Borreguero Margarita

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Borreguero Margarita
Cresti, E. (a cura di) Prospettive nello studio del lessico italiano, Atti SILFI 2006. Firenze, FUP: Vol II, pp. 507-515
Comparative prototipiche di base verbale:
comparazione o intensificazione?
Paloma Pernas, Margarita Borreguero
Universidad Complutense de Madrid
Abstract
Scopo di questo studio è l’analisi delle cosiddette comparative prototipiche di base verbale da una prospettiva che tenga conto della
loro struttura sintattica, dal contenuto semantico che veicolano e della funzione pragmatica che svolgono. Il corpus che serve di base al
nostro lavoro è stato tratto principalmente dai repertori fraseologici tradizionali, da questionari compilati da parlanti madrelingua e da
due corpora digitali plurilingui, uno di lingua orale (C-ORAL-ROM) e un altro che riflette il linguaggio giovanile dei chat (NUNC).
Dopo una caratterizzazione sintattico-semantica delle comparative prototipiche e successivo confronto di queste con le strutture
comparative canoniche, si espongono i principali argomenti sintattici, semantici e pragmatici che sostengono l’ipotesi della loro
funzione avverbiale: tra questi, l’equivalenza semantica con certi avverbi, la possibilità di scegliere un termine di paragone non
prototipico o di lasciare la struttura in sospensione senza che in alcun caso venga intaccata la loro funzione di intensificatori verbali.
Infine abbiamo accertato che la vitalità delle comparative prototipiche osservata nel linguaggio più spontaneo dei giovani d’oggi,
benché con manifestazioni diverse aderenti ad ogni idiosincrasia culturale e linguistica, è pari in italiano e in spagnolo e risponde alle
possibilità espressive di una struttura specialmente adatta agli usi ironici ed iperbolici.
.
1. Obiettivi
Le espressioni lessicali di forma comparativa, le
cosiddette comparative prototipiche, sono state analizzate
in abbondanti studi di diverse lingue e da svariati punti di
vista, per lo più nella versione che stabilisce la
comparazione in base a un qualità comune, cioè quella
delle comparative legate a frasi aggettivali (nudo come un
verme). Uno degli ultimi (Guil e Borreguero, in stampa)
metteva a confronto quelle spagnole e italiane.
Noi abbiamo dato seguito a questo studio affrontando,
da simili presupposti, le comparative prototipiche nella
loro modalità, più trascurata, di modificatori verbali (bere
come una spugna / beber como un cosaco). Quindi,
abbiamo messo a fuoco le strutture1:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
SV + come/quanto + SN / SV + como + SN
SV + (di) più di + SN / SV + más que + SN
SV + meno di + SN / SV + menos que + SN
SV + peggio di + SN / SV + peor que + SN
ƒ
dal punto di vista sintattico, se siamo di fronte a
strutture comparative, di maniera o d’intensificazione;
ƒ dal punto di vista semantico, se esprimono un grado
comparativo o superlativo, una modificazione di
maniera o un altro tipo di significato;
ƒ dal punto di vista pragmatico, che funzione compiono
queste strutture.
2. I corpora e le fonti
I due repertori ottenuti per ciascuna lingua, uno
tradizionale e un altro di nuova creazione, provengono
dallo spoglio di corpora e altri materiali anch’essi
differenziati in base a fissazione e novità. Per l’italiano, è
formato dalle comparazioni rinvenute in:
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
e ci siamo posti i seguenti quesiti:
Dizionario dei modi di dire di B. M. Quartu
questionari compilati da italiani madrelingua2
NUNC
C-ORAL-ROM
narrativa letteraria di autori contemporanei, in
particolare quattro opere di N. Ammaniti3
Per quello spagnolo, siamo partite da:
1
Ci siamo imposte certe limitazioni nell’affrontare l’analisi di
queste strutture. Prima di tutto, abbiamo escluso tutti i predicati
nominali (verbi copulativi o semicopulativi del tipo essere,
rimanere, ecc.) in cui il peso semantico della costruzione deve
essere attribuito all’aggettivo, anche se a volte questo aggettivo
rimane implicito, come essere (fortunato) come il due di
briscola. Rimangono pure fuori dalla nostra ricerca le
costruzione di avere + SN, dove abbiamo considerato che la
comparativa prototipica si allaccia prevalentemente alla base
nominale, come in aver cervello quanto una formica.
Invece fanno parte della nostra indagine le chiamate perifrasi
verbo-nominali o costruzioni con verbo di appoggio, che sono
predicati verbali formati da un verbo desemantizzato e un
elemento nominale (a volte inserito in un sintagma
preposizionale, ma di solito in funzione accusativa) con il quale
non mantiene un rapporto argumentale vero e proprio. Il verbo
funzionale o di appoggio (che ha perso gran parte del suo
contenuto lessicale) e il nome costituiscono un’unità semantica
con funzione predicativa: dar vueltas, dar golpes, fare casino,
dare un passaggio.
