GUIDE ALLA GIURISPRUDENZA di Roberto GAROFOLI

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GUIDE ALLA GIURISPRUDENZA di Roberto GAROFOLI
GUIDE ALLA GIURISPRUDENZA
di Roberto GAROFOLI
Lucia GIZZI
GUIDA ALLA
GIURISPRUDENZA
PENALE – PARTE GENERALE
SELEZIONE E ANALISI DELLE PIÙ ATTUALI QUESTIONI
SOMMARIO
PARTE PRIMA - I PRINCIPI
1
CAPITOLO I - I LIMTI TEMPORALI
ALL’APPLICABILITÀ DELLA LEGGE PENALE
1
Sezione I. La ricostruzione.
1. Premessa.
2. Le fonti normative.
3. Nuove incriminazioni e trattamento sanzionatorio più severo
4. L’abolizione del reato.
5. La successione di norme integratrici.
6. La successione di norme modificatrici.
7. Le deroghe al principio della retroattività della legge più favorevole al reo.
8. Il decreto legge non convertito e le leggi dichiarate incostituzionali.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Il divieto di irretroattività della legge penale in materia di misure di sicurezza.
2. Il fenomeno della successione mediata delle norme incriminatici con particolare
riferimento all’ingresso della Romania nell’Unione Europea.
3. I limiti temporali all’efficacia della legge penale in riferimento alla fattispecie di
bancarotta.
4. La permanenza della legge più favorevole al reo nonostante l’intervento di modifiche
successive. bancarotta.
5. La successione della legge penale nel tempo con riferimento ad un ipotesi di abolitio
criminis.
6. L’obbligo di esibizione dei documenti vale solo per lo straniero regolare? Un caso di
abolitio criminis al vaglio delle Sezioni Unite: sentenza 24 febbraio 2011.
7. La disciplina della prescrizione e il principio di retroattività della legge più favorevole al
vaglio della Corte costituzionale.
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CAPITOLO II - DIRITTO COMUNITARIO E NORMA PENALE
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Sezione I. La ricostruzione.
1. La rilevanza del diritto comunitario sul diritto penale interno.
2. Il principio di riserva assoluta di legge e normativa penale di derivazione comunitaria.
3. La competenza penale delle istituzioni comunitarie.
4. Le innovazioni introdotte dal Trattato di Lisbona.
5. Interferenza del diritto comunitario sulla norma penale interna
6. Il ruolo del giudice in presenza di un contrasto tra la norma comunitaria e quella
interna.
Sezione II. Questioni aperte.
1. L’incidenza dei principi dei Trattati sul diritto penale nazionale.
2. L’attività di scommessa.
3. L’intervento della Corte Costituzionale.
4. Le ultime pronunce della Corte di Giustizia. I limiti al gioco on line
5. Altro rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia.
6. Il contrasto tra la normativa comunitaria ed i delitti di inosservanza degli ordini di
allontanamento impartiti dal Questore. Cass. pen. Sez. I, 20 gennaio 2011 n. 16521; Cass.,
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28 aprile 2011, n. 22105; D.L. 23 giugno 2011 n. 89.
7. Obbligo di interpretazione conforme. La nozione di pedopornografia.
8. Contrasto tra norma interna di favore e norma comunitaria.
9. Il caso del siero del latte.
10. Le ceneri di pirite.
CAPITOLO TERZO - IL DIVIETO DI ANALOGIA IN MALAM PARTEM
Sezione I. La ricostruzione.
1. Premessa.
2. La distinzione tra analogia e interpretazione estensiva.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Il problema dell’inquinamento elettromagnetico: la rilevanza penale dell’emissione di
onde elettromagnetiche alla luce dell’art. 674.
1.1. Il fenomeno dell’inquinamento elettromagnetico.
1.2. L’evoluzione giurisprudenziale in materia di inquinamento elettromagnetico.
1.3. L’orientamento contrario.
1.4. La sentenza della Corte di Cassazione del 2008 e 24 febbraio 2011, n. 376.
1.5. La sentenza del 15 aprile 2009 n. 15707.
2. La configurabilità del reato di cui all’art. 349 c.p. con riferimento ai sigilli apposti per
impedire l’uso illegittimo della cosa.
