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09 maggio 2001 delle ore 06:02
Gli artisti del PADIGLIONE SLOVENIA: Vuk
Cosic
Questo artista, un cosmopolita con radici balcaniche, è molto noto per la sua opera coraggiosa e
innovativa di pioniere della net.art...
VUK IN GENERAL
Sandra Fauconnier
VUK COSIC - No Land's Man, o l’uomo di
nessuna terra.
arteleportacia.org
Questo artista, un cosmopolita con radici
balcaniche, è molto noto per la sua opera
coraggiosa e innovativa di pioniere della net.
art. L’opus di Cosic è in continua evoluzione,
ed è caratterizzato da un interessante miscuglio
di temi filosofici, politici e concettuali tra loro
interrelati, cui fa da contraltare una sensibilità
innovativa nei confronti della moderna estetica
urbana e underground.
L’anno scorso sbalordì il mondo dell’arte
rubando il sito di Documenta X, la prossima
volta (con ogni probabilità, data l’interessantissima
evoluzione della sua carriera artistica) lo
ritroveremo come insider della manifestazione.
L’acquisto, oggi, di una delle sue opere si
rivelerà entro pochi anni un ottimo
investimento.
L’opera intitolata Metablink (www.vuk.org/
metablink/metablon.htm) è – ingiustamente –
una delle meno note nella produzione
dell’artista. Dico “ingiustamente” perché
Metablink non rappresenta solo una pietra
miliare del periodo di Cosic detto “abstract
receptionist”, ma anche per l’intero gruppo
della net.art: Metablink, infatti, ha influenzato
opere successive di (tra gli altri) jodi,
Valőry Grancher e Jeff Koons. L’opera
possiede eccellenti qualità estetiche, espresse
per mezzo di una scelta cromatica ben
equilibrata e stimolante e attraverso una
modifica sperimentale molto efficace del
linguaggio html – insieme, queste qualità sono
una fonte di grande piacere visivo e di
interazione. In breve: un gioiello per la vostra
collezione digitale (privata o della vostra
azienda). (Sandra Fauconnier)
Quest’opera è attualmente in vendita per 2000 $
Collegatevi alla sede di ART.TELEPORTACIA
per dettagli e contratti
Chi scrive la storia di Internet
Cahiers du Cinema
http://www.cahiersducinema.com/rubriques/netart/
archives_net-art/netart1_ang.html
Se cerchiamo storie nuove che illustrino le
pratiche artistiche basate su Internet, troviamo
un ottimo esempio di questo processo di
naturalizzazione sulle pagine di Artforum, che
un tempo era il massimo dell’avanguardia
critica (www.artforum.com). Rachel Greene –
un esempio perfetto della figura ibrida di
professionista della net.art (ex direttrice del sito
di Rhizome.org, docente universitaria e critico
d’arte) – ha composto un’analisi critica
dell’ultimo decennio di net.art. L’articolo di
Greene, intitolato "Web Work: A History of
Internet Art" [opera del Web: una storia della
Internet Art], vorrebbe essere un semplice
resoconto ma si rivela una dichiarazione
decisamente partigiana. Parlando dell’unico
termine usato per definire tutte le attività che si
basano su Internet, cioè net.art, Greene non solo
riporta un aneddoto sulla nascita casuale di
questo termine, ma carica questa invenzione
con pesanti strati di ideologia. Attribuendo
l’invenzione di questo termine all’artista
sloveno Vuk Cosic – già noto per aver esteso il
linguaggio ASCII (American Standard Code
for Information Interchange) ad animazioni in
Java script sui più svariati argomenti, da una
storia dell’arte per i non vedenti (http://www.
ljudmila.org/~vuk/ascii/blind/) a un remake del
film porno Gola profonda (http://www1.zkm.
de/~wvdc/ascii/java/) – contribuisce a perpetuare
il mito online secondo cui il termine è stato il
risultato casuale di un messaggio e-mail
storpiato, adottato successivamente da Cosic e
diffuso in tutta la comunità artistica di Internet.
A parte il fatto che si potrebbe discutere sulla
veridicità di questa versione, sarebbe molto più
interessante analizzare il pesante bagaglio che
questo termine porta con sé.
VUK INTERVIEW
Vuk Cosic sulla net.art:
Partecipo alle conferenze. La net.art è questo,
in realtà. È una pratica artistica che ha molto a
che fare con la rete. Si partecipa alla conferenza,
un centinaio di persone di vari paesi che si
incontrano. È una rete. Arte non significa solo
la realizzazione di un prodotto che
successivamente può essere venduto sul
mercato dell’arte e ammirato dal critico e dal
mediatore. Significa anche performance.
Divertirsi è un po’ come i momenti di creatività,
quando si produce qualcosa. Quando si instaura
un buon dialogo, quando ti senti stimolato a
intervenire con un’argomentazione nuova, con
nuove idee… secondo me questa è creatività, e
quindi arte. Quando parliamo di incontri come
questo, come è stato questo incontro di
nettime… è questo che intendo per net.art.
Anche l’intera forma di questa conferenza è
definibile un’opera di net.art, come una
scultura. Se volete, una scultura di net.art.
all'indirizzo http://www.ljudmila.org/~vuk/dx/
trovate l'intero sito di Documenta. Potete
leggere un articolo su questo argomento a:
http://www.rewired.com
http://www.ljudmila.org/7-11/
Il sito ha recentemente attivato una mailing-list,
frutto della collaborazione tra Vuk Cosic, sep97
(l’artista precedentemente noto come heath
bunting), jodi e Alexei Shulgin.
· *To: "(unbekannt)"
· Subject: Interview w/ Vuk Cosic
· From: Tilman Baumgaertel
· Date: Mon, 30 Jun 1997 08:45:46 -0400
· Content-Disposition: inline
Ciao!
Accludo una mia intervista a Vuk Cosic raccolta
a Lubiana in occasione dell’incontro “Beauty
and the East”. Spero vi piaccia.
?: Ho letto da qualche parte che la prima Bibbia
in sloveno fu pubblicata a Wittenberg, in
Germania. Mi domandavo se secondo te
Internet ci mette in una situazione simile, se hai
l’impressione che, essendo stata inventata
altrove, la rete sia vista con sospetto da molti
abitanti dell’Europa occidentale…
Vuk Cosic: No, in realtà la Slovenia è molto ben
collegata. Case e uffici sono dotati di un alto
numero di computer, e il numero di hosts pro
capite è più alto che in molti altri paesi europei,
per esempio Italia o Spagna. A Ljudmila
abbiamo una connessione da 256k, che è quanto
di meglio puoi avere in Slovenia. La situazione,
dunque, non è tanto male. Abbiamo real audio
e real video live-stream, e una larghezza di
banda più che sufficiente.
?: Raccontami del tuo ingresso "in rete"…
Cosic: Il mio primo incontro con il
WorldWideWeb avvenne nella seconda metà
del 1994. Pensai: "Wow, che cosa sexy." Sai, il
momento in cui vedi delle parole sullo schermo
del computer, parole scritte da qualcun altro da
qualche altra parte, è come un’esperienza
religiosa, molto emotiva in un certo senso. Ho
ancora il ricordo fotografico di ciò che vidi
collegandomi la prima volta, i vari siti che
visitai. Insomma, mi dissi: “Che figata” e decisi
di cambiare mestiere.
pagina 1
Exibart.com
Prima lavoravo come art manager. Seguivo
progetti di art-exchange tra paesi in guerra tra
loro, per esempio Slovenia e Serbia. Il 4 aprile
1995 fu l’ultimo giorno del mio lavoro come
art manager. Avevo appena portato a termine un
bel progetto, e quel giorno mi dissi: “Ok, da
adesso in poi mi occuperò di Internet, in un
modo o nell’altro.” Non sapevo se sarei finito
a vendere modem, o a insegnare informatica
nelle scuole elementari. Non avevo un obiettivo
preciso, piuttosto la sensazione istintiva che
quella fosse la direzione da prendere, quello che
faceva per me. Poi mi invitarono al primo
incontro di nettime a Venezia e… beh, il resto
è storia.
