AppleKiss - Blog View - A lezione di sogni...da realizzare

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28/10/15 10:05
”no” in modo molto chiaro. Un consiglio molto pratico. Quando sentite di dire di “no”, non fate giri
di parole. Siate diretti. “No, ti ringrazio per avermelo chiesto” oppure “Mi dispiace ma in questo
momento non posso” o ancora “No grazie, in questo momento sto lavorando a un altro progetto”.
Facciamo nostra l’idea che lo stiamo facendo per noi stessi, per il nostro sogno, per i
nostri obiettivi e per i nostri programmi. Inutile è mentire per i motivi che si celano dietro il “no”.
Meglio rispettare noi stessi e l’altra persona. La sincerità paga sempre. Che ne dite? Si può fare?
A me personalmente, imparare a dire di no ha cambiato la vita. Non ho più giornate affannate e
stress mentali. Un vero toccasana.
369 Pubblicato da Assunta Corbo
15 ott 2015
Una rosa per tornare al qui e ora
Contemplare. Un parola che appare arcaica alle nostre orecchie. A chi verrebbe in mente, oggi, di
trascorrere del tempo in contemplazione? O quanto meno in silenziosa osservazione. Eppure ci
farebbe cosi bene. Perché contemplare è un po’ come meditare: ferma il brusio della mente, aiuta a
ritrovare la serenità e consente di tornare nel presente. Nel qui e ora. Uno dei miei libri di crescita
personale preferito è “Il monaco che vendette la sua Ferrari” di Robin Sharma. Un romanzo
spirituale che a me ha dato molto all’inizio del mio percorso di cambiamento. La storia è quella di
un avvocato cinico e avido che dopo essersi ripreso da un infarto decide di riprendere in mano la
propria vita e farne una meraviglia. Sparisce da tutto e tutti per qualche tempo e si rifugia
sull’Himalaya e vive per un periodo a contatto con la comunità dei Saggi di Sivana. Da loro impara
rituali per un vita radiosa e acquisisce nuove abitudini. Quando torna in Occidente fa visita a un
suo ex collega diventato cinico e avido come lui. Inizia cosi una lunga conversazione sulla
possibilità di cambiare abitudini e atteggiamenti nella vita quotidiana. Tra le pratiche inserite nel
libro di Robin Sharma ce ne sono alcune che sono entrate nella mia quotidianità. Ne ho fatto delle
abitudini ormai da un anno e mezzo. Quella che mi è costata più fatica, ma che mi ha dato anche
maggior beneficio, è stato il rituale del Cuore della Rosa. Si tratta di una pratica tanto semplice
quanto potente e affascinante che consente di pulire la propria mente dal vortice dei pensieri.
Occorre prendere una rosa appena colta e recarsi in un luogo tranquillo della casa. Personalmente
utilizzo un vaso di rose nane che ho in terrazzo. Quando il tempo lo consente faccio questo esercizio
all’aria aperta. Dopo aver recuperato un respiro lento e rilassato si comincia a osservare la rosa in
ogni suo dettaglio: aspetto, spine, colore, forma e petali. Se ne sente il profumo e la morbidezza al
tatto. In quel momento potrebbe accadere che i pensieri possano presentarsi alla mente. Mandiamoli
via. Come scrive Sharma nel suo libro «se non hai tempo per migliorare i tuoi pensieri e la tua vita è
come dire che non hai tempo per fermarti a far benzina perché sei troppo impegnato a guidare. Alla
fine sarai comunque costretto a fermarti». 5 minuti. E’ tutto qua il tempo che dobbiamo dedicare a
questo esercizio cosi semplice ed efficace per fermare i pensieri, acquisire chiarezza e procedere
nella nostra vita con più energia e concentrazione. Fatelo al mattino appena svegli. E’ utile per
tornare al qui e ora e affrontaretutti i nostri impegni con il sorriso e la serenità giusta.
199 Pubblicato da Assunta Corbo
Stili di Vita 206 visite Oct 20, 2015
A lezione di sogni...da realizzare
A qualche giorno dalla prima edizione del Dreamers Day di Milano, che si è svolto il 18 ottobre, sento
ancora forte l’energia di un teatro colmo di sognatori.
Medici, imprenditori, sportivi, scrittori, idealisti, filosofi, formatori, uomini spirituali, pragmatici e
visionari. Anime straordinarie che si sono alternate sul palco dell’evento durante tutta la giornata. L’aria
del teatro era magica anche grazie ai meravigliosi sognatori presenti in platea. C’era anche Apple Kiss con
l’energia e l’entusiasmo di un sogno tutto italiano.
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Ho avuto la fortuna di salire sul palco del Dreamers Day per parlare del mio sogno: That’s Good News.
Ma ho, soprattutto, avuto la fortuna di ascoltare tante storie e di imparare tante nuove lezioni.
Quelle che ora vorrei condividere con voi.
Quelle che, secondo me, possono fare la differenza quando si sceglie di prendere in mano il proprio
sogno.
Ecco, la scelta. Questa è la prima lezione. Scegliamo sempre di occuparci o meno di qualcosa.
Anche il nostro sogno nasce da una nostra scelta.
Quando sentiamo che un progetto o un obiettivo vibra dentro il nostro cuore e appare concreto nella
mente, allora dobbiamo scegliere di realizzarlo. Perché quello che puoi pensare, puoi realizzare. Questa è
da sempre uno dei miei mantra che ho letto per la prima volta nel libro di Napoleon Hill “Pensa e
arricchisci te stesso”.
Fare il primo passo. Questa è stata la seconda lezione. Quel primo movimento – anche piccolo – che fa
intendere alla nostra mente che noi abbiamo davvero scelto di realizzare un sogno. Un passo fondamentale
a cui segue tanta dedizione, impegno, forza, coraggio. Tutto viene da sé. La strada può essere più o meno
lunga ma il viaggio vale sempre la pena.
Andare controcorrente. Dalle storie ascoltate al Dreamers Day è emerso – quasi sempre – che quando si
comincia a realizzare un sogno ci si trova di fronte a persone che ci dicono “ma no, dove stai andando?”
oppure “non ce la farai mai”. E’ successo anche a me. Mi facevano apparire una visionaria. All’inizio,
confesso, è stata dura combattere questa visione. Ma poi, quando il mio sogno ha cominciato a parlarmi di
possibilità tutto è cambiato. Ci ho creduto e oggi sono qui a raccontarvi di averlo realizzato.
Fiducia. Le cose accadono. Quando le sentiamo dentro di noi con chiarezza allora possono accadere. La
fiducia in noi stessi, nel nostro sogno e nell’Universo ci consente di realizzare l’impossibile. Perché, in
realtà, l’impossibile è qualcosa di molto reale. Quando cominciamo a trasformarlo in probabile il gioco
è fatto.
Le difficoltà. Ci sono. Loro ci sono sempre. Più o meno grandi. Sono li per farci evolvere, per farci
crescere insieme al nostro sogno. Sono li per darci delle splendide lezioni che un giorno, quando saremo
seduti sul nostro sogno realizzato, ci faranno sorridere ed essere orgogliosi di noi stessi.
Ecco. Queste le lezioni che ho imparato al Dreamers Day.
Ne farò buon uso. Fatelo anche voi.
Tags: #sogno #dreamers day #dream
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