Giovedì 08 settembre 2016 «L`inferno è non amare più» Georges

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Giovedì 08 settembre 2016 «L`inferno è non amare più» Georges
PENSIERI DEL MATTINO – A.S. 2016-2017
Giovedì 08 settembre 2016
«L'inferno è non amare più»
Georges Bernanos
« Dov'è il paradiso? », chiese il bambino. « Il paradiso è nel tuo cuore. Quando
ami... », rispose il saggio.
« E l'inferno dov'è? », riprese il bambino. « L'inferno è nel tuo cuore. Quando non
ami più... ». Il nostro cuore è un campo di battaglia: il bene e il male vi conducono
una lotta perpetua e accanita. Doniamo con molta generosità, poi ci ripieghiamo su
noi stessi con egoismo; talvolta siamo aperti e spesso siamo chiusi; siamo pronti sia
all'armonia sia alla discordia. Ed è per questo che passiamo continuamente
dall'inferno al paradiso (e viceversa). René Benjamin sosteneva che « l'amore è il solo
modo corretto per usare la nostra vita; quando l'uomo non ama più, comincia a
morire». Sì, l'amore è ciò che ci rende vivi davvero, poiché ogni sentimento, ogni
avvenimento nella sua scia ravviva le forze di vita. Che cosa importa tutto il contesto
esteriore! Come dice un proverbio ungherese, « non rattristarti di nulla finché puoi
amare»!
Venerdì 09 settembre 2016
«Un giorno, non ci saranno altre riflessioni oltre a quella che verte
sull'educazione»
Friedrich Nietzsche
La vita è un continuo apprendimento. Ci vuole, si dice, tutta la vita per imparare a
vivere. È quindi un errore grossolano e universale pensare che l'educazione sia
riservata ai bambini e limitata a un'età della vita. È istruttivo considerare l'evoluzione,
nella storia, del verbo educare: «dirigere la formazione di qualcuno attraverso
l'istruzione e la pedagogia», «sviluppare una capacità particolare grazie
all'allenamento», «formare il carattere» e infine « insegnare a qualcuno i costumi
della società». In tutti questi casi, educare significa disciplinare slanci troppo confusi
o disordinati, innalzarsi verso l'eccellenza di cui siamo portatori. In questo senso, la
vita è una continua iniziazione, perché ci è dato di adattarci continuamente, o almeno
di adattare i nostri desideri alla realtà e di collocare e sviluppare le nostre capacità in
un contesto preciso. Ed è proprio perché il nostro mondo è in grande e rapida
mutazione che la problematica principale sarà l'educazione dell'uomo. Di fronte a
ogni problema del mondo moderno si pongono in effetti, con insistenza sempre più
costante, le questioni del «Come fare?», «Perché fare?» e « Fino a dove arrivare?».
Ora, queste domande richiedono competenza, impegno ed etica.
PENSIERI DEL MATTINO – A.S. 2016-2017
Lunedì 12 settembre 2016
«Non disprezzare mai nessuno, non condannare nessuno, non dire male di
nessuno, e Dio ti darà la pace»
Abba Poemen
Nella sua accezione etimologica, benedizione significa: dire del bene. Ora, dire del
bene fa del bene. La nostra parola può essere nettare o veleno. Viene da dentro di noi.
Se deridiamo, condanniamo, passiamo il tempo a lamentarci della nostra epoca o
della decadenza della nostra generazione, diffondiamo il veleno della parola deleteria
che non mancherà di rovinarci la vita. Ora, se rifiutiamo, in un moto continuamente
ispirato dalla benevolenza e dalla magnanimità, di indugiare su ciò che non funziona
in questo mondo o intorno a noi, se al contrario cerchiamo di rendere positive le
contrarietà, di considerare quanto di buono può nascere da un fallimento, e di
estrapolare, da una brutta situazione, il dettaglio che salva e apre alla possibilità del
perdono, della riconciliazione, di una stima ritrovata... allora ci trasformiamo in
manovali del paradiso, distillando tutto il succo dell'esistenza negli alambic chi della
gioia di vivere e della fraternità!
