Borreguero Margarita
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Borreguero Margarita
Cresti, E. (a cura di) Prospettive nello studio del lessico italiano, Atti SILFI 2006. Firenze, FUP: Vol II, pp. 507-515 Comparative prototipiche di base verbale: comparazione o intensificazione? Paloma Pernas, Margarita Borreguero Universidad Complutense de Madrid Abstract Scopo di questo studio è l’analisi delle cosiddette comparative prototipiche di base verbale da una prospettiva che tenga conto della loro struttura sintattica, dal contenuto semantico che veicolano e della funzione pragmatica che svolgono. Il corpus che serve di base al nostro lavoro è stato tratto principalmente dai repertori fraseologici tradizionali, da questionari compilati da parlanti madrelingua e da due corpora digitali plurilingui, uno di lingua orale (C-ORAL-ROM) e un altro che riflette il linguaggio giovanile dei chat (NUNC). Dopo una caratterizzazione sintattico-semantica delle comparative prototipiche e successivo confronto di queste con le strutture comparative canoniche, si espongono i principali argomenti sintattici, semantici e pragmatici che sostengono l’ipotesi della loro funzione avverbiale: tra questi, l’equivalenza semantica con certi avverbi, la possibilità di scegliere un termine di paragone non prototipico o di lasciare la struttura in sospensione senza che in alcun caso venga intaccata la loro funzione di intensificatori verbali. Infine abbiamo accertato che la vitalità delle comparative prototipiche osservata nel linguaggio più spontaneo dei giovani d’oggi, benché con manifestazioni diverse aderenti ad ogni idiosincrasia culturale e linguistica, è pari in italiano e in spagnolo e risponde alle possibilità espressive di una struttura specialmente adatta agli usi ironici ed iperbolici. . 1. Obiettivi Le espressioni lessicali di forma comparativa, le cosiddette comparative prototipiche, sono state analizzate in abbondanti studi di diverse lingue e da svariati punti di vista, per lo più nella versione che stabilisce la comparazione in base a un qualità comune, cioè quella delle comparative legate a frasi aggettivali (nudo come un verme). Uno degli ultimi (Guil e Borreguero, in stampa) metteva a confronto quelle spagnole e italiane. Noi abbiamo dato seguito a questo studio affrontando, da simili presupposti, le comparative prototipiche nella loro modalità, più trascurata, di modificatori verbali (bere come una spugna / beber como un cosaco). Quindi, abbiamo messo a fuoco le strutture1: SV + come/quanto + SN / SV + como + SN SV + (di) più di + SN / SV + más que + SN SV + meno di + SN / SV + menos que + SN SV + peggio di + SN / SV + peor que + SN dal punto di vista sintattico, se siamo di fronte a strutture comparative, di maniera o d’intensificazione; dal punto di vista semantico, se esprimono un grado comparativo o superlativo, una modificazione di maniera o un altro tipo di significato; dal punto di vista pragmatico, che funzione compiono queste strutture. 2. I corpora e le fonti I due repertori ottenuti per ciascuna lingua, uno tradizionale e un altro di nuova creazione, provengono dallo spoglio di corpora e altri materiali anch’essi differenziati in base a fissazione e novità. Per l’italiano, è formato dalle comparazioni rinvenute in: e ci siamo posti i seguenti quesiti: Dizionario dei modi di dire di B. M. Quartu questionari compilati da italiani madrelingua2 NUNC C-ORAL-ROM narrativa letteraria di autori contemporanei, in particolare quattro opere di N. Ammaniti3 Per quello spagnolo, siamo partite da: 1 Ci siamo imposte certe limitazioni nell’affrontare l’analisi di queste strutture. Prima di tutto, abbiamo escluso tutti i predicati nominali (verbi copulativi o semicopulativi del tipo essere, rimanere, ecc.) in cui il peso semantico della costruzione deve essere attribuito all’aggettivo, anche se a volte questo aggettivo rimane implicito, come essere (fortunato) come il due di briscola. Rimangono pure fuori dalla nostra ricerca le costruzione di avere + SN, dove abbiamo considerato che la comparativa prototipica si allaccia prevalentemente alla base nominale, come in aver cervello quanto una formica. Invece fanno parte della nostra indagine le chiamate perifrasi verbo-nominali o costruzioni con verbo di appoggio, che sono predicati verbali formati da un verbo desemantizzato e un elemento nominale (a volte inserito in un sintagma preposizionale, ma di solito in funzione accusativa) con il quale non mantiene un rapporto argumentale vero e proprio. Il verbo funzionale o di appoggio (che ha perso gran parte del suo contenuto lessicale) e il nome costituiscono un’unità semantica con funzione predicativa: dar vueltas, dar golpes, fare casino, dare un passaggio. 