzero. Mossy ispeziona con
diligenza la discarica nei dintorni di casa, si perde nel bosco con la sorellina, costruisce con Selwyn una casa fra le fronde di un vecchio ciliegio,
viene operato di tonsille, attende l’arrivo del fratellino. E tutto è reso con grazia e nitida precisione, con misura fervida e affettuosa. La Taylor riesce anche a dirci che il libro preferito da Mossy è La tela di Carlotta di Elwin Brooks White che Mondadori propose nella “Junior” degli anni d’oro. Mentre, quando è ammalato, vuole che la mamma gli legga Tom Kitten, che poi sarebbe il Tom Miciozzino, capolavoro assoluto di Beatrix Potter.
(walter fochesato - ANDERSEN marzo 2012)
Fabrizio Silei - illustrazioni di Marco Somà, Il bambino di vetro,Tr ie ste, Einaudi Ragazzi, 2011, pp. 214, euro 10,50
Pino è ormai un ragazzino, ma una grave e per certi versi misteriosa malattia lo obbliga ad essere un “bambino di vetro”, a vivere quasi sempre chiuso in casa, ad adottare un’infinita e snervante serie di precauzioni e di regole che dovrebbero permettergli di sopravvivere. La sua è un’esistenza monotona e grigia, senza compagni. Un giorno riceve però in regalo un diario: inizialmente lo disdegna, perché pensa di non aver nulla da confidare a quelle pagine, ma poi comprende che ha pur delle cose da
raccontare e ricordare. E accadono, pian piano, una serie di fatti nuovi e importanti. I ragazzi del quart i e re, che lui ansiosamente
spia dalla finestra, osservandone i giochi e i comport a m e n t i , lo cercano. Stringono con lui un rap p o rto di amicizia, addirittura
lo accolgono nella loro banda. Ed è così che la vita del protagonista, e il ritmo stesso del romanzo, mutano decisamente assumendo un andamento serrato e talora drammatico, non privo di sorprese e colpi di scena. Pino non vuol più essere un diverso e, consapevolmente si assume le sue responsabilità, corre dei rischi che mettono a repentaglio la sua debole esistenza. Al
tempo stesso anche il babbo e la mamma, sia pur in modi e tempi diversi, cominciano a capire quanto sia positivo che Pino frequenti la scuola pubblica. Si delinea così un contrasto sempre più forte fra i genitori e la nonna, aristocratica e superba e pro nta a tutto per affermare i propri voleri. Il padre, un avvocato di simpatie socialiste, si scontra con la suocera e la madre, buona
ma debole e timorosa, prenderà anche lei coscienza della nuova situazione. La storia non è datata ma sembra svolgersi attorno alla fine degli anni ‘50
e Silei ce la racconta con tono fermo e al tempo stesso delicato, intrecciandone bene i fili e facendola lievitare lentamente come un buon dolce casalingo. Ed è così che la si può gustare: ricca di sapore e morbida, inzuppandone una fetta in un bicchiere di vino rosso.
(walter fochesato - ANDERSEN novembre 2011)
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Premio Andersen - il mondo dell’infanzia
I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
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Miglior libro oltre i 12 anni
Germano Zullo, Il più grande calciatore di tutti i tempi, Roma, La Nuova Frontiera 2011, pp. 96, euro 12,00
Per il giovane protagonista di questo romanzo breve è finito il tempo delle certezze. Fin dal suo primo sgambettare
verso il pallone, a due anni appena compiuti, il calcio era stato il sogno e l’impegno. Immaginava - e immaginavano per
lui, almeno il padre - che sarebbe diventato una celebrità “sul tipo di Pelé o Maradona, ma più forte”. Il padre, abbandonato dalla moglie, si occupa di lui e immagina per il figlio non solo un futuro da calciatore ma anche l’università. La
madre, algida e distante, si accontenta di un appuntamento mensile al ristorante, una cornice formale entro la quale non
c’è spazio per le parole del figlio. Poi giorno per giorno, eppure nelle accelerazioni improvvise dell’età, il protagonista
senza nome cambia: sbaglia in campo, perde interesse e motivazione per il calcio, sempre meno gli importa della scuola e dei suoi compagni d’allenamento, posa sguardi disincantati sui genitori e sul mondo adulto, qui rappresentato dagli
allenatori. L’irrequietezza ha qualche appiglio caldo solo nel cercare di ritrovare un amico perso per essere andato dietro al branco; nel sorgere di un sentimento verso Giuliana, schiva ragazza amante della letteratura; e nel rapporto con
un collega e amico del padre, Wamai, un rifugiato dai talenti inaspettati. Alla fine, in modo meno doloroso di quanto
immaginasse, chiude con la squadra di calcio, si dà tempo rispetto ai percorsi futuri, si dedica a Giuliana. E soprattutto ricompone e dialoga con
affetti e aspettative. Ma intanto c’è da compiere una missione: vincere il torneo amatoriale di calcio a cinque del paese. In campo l’improbabile
formazione: lui, p ap à ,Wamai, la loro amica Véronique e Pascal, l’amico perso e ritrovato. Le sorprese non mancheranno, vi lascio la suspense. Un
racconto che dà asciutta e emozionante voce al crescere, da leggere e far leggere.