Martedì 13 settembre 2016
«Non è la sua bellezza, la sua forza o la sua anima che amo in una persona, ma
l'intelligenza del legame che ha saputo stringere con la vita»
Christian Bobin
Il talento in fondo può essere questo: trovare la segreta corrispondenza tra ciò che
Dio ha delicatamente posto dentro di noi come una promessa non formulata e il modo
giusto per esprimerlo che troviamo in questa vita. È fin troppo evidente che il nostro
grande compito non consiste nel costruire la nostra vita, ma nel risvegliare ciò che
dorme in noi, nel rivelare ciò di cui siamo portatori e che gli avvenimenti e gli
incontri hanno il compito di manifestare nel corso del tempo. La nostra missione, e la
prova che dobbiamo affrontare, consiste nel continuo adattamento, nell'avvicinarsi
alla nostra identità più profonda, nel conformarci al nostro destino come se si
trattasse di un abito su misura. «Che cosa hai fatto del tuo talento?». Questa grande
domanda biblica non ha un carattere inquisitorio, non esiste per farci sprofondare nel
senso di colpa, ma al contrario per permetterci di liberare ciò che abbiamo di meglio
dentro di noi, di far fruttare ciò che ci è stato donato e di comprendere così ciò che
lega il nostro piccolo granello di vita al grande bouquet dell'infinito...
PENSIERI DEL MATTINO – A.S. 2016-2017
Mercoledì 14 settembre 2016
«L'alternanza tra movimento e riposo ha la sua importanza»
Anselm Grùn
Il ritmo della vita moderna ci porta a essere sempre di corsa. Gli stimoli sono così
numerosi e il tempo accelera così tanto che ci sembra sbagliato «almanaccare»: in
questa civiltà della fretta e dell'efficienza come avremmo il tempo di prenderci del
tempo por noi? Siamo passati dall'azione a una sorta di attivismo forsennato che
rischia di farci perdere la ragione e soprattutto di danneggiare in modo duraturo i
nostri ritmi interiori. Sappiamo che una passeggiata in bicicletta è fatta di alternanza
tra sforzo intenso e avanzata a ruota libera; ed è questo che la rende piacevole. Noi
sappiamo che un motore da cui si esigono performance troppo sostenute finisce per
surriscaldarsi e perdere il rendimento... senza parlare delle probabili avarie che
possono presentarsi in caso di insistenza troppo prolungata. Ancora più di una
macchina di cui si possono cambiare in pezzi o che può essere sostituita, l'essere
umano deve rispettare la naturale alternanza di azione e di riposo che fa parte della
sua condizione. Non facciamo mai più di quanto ci permette la nostra natura; in altre
parole, smettiamo di muoverci quando la nostra serenità è messa alla prova, con il
rischio di danneggiare elementi vitali della nostra energia vitale!
Giovedì 15 settembre 2016
«Non lasciate che nessuno venga a voi e se ne vada senza essere più felice»
Madre Teresa
Forse tutta l'arte dell'incontro è far sì che l'altro si senta diverso dopo averci
incontrato. Ognuno apre una finestra sul mondo, a modo suo, e non in quello di un
altro. E ogni prospettiva è come la faccia luccicante di una realtà diffusa. Quando
qualcuno viene a trovarvi, donategli gioia e consolazione, donategli idee o speranza,
donategli energia o parole-semi da far fiorire. Ma fate in modo che non riparta come
è arrivato. Che abbia qualcosa di più nella sua vita, nel suo cuore o nelle sue mani. E
se si tratta di amore o di amicizia, che la piega dei suoi occhi e del suo sorriso
accentui l'impronta della gioia segreta e ineffabile e che il suo cielo interiore si
illumini di nuove stelle.
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Venerdì 16 settembre 2016
«Ogni destino, per lungo e complicato che sia, è fatto in realtà di un solo
momento: quello in cui l'uomo sa per sempre chi è»
Jorge Luis Borgc
C'è un momento, in un destino, in cui tutto può accadere, quando si sovrappongono
perfettamente l'essere (ciò che si pensa) e l'agire (ciò che si vive), quando un
avvenimento entra in perfetta risonanza con la nostra disponibilità interiore, quando
si crea una corrispondenza immediata tra l'interiore (ciò che stiamo) e l'esteriore (ciò
che ci accade). Allora, ci viene chiaramente rivelato - pur nel lampo di un brevissimo
istante - ciò che siamo e ciò per cui siamo fatti. Così nasce il sentimento di una
vocazione, ma anche di scelte talvolta inspiegabili se non irragionevoli che si sono
imposte a tutti come evidenze ineffabili o una necessità interiore. In questo senso, il
nostro destino è tanto folle e imprevedibile quanto una storia d'amore. Si gioca su di
un gesto compiuto o una parola pronunciata nel momento esatto in cui era necessario
e che suscitano un sussulto del destino, la linea di demarcazione tra un prima e un
dopo, l'incredibile piccolo secondo in cui il nostro destino si ribalta, senza che ce ne
rendiamo davvero conto sul momento. Il momento a partire dal quale - ce ne
accorgeremo più tardi - nulla sarà mai più davvero come prima...
