Relazione Presidente Lusetti

Transcript

Relazione Presidente Lusetti
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 1
Buon pomeriggio a tutti
Un particolare benvenuto alle cooperatrici e ai cooperatori;
alle autorità, ai rappresentanti delle istituzioni, dei partiti;
alle organizzazioni sindacali e imprenditoriali che con la loro presenza ci
onorano e testimoniano l’importanza della cooperazione nella società italiana.
Un ringraziamento e un saluto particolare agli amici Maurizio Gardini e
Rosario Altieri con i quali condividiamo l'obiettivo strategico della Alleanza dei
cooperatori italiani e a Pauline Green presidente dell’Alleanza delle
cooperative internazionali che con grande passione e competenza ricopre il
ruolo che fu già del nostro compianto Ivano Barberini.
Con voi cooperatori nei mesi scorsi ho fatto un viaggio per l'Italia,
un'immersione nel Paese reale con tutti i suoi problemi, le sue ansie, le sue
paure, che mi ha consentito, anche, di vedere sui volti di tutti voi la voglia di
andare avanti. Di non mollare, di rimettersi in gioco per l'ennesima volta.
Quella stessa volontà che ci ha permesso di resistere in questi anni e che
oggi ci fa parlare del nostro futuro e di quello del Paese.
Questo viaggio in Italia che ho avuto la fortuna di fare accanto a voi mi ha
restituito una immagine e una consapevolezza diversa dei nostri limiti e delle
nostre potenzialità. La consapevolezza che pur in un mare di difficoltà e
senza nessun porto sicuro, il nostro orizzonte si può ampliare verso nuovi
mercati e nuovi ceti sociali.
Non ho una visione del mondo pan-cooperativo, siamo una parte
dell’economia italiana, molto importante, ma sempre una parte. Ed è giusto
che sia così. Sono sicuro, però, che questo ruolo lo dobbiamo recitare fino in
fondo perché i valori, gli ideali, le proposte, la concretezza di cui siamo
portatori servono a noi e servono al Paese. In un'economia che arranca, che
ha perso tutte le sue certezze, in una società frammentata e smarrita la
nostra presenza, la nostra forza di coesione sociale il nostro legame con il
territorio sono utili oggi più che mai.
I nostri Congressi non sono stati solo partecipati, sono stati anche ricchi di
interventi, luogo di condivisione, pieni di spunti e aperti alla società civile.
Tutto ciò testimonia che nel, Paese non vi è solo l'antipolitica e la protesta
disperata fine a se stessa.
Per fortuna le basi della nostra convivenza, quelle che poggiano sulla
Costituzione repubblicana, sono solide.
Le stesse basi che ci fanno essere al fianco del nostro Presidente della
Repubblica, un grande uomo, che quotidianamente aiuta il Paese a tenere
la barra dritta. Grazie alla forza e alla saggezza del Presidente Napolitano
in questi anni difficili l'Italia non ha sbandato. A Lui vanno il ringraziamento
e i più grandi auguri di tutti i cooperatori italiani.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 2
Non c'è solo l'antipolitica -dicevo- ma anche la domanda di maggiore
democrazia. E noi parte di questa domanda la intercettiamo e la
esprimiamo.
Tanti sono i luoghi in cui si manifesta: l'associazionismo, il volontariato, i
nuovi media. Tra questi vi sono anche i tradizionali corpi intermedi, che
possiedono molti dei difetti che vengono attribuiti loro e che, certamente,
debbono cambiare. E non poco perché sono entità essenziali per tenere
coeso il Paese, perché sono luoghi dove si formano e si consolidano
opinioni, dove si genera consenso e consapevolezza.
Legacoop ha intrapreso questo cammino di cambiamento aderendo al
progetto di costruzione dell'Alleanza delle Cooperative Italiane, per
continuare ad essere un fattore di trasformazione della società attraverso
la creazione di lavoro e per continuare a rappresentare una concreta
opportunità per le ambizioni di crescita sociale di migliaia di persone.
Il lavoro di questi mesi ha visto il coinvolgimento non solo di migliaia di
cooperatori ma anche di personalità di grande spessore provenienti dal
mondo universitario, politico ed economico tra cui Jeremy Rifkin, Romano
Prodi, Mariana Mazzucato e Chiara Saraceno che hanno dato il proprio
contributo sia partecipando alle nostre iniziative, sia scrivendo le loro
riflessioni.