2 Florilegio o Ramillete alfabético de refranes y modismos comparativos y ponderativos de la lengua castellana di Sbarbi y Osuna Diccionario fraseológico del español moderno di Varela e Kubarth la raccolta di iperboli popolari contenenti más e menos di H. Ayala questionari compilati da spagnoli madrelingua, NUNC C-ORAL-ROM il sito web Lo peor de Internet, repertorio di barzellette, colmi ed esagerazioni Per la precisione, da dieci informanti a cui abbiamo sottoposto un repertorio previo affinché lo potessero correggere o aumentare. 3 Non abbiamo ancora scoperto un autore spagnolo altrettanto proficuo nell’uso o nell’invenzione di queste iperboli. Paloma Pernas, Margarita Borreguero 3. Caratterizzazione sintattico-semantica delle comparative prototipiche e della preposizione de dal complemento nominale in tante code: La struttura comparativa prototipica su SV, da esso selezionata, stabilisce una relazione di coincidenza o somiglianza tra due proposizioni, al di là che il predicato della seconda proposizione resti implicito. (11) durar algo menos que un caramelo a la salida (de) un colegio (1) [P1 (SN Sogg) tremare] Å COME Æ [P2 una foglia (SV trema)] Il fatto di ricadere su intere proposizioni le consente di agire contemporaneamente sul contenuto verbale e sul contenuto dei singoli argomenti che, in questo modo, vengono modificati e messi, per così dire, “sotto un’altra luce”. (2) [COME P2 una foglia (SV trema)] Æ [P1 SV tremare] Æ [P1 SN Sogg x] C’è però un argomento della P1 che viene messo a fuoco e che costituisce l’ambito preciso su cui verte la comparazione. Ma, data la possibilità che ci siano più argomenti, bisogna individuarlo di volta in volta. A questo scopo ci vogliono alcune verifiche: la corrispondenza esatta della funzione sintattica del SN1 e del SN2, la valenza e le restrizioni lessicali del V, e infine la somiglianza semantica che ha originato il paragone. Queste sono le modalità sintattiche più frequenti in base alla diversa funzione dei SN comparati: (3) bere qualcuno come una spugna: [SN sogg x P1]Å COME Æ [SN Sogg P2: spugna] (4) conoscere qualcosa come le proprie tasche: [SN Ogg x P1] Å COME Æ [SN Ogg P2: le proprie tasche] (5) pelare (o spennare) qualcuno come un pollo [SN Ogg x P1] Å COME Æ [SN Ogg P2: un pollo] (6) beber alguien como un cosaco: [SN Sogg x P1] Å COME Æ [SN Sogg P2: cosaco] (7) conocer algo como la palma de la mano [SN Ogg x P1] Å COME Æ [SN Ogg P2: la palma de la mano] (8) desplumar a alguien como a un pollo: [SN Ogg x P1] Å COME Æ [SN Ogg P2: un pollo] Ogni lingua richiede un procedimento di verifica diverso. In spagnolo, come abbiamo visto, può esserci una marca della funzione preposta a nome animato, specie se [+ umano]: la preposizione a. In tanti casi però la preposizione presenta delle anomalie e, come nell’ esempio (9) temer a alguien más que a un nublado compare, benché vacillante, davanti a nome [animato], forse allo scopo di disambiguare, forse per simmetria con la struttura del Pred 1, forse per motivi ritmici e/o di erosione fonica. Questi ultimi sono senz’altro decisivi nella soppressione della stessa preposizione quando assente dal SN Ogg [+ umano] (10) llevar a alguien como puta por rastrojo In italiano invece bisogna stare più attenti alla valenza del verbo e alle reciproche restrizioni semantiche V-SN, il che non sempre è garanzia di inequivocità, almeno per chi affronta per la prima volta una di queste frasi. Infatti, il discente di italiano L2 si può domandare se in (12) l’ha ammazzato come una bestia una bestia sia il SN Ogg o il SN Sogg della frase comparativa implicita. Invece, quando c’è una marca, si è certi che gli elementi a confronto non sono né soggetto né oggetto, bensì reggenza o complemento indiretto. (13) provare lo stesso gusto che a succhiare un chiodo (14) vivere come in un limbo Con o senza marca, questo costituente non è però necessariamente l’unico che emerge dalla P2, come attestato in entrambe le lingue (15) attaccarsi come un’ostrica / allo scoglio (16) servire come uno specchio / a un cieco (17) entrarci come i cavoli / a merenda (18) gustarle algo a alguien más que a un tonto / un lápiz Secondo L. A. Sáez del Álamo (1999), saremmo di fronte a una “coda clausal”, cioè costituita da un’intera proposizione, in opposizione alla “coda frasal”, cioè costituita da un singolo sintagma. Noi invece non troviamo alcuna differenza da questo punto di vista tra le seguenti frasi: (19) accendersi