2.1. Il contrasto giurisprudenziale.
2.2. L’intervento delle Sezioni Unite.
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CAPITOLO IV - IL PRINCIPIO DI OFFENSIVITÀ
Sezione I. La ricostruzione.
1. Introduzione: contenuto e funzioni del principio di offensività.
2. Riferimenti normativi del principio di necessaria offensivita’: il fondamento
costituzionale.
3. Segue: il fondamento codicistico, l’art. 49, co. 2, c.p. e la concezione realistica
dell’illecito.
4. L’oggetto dell’offesa e la teoria del bene giuridico.
5. Condizioni obiettive di punibilità ed offensività.
Sezione II. Questioni Aperte.
1. I reati di sospetto sono conformi al principio di offensività?
2. L’art. 707 c.p. torna al vaglio della Corte Costituzionale.
3. La giurisprudenza in materia di stupefacenti. Problemi interpretativi
3.1. La rilevanza penale della coltivazione di piante di marijuana.
3.2. La soluzione offerta dalle Sezioni Unite.
3.3. Sull’offensività della coltivazione di un numero esiguo di piantine di marijuana.
3.4. Sull’offensività della detenzione di sostanza stupefacente oltre i limiti quantitativi
fissati dal decreto ministeriale
4. I reati di falso tra conformità al tipo e necessaria lesività del reato.
4.1. Il caso del venditore ambulante.
4.2. Patrocinio a spese dello Stato: le Sezioni Unite sulle falsità di cui all’art. 95 d.p.r. 112
del 2002
5. L’utilizzo episodico ed economico del telefono: un fatto inoffensivo conforme al tipo
6. Simulazione di reato e principio di offensività.
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7. Le soglie di punibilità nei reati tributari incidono sull’offesa tipica? Corte Cass., Sez. III,
26 maggio 2011, n. 25213.
8. L’aggravante della clandestinità alla luce del principio di offensività.
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PARTE SECONDA - LA STRUTTURA DEL REATO
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CAPITOLO I - LA CAUSALITÀ ATTIVA E OMISSIVA
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Sezione I. La ricostruzione.
1. La nozione di causa rilevante nel diritto penale: le principali teorie a confronto.
2. La teoria causale recepita dall’art. 41 c.p..
3. La causa sopravvenuta da sola sufficiente a determinare l’evento.
4. Il metodo di sussunzione sotto leggi scientifiche.
5. Il reato omissivo improprio.
6. La causalità omissiva.
Sezione II. Questioni aperte.
1. L’accertamento della causalità omissiva. Cass., sez. IV, 26 maggio 2011, n. 21028; Cass.,
sez. IV, 07 aprile 2011, n. 13758.
2. La successione nelle posizioni di garanzia.
3. La posizione di garanzia degli infermieri. Cass. Sez IV, 24 febbraio 2011, n. 376.
4. Configurabilità della responsabilità omissiva impropria dell’istruttore di equitazione.
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CAPITOLO II - E CAUSE DI GIUSTIFICAZIONE
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Premessa.
2. Fondamento e caratteristiche comuni delle cause di giustificazione.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Natura scriminante o meno di talune ipotesi di parte speciale: l’art. 4 d. l. lt. 14.09.44 n.
288, attuale art. 393 bis c.p.
2. Analogia e cause di giustificazione.
3. Profili processuali dell’adesione alla teoria bipartita o tripartita: il valore del giudicato ex
art. 652 c.p.p.
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CAPITOLO III - L’ECCESSO COLPOSO
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Premessa.
2. Fondamento e requisiti di operatività dell’eccesso colposo nelle cause di giustificazione.
Sezione II Questioni aperte.
1. La necessità della causa di giustificazione a monte e del superamento dei limiti della
stessa nelle applicazioni giurisprudenziali.
1.1. Eccesso colposo e legittima difesa.
1.2. Eccesso colposo e uso legittimo delle armi.
2. Applicabilità dell’art. 55 c.p. alle scriminanti non codificate: l’eccesso colposo
nell’attività sportiva.