Nei congressi regionali ho sentito parole intrise di concretezza e di
passione, di futuro e di senso di responsabilità. Non si sono sottaciuti errori
né si sono sottovalutate le minacce che incombono. C’è stata la capacità di
narrare i cambiamenti dell'economia e della società, di cogliere i segnali di
discontinuità e di valutarne gli effetti per le cooperative. Il rapporto con il
territorio, con le comunità locali è stato letto non come debolezza o arretrato
localismo ma come punto di forza del sistema Paese. Un sistema da aprire
alla competizione globale e non a caso abbiamo intitolato il nostro
documento precongressuale “Cooperazione 2020” per darci un orizzonte
temporale adeguato e una dimensione di mercato che ha i confini dell’Europa.
Dai congressi emerge la conferma che l'economia cooperativa ha tenuto in
termini di valori della produzione. Ha attraversato questo lungo periodo
salvaguardando, laddove ce ne erano le condizioni, l'occupazione, la
solidarietà, i diritti. Ha avviato percorsi di innovazione e rafforzamento di
quella parte del proprio tessuto imprenditoriale che ha dimostrato di saper
reggere alla crisi.
Tutto ciò ha determinato una forte riduzione dei margini e dei patrimoni.
Le cooperatrici e i cooperatori sentendosi un pezzo del Paese che non
accetta un destino di stagnazione, che non delocalizza, sono in grado di
reagire, di ricercare nuove soluzioni e di organizzarsi per realizzarle.
Dalle Assemblee regionali è emersa una forte spinta al rinnovamento con
una nuova classe dirigente, più equilibrata per connotazione di genere e di
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 3
generazione, espressione di una volontà di rispetto dell'apporto di ciascuno e
di rilancio del patto tra associazione e cooperative a cui viene garantito un
ruolo centrale nella determinazione delle scelte.
Rinnovamento che è misurabile in questa stessa assemblea dove i nuovi
delegati sono oltre il 70% rispetto a quelli del 38° congresso.
Il confronto serrato e il lavoro comune hanno costruito una forte condivisione
dei temi congressuali e in particolare all'individuazione di nuovi paradigmi per
lo sviluppo cooperativo, alla costruzione dell'Alleanza delle Cooperative
Italiane e alla lotta contro tutte le illegalità, un tema -quest'ultimo- divenuto
dolorosamente attuale.
Noi siamo persone per bene, ma la nostra fiducia può essere tradita come ci
ricorda la vicenda venuta alla ribalta nelle ultime settimane a Roma. Una
vicenda che ci ha procurato rabbia e sconcerto, che ci ha ferito
profondamente perché sappiamo di essere altro.
Rifiutiamo con forza le volgari generalizzazioni e le strumentalizzazioni che
sono state fatte da avversari e da presunti amici.
Potremmo dire che sono episodi isolati o mariuoli ma non lo facciamo.
Accettiamo il confronto per capire dove migliorare.
Ribadendo con forza, però, che il discrimine è tra onesti e disonesti e non tra
grandi e piccole cooperative, tra cooperative sociali o società pubbliche.
Il discrimine è tra chi delinque e chi no.
Abbiamo la coscienza a posto, ma nessuno si può sentire immune.
Dobbiamo alzare la guardia, migliorare l'azione di contrasto alle illegalità
perché viviamo in uno dei Paesi più corrotti di Europa.
Per quanto riguarda le vicende romane noi abbiamo fatto la nostra parte
senza timidezze, con forza e determinazione.
 Abbiamo espulso, senza aspettare l'esito degli accertamenti giudiziari,
chi con il proprio comportamento ha comunque tradito la fiducia dei
suoi soci e di tutti i cooperatori;
 Abbiamo deciso di restituire i contributi associativi frutto delle attività
illecite: non vogliamo soldi provenienti da corruzione;
 Abbiamo scelto di costituirci parte civile, perché siamo parte offesa,
tutti noi, contro di loro;
 Ci aspettiamo dalla cooperativa 29Giugno comportamenti coerenti e
conseguenti e nel frattempo abbiamo preso contatto con il
commissario per salvaguardare occupazione e continuità aziendale.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 4
E infine,
 Abbiamo avviato una fase nuova e di profondo rinnovamento in
Legacoop Lazio.
Questa vicenda ci ferisce maggiormente perché a noi i cittadini chiedono,
giustamente, di più, sopratutto ora che il peggioramento delle condizioni
economiche e sociali fanno emergere forti segnali di pericolo per la stessa
tenuta democratica del Paese.