come un fiammifero (si accende) (20) attacarsi come un’ostrica (si attacca) allo scoglio Si tratta pur sempre di una proposizione con ellissi verbale che si può arricchire ed espandere con degli elementi ritenuti necessari alla completezza della descrizione (esempio 20) o per il contrario semplificare lasciandoli sottintesi: (21) Pegarse como una lapa (22) Attaccarsi come una patella Orbene, l’espansione diventa imprescindibile nel gioco ironico, affatto raro. Per esempio, allo stesso modo che esiste servire come il pane (= moltissimo) e alla stregua di alcune occorrenze reali (esempio 16) si potrebbe anche inventare (23) servire come il pane a uno sdentato (= pochissimo, per niente) Infine questi complementi possono essere sussidari a un’intenzionalità che vada al di là del piano denotativo. In effetti, qualora si volesse enfatizzare l’intensificazione o Comparative prototipiche di base verbale sembrare particolarmente originali, avremmo a disposizione dei meccanismi sintattici di esplicitazione. Questa esplicitazione poi può avvenire non solo tramite delle funzioni argomentali (cf. 15-19, 23), ma anche con funzioni secondarie ed espansioni del SN2 stesso (aggettivi, relative, complementi nominali, enumerazioni, ecc. e perfino frasi subordinate), due opzioni presenti entrambe nei corpora tradizionali: sede- per l’approccio comparativo). Per gli spagnoli, il cosacco è il prototipo per il bere, il carrettiere per il fumare, il tronco dell’albero per il dormire, la scimmia per l’arrabbiarsi; per gli italiani, il tedesco è il prototipo per il bere, il turco per il fumare, il ghiro per il dormire, la iena per l’incazzarsi. (È curioso osservare come una stessa entità è prototipica per diverse azioni in ciascuna lingua: il carrettiere in spagnolo fuma, in italiano parla). (24) cascare come una pera + cotta (/matura) (25) sabe más que Lepe + , Lepijo y todos sus hijos (26) arrivare come un fulmine + a ciel sereno (27) contare quanto il due di briscola + quando l’asso è in tavolo (28) gritar como cerdo + que va al matadero 4. La funzione di intensificazione della comparativa ma particolarmente frequenti nelle fantasiose creazioni recenti: (29) ti agiti come un’anguilla + in aria (30) zigzagare peggio di un ubriaco + cieco senza una gamba (31) llora más que una magdalena + con conjuntivitis (32) veo menos que un muerto + boca abajo Talvolta si raggiunge il massimo dell’esplicitazione e, a dispetto della ridondanza, emerge anche il verbo: (33) I giornalisti ... ci si sono buttati come un topo affamato si butta sul formaggio. Dal punto di vista semantico la caratteristica definitoria della comparativa prototipica riguarda la scelta del secondo termine di paragone. In effetti, il termine di paragone è sempre un’entità che si considera prototipica del modo di realizzare un’azione, sia per la frequenza con cui la ripete: (34) girare come una trottola (35) fumare come un turco (36) dar más vueltas que una noria (37) fumar como un carretero sia per l’intensità con cui viene eseguita: (38) incazzarsi come una iena (39) attaccarsi come l’edera (40) dormir como una marmota (41) aburrirse como una ostra Un’entità prototipica, secondo Kleiber (1990, 48), è quella che una comunità linguistico-culturale considera più rappresentativa di una certa classe o categoria; nei casi qui analizzati si tratta della classe di esseri considerati prototipici nel compiere una certa azione o esperimentare un certo processo. Visto che la prototipicità è basata almeno in parte sulla familitarità, le comparative prototipiche diventano manifestazioni particolarmente interessanti del modo di concettualizare e di capire la realtà da parte dei diversi gruppi culturali (e qui troviamo anche uno spunto interessante –che rimandiamo a un’altra 4.1. Argomenti sintattico-semantici Diversi autori che si sono occupati dello studio di queste costruzioni (García Page, 1990, 1996; Guil e Borreguero, in stampa), hanno rilevato che la funzione comparativa è subordinata ad una funzione avverbiale sia di modale -particolarmente nelle costruzioni con come-, sia di intensificazione nelle comparative di disuguaglianza (e qui sia di grado che di quantità). Nei prossimi paragrafi tenteremo di offrire alcuni argomenti che ci hanno condotto alle stesse conclusioni. 