(anselmo roveda - ANDERSEN dicembre 2011)
Hélène Vignal - ill. Giovanni Nori - trad. Mirella Piacentini, Troppa fortuna, Este (PD), Camelopardus - gruppo
Camelozampa, 2011, pp. 80, euro 8,00.
Una cittadina di provincia come tanti altri, Francia profonda, ma potrebbe essere altrove. La piccola protagonista e tutta la
sua famiglia frequentano la grande casa di Maurice Lepoivre. Per i genitori è un maestro, è lui che li conduce nel “lavoro
su di noi”, è lui che li ha portati a trasferirsi qui, in questo paese che guarda senza capire, ma senza neppure interrogarsi
per davvero. C’è solo un brusio, una curiosità più omertosa che rispettosa intorno alla comunità che la protagonista del
romanzo di Hélène Vignal frequenta. Una setta. Di questo si parla, senza quasi mai aver bisogno di dirlo esplicitamente. Ci
addentreremo lentamente ma decisi in questa realtà attraverso lo sguardo della protagonista, tra le sue relazioni formali e
quasi normali col villaggio e tra quelle normate e obbligate con la comunità di Lepoivre, tra le sue aspirazioni di ragazza e
l’adesione al mondo familiare. Un’adesione che vive di interrogativi e crisi, ma dalla quale non ci si riesce a sganciare davvero. È la forza della narrazione della Vignal: è come se l’orizzonte - pure quello intravisto e desiderato del ‘fuori’ - coincidesse ancora troppo strettamente con il conosciuto. Il fastidio crescente non trova alternative al malessere; la consapevolezza è lì a formarsi,
lentamente, come nella vita. Non ha bisogno di accelerate il romanzo, non ha bisogno di soluzioni e lieto fine. È solo il racconto, intenso e per
questo efficace, di una giovane di fronte a una rete oppressiva, un’oppressione nutrita anche di affetto. Un buon romanzo che parla di crescita,
controllo sociale, relazioni familiari, oppressione, desiderio di libertà.
(anselmo roveda - ANDERSEN novembre 2011 )
Siobhan Dowd - trad. di Sante Bandirali - prefazione di Simonetta Agnello Hornby, Il mistero del London Eye, Crema
(Cremona), Uovonero, 2011, pp. 254, euro 14,00,
Il London Eye è l’ormai celebre e frequentatissima ruota panoramica di Londra. Ed è questo il desiderio che esprime Salim,
un ragazzino appena arrivato da Manchester e ospite degli zii. È arrivato con la madre, perché dopo pochi giorni dovrebbero partire per New York, dove andranno ad abitare. Salim, mezzo inglese e mezzo indiano, viene accompagnato dai cugini, Kat e Ted, che sono più o meno suoi coetanei. Il fatto è che il ragazzo sale su di una capsula per fare il consueto giro
ma non ne esce, sembra essersi volatilizzato, sparito. E le ricerche, affidate alla polizia, portano inizialmente a ben poco.
Dunque un vero e proprio giallo, ricco di tensione e di colpi di scena, condotto con un ritmo narrativo perfetto. Incalzante
e perentorio ma anche attento a registrare le psicologie dei personaggi e ad essere garbato e ricco di umorismo, non di
rado divertente. A condurre indagini parallele sono, come si conviene, i due fratelli, talvolta in contrasto fra di loro ma al
tempo stesso intensamente vicini e uniti. Ma il vero, grande e risolutivo protagonista, è Ted. “Ecco come il fatto di avere
uno strano cervello, su cui gira un sistema operativo diverso da quello delle altre persone, mi ha aiutato a capire che cosa è successo”, lo scrive lui stesso, chiudendo il primo capitolo. Sì, nel libro non viene mai nominata ma viene accuratamente descritta:Ted è affetto dalla sindrome di
Asperger, una forma assai prossima all’autismo.Ted, ad esempio, prende tutto alla lettera e ha difficoltà a comprendere le metafore o le frasi fatte,
non sa leggere le emozioni sul volto degli altri, è incapace di dire bugie. Soprattutto ha una forte, assoluta passione per la meteorologia e possiede capacità logiche e deduttive fortissime assolutamente decisive per la risoluzione del caso. Il fatto è che gli adulti, con l’eccezione dell’ispettrice di polizia, non lo stanno a sentire, anzi quasi gli impediscono di parlare, di esporre le sue stringenti considerazioni. Sono buoni, affettuosi e questo atteggiamento sembra quasi una forma di protezione nei suoi riguardi. Perché, ovviamente, lui è un “diverso” così come Salim, per
altri versi.