Una recente ricerca da noi commissionata alla SWG ritrae lo sconcerto che
attraversa il Paese:
 Le emozioni che le persone ammettono di provare più spesso sono il
disgusto, la rabbia e la tristezza.
 C'è un crollo di fiducia generalizzato, che colpisce tutti.

L’immagine delle istituzioni e dei corpi intermedi è in caduta libera,
come dimostra il crollo della partecipazione alle elezioni.
 Addirittura riemerge il culto dell'uomo solo al comando che mette in
tensione la stessa democrazia.
Questo clima di rassegnazione, di sfiducia sul futuro e rabbia nel presente,
ha radici profonde in quel che è successo nell'ultimo ventennio al nostro
Paese e per contrastarlo efficacemente abbiamo bisogno di riforme
sostanziali dell'economia e della giustizia sia civile che penale.
Un Paese che ha bisogno di semplificare il proprio assetto istituzionale, di
ridurre i centri di spesa e di qualificarne i controlli. Se non portiamo a
compimento le riforme nel giro di pochi anni consegneremo l'Italia a un
destino di inevitabile declino.
In tutto ciò sosteniamo l’azione del Governo augurandoci rapide attuazioni
di quanto dichiarato e un minor tasso di conflittualità con le parti sociali.
Non è un appello ai buoni sentimenti ma una necessità per non perdere
tempo nella soluzione dei problemi.
Sulle questioni che giudichiamo prioritarie la nostra opinione è nota, ma
vale la pena qui ricordarla:
 Lavoro
Per quel che concerne la recente riforma delle norme in materia di
lavoro condividiamo quelle azioni che tendono a perseguire
un'estensione delle tutele sociali, a semplificare gli adempimenti
burocratici, ad allestire, finalmente, un sistema efficace di politiche
attive, a razionalizzare le strutture deputate ai controlli, ad investire
nelle politiche di conciliazione.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 5
Pensiamo, invece, che intervenire ancora sulla flessibilità in uscita non
sia prioritario e rischi di incrinare inutilmente i rapporti con le parti
sociali. Non condividiamo, infine, che nel contesto della riforma risulti
assente la promozione della partecipazione dei lavoratori nelle
imprese: agire in questo ambito può portare ad un consolidamento
delle relazioni industriali di tipo collaborativo, utili per tutti.
Per l'immediato futuro crediamo vada fatto il massimo sforzo per
assicurare il più possibile la continuità delle imprese ed evitare la
dispersione delle risorse umane e professionali laddove si aprono stati
di crisi, così come siamo convinti che vadano sostenute le esperienze
di workers buyout attraverso le quali negli ultimi 12 mesi abbiamo
salvato più di mille posti di lavoro.
 Giustizia
Rispetto all'operato del Governo Renzi sul tema della giustizia,
condividiamo l'intento di favorire gli accordi stragiudiziali.
È noto, infatti, che l'inefficienza del sistema giudiziario italiano,
soprattutto nel settore civile, continua a costituire un freno alla
crescita economica, scoraggiando gli investitori stranieri e
contribuendo all'indebolimento della struttura produttiva del Paese.
Occorre quindi andare avanti nell'opera riformatrice in particolare sul
tema del "tribunale delle imprese".
In materia penale condividiamo il recente disegno di legge che
inasprisce le pene per i reati di corruzione e ci auguriamo che il testo
definitivo contenga norme premiali per chi confessa e anonimato per
chi denuncia.
Come elemento forte di prevenzione invitiamo il Governo a procedere
speditamente verso la semplificazione legislativa e sosteniamo con
forza la reintroduzione del reato di falso in bilancio. Se non vedremo
risultati promuoveremo iniziative specifiche e ci auguriamo di trovare
accanto a noi molte forze sociali e politiche.
 Riforma Pubblica Amministrazione
Il cosiddetto Decreto Madia è stato indubbiamente un passo in avanti
per garantire ai cittadini e alle imprese servizi amministrativi efficaci
ed efficienti con interventi propedeutici al ricambio generazionale, a un
turnover più flessibile che consenta assunzioni, e una
razionalizzazione dei costi.
È comunque un primo passo. Molto deve essere ancora compiuto
come testimonia l'Agenda per la semplificazione 2015/2017
approvata pochi giorni fa dallo stesso Consiglio dei Ministri.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 6
Si tratta di misure annunciate nel passato ma rimaste lettera morta.