4.1.1. Innanzitutto abbiamo notato, nelle comparative con más dello spagnolo, la frequente mancanza del secondo termine di paragone e relativa sospensione tonale (42) ¡sabe más... ¡ (43) ¡tiene más cara...! fenomeno, per quel che ci risulta, inesistente in italiano, fatta eccezione per il tipo regionale è un più bel bambino...!, più vicino sicuramente a una consecutiva che a una comparativa. Certamente potremmo far risalire queste frasi intensive spagnole a delle comparative prototipiche estese: (44) ¡sabe más... ¡ (que los ratones colorados) (45) ¡tiene más cara...! (que espalda) In realtà però le code potrebbero essere altre. Riteniamo perciò più probabile che l’utente non stia pensando a un termine di paragone preciso; anzi, questo spesso non gli viene in mente e a quel punto è costretto a ricorrere a) alla sospensione, b) a una delle mille code idiomatiche “passepartout” che si riscontrano nei repertori (46) grita más que la leche / un demonio / Carracuca o c) magari dopo qualche titubanza, allo sbrigativo que... yo que sé: (47) grita más que ... que yo qué sé Una tecnica simile, con menos, la ritroviamo in Lo peor de Internet: (48) tienes menos cerebro que que que que que que que que que que... coño ahora no me acuerdo Tutte queste sono alternative che esistono anche per un’altra struttura intensificativa, la consecutiva, altrettanto Paloma Pernas, Margarita Borreguero comune nella lingua orale (sia in italiano che in spagnolo) e con la quale supponiamo che si rinforzi: (49) ¡tiene una cara...! (que espanta / que huy! / que no sé que le haría) (50) ha una faccia tosta...! (51) (ne) sa tanto..!) Infatti forse non è un caso che le consecutive coincidano con queste nella tendenza sia all’accorciamento e relativa sospensione che a code “omnibus” e non lo è neanche che entrambe abbiano dato luogo a due generi umoristici che, accanto a barzellette, colmi, ecc. hanno nutrito innumerevoli pubblicazioni in Spagna: le esagerazioni, già illustrate, da una parte e i “tan-tan” dall’altra: 4.1.3. Per sostenere questo, agli argomenti appena accennati e a quelli semantici che esporremo in seguito ci aggiungeremo velocemente altre prove formali: (57) c. propria: Giovanni lavora (tanto) quanto il (suo) direttore / il signor Facchini (58) c. propria: # Giovanni lavora come una bestia (59) c. prototipica: Giovanni lavora come una bestia (52) era tan tonto tan tonto que se fue a vendimiar y llevó uvas de postre (53) era tan tonto tan tonto que vendió la televisión para comprarse un vídeo sono colmabili in tutte le maniere che consente la fantasia, anche, volendo, in modo assurdo e inintelligibile (Millán (2002) l’ha provato con un esempio da lui inventato: más pesado que el Duque en el Peich); Le condizioni di verità non sono le stesse per le comparative proprie e per quelle prototipiche: (60) Giovanni lavora più di Maria ≠ Giovanni lavora molto (61) G. lavora peggio di una bestia = Giovanni lavora molto A nostro avviso dunque si tratta di due grossi contenitori con due enormi vantaggi, apparentemente contrari ma con un effetto simile: L’omnipresenza (tranne per N incontabili o propri o con complemento nominale) dell’articolo indeterminativo nel SN2, che in una comparativa “propria” sarebbe inaccettabile per la mancanza di un referente che specifichi la seconda variabile della scala (Korzen, 1996): Infatti a (60) è applicabile la parafrasi Giovanni lavora poco, ma lavora più di Maria, mentre per (61) sarebbe inammissibile # G. lavora poco, ma lavora peggio di una bestia. se non ci viene in mente niente di meglio è previsto il ricorso alla sospensione o a un’espressione di comodo, perché, in ogni caso, rimane l’effetto d’intensificazione espressiva. Sarebbe agrammaticale l’aggiunta di un quantificatore di grado non comparativo -molto, abbastanza, ecc.- che modificasse l’intervallo premesso dalla comparativa di disuguaglianza: (62) G. ha lavorato molto più di Maria (63) *G. ha lavorato molto di più di una bestia La subordinata cioè è perfettamente eliminabile o sostituibile; quindi, a tutti gli effetti, il suo significato comparativo (o consecutivo) è indifferente, vale a dire nullo. 4.1.2. In secondo luogo, c’è da rassegnare l’alternanza, spesso indifferente, delle comparative di uguaglianza e di disuguaglianza nelle prototipiche spagnole, il che sarebbe assolutamente improponibile per le comparative libere e vanifica la presunta funzione di paragone: 4.1.4. A questo punto è giusto chiedersi, se non è una quantificazione di grado comparativo, che genere di determinazione opera la comparativa prototipica sul SV1. Ricaviamo delle osservazioni significative sostituendo l’intera comparativa con un SAvv o un SP: (54) comer como / más que una lima (55) hablar más que / como un sacamuelas (56) hablar peor que / como un camionero (65) chiudersi come un riccio = completamente, molto (66) correre come una lepre = molto, velocemente (67) ballare come un orso = malissimo, pessimamente / goffamente / senza grazia (68) urlare come un forsennato = molto o fortissimo / a squarciagola (69) soffrire come una bestia = molto, intensamente (70) dormire come un ghiro = molto (tempo) o profondamente La modalità di disuguaglianza costituisce tra l’altro, come si vedrà sotto, un fenomeno rilanciatissimo nelle nuove creazioni spagnole (molto meno in quelle italiane). Ma quel che ci interessa ora è che questo comportamento, assieme all’estrema variabilità, senza relativa alterazione semantica, della coda selezionata dal SV –compresa l’opzione zero-, ci sta a indicare che, nonostante le apparenze, non siamo davanti a una vera e propria struttura comparativa, ma di fronte a qualcosa d’altro. Il rovesciamento delle posizioni dei correlati frutta solo frasi agrammaticali: (64) *un negro ha lavorato come Giovanni La scelta in molti casi di avverbi in –mente e di SP in funzione avverbiale ci mettono sulla pista della determinazione di maniera tipica di quei sintagmi. Prova ne è che potremmo focalizzarla con l’interrogativa Comparative prototipiche di base verbale parziale come balla Paolo? La possibile alternanza con elementi superlativi (molto, -issimo) e con avverbi o pronomi di quantità ci rimandano al grado, che, come sappiamo, può riguardare, tra le diverse categorie grammaticali, anche il verbo, e non solo su una scala quantitativa ma anche qualitativa; per essere precisi, al grado superlativo. Infatti non potremmo, senza dover ricorrere a una pausa, far co-occorrere una di queste code e un altro quantificatore superlativo: (71) *corre moltissimo (/ velocissimo) come una lepre / corre moltissimo (/ velocissimo), come una lepre. Tra l’altro potrebbe rispondere alla domanda quanto corre Paolo? Certamente, siamo di fronte a una struttura superlativa assoluta, anche se, in base alle sue idiosincrasie, forse sarebbe meglio parlare di “espressione elativa” (García-Page, 1990; Ruiz, 1997, 1998), senza trascurare il fatto che alcune espressioni, ironiche e non, di inferiorità o di uguaglianza, ottengono un effetto “infralativo” (García-Page, 1996) (in tal caso si parafrasa la coda con pochissimo o per niente o simili): (16) servire come uno specchio a un cieco (72) dura meno di una eiaculazione precoce (73) mangiare come un uccellino Tuttavia, teniamo a sottolineare che, anche in casi come (67) ballare come un orso, in cui si esplicita di più la maniera, questa non è affatto l’unico valore della struttura prototipica. Questo si deve, come vedremo più avanti, alla selezione del secondo termine di paragone, che in queste frasi, designa il massimo esponente, il prototipo, per la situazione in questione. Infatti, ballare come un orso non è solo ‘ballare goffamente’ (determinazione avverbiale di maniera) perché un orso qui, al di là della verità oggettiva, è l’essere che balla peggio in assoluto. Per questo parliamo comunque di una formula elativa. D’altronde, insistiamo, il grado o misura non si stabilisce solo in quanto al numero, ma anche alla qualità. La domanda che ci siamo poste poi riguarda l’eventuale presenza –diacronica o no- di un SAvv implicito, che a quel punto sarebbe il vero ambito della determinazione della coda. (83) balla (così) male come un orso (84) dormì (così) tanto quanto le materasse Se così fosse, si potrebbe ipotizzare una comparativa completa di correlato avverbiale alle origini o almeno nella struttura profonda. Si veda anche: (85) cadere in piedi come un gatto. Quindi, a seconda dei casi, resta evidente piuttosto il grado nudo o si aggiunge -o addirittura prevale- la maniera. Non solo: quando si tratta di una quantificazione netta, si può quantificare la frequenza, l’estensione, l’intensità, la perfezione dell’azione ecc. Per cui si potrebbe parlare anche, in certi casi, di un modificatore aspettuale o temporale. Insomma, tutti i verbi accettano la quantificazione, ma il risultato semantico può variare molto. In base poi ai suoi diversi aspetti o valori, lo stesso verbo può selezionare code differenti, ciascuna col suo particolare effetto: (74) dormire come un ghiro (/come una marmotta / quanto i sacconi / quanto le materasse) = quantità (75) dormire come un sasso = maniera (76) hablar como una cotorra (/como (/más) que un sacamuelas) = quantità (77) hablar como una verdulera (/como un camionero / un cochero / como un carretero) = maniera 1 (78) hablar como un libro abierto = maniera 2 4.1.5. A volte infine a questi valori si aggiunge una valutazione soggettiva. Ad esempio mangiare seleziona per l’infralatività code come quella di (73) mangiare come un uccellino piuttosto limitate alla quantità; si vedano anche: (79) mangiare come un grillo (80) mangiare come uno scricciolo Per la superlatività invece richiede distinzioni che al medesimo grado aggiungono diversi giudizi sull’azione: (81) mangiare come un re (82) mangiare come un maiale /un porco Invece, nelle comparative di disuguaglianza, la quantificazione avverbiale modificata sarebbe già compresa nell’operatore che inserisce il secondo termine di paragone: (86) ver menos que Pepe Leches (55) hablar más que un sacamuelas (87) suona peggio di una scopa Tuttavia, su questa linea d’analisi non abbiamo osato, per ora, spingerci oltre. 