?: Avevi già lavorato come artista?
Cosic: Prima avevo fatto dei collage e qualche
altra cosa in ambito artistico. In realtà, avevo
solo scoperto una nuova piattaforma per la mia
creatività.
?: Ho notato che alcuni pezzi sulla tua
homepage hanno un che di molto letterario. Hai
una formazione come scrittore?
Cosic: Ho cominciato scrivendo, ma poi ho
sviluppato un atteggiamento molto strano nei
confronti della piattaforma che avrei voluto
usare. Prima mi viene un’idea, poi decido quale
medium è adatto alla particolare circostanza.
Ho fatto land art, mostre… per la verità ho tre
biografie diverse. Sono stato molto attivo in
politica, insieme con alcuni amici sono stato
candidato al Nobel per la Pace, in quanto leader
delle manifestazioni studentesche di Belgrado.
Originariamente, la mia formazione è quella di
archeologo. Non ho mai veramente abbandonato
la mia tesi di Dottorato, ma non ho proseguito
la carriera di archeologo. So già che la prossima
domanda sarà: “Come mai un archeologo
lavora su Internet?” Per me è lo stesso
apparecchio, che è stato girato sul suo treppiede
e osserva in un’altra direzione…
?: Quindi sei un archeologo del futuro?
Cosic: Già, sono su quel treppiede.
?: Tornando alla tua carriera di aspirante net
artista, raccontami i tuoi esordi in questa forma
d’arte – sempre che la si voglia definire una
forma d’arte.
Cosic: Per una qualche ragione, non osai
cimentarmi con il HTML per un bel po’ di
tempo. Non volevo sporcarmi le mani. Poi
scoprii che era una vera cazzata e, una volta
cominciato, niente poté più fermarmi. Il mio
primo sito definibile come net.art risale al
maggio 1996, e lo realizzai per una conferenza
di Trieste intitolata "Net.art per se".
?: Una delle pagine che hai progettato si
chiamava “filmati ritrovati” ed era volutamente
simile alla homepage della CNN, a parte il fatto
che vi campeggiava il titolo “La net.art è
possibile" e che tutti gli hotlink nascosti
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conducevano ad altri siti artistici.
Cosic: Quella pagina fu una bella sorpresa per
un mucchio di gente. Io, a mia volta, rimasi
molto sorpreso nello scoprire che a quella
conferenza c’era tanta gente che apprezzava il
mio lavoro. È qui il bello di tutto ciò che si
sviluppò a partire da quella conferenza: è come
se io e Heath Bunting e Alexej Shulgin e Olia
Lialina e Jodi lavorassimo in studi confinanti,
potendo vedere in ogni momento cosa stanno
facendo gli altri.
?: Cosa intendi con “studi confinanti”?
Cosic: Sai, come Picasso e Braque a Parigi nel
1907…
?: Ma loro erano fisicamente insieme…
Cosic: Un net.artista produce net.art, la quale è
chiaramente (viste le caratteristiche di Internet)
accessibile a tutti. E io riesco a vedere ciò che
gli altri fanno nel momento in cui lo stanno
facendo. Di solito funziona così: Jodi fanno
qualcosa di nuovo – quelli sono dei pazzi, dei
maniaci, creano qualcosa di nuovo un giorno sì
e uno no – e mi spediscono l’URL chiedendomi
cosa ne penso. Si sviluppano collaborazioni su
tutta la rete, progetti di gruppo. Rubiamo molto
gli uni dagli altri, nel senso che ci prendiamo
parte dei codici – ammiriamo molto i trucchi
reciproci.
Jodi esplora la tecnologia in maniera molto
interessante, ma Heath ha una straordinaria
coscienza sociale e un egotismo glorioso. Poi
c’è Alexej, col suo temperamento russo –
qualcuno lo chiama il Cyber-Majakovskij… Ho
la sensazione di conoscere le persone più
interessanti del mio tempo, mentre sono ancora
nel pieno delle loro potenzialità. Il sistema di
comunicazione di cui ci serviamo oggi mi
ricorda il modo in cui comunicavano i futuristi
o, dopo di loro, i dadaisti. C’erano due tizi a
Berlino, quattro a Parigi e due in Russia, ma si
conoscevano tutti e avevano tutti venticinque
anni. Come comunicavano? Grazie alla forza
delle loro convinzioni e ai canali di
comunicazione, perché qualcuno viaggiava.
Oggi è lo stesso: abbiamo alcuni punti di forza,
alcune qualità – anche se dovrebbero essere gli
altri a dirlo – e soprattutto disponiamo di una
buon sistema di comunicazione.
?: Cioè Internet?
Cosic: Oggi è Internet. Prima c’era Picabia che
aveva i soldi per comprarsi una macchina di
lusso e viaggiare e stampare un numero della
sua rivista in ogni città dove si fermava.
?: Osservando il tuo lavoro, ma anche quello di
Shulgin o Jodi, un aspetto della net.art che
colpisce immediatamente è la sua autoreferenzialità.
Cosic: L’analogia più tipica è quella con la
video arte, la quale era a sua volta molto
autoreferenziale ai suoi esordi, negli anni
sessanta. Non parlo della video arte di oggi, che
ha imboccato una strana direzione. Ma se pensi
alle opere di gente come Weibel, erano molto
incentrate sul monitor, sui 100 Hertz, su tutti i
tipi di rumore possibili, insomma sulle
possibilità che improvvisamente il video
metteva a disposizione degli artisti.
Ancora una volta, non è il caso di generalizzare
troppo. Nessuno di noi ha fatto net.art con
riferimenti concreti alle avanguardie storiche.
Tra noi non c’è nessun patito del Dadaismo,
anche se io sono un collezionista maniacale di
libri di quel periodo. Non esiste nessun sito web
dadaista, e secondo me crearlo sarebbe un
errore da ogni punto di vista. Che lo facciano
le persone che non hanno niente da dire. È per
questo che realizzo la CNN, che pure è
autoreferenziale in un certo senso. Ci piace
pensare alla rete, a come è fatta, perché
vogliamo capirla. E il nostro processo di
comprensione si trasforma immediatamente in
una forma espressiva.
?: Tra net.art e video arte esiste un’analogia
molto interessante: la prima reazione degli
artisti, quando scoprirono la televisione o il
video, fu quella di smontare questi media e
cercare di distruggerli, e ora sulla rete sembra
accadere la stessa cosa.
Cosic: Proprio così! Molti miei documenti in
HTML mandavano in tilt i vostri browser e,
quando mi accorsi che nel mio modo di
programmare doveva esserci un errore, mi
chiesi se era un elemento negativo o un
vantaggio. Presto mi trovai a cercare di scoprire
come raggiungere quel risultato. Non mi
bastava evitare l’errore, volevo capire cosa lo
produceva, usando frame o GIF che
danneggiavano i vecchi browser o, più tardi,
con Java Script, che fa cose bellissime al tuo
computer in generale.