Ora è necessario non solo procedere, ma farlo rapidamente, partendo
dalle semplificazioni più immediate e concrete. Ad esempio,
consentendo alle reti d'impresa di avviare procedimenti e ottenere
contributi con un unico atto collettivo e di avvalersi di tutti gli strumenti
di semplificazione vigenti per le singole imprese.
Sulla legge di stabilità abbiamo dato un iniziale giudizio generalmente
positivo pur criticandone alcuni aspetti.
Il dibattito in corso e una serie di emendamenti presentati dallo stesso
Governo ci stanno fortemente preoccupando per questa tendenza a
considerare le imprese come bancomat a cui sottrarre ulteriori risorse
(reverse charge) indebolendone ancor di più la capacita operativa e di
investimento.
Contestualmente all’azione governativa noi siamo impegnati a fare fino in
fondo la nostra parte mettendo le capacità e le energie di cui la
cooperazione dispone al servizio della costruzione di nuovi paradigmi
economico-sociali in un mondo già profondamente trasformato da questa
lunga crisi.
Ciò richiede di fare i conti con i limiti che la cooperazione ha mostrato,
innovare profondamente i settori storici e interpretare, promuovere ed
organizzare i nuovi bisogni, interloquire efficacemente con gli altri attori,
pubblici e privati, per porre le condizioni che consentano una nuova e diversa
fase di sviluppo.
Guardare al futuro per le nostre cooperative significa completare le
ristrutturazioni dei settori in crisi quali la filiera della edilizia, per cui
reiteriamo la richiesta dello stato di crisi nazionale. Un settore che va
riorientato verso la messa in sicurezza e salvaguardia dei territori, verso il
riutilizzo del patrimonio edilizio esistente e lo sviluppo di forme di housing
sociale.
Nuovi paradigmi di sviluppo significa valorizzare i patrimoni del nostro Paese
quali il paesaggio, la cultura, le città d'arte, i siti archeologici, l’agricoltura
sostenibile, il cibo e incrementare così i flussi turistici.
Interloquire con gli attori pubblici significa proporre un modello di welfare
innovativo in grado di coprire e soddisfare i bisogni delle persone alle quali lo
Stato non è più in grado di garantire l'universalità dei servizi.
E significa, infine, porsi concretamente come ci sollecita a fare Rifkin il
problema della gestione dei beni comuni quali l’energia, l'acqua e il territorio
mettendo in relazione chi di noi organizza utenti con chi gestisce servizi.
Guardare al futuro, per noi, vuole inoltre dire nuove imprese per nuovi soci.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 7
C'è grande passione attorno a questo tema, molte intelligenze si stanno
impegnando, dando prova di grande creatività, le iniziative fioccano, si stanno
creando nuovi rapporti, con ceti e categorie professionali, istituzioni, soggetti
sociali.
La nascita di nuove cooperative rappresenta un segnale positivo: anche negli
anni della lunga crisi l'indice di natalità ha registrato valori costantemente
superiori a quelli delle imprese private. Ogni anno nascono, nel nostro Paese,
circa 7.800 nuove cooperative.
Si tratta, non di rado, di imprese patrimonialmente fragili, ma spesso con
tratti di assoluta novità perché aggregano giovani laureati in settori innovativi
che non emigrano, favoriscono la ripresa delle attività in aziende fallite o
garantiscono la continuità aziendale in assenza di un proprietario disposto a
farlo.
L'impresa cooperativa nasce dai bisogni comuni a più soggetti. La
promozione attiva di nuova imprenditorialità deve diventare, più di quanto è
stato nel passato, una consapevole azione per sostenere la domanda di
autoimprenditorialità presente nel Paese. Molti territori, anche grazie al
prezioso apporto di Coopfond, il nostro fondo mutualistico, sono oggi attivi e
stanno conseguendo primi ed incoraggianti risultati.
LEGALITÀ
Questo sforzo di innovazione e di proposte per il futuro vanno accompagnate
anche e sopratutto da una profonda riflessione sul tema della legalità e di
una corretta competizione sul mercato.
Questa questione ha attraversato tutto il nostro dibattito congressuale e gli
eventi di Roma e altri meno recenti lo ripropongono in tutta la sua
drammaticità.