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CAPITOLO IV - ESERCIZIO DI UN DIRITTO
ED ADEMPIMENTO DI UN DOVERE
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Sezione I. La ricostruzione.
1. I diritti e i doveri quali cause di giustificazione o scriminanti in senso stretto, desumibili
dall’intero ordinamento giuridico e volte ad escludere l’illiceità del fatto penalmente tipico.
2. L’ambito di applicazione indefinito delle scriminanti in esame e le ipotesi
maggiormente significative.
3. L’integrazione esterna in bonam partem della norma penale incriminatrice ed i suoi riflessi
sul principio di legalità.
4. L’integrazione mediante bilanciamento degli interessi coinvolti nella fattispecie
concreta ed i limiti connaturati al diritto.
5. l’erronea supposizione dell’esistenza di un diritto o di un dovere 6. l’esecuzione di un
ordine legittimo dell’autorità.
6. L’esecuzione di un ordine legittimo dell’autorità
Sezione II. Questioni aperte.
1. Il diritto di critica. Cass., sez. V, 31 gennaio 2011, n. 3356; Cass., sez. V, 31 gennaio
2011, n.3372; Cass., sez IV, 24 febbraio 2011, n. 376
2. Il diritto di cronaca. Cass., sez. V, 8 febbraio 2011, n. 4558; Cass., sez. V, 21 giugno
2011, n.24904
3. Il diritto di difesa e gli incarichi professionali ad esso funzionali. Cass., 11 febbraio
2011, n. 5320; Cass., sez. VI, 27 maggio 2011, n. 21362.
4. L’esercizio della funzione giurisdizionale.
5. La difesa della proprietà. Cass., sez. VI, 27 gennaio 2011, n.3014.
6. Lo ius corrigendi ed il potere disciplinare.
7. Il diritto alla frequentazione del figlio minore.
8. Il diritto di ritenzione.
9. L’esercizio della professione medica ed il diritto di rifiutare il trattamento terapeutico
(rinvio).
10. L’attività sportiva: Cass. 8 febbraio 2011, n. 4558
11. Lesecuzione di un ordine dell’autorità.
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CAPITOLO V - LA LEGITTIMA DIFESA
271
Sezione I. La ricostruzione.
1. Premessa.
2. Fondamento e requisiti di operatività della legittima difesa.
3. La novella del 2006: l’autotutela nel domicilio privato
Sezione II. Questioni aperte.
1. La determinazione volontaria della situazione aggressiva: tra carenza del requisito del
“pericolo non volontariamente causato” e quello della “necessità della difesa”.
2. Il requisito della proporzione tra offesa e difesa alla luce della novella del 2006.
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CAPITOLO VI- L’USO LEGITTIMO DELLE ARMI
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Premessa.
2. Fondamento e requisiti di operatività dell’uso legittimo delle armi.
Sezione II. Questioni aperte.
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1. I requisiti della necessità e proporzione della reazione nella giurisprudenza di legittimità.
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CAPITOLO VII - LO STATO DI NECESSITÀ
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Premessa.
2. Fondamento e requisiti di operatività dello stato di necessità.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Il problema della causazione dolosa o colposa del pericolo nelle applicazioni
giurisprudenziali.
2. Il danno grave alla persona e la possibilità di estensione alle situazioni strumentali
intimamente connesse ai beni personali: lo stato di bisogno economico ed il diritto
all’abitazione.
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CAPITOLO VIII - INTERRUZIONE DI TRATTAMENTO MEDICO
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Introduzione e inquadramento normativo.
2. Gli orientamenti contrapposti.
Sezione II. Le questioni aperte.
1. Il caso Welby.
1.1. la sentenza del g.u.p. di Roma, 27 luglio 2007, n. 2049: il fatto è scriminato
dall’adempimento di un dovere.
2. Il caso Englaro.
2.1. La soluzione della Cassazione.
2.2. La conferma delle Sezioni Unite.
2.3. La sentenza del TAR Lombardia-Milano.
2.4. Il decreto di archiviazione del G.i.p. di Udine.
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CAPITOLO IX - L’AGENTE PROVOCATORE
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Le nozioni di “ agente provocatore”.