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
ƒ
2
Florilegio o Ramillete alfabético de refranes y
modismos comparativos y ponderativos de la lengua
castellana di Sbarbi y Osuna
Diccionario fraseológico del español moderno di
Varela e Kubarth
la raccolta di iperboli popolari contenenti más e
menos di H. Ayala
questionari compilati da spagnoli madrelingua,
NUNC
C-ORAL-ROM
il sito web Lo peor de Internet, repertorio di
barzellette, colmi ed esagerazioni
Per la precisione, da dieci informanti a cui abbiamo sottoposto
un repertorio previo affinché lo potessero correggere o
aumentare.
3
Non abbiamo ancora scoperto un autore spagnolo altrettanto
proficuo nell’uso o nell’invenzione di queste iperboli.
Paloma Pernas, Margarita Borreguero
3. Caratterizzazione
sintattico-semantica
delle comparative prototipiche
e della preposizione de dal complemento nominale in
tante code:
La struttura comparativa prototipica su SV, da esso
selezionata, stabilisce una relazione di coincidenza o
somiglianza tra due proposizioni, al di là che il predicato
della seconda proposizione resti implicito.
(11) durar algo menos que un caramelo a la salida (de) un
colegio
(1) [P1 (SN Sogg) tremare] Å COME Æ [P2 una foglia
(SV trema)]
Il fatto di ricadere su intere proposizioni le consente di
agire contemporaneamente sul contenuto verbale e sul
contenuto dei singoli argomenti che, in questo modo,
vengono modificati e messi, per così dire, “sotto un’altra
luce”.
(2) [COME P2 una foglia (SV trema)] Æ [P1 SV tremare]
Æ [P1 SN Sogg x]
C’è però un argomento della P1 che viene messo a
fuoco e che costituisce l’ambito preciso su cui verte la
comparazione. Ma, data la possibilità che ci siano più
argomenti, bisogna individuarlo di volta in volta. A questo
scopo ci vogliono alcune verifiche: la corrispondenza
esatta della funzione sintattica del SN1 e del SN2, la
valenza e le restrizioni lessicali del V, e infine la
somiglianza semantica che ha originato il paragone.
Queste sono le modalità sintattiche più frequenti in base
alla diversa funzione dei SN comparati:
(3) bere qualcuno come una spugna: [SN sogg x P1]Å
COME Æ [SN Sogg P2: spugna]
(4) conoscere qualcosa come le proprie tasche: [SN Ogg x
P1] Å COME Æ [SN Ogg P2: le proprie tasche]
(5) pelare (o spennare) qualcuno come un pollo [SN Ogg
x P1] Å COME Æ [SN Ogg P2: un pollo]
(6) beber alguien como un cosaco: [SN Sogg x P1] Å
COME Æ [SN Sogg P2: cosaco]
(7) conocer algo como la palma de la mano [SN Ogg x
P1] Å COME Æ [SN Ogg P2: la palma de la mano]
(8) desplumar a alguien como a un pollo: [SN Ogg x P1]
Å COME Æ [SN Ogg P2: un pollo]
Ogni lingua richiede un procedimento di verifica
diverso. In spagnolo, come abbiamo visto, può esserci una
marca della funzione preposta a nome animato, specie se
[+ umano]: la preposizione a. In tanti casi però la
preposizione presenta delle anomalie e, come nell’
esempio
(9) temer a alguien más que a un nublado
compare, benché vacillante, davanti a nome [animato], forse allo scopo di disambiguare, forse per
simmetria con la struttura del Pred 1, forse per motivi
ritmici e/o di erosione fonica. Questi ultimi sono
senz’altro decisivi nella soppressione della stessa
preposizione quando assente dal SN Ogg [+ umano]
(10) llevar a alguien como puta por rastrojo
In italiano invece bisogna stare più attenti alla valenza
del verbo e alle reciproche restrizioni semantiche V-SN, il
che non sempre è garanzia di inequivocità, almeno per chi
affronta per la prima volta una di queste frasi. Infatti, il
discente di italiano L2 si può domandare se in
(12) l’ha ammazzato come una bestia
una bestia sia il SN Ogg o il SN Sogg della frase
comparativa implicita. Invece, quando c’è una marca, si è
certi che gli elementi a confronto non sono né soggetto né
oggetto, bensì reggenza o complemento indiretto.