Se a distanza di tanti anni da tangentopoli siamo ancora qui a fare i conti con
questi episodi vuol dire che nella società italiana non si è fatto abbastanza;
vuol dire che noi non abbiamo fatto fino in fondo la nostra parte. A volte ci
siamo omologati ai comportamenti di un mercato poco trasparente e non ci
siamo distinti con una azione improntata ai nostri valori e al rispetto della
legalità.
Se non vogliamo rimanere intrappolati tra il danno di perdere un lavoro e la
vergogna di perdere la reputazione, questa battaglia contro tutte le illegalità
la dobbiamo fare ovunque e con chiunque.
Dobbiamo avere la consapevolezza che se non eleviamo il livello di impegno
su questo argomento il nostro movimento non ha futuro. Rimarranno singole
imprese ma scomparirà la grande spinta ideale e la forza organizzata per
costruire insieme una società in armonia con i bisogni delle persone.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 8
Dobbiamo sentirci, ognuno di noi, intimamente responsabile di questo bene
comune che è la reputazione. Dobbiamo capire che le azioni illegali sono per
noi criminali due volte: una perché si viola la legge e l'altra perche si mette a
repentaglio la capacita di trasferire alle generazioni future i patrimoni ricevuti.
E' per questo che abbiamo dichiarato in mille modi che essere cooperatori
significa contrastare la corruzione, difendere e promuovere i diritti, rispettare
le regole. E' per questo che abbiamo chiesto norme più trasparenti e stabili
sul funzionamento del mercato e degli appalti.
E' per questo che abbiamo denunciato gli effetti distorsivi della clausola del
"massimo ribasso" e dell'esasperata competizione sui prezzi.
Ancor prima delle leggi, dei controlli, delle buone pratiche in materia di
governance dobbiamo sapere e sentire che ognuno di noi ha una
responsabilità verso gli altri soci e verso le altre cooperative, che chi viola il
patto di fiducia al di là della rilevanza penale delle azioni è fuori dal nostro
mondo.
La nostra reputazione non è minacciata solo da comportamenti illegali di
qualcuno ma oggi anche e sopratutto dal fenomeno delle false cooperative
dietro cui si manifestano pratiche di dumping contrattuale, lavoro nero ed
evasione fiscale.
La battaglia contro le false cooperative ci accomuna alle altre centrali
cooperative ed è terreno su cui ricercare intese con le organizzazioni
sindacali.
Come Alleanza ci impegneremo:
 In una raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare per
aumentare il contrasto a questo fenomeno;
 Nel potenziamento degli osservatori provinciali e dei controlli
interforze.
In questo contesto di lotta all'illegalità Legacoop inoltre conferma e propone
alle proprie associate di aumentare il sostegno e la promozione, anche in
collaborazione con Libera, delle cooperative di gestione delle aziende e dei
beni confiscati alle mafie.
Tornando ai temi economici, guardare con speranza al futuro e pensare a
nuovi paradigmi di sviluppo significa affrontare i nodi che frenano l'azione
delle imprese, a partire dal tema del credito e dei finanziamenti. E per noi
vuol dire:
 rivisitare il funzionamento della filiera delle garanzie nel suo
complesso, dando un maggior impulso al processo di fusione e
rafforzamento patrimoniale dei consorzi fidi;
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 9
 aumentare la capacità degli strumenti finanziari cooperativi
attraverso il lavoro in rete, integrando presenze e risorse nazionali
con quelle territoriali.
Pensiamo, in questo modo, di riuscire a garantire un flusso di finanziamenti
più adeguato e di poter accedere anche a fonti esterne a sostegno delle
ristrutturazioni e dello sviluppo.
Tutte le iniziative che assumeremo dovranno possedere, sin dalla loro
progettazione, un respiro unitario tra le tre centrali dell'Alleanza delle
cooperative Italiane perché già molti strumenti sono comuni e perché la
dimensione dei progetti lo richiede.
I ritardi nei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche restano un
problema. Abbiamo registrato una positiva inversione di tendenza, che non è
sufficiente per traguardare gli standard europei.
Ed è proprio l’Europa l’orizzonte a cui guardare per garantirci nel breve e
medio periodo fonti significative di intervento a sostegno dello sviluppo e
dell’occupazione: penso ai Fondi strutturali e all’annunciato piano Junker.
Per questi motivi sosteniamo il Governo negli sforzi che sta conducendo per
cambiare segno alla politica europea per far si che vada verso investimenti e
crescita piuttosto che pensare solo al rigore.