2. Le ragioni sostanziali che giustificano la non punibilità dell’ “agente provocatore” e la
punibilità del “ provocato”.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Condizioni di validità dell’attività dell’ “agente provocatore” alla luce della
giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo.
1.1. La questione.
1.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
2. Agente provocatore e reato impossibile.
2.1. La questione.
2.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
3. Sull’utilizzabilità dei risultati degli atti d’indagine realizzati dall’agente provocatore in
violazione dei limiti di legge.
3.1. La questione.
3.2. Indirizzi giurisprudenziali in materia di pedopornografia.
3.3. L’orientamento della recente giurisprudenza.
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PARTE TERZA - L’ELEMENTO SOGGETTIVO DEL REATO
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CAPITOLO I - IL DOLO
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Sezione I. La ricostruzione.
1. La nozione del dolo.
2. La struttura del dolo.
3. L’oggetto del dolo.
4. Le forme del dolo.
5. L’accertamento del dolo.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Al bivio tra dolo eventuale e colpa cosciente.
1.1. Il contagio da HIV.
1.1.1. La questione.
1.1.2. I criteri per distinguere il dolo eventuale dalla colpa cosciente.
1.1.3. A quale titolo deve rispondere chi trasmette a un soggetto sano il morbo dell’HIV
attraverso rapporti sessuali non protetti?.
1.2. Le bravate al volante.
1.2.1. La questione.
1.2.2. “Bravate” al volante seguite da morte o da ferimento: l’orientamento della recente
giurisprudenza.
1.3. Dolo eventuale e ricettazione.
2. I rapporti tra dolo specifico e dolo eventuale.
2.1. La questione.
2.2. L’incompatibilità tra il dolo specifico e il dolo eventuale.
2.3. Risponde di corruzione di minorenne chi compie atti sessuale accettando il rischio
che un minore vi assista?
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CAPITOLO II
IL DELITTO PRETERINTENZIONALE
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Sezione I. La ricostruzione.
1. La nozione di delitto preterintenzionale.
2. La struttura del delitto preterintenzionale.
3. Il contenuto del delitto preterintenzionale.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Al bivio tra omicidio preterintenzionale e morte o lesioni come conseguenza di altro
delitto doloso: scippo seguito da morte.
1.1. La questione.
1.2. Il criterio distintivo degli artt. 584 c.p. e 586 c.p.
1.3. Morte derivata da scippo: omicidio preterintenzionale o morte come conseguenza di
altro delitto doloso?
2. Al bivio tra omicidio preterintenzionale e omicidio colposo: l’intervento arbitrario del medico.
2.1. La questione.
2.2. Morte in seguito ad intervento privo di consenso: omicidio preterintenzionale od
omicidio colposo?
3. Omicidio preterintenzionale e dolo eventuale: l’orientamento della recente
giurisprudenza.
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CAPITOLO III - LA COLPA
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Sezione I. La ricostruzione.
1. La nozione di colpa.
2. La struttura della colpa.
2.1. La colpa generica.
2.2. La colpa specifica.
3. Il contenuto della regola precauzionale.
4. Il parametro oggettivo del dovere di diligenza.
5. Le forme della colpa. 6. I gradi della colpa.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Al bivio tra colpa e responsabilità oggettiva.
2. Mancata corrispondenza tra un prodotto e la sua etichetta: un caso di negligenza
colposa.
3. Rapporto colpa-evento. Non esclusione.
4. Caso fortuito e comportamento colposo.
5. La responsabilità colposa del datore di lavoro nell’ambito degli infortuni sul lavoro.
6. Alcuni casi di colpa medica.
6.1. La singolarità e non risolutività del sintomo escludono la colpa del sanitario.
7. Il ruolo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione: profili colposi.
8. Lesioni colpose per l’omessa manutenzione della rete stradale. Cass., 16 febbraio 2011,
n. 13775
9. La responsabilità colposa in relazione alla normativa in materia di circolazione stradale.
9.1. Violazione dell’obbligo di tenere la destra: un chiaro esempio di colpa specifica.
9.2. L’investimento di un passante in prossimità delle strisce pedonali: un altro caso di
colpa specifica. Cass., 25 gennaio 2011, n. 6691.