(walter fochesato - ANDERSEN marzo 2012)
a
Premio Andersen - il mondo dell’infanzia
I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
www.premioandersen.it
Miglior libro oltre i 15 anni
Gregory Hughes - trad. di Michele Foschini, Sganciando la luna dal cielo, Milano, Feltrinelli, 2011, pp. 270, euro 15,00
Il dodicenne canadese Bob e sua sorella Marie-Claire, soprannominata “il ratto”, passano le loro giornate a scorazzare
nella campagna della piattissima Winnipeg evitando di trascorrere troppo tempo in casa, dove il pur affettuoso papà disoccupato cura con l’alcool la depressione che lo tormenta da quando è rimasto vedovo. Un giorno, tornando da scuola, i
due fratelli lo trovano morto. Dopo aver organizzato un sommario e casalingo funerale, l’intraprendente Ratto inforca la
bicicletta e convince Bob che l’unico modo per sfuggire all’orfanotrofio è cercare il solo parente rimasto: il fratello del
padre che pare faccia lo spacciatore a New York. Inizia così un lungo viaggio alla volta di New York costellato da incre d ibili incontri con una variegata fauna metropolitana fatta di imbroglioni, gangster e di un celebre rapper che condurrà a
un finale inatteso e non privo di drammaticità. L’emozionante esordio di Hughes ci regala pagine di struggente poesia nel
descrivere la campagna canadese e il magico arrivo notturno nella metropoli illuminata. Questa è vista con gli occhi incantati dei provinciali canadesi, c h e, ammaliati dal suo fascino, la attraversano e la vivono però con l’ingenuità e la naturalezza con cui sinora hanno abitato la piatta prateria intorno a Winnipeg.Anche a noi lettori, alla fine, il temibile Bronx sembra tutto sommato un paesone e della città scopriamo i lati più idillicamente selvaggi, come il riparo tra la vegetazione di
Central Park dove i bambini pernottano. Ma la forza del libro sta soprattutto nei suoi due protagonisti e nel loro intenso rapporto: la precoce e
veggente Ratto, legata alle credenze dei nativi canadesi, che con la sua sfrontatezza trascina il fratello in un’impresa impossibile e Bob, appunto, il
quale non può fare a meno di seguirla, anche solo per proteggerla. Erede dei grandi romanzi d’avventura, Unhooking the Moon è una moderna ve rsione di Tom Sawyer e Huckleberry Finn, con moderni protagonisti dotati di telefonino e fan di un rapper.
(anna patrucco becchi - ANDERSEN dicembre 2011)
Antonio Ferrara, Ero cattivo, Milano, Edizioni San Paolo, 2012, pp. 204, euro 16,00.
Angelo è cattivo, è convinto di esserlo, si comporta nel modo giusto per essere considerato così. Il modo giusto, che poi è
quello sbagliato, è inanellare una cosa malfatta dietro l’altra. Fino a quando lo incontriamo noi, nelle prime pagine del romanzo. Fino a quando ne combina una davvero più grande di lui: per uno scherzo sciocco e tutto sommato innocuo - far penzolare uno scheletro anatomico fuori dalle finestre della classe - la Balducci, la prof di inglese, muore di infarto. La profezia
si doveva autoadempiere e la morte della prof ne è la dimostrazione: è cattivo. Sì, ora ne ha la conferma definitiva, d r a mmaticamente e socialmente visibile a tutti: è un ragazzo cattivo. Del resto il mondo intorno a lui non ha fatto nulla per convincerlo del contrario.A casa, lo scopriremo più avanti, lo aspettano le botte del padre e il non ascolto della madre; a scuola gli insegnanti, soverchiati dal tenere classe e programma, si mostrano sfiduciati sulle sue possibilità di miglioramento e pure
loro non ascoltano davvero, si limitano alle domande. Dopo la morte della Balducci,Angelo finisce dal collegio in comunità.
Le cose potrebbero peggiorare ancora. E invece… lungo il romanzo seguiremo la svolta, faticosa e non lineare, di Angelo. La
narrazione sceglie, al di là degli accorgimenti tecnici e delle occasioni, di raccontare un paradigma dell’educare e del crescere: la fiducia. È la fiducia, offerta agli altri e riposta in noi da altri, che consente di trovare fiducia in sé, di costruirsi destino anche oltre i dolori del passato, le maschere del pre s e n t e,le profezie distruttive sul futuro. Un elogio all’educazione non autoritaria, all’ascolto dell’altro, alla possibilità del riscatto ma innanzitutto un buon romanzo; ben scritto, efficace e coinvolgente. Un romanzo di quelli che invita, nei giusti momenti, risate e lacrime.
(anselmo roveda - ANDERSEN aprile 2012)
Patrick Ness - illustrazioni di Jim Kay - traduzione di Giuseppe Iacobaci, Sette minuti dopo la mezzanotte, Milano,
Mondadori, 2012, pp. 224, euro 16,00.