Proseguire nella politica fin qui adottata aumentandone, tutt'al più, i gradi di
flessibilità non è sufficiente. La politica monetaria, nonostante le proposte
innovative di fonte BCE, da sola non basta. L'austerità non può essere
assunta come valore in sé. Neppure il debito lo può essere. Ma la scelta di
non sostenere un forte programma di investimenti pubblici non è una scelta
di rigore. Denuncia limiti di visione politica.
La crescita è la risultante di tanti fattori e l'Europa deve mettere in campo
coraggiose politiche di armonizzazione fiscali, riforme strutturali che amplino
l'orizzonte di crescita specie delle regioni in maggiori difficoltà, ulteriori
cessioni di sovranità e destinazione di maggiori risorse alla realizzazione di
progetti comuni.
Noi cooperatori a quel pensiero che ancora oggi manca, possiamo portare un
contributo importante di valori resi concreti dall'operare: in particolare
un'idea di libertà dell'individuo quale condizione della responsabilità propria
e altrui.
Il coraggio che chiediamo alla politica è lo stesso che dobbiamo avere anche
noi nel ripensarci costantemente.
La crisi disegna la mappa dei nostri limiti, denuncia i nostri ritardi. I congressi
regionali e provinciali che hanno preparato questo appuntamento nazionale e
la riflessione sviluppata a seguito anche dei recenti fatti romani li hanno ben
rappresentati ed hanno fornito indicazioni e spunti importanti per affrontarli.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 10
La profondità dei cambiamenti necessari ci impone di accettare una sfida
fatta di tante facce:
a. La sfida dell'autonomia
b. La sfida della dimensione;
c. La sfida della patrimonializzazione;
d. La sfida della cultura e della formazione cooperativa;
e. La sfida dell'internazionalizzazione.
a. La sfida dell'autonomia
Autonomia e valori vanno di pari passo. Abbiamo da anni iniziato un percorso
che dobbiamo portare rapidamente a compimento. Per noi autonomia è
avere una nostra visione ideale della società fondata sulla inclusione, sulla
democrazia e sulla legalità.
Riportare al centro della nostra azione la persona, il socio con i suoi diritti e le
sue responsabilità.
La cooperativa è un luogo in cui le persone condividono obiettivi ed
esercitano responsabilità. E’ un luogo dove si costruisce un NOI SOLIDALE e
per usare le parole Norberto Bobbio si contrasta “una cultura dei sudditi” e si
afferma invece “una cultura partecipata”. Quando diciamo che la nostra
distintività si è indebolita diciamo che abbiamo lasciato spazio alla cultura
dei sudditi.
Concentrazione di informazione e di potere, deficit di partecipazione e di
controlli, scarsa distinzione tra funzioni di indirizzo e di gestione: questi sono i
principali difetti che dobbiamo contrastare.
Credo, inoltre, che dalla nostra riflessione non debba rimanere estraneo un
attento esame del modello dualistico e l'introduzione di figure quale il
consigliere indipendente.
Autonomia vuol dire anche affrontare il tema del finanziamento ai partiti.
Nel contesto attuale e ancor di più nella prospettiva unitaria dell'Alleanza
delle Cooperative Italiane riteniamo che non sia opportuno proseguire in
queste azioni che per quanto lecite si prestano a strumentalizzazioni e ci
espongono a raffigurazioni del nostro movimento ormai superate nei fatti da
decenni.
Legacoop, quindi, si asterrà da qualsiasi tipo di finanziamento a partiti politici
e dà indicazioni alle cooperative di seguire lo stesso comportamento.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 11
Barberini diceva “eleggete i migliori ma controllateli come se fossero i
peggiori”. In questa affermazione ci sta il cuore della governante cooperativa:
 Perché riconduce il tema laddove deve stare “in cooperativa e in capo
ai soci”;
 Perché parla di merito;
 Perché presuppone partecipazione consapevole dei soci;
 Perché ci parla di trasparenza e di controlli.
La predisposizione e diffusione di nuove linee guida sulla Governance è un
impegno che il nuovo gruppo dirigente eletto da questo congresso dovrà
onorare rapidamente.
La nostra reputazione e le aspettative positive della società nei nostri
confronti fanno sì che i problemi di uno diventino i problemi di tutti. La
maggiore velocità nella circolazione delle informazioni enfatizza i temi del
rischio sistemico e della reputazione collettiva, sollecitando una maggiore
assunzione di responsabilità verso i soci e l'intera comunità.