?: Perché il primo riflesso degli artisti è quello
di decostruire il nuovo medium?
Cosic: In ciò che facciamo non ci sono leggi.
Come qualsiasi altra forma d’arte, è totalmente
individuale. Secondo me ogni nuovo medium
è la materializzazione dei sogni delle
generazioni precedenti. Sembra una teoria del
complotto, ma in verità se osserviamo molti
strumenti concettuali messi a punto da Marcel
Duchamp o Joseph Beuys o dai primi concept
artists, ci accorgiamo che sono diventati
normale routine. Ad ogni e-mail che spediamo,
oppure ogni volta che apriamo Netscape e
clicchiamo un URL a caso su Yahoo!…
Ottant’anni fa queste azioni, che oggi
compiamo quotidianamente trovandole assolutamente
normali, sarebbero state un gesto artistico
avanzatissimo, comprensibile solo a Duchamp
e a un paio di suoi amici. L’idea stessa della
casualità in qualunque area, figura o forma,
sarebbe apparsa stranissima a quei tempi, così
come l’idea di un gesto dotato di significato
artistico in più luoghi contemporaneamente!
Ricordi i progetti dove due artisti, uno a Tokyo
Exibart.com
e uno a New York, decidevano per telefono di
compiere lo stesso gesto simultaneamente (per
esempio di guardare il sole)? Con Internet lo
facciamo continuamente, con le web-cam!
Questo annullamento della distanza mi sembra
offrire molti spunti interessanti, e forse è di per
sé una piccola dimostrazione della strana tesi
secondo cui Internet non è che la
materializzazione dei sogni delle generazioni
precedenti. A settembre terrò una conferenza in
Finlandia, e sosterrò che l’arte del passato non
è che un sostituto di Internet. Naturalmente è
una battuta. Conosco pochissime persone che
stimano quanto me il lavoro degli artisti del
passato.
?: Siamo in una fase di grandi riflessioni sulla
net.art. Si dice che è molto diversa dagli altri
movimenti artistici dove l’artista-genio metteva
della vernice sulla tela e lasciava a noi, al
pubblico, di capire cosa intendeva dire…
Cosic: Già, in un certo senso siamo i figli ideali
di Duchamp. Tu, io e tutti gli altri partecipanti
a questa conferenza abbiamo letto molto. Non
facciamo i modesti, perché ce ne vantiamo:
leggiamo molto, lavoriamo molto e, allo stesso
tempo, siamo creativi, perché il medium
Internet ci mette in condizione di esserlo.
?: Sul tuo sito c’è una parte in cui incoraggi le
persone ad aggiungere delle note a vari testi
accademici. Questo è un altro aspetto della net.
art che mi colpisce: il suo avere molto a che fare
con la teoria.
Cosic: Già, è questo l’effetto di nettime su
persone che altrimenti sarebbero normali.
Purtroppo non ho avuto abbastanza energie per
portare a termine questo progetto. Al momento
è solo un invito a collaborare che è rimasto
senza eco. C’è stata qualche reazione d parte di
Heiko Idensen, Heath Bunting e Pit Schultz, ma
non è bastato. Però conservo ancora i loro
messaggi nella mia mail-box…
?: Il fatto che questo progetto giunga a
conclusione è importante oppure no?
Cosic: No, esiste questo stato di incompletezza
finale, come Duchamp disse una volta a
proposito del Grande Vetro. Posso aprire quei
documenti quando mi pare (li chiamo
documenti, non opere d’arte) e farci ciò che
voglio. È fantastico. Non voglio che finisca, a
parte il fatto che quel progetto non mi interessa
più molto.
?: La tua homepage è una raccolta completa di
tutti i progetti che hai realizzato per la rete?
Cosic: No, la mia homepage non è un catalogo
delle mie opere, infatti ci sono molte cose che
ho realizzato in giro e non ho mai aggiunto al
sito. Molti net.artist fanno di tutto per avere il
loro link su siti importanti come "ars electronica
" o "Telepolis", così da essere visitati da molte
persone ed essere riconosciuti.
Ma, a mio modo di vedere, anche questo
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protocollo è soggetto a riflessione artistica.
Ecco perché sul mio sito mancano molti lavori.
A volte fornisco URL falsi. Un tempo mi
stampavo finti biglietti da visita, e oggi faccio
lo stesso con la rete, anche solo per il
divertimento che può derivare dalla diffusione
di informazioni non corrette.
?: Uno dei pezzi più concettuali del tuo sito si
chiama “Una giornata nella vita di un Internet
artist", dove registri ciò che fai ogni giorno.
Altri chiamerebbero questa “cosa” una
homepage, mentre nel tuo caso si tratta di
un’opera d’arte. Perché?
Cosic: Quella è stata la prima volta in cui ho
notato quanti milioni di modi ci sono per
classificare il lavoro su Internet, e questo perché
su Internet vige una meravigliosa imprecisione
circa la piattaforma da utilizzare: può essere
testo, video, grafica, audio… quello che vuoi.
Hai senza dubbio messo il dito su un problema,
e per risolverlo bisogna tornare ai concetti
fondamentali. L’arte ha sempre a che fare con
la soggettività, anche se cerchi di agire
diversamente. E persino i peggiori esperimenti
formalisti nell’era eroica della video arte
riflettono il carattere individuale dell’autore. Io
cerco di giocare/lavorare con questo.
abbiamo paragonato a Tito, ma lo abbiamo fatto
senza fanatismo.
?: Oggi alla conferenza hai proposto un progetto
intitolato "Ljudmila West". Ce ne parleresti un
po’?
Cosic: Ljudmila West è una fondazione nata allo
scopo di aiutare gli artisti dell’Europa
occidentale a comunicare e conoscere le nuove
tecnologie multimediali, oltre che per
contribuire all’integrazione europea, dato che
esiste un’evidentissima carenza di informazioni
in questo campo. Non possiamo starcene seduti
a braccia conserte, dovremmo fare qualcosa. È
sicuramente l’ultimo momento in cui gli
europei possono recuperare il ritardo
accumulato, altrimenti rimarranno all’interno
dei rispettivi sistemi chiusi o nelle rispettive
società chiuse, per citare Popper e Soros.
?: È una parodia della retorica impiegata in
manifestazioni come il festival V2 di
Rotterdam – “gli europei dell’ovest che aiutano
i poveri europei dell’est a uscire dai loro casini”,
solo rovesciata?
Cosic: Ho partecipato a moltissime manifestazioni
?: Quindi affronti il genere artistico storico
dell’autoritratto?
Exibart.pdf
Cosic: Più o meno. In questo sito ho cercato di
vivisezionare la mia comunicazione quotidiana
con l’ambiente Internet. Una parte del sito si
occupa dei miei progetti artistici, una parte della
mia scrittura, una è intitolata “arte lavorativa”.
tiratura copie
? Perché, è arte avere un lavoro?
Cosic: Il termine “arte” mi confonde. Non
perché io intenda rifiutare l’epiteto di artista –
è carino, e piace alle ragazze. Piuttosto, mi
preoccupa la capacità di questo termine di
relegarti in un angolo specifico. Invece di
cancellare l’etichetta di “arte” da ciò che faccio,
preferisco chiamare “arte” tutto ciò che faccio.
?: Come ha detto Yves Klein: "Tutto è arte"...