Siobhan Dowd , scrittrice di origini irlandesi scomparsa nel 2007 per un tumore al seno, ha affrontato la sua attesa in uno
dei migliori modi possibili: gettando le basi per un romanzo che parla di vita e di morte e di come quest’ultima nella nostra
società venga spesso, a torto, rimossa. Gli appunti lasciati da Dowd sono stati poi raccolti da Patrick Ness, che vi ha dato
forma compiuta; ed è davvero una forma meravigliosa. Sette minuti dopo la mezzanotte è dunque la storia di un ragazzo,
Conor, che mentre la madre sta morendo consumata da un tumore, viene visitato ogni notte da un mostro. Un essere
proteifo r m e, parte gigante parte albero di tasso (antico simbolo di morte e rinascita), che si annuncia come forza primordiale e indomabile. Il mostro racconterà al ragazzo tre storie, che come certe parabole prendono direzioni inattese,
facendo sì che nulla sembri più quel che sembrava all’inizio. Con grande eleganza Ness fa in modo che l’andamento e la
“morale” delle storie rispecchi quello della loro più ampia cornice narrativa, in cui il mostro si rivela assai meno minaccioso della realtà quotidiana di Conor, fra parenti che non hanno il coraggio di parlar chiaro, compagni che lo tormentano e insegnanti che conoscendo la sua situazione fanno l’errore di trattarlo come una statuina di porcellana, suscitando ancor di più la sua rabbia. Grazie ai racconti del
mostro, Conor sarà infine in grado di affrontare il suo vero incubo, raccontando a sua volta una quarta storia: la paura per l’imminente morte della
madre, unita al senso di colpa per il desiderio represso che tutto ciò finisca. Le illustrazioni in bianco e nero di Jim Kay interagiscono col testo
esaltandone il senso di attesa e mistero, grazie a un piglio espressionista che ricorda non poco quello di un Dave McKean o un Luis Scafati, pur
possedendo una sua indubbia originalità. Un libro ambizioso, che tramite gli espedienti del realismo magico ci offre una toccante riflessione sull’affrontare il dolore e la rabbia della perdita come parte indispensabile e, sì, perfino preziosa della nostra esistenza.
(elizabeth clarke - ANDERSEN aprile 2012)
a
Premio Andersen - il mondo dell’infanzia
I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
www.premioandersen.it
Miglior libro di divulgazione
Francesco Pittau & Bernadette Gervais, Primavera estate autunno inverno, Milano, Topipittori, 2011, pp. 120,
euro 25,00.
Si comincia, nel frontespizio, con alcuni versi tratti da Green di Paul Verlaine:“Ecco dei frutti, dei fiori, foglie e rami...” Poi
pagina dopo pagina, in un elegante corsivo, i nomi degli animali e delle piante chiamati a comporre questo incantevole albo
dalle molte qualità e non facile a spiegarsi tante sono le sollecitazioni e gli incanti che si mostra capace di offrire. C’è intanto una rilegatura a spirale e i fogli in cartoncino plastificato e lucido. Ma questi, a loro volta, in ben poche occasioni si limitano alla sola immagine bensì si aprono in modi quanto mai diversi. In alcuni casi il frutto è diviso simmetricamente: basterà
sollevare un’aletta per scoprirne l’interno.Altre volte invece ci si muove in senso ve rticale e così il bambino, osservando
il picchio, vedrà comparire l’interno del nido il piccolo in attesa. Spettacolari e sobrie al tempo stesso certe soluzioni che
coinvolgono due doppie pagine. Sfoglio e trovo a sinistra la figura del tulipano e a destra il carciofo: basterà sollevare la
mezza pagina perché appaia la sezione del carciofo e, contemporaneamente, la parte interna del tulipano.Ancora, in diverse occasioni, una pagina ne
cela un’altra e basta tirar su perché il porcospino appaia prima appallottolato e quindi in tutto il suo sviluppo o perché, p a rtendo dalle uova della
rana, compaiano prima i girini e poi l’animale adulto. Magnifica la soluzione a doppia pagina che allinea l’ape operaia e il fuco, basta aprire e dinnanzi a noi comparirà l’ape regina, al lavoro nell’arnia. Come ben indica il testo, tutto è articolato con una scansione stagionale. Ovviamente tutto ciò
non basterebbe a rendere il libro così bello e intenso se non vi fossero la sapienza grafica e la trepida e limpida bellezza delle tavole. Qui, ancora
una volta, si dimostra come la vera divulgazione sia anche (e sempre) poesia e rigore, calore e precisione,scientificità e magia.