(13) provare lo stesso gusto che a succhiare un chiodo
(14) vivere come in un limbo
Con o senza marca, questo costituente non è però
necessariamente l’unico che emerge dalla P2, come
attestato in entrambe le lingue
(15) attaccarsi come un’ostrica / allo scoglio
(16) servire come uno specchio / a un cieco
(17) entrarci come i cavoli / a merenda
(18) gustarle algo a alguien más que a un tonto / un lápiz
Secondo L. A. Sáez del Álamo (1999), saremmo di
fronte a una “coda clausal”, cioè costituita da un’intera
proposizione, in opposizione alla “coda frasal”, cioè
costituita da un singolo sintagma. Noi invece non
troviamo alcuna differenza da questo punto di vista tra le
seguenti frasi:
(19) accendersi come un fiammifero (si accende)
(20) attacarsi come un’ostrica (si attacca) allo scoglio
Si tratta pur sempre di una proposizione con ellissi
verbale che si può arricchire ed espandere con degli
elementi ritenuti necessari alla completezza della
descrizione (esempio 20) o per il contrario semplificare
lasciandoli sottintesi:
(21) Pegarse como una lapa
(22) Attaccarsi come una patella
Orbene, l’espansione diventa imprescindibile nel gioco
ironico, affatto raro. Per esempio, allo stesso modo che
esiste servire come il pane (= moltissimo) e alla stregua di
alcune occorrenze reali (esempio 16) si potrebbe anche
inventare
(23) servire come il pane a uno sdentato (= pochissimo,
per niente)
Infine questi complementi possono essere sussidari a
un’intenzionalità che vada al di là del piano denotativo. In
effetti, qualora si volesse enfatizzare l’intensificazione o
Comparative prototipiche di base verbale
sembrare particolarmente originali, avremmo a
disposizione dei meccanismi sintattici di esplicitazione.
Questa esplicitazione poi può avvenire non solo tramite
delle funzioni argomentali (cf. 15-19, 23), ma anche con
funzioni secondarie ed espansioni del SN2 stesso
(aggettivi, relative, complementi nominali, enumerazioni,
ecc. e perfino frasi subordinate), due opzioni presenti
entrambe nei corpora tradizionali:
sede- per l’approccio comparativo). Per gli spagnoli, il
cosacco è il prototipo per il bere, il carrettiere per il
fumare, il tronco dell’albero per il dormire, la scimmia per
l’arrabbiarsi; per gli italiani, il tedesco è il prototipo per il
bere, il turco per il fumare, il ghiro per il dormire, la iena
per l’incazzarsi. (È curioso osservare come una stessa
entità è prototipica per diverse azioni in ciascuna lingua: il
carrettiere in spagnolo fuma, in italiano parla).
(24) cascare come una pera + cotta (/matura)
(25) sabe más que Lepe + , Lepijo y todos sus hijos
(26) arrivare come un fulmine + a ciel sereno
(27) contare quanto il due di briscola + quando l’asso è in
tavolo
(28) gritar como cerdo + que va al matadero
4. La funzione di intensificazione della
comparativa
ma particolarmente frequenti nelle fantasiose creazioni
recenti:
(29) ti agiti come un’anguilla + in aria
(30) zigzagare peggio di un ubriaco + cieco senza una
gamba
(31) llora más que una magdalena + con conjuntivitis
(32) veo menos que un muerto + boca abajo
Talvolta si raggiunge il massimo dell’esplicitazione e,
a dispetto della ridondanza, emerge anche il verbo:
(33) I giornalisti ... ci si sono buttati come un topo
affamato si butta sul formaggio.
Dal punto di vista semantico la caratteristica
definitoria della comparativa prototipica riguarda la scelta
del secondo termine di paragone. In effetti, il termine di
paragone è sempre un’entità che si considera prototipica
del modo di realizzare un’azione, sia per la frequenza con
cui la ripete:
(34) girare come una trottola
(35) fumare come un turco
(36) dar más vueltas que una noria
(37) fumar como un carretero
sia per l’intensità con cui viene eseguita:
(38) incazzarsi come una iena
(39) attaccarsi come l’edera
(40) dormir como una marmota
(41) aburrirse como una ostra
Un’entità prototipica, secondo Kleiber (1990, 48), è
quella che una comunità linguistico-culturale considera
più rappresentativa di una certa classe o categoria; nei casi
qui analizzati si tratta della classe di esseri considerati
prototipici nel compiere una certa azione o esperimentare
un certo processo. Visto che la prototipicità è basata
almeno in parte sulla familitarità, le comparative
prototipiche diventano manifestazioni particolarmente
interessanti del modo di concettualizare e di capire la
realtà da parte dei diversi gruppi culturali (e qui troviamo
anche uno spunto interessante –che rimandiamo a un’altra
4.1. Argomenti sintattico-semantici
Diversi autori che si sono occupati dello studio di
queste costruzioni (García Page, 1990, 1996; Guil e
Borreguero, in stampa), hanno rilevato che la funzione
comparativa è subordinata ad una funzione avverbiale sia
di modale -particolarmente nelle costruzioni con come-,
sia di intensificazione nelle comparative di disuguaglianza
(e qui sia di grado che di quantità). Nei prossimi paragrafi
tenteremo di offrire alcuni argomenti che ci hanno
condotto alle stesse conclusioni.