Cosic: Sì, ma io cerco di farlo in modo molto
pratico, quotidiano, senza parlarne troppo.
Questo sito web non è accompagnato da un
saggio o da altri scritti teorici (qui con me ho,
effettivamente un saggio con lo stesso titolo,
ma non ha nulla a che fare con il sito, è solo un
altro dei miei tentativi di confondere il
pubblico).
?: Sul tuo sito c’è anche un pezzo di Nicholas
Negroponte. Di cosa si tratta?
Cosic: Quando Negroponte venne a Lubiana,
io e lui litigammo furiosamente, e il suo
discorso venne interrotto. Io e Luka Frelih
tappezzammo la città di scritte "Wired =
Pravda", spacciandole per l’opera di un’organizzazione segreta di cyber-terroristi. Sul sito lo
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pagina 3
Exibart.com
artistiche occidentali dove l’apprendimento
non avveniva nella direzione prevista. Erano
più spesso quelli di Belgrado e Mosca ad
insegnare a francesi, inglesi e tedeschi qualcosa
sulla vita. Naturalmente il progetto virtuale di
Ljudmila West è solo un innocuo scherzetto, ma
ha in sé un elemento serissimo, e nasce da una
frustrazione molto profonda. Personalmente
non mi sento facilmente frustrato, ma tra gli
europei dell’est ho notato che la frustrazione è
in crescita, così reagisco offrendo un progetto
artistico – in questo caso la storia di Ljudmila
West. Tra l’altro, sembra il nome di un’attrice
cinematografica.
Intervista: Tilman Baumgärtel
--# distributed via nettime-l : no commercial use
without permission
# is a closed moderated mailinglist for net
criticism,
# collaborative text filtering and cultural
politics of the nets
# more info: [email protected] and "info
nettime" in the msg body
# URL: http://www.desk.nl/~nettime/ contact:
[email protected]
Chi ha tracciato la linea?
Da: Vuk Cosic
Data: venerdì 17 maggio 1996 19:38:50 CET
Chi ha tracciato la linea?
Vuk Cosic, [email protected], Ljubljana Digital
Media Lab, Slovenia, http://lois.kud-fp.si/naps
Alexei Shulgin, [email protected], moscow
wwwart centre, Russia, http://sunsite.cs.msu.
su/wwwart
Vuk Cosic:
Dimmi, come vedi la comparsa di Internet
nell’arte? È possibile un’arte specifica per la
rete?
Alexei Shulgin:
Sì, è la parola giusta, "specifica".
Chiunque si rende conto che la net.art deve
essere qualcosa di specifico, di diverso dalle
forme artistiche più conosciute. Se parliamo di
arte intesa come la macchina burocratica della
società occidentale allora dobbiamo ammettere
che non ha ancora mostrato completamente il
suo brutto muso in rete (e neanche a Mosca, per
questo sono qui). Ma sta certamente per farlo,
e spero che allora troverò un’ulteriore
frontiera… se parliamo di attività definibili
come “artistiche” ma che non rientrano nelle
forme d’arte tradizionali, monopolizzate dalla
sopra citata belva, allora sono abbastanza
convinto. Credo sia molto importante allargare
i confini mentali delle persone, infrangere
l’atteggiamento conservatore e tradizionalista
nei confronti della cosiddetta arte e di ciò che
la gente si aspetta di trovare in gallerie/musei/
riviste d’arte. Falliremo senza dubbio – la
macchina artistica è molto potente, ha alle
spalle enormi quantità di denaro e protettori
potenti, ma concorderai che è molto seducente
anche solo tentare di mettere in piedi qualcosa
di diverso... perché l’alternativa è quella di
essere un burattino obbediente nelle mani di
pagina 4
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avidi curatori e di altri mediatori. È una sfida,
e per me è fonte di grande ispirazione anche se
sono preparato alla sconfitta. Al “wwwart
centre” di Mosca abbiamo istituito un premio
speciale, la "wwwart medal", che consegniamo
“alle pagine web che non sono state create come
opere d’arte ma ci hanno dato una precisa
sensazione di arte” (http://sunsite.cs.msu.su/
wwwart/award/). Per citare ancora il nostro
manifesto: “Internet è uno spazio aperto entro
cui i confini che separano “arte” e “non arte”
sono meno precisi di quanto siano mai stati in
tutto il Ventesimo secolo.”
Per questo ci sono così pochi artisti nel nostro
spazio, perché qui esiste la possibilità di
travisamenti, di perdita dell’identità “artistica”.
Potrebbe essere un aspetto bene accetto. Qui
non ci sono istituzioni e infrastrutture artistiche
conosciute. Fino ad ora la Internet art non è
particolarmente ben pagata… le pari
opportunità offerte a tutte presentazioni sul
WWW non fanno che confondere ulteriormente
i confini e le linee di demarcazione. Le
gerarchie sono costruite in maniera diversa, ma
quale? Cos’è la “www art” – arte pubblica?
pubblicità? data noise? Ha niente a che fare con
gallerie e critici? La vogliamo?
Vuk Cosic:
Sei d’accordo sul fatto che con questo nuovo
medium è impossibile separare l’arte
dall’impegno sociale?
Alexei Shulgin:
Perché, tu credi nell’“arte pura”? Bene, anche
per me l’espressione artistica è sempre politica,
a prescindere dal medium utilizzato. Il punto è
mantenere il giusto equilibrio. Le opere troppo
“artistiche” sono di solito ridicole, quelle troppo
politiche, noiose. A molte persone Internet
sembra offrire nuove possibilità di comunicare
e capire – l’arte diventa più razionale, più
socialmente impegnata, più dichiarativa, ma
allo stesso tempo si sviluppa anche un’altra
tendenza: l’arte non ha coscienza di sé come
“arte”, è meno concepita e più intuitiva,
spontanea, ingenua.
Vuk Cosic:
La diffusione globale influenza l’opera d’arte?
In che modo questo si riflette nelle tue
esperienze moscovite?
Alexei Shulgin:
Non mi pare che la “diffusione globale” sia
ancora veramente globale. Naturalmente se sei
un cercatore accanito puoi trovare qualsiasi
cosa sulla rete (sempre che tu sappia cosa stai
cercando), ma non basta farsi una bella
homepage e iscriversi a Yahoo! e Lycos per
essere sicuri che folle di visitatori inonderanno
il tuo sito, colme di gratitudine.
La Internet art ha bisogno di sistemi di
distribuzione propri. Abbiamo bisogno di
curatori e critici, di tutte quelle figure che
tendono a trasformarsi in parassiti e supervisori
degli artisti. In alternativa, dovremo inventarci
qualcosa di nuovo. Per quel che mi riguarda,
non credo esista un medium capace di favorire
la comprensione tra le persone, quindi il mio
lavoro con Internet non è molto diverso da
quello che faccio in spazi più tradizionali.
Vuk Cosic:
Quali sono, secondo te, le opere più interessanti
di net.art realizzate da artisti dell’est europeo,
che vorresti consigliare al navigatore
occidentale?
Alexei Shulgin:
Proporrei di non usare i termini “est europeo”
e “arte”. Il primo è imperialista, il secondo è
totalitario. Inventiamo parole nuove! Con
l’aiuto di Internet, naturalmente. Parlami della
tua attività di “cyberspace and reality
connector”.
