Il mio migliore incubo!

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Il mio migliore incubo!
Recensioni cinema e film | Persinsala.it
Andrea Ussia
30 marzo 2012
Commedia di genere, nella quale la lotta di classe si fa evidente,
Il mio migliore incubo! non convince del tutto, lasciandosi una
scia di velata insoddisfazione.
la
Agathe dirige una prestigiosa fondazione parigina di arte contemporanea,
vive nel centro della capitale francese con il compagno editore e il figlio
adolescente. Patrick è il padre alcolizzato del migliore amico del figlio. Si
adatta come muratore, è scurrile e ha una passione per le taglie forti. Le
loro vite si incroceranno con conseguenti ondate di cambiamento.
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Diretto da Anne Fontaine – regista di Coco Avant Chanel – Il mio
migliore incubo! si traveste da commedia sofisticata e borghese,
mettendo sul piedistallo due personaggi completamente diversi, sia dal
punto di vista sociale che da quello comportamentale. Snob, acculturata,
sottilmente ironica, ma nella maggior parte dei casi insopportabile, Agathe
è la perfetta antitesi di Patrick, tuttofare che tira a campare, ingaggiato
per costruire la cabina armadio nell’appartamento di Agathe dal
compagno François, editore meno attento alle etichette e all’estrazione
sociale. Ma le vite dei due protagonisti non si intrecciano solamente a
causa di un lavoretto casalingo, in quanto i loro figli sono amici e
condividono la stanza nell’alloggio del centro parigino. Dopotutto Patrick è
nullatenente e senza fissa dimora e punta a migliorare la vita del figlio in
modo sostanziale; quindi tutto quello che gli si prospetta davanti diventa
una possibile fonte di guadagno.
Fontaine mostra uno scontro sociale forte, ma a tratti poco verosimile.
Immersi in un meccanismo surreale, Agathe e Patrick cominciano a
conoscersi, ad apprezzarsi nonostante tutto e a scavare nel passato
dell’altro, giudicandolo moralmente. Sicuramente degna di nota è
l’interpretazione di Poelvoorde, caratterista belga, che abbiamo imparato a
conoscere nella presente offerta cinematografica (Niente da dichiarare?
ed Emotivi Anonimi), contraddistinto da una scurrilità unica, spesso
dettata dall’esagerazione ma funzionale al suo personaggio di “coatto”
francese, e da una faccia tosta che nasconde un animo gentile.
Diversamente Isabelle Huppert è sì immersa in modo convincente nella
dimensione snob costruita ad hoc dalla regista Fontaine (sempre costretta
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nel suo aderente tailleur da borghese altolocata), ma si denota come un
personaggio a tratti troppo insopportabile, investito di un’ironia irriverente,
che provoca scherno più che la risata immediata. Naturalmente in modo
abbastanza scontato i due personaggi cominceranno ad avvicinare e
incrociare le proprie vedute, facendo un passo avanti e due passi indietro.
L’edificante finale, che non rimanda a uno stucchevole innamoramento,
ma a una romantica intesa di comodo, è l’elemento che si aspetta e che
puntualmente si palesa sullo schermo.
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Nonostante una scorrevolezza narrativa, che evidenzia ben poche
forzature, e uno stile convenzionale, Il mio migliore incubo! si fa
apprezzare per qualche battuta azzeccata, ma nulla più. Difatti si assiste a
un meccanismo ad incastro superficiale, che si limita a raccontare una
vicenda, che evidenzia temi come il problema di classe, i difficili rapporti
padre-figlio, la crisi di mezza età e l’alcolismo imperante, senza però
sceglierne uno e approfondirlo. Trasformandosi ben presto in una
commedia romantica senza un dichiarato obiettivo, Il mio migliore
incubo! si trascina un alone di insoddisfazione generale, che lascia
decisamente interdetti.
Titolo originale : Mon pire cauchemar
Regista : Anne Fontaine
Sceneggiatura : Rémi Ballot, Anne Fontaine, Nicolas Mercier
Attori principali : Isabelle Huppert, Benoit Poelvoorde, André Dussollier, Virginie Efira, Corentin Devroey,
Eric Berger
Fotografia : Jean-Marc Fabre
Montaggio : Luc Barnier, Nelly Ollivaut
Musiche : Bruno Coulais
Prodotto da Pathé, M6 Films
Distribuzione : Bim Distribuzione
Genere : Commedia
Durata : 99′
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