4.1.1. Innanzitutto abbiamo notato, nelle comparative con
más dello spagnolo, la frequente mancanza del secondo
termine di paragone e relativa sospensione tonale
(42) ¡sabe más... ¡
(43) ¡tiene más cara...!
fenomeno, per quel che ci risulta, inesistente in italiano,
fatta eccezione per il tipo regionale è un più bel
bambino...!, più vicino sicuramente a una consecutiva che
a una comparativa. Certamente potremmo far risalire
queste frasi intensive spagnole a delle comparative
prototipiche estese:
(44) ¡sabe más... ¡ (que los ratones colorados)
(45) ¡tiene más cara...! (que espalda)
In realtà però le code potrebbero essere altre.
Riteniamo perciò più probabile che l’utente non stia
pensando a un termine di paragone preciso; anzi, questo
spesso non gli viene in mente e a quel punto è costretto a
ricorrere a) alla sospensione, b) a una delle mille code
idiomatiche “passepartout” che si riscontrano nei repertori
(46) grita más que la leche / un demonio / Carracuca
o c) magari dopo qualche titubanza, allo sbrigativo que...
yo que sé:
(47) grita más que ... que yo qué sé
Una tecnica simile, con menos, la ritroviamo in Lo
peor de Internet:
(48) tienes menos cerebro que que que que que que que
que que que... coño ahora no me acuerdo
Tutte queste sono alternative che esistono anche per
un’altra struttura intensificativa, la consecutiva, altrettanto
Paloma Pernas, Margarita Borreguero
comune nella lingua orale (sia in italiano che in spagnolo)
e con la quale supponiamo che si rinforzi:
(49) ¡tiene una cara...! (que espanta / que huy! / que no sé
que le haría)
(50) ha una faccia tosta...!
(51) (ne) sa tanto..!)
Infatti forse non è un caso che le consecutive
coincidano
con
queste
nella
tendenza
sia
all’accorciamento e relativa sospensione che a code
“omnibus” e non lo è neanche che entrambe abbiano dato
luogo a due generi umoristici che, accanto a barzellette,
colmi, ecc. hanno nutrito innumerevoli pubblicazioni in
Spagna: le esagerazioni, già illustrate, da una parte e i
“tan-tan” dall’altra:
4.1.3. Per sostenere questo, agli argomenti appena
accennati e a quelli semantici che esporremo in seguito ci
aggiungeremo velocemente altre prove formali:
ƒ
(57) c. propria: Giovanni lavora (tanto) quanto il
(suo) direttore / il signor Facchini
(58) c. propria: # Giovanni lavora come una bestia
(59) c. prototipica: Giovanni lavora come una bestia
ƒ
(52) era tan tonto tan tonto que se fue a vendimiar y llevó
uvas de postre
(53) era tan tonto tan tonto que vendió la televisión para
comprarse un vídeo
ƒ
sono colmabili in tutte le maniere che consente la
fantasia, anche, volendo, in modo assurdo e
inintelligibile (Millán (2002) l’ha provato con un
esempio da lui inventato: más pesado que el Duque
en el Peich);
Le condizioni di verità non sono le stesse per le
comparative proprie e per quelle prototipiche:
(60) Giovanni lavora più di Maria ≠ Giovanni lavora
molto
(61) G. lavora peggio di una bestia = Giovanni lavora
molto
A nostro avviso dunque si tratta di due grossi
contenitori con due enormi vantaggi, apparentemente
contrari ma con un effetto simile:
ƒ
L’omnipresenza (tranne per N incontabili o propri o
con
complemento
nominale)
dell’articolo
indeterminativo nel SN2, che in una comparativa
“propria” sarebbe inaccettabile per la mancanza di un
referente che specifichi la seconda variabile della
scala (Korzen, 1996):
Infatti a (60) è applicabile la parafrasi Giovanni
lavora poco, ma lavora più di Maria, mentre per (61)
sarebbe inammissibile # G. lavora poco, ma lavora
peggio di una bestia.
ƒ
se non ci viene in mente niente di meglio è previsto il
ricorso alla sospensione o a un’espressione di
comodo, perché, in ogni caso, rimane l’effetto
d’intensificazione espressiva.
Sarebbe
agrammaticale
l’aggiunta
di
un
quantificatore di grado non comparativo -molto,
abbastanza, ecc.- che modificasse l’intervallo
premesso dalla comparativa di disuguaglianza:
(62) G. ha lavorato molto più di Maria
(63) *G. ha lavorato molto di più di una bestia
La subordinata cioè è perfettamente eliminabile o
sostituibile; quindi, a tutti gli effetti, il suo significato
comparativo (o consecutivo) è indifferente, vale a dire
nullo.
ƒ
4.1.2. In secondo luogo, c’è da rassegnare l’alternanza,
spesso indifferente, delle comparative di uguaglianza e di
disuguaglianza nelle prototipiche spagnole, il che sarebbe
assolutamente improponibile per le comparative libere e
vanifica la presunta funzione di paragone:
4.1.4. A questo punto è giusto chiedersi, se non è una
quantificazione di grado comparativo, che genere di
determinazione opera la comparativa prototipica sul SV1.