(walter fochesato - ANDERSEN marzo 2012)
Pia Valentinis - Mauro Evangelista, Raccontare gli alberi, Milano, Rizzoli, 2012, pp. 42, euro 24,00
Il noce e il gelso, la quercia e il limone, l’olivo e il pino, il tiglio e il larice: alberi con cui l’uomo ha da millenni intrecciato
un dialogo, coltivandoli, traendone legname o frutti preziosi, r i s e rvando loro un posto speciale nelle storie e nelle fiabe,
nei miti e in una simbologia fascinosa e complessa, ramificata verrebbe da dire. Queste ed altre ancora sono le piante che
trovano posto in questo stupendo albo in gran formato. Brevi, brevissimi cenni informativi e poi spunti poetici e citazioni. Basti anche qui un incompleto elenco: Lorca e D’Annunzio, Plinio e Montale, Seferis e Leopardi, Rebora e la Achmatova
ed anche alcune righe di Predrag Matvejev i c. Giunti a questo punto qualcuno potrebbe, per furia tassonomica, porsi una
domanda: fiction o non fiction? Confesso che della cosa non voglio neppure occuparmi, mi resta lontana e fastidiosa, capace soltanto di distogliere l’attenzione da quel che veramente conta: la sontuosa magnificenza di un albo “per tutti”. Il suo
presentarsi agli occhi di chi guarda le figure e legge le parole che le accompagnano ora in modi pacati e sommessi ora
con felice e solare sfrontatezza, facendosi beffe di ogni definizione possibile. Le tavole di Pia Valentinis e Mauro Evangelista,
si alternano in formati e tecniche via via diversi, creando però un perfetto, mirabile equilibrio. Certo i loro segni ben si
distinguono, ma accade poi che fra le loro tavole si stabiliscano dei rap p o rti così intensi, delle continue allusioni, rimandi, precisazioni; un gioco sottile di emozioni da rendere sulla pagina che di fatto fanno sì che si arrivi ad un’unica opera e che certi disegni siano quasi indistinguibili, di una paternità difficile da attribuire. Ora tavole grandi e maestose ora monocromi in punta di pennino, talvolta ampi paesaggi, talora piccoli particolari e ancora: fronde e rami puntigliosamente definiti o schizzi veloci ma densi di emozione, prospettive vertiginose o un affettuoso soffermarsi su di un tronco, una corteccia. È un libro che vive soprattutto di silenzi, dove al più si possono cogliere fruscii, scalpiccii lievi, nebbie che si alzano e danze di neve,
brezze leggere o lo scirocco ostinato dei pomeriggi d’estate.
(walter fochesato - ANDERSEN aprile 2012)
Béatrice Fontanel - traduzione di Mariateresa Cerretelli , La mia prima storia dell’arte, Casale Monferrato (AL),
Sonda, 2011, pp. 112, euro 24,50
Dopo un po’ lo scotch cedeva, la polvere si depositava e comunque occorreva che io e i bambini salissimo sulle seggiole, quando non sui banchi, ad aggiungere foglietti o a ribadire puntine da disegno. Sì, la striscia del tempo, di tempo
ne portava via e non era comodissima, ma l’utilità era fuor di dubbio e sotto molteplici aspetti.Alcuni genitori, penso
violando chissà quanti e quali regolamenti scolastici e comunali, avevano piantato tutt’attorno alle pareti dell’aula lunghe strisce di legno a cui si era appesa la nostra striscia. Ecco, cominciando a sfogliare questo bel volume la prima
cosa che ho osservato e apprezzato è stata proprio questa presenza: ad aprire e a chiudere l’opera, con bell’effetto
grafico, addirittura nei risguardi di copertina. Striscia che poi viene riproposta in calce ad ogni argomento. Il libro riesce ad essere una vera e propria introduzione al mondo dell’arte o, a dir meglio, della pittura e, in misura assai minore, della scultura. Con una scelta coraggiosa che magari può far discutere ma che, a parer mio, funziona.Alla preistoria, ai “tempi antichi” si dedicano complessivamente 9 doppie pagine, mentre la parte del leone viene svolta dai movimenti artistici che partono dal Rinascimento per giungere al
XX secolo (“Il grande laboratorio dell’arte”). Il vo l u m e,assai ben curato sul versante grafico, proviene dalle parigine Edition Palette, una sigla editoriale felicemente specializzata nel campo della divulgazione artistica per l’infanzia con decine di bellissimi titoli, a rticolati in svariate collane. Notevole
anche l’attento e sobrio lavoro di adattamento compiuto per l’edizione italiana. Un lavoro che può essere di non poco interesse anche per gli insegnanti e che dovrebbe essere usato non soltanto nelle scuole elementari, magari per sostituire o integrare noiosissimi manuali dove il testo viene
accompagnato non da illustrazioni ma da illeggibili “francobolli”. Perc h é, ultima lode, qui la qualità delle riproduzioni è decisamente buona.
(walter fochesato - ANDERSEN settembre 2011)
a
Premio Andersen - il mondo dell’infanzia
I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
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Miglior libro fatto ad arte
Delphine Chedru - trad. di Giulia Calandra Buonaura, Il cavaliere corag g i o, Modena, Franco Cosimo Panini, 2011,
pp. 45, euro 14,50
Un albo per giocare e soprattutto imparare a osservare, quello della francese Delphine Chedru, originariamente pubblicato dall’elegante casa editrice Hèlium, così attenta alla cura grafica dei suoi libri. Il suo libro è ancora una volta basato sull’individuazione del dettaglio, ma il lettore diventa qui tuttavia vero e proprio protagonista. È lui infatti a dover
accompagnare nel bosco il Cavaliere azzurro, che ha perduto la via e il coraggio ed è alla ricerca del feroce drago verde.
Come in un libro-game chi legge deve prendere delle decisioni che possono variare di volta in volta e che lo portano
a saltare da una pagina all’altra. Può scegliere la via più semplice oppure complicarsi la vita guadagnando però in dive rtimento.Aguzzando la vista troverà piccoli dettagli risolutori e affronterà vari giochini lasciandosi incantare dalla superba grafica dell’autrice e dal suo amore per gli effetti ottici. E ogni volta che riprenderà in mano il libro, la comune avve ntura comincerà da capo e sarà sempre nuova e divertente.