4.2. Argomenti pragmatici Fare ricorso ai corpora, sia al NUNC che al C-ORALROM, ci ha servito per accertare che effettivamente queste costruzioni, tanto abbondanti nei repertori tradizionali, hanno ancora una grande vitalità nel linguaggio colloquiale, specialmente nel linguaggio informale dei giovani. Ciononostante le comparative prototipiche riscontrate in queste raccolte di testi, provenienti sia dai chat nel caso del NUNC che dai dialogi informali nel caso del C-ORAL-ROM, non sono esattamente le stesse riscontrate in dizionari e raccolte di modismi e locuzioni. Dobbiamo perciò precisare il concetto di vitalità. In efetti, non si tratta di vitalità di espressioni fisse del tipo fumare come un turco / fumar como un carretero, ma della vitalità di un tipo di struttura (apparentemente comparativa) che ammette un ampio grado di libertà nella scelta dei due termini di paragone. Il grado di sviluppo a volte smisurato e la gara di originalità che ci sembra di scoprire dietro queste espressioni rispondono senz’altro alla necessità di una maggiore espressività, che non si può raggiungere con la ripetizione di formule da tutti conosciute e appartenenti Paloma Pernas, Margarita Borreguero all’eredità linguistica tradizionale. È necessario dimostrare la propria capacità creativa, che trova nella scelta del secondo termine di paragone la sua massima espressione. Solo il desiderio di divertire, di ottenere un riconoscimento dei pari al proprio ingenio, alle risorse linguistiche -ma anche culturali- per trovare il termine che provoca la risata (particolarmente valutata in contesti come i chat) può spiegare costruzione come (103) llora más que una magdalena + con conjuntivitis sviluppi che rispondo sicuramente a necessità espressive vincolate alla cadenza ritmica di queste frasi. (88) trabajas menos que el fotográfo del BOE4 (89) vali meno di uno con una gamba sola ad una gara di calci nel culo Molte di queste creazioni hanno una vita effimera e un ambito di uso molto ristretto dato che di solito le entità selezionate come prototipiche appartengono alla cronaca sociale e politica o sono tratti dai mass media specialmente effimeri quelli provenienti dalla pubblicità: Inoltre, riguardanti l’uso, si osservano anche due fenomeni degni di menzione: (90) desafinas más que Caminero en el anuncio de Natillas- E forse tra qualche anno sarà difficile capire comparative come (94) te despeinas menos que Cindy Crawford en un video de aerobic (95) vale meno di una legge del governo Berlusconi (96) erano acconciate peggio di un travone di via Melchiorre Gioia a Milano. Questo non implica però che: non si usino più le forme tradizionali; nei corpora abbiamo trovato (97) piangere come una fontana (98) riempirsi come un tacchino (99) sfuggire come la peste (100) incazzarsi come una iena le forme fisse tradizionali siano immuni alla creatività; infatti nei nostri corpora si trovano sviluppi di comparative prototipiche tradizionali come (101) bestemmiare come un camello + in calore (102) riempirsi come un tacchino + nel giorno del ringraziamento 4 Boletín Oficial del Estado, l’equivalente della Gazzetta Ufficiale italiana, dove vengono pubblicate tutte le risoluzioni governative. In molti casi il parlante non conosce il significato del secondo termine della comparazione o non potrebbe spiegare il perchè della scelta di una certa entità generica o individuale in questa posizione: (25) saber más que Lepe Lepijo y todos sus hijos (104) pasar más hambre que los patos de doña Lola (105) saber más que los ratones colorados (chi sono i topi rossi? che cosa sanno?) (106) bere come un lanzo di cui nessuno si ricorda più dopo un po’ di tempo. Infatti dobbiamo fare un piccolo sforzo di memoria per capire frasi come (91) te enrollas más que el yo-yo de Jesús Hermida (92) trabajas más que un kleneex en la Casa de la pradera (93) trabajas menos que los guionistas de la carta de ajuste diminuisca la vitalità