Ricaviamo delle osservazioni significative sostituendo
l’intera comparativa con un SAvv o un SP:
(54) comer como / más que una lima
(55) hablar más que / como un sacamuelas
(56) hablar peor que / como un camionero
(65) chiudersi come un riccio = completamente, molto
(66) correre come una lepre = molto, velocemente
(67) ballare come un orso = malissimo, pessimamente /
goffamente / senza grazia
(68) urlare come un forsennato = molto o fortissimo / a
squarciagola
(69) soffrire come una bestia = molto, intensamente
(70) dormire come un ghiro = molto (tempo) o
profondamente
La modalità di disuguaglianza costituisce tra l’altro,
come si vedrà sotto, un fenomeno rilanciatissimo nelle
nuove creazioni spagnole (molto meno in quelle italiane).
Ma quel che ci interessa ora è che questo comportamento,
assieme all’estrema variabilità, senza relativa alterazione
semantica, della coda selezionata dal SV –compresa
l’opzione zero-, ci sta a indicare che, nonostante le
apparenze, non siamo davanti a una vera e propria
struttura comparativa, ma di fronte a qualcosa d’altro.
Il rovesciamento delle posizioni dei correlati frutta
solo frasi agrammaticali:
(64) *un negro ha lavorato come Giovanni
La scelta in molti casi di avverbi in –mente e di SP in
funzione avverbiale ci mettono sulla pista della
determinazione di maniera tipica di quei sintagmi. Prova
ne è che potremmo focalizzarla con l’interrogativa
Comparative prototipiche di base verbale
parziale come balla Paolo? La possibile alternanza con
elementi superlativi (molto, -issimo) e con avverbi o
pronomi di quantità ci rimandano al grado, che, come
sappiamo, può riguardare, tra le diverse categorie
grammaticali, anche il verbo, e non solo su una scala
quantitativa ma anche qualitativa; per essere precisi, al
grado superlativo. Infatti non potremmo, senza dover
ricorrere a una pausa, far co-occorrere una di queste code
e un altro quantificatore superlativo:
(71) *corre moltissimo (/ velocissimo) come una lepre /
corre moltissimo (/ velocissimo), come una lepre.
Tra l’altro potrebbe rispondere alla domanda quanto
corre Paolo? Certamente, siamo di fronte a una struttura
superlativa assoluta, anche se, in base alle sue
idiosincrasie, forse sarebbe meglio parlare di “espressione
elativa” (García-Page, 1990; Ruiz, 1997, 1998), senza
trascurare il fatto che alcune espressioni, ironiche e non, di
inferiorità o di uguaglianza, ottengono un effetto
“infralativo” (García-Page, 1996) (in tal caso si parafrasa
la coda con pochissimo o per niente o simili):
(16) servire come uno specchio a un cieco
(72) dura meno di una eiaculazione precoce
(73) mangiare come un uccellino
Tuttavia, teniamo a sottolineare che, anche in casi
come (67) ballare come un orso, in cui si esplicita di più
la maniera, questa non è affatto l’unico valore della
struttura prototipica. Questo si deve, come vedremo più
avanti, alla selezione del secondo termine di paragone, che
in queste frasi, designa il massimo esponente, il prototipo,
per la situazione in questione. Infatti, ballare come un
orso non è solo ‘ballare goffamente’ (determinazione
avverbiale di maniera) perché un orso qui, al di là della
verità oggettiva, è l’essere che balla peggio in assoluto.
Per questo parliamo comunque di una formula elativa.
D’altronde, insistiamo, il grado o misura non si stabilisce
solo in quanto al numero, ma anche alla qualità.
La domanda che ci siamo poste poi riguarda
l’eventuale presenza –diacronica o no- di un SAvv
implicito, che a quel punto sarebbe il vero ambito della
determinazione della coda.
(83) balla (così) male come un orso
(84) dormì (così) tanto quanto le materasse
Se così fosse, si potrebbe ipotizzare una comparativa
completa di correlato avverbiale alle origini o almeno
nella struttura profonda. Si veda anche:
(85) cadere in piedi come un gatto.