Vuk Cosic:
In molti casi mi sembra di lavorare sotto ipnosi –
ogni tanto mi sento come un predicatore
televisivo o qualcosa del genere. Di solito
l’atteggiamento degli artisti con i quali
collaboro cambia molto, e questo crea nuove
responsabilità per me e per l’artista. Il problema
della diffusione globale immediata è molto
sentito da chi realizza un web.project e non è
una persona molto stabile – si rende necessaria
una notevole dose di psicologia elementare.
Nella mia vita privata, fuori di ogni attivismo,
i mutamenti sono profondi. Ho incontrato
persone che considero le più intelligenti del
pianeta e ora mi trovo a sognare insieme a loro,
a livello globale e in tempo reale. Posso dirti
anche un’altra cosa: quei sogni non sono solo a
colori, ma anche ipertestuali, on-line e
interattivi, sono sogni in progress...
Alexei Shulgin:
Come vedi il futuro dell’Underground (inteso
in senso lato, includendo anche la cultura
dell’Europa orientale) in rete?
Vuk Cosic:
Ohoho! Le arti si muovono costantemente verso
i territori estremi dell’esplorazione umana,
come si vede nel rapporto tra arti e tecnologia –
dove va l’uomo, va anche l’artista. Si può dire
che oggi a questa linea di avanguardia si unisce
l’immenso potenziale creativo di coloro che
provengono dai media visivi text-based e che
stanno invadendo la rete. È difficile indicare
con precisione un nucleo consistente di opere
(o processi) di net.art che hanno avuto successo,
del resto è proprio per questo che l’immagine
caotica della rete lascia spazio all’ottimismo –
perché è uno specchio dell’umanità. Tutti sono
artisti, non importa se creano oppure
osservano… in questo senso navigare in rete è
una forma d’arte, come lo è realizzare il sito
ufficiale di McDonald’s. Ogni gesto ha in sé la
possibilità di simulazioni artistiche, così come
abbiamo l’intera popolazione della rete che ci
guarda ma nessuno che sappia dare una
definizione di arte. L’Underground, dunque, è
nella stessa posizione di qualsiasi altro strato
del panorama artistico – è inesistente. Oggi si
cerca l’umano che è dietro il lavoro, e il lavoro
(nel senso meravigliosamente ampio della rete)
Exibart.com
è saldamente radicato nella comunicazione,
piuttosto che nel fascino esercitato dall’affermazione
sociale.
VUK
http://synreal.netbase.org/l_cosic.htm
Vuk Cosic è uno dei membri della ASCII Art
Ensemble, insieme con Walter van der Cruijsen
e Luka Frelih. I tre si sono incontrati ad
Amsterdam per concretizzare un’idea che era
nell’aria già da qualche anno alle varie
conferenze e festival europei su Internet.
L’ambizioso obiettivo era quello di realizzare
un ASCII mobile e Internet-based. Quei progetti
ricordano materiali le cui immagini non si
basano sui singoli pixel (come succede
normalmente in format quali i filmati
Quicktime o le immagini in JPEG on-line), ma
i cui valori di grigio sono rappresentati da lettere
dell’alfabeto ASCII del computer. Nel
complesso la “ASCII art” è vista come qualcosa
di arretrato, appartenente al periodo in cui
monitor e computer erano poco potenti e troppo
lenti. Sulla base di questi cambiamenti di
format, Vuk Cosic ha sviluppato il suo
contributo al progetto SYNREAL.
Synworld | Nella tua opera di net.artist, il
concetto di “ASCII art” è stato esteso in molte
direzioni, a comprendere per esempio opere con
immagini in movimento basate su singoli frame
ASCII. Come si riflette questo sulla tua opera
per il livello SYNREAL?
Vuk Cosic | Il progetto è composto di un ASCII
tridimensionale in cirillico. A un livello del
lavoro inventiamo da zero nuovi metodi per
rappresentare oggetti tridimensionali in ASCII
o in modalità "ASCII", con l’intenzione di
imbrogliare il meno possibile. Fino ad ora il
nostro lavoro di texture mapping non è stato del
tutto soddisfacente, ma speriamo di fare rapidi
progressi. Per quel che riguarda il mio lavoro
precedente con i codici ASCII, l’opera cui sto
lavorando conterrà molti di quegli elementi –
tra cui, probabilmente, l’immagine ASCII in
movimento e l’audio ASCII.
Synworld | L’utilizzo di ASCII in ambiente 3D
sembra portare in una direzione diversa da
quella intrapresa dai game developers odierni.
Mentre la tendenza dominante è quella di creare
rendering perfetti di poligoni e strutture in
tempo reale, voi sembrate fare un passo
indietro, verso gli inizi della new media art. Ma
l’uso di caratteri di testo al posto delle immagini
ha anche altre implicazioni.
Vuk Cosic | Certo, oltre alle implicazioni
estetiche, il mio livello SYNREAL si inserisce
nella storia della scrittura e della rappresentazione
visiva. È importante considerare la storia della
poesia visiva e del lavoro tipografico, e io vorrei
implementare i font vector-based all’interno
delle possibilità di Unreal Level.
Synworld | Non hai paura che questi riferimenti
così sottili finiscano per perdersi in un ambiente
09 maggio 2001
come quello di Unreal?
Vuk Cosic | Pensando al panorama attuale,
cercherò di creare oggetti poetici, che siano
capaci di crescere o moltiplicarsi quando sono
attaccati.
VUK DOCUMENTA
Fine Arts Online
art & technology netnews
December 97 vol 11 no 12
http://www.msstate.edu/Fineart_Online/
Backissues/Vol_11/faf_v11_n12/
Editoriale: Paul Brown paul_brown@siggraph.
org
Nel 1997 il premio Art Forum per le arti, nella
sezione per l’happening artistico più notevole
dell’anno, è stato assegnato Vuk Cosic il quale,
come raccontiamo qui sotto, ha copiato e rubato
il sito web di Documenta X poche ore prima
della sua prevista chiusura. È bello sapere che
là fuori c’è qualcuno di sveglio. Congratulazioni!
Da: keiko suzuki via FringeWare
Oggetto:Hacker est-europeo si impossessa
del sito web di Documenta X Web Site
L’hacker sloveno Vuk Cosic, il quale si
autodefinisce un 'net.artist', è stato identificato
come il responsabile del furto d’arte
internazionale che sta provocando ondate di
shock tra i navigatori della rete e in tutti gli
ambienti artistici. Tutta questa confusione
deriva dal fatto che questo ragazzo ha creato
una copia completa del sito web di Documenta
X, un’importantissima manifestazione artistica
che si svolge ogni cinque anni a Kassel, in
Germania. Il suo gesto, annunciato solo poche
ore prima della chiusura del sito ufficiale di
Documenta X, non è stato finora denunciato
ufficialmente per violazione del copyright, ma
è lecito chiedersi cosa intenda “l’autore”
quando parla di “critica alla rete tramite un
impegno costruttivo”.
La versione rubata è visitabile al seguente
indirizzo:
http://www.ljudmila.org/~vuk/dx/
Net.artists: i figli ideali di Duchamp?