9.3. Auto in doppia fila, sportello semi aperto: i possibili presupposti di un omicidio
colposo.
10. Solo linee guida per valutare la condotta colposa del medico?
11. Rilascio di licenza d’arma a persona che la utilizza per commettere reati: responsabilità
del dirigente di polizia?
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CAPITOLO IV - LA CAUSALITÀ DELLA COLPA
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Il nesso tra colpa ed evento.
2. Il requisito della concretizzazione del rischio.
3. Il requisito dell’evitabilità dell’evento.
4. Il giudizio di evitabilità dell’evento.
Sezione II. Questioni aperte.
1. La posizione della giurisprudenza di legittimità.
1.1. La differenza tra la causalità della condotta e la causalità della colpa.
1.2. L’accertamento del requisito dell’evitabilità dell’evento. Cass., 27 maggio 2011.
CAPITOLO V - IL PRINCIPIO DI AFFIDAMENTO
Sezione I. La ricostruzione.
1. Il principio di affidamento: premessa.
2. L’attività medica in èquipe.
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Sezione II. Questioni aperte.
1. Il problema della divisione del lavoro in senso orizzontale.
2. La divisione del lavoro in senso verticale: il capo èquipe.
3. Il riparto di responsabilità all’interno delle organizzazioni sanitarie complesse nella più
recente giurisprudenza di legittimità.
3.1. La sentenza della suprema Corte del 19 gennaio 2009: il caso concreto.
3.2. La posizione del medico responsabile della struttura sanitaria.
3.3. La posizione dei medici gerarchicamente subordinati.
4. La figura dello specializzando.
5. Il personale infermieristico. Cass., sez. IV, 20 giugno 2011, n. 24573.
6. Il principio di affidamento nel settore della circolazione stradale.
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CAPITOLO VI - ERRORE SUL FATTO ED ERRORE DI DIRITTO
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Sezione I. La ricostruzione.
1. L’errore-motivo.
2. Errore sul fatto.
3. L’errore di diritto.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Errore sull’interpretazione di una norma extrapenale. Esclusione.
1.1. L’errore su una norma extrapenale, se commesso con negligenza, determina sempre la
punibilità dell’autore del fatto.
2. Errore scusabile nell’ambito della legittima difesa putativa. Esclusione.
3. La qualificazione della legge extrapenale.
4. L’Errore sul fatto nell’ambito del delitto di produzione, traffico e detenzione illecita di
sostanze stupefacenti o psicotrope.
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CAPITOLO VII - I REATI ABERRANTI
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Premessa.
2. I reati aberranti nel sistema della divergenza tra voluto e realizzato. Inquadramento
nella tematica dell’errore.
3. Aberratio ictus.
3.1. Le ipotesi non espressamente previste.
4. Aberratio delicti.
5. Aberratio delicti concorsuale (art. 116 c.p.).
6. Morte o lesioni come conseguenza di altro delitto (art. 586 c.p.).
7. Aberratio causae.
Sezione II. Questioni aperte.
1. I criteri di imputazione della responsabilità nelle fattispecie aberranti e loro
compatibilità con l’art. 27 della Costituzione.
1.1. Imputazione a titolo di dolo dell’offesa a persona diversa ex art. 82, comma 1, c.p.
1.2. Titolo di responsabilità per l’offesa in danno di persona diversa nell’aberratio ictus
plurilesiva.
1.3. Presupposti dell’imputazione dell’evento diverso nell’aberratio delicti e nell’art. 586
c.p..
1.4. La soluzione delle Sezioni Unite. In particolare, sulla responsabilità dello spacciatore
per la morte del tossicodipendente.
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2. Applicabilità dell’art. 116 c.p. nel caso in cui sia il reato voluto che quello diverso siano
concretamente realizzati.