Quindi, a seconda dei casi, resta evidente piuttosto il
grado nudo o si aggiunge -o addirittura prevale- la
maniera. Non solo: quando si tratta di una quantificazione
netta, si può quantificare la frequenza, l’estensione,
l’intensità, la perfezione dell’azione ecc. Per cui si
potrebbe parlare anche, in certi casi, di un modificatore
aspettuale o temporale. Insomma, tutti i verbi accettano la
quantificazione, ma il risultato semantico può variare
molto. In base poi ai suoi diversi aspetti o valori, lo stesso
verbo può selezionare code differenti, ciascuna col suo
particolare effetto:
(74) dormire come un ghiro (/come una marmotta / quanto
i sacconi / quanto le materasse) = quantità
(75) dormire come un sasso = maniera
(76) hablar como una cotorra (/como (/más) que un
sacamuelas) = quantità
(77) hablar como una verdulera (/como un camionero / un
cochero / como un carretero) = maniera 1
(78) hablar como un libro abierto = maniera 2
4.1.5. A volte infine a questi valori si aggiunge una
valutazione soggettiva. Ad esempio mangiare seleziona
per l’infralatività code come quella di (73) mangiare come
un uccellino piuttosto limitate alla quantità; si vedano
anche:
(79) mangiare come un grillo
(80) mangiare come uno scricciolo
Per la superlatività invece richiede distinzioni che al
medesimo grado aggiungono diversi giudizi sull’azione:
(81) mangiare come un re
(82) mangiare come un maiale /un porco
Invece, nelle comparative di disuguaglianza, la
quantificazione avverbiale modificata sarebbe già
compresa nell’operatore che inserisce il secondo termine
di paragone:
(86) ver menos que Pepe Leches
(55) hablar más que un sacamuelas
(87) suona peggio di una scopa
Tuttavia, su questa linea d’analisi non abbiamo osato,
per ora, spingerci oltre.
4.2. Argomenti pragmatici
Fare ricorso ai corpora, sia al NUNC che al C-ORALROM, ci ha servito per accertare che effettivamente queste
costruzioni, tanto abbondanti nei repertori tradizionali,
hanno ancora una grande vitalità nel linguaggio
colloquiale, specialmente nel linguaggio informale dei
giovani. Ciononostante le comparative prototipiche
riscontrate in queste raccolte di testi, provenienti sia dai
chat nel caso del NUNC che dai dialogi informali nel caso
del C-ORAL-ROM, non sono esattamente le stesse
riscontrate in dizionari e raccolte di modismi e locuzioni.
Dobbiamo perciò precisare il concetto di vitalità. In
efetti, non si tratta di vitalità di espressioni fisse del tipo
fumare come un turco / fumar como un carretero, ma
della vitalità di un tipo di struttura (apparentemente
comparativa) che ammette un ampio grado di libertà nella
scelta dei due termini di paragone.
Il grado di sviluppo a volte smisurato e la gara di
originalità che ci sembra di scoprire dietro queste
espressioni rispondono senz’altro alla necessità di una
maggiore espressività, che non si può raggiungere con la
ripetizione di formule da tutti conosciute e appartenenti
Paloma Pernas, Margarita Borreguero
all’eredità linguistica tradizionale. È necessario dimostrare
la propria capacità creativa, che trova nella scelta del
secondo termine di paragone la sua massima espressione.
Solo il desiderio di divertire, di ottenere un
riconoscimento dei pari al proprio ingenio, alle risorse
linguistiche -ma anche culturali- per trovare il termine che
provoca la risata (particolarmente valutata in contesti
come i chat) può spiegare costruzione come
(103) llora más que una magdalena + con
conjuntivitis
sviluppi che rispondo sicuramente a necessità espressive
vincolate alla cadenza ritmica di queste frasi.
ƒ
(88) trabajas menos que el fotográfo del BOE4
(89) vali meno di uno con una gamba sola ad una gara di
calci nel culo
Molte di queste creazioni hanno una vita effimera e un
ambito di uso molto ristretto dato che di solito le entità
selezionate come prototipiche appartengono alla cronaca
sociale e politica o sono tratti dai mass media specialmente effimeri quelli provenienti dalla pubblicità:
Inoltre, riguardanti l’uso, si osservano anche due
fenomeni degni di menzione:
ƒ
(90) desafinas más que Caminero en el anuncio de
Natillas-
E forse tra qualche anno sarà difficile capire
comparative come
(94) te despeinas menos que Cindy Crawford en un video
de aerobic
(95) vale meno di una legge del governo Berlusconi
(96) erano acconciate peggio di un travone di via
Melchiorre Gioia a Milano.
Questo non implica però che:
ƒ
non si usino più le forme tradizionali; nei corpora
abbiamo trovato
(97) piangere come una fontana
(98) riempirsi come un tacchino
(99) sfuggire come la peste
(100) incazzarsi come una iena
ƒ
le forme fisse tradizionali siano immuni alla
creatività; infatti nei nostri corpora si trovano sviluppi
di comparative prototipiche tradizionali come
(101) bestemmiare come un camello + in calore
(102) riempirsi come un tacchino + nel giorno del
ringraziamento
4
Boletín Oficial del Estado, l’equivalente della Gazzetta
Ufficiale italiana, dove vengono pubblicate tutte le risoluzioni
governative.