(anna patrucco becchi - ANDERSEN gennaio 2012)
Joëlle Jolivet - testi di Jean-Luc Fromental - traduzione di Pico Floridi, Schizzo in città, Milano, Il Castoro, 2011, pp.
20, euro 18,00
Si tratta di un albo in gran formato che presenta una soluzione grafica a doppie pagine in robusto cartoncino. Un librogioco con tante linguelle, in diverso formato, da sollevare.Al loro interno un breve testo in rima e un compito preciso
e divert e n t e. Si tratta infatti di seguire, passo dopo passo, dal mattino a tarda sera, il lavoro di Schizzo, il camioncino
rosso delle consegne. Sul frontespizio dove inizia la nostra storia il profilo del furgoncino, l’invito ad accoppiare ogni
oggetto al giusto destinatario e l’elenco delle consegne da fare: da un divano ad un gomitolo di lana, da una palla da
basket ad una bilancia, da un gomma per auto ad una lattina di olio d’oliva. Le cose più dive r s e, insomma. Il bambino
verrà quindi aiutato, in questo percorso, non solo dai disegni ma da piccole immagini che, sostituendo il testo, f u n z i onano da pittogramma. Quanto mai suggestive le tavole della Jolivet che ricostruiscono, con semplice efficacia, i diversi
ambienti urbani, dal centro alla periferia, allineando il porto e la scuola, il teatro e il grande magazzino, la palestra e la
stazione ferroviaria, una piccola casa con giardino sopravissuta, per ora, all’espansione edilizia e un condominio di periferia. E adesso sarà bene
ricordare due cose.Tutto è mostrato con nitida chiarezza ma, al contempo, tutto risulta vivo e solare, ricco di brio e con lampi di sorniona ironia. Squillanti e precisi tocchi di colore accompagnano il ritmo mirabile di una città resa in un corposo bianco e nero, quello delle incisioni su
linoleum, mezzo preferito e superbamente usato dalla Jolivet.
(walter fochesato - ANDERSEN febbraio 2012)
Richard McGuire, Cosa non va in questo libro ?, Mantova, Corraini, 2011, pp.32, euro 16,00.
Uno splendido libro-gioco. Un tourbillon di sorprese e di invenzioni, di incanti e sberleffi. Un susseguirsi di domande e di inviti a guardare oltre alle cose e a ciò che appare: rompicapi visivi, trompe l’oeil, giochi di ombre, identità
celate, gustosi particolari che volgono al surreale, come nella magnifica tavola finale, pagine da leggere alla rovescia
ed altro ancora. Insomma non ci si annoia di certo!
(walter fochesato - ANDERSEN dicembre 2011)
a
Premio Andersen - il mondo dell’infanzia
I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
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Miglior albo illustrato
Gek Tessaro, Il cuore di Chisciotte, Milano, Carthusia, 2011, pp. 64 + DVD, euro 16,90.
Il volume su Don Chisciotte nasce da e si affianca ad uno spettacolo teatrale (in allegato, c’è anche un DVD). Opera
impegnativa e che, sul versante delle illustrazioni, oserei chiamare di svolta o ancor meglio, di rivelazione. Tento di
spiegarmi. Gek ha rivelato, e rilasciato, le sue doti poco per volta, talora timidamente o legandosi, anche in base alle
committenze editoriali o ai testi, ad un linguaggio di più immediata riconoscibilità e leggibilità. Ma dietro all’indubbia
influenza di un Eric Carle, vi erano però il talento “naturale” di un disegnatore instancabile e onnivoro, di una vivissima predisposizione all’osservare, registrare e quindi narrare.Tutte le doti, quindi, del grande illustratore.Adesso, in
questo Cuore di Chisciotte si può dire che tutto si compie: la sicurezza e la baldanza del segno, l’alternarsi di modi,
tecniche e stili diversi, l’assillo creativo, il ruolo tutto sommato accessorio del testo ma al contempo il fitto gioco di
richiami che stabilisce con esso. Ecco quel che mi emoziona e convince è proprio questa decisione manifesta (a proposito di parole) di non porsi a priori il problema del piacere o del non piacere ma di essere più semplicemente e compiutamente sé stesso. E di
ciò andrà altresì ringraziato l’editore.
(walter fochesato - ANDERSEN dicembre 2011)
Jimmy Liao, La voce dei colori,Torino, Edizioni Gruppo Abele, 2011, pp. 128, euro 18,00
La voce dei colori, un picture book che arriva dall’Asia, è un piccolo capolavoro. Non soltanto una storia sulla cecità,
ma un racconto sulla bellezza, l’infanzia e l’immaginazione. La protagonista è una bambina che sta perdendo la vista;
entra da sola in metropolitana e comincia un lungo viaggio sotterraneo dentro se stessa, sospesa tra l’incanto del proprio mondo interiore e il desiderio di trovare qualcuno, fuori dalla stazione, pronto ad accoglierla e proteggerla.