Questa maggiore responsabilità si deve tradurre in nuove pratiche che
dovranno tenere conto delle proposte che vengono da Legacoop regionali e
da generazioni in merito al numero di mandati, sui livelli retributivi, sulle
anagrafiche patrimoniali, sulle modalità di ricambio dei gruppi dirigenti.
Le Associazioni dovranno stabilire le linee guida e diffonderle nelle
cooperative con il criterio “adotta o spiega perché non lo fai”.
b. La sfida della dimensione
Nel mercato odierno la dimensione dell'impresa è un fattore
competitivo di rilevante importanza. Le piccole e medie cooperative
devono imparare a crescere, o perlomeno a considerare l'opzione della
crescita fra quelle concretamente possibili. L'obiettivo non è la crescita
fine a se stessa, ma la ricerca della dimensione appropriata per il
proprio mercato. Nella dimensione locale va quindi bene anche la
piccola scala, a condizione che non divenga mera conservazione dello
status quo.
È per questo che ritengo necessaria la messa a punto di uno specifico
progetto indirizzato alla cooperazione piccola e media per delineare
percorsi possibili di sviluppo, favorendo, tra l'altro, anche la
generalizzazione dello strumento del contratto di rete, che può far
conseguire livelli di efficienza senza rinunciare al proprio insediamento
nel territorio. Dovremmo riuscire a sostituire allo slogan "piccolo è
bello" lo slogan "in rete è meglio". Tutto ciò significa anche integrazioni
funzionali, sviluppo delle strutture consortili senza precludere veri e
propri processi di unificazione.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 12
c. La sfida della patrimonializzazione
I soci nonostante la crisi, hanno investito nella propria cooperativa:
tra il 2008 ed il 2012 il capitale sociale è cresciuto del 21,6% nelle
cooperative e del 56,3% nei consorzi. L'apporto di capitale da parte
dei soci è stato maggiore dell'incremento delle riserve indivisibili.
Nelle fasi di crescita, quindi, i soci patrimonializzano la cooperativa
soprattutto non distribuendosi gli utili ma portandoli a riserva
indivisibile, mentre nelle fasi di crisi rafforzano la cooperativa
soprattutto con un apporto diretto di capitale. Una testimonianza di
dedizione che sostiene il cammino di tutti noi. Noi non scappiamo e
cerchiamo di resistere là dove siamo.
La capitalizzazione dell'impresa cooperativa di minori dimensioni trova
un limite, per così dire "fisico", nel numero dei soci che possono
apportare capitale.
Crediamo che, per rendere più equilibrata la struttura finanziaria
delle imprese, di tutte le imprese, sia necessario disporre di una
cornice normativa e fiscale più favorevole all'incremento del capitale
investito.
d. La sfida della cultura e della formazione cooperativa
La prospettiva dell’Alleanza e i nuovi paradigmi dello sviluppo
economico impongono alla cooperazione di affrontare con un
impegno inedito la questione della elaborazione del pensiero
cooperativo e dell’alta formazione.
Negli ultimi anni sono accresciuti i rapporti e le collaborazioni con
diversi centri di elaborazione del pensiero cooperativo dalle
Università di Bologna, Roma e Parma ai centri di ricerca AICCON ed
EURICSE. Si è inoltre consolidata e sviluppata la attività della
Fondazione Barberini, Quadir e scuola formazione coop e del Centro
di Documentazione cooperativa.
Il sostegno di Coopfond è stato determinante per molte di queste
iniziative.
Dobbiamo fare uno sforzo per metterli in rete e coordinarli
finalizzandoli ad un progetto di sistema che riguardi l’alta formazione
cooperativa e allo scopo si propone la costituzione di un comitato
scientifico promosso dal centro studi di Legacoop.
e. La sfida della internazionalizzazione
Non si tratta più di una opzione possibile ma esportare e
internazionalizzare per tante cooperative diviene una necessità a
prescindere dalle dimensioni e dai settori di attività.
Gli sforzi compiuti in questi anni hanno dato risultati soddisfacenti
ma molto al di sotto delle nostre reali potenzialità.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 13
Manca un investimento sistematico da parte di tante nostre
cooperative e quindi si propone di definire un progetto ambizioso che
punti alla individuazione e selezione delle cooperative con potenziale
adeguato e con loro promuovere programmi pluriennali per crescere
anche all’estero e per valorizzare al meglio i rapporti intersettoriali.