delle formule ‘passepartout’ per il secondo termine di paragone, cioè indipendenti dal verbo –e perfino dal tipo de verbo, agentivo o esperienzale– che appare nel primo termine della comparazione (P1): come un matto, come un pazzo, come un idiota. In altri casi, la motivazione semantica non esiste più per i parlanti più giovani, perchè le entità a cui si fa riferimento appartengono a un mondo naturale o rurale con il quale non hanno contatti oppure riflettono abitudini e usi del passato o fanno parte di ideologie e credenze non più condivise socialmente, ma ciò non è ostacolo perchè continuino ad essere usate, anche se proprio queste formule sono i primi candidati ad un paulatino disuso: (107) sbuffare come una vaporiera (108) piangere come una vite tagliata (109) soffrire come un’anima dannata (110) gritar como un cerdo (111) luchar como un jabato A parte le formule ‘passepartout’ menzionate sopra, un altro fenomeno curioso è l’accopiamento arbitrario tra verbi e termini di paragone -riferiti ad entità soprattutto del mondo animale-, cioè senza nessuna motivazione semantica apparente e persa già qualsiasi traccia di prototipicità, con la evidente intenzione di intensificare l’azione presentata: (112) estudia como un animal (113) duermo como un lobo (tratto da certe dichiarazioni di Luis Aragonés). In questi casi le entità a cui fa riferimento il secondo termine della comparazione non possono più considerarsi prototipiche dell’azione: evidentemente gli animali non studiano, né poco né molto, e i lupi non dormono in modo particolare. Ma la struttura, anche con un termine di paragone semanticamente assurdo, serve ai suoi propositi intensificatori. Comparative prototipiche di base verbale Tutte queste osservazioni ci hanno portato alla convinzione che i parlanti interiorizzino non tanto le espressioni quanto la cornice strutturale di queste espressioni e la interiorizzano appunto come struttura di intensificazione di un’azione, (o, in altri casi studiati altrove, di un aggettivo o di un nome). Questo gli permette di svilupparla nei diversi modi sopra esposti senza che essa perda mai, nonostante tutte le incoerenze semantiche osservate, la funzione iperbolizzante. Meno fortuna ha avuto la comparazione di inferiorità con menos: 5. Appunti contrastivi Rispetto al corpus creativo, tenendo conto che le frasi con come che ci compaiono sono in realtà prevalentemente tradizionali, la proporzione regge per le chat: La grandi differenze che notiamo subito analizzando le strutture comparative prototipiche italiane e spagnole, sia quelle tradizionali che quelle creative, sono: la rarità delle strutture di disuguaglianza con più e meno in italiano e la loro ampia diffusione in spagnolo, abbondanza che diventa assoluta prevalenza quando si tratta di espressioni innovative; benché più marginale e ristretta a un certo registro, e in apparente contraddizione col fenomeno appena accennato, la recente ascesa in it. di peggio, tra l’altro spesso con un uso intensivo che potremmo classificare come quantificazione, e quindi estraneo al suo valore convenzionale di qualità. Infatti, tra quelle tradizionali, le uniche frasi di superiorità con più che abbiamo trovato in italiano s’imperniano significativamente su un predicato composto da SV + SN (Ogg), si tratti di un SN lessicale o di uno pronominale (la, ne... una), mentre meno è completamente assente: (114) fare più miglia di un lupo a digiuno (115) farla più lunga della camicia di Meo (116) farne (o combinarne) una più di Bertoldo (117) saperne una più del diavolo Nel NUNC invece, benché poche, sì abbiamo trovato alcune espressioni di superiorità con più: (118) un posto che pesa più di un ministero (119) il pollaio doveva splendere più di un salotto (120) una colt vale più di un poker d’assi E una serie altrettanto breve di espressioni con meno: (72) dura meno di una eiaculazione precoce (121) di te mi frega meno di una cippa (95) questi sondaggi valgono meno di una legge del governo Berlusconi In spagnolo la situazione si capovolge, giacchè, anche escludendo quelle dipendenti da SV + SN, tipo tener más humos que una chimenea, le frasi con più costituiscono quasi il 40% del repertorio tradizionale. Bisogna ammettere però che alcuni sono aggiornamenti e/o vacillazioni in concorrenza col più classico como: (122) repetirse como (o más que) la morcilla. (86) ver menos que Pepe Leches (o un caballo de madera o un gato de escayola) (11) durar algo menos que un caramelo a la salida (de) un colegio (123) pesar menos que un comino (124) trabajar menos que un funcionario (125) se canta