2.1. Rapporti tra l’art. 116 c.p. e l’art. 81 cpv c.p.
3. Il problema della riconducibilità alla figura dell’aberratio causae delle ipotesi in cui
l’evento voluto si realizzi attraverso un comportamento dell’agente successivo a quello
che lo stesso soggetto riteneva erroneamente essere già stato sufficiente a produrlo:
responsabilità a titolo di dolo o di colpa?
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PARTE QUARTA- LE FORME DI MANIFESTAZIONE DEL REATO
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CAPITOLO I - IL DELITTO TENTATO
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Sezione I. La ricostruzione.
1. La nozione di delitto tentato.
2. La funzione incriminatrice dell’art. 56 c.p.
3. L’elemento soggettivo del delitto tentato.
4. L’elemento oggettivo del delitto tentato: l’idoneità degli atti.
5. L’univocità degli atti.
6. Il tentativo nei singoli delitti.
7. Tentativo e circostanze.
8. Desistenza volontaria e recesso attivo.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Idoneità e univocità degli atti.
1.1. La questione.
1.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
2. Il dolo alternativo nel tentativo.
2.1. La questione.
2.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
3. La desistenza volontaria in caso di tentativo compiuto.
3.1. La questione.
3.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
4. Il concetto di volontarietà nella desistenza.
4.1. La questione.
4.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
5. La desistenza volontaria nel concorso di persone nel reato.
5.1. La questione.
5.2. La desistenza volontaria e il recesso attivo nel concorso di persone nel reato.
5.3. L’orientamento della recente giurisprudenza.
6. Delitto circostanziato tentato.
6.1. La questione.
6.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
7. Il tentativo di rapina impropria.
7.1. La questione.
7.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
8. Furto all’interno di supermercati: al bivio tra consumazione e tentativo.
8.1. La questione.
8.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
9. I rapporti tra l’art. 56 c.p. e l’art. 649 c.p.;
10. Tentativo e indulto: l’orientamento della recente giurisprudenza.
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CAPITOLO II - LE CIRCOSTANZE ATTENUANTI GENERICHE
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Nozione e funzioni delle circostanze attenuanti generiche.
2. La natura giuridica dell’istituto.
3. I criteri di rilevazione delle circostanze attenuanti generiche.
4. Le innovazioni apportate dal legislatore nel 2005 e nel 2008.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Attenuanti generiche e obbligo di motivazione: la questione.
1.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
2. I rapporti tra le generiche e le altre circostanze attenuanti: la questione.
2.1. L’orientamento della recente giurisprudenza.
3. Attenuanti generiche, gravità del reato, precedenti penali dell’imputato e giudizio di
bilanciamento: l’orientamento della recente giurisprudenza.
4. L’applicabilità del “ nuovo” terzo comma dell’art. 62- bis c.p. ai fatti commessi prima
della sua entrata in vigore: l’orientamento della recente giurisprudenza.
5. Attenuanti generiche e comportamento processuale del reo: l’orientamento della
recente giurisprudenza.
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CAPITOLO III - IL GIUDIZIO DI BILANCIAMENTO
TRA LE CIRCOSTANZE
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Funzione dell’art. 69 c.p.
2. Struttura della norma.
3. Ambito operativo della disposizione.
4. Il giudizio di bilanciamento: caratteristiche fondamentali e parametri di riferimento.
5. Gli effetti del giudizio di bilanciamento su istituti diversi dalla pena.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Giudizio di bilanciamento e recidiva: l’orientamento della recente giurisprudenza.
2. L’incidenza del giudizio di bilanciamento sul regime di procedibilità del reato:
l’orientamento della recente giurisprudenza;
3. Giudizio di bilanciamento e obbligo di motivazione: l’orientamento della recente
giurisprudenza;
4. Giudizio di bilanciamento e circostanze inerenti l’imputabilità: l’orientamento della
recente giurisprudenza;
5. Deroghe al giudizio di bilanciamento: l’orientamento della recente giurisprudenza.
6 L’inapplicabilità del “ nuovo” quarto comma dell’art. 69 c.p. ai fatti commessi prima
della sua entrata in vigore: l’orientamento della recente giurisprudenza.