BA (Hons) Fine Art: Painting and Drawing
di Alison Louise Collier
School of Design Technology
The University of Huddersfield
jan 2001
http://www.duchamps-children.fsnet.co.uk/net.
art/text/int.html
L’artista sloveno e “ragazzaccio della rete”, Vuk
Cosic, ha definito il suo sito abusivo di
Documenta come il suo “readymade”, e ha
chiamato i net.artists “i figli ideali di
Duchamp”. Il suo gesto e le sue affermazioni ci
spingono ad analizzare le teorie di Duchamp in
rapporto alla net.art, anche se non siamo certi
che Cosic volesse compiere un tentativo serio
di contestualizzazione della net.art. Molti net.
artists, infatti, si oppongono con forza
all’establishment del mondo dell’arte e a quelli
che chiamano i vecchi media (per esempio
stampa e televisione), e rifuggono le analisi che
li pongono in relazione alle tematiche più ampie
della storia dell’arte.
net_condition
http://on1.zkm.de/netCondition.root/netcondition/
projects/project15/bio
Vuk Cosic
Un artista, un Art System
Tanto tempo fa, nel settembre 1997, la direzione
di Documente X ordinò di togliere dalla rete il
sito Web della manifestazione. Io, allora, ne feci
la copia, e questa copia è tuttora la sola versione
di quel sito ad essere disponibile pubblicamente.
Questa azione parla sufficientemente forte.
La mia prossima idea in questo settore è quella
di articolare un’iniziativa per la base degli
artisti – bisognerà raccogliere il più grande
numero possibile di raccolte complete di net.
artists, riversarle su DVD e darle ai web masters
perché le copino in rete.
Allo stesso tempo, mi sto trasformando in un
artista professionista e il progetto appena
descritto è impossibile.
VUK AIRPORTS
Rhizome
Dichiarazione
Sarei molto felice se il mio sito “History of Art
for Airports” (Storia dell’arte per aeroporti)
fosse considerato proprio come un sito web. Il
sito funziona sulla base dei principi
complementari di hypertext transfer protocol,
hyper text markup language e universal
resource locators. La sua struttura interna
combina materiali grafici e visivi, organizzati
attorno al principio della user interface,
l’interfaccia utente. La meccanica del suo
funzionamento si basa sugli hyperlink e
richiede la digitazione, da parte dell’utente,
dell’indirizzo giusto – poi si deve puntare con
il mouse e cliccare.
“A volte penso che la gente è buona, a volte che
è cattiva”.
-Vuk Cosic, 23/8/99
CIAC Magazine, 3, dic. 1997
http://www.ciac.ca/magazine/archives/no_3/
artworks.html
Vuk Cosic
History of Art for Airports (Storia dell’arte
per aeroporti)
1997
Un sito divertente, in cui opere d’arte sono
presentate sotto forma di ideogrammi simili
quelli che si trovano negli aeroporti. Una decina
di opere sono schematizzate in questo modo,
dai graffiti di Lascaux all’arte moderna,
passando per il cinema e la Web art. I rimandi
storici, uniti alla povertà esteriore delle
immagini, sono una critica alla presenza
dell’arte su Internet, e l’allusione agli altri artisti
che producono opere d’arte per il Web ci fa
sorridere. (adatto a Netscape 3.0)
pagina 5
Exibart.com
Sylvie Parent
artnetweb & INTELLIGENT AGENTA
Newsletter mensile
5 febbraio 1998
vol 3.02
http://artnetweb.com/newsletter/3_02.html
Senza Vuk Cosic (il quale ci aveva già
consegnato il clone delle pagine web di
Documenta dopo che queste erano state
“ufficialmente” eliminate) in rete ci divertiremmo
molto meno. “Storia dell’arte per aeroporti” è
uno studio sull’iconografia che si incontra negli
aeroporti (o appartenente ad altri sistemi di
trasporto): Cosic progetta icone che hanno i
tratti distintivi di maestri quali Cezanne,
Duchamp o Warhol, o di creature come King
Kong, e il risultato è che le procedure di arrivo
e partenza nei cyber-terminal sono molto più
divertenti!
...
Britannica.com
http://search.britannica.com/search?adv&cs=
igv&category=&domain=®ion=&rating=&f0=
&o0=l&q0=Warhol%2C+Andy
Helia Vannucci - Per un’analisi semiotica del
sito “Storia dell’arte per aeroporti” di Vuc Cosic
“In ogni tempo, gruppi umani organizzati hanno
fatto ricorso a forme di espressione, di
espressione e di comunicazione diverse dal
linguaggio verbale (1): dai graffiti nelle grotte
di Lescaux, ai rituali delle tribù ‘primitive’, alle
danze, alla musica, alle cerimonie e ai giochi,
fino alla costruzione di strutture architettoniche
e alle forme del linguaggio della creatività che
oggi vengono chiamate arte: disegni, dipinti,
sculture, opere poetiche, scenografie”(2).
Questa analisi è un tentativo di riflessione sui
rapporti di significato contenuti nell’opera
“Storia dell’arte per aeroporti”. Vengono qui
identificati gli elementi per un’analisi semiotica
dell’opera e attraverso di essi vengono esposte
le analisi del livello Sintattico (della sfera
iconica), Semantico (della sfera indicale) e
Pragmatico (della sfera simbolica).
Elementi di analisi semiotica
“Un segno è ciò che, sotto un certo aspetto e
capacità, rappresenta qualcosa per qualcuno”
(3). Un segno può solo rappresentare un oggetto
o riferirsi a esso, senza in alcun modo stabilire
rapporti di similarità o identificazione con
questo oggetto.
La comprensione di un segno è connessa con la
conoscenza enciclopedica personale del
soggetto. Per comprendere un segno è
necessario avere familiarità con il sistema di
segni e convenzioni correlato a esso.
Il segno oggetto di questa analisi è il sito “Storia
dell’arte per aeroporti” dell’artista sloveno Vuk
Cosic, visitabile alla pagina internet: http://
remote.arc.at/history
L’oggetto è ciò a cui un segno si riferisce.
L’oggetto dinamico o referente è ciò che sta
fuori il segno, ciò che il segno non può
esprimere ma solo indicare, in modo che un
pagina 6
09 maggio 2001
interprete porti a termine la propria attività di
scoperta del significato attraverso le proprie
esperienze personali.
L’oggetto dinamico del segno “Storia dell’arte
per aeroporti” è una serie di opere
rappresentative dei diversi momenti della storia
dell’arte, scelte dall’autore, da una parte, per il
loro essere opere famose assolutamente
riconoscibili, e dall’altra, per appartenere a
media differenti (TV, film), in modo tale da
coprire un periodo che va da Lescaux alla net.
art.
Plaza afferma che mentre l’oggetto dinamico è
l’oggetto proprio della scienza, l’oggetto
immediato ”è l’oggetto dell’arte cioè la visione
dell’oggetto ‘come viene rappresentato”, e
proprio in quanto tale esso risulta essere ciò che
fornisce le qualità minime necessarie perché
l’arte si materializzi”(4).
L’oggetto immediato è l’oggetto rappresentato
attraverso il segno ; esso dipende dai materiali
che lo compongono e dalle sue caratteristiche
che mutano in base al supporto. Nel caso
specifico dell’opera che analizzeremo, il
supporto è il computer (si tratta infatti di un sito
connesso con il Web) e le sue interfacce come
il monitor, il mouse e i programmi di
navigazione per la resa virtuale dell’opera.
Nell’opera di Cosic, l’oggetto immediato è la
ripresentazione delle diverse opere, scelte
dall’autore, in forma di pittogramma.
Il fondamento del segno è l’immagine
dell’oggetto non in tutti i suoi aspetti, ma solo
in rapporto a una determinata idea tipo. Il
termine idea, deve essere qui inteso, con Peirce,
“in una sorta di senso platonico, molto simile a
quello usato nella conversazione quotidiana...
proprio in questo senso possiamo spiegarci che
un uomo riesca a recepire l’idea espressa da un
altro uomo”(5).