Lunedì 19 settembre 2016
«Colpevolizzarsi per i limiti caratteristici della condizione umana è senza
dubbio il più profondo ostacolo alla speranza»
Stan Rougier
Che sia nei riguardi di qualcun’altro o a titolo personale, conviene non chiedere mai
a qualcuno più di quanto sia in grado di donare. Esiste sempre nell'es sere umano, per
quanto eccezionale, qualche carenza, inadeguatezza o lacuna che gli sarà impossibile
colmare. Questo deficit deve essere un pretesto per la colpevolizzazione? Quando si
ama qualcuno, se ne considerano innanzitutto tutte le meravigliose qualità... che
nascondono naturalmente alcune debolezze e le trasformano persino in irresistibili
difetti. Accettare le proprie imperfezioni, come ammettere i limiti dell'altro, significa
far entrare l'umiltà nella propria vita come una grazia. Significa considerare che non è
la nostra realtà o quella dell'altro che deve essere perfetta, ma la qualità della nostra
speranza. Che è in grado di manifestarsi, anche quando tutto cospira ad accentuare la
pesantezza della nostra condizione. E che ci mostra anche che siamo pellegrini allo
stesso tempo del fango e delle stelle.
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Martedì 20 settembre 2016
«Fai della vita un sogno e di un sogno una realtà»
Antoine de Saint-Exupéry
Se il sogno non viene preso sul serio o viene spesso sospettato di incitare al
dilettantismo, è perché perdiamo in fretta vigore nei nostri sogni, ce li portiamo in
giro invece di lavorarci. Non ne facciamo una necessità vitale, il sogno costituisce per
noi un tranquillo valore-rifugio: non siamo pronti a rischiare grosso scommettendo
tutto su di lui. Ed è proprio per questo che il sogno, relegato a ricoprire ruoli minori
nella nostra vita, non ne diventa se non raramente la star, incapaci come siamo di
concedergli davvero le sue chance. Se nel perseguire i nostri sogni mettessimo tanto
impegno quanto nel compiere le nostre incombenze quotidiane, avremmo una vita da
sogno! E come diceva in modo molto carino Isabelle Delvaux, «se si avesse la vita
che si sogna, si sognerebbe la vita che si ha ». In breve, saremmo in grado di vivere il
nostro sogno, invece di sognare la nostra vita!
Mercoledì 21 settembre 2016
«Non è mai troppo tardi per diventare quello che avremmo potuto essere»
George Eliot
Abbiamo tutti, segretamente nascosto nel retroterra della nostra coscienza, un
grande sogno o un grande ideale che dimora in noi senza mai rivelarsi davvero. Come
se ci fosse in noi una parte non formulata. Il che significherebbe che siamo in grado
di vivere tutta la nostra vita accanto a noi stessi, seppellendo la nostra verità
personale nel più profondo della coscienza senza mai autorizzarla a uscirne. Per quale
straordinario e bizzarro pudore è possibile questo atteggiamento? In virtù di quale
principio dovremmo tacere per sempre le nostre passioni, i nostri slanci e tutto ciò
che, davvero, ci fa vivere! Abbiamo il coraggio di essere noi stessi, facciamo uscire
dall'ibernazione prolungata il piccolo essere che dorme nel profondo di noi e che,
forse dall'infanzia, risveglia periodicamente il nostro desiderio di qualcosa di più
grande, di più bello, di più conforme alla nostra verità, ai nostri slanci più vitali!
Ascoltiamo la sua vocina; non è forse lei che può condurci sulla nostra via principale,
verso il paese della nostra sovranità interiore?
PENSIERI DEL MATTINO – A.S. 2016-2017
Giovedì 22 settembre 2016
«Tutto ciò che è stato scritto sulla terra, detto, mormorato, urlato, gridato,
parla d'amore...»