Jimmy Liao, per la prima volta tradotto in italiano, è un noto illustratore di Taiwan già pubblicato in numerosi paesi. Le
sue tavole, cariche di colori brillanti e di dettagli, possono ricordare l’universo fantastico di autori come Mordillo o
Claude Ponti, ma anche il tratto raffinato di un Peter Sis o la leggerezza di Tony Ross. Contraddistingue l’autore anche
la lunghezza dei suoi albi illustrati, che possono avvicinarsi alle centocinquanta pagine: quasi dei piccoli romanzi di immagini, d ove ogni tavola si apre su universi nuovi e inaspettati. Dentro La voce dei colori troviamo foreste, oceani, elefanti
e draghi, celebri personaggi dalla letteratura per l’infanzia e dalla tradizione popolare, spazi urbani e immensi labirinti;
scorrendo di pagina in pagina, è un continuo alternarsi di ambienti interni ed esterni alla metropolitana, che diventa a sua volta un luogo fantastico, punto di passaggio per esplorare ogni angolo del mondo in tutta la sua meraviglia. E accanto alle immagini, che riescono ogni volta a sorprendere il lettore, e chiedono di essere osservate sempre una seconda volta, abbiamo le parole: un testo poetico, semplice e diretto, in cui si dà
voce alle sensazioni della bambina protagonista, che non vede ma immagina, che si sente sola e allo stesso tempo protetta, e che cerca un “lieve
scintillio” nel suo cuore per fare luce nel buio senza colori.
(mara pace - ANDERSEN febbraio 2012)
Palma Sanchez Ibarzabal - ill. di Joanna Concejo - trad. di Fabio Regattin, Quando non trovi la tua casa, Modena,
Logos, 2011, pp. 32, euro 12,95
Quando non trovi la tua casa, un albo sorprendentemente ricco, un viaggio notturno che andrà messo accanto ad
altri che affrontano con delicatezza e ineffabilità la materia impalpabile dei sogni. C’è una bimba che si mu ove, s p i nta dalle voci della natura, e tocca i punti più diversi di una realtà che man mano, per piccoli accenni, si trasfigura.
Fino alle ultimissime pagine non sappiamo dove e quando si concluderà questo suo errare e volare, rimbalzare e
fuggire. Siamo quasi in ansia per lei ma poi il finale ci consola e ci fa sorridere perché ci riporta al quotidiano. Un
libro che potrei chiamare metafisico, dove il lettore potrà perdersi a suo piacimento, soffermarsi sulle straordinarie
invenzioni figurali che costellano ogni doppia pagina. Piccoli particolari rifiniti di tutto punto e in punta di penna. O
che, forse, dalla penna paiono sfuggiti; gocce d’inchiostro dispettose che assumono forme precise ed enigmatiche (che ci fanno in una foresta di
foglie fuori scala una poltrona, un elefante, un arcaico fonografo, una teiera e tre chicchere?) Ecco, nel gioco prezioso e sapiente del non detto,
presenze quasi invisibili che, pazienti, attendono di essere scoperte per raccontarci un’altra storia. La Concejo è, a ben guardare, un’illustratrice
originalissima ma al tempo stesso colta che molto ha guardato e osservato. Capace di ben celare le sue predilezioni. Le sue carte sembrano quasi
trattate o forse sono già vecchi fogli, un po’ provati dal tempo e dalle occasioni. Brandelli di memorie.
(walter fochesato - ANDERSEN novembre 2011)
a
Premio Andersen - il mondo dell’infanzia
I migliori libri dell’anno per ragazzi
GENOVA - sabato 26 maggio
Premiazione al Museo Luzzati a Porta Siberia - Porto Antico
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Miglior libro mai premiato
André François - traduzione di Federica Rocca, Chi è il più buffo?, Milano, Babalibri, 2011, pp. 32, euro 12,00
Un continuo, insistito ping pong, fitte battute che nelle doppie pagine si scambiano i due protagonisti, pigliandosi per il
naso e vantando formidabili capacità (“Io sto in bilico sul mio nasone. E io mi dondolo sul mio pancione”) e che l’autore traduce in modo fulmineo con disegni veloci ed essenziali. Finché non trovano un quieto drago a due teste che non
esitano a stuzzicare. Costui, a sentirsi dire che il più buffo è lui, si offende non poco e se li ingoia in un sol boccone (“e
per farvi un gran dispetto su ogni testa un cappello mi metto”). Ma non pensiate che la storia finisca qua. Fermo il divoramento, le due tavole che concludono il libro ci offrono, da un lato, un finale spassoso che quasi ci invita a proseguire
la vicenda o a suggerirci come andrà di lì a poco e, dall’altro, ci donano un’immagine poetica ed enigmatica al tempo
stesso, sulla quale il lettore sarà portato a interrogarsi. Fertilmente. Il libro apparve nel 1970 e fu poi portato in Italia da Rosellina Archinto per la
Emme Edizioni. Nei primi anni ‘80 di illustrazione conoscevo assai poco e l’albo mi lasciò perplesso. Furono i miei figli, allora piccolissimi, a stupirmi, e a farmi riflettere. Era uno dei loro preferiti, lo sapevano a memoria, lo sfogliavano e guardavano spesso, anche partendo dall’ultima pagina.Ad