In molti casi il parlante non conosce il significato del
secondo termine della comparazione o non potrebbe
spiegare il perchè della scelta di una certa entità
generica o individuale in questa posizione:
(25) saber más que Lepe Lepijo y todos sus hijos
(104) pasar más hambre que los patos de doña Lola
(105) saber más que los ratones colorados (chi sono i
topi rossi? che cosa sanno?)
(106) bere come un lanzo
di cui nessuno si ricorda più dopo un po’ di tempo.
Infatti dobbiamo fare un piccolo sforzo di memoria per
capire frasi come
(91) te enrollas más que el yo-yo de Jesús Hermida
(92) trabajas más que un kleneex en la Casa de la pradera
(93) trabajas menos que los guionistas de la carta de ajuste
diminuisca la vitalità delle formule ‘passepartout’ per
il secondo termine di paragone, cioè indipendenti dal
verbo –e perfino dal tipo de verbo, agentivo o
esperienzale– che appare nel primo termine della
comparazione (P1): come un matto, come un pazzo,
come un idiota.
In altri casi, la motivazione semantica non esiste più
per i parlanti più giovani, perchè le entità a cui si fa
riferimento appartengono a un mondo naturale o rurale
con il quale non hanno contatti oppure riflettono abitudini
e usi del passato o fanno parte di ideologie e credenze non
più condivise socialmente, ma ciò non è ostacolo perchè
continuino ad essere usate, anche se proprio queste
formule sono i primi candidati ad un paulatino disuso:
(107) sbuffare come una vaporiera
(108) piangere come una vite tagliata
(109) soffrire come un’anima dannata
(110) gritar como un cerdo
(111) luchar como un jabato
ƒ
A parte le formule ‘passepartout’ menzionate sopra,
un altro fenomeno curioso è l’accopiamento arbitrario
tra verbi e termini di paragone -riferiti ad entità
soprattutto del mondo animale-, cioè senza nessuna
motivazione semantica apparente e persa già qualsiasi
traccia di prototipicità, con la evidente intenzione di
intensificare l’azione presentata:
(112) estudia como un animal
(113) duermo como un lobo (tratto da certe
dichiarazioni di Luis Aragonés).
In questi casi le entità a cui fa riferimento il secondo
termine della comparazione non possono più considerarsi
prototipiche dell’azione: evidentemente gli animali non
studiano, né poco né molto, e i lupi non dormono in modo
particolare. Ma la struttura, anche con un termine di
paragone semanticamente assurdo, serve ai suoi propositi
intensificatori.
Comparative prototipiche di base verbale
Tutte queste osservazioni ci hanno portato alla
convinzione che i parlanti interiorizzino non tanto le
espressioni quanto la cornice strutturale di queste
espressioni e la interiorizzano appunto come struttura di
intensificazione di un’azione, (o, in altri casi studiati
altrove, di un aggettivo o di un nome). Questo gli permette
di svilupparla nei diversi modi sopra esposti senza che
essa perda mai, nonostante tutte le incoerenze semantiche
osservate, la funzione iperbolizzante.
Meno fortuna ha avuto la comparazione di inferiorità con
menos:
5. Appunti contrastivi
Rispetto al corpus creativo, tenendo conto che le frasi
con come che ci compaiono sono in realtà
prevalentemente tradizionali, la proporzione regge per le
chat:
La grandi differenze che notiamo subito analizzando le
strutture comparative prototipiche italiane e spagnole, sia
quelle tradizionali che quelle creative, sono:
ƒ
ƒ
la rarità delle strutture di disuguaglianza con più e
meno in italiano e la loro ampia diffusione in
spagnolo, abbondanza che diventa assoluta
prevalenza quando si tratta di espressioni innovative;
benché più marginale e ristretta a un certo registro, e
in apparente contraddizione col fenomeno appena
accennato, la recente ascesa in it. di peggio, tra l’altro
spesso con un uso intensivo che potremmo
classificare come quantificazione, e quindi estraneo al
suo valore convenzionale di qualità.
Infatti, tra quelle tradizionali, le uniche frasi di
superiorità con più che abbiamo trovato in italiano
s’imperniano significativamente su un predicato composto
da SV + SN (Ogg), si tratti di un SN lessicale o di uno
pronominale (la, ne... una), mentre meno è completamente
assente:
(114) fare più miglia di un lupo a digiuno
(115) farla più lunga della camicia di Meo
(116) farne (o combinarne) una più di Bertoldo
(117) saperne una più del diavolo
Nel NUNC invece, benché poche, sì abbiamo trovato
alcune espressioni di superiorità con più:
(118) un posto che pesa più di un ministero
(119) il pollaio doveva splendere più di un salotto
(120) una colt vale più di un poker d’assi
E una serie altrettanto breve di espressioni con meno:
(72) dura meno di una eiaculazione precoce
(121) di te mi frega meno di una cippa
(95) questi sondaggi valgono meno di una legge del
governo Berlusconi
In spagnolo la situazione si capovolge, giacchè, anche
escludendo quelle dipendenti da SV + SN, tipo tener más
humos que una chimenea, le frasi con più costituiscono
quasi il 40% del repertorio tradizionale. Bisogna
ammettere però che alcuni sono aggiornamenti e/o
vacillazioni in concorrenza col più classico como:
(122) repetirse como (o más que) la morcilla.