ALLEANZA DELLE COOPERATIVE ITALIANE
Tutte queste sfide si collocano e trovano una ulteriore opportunità di
successo nel contesto dell’Alleanza delle cooperative Italiane.
Legacoop con AGCI e Confcooperative nel 2014 hanno cambiato passo
compiendo una accelerazione importante; il 25 settembre si è costituita
formalmente la Associazione.
Abbiamo dato nuovo impulso alla costituzione dei comitati regionali
Abbiamo formalmente costituito i quattro gruppi di lavoro con il compito di
progettare la nuova organizzazione
Ma sopratutto ci siamo dati una scadenza... Il traguardo è fissato per il
primo gennaio 2017.
L’Alleanza a cui stiamo lavorando non sarà soltanto una razionalizzazione
delle strutture esistenti E neanche una semplice sommatoria di ciò che già
c'è.
Abbiamo condiviso l’idea che la nuova associazione dovrà essere uno
strumento innovativo al servizio delle cooperative per contribuire alla
realizzazione di un progetto di cambiamento della nostra società.
Il contributo dei cooperatori delle tre organizzazioni dovrà essere all’altezza
di questo obiettivo in termini di capacita progettuale, passione e generosità.
Alle cooperative di Legacoop quindi chiediamo che nel corso del 2015
discutano nei consigli questo progetto e approvino un ordine del giorno con
la disponibilità ad aderire alla nuova centrale.
L’Alleanza sarà credibile quanto più saremo in grado di coinvolgere le menti
e i cuori dei cooperatori e delle cooperatrici.
RIASSETTO DI LEGACOOP.
Anche come contributo alla costruzione di questo ambizioso progetto
Legacoop dovrà rapidamente attuare un percorso di razionalizzazione delle
proprie strutture territoriali rendendole coerenti con le riforme istituzionali e
sostenibili sul piano economico e finanziario. Di pari passo dovrà avviarsi un
percorso di aggregazione dei settori, che ne semplifichi il funzionamento e
che renda più efficiente l’erogazione dei servizi alle associate.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 14
La sostenibilità economica finanziaria della nuova organizzazione è un
obiettivo che va perseguito con la necessaria determinazione.
Il contratto di mandato che il Congresso approverà dovrà contenere le linee
generali di questa riorganizzazione.
Come segno di grande unità interna va garantito che a tutti i livelli della
governance associativa ci sia una presenza maggioritaria di rappresentati
delle cooperative.
Care cooperatrici e cari cooperatori sono alla conclusione di questa
relazione che mi auguro serva ad avviare con lo spirito giusto i lavori In
questo nostro Congresso che dovrà essere aperto, vivace, partecipato
all’altezza di quelli che lo hanno preparato.
Mi ero immaginato, come tanti di voi, un Congresso meno condizionato
dall’attualità. Un Congresso che celebrasse un nuovo inizio della
straordinaria storia di Legacoop all’interno dell’Alleanza.
Mi ero immaginato, tra i tanti, di poter ritrovare in questa nostra assise
compagni e colleghi che invece, purtroppo, non sono più con noi come
Vanda Spoto, Gianluca Cerrina e Marcello Balestrero. Nei giorni scorsi,
giorni difficili, il pensiero ed il ricordo di questi grandi cooperatori insieme
all’affetto di tanti di voi mi ha aiutato a tenere botta senza cedere alla
rassegnazione, alla retorica dell’inevitabile declino o al conformismo delle
frasi fatte e dei buoni sentimenti. In questi momenti spesso un po’ confusi
ricordare e avere memoria storica è per noi cooperatori fonte inesauribile di
ispirazione e di energie.
Ricordare che quest’anno – proprio tra pochi giorni, il 21 dicembre - ricorrono
i 170 anni dalla fondazione della prima cooperativa a Rochdale vuol dire che
dopo due guerre mondiali, dopo due rivoluzioni industriali e alla vigilia di una
terza, dopo che stati partiti e ideologie sono nati e scomparsi a decine noi
cooperatori siamo ancora qua. Siamo qua con gli stessi valori delle nostre
origini e con il compito di farli rivivere e crescere in questo terzo millennio.
Tocca a noi portare questo testimone alle generazioni future e rendere
infinito il tempo dell’ideale cooperativo.
Buon Congresso a tutti.
39° Congresso nazionale Legacoop
Pagina 15