Marilene lavora all`accettazione dell`ambulatorio medico per stranieri

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Marilene lavora all`accettazione dell`ambulatorio medico per stranieri
 INTERVISTA A GHANEM MARILENE – tirocinio presso ASSOCIAZIONE CAMMINARE INSIEME Marilene mi accoglie calorosamente nella sala d’attesa dell’associazione CAMMINARE INSIEME, nel cuore di Porta Palazzo, quartiere storico di immigrazione della città di Torino. La sala d’attesa è gremita di persone, provenienti da tutte le parti del mondo, che stanno aspettando il loro turno: ogni giorno l’associazione mette a disposizione dei dottori volontari gli attrezzi e le sale in cui visitare i pazienti bisognosi. Mi accorgo subito che Marilene parla un italiano perfetto, così le chiedo da quanto tempo si trova in Italia. Marilene: “Sono stata in Italia negli anni Ottanta, per quasi 10 anni, e poi sono tornata in Libano per qualche anno, per poi ritornare nel 2008. Prima sono stata in Toscana, ma poi ho iniziato il corso di Counselling filosofico di tre anni qui a Torino nel 2008 e così sono venuta qui… mi piace moltissimo Torino, è a misura d’uomo ed è molto bella, inoltre dal punto di vista dell’immigrazione e del sociale è una delle città italiane più all’avanguardia. Infatti ci sono realtà come questa...”. Stefania: “Di che cosa si occupa l’associazione?” Marilene: “Camminare insieme accoglie persone in difficoltà che hanno bisogno delle cure mediche e che magari non possono permettersi le cure specialistiche, oppure non possono accedere al medico di base perché irregolari. Abbiamo questo ambulatorio con la sala d’attesa che hai visto, due studi medici, un locale farmacia, uno studio dentistico e uno studio oculistico/ginecologico. Io mi occupo dell’accettazione, cioè dell’accoglienza delle persone che si vogliono iscrivere all’associazione per poter usufruire delle visite, della prenotazione per le visite specialistiche e anche della mediazione, soprattutto con le donne marocchine che non parlano bene l’italiano e che magari si trovano in difficoltà ad interloquire con un dottore di sesso maschile o hanno una visione culturalmente differente della malattia e delle cure sanitarie. Stefania: “E’ una realtà veramente ricca e stimolante, cosa ti ha colpito di più di questa associazione?” Marilene: “Sono stata colpita dal fatto che i medici hanno un grosso rispetto verso i pazienti: nel caso in cui i pazienti non si presentano all’appuntamento per la visita, la maggior parte dei nostri medici li chiamano, per sapere come stanno, come mai non sono venuti e per prenotare una nuova visita… nel mio Paese questa cosa non succederebbe mai…c’è molto attenzione in Italia per il malato. Però chi arriva da un altro Paese deve anche pensare che non è tutto dovuto… qui in Italia c’è molta attenzione per tutti, ma è necessario anche responsabilizzare lo straniero… avviare un progetto educativo di sensibilizzazione. Innanzitutto vorrei porre un’attenzione ai responsabili, ai medici e al personale volontario, perché qui ho trovato disponibilità totale verso l’altro, una grande capacità di ascolto e di risposta ai bisogni… I medici hanno una grande professionalità, pazienza, disponibilità, anche materiale, e una capacità di ascolto non indifferente… vanno fino in fondo e non risparmiano nulla per il paziente. Inoltre hanno un certo numero di esami gratuiti sia al Cottolengo che al Gradenigo e anche il personale è sempre a conoscenza di tutte le novità: è sempre ben informato sul territorio e sulle possibilità che ci sono per i pazienti. Nell’associazione c’è anche un’attenzione all’educazione civica, infatti molto spesso tra gli utenti gira la voce che è meglio non regolarizzarsi, sennò vengono cacciati dall’Italia, invece noi li consigliamo di regolarizzarsi, perché così hanno diritto a tante cose, a partire dalla salute”. Stefania: “Come si collega il tuo percorso professionale con questo tirocinio?” Marilene: “Sicuramente è stato molto utile: infatti mi ha permesso di mettere in atto ciò che ho appreso nel corso in Counselling. Infatti molto spesso ci troviamo a gestire situazioni molto particolari, pertanto è necessario un certo approccio; in più mi ha permesso di conoscere le leggi e di imparare a gestire determinate situazioni. Un’altra cosa che mi ha molto colpito è la pulizia: è sempre molto accurata e avviene più volte al giorno… questo è uno degli elementi che fa capire che è un ambiente serio, ed è per questo motivo che ci sono sempre tante persone: ogni giorno accogliamo all’incirca tra le 50 e 60 persone… ora siamo arrivati a quota 40.000 pazienti in quest’anno…Abbiamo medici molto professionali e validi, pensa che un dottore è riuscito a scoprire un tumore tramite un’ecografia. Grande attenzione dedicano ai diabetici. Spesso vi sono diabetici gravi che non prendono le medicine da quando partono dal loro Paese…pertanto riescono a capire qual era la cura che facevano e qual è la migliore ora che sono peggiorati. Sai che c’è anche uno spazio per le mamme e i bambini, una sorta di area gioco, che oltre ad essere un luogo di gioco e condivisione per le mamme e i bambini, organizziamo anche incontri periodici con medici, psicologi ed educatori sui temi della salute e prevenzione, alimentazione e cura del bambino, educazione dei figli”. Stefania: “Come rimarrà il tuo rapporto con l’associazione ora che stai terminando? Quali sono i tuoi programmi per il futuro?” Marilene: “L’associazione è sicuramente qualcosa di più di un ambiente di lavoro… dopo che mi sarò riorganizzata, sia per lo studio che per il lavoro, voglio diventare una volontaria. Purtroppo non riescono a tenermi perché essendo un’associazione riescono a mantenere soltanto le attività e il personale già preesistente. Ora ASAI mi sta aiutando a cercare un lavoro da altre parti, forse al centro interculturale, purtroppo non è un periodo facile per nessuno, ma qualcosa si troverà...a me piace l’Italia e vorrei restare qui a Torino. Dalla prossima settimana cercherò di organizzarmi, intanto metterò gli annunci all’università per dare lezioni di lingua straniera, magari di arabo, o darò ripetizioni; inoltre cercherò anche di poter fare affiancamento a dei professionisti, per poter iniziare a fare pratica come Counsellor ... ma sicuramente qua voglio continuare a venire non appena mi sono organizzata, per me è stato più di un tirocinio”. Marilene Ghanem, libanese, gestisce gli appuntamenti dell’ambulatorio medico