Christiane Singer
Come mai la passione governa così tanto la vita di ogni uomo e se ne trovano così
poche tracce in questo mondo? I libri, i poemi, le testimonianze non evocano tutti in
qualche modo il desiderio mai sazio di amare ed essere amati? La vita nasce
dall'amore: il nostro mondo è fatto per l'amore e la fraternità; tutto potrebbe svolgersi
in funzione delle leggi della vita e dell'amore. E ciò nonostante, il mondo, come è, è
un mondo votato alla guerra, alla violenza, alla divisione, all'egocentrismo, anche
nelle sfere più intime. Come se questo grande sogno d'amore di ogni epoca e di ogni
umanità fosse sistematicamente deviato dalla sua traiettoria da uno spirito maligno...
Noi stessi, attraverso le discussioni che portiamo avanti nella nostra vita personale,
non siamo forse colti in flagrante? Cosa che consiste nel calpestare il nostro giardino
interiore! Non dovremmo mettere la nostra passione al servizio esclusivo ed
eccessivo dell'amore? In uno slancio testamentario, Christiane Singer ci ha lasciato
queste parole come un segreto ardente: «Ogni passione dona al mondo una possibilità
in più di abbattere i muri dell'indifferenza dietro cui l'umanità si è acquartierata in
inverno: una possibilità in più di entrare finalmente nell'entusiasmo».
Venerdì 23 settembre 2016
«Dobbiamo uscire sempre di più dalle mille inezie in cui si perde la metà dei
nostri pensieri e dei nostri sentimenti »
Dom Augustin Guillerand
Il tempo passa veloce, ci ripetiamo spesso. E questa sensazione è tanto più
insistente dato che passiamo molto tempo in sprechi di ogni genere, in occupazioni
futili e in distrazioni vane. Esiste un terribile equivoco sulla nozione del tempo: a
torto immaginiamo che il tempo passato in meditazione, in riposo o per se stessi, così
come il tempo che doniamo in pura gratuità agli altri, è tempo perso. In compenso,
siamo capaci, in un ambito professionale in cui si sostiene regni l'efficienza, di usare
senza misura un tempo considerevole in riunioni sterili e lunghe conversazioni o in
spostamenti tanto fastidiosi quanto inutili. Non lasciamoci distrarre da infiniti
pettegolezzi; non lasciamoci distogliere dai nostri veri centri di interesse a causa dei
mille messaggi pubblicitari insignificanti, delle trasmissioni mediatiche prive di
contenuto e a causa di divertimenti sciocchi. Siamo attenti a ciò che ci è caro, a chi
amiamo, incolliamo nuovamente i pezzi di tutto il tempo che abbiamo perso e ci
renderemo conto di quanto tempo ci resta per l'essenziale, purché sappiamo dare una
gerarchia alle nostre scelte e dedicarci con fermezza a ciò che motiva la nostra
sensazione di esistere.
PENSIERI DEL MATTINO – A.S. 2016-2017
Lunedì 26 settembre 2016
«Una piccola impazienza rovina un grande progetto »
Confucio
Luigi XIV aveva notato che « è sempre l'impazienza di vincere che fa perdere». Un
buon controllo del tempo richiede allo stesso tempo slanci e pause: si tratta di non
essere né in anticipo né in ritardo, ma di dare alla propria azione il giusto ritmo. Il
momento del pericolo più grande viene dall'impazienza che rappresenta, la maggior
parte delle volte, l'imprudenza fatale. Infatti, l'impazienza porta alla precipitazione, al
rischio mal controllato, alla volontà di lasciar andare la propria perseveranza o la
propria incertezza in un solo colpo, cosa generalmente contraria alla logica degli
avvenimenti. Nutriamo la nostra pazienza come si nutre un fuoco per farlo avviare
bene e fare in modo che duri a lungo. Con il buon senso contadino che gli faceva da
filosofia, Gustave Thibon diceva che «in tutti i campi, l'uomo moderno soffre del
complesso dell'impazienza, da cui nascono tante conclusioni premature che creano
nodi inestricabili».