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CAPITOLO IV - IL CONCORSO DI PERSONE NEL REATO
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Aspetti generali dell’istituto del concorso di persone nel reato.
2. Gli elementi strutturali del concorso di persone.
2.1.. La pluralità di soggetti attivi.
2.2. La realizzazione della fattispecie oggettiva.
2.3. L’apporto di ogni partecipe alla realizzazione del fatto.
2.4. L’elemento soggettivo.
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XVII
3. La responsabilità del concorrente per il fatto diverso da quello voluto.
4. Il concorso nel reato proprio.
5. La natura, incriminatrice o di mera disciplina, dell’art. 113 c.p..
5.1. Il contenuto dell’atto di partecipazione colposa.
5.2. Gli elementi differenziali tra la cooperazione colposa ed il concorso di cause
indipendenti.
5.3. L’elemento soggettivo nella partecipazione colposa.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Le forme di manifestazione del concorso morale. Cass., sez. I, 11 marzo 2011, n. 9883.
2. Configurabilità del concorso anomalo ex art. 116 c.p. Cass., sez. I, 11 marzo 2011, n.
9883.
3. La natura necessariamente concorsuale del delitto di violenza sessuale. Cass., sez. III, 13
aprile 2011, n. 14956.
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CAPITOLO V - IL CONCORSO ESTERNO NEI REATI ASSOCIATIVI
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Sezione I. La ricostruzione.
1. La nozione di concorso esterno nei reati associativi.
2. Il concorso esterno nella giurisprudenza delle Sezioni Unite della Cassazione.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Concorso esterno in associazione a delinquere semplice.
1.1. La questione.
1.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
2. Il concorso esterno mediante un unico contributo e la distinzione tra contiguità
compiacente e contiguità soggiacente.
2.1. Le questioni.
2.2. L’orientamento della recente giurisprudenza.
3. Al confine tra concorso esterno e favoreggiamento personale.
3.1. La questione.
3.2. L’orientamento della recente giurisprudenza;
4. L’applicabilità al concorrente esterno delle aggravanti previste nell’art. 416- bis c.p.:
l’orientamento della recente giurisprudenza.
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CAPITOLO VI - IL CONCORSO APPARENTE DI NORME
ED IL CONCORSO DI REATI
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Sezione I. Inquadramento.
1. Il concorso apparente di norme.
2. Il principio di specialità.
3. Il principio di sussidiarietà ed il principio di assorbimento.
4. La specialità reciproca.
5. L’antefatto non punibile, il posfatto non punibile e la progressione criminosa.
6. Il reato complesso.
7. Il concorso di reati.
8. L’unità e la pluralità di azione.
9. Il concorso materiale.
10. Il concorso formale.
Sezione II. Questioni aperte.
1. Il principio di specialità nella giurisprudenza.
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1.1 Il rapporto di specialità tra illecito penale e illecito amministrativo. Cass., sez. Un., 21
gennaio 2011, n. 1963.
2. Il delitto di cui all’art. 316 ter c.p. quale reato complesso ed il suo rapporto con il delitto
di truffa aggravata. Cass., Sez. Un., 25 febbraio 2011, n. 7537.
3. La natura del delitto di maltrattamenti in famiglia. Cass., sez. VI, 19 maggio 2011, n.
19700.
4. Natura giuridica del reato ex art. 660 c.p.
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CAPITOLO VII - IL REATO CONTINUATO
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Sezione I. La ricostruzione.
1. Premessa.
2. La struttura del reato continuato: il medesimo disegno criminoso.
3. Il trattamento sanzionatorio.
Sezione II. Questioni aperte.
1. La natura giuridica del reato continuato: reato unico o pluralità di reati?
2. La questione della natura giuridica del reato continuato sottoposta al vaglio delle
Sezioni Unite.
3. Il contrasto emerso in giurisprudenza.
4. La soluzione delle Sezioni Unite.
5. Il problema della revoca dell’indulto nel caso di continuazione di reati.
6. Reato continuato e custodia cautelare.
7. Lo stato di tossicodipendenza.
8. Il quarto comma dell’art. 81 c.p.
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