(86) ver menos que Pepe Leches (o un caballo de madera
o un gato de escayola)
(11) durar algo menos que un caramelo a la salida (de) un
colegio
(123) pesar menos que un comino
(124) trabajar menos que un funcionario
(125) se canta más que en la boda de 7 novias para 7
hermanos
(126) se gasta menos que Portugal en espías
e sale a quote sbalorditive sul sito internet, sfiorando
l’80%, ma in sorprendente concorrenza non con come,
praticamente assente, bensì con la comparativa di
inferiorità con menos (circa 30%).
(127) dio más vueltas que la Madre de Marco dándole
esquinazo a él y al mono
(94) te despeinas menos que Cindy Crawford en un vídeo
de aerobic
(128) trabajas menos que un funcionario en viernes
È giusto chiedersi sul perché di questa evidente
assimmetria tra le due lingue a confronto. L’abbondanza
delle strutture con más e menos del sito internet e nelle
chat potrebbe spiegarsi solo per un moto di imitazione
contagiosa, ma la cospicua presenza nel repertorio
tradizionale e ancor più gli aggiornamenti sempre più
frequenti di comparazioni tradizionali di uguaglianza
come comparazioni di superiorità ci indicano che
probabilmente si tratti di un fenomeno più radicato nella
lingua spagnola. Certamente la superiorità, stabilendo un
grado in più, giova all’intensificazione espressiva e porta
più direttamente all’intensificazione. Noi crediamo però
che questa preferenza vada ricollegata soprattutto alla
notevole diffusione delle comparative sospese nello
spagnolo orale (es. 42, 43) e delle esclamative con más:
(129) ¡qué tío más raro! / ¡qué cara más dura (tiene)!
Nessuna però si riscontra in italiano.
La situazione appunto si rovescia nei repertori italiani.
L’unico caso di disuguaglianza rassegnabile nel repertorio
tradizionale è una struttura in cui il grado comparativo di
superiorità non si stabilisce in quanto alla quantità ma
bensì in quanto alla qualità e in più è in libera alternanza
con la forma di uguaglianza.
(130) parlare come (o peggio di) uno scaricatore di porto
Ma anche se apparentemente isolato, vale la pena di
evidenziarlo; infatti questa con peggio potrebbe essere una
variante che aggiorna la formula, giacché le comparative
Paloma Pernas, Margarita Borreguero
prototipiche con peggio dilagano nel linguaggio
colloquiale giovanile attuale e rimpiazzano quelle
classiche con come. È quel che attestano le chat e uno
scrittore come N. Ammaniti che in questo suo stilema
come in altri aspetti del suo linguaggio imita e rimaneggia
proprio quel registro.
(131) [un editore] allunga/allarga/restringe peggio di una
lavatrice impazzita
(132) gridava peggio di una bestia
(133) si incazzano peggio di una coppia di kapoò nazisti
(134) ti rode peggio di un castoro che nessuno ti abbia mai
dato ascolto
(135) Stringeva peggio di un boa constrictor (Ammaniti,
1999, p. 358)
Sono più scarse, e le abbiamo trovate esclusivamente
sul NUNC, le comparative di superiorità con meglio (che
tra l’altro presumiamo estensioni polarizzate molto recenti
sul modello di peggio):
(136) [una moto] va meglio di un orologio svizzero
(137) sta meglio di un pascià
Da notare che peor lo troviamo un’unica volta nel
corpus tradizionale - hablar peor que (o como) un
camionero (o un cochero)- e non compare affatto in otto
pagine del repertorio on-line spagnolo, mentre le
occorrenze di mejor si riducono a due nel corpus
tradizionale -pasarlo mejor (/ disfrutar más) que un tonto
con una tiza (/ un maricón con lombrices)- e a tre sul sito
web:
(138) veo mejor que el hombre que tenía rayos-x en los
ojos
(139) tiene mejor línea que el teléfono de Gila
(140) tiene mejor pinta que la despedida de soltera de
Pamela Anderson
Ribadiamo quindi la pari vitalità della struttura
comparativa prototipica a base verbale nelle due lingue
romaniche a confronto. Ne constatiamo però le diverse
manifestazioni, che pur traendo le loro origini, specie nel
caso dello spagnolo, da tendenze già in corso lungo i
secoli, s’impongono decisamente nel linguaggio giovanile
colloquiale d’oggi, esuberante ed espressivo per
definizione. In entrambe le lingue si rinforza sempre di
più la struttura comparativa di superiorità, ma in spagnolo
prende il sopravvento la quantità (más/menos) e in italiano
la qualità (peggio).
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