más que en la boda de 7 novias para 7 hermanos (126) se gasta menos que Portugal en espías e sale a quote sbalorditive sul sito internet, sfiorando l’80%, ma in sorprendente concorrenza non con come, praticamente assente, bensì con la comparativa di inferiorità con menos (circa 30%). (127) dio más vueltas que la Madre de Marco dándole esquinazo a él y al mono (94) te despeinas menos que Cindy Crawford en un vídeo de aerobic (128) trabajas menos que un funcionario en viernes È giusto chiedersi sul perché di questa evidente assimmetria tra le due lingue a confronto. L’abbondanza delle strutture con más e menos del sito internet e nelle chat potrebbe spiegarsi solo per un moto di imitazione contagiosa, ma la cospicua presenza nel repertorio tradizionale e ancor più gli aggiornamenti sempre più frequenti di comparazioni tradizionali di uguaglianza come comparazioni di superiorità ci indicano che probabilmente si tratti di un fenomeno più radicato nella lingua spagnola. Certamente la superiorità, stabilendo un grado in più, giova all’intensificazione espressiva e porta più direttamente all’intensificazione. Noi crediamo però che questa preferenza vada ricollegata soprattutto alla notevole diffusione delle comparative sospese nello spagnolo orale (es. 42, 43) e delle esclamative con más: (129) ¡qué tío más raro! / ¡qué cara más dura (tiene)! Nessuna però si riscontra in italiano. La situazione appunto si rovescia nei repertori italiani. L’unico caso di disuguaglianza rassegnabile nel repertorio tradizionale è una struttura in cui il grado comparativo di superiorità non si stabilisce in quanto alla quantità ma bensì in quanto alla qualità e in più è in libera alternanza con la forma di uguaglianza. (130) parlare come (o peggio di) uno scaricatore di porto Ma anche se apparentemente isolato, vale la pena di evidenziarlo; infatti questa con peggio potrebbe essere una variante che aggiorna la formula, giacché le comparative Paloma Pernas, Margarita Borreguero prototipiche con peggio dilagano nel linguaggio colloquiale giovanile attuale e rimpiazzano quelle classiche con come. È quel che attestano le chat e uno scrittore come N. Ammaniti che in questo suo stilema come in altri aspetti del suo linguaggio imita e rimaneggia proprio quel registro. (131) [un editore] allunga/allarga/restringe peggio di una lavatrice impazzita (132) gridava peggio di una bestia (133) si incazzano peggio di una coppia di kapoò nazisti (134) ti rode peggio di un castoro che nessuno ti abbia mai dato ascolto (135) Stringeva peggio di un boa constrictor (Ammaniti, 1999, p. 358) Sono più scarse, e le abbiamo trovate esclusivamente sul NUNC, le comparative di superiorità con meglio (che tra l’altro presumiamo estensioni polarizzate molto recenti sul modello di peggio): (136) [una moto] va meglio di un orologio svizzero (137) sta meglio di un pascià Da notare che peor lo troviamo un’unica volta nel corpus tradizionale - hablar peor que (o como) un camionero (o un cochero)- e non compare affatto in otto pagine del repertorio on-line spagnolo, mentre le occorrenze di mejor si riducono a due nel corpus tradizionale -pasarlo mejor (/ disfrutar más) que un tonto con una tiza (/ un maricón con lombrices)- e a tre sul sito web: (138) veo mejor que el hombre que tenía rayos-x en los ojos (139) tiene mejor línea que el teléfono de Gila (140) tiene mejor pinta que la despedida de soltera de Pamela Anderson Ribadiamo quindi la pari vitalità della struttura comparativa prototipica a base verbale nelle due lingue romaniche a confronto. Ne constatiamo però le diverse manifestazioni, che pur traendo le loro origini, specie nel caso dello spagnolo, da tendenze già in corso lungo i secoli, s’impongono decisamente nel linguaggio giovanile colloquiale d’oggi, esuberante ed espressivo per definizione. In entrambe le lingue si rinforza sempre di più la struttura comparativa di superiorità, ma in spagnolo prende il sopravvento la quantità (más/menos) e in italiano la qualità (peggio). 6. Riferimenti bibliografici 6.1. Fonti Ammaniti, N. (1996). Fango. Milano: Oscar Mondadori. Ammaniti, N. (1999). Ti prendo e ti porto via. Milano: Oscar Mondadori. Ammaniti, N., Manzini A. (2004). Tu sei il mio tesoro. In G. C. De Cataldo (a cura di) Crimini. Torino: Einaudi, pp. 5-48. Ayala, H. (1993). La hipérbole popular: los más y los menos. Paremia, 2, pp. 241-244. Clickaquí.com (1997-2006). Exageraciones. In Lo peor de Internet. http://www.lopeor.com/imostrar-asp?icat= 3c&isize=58> Cresti, E. e Moneglia, M. (a cura di) (2005). 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