Martedì 27 settembre 2016
«Tutto arriva al momento giusto per chi sa aspettare»
Clément Marot
La vita è fatta di attese, esplicite o non formulate. E ognuno deve seguire il proprio
ritmo, iniziato dalle leggi della sua natura. La natura è il miglior educatore della
pazienza. Con il ritmo lento delle stagioni, delle fioriture e delle metamorfosi, con
l'alternanza del giorno e della notte, del sole e della luna, della morte e della
risurrezione, essa ci insegna che tutto è regolato secondo proprie leggi, e che ciò che
deve dar frutto darà frutto a suo tempo. Dovremmo avere la stessa docilità paziente e
lo stesso rispetto che ha il giardiniere per il suo giardino. Ciò che vi cresce e vi
sboccia dipende, certo, dalle cure che egli vi prodiga; ciò nonostante, la sua
vocazione non è di creare, ma di coltivare. La sua missione è favorire le condizioni
per la fioritura e la fruttificazione, in un'attesa diversa per ogni specie. Esattamente
come può fare un genitore o un educatore per il giovane germoglio che è il bambino.
Non precipitiamo nulla nel ritmo delle lente maturazioni: alcune specie crescono in
fretta; ad altre serve del tempo per sbocciare. Come per le specie vegetali, così è per
gli esseri umani nella loro infinita varietà. Non preoccupiamoci troppo di certe
lentezze o dei cosiddetti ritardi: perché «tutto arriva al momento giusto per chi sa
aspettare».
PENSIERI DEL MATTINO – A.S. 2016-2017
Mercoledì 28 settembre 2016
«La vita esiste solo per essere donata»
Charles Péguy
Ci si dovrebbe soffermare su questa espressione: «donare la vita». Se il mondo è
mondo, è proprio per il dono naturale che hanno le donne di assicurare la continuità
atavica. Ciò che caratterizza le premesse di ogni vita umana dovrebbe accompagnare
ognuno di noi per tutta la vita, con l'intima e originaria convinzione che « la vita
esiste solo per essere donata ». La nostra libertà ha senso soltanto se viene convertita
in impegno, e il principio stesso dell'impegno sta interamente nel dono di sé. Impegnarsi significa donarsi: per una persona, per una causa, per una missione. Ed è grazie
a un simile impegno che la nostra vita trova la sua giustificazione più perfetta. Tenere
la propria vita per sé significa perderla. Donare la propria vita significa offrire
l'istante all'eternità!
Giovedì 29 settembre 2016
«La misura dell'amore è amare senza misura»
Sant’Agostino
La vera dimensione dell'amore è la dismisura, potremmo dire per parafrasare
sant'Agostino. Infatti, un amore misurato, calibrato, donato con riserva a certe
condizioni potrebbe continuare a essere chiamato amore? Per meritare il suo nome,
l'amore deve essere tutt'altro che ragionevole: deve essere assoluto e incondizionato,
capace di donare e di perdonare, di andare ben oltre la nostra volontà. Sant'Agostino,
in un passaggio diventato famoso del Commento alla Lettera di Giovanni (7,8), ha
usato la via più diretta: per lui, la sola via, la sola verità, il solo cammino è l'Amore:
«Ama e fa' ciò che vuoi: sia che tu taccia, taci per amore; sia che tu parli, parla per
amore; sia che tu corregga, correggi per amore; sia che tu perdoni, perdona per
amore; sia in te la radice dell'amore; da questa radice non può procedere se non il
bene »...
PENSIERI DEL MATTINO – A.S. 2016-2017
Venerdì 30 settembre 2016
« Hanno fallito perché non avevano cominciato dal sogno»
William Shakespeare (attribuito)
Ogni progetto comincia con un'idea, una competenza e dell'energia. La fonte di
questa energia è un sogno da realizzare, un desiderio da compiere, una passione da
esprimere. Si crede spesso che i criteri più seri e più quantificabili che fanno
riferimento ai costi e ai rendimenti, all'organizzazione, alla logistica condizionino in
gran parte il successo di un progetto. È un errore di prospettiva o, se si vuole, di
cronologia: il sogno non deve venire alla fine del progetto, ma all'inizio. Il sogno non
è accessorio, ma essenziale, primordiale. É l'ardore del pioniere che immagina prima
di tutto la realizzazione del suo progetto grazie alla dinamica dell'entusiasmo, mentre
tutti gli aspetti si collocano al loro posto in modo naturale. Tutti i grandi progetti sono
nati non da un calcolo sapiente, ma da un sogno. Le questioni materiali seguono
sempre quando il sogno è abbastanza grande. Tutti i fallimenti apparentemente
inspiegabili e incomprensibili trovano qui la loro causa; in ciò che Luciano di
Samosata, retorico e satirico greco, deplorava già ai suoi tempi (Il sec. d.C): « Non
vedono la rosa, ma osservano con attenzione le spine del gambo»...