un certo punto la domanda su chi era il più buffo divenne una sorta di tormentone ed entrò nel lessico famigliare. Non coglievo il tratto surre ale, prossimo all’eleganza di Steinberg, né quel tono talora acre e sottilmente perfido che apparenta l’autore all’umorismo vivido e graffiante di Tomi
Ungerer. In realtà André François (1915 - 2005) si chiamava Farkas ed era nato a Timosoara, nell’attuale Romania. Arrivò giovane a Parigi, allievo
del grande affichiste Cassandra e fu attivò anche a lui nella New York degli anni d’oro. Graphic disegner, pittore, scultore, cartoonist, illustratore
per tutte le età, collaborò con testate prestigiose quali “New Yorker”,“ S p o rt Illustrated”, “Nouvel Observateur” e, guarda caso, “Punch”. La celebre rivista satirica inglese nata prendendo a modelli il nostro Pulcinella attraverso la mediazione del burattino Polichinelle-Punchinello. E in Chi è
il più buffo? le fattezze sono quelle: un corpo piccolo e tozzo, quasi incompiuto e una testa spropositata, tutta naso e mento e denti, una sorta di
mezza luna. Mentre Pu è grande, grosso, pacioso e decisamente obeso, chiuso in un grosso cappottane grigiastro a cui si accompagna una piccola
testa tonda e calva che vira al giallo da far pensare ad un sole, un po’ malaticcio. Già il sole e la luna: che c’entrano con questa storia, sagacemente antipedagogica? Vien quasi da pensare ad un mito…
(walter fochesato - ANDERSEN dicembre 2011)
Gabrielle Vincent, Un giorno un cane, Roma, Gallucci, 2011, pp. 64, euro 16,50
Quello della Vincent (1928-2000) è stato uno dei grandi nomi dell’illustrazione europea della seconda metà del ‘900,
legato al lungo e virtuoso ciclo con le storie di Ernesto e Celestina, edite diverse volte in Italia, ma purtroppo senza
grandi riscontri.Anche questo magnifico albo uscì da noi, subito dimenticato. Rigorosamente senza testo (e ci sarebbe
da sottolineare a questo punto come albi del genere si siano moltiplicati negli ultimissimi anni), è la storia di un cane
che viene brutalmente abbandonato lungo la strada. Lui prova a rincorrere l’automobile dalla quale è stato sbalzato via.
Ma inutilmente, resta solo. Finché, dopo aver provocato addirittura un incidente automobilistico e aver a lungo errato
fra strade, spiagge e paesi, incontra un bambino. Forse per lui inizierà una nuova vita e incontrerà nuovi affetti. E l’albo, realizzato interamente in
bianco e nero, è un attento, talora straziante registrare tali momenti di solitudine e tristezza. La Vincent usa un registro basso e oggettivo, le sue
tavole sono praticamente un carnet de voyage, appunti schizzati con mano veloce e sicura e di straordinaria incisività. Limpidi e nervosi.
(walter fochesato - ANDERSEN settembre 2011)
Carmen Martín Gaite - traduzione di Michela Finassi Parolo, Cappuccetto Rosso a Manhattan, Milano, Salani, 2011, pp.
154, euro 13,00
Cappuccetto Rosso. è il libro che la piccola protagonista ha ricevuto in dono da Aurelio Roncali, gestore di un negozio di
libri usati (il Books Kingdom). Ma Aurelio (che “Sara non riuscì mai a vedere”) è anche il compagno fedele dell’amatissima
nonna, rimasta vedova da tempo. Il fatto è che i genitori di Sara preferiscono che non si parli di lui per una sorta di moralistico perbenismo o più semplicemente di sciocco imbarazzo.Accade però, vengo subito al cuore della storia, che una sera
la bimba debba portare alla nonna l’amatissima torta alle fragole preparata dalla figlia. Ed è così che Sara Allen si avventura
per Manhattan, in quella sorta di isola “a forma di prosciutto con uno sformato di spinaci al centro, che si chiama Central
Park”. Un viaggio notturno denso di insidie e di avventure, di prove e di scopert e, di contrattempi e merav i g l i e. Una
Caperucita urbana che a questo punto andrà posta accanto all’imminente versione di Roberto Innocenti. Ma qui vi è l’aiuto prezioso e indispensabile di un vero e proprio aiutante magico: una anziana signora (Miss Lunatic), di certo eccentrica,
bonaria e a dir poco misteriosa. Quindi la descrizione della città (frenetica e scintillante) trascolora pian piano in realismo magico, nel passaggio,
naturale verrebbe da dire, ad una dimensione altra dove ogni cosa appare possibile ma, nella quale si torna sempre alle righe della citazione.Vale
a dire alla rivendicazione del crescere liberi per poter poi scegliere le proprie strade. Il romanzo della Gaite (1925-2000), celebre scrittrice spagnola, apparve presso Mondadori nel 1999 nella bellissima collana Contemporanea e ritorna adesso, a distanza di anni. Per fortuna, aggiungo, p e rché si tratta di un libro magnifico, avvincente e lirico, surreale e ironico.A confermarci come le fiabe siano naturalmente pronte a farsi rinarrare
da chi le conosce e le ama.
(walter fochesato - ANDERSEN maggio 2012)