Si può allora intendere la traduzione di
linguaggi, dalle opere originali ai pittogrammi,
e la schematizzazione e la uniformizzazione
delle idee, come il fondamento stesso del segno
in “Storia dell’arte per aeroporti”.
L’Interpretante immediato riguarda la potenzialità
del segno, cioè quello che il segno è capace di
produrre nella mente di ogni interprete.
Consiste in pratica nei significati che un artista
vuole esprimere nella sua opera, partendo dalla
particolare disposizione degli elementi da lui
messa in atto.
L’Interpretante Immediato nell’opera analizzata
è il modo in cui Cosic riesce a trasformare gli
oggetti di una cultura di massa (i pittogrammi)
in oggetti di una cultura d’élite, avanzando una
critica ai processi di storicizzazione dell’arte e
della net.art.
L’interpretante dinamico riguarda il significato
che il segno effettivamente genera in ogni
singolo individuo. Tale significato sarà
prodotto dal segno a secondo della natura di
quest’ultimo e della sua potenzialità in quanto
segno.
L’opera, se da una parte è segno convenzionale
in cui l’interpretante traduce il segno
precedente in un altro della stessa natura e così
ad infinitum, dall’altra produce quello che
Peirce chiama l’interpretante in sé stesso, vale
a dire non solo il modo in cui il singolo
individuo reagisce di fronte a un segno, ma il
modo in cui ogni individuo dovrebbe reagire,
date certe condizioni.
Ogni persona che possiede nella propria
personale enciclopedia mentale, una conoscenza
delle opere selezionate dall’autore (e scelte
proprio per il loro essere le più riconoscibili fra
quelle che possono rappresentare i diversi
momenti della storia dell’arte) le riconoscerà
anche nello stravolgimento operato da Cosic,
che le ha parodiate, trasformandole in
pittogrammi.
Analisi sintattica
A questo livello di analisi, quello della sfera
iconica, saranno osservate le relazioni formali
e strutturali che la configurazione del segno
instaura. Ci si occuperà delle interrelazioni fra
le parti che formano il tutto, muovendosi
attraverso le loro caratteristiche materiali e le
loro qualità concrete.
Il Supporto
Il supporto di quest’opera è il computer, più
specificamente l’ambiente Web di internet, e le
sue interfacce (monitor, mouse, tastiera, e
programmi di navigazione attraverso il Web,
chiamati navigator o browser).
La prima limitazione causata dal supporto è la
grandezza dello schermo del monitor, che
impone una barriera fisica alla visualizzazione,
creando di fatto una sorta di ‘frame’ dell’opera.
Un’altra limitazione da considerare è il tipo e
la versione di programma di navigazione
utilizzato. A causa dell’evoluzione tecnologica,
alcune possibilità di visualizzazione accessibili
con un tipo o con una versione di un programma
di navigazione possono non esserlo allo stesso
modo con un altro. Alcune risorse impiegate in
un sito possono essere accessibili solo con i più
recenti programmi di navigazione, rendendo
impossibile la loro visualizzazione ottimale alle
versioni precedenti. I siti che utilizzano risorse
non accessibili a tutte le versioni, di solito,
riportano, nella pagina iniziale, l’indicazione
delle versioni necessarie per la loro
visualizzazione.
Quest’ultima dipende anche dalla risoluzione
dello schermo(6), che l’utente stesso definisce,
e che costituisce un’altra limitazione imposta
dal supporto.
In relazione all’opera analizzata, si osserva che
essa può essere visualizzata in ogni versione,
dato che per la sua creazione è stato utilizzato
il linguaggio HTML (Hyper Text Marquee
Language), senza l’aggiunta di altre più
sofisticate risorse.
La Composizione
All’interno del supporto si deve inoltre
prendere in considerazione la composizione
statica e dinamica delle pagine. La
composizione dell’opera, sia statica che
dinamica, è definita dai testi prodotti col
linguaggio di programmazione HTML.
Per quanto riguarda la composizione statica, è
da sottolineare che le pagine dell’opera sono
chiaramente divise in due parti (frames). Il
frame di sinistra, che ha una grandezza definita
in 200 pixel, riporta un elenco di opere
Exibart.com
significative di storia dell’arte, selezionate
dall’autore, e funziona da barra di navigazione.
L’altro frame occupa lo spazio restante dello
schermo ed è in quest’area che i pittogrammi,
creati da Cosic, sono introdotti come
rappresentazioni della sua selezione personale
di opere.
Per quanto riguarda la composizione dinamica
si noti che la navigazione è sviluppata in modo
interno, vale a dire all’interno delle pagine
stesse del sito. La navigazione attraverso le
diverse pagine consiste nel selezionare
un’opera la quale introduce subito, nel frame di
destra, il pittogramma creato da Cosic per
quell’opera. In tutto il suo lavoro, l’autore
utilizza solo tre colori : rosso, nero e bianco,
colori che possiedono forti contrasti e buona
leggibilità(7). Rosso e nero sono presenti nella
schermata iniziale e nel frame di sinistra, il nero
e il bianco sono usati nel frame dove vengono
rappresentati i pittogrammi.
Come un Segno di Qualità
“Una qualità non può mostrarsi e, quindi, essa
non può agire come segno senza essere
realizzata in qualche oggetto. Inoltre il
qualisegno riguarda solo la qualità pura”(8).
Questo sito può essere letto come un qualisegno
solo se noi consideriamo semplicemente la
prima impressione visiva data dalle sue pagine.
Le pagine che compongono il sito “Storia
dell’arte per aeroporti” sono fondate sulla
relazione fra il verbale (elenco delle opere) e il
non verbale (immagine dei pittogrammi).
Il segno come singolarità
Il segno analizzato si presenta anche come un
sinsegno, in quanto possiede una configurazione
definita dell’autore in un unico, particolare
modo. Data la specificità del medium, sono
possibili aggiornamenti di questi particolari
modi, vale a dire, diverse combinazioni di
elementi create dall’autore in modo definito
attraverso la programmazione in linguaggio
HTML delle sue pagine.
Le immagini sono presentate in una forma
pittorica e bidimensionale. Un pittogramma,
per Otto Neurath, “dovrebbe rinunciare allo
stile e al codice individuale per venire adeguato
a un processo di schematizzazione, in modo che
si possa creare una comprensione universale”
(9).
Cosic quindi ricostruisce le diverse opere da lui
scelte, adattandole al linguaggio dei pittogrammi,
eliminando le caratteristiche stilistiche esistenti
in ognuna di queste, proponendo una rapida
identificazione con l’oggetto rappresentato
(l’opera) a partire dalla sua schematizzazione.
La comprensione di ciascuna schermata
(composta di un pittogramma) dipenderà dalla
conoscenza enciclopedica personale dell’utente
e risulterà indipendente dalla struttura della
navigazione, dato che il pittogramma creato da
Cosic può essere aggiornato solo quando
l’utente lo seleziona nell’elenco contenuto nel
frame di sinistra, stabilendo quindi una diretta
relazione fra l’opera e la sua rappresentazione
in forma di pittogramma.
Come Legi-Segno
A un primo livello, si identificano come
legisegni principali dell’opera di Cosic:
09 maggio 2001
-Il linguaggio di programmazione usato
(HTML), responsabile dell’organizzazione
delle immagini e per la trasmissione dell’opera
nella rete;
-I codici di comunicazione internazionale che
servono come base allo sviluppo di un
pittogramma, alla ricerca di una comprensione
universale.
Come segno iconico
La relazione di similarità esistente fra i
pittogrammi e le opere rappresentate definisce
il lavoro di Cosic come un segno iconico, come
un’ipoicona, o più precisamente, dato che la
relazione viene stabilita attraverso un
parallelismo, come una metafora. Questa
funzione, infatti, può essere perfettamente
assunta dal pittogramma. Secondo Plaza
“togliendo i residui non universali e stilistici dal
pittogramma, esso può agire, come una
metafora, in una sorta di momento istantaneo
che può essere compreso immediatamente”
(10).
Analisi semantica
Questo livello d’analisi, centrato nella sfera
indicale, ci porta a esplorare le relazioni del
segno con l’oggetto che esso rappresenta, e
quindi a considerare alcuni elementi esterni al
segno.
L’idea di Vuk Cosic era di criticare sia la
storicizzazione della net art che era allora, nel
Settembre del 1997, ai suoi esordi, sia il modo
in cui la storia viene costruita sia come il mito
dominante viene codificato.
Laureato in archeologia, Cosic trova un
parallelo fra ciò che fa adesso e ciò che faceva
come archeologo. La somiglianza sta tutta nel
fatto che in entrambi i casi egli lavora per creare
una narrazione (con la differenza che in
archeologia sono necessarie delle basi
scientifiche).
I momenti rappresentati della storia dell’arte
sono stati scelti, da una parte, in modo da essere
assolutamente riconoscibili e, dall’altra parte,
le scelte sono state fatte in media diversi (come
la TV, i film, la letteratura) in modo da poter
stabilire una sorta di ponte fra Lascaux e la net.
art.
Nelle immagini visive dei pittogrammi creati
da Cosic è possibile identificare elementi
caratteristici delle opere da lui scelte, stabilendo
così una relazione indicale con esse. Quello che
Cosic fa è di ricostruire ogni opera
eliminandone gli aspetti stilistici, “caricaturandole”,
utilizzando per l’opera le regole stabilite per
l’elaborazione dei pittogrammi. Questa
traduzione delle opere in pittogrammi
evidenzia il loro carattere simbolico all’interno
di un contesto storicizzato d’arte.
Il riferimento fatto da Cosic agli haiku (inclusi
dall’autore nella serie di pittogrammi) ci
permette di stabilire una relazione indicale
rispetto al problema della resa sintetica
dell’informazione. Solitamente, non si lavora
con testi lunghi in rete e sia i pittogrammi, che
traducono i messaggi in forma sintetica, sia gli
haiku, come una struttura di cinque, sette e
cinque parole, funzionano nello stesso modo
sintetico.
Analisi pragmatica
Questo livello d’analisi è centrato sulla sfera
simbolica e stabilisce le relazioni fra il segno,
il suo oggetto e il suo significato.
Il legame che si stabilisce attraverso il segno fra
l’opera e il suo titolo ha natura simbolica e non
vi è necessariamente una relazione di
somiglianza o d’analogia fra loro, sebbene, nel
caso del segno in questione, una relazione
d’analogia possa essere in effetti riscontrata.
Tale relazione suggerisce l’idea di una
presentazione sintetica delle opere cosicché la
loro percezione possa avvenire immediatamente.
I pittogrammi sono largamente utilizzati negli
spazi pubblici e hanno la funzione di dare
rapidamente informazioni sui significati dei
segni grafici universalmente riconoscibili. Essi
sono segni simbolico-analogici (definiti) che,
oltre ai codici primari (sintattici) e secondari
(riferiti agli oggetti), possiedono codici
simbolici di carattere generale (11).
Perché la relazione fra il pittogramma e l’opera
possa essere stabilita, è necessaria l’interpretazione
operata dall’enciclopedia personale dell’utente
e dalla sua precedente conoscenza delle opere
presentate.
Per l’utente che possiede nella sua enciclopedia
personale una precedente conoscenza delle
opere, la ‘lettura’ dei pittogrammi e la
costituzione della relazione pittogramma-opera
avviene immediatamente, dato che ogni
pittogramma creato ha una relazione diretta con
la sua origine (l’opera rappresentata). Dunque,
questi eseguono efficacemente e rapidamente
la loro funzione indicale, proprio come quelli
utilizzati per la segnaletica.
Il carattere simbolico del lavoro analizzato può
essere osservato sia per il carattere simbolico
di ciascuna delle opere selezionate chiamate a
rappresentare i diversi periodi della storia
dell’arte compresi fra Lescaux e la net.art, sia
per il fatto che l’opera di Cosic è correlata al
suo oggetto (e di conseguenza ogni
pittogramma creato dall’autore è correlato
all’opera che lo riguarda), attraverso la presenza
di ‘una mente-che-usa-il simbolo”, senza la
quale la relazione non esisterebbe(12).
Conclusione
L’opera di Vuk Cosic “Storia dell’arte per
aeroporti” può essere riassunta, a livello di
Primità come un segno iconico, che rappresenta
il suo oggetto attraverso la propria somiglianza,
più specificamente attraverso una metafora,
attraverso un parallelismo fra i pittogrammi
creati dall’autore e le opere a cui si riferiscono.
Allorché le relazioni vengono stabilite fra i
pittogrammi e i lavori rappresentati, la relazione
indicale, derivata da quella di Primità, ci porta
a riflettere sul livello di Secondità presente
nell’opera di Cosic.
Quando questa relazione dipende da una mente
che interpreta, che possiede cioè nella sua
enciclopedia personale una conoscenza
precedente delle opere presentate, si passa al
livello della Terzità.
Questo ci porta a pensare che il segno analizzato
si riveli un segno prevalentemente pragmatico.
pagina 7
Exibart.com
1) Si intende qui per linguaggio ogni sistema di
produzione di significazione e senso, come in
Santaella...
2) SANTAELLA, Lúcia. O que é Semiótica,
Col. Primeiros Passos, Ed. Brasiliense, 1st
Edition, 1983, p. 11.
3)PIERCE, Charles S. Semiótica, Ed.
Perspective, 2nd Edition, 1995, p. 46.
4)Plaza, Julio. Appunti raccolti durante il corso
“Estetica e Semiotica dell’Arte”
5)PIERCE, Charles S. Semiótica, Ed.
Perspective, 2nd Edition, 1995, p. 46.
6)Relazione fra la somma delle possibilità
orizzontali e verticali dei pixel sullo schermo.
7)BLACK, Roger. Web Sites que funcionam.
Ed. Quark, 1998.
8)SANTAELLA, Lúcia. O que é Semiótica,
Col. Primeiros Passos, Ed. Brasiliense, 1st
Edition, 1983, p. 63.
9)PLAZA, Julio. Videografia em videotexto.
Ed. Hucitec, Sao Paulo, 1986, pp. 93-94.
10)PLAZA, Julio. Videografia em videotexto.
Ed. Hucitec, Sao Paulo, 1986, pp. 119.
11)PLAZA, Julio. Videografia em videotexto.
Ed. Hucitec, Sao Paulo, 1986, pp. 119.
12)Plaza, Julio. Appunti raccolti durante il
corso “Estetica e Semiotica dell’Arte”.
indice dei nomi: Marcel Duchamp, Alexei
Shulgin, Joseph Beuys, Jeff Koons, Yves Klein,
Picasso, Picabia, Cezanne, Warhol, Braque,
Rossi